n. 95 Gennaio 2014 mensile di informazione in distribuzione gratuita ROSSI E NERI CONTRO IL PD A RISCHIO SCOMPARSA DO NOT DISTURB pag. 9 pag. 13 LEZIONI DI PIANTO pag. 29 SOMMARIO n. 95 3 Viva l’Italia 4 Teramo Culturale 6 La notte della Ragione 7 Nero e Rosso ai tempi di Piero Manucci 8 Al di là dei colori 9 Il Pd a rischio scomparsa 10 Cioccolato, Chicchere ed altro 12 Il banco alimentare 13 Do not disturb 14 Il libro del mese 15 Silenzio si sporca 15 Note linguistiche 16 Iacopo Pasqui 17 Coldireti informa 18Musica 19Musica 20 La disgrafia 21 Dura Lex sed Lex 21 Il Csi compie 70 anni 22 Calendari ed Agende in omaggio 23 Arco Consumatori informa 23 L’Oggetto del desiderio 24 In Giro 26Cinema 28Calcio 29 Lezioni di pianto 29 Marina Abramovic 30Pallamano L’Editoriale Viva l’Italia B dalla Redazione ieraticamente che “qui c’è bisogno di ricostruire quello che loro hanno sfasciato” c’è dell’altro. Calma mio caro. A parte che la “mia pardeners”, cioè la Guardiani, bisogna vedere se accetta, ti posso elencare una serie di motivi perché non valga la pena di incazzarsi così tanto. Primis ed ultimis (che c’è da ridere!? se si reinventa di sana pianta l’inglese, io modestamente mi permetto di farlo con la lingua dei miei avi, ay bay Christian, oppure Bey bey, oppure ancora bye bye, saluta come cavolo ti pare, tanto Google traduttore si è già suicidato in diretta dopo l’ultima lettera della Manola Di Pasquale. In tutta franchezza, che t’inchizze a fa’. Sobbalzi tutto indignato dal tuo trespolo per un frame di politica andato in onda in che c’ho pure una certa confidenza), dicevo una puntata di Tempo reale a Teleponte, primis ed ultimis, l’esempio perché tu non sketch che ritieni di “avanspettacolo”; ti debba rischiare l’aritmia cardiaca ci viene adiri per aver vissuto quello che tu ritieni da vicino, da un talamo della Campania. “un momento di alta televisione”, cioè Se la Nunzia De Girolamo, alfaniana di l’incontro-inciucio in diretta tra il candidato ferro, quindi di centrodestra, dorme con sindaco Manola Di Pasquale e la gattiana suo marito Francesco Boccia, del Pd, Eva Guardiani, con Paolo Gatti da spettatore, scambiandosi tra l’altro oltre alle effusioni nominata sul campo dall’avvocato teramano da camera le pratiche dell’altra camera vice-sindaco. Critichi con forza la sorellanza (dei deputati), dimmi tu o mio caro che c’è tra le due amiche per la pelle, ti irriti perché di male nel patto teramano di sorellanza, sono “pappa e ciccia”, l’una dell’ex Pdl, quale imbarazzo può procurarti se abbiamo l’altra del Pd, ti affanni a precisare che non esempi così illuminanti, così disarmanti? E Direttore Responsabile: Biagio Trimarelli Redattore Capo: Maurizio Di Biagio potranno darsele di santa ragione, e quindi poi, in tutta franchezza, come dice un nostro non potrebbero denunciare le eventuali caro corregionale, senti a me, fatti li cazza Hanno collaborato: Mimmo Attanasii, Maurizio Carbone, Maria Gabriella Del Papa, Maurizio Di Biagio, Maria Gabriella Di Flaviano, Massimo Di Giacomantonio, Floriana Ferrari, Piergiorgio Greco, Maria Cristina Marroni, Fabrizio Medori, Silvio Paolini Merlo, Antonio Parnanzone, Leonardo Persia, Sirio Maria Pomante, Sergio Scacchia, Alfio Scandurra, Yuri Tomassini, Massimiliano Volpone. inadempienze in campagna elettorale. tua, vedi che è meglio!!! Christià, fa lu ‘bbone. Anche quando affermi Ma qualcun altro direbbe “Viva l’Italia!!!” n è possibile scaricare il pdf di questo e degli altri numeri dal sito web www.teramani.info scriveteci a [email protected] Gli articoli firmati sono da intendersi come libera espressione di chi scrive e non impegnano in alcun modo né la Redazione né l’Editore. Non è consentita la riproduzione, anche solo parziale, sia degli articoli che delle foto. Progetto grafico ed impaginazione: Antonio Campanella Periodico Edito da “Teramani”, di Marisa Di Marco Via Paladini, 41 - 64100 - Teramo - Tel 0861.250930 per l’Associazione Culturale Project S. Gabriele Organo Ufficiale di informazione dell’Associazione Culturale Project S. Gabriele Via Paladini, 41 - 64100 - Teramo - Tel 0861.250930 Registro stampa Tribunale di Teramo n. 1/04 del 8.1.2004 Stampa: Gruppo Stampa Adriatico Per la pubblicità: Tel. 0861 250930 347.4338004 - 333.8298738 Teramani è distribuito in proprio 3 di 4 n.95 Teramo culturale Niccola Palma Sapere storico e storia come liturgia Silvio Paolini Merlo [email protected] vicenda di numerose altre figure vocate agli studi e presto, nel caso dei Palma per antichissima tradizione tramandatasi di primogenitura in primogenitura, destinate agli uffici canonici. E fin qui, nulla di strano. Ma a proseguire lo spoglio della sua Storia, oltre alla chiara intima compenetrazione tra vita e culto, tra costumi e ritualismo religioso, tra rappresentanze civili e autoritarismo pastorale, tra produzione culturale e precettismo liturgico, un elemento mi sembra emergere con particolare evidenza dal Quinto e ultimo tomo, dedicato, dopo quelli sulle ere precristiane fino al 1833 e un Quarto sulle cronache degli edifici sacri, alle biografie dei personaggi teramani illustri. La materia viene dissezionata in tre parti: una prima su «Uomini illustri erroneamente attribuiti alla Pretuziana Regione», una seconda sugli «Uomini illustri, che ci appartengono soltanto in un senso, o dei quali vi è dubbio se ci appartengono o no». E infine gli «Uomini illustri sicuramente e affatto nostri». Sancita la necessaria distinzione, sulla S base di criteri neppure troppo vagamente etnocentrici e geneticodinastici, quantomai ambigui - non so se correndo le pagine della monumen- incuta più tenerezza che impressione il tale Storia della Città e Diocesi di passo in cui Palma non sa dire quanta Teramo, già Storia ecclesiastica e ci- teramanità possano vantare i De Filippis- vile della Regione più Settentrionale Delfico, frutto dell’unione di un’ultima di- del Regno di Napoli, ossia l’opus magnum scendente Delfico con una nobile famiglia di colui che a tutt’oggi viene considerato napoletana - vediamo di capire meglio chi il maggiore storico teramano, peraltro siano i teramani veraci e migliori. sulle orme di quel Muzio Muzii che, già nel La terza sezione si compone di 11 pa- Cinquecento, caldeggiava l’introduzione ragrafi. Ebbene, i primi 6 indicano santi, di un ordine di frati predicatori in città, la vescovi, monsignori, cappellani e via prima cosa a tornarmi in mente - non so, dicendo, elencati «per santità di costumi» forse per un congenito istinto al con- - alcuni tra i quali esempio di «prodigiosa trappasso - sono le pagine di Max Weber astinenza» - e ancora «per dignità ve- sulla presunta “oggettività” delle scienze scovili ed arcivescovili», «per altri distinti storico-sociali, nelle quali si argomenta eccelsiastici uffizj», «per gradi superiori in modo parco e, ahinoi, chirurgicamente negl’istituti regolari», leggasi monasteri, ineludibile, che ogni storia non è che il conventi e affini. Seguono, le magistra- prodotto storico di una certa società e dei ture e i giureconsulti canonici e civili e, valori che essa promuove. E penso al ben infine e nell’ordine, scienziati, letterati, diverso Comune di Teramo edito a Roma artisti, militari. In fondo alla casistica, nel 1895 da Francesco Savini, che infatti quasi un’appendice, alcune rappresen- ha inizio con l’«Idea dell’opera» e una tanze delle «donne illustri». Una a caso: «Storia della medesima», a indicare come Cinzia Forti, la cui figura «nobilmente ma le idee di “valore”, di cui la conoscenza modestamente vestita, veggiamo in atto storica si serve nel delineare i propri di pregare a piè del quadro dell’ultimo “oggetti storici”, subiscono mutamenti altare in cornu evangelii nella Chiesa di a seconda dei parametri culturali che gli S. Carlo», mostrando nella fisionomia «un uomini pongono come guida, caso per caso, di epoca in epoca. coraggio maschile, che incute soggezione e rispetto». Annunciandone la ristampa nel 1930, l’editore Giovanni Fabbri si Eredità nemmeno troppo indirette di queste pagine si avvertono in diceva convinto che l’opera di Niccola Palma «sarà ricercata da tutti quelle sulla Contemplazione della morte di D’Annunzio, o in quelle gli abruzzesi, entro e fuori l’Abruzzo, desiderata in ogni casa, voluta altre dell’Araldo Abruzzese dove, ancora nel 1962, leggiamo: «La cul- dai giovani, dagli adulti, dalle biblioteche delle scuole, dai Municipi; e tura è conoscenza della verità e la verità è una sola, quella rivelata sarà letta da tutti gli uomini colti e del popolo». da Dio mediante Cristo e affidata alla Chiesa. Al di là del comprensibile zelo, quanti abbiano letto da cima a fondo Ogni altra cultura è fallace, è un simulacro della verità». Siamo la Storia di Palma, quanti giovani l’abbiano consultata, studiata, sempre lì, in un caso come nell’altro: non conta il sapere, il capire, il citata, teramani e abruzzesi inclusi, specie in epoca recente e anche progredire, il valore e le capacità individuali, e, men che meno, la li- dopo l’integrale pubblicazione in rete, sarebbe interessante accertar- bertà delle coscienze. Quel che conta, sempre comunque e anzitutto, lo. A giudicarne la cornice famigliare, quella del nostro somiglia alla è l’appartenere. n di 6 n.95 Accade a Teramo La notte della ragione I rossi e neri degli anni ’70 a confronto con quelli di oggi S Maurizio Di Biagio www.mauriziodibiagio.blogspot.com fortunatamente non ha nulla a che fare con la più nota e drammatica notte dei cristalli e nemmeno con i fuochi dei rifiuti campani? Fu chiamata così a posteriori quando si ricordò quel giorno a cavallo tra gli anni ’70 e ’80, in cui diversi incendi furono appiccati a postazioni sensibili della destra di quel tempo. Con delle taniche di benzina al seguito, i rossi cercarono di mettere fuoco ai portoni della sede della Cisnal in Via Duca D’Aosta, dell’associazione paracadutisti di Porta Romana e della sede dell’Msi a Giulianova. Fu una sorta di operazione mordi e fuggi condotta prevalentemente da cosiddetti cani sciolti molto critici verso i partiti tradizionali. Anche la redazione de Il Tempo fu “visitata” da questa ratio incendiaria. Il fuoco voleva essere purificatore ma annerì solo legno e campanelli. Nel 1976, in occasione dell’arrivo a Teramo del presidente dell’Assemblea costituente, l’antifascista Umberto Elia Terracini, si verificarono qua e là della baruffe in pieno centro. Nel comizio di chiusura di quella campagna elettorale, i toni sul piccolo palco s’innalzarono pericolosamente e un po’ dappertutto in piazza la tensione sfociò in qualche manata in faccia. Il questore Michele Capomacchia, che in e vi divertite a digitare il termine “rossi e neri” su mamma futuro avrà un ruolo preminente nei fatti della Uno bianca, cercò di Google, il dizionario universale della I era tecnologica, molti dei rabbonire gli animi: si ritrovò con una scritta ingiuriosa dipinta con risultati che vi appariranno riguardano Teramo. Proprio negli ul- vernice nera dalle parti dello stradone. timi anni – non a caso gli algoritmi di Larry Page e Sergey Brin Il 25 Aprile del 1970 l’autovettura di un consigliere comunale del- hanno memoria corta - diciamo dal 2005 in poi, gli scontri tra le due l’Msi, Elso Simone Serpentini fu bruciata dalle parti del Tribunale di fazioni si sono moltiplicati e in pochi Porta Romana. Si verificarono anche mesi salite pericolosamente di tono, alcuni lanci di pietre verso la stessa fino al recente rendez-vous di Piazza sede dell’Msi: “Ora però la situazio- Dante dove si è temuto il peggio se ne è molto più grave – rende noto non fosse stato per il tempestivo in- il giallista teramano e consigliere tervento delle Forze dell’ordine che per due legislature a Piazza Orsini hanno congelato posizioni e uomini. – e il perché è molto semplice: non Come non ricordare, sempre nel c’è più l’ideologia e i ragazzi sono 2005, la scazzottata della Notte impreparati sotto questo punto di bianca, ormai un must nella nostra vista”. Eh sì le ideologie. Tutto ora è città, che lasciò a terra un piccolo scemato in una brodaglia fatta da scalpo di un ragazzo fortunatamen- social network, iperboli non control- te scarmigliato lungo Via Paladini, late, demagoghi con armi da terzo l’evento che ha dato la stura a tutta millennio e futuro fottuto. Prima l’or- una serie piccata di cinghiate, botte, todossia ferma, rigida, assoluta non ammetteva ardimentose variazioni pugni, bottigliate, accoltellamenti, ammacchi vari, fino al countdown finale per il 2014 con tanto di sul tema, chi ci provava non aveva tante chance di poter proseguire terribile botta alle palle ad un povero ragazzo sotto al Liceo Delfico. la sua esperienza. In provincia di Teramo la Val Vibrata era diventata Un percorso che si è distinto tra club, discoteche e curve di stadi, ma un territorio propizio nell’ospitare uomini di destra, probabilmente anche sui muri dei palazzi del centro e perfino in Piazza Dante irreg- per la vicinanza di Ascoli: si partiva dal semplice aspetto logistico gimentati in fila per tre, teste rasate, jeans attillati e Dottor Martens fino a qualcosa di più negli anni successivi. Ad Alba Adriatica avrebbe ai piedi. Dall’altra parte invece, ragazzotti con il grunge nato a Seattle trovato rifugio, anche se per pochi notti, Pierluigi Concutelli, uno dei ma impiantato tra il Tordino e il Vezzola con proprie varianti. Proprio capi di Ordine Nuovo. come un tempo dove Ray-Ban, Lacoste e jeans ancora allora attillati Quelli erano pure i tempi in cui Lotta Continua organizzava uscite a si fronteggiavano contro polacchine, pantaloni di infima qualità, tipo bordo di pullman antidiluviani: nel 1973 tutti a Bologna a manifestare Carrera o altro, camicia con colletti alla coreana e sacco di tela. contro la destituzione da parte degli Usa di Salvador Allende. Quelli Negli anni Settanta a Teramo i rossi e neri non erano mai arrivati a erano i giorni del fattore K., del Komunizm, per Alberto Ronchey l’ele- tanto, come invece hanno fatto i loro scalmanati nipotini. Eppure la mento diabolico che impediva, data l’anomalia di una forte presenza lunga scia del ’68, della rivolta nata nelle università Iu-es-ei, delle comunista in Italia, una compiuta alternanza delle forze di governo. prime manifestazioni di piazza in Italia, delle prime bombe, di stato o In provincia però rossi neri non sono più quelli di una volta. La notte non, smosse la nostra pigra cittadina a quei tempi. Chi se lo ricorda dei fuochi di un tempo si è trasformata in una spaventosa e allar- ad esempio che a Teramo abbiamo avuto la Notte dei fuochi, che mante notte della ragione. n di Accade a Teramo Nero e Rosso ai tempi di Piero Manucci Maurizio Di Biagio www.mauriziodibiagio.blogspot.com n.95 non debbano inquinare con la loro stanca saggezza l’entusiasmo dei giovani, ma per quello che so, sono cambiati solo i luoghi: alla mia epoca venivamo aggrediti nelle scuole, davanti alle fabbriche, durante i nostri comizi, ora i giovani camerati vengono aggrediti per strada o davanti ai pub... oggi come allora, quando aggrediti ci difendiamo”. Come sono cambiati negli anni rituali e feticci? “Credo che alla mia epoca i rituali fossero più cupi. Ci sentivamo reduci di una guerra persa alla quale non avevamo avuto modo di partecipare e il nostro orgoglio era il non firmare la resa. Oggi i giovani sono più partecipi, più propositivi, vogliono sentirsi protagonisti del cambiamento della realtà ed essere artefici del loro tempo, ed è giusto così. Come ha vissuto il suo impegno politico? “Il mio impegno politico fino ai 23 anni l’ho vissuto in modo viscerale, non è stata la cosa più importante ma l’unica cosa importante. Poi il nostro piccolo mondo è crollato, ci siamo accorti di quanta spazzatura e di quanti avvoltoi ci fossero all’interno del nostro castello assediato Negli anni ‘70 si guerreggiava tra comizi, scuole e fabbriche ora nei pub anche se le vite di molti di noi erano già state fortemente condizionate da quello che avevamo vissuto”. C’è stato qualche personaggio di quel tempo che le è rimasto impresso nella sua mente? “Mimì Foschini e Nicola Pepe hanno davvero segnato quegli anni; gentiluomo di altri tempi il Maggiore Lotta e rispetto. Questo era un po’ il sentire del teramano Piero Manucci durante gli anni ’70, quelli veri tra rossi e neri, dove lui aderente al Msi si sentiva ancora “reduce di una guerra persa”. Allora gli scontri erano ai piedi di un comizio, nelle scuole e nelle fabbriche e non nei pub o a Capodanno. Odiava i fighetti che si atteggiavano a marxisti e il rimpianto è quello di aver obbedito a Rauti. Ora vive in Brasile. Ecco il suo racconto di quegli anni. 7 Foschini, più semplice e popolano Nicola, entrambi erano le presenze fisse all’interno della federazione: esempi veri, giornalmente ci insegnavano con la semplicità dell’esempio i valori della dignità e della fierezza”. Che idea aveva dei rossi di allora? “I Rossi all’epoca li dividevo così: alcuni militanti erano evidentemente in buona fede, M sinceramente credevano che il marxismo fosse l’alternativa al liberali- del Msi, all’età di 17 anni, e non per motivi ideologici ma direi ambien- “L’unica cosa che non rifarei è quella di aver creduto ed obbedito per tali: nella scuola che frequentavo, come d’altronde dappertutto, i vari molto tempo a Rauti, il quale ha avuto sì il merito di rendere chiara la gruppi comunisti cercavano di imporre con violenza e prevaricazione dottrina della Idea, ma che si è rivelato essere, nella pratica politica, un la loro egemonia; a resistergli c’erano solo i fascisti e naturalmente mistificatore ed un vile, un ciarlatano insomma. Mi dispiace molto aver mi sentii attratto da costoro. Il mondo che presto sentii come mio era dovuto troncare ogni rapporto con Nino Sospiri, che fu, per me ado- molto variegato, c’era di tutto, ragazzi di estrazione borghese ed altri lescente, una guida preziosa e col quale si era stabilito un rapporto di seppur confusamente nazional-popolari, persone che invocavano l’ordi- vera e profonda amicizia ma agli inizi degli anni ‘80 lui fece delle scelte ne ed altri che già allora vedevano il vero nemico non nel marxismo ma politiche contraddittorie, comunque l’ho sempre ritenuto un gigante nel liberalismo; tutti però stavamo insieme ed eravamo tra noi solidali rispetto a tutti i suoi adulatori e a quasi tutti i suoi detrattori”. perché noi tutti venivamo attaccati, a volte con ferocia, dai comunisti. La sua fiamma ideologica si è stemperata? Passai gli anni della mia giovinezza diffondendo e servendo un’Idea che “Dopo essere stato espulso dal Msi nell’’82, ho partecipato a vari avevo avuto la buona sorte di conoscere, comprendere ed amare”. tentativi di creare un movimento autenticamente antagonista senza Che differenze ci sono tra gli scontri di oggi e quelli dei tuoi alcun esito. Da molto tempo ho preso atto che il fallimento della mia anni tra i rossi e neri a Teramo? generazione è totale e l’unica cosa che possiamo fare è stare lontani dai “Premetto di non conoscere l’odierna realtà, perché credo che i vecchi giovani perché noi rischieremmo di contaminarli. n smo, e ci vedevano come l’incarnazione del male, e rispettavo costoro, anucci, ci rinfreschi un po’ la mente, ma com’erano pur nelle dure contrapposizioni: c’erano poi gli atteggioni, i fighetti, i questi anni ’70, per cominciare qual è stata la sua borghesi nell’animo, coloro che giocavano a fare i rivoluzionari ma erano esperienza di attivista politico negli anni Settanta? solo dei conformisti che seguivano la moda di allora, e li disprezzavo”. “Mi avvicinai al Fronte della Gioventù, organizzazione giovanile Ha qualche rimpianto e qual è la cosa che non rifarebbe? 8 n.95 di L’opinione di MaRio Aldilà dei Colori... MaRio dal Mare [email protected] e parole di destra, affascinato dalla retorica di messaggio di ri-nascita . Noi tutti teramani, noi Tudini, arrivai in primo liceo a dire al professore tutti italiani stiamo vivendo un periodo buio di di filosofia Curini, dichiarato di sinistra: ”con la crisi culturale civile e spirituale, non di certo falce e col martello andate a lavorare”, e lui mi materiale e questo si riflette proprio con quello rispose ”ma tu non sai cosa dici, non sai cos’è che è accaduto il giorno di Capodanno, ciò il fascismo, comunismo e l’anarchia, studia, è un auspicio per tutti a cercare l’incontro la conosci se vuoi parlare“. Cosi intrapresi questa reciprocità che in antichità generava sicurezza ricerca e stimai molto la nascita dell’anarchia e e solidarietà, cosa che si sta inverando in città. il criterio EUdenistico per cui ogni individuo è li- Siamo nel 2014 e grazie a Nio c’è l’Eusofia a bero di ricercare la propria felicità, consideran- TerrAmò la città che da Adesso ama la terra, dosi parte dell’ universo quindi ispirandosi alle cura le relazioni e riapre il dialogo nella agorà sue leggi (Godwin- 1793). Nel 2013 l’l’Eusofia sulla barca del tempo alla piazzetta del Sole mette in pratica i diritti universali dell’Essere… in questi spazi di condivisione lo strumento Poiché tutto è in trasformazione nell’unico e ir- comunicativo della Te-visione: riprendere la ripetibile fluire, allora “se tu avessi più cervello trasmissione orale nell’epoca virtuale. Ogni capiresti quanto te ne manca“, si trasforma in sguardo e contatto ci mette in diretta, supera il ”noi abbiamo più cervello, esplorarlo è il bello”. contratto, elimina la fretta e siamo in un eterno Per gli scienziati, noi usiamo solo il 10% del atto, dalla protesta alla proposta quella di nostro cervello: infatti entrando in ascolto del partecipare a dialogare in Te-visione... di via Carducci. Strano poiché se fosse un atto mondo intorno a noi, possiamo capire quanto il Dialogo è energia, genera un filo di tribale da clan, i gruppi per responsabilità, si poco ne usiamo e quanto ce ne sia ancora da sensibilità ed empatia... allena l’ascolto sarebbero dati appuntamento nelle campagne usare; Già soltanto l’ esperienza quotidiana Attivo la capacità a Rispondere e sciogliere o nei boschi, come fanno gli Uligans per rego- della Reciprocità, oramai trascurata dall’ef- la rigidità mentale, riconoscendo l’altro lare i conti. Ma c’è un inconscio protagonismo fetto “tecnologico” dei monitor, se Ri-vissuta come una prolunga di se stesso. Nella Televisivo, che stimola rivolte e violenza: in maniera responsabile genera valore ed entu- pratica quotidiana dell‘incontro si esercita basta vedere, e ascoltare un telegiornale per siasmo, e attraverso il dialogo con l’altro, può l’Elasticità di riequilibrare pensiero parola aver vari effetti... inquinanti l’immaginario.... aumentare la capacità di espandere la propria e azione per contribuire con U.V.A.(umano CHE CI VOGLIAMO FARE... più telecamere? o conoscenza “ogni informazione modifica la valore aggiunto allo scambio di risorse e maggior Ascolto e Educazione? “Se tu avessi coscienza”. La stima Stimola la presenza nel capacità) ai Beni Relazionali sui Beni Comu- più cervello capiresti quanto te ne manca” cosi viaggio relazionale. Il fiume scorre, l’umanità ni (terra, aria, acqua, fuoco ) co-producendo l’amico Giancarlo mi invita a scrivere sull’Ac- fa il suo corso nel tempo e riprende il discorso Cultura, il quinto Bene Comune illimitato e caduto: rimembro che anch’io avevo questa del Transito terrestre. Da un disaggio come gratuito in quanto ri-conosce lo svolgersi concezione bipolare. In quegli anni in cui non quello dei rossi e dei neri riaffrontato in un del percorso dell’Umanità, cosi la crisi ero né carne né pesce, a fine del V ginnasio, confronto costruttivo, si ri-crea un valore diventa un opportunità che unisce i destini iniziai a giocare con i simboli e le Parole, un po’ aggiunto per tutti nel dialogare il conflitto po- eleva i cammini e fa degli incontri empatici, in confusione tra un atteggiasento di sinistra tenzialmente si risolve, può nascere un saggio la viva ricchezza di tutti. n Il Rinascisenso M eglio di così non si poteva iniziare per far comprendere o ammirare il nostro Umano disaggio Culturale. Balli televisivi, botti, botte, bottiglie Rotte per comprendere la violenza Radicata in un agire istintivo bestiale. Aldilà dei colori della Destra e della Sinistra, ideali svaniti nella Realtà dei fatti. Aldilà dei moventi occulti dell’Alcol e della droga, c’è l’Ignoranza di chi ignora ciò che fa e poi lo ritrova nelle cicatrici sulla pelle o meglio inciso nella mente ogni istante nella coscienza. Che strana coincidenza celebrare in piazza Martiri con due personaggi televisivi che a mezzanotte hanno fatto il primo augurio dell’anno a Matera e dopo poche ore, dei giovani Uligans di partiti contemplati a squadre di calcio, folleggiano e se le suonano sotto le telecamere di “Politica teramana” Il Pd a rischio scomparsa Dagli errori commessi non impara nulla Maurizio Di Biagio www.mauriziodibiagio.blogspot.com n.95 candidato sindaco (noi siamo ottimisti e diamo già per scontato che per l’uscita del mensile ci sia già il nome, ma siamo pronti a tutto! ndr). Il candidato Albi, nelle elezioni comunali 2009, non fu figlio del Pd leader del centrosinistra, di una sua scelta a priori, ma di una mancata affermazione dell’esprit della sua ala sinistra, o meglio del tornaconto personale di chi incarnava quella strategia. Ora la storia pare ripetersi e invece di porre sul piatto un candidato forte, che combatta con le unghie un Brucchi inferocito e galvanizzato dalla vicinanza del comandante Gatti, si stava rifacendo lo stesso errore (o lucida strategia) di cinque anni prima, cercando di presentare uomini Albizzati. Con la carta Di Pasquale, che in questo caso pare la più ovvia, il Pd potrebbe ritrovare se stesso in città, anche se per la verità l’avvocato teramano fino a poco tempo anelava ad uno scranno regio- S 9 nale, e Piazza Orsini era relegata come opzione di secondo piano: non vorremmo che vigesse il ragionamento del pur di starci, così da comparirà anche il Pd. Una volta passata l’ondata euforica accettare anche una legislatura da visibilità, perfino all’opposizione renziana che surfa adamantino sui cocci di un partito che vo- ma comunque sempre presente. Non penso sia nelle corde della leva wecanizzare il mondo, la realtà dei fatti consumerà tutti. terribile avvocatessa. Finora le colpe del Pd teramano si possono Le due anime primor- enumerare senza tema di smentite: congresso comunale rimandato diali del partito Democra- alle calende greche; candidatura a sindaco con una trama intricata, tico non sono mai state da libro giallo; poco aiuto concesso a Cavallari; alleanze buttate alle digerite completamente: ortiche; immobilismo su tutto: meritocrazia a tratti; veti incrociati. E nell’inconscio di questa non è tutto. Nel frattempo il Pd fa notizia anche sui social network. figura molto complessa (un All’accorata difesa di Manola Di Pasquale (“voi pensate che demo- caso psichiatrico quasi), al nizzando il Pd sempre e comunque Brucchi non rivinca? limite della schizofrenia, Dc Se continuate così voi e Pci sono rimaste tesi e sarete i suoi migliori alleati; antitesi, senza quella dia- Vediamo di fare squadra lettica e sintesi hegeliana per il bene di questa città”), che Veltroni si era ripro- il candidato sindaco dei messo di voler imprimere movimenti civici Gianluca alla nuova figura politica. Pomante, cui era rivolta la Le condizioni dettate dal frecciata, replica in questo cinefilo romano furono che modo: “Cara Manola, vi i post democristiani non fossero costretti a dichiararsi socialisti, auto-flagellate e portate fu così infatti che l’inserimento del nome democratico rispose alla avanti una politica suicida bisogna. Ma il presupposto, implicito, era un altro, cioè che i post e la colpa sarebbe mia? comunisti e neo socialisti dominassero, mentre gli altri si aggregas- Io vi avevo offerto una sero in un’utile minoranza. Ma più che la divisione passata dei ruoli soluzione più che onorevo- ciò che frena il Pd è lo scontro tra quella severità tutta marxista, le, paritetica ed auspicata rigida e poco conciliante, e il laissez-faire dei fisiocratici democri- da molti. Era tanto difficile stiani, diatriba sociale che nelle incertezze e titubanze del rapporto ricompattare il centrosinistra puntando su trasparenza e merito frena costantemente le ambizioni decisionali del partito. Non vi è nella scelta degli assessori e dei collaboratori? Era tanto difficile stata una vera mistura, un vero annichilimento delle due fazioni in mettere da parte gli interessi personali di pochi dirigenti di partito un progetto comune, ma solo una prevalenza del vecchio apparato e pensare al bene della città? Se predicate male e vi comportate Pci che ogni giorno in maniera subliminale, inconsciamente, frena peggio, non prendetevela con me ma spiegatelo ai vostri iscritti e il futuro. agli elettori. Noi cercheremo con tutte le forze di vincere e, credimi, Che venga poi uno come Renzi, con la sua poca ortodossia, consi- ce la faremo. Avete perso il treno anche stavolta. derato addirittura di destra (quando il mondo sta già confondendo Teramo non può più aspettare i vostri giochetti. Ci sono problemi da un pezzo le posizioni storiche), c’era da aspettarselo. Il Pd soffre gravissimi in città e servono risposte ed azioni forti ed immediate. della sindrome di Tafazzi, il personaggio della Gialappa’s che amava Per il bene di tutti, fatevi da parte e chiudiamo un’epoca”. Il Pd percuotersi masochisticamente i testicoli con una bottiglia di perde i treni, il Pd non vuole vincere, il Pd fa i soliti giochetti. Non plastica, altrimenti non si spiega, tanto per restare tra il Tordino ed c’è futuro per uno che commette sempre e sistematicamente gli il Vezzola, perché ci abbia messo così tanto per partorire un’idea di stessi errori. n di 10 n.95 Eventi Cioccolato, “Chicchere” ...e altre storie! L Maurizio Carbone [email protected] Castelli, è stata invitata ufficialmente alla manifestazione e, soprattutto al Convegno: la dotta relazione è stata presentata con grande professionalità da Vincenzo De Pompeis, tanto da ‘incantare’ letteralmente gli astanti nel bellissimo Palazzo Grimaldi, fra questi, il Presidente del Parlamento di Malta, il Dott. Antonio Caprarica (corrispondente RAI-TV da Londra, autore del recente libro “Il Romanzo dei Windsor”, amori, intrighi e tradimenti in 300 anni di favola reale), Ignazio Abbate, Sindaco di Modica... La valenza di questo intervento, ha assunto maggiore autorevolezza grazie alle relazioni di illustri Referenti, la Prof.ssa Clarissa Sirci, Direttrice del Museo ‘Ubaldo Grazia’ di Deruta (PG), ha confermato come la città umbra e, la stessa Faenza (RA), non hanno prodotto tazze e chicchere per il cioccolato, prima del ‘900: l’unico centro a produrre questo particolare ‘contenitore’ nel periodo Barocco , è stato Castelli, appunto e, non solo per il Regno di Napoli (o delle 2 Sicilie). L’intervento dello Studioso pescarese (discendente della famosa Famiglia castellana dei Pompei), ha sortito e festività Natalizie appena trascorse, periodo di “gustose libagioni”’ l’effetto immediato del prossimo impegno come Relatore al Sàlon du potrebbe avere un’appendice...scritta, cronaca di una Manifesta- Chocolat a Bruxelles, il 07/08/09 febbraio 2014, bel risultato! Non è finita zione/Evento importante e singolare denominato Chocomodica qui, è vero che Castelli non ha prodotto il cioccolato ma... le chicchere 2013, “dolcissima” kermesse tenutasi nella splendida Modica (stupende quelle con relativo piattello-porta chicchera di C.A. Grue), per- (Ragusa) il 06/07/08 dicembre appena trascorso, il “Salone” della città tanto la candidatura all’ammissione nell’Itinerario Europeo del Cioccolato, Iblea, full immersion di eventi, concerti, degustazioni, convegni, spettacoli, presentata opportunamente presentazioni di libri e altro, ha avuto la cittadina di Castelli come pro- con apposita Delibera di tagonista. Una premessa per inquadrare l’argomento: uno dei primi atti Giunta, è stata formalmente dell’Amministrazione Comunale del Sindaco Enzo De Rosa, oltre due anni ufficializzata dal Dott. Filippo fa, è stato l’organizzazione del Convegno sul Cioccolato, presso il Liceo Pinelli, responsabile del Con- Artistico Design sorzio medesimo. L’obbiettivo “F.A. Grue” con raggiunto è incredibile: Torino, la partecipa- Cuneo, Firenze, Perugia, zione di illustri Modica... Castelli e Malta! Relatori, Dott. A corollario di questo risultato, la ‘cronaca’ ssa Lucia Arbace, si impone, riferendo di questi tre-giorni Dott. Vincenzo vissuti...intensamente, Modica è meraviglio- De Pompeis, sa, il centro ‘storico’ dispiegato in una tipica Dott.ssa Mara ‘gravina’, case e palazzi che si affacciano su Fabrizio, M° Corso Umberto I, nelle piazze principali, gli Cioccolatiere eleganti gazebo dei maggiori produttori di cioccolato (anche stranieri), Concezio Centi- i negozi dei cioccolatieri locali come autentiche ‘boutique’ del “Nettare ni. Le conclusioni degli Dei”, città in festa, teatro e artisti da strada, la Fanfara dei Bersaglieri del Convegno (Caltanissetta) ha allietato la folla durante i tre giorni dell’evento con stesso, furono musiche ed esibizioni a... passo da corsa, di notte poi, lo spettacolo ha sorprendenti: assunto toni suggestivi: le splendide chiese di S. Giorgio, del Carmine e S. il rinvenimento di documenti storici in occasione di alcuni inventari, a Pietro, sapientemente ‘fasciate’ dalle proiezioni del Luminografo Gaspare Palazzo D’Avalos /Vasto, CH) e, Palazzo Reale dei Savoia (Torino), effettuati Di Caro, hanno ‘sublimato’ le facciate barocche, già di per sè bellissime. dalla Arbace, attestarono la produzione, quasi esclusiva, nel famoso Il cioccolato a Modica è stato ed è un fatto culturale, buonissimo, senza centro della Valle Siciliana, delle ‘chicchere’ per servire il cioccolato (e, il additivi, realizzato dalle migliori cioccolaterie che importano direttamente caffè) sin dalla fine del ‘600, a tutto il ‘700. L’esito imprevisto in questi anni il cacao dalle nazioni del centro-America, tantissimi aromi, per tutti i gusti, ha portato il Sindaco de Rosa, ad allacciare rapporti sempre più stretti con il cioccolato modicano è famoso in tutto il mondo, per l’occasione, le le Associazioni che tutelano la produzione, promozione e salvaguardia deliziose ‘barrette’, sono state confezionate anche con le immagini delle del cioccolato - Made in Italy - The Chocolate Way, Euro Chocolate e Fine ‘chicchere’ di Castelli, instant-print! non c’è che dire. Altra oppurtunità, Chocolate, delle città di Modica, Perugia, Firenze, Torino e Cuneo. Ancora la visita alla Antica Dolceria Rizza, cioccolatieri da generazioni, dove la una volta l’intuizione di de Rosa si è rivelata ‘geniale’. Torniamo ll’attualità, produzione risponde a requisiti qualitativi e di igienicità elevatissimi. Infine dopo qualche anno è stato riproposto il ChocoModica 2013, organizzato un doveroso ringraziamento alle autorità locali, per la calda, squisita e dal dinamico Dott. Antonino Scivoletto e, della Prof.ssa Grazia Dormiente, proverbiale ospitalità siciliana, mai vista tanta premura, disponibilità, rispettivamente, Direttore ed Presidentessa del Consorzio Tutela del Cioc- organizzazione, attenzione e generosità, per i rappresentanti di Castelli: colato della storica città, tra le più belle espressioni del Barocco Siciliano. esperienza culturale e umana, unica e irripetibile! n di 12 n.95 Solidarietà Il Banco Alimentare Contro lo spreco, contro la fame Piergiorgio Greco [email protected] Dal 2011, inoltre, il Banco dell’Abruzzo ha attivato a Pescara, Montesilvano e Termoli il progetto Siticibo, che permette la raccolta di cibo fresco per donarlo immediatamente agli enti caritativi. I numeri del Banco Alimentare dell’Abruzzo sono significativi: 1.521.000 i kg di prodotti raccolti nel 2012, 1.647.000 quelli distribuiti nel 2012 (la differenza consiste nell’avanzo dell’anno precedente proveniente dalla Colletta Alimentare di fine anno). Gli enti convenzionati sono 252 di cui 211 in Abruzzo (75 nella provincia di Chieti, 81 a Pescara, 19 a L’Aquila e 36 a Teramo), e 41 in Molise. Le persone assistite mediante questi enti sono 44.432, di cui 38.254 in Abruzzo (12.419 nella provincia di Chieti, 15.513 Pescara, 3.789 L’Aquila, 6.533 Teramo), 6.178 in Molise. Grazie a Siticibo, 20.038 kg sono stati raccolti e distribuiti nel 2012, mentre nel corso della Colletta Alimentare che si è svolta lo scorso 30 novembre, sono state raccolte 246 tonnellate di prodotti, di cui 204 in Abruzzo (a C Pescara e provincia 57 tonnellate, a Teramo 57, a Chieti 59 e a L’Aquila le eccedenze A06050 15402 CC0560010715 Carichieti Agenzia di Pescara, c/c postale alimentari per 34849851 intestato a: Ass. Banco Alimentare Abruzzo onlus, via Celestino distribuirle agli enti V n. 4, 65129 Pescara): ricordiamo che grazie alla legge nota come “+ dai convenzionati che - versi” oggi le donazioni in favore di enti non profit sono completamente 3), 42 in Molise, grazie a circa 5 mila volontari in 350 punti vendita delle ontro lo spreco, contro la fame. È questo lo slogan del Banco due regioni. È possibile aiutare il Banco Alimentare dell’Abruzzo in vari Alimentare, la realtà presente in tutte le regioni italiane con lo mondi. Si possono donare, ovviamente, le eccedenze alimentari, con scopo di benefici economici (come il risparmio sullo smaltimento), logistici e raccogliere burocratici. Inoltre, si può dare un contributo economico (codice Iban IT26 assistono i poveri. deducibili fino ad Il Banco Alimen- un massimo del tare dell’Abruzzo, 10 per cento del gestito dall’Asso- reddito di chi dona ciazione Banco Ali- o per un importo mentare Abruzzo non superiore a 70 Onlus, è una delle mila euro. Si può ventuno sedi della Rete Nazionale del Banco Alimentare, coordinata dalla pure devolvere il Fondazione Banco Alimentare Onlus. 5 per mille della In Italia questa esperienza nasce nel 1989 dall’incontro tra monsignor dichiarazione dei Luigi Giussani, fondatore di Comunione e Liberazione, e il cavalier Danilo redditi inserendo Fossati, titolare della Star. In Abruzzo e Molise il Banco arriva nel 1997, il codice fiscale in occasione della prima Giornata Nazionale della Colletta Alimentare, la 91048560683. In- raccolta di fine novembre che rappresenta una delle attività del Banco, fine, è possibile diventare volontario donando del tempo a questa grande operativo tutto l’anno nella raccolta delle eccedenze, grazie a contributi opera di carità. Per saperne di più, contattare il numero 085 4313975 o pubblici e privati, e iniziative di autofinanziamento. Nel magazzino di 1000 visitare il sito www.bancoalimentare.it/abruzzo. metri quadri in via Celestino V a Pescara lavorano un direttore, una segre- Nel 2014, però, si rischia una situazione di emergenza, come spiega Luigi taria e due operatori, insieme al supporto indispensabile di una trentina di Nigliato, presidente del Banco Alimentare dell’Abruzzo: “Purtroppo il 31 volontari, con una dotazione di un camion e di un furgone, oltre alle varie dicembre 2013 è terminato il programma europeo di aiuti alimentari, ba- attrezzature logistiche. sato sul recupero delle eccedenze dell’agricoltura. Questo vuol dire che, a Ogni giorno, il Banco raccoglie eccedenze alimentari – prodotti perfet- livello regionale, metà dei prodotti che annualmente il Banco Alimentare tamente commestibili ma destinati al macero perché non più adatti alla dona agli oltre 38 mila poveri abruzzesi non ci saranno più. Si tratta di commercializzazione per errori di etichettatura o promozioni terminate una vera e propria emergenza nazionale, contro la qual la Rete Banco ecc. – da imprese agroalimentari, grande distribuzione organizzata, Agea Alimentare si sta muovendo già muovendo, e con risultati che iniziano (Agenzia per le erogazioni in agricoltura), e le dona ai poveri mediante una a vedersi: grazie alla nostra presenza a Bruxelles e al sostegno trasver- rete di enti convenzionati (mense dei poveri, associazioni di volontariato, sale di eurodeputati italiani, è stato stanziato un fondo europeo di 500 Caritas, case famiglia ecc.). A novembre, come detto, il Banco dell’Abruz- milioni di euro contro l’indigenza, che però dovrà sommarsi ad un fondo zo partecipa alla Giornata Nazionale della Colletta Alimentare, il gesto di nazionale. Poiché sicuramente si tratta di fondi non sufficienti - conclude carità che si svolge l’ultimo sabato in centinaia di punti vendita, dove chi Nigliato - invitiamo tutte le aziende che hanno eccedenze a contattarci: va a fare la spesa viene invitato da migliaia di volontari a donare alcuni saremo ben lieti di poter recuperare i loro prodotti, a vantaggio di chi vive alimenti che vanno ad aggiungersi a quelli raccolti con l’attività ordinaria. nel bisogno”. n di Satira Do Not Disturb Un cameraman nella notte F Mimmo Attanasii 13 [email protected] n.95 un fugace jingle. “Vattene!”, grida minaccioso il farmacista rivolto a un tizio che gli tiene testa. “Mi devi sparare… mi devi sparare!”, lo sfida ad alta voce l’uomo disarmato e, forse, apparentemente più padrone di se stesso, se valutato l’atteggiamento sopra le righe del dottore. “Ti faccio un buco…”, continua il farmacista con fare insidioso e la pistola puntata sulla fronte dello sfidante. La notte di Natale è assai simile a quella del film “Parenti serpenti” di Monicelli. Le macchiette di avvocati impomatati, notai impettiti, si sfrangiano caratterizzate con sarcasmo dal regista morto suicida nel vuoto di un precipizio voluto come lo scrittore praghese Bohumil orse a chi legge, saranno già noti. Non a chi Hrabal. Caricature quotidiane, in cui riconoscersi scrive, giacché i fatti sono in divenire. Non è impietosamente. Coscienti di se stessi, seppure dato sapere al curatore di questo stralunato immersi in un duello surreale tra uno speziale almanacco di insoliti avvenimenti natalizi se esasperato e un avventore scatenato e risoluto lo spazio aereo nel cielo sopra Piazza Martiri sia nel baccano contenuto di un paesone indolente stato rimodulato nei propri corridoi e nelle proprie rotte da ridisegna- anestetizzato dagli aperitivi cenati. Le serrande dei negozi non è as- re al più presto per assicurare un giaciglio sonoro, la riservatezza, a solutamente il caso di prenderle a calci. Basta bussare con cortesia. sostegno delle preghiere affrancanti dal peccato e annunciate a Dio Al farmacista sarebbe bastato alzare la cornetta per segnalare l’emer- in coro allungando il collo fra le navate della cattedrale. genza. Per la pistola, vera o giocattolo che fosse, sarebbe stato più Non si conosce la strategia di Trenitalia sui nuovi orari delle tratte opportuno lasciarla là, dov’era giudiziosamente custodita. Per ultimo: di collegamento ferroviario fra la costa e l’interno della provincia, “Chissà se quel cameraman, la mancata Iena di Italia 1, avrebbe oggetto di riscrittura a causa del roboante segnale sonoro dei convogli che si scambiano l’eco contro i muri della chiesa di Cartecchio. Comunque, il fatto teramano, quello che più di tutte le storie del dopo Befana sia riuscito ad accelerare l’attenzione dei media, telesponde di notizie ad personam finanziate con i denari del consueto Pigmalione Re di Cipro, è uno solo. E di certo sarà portato a termine il reportage se si fosse imbattuto in uno stupro?”. In un racconto, l’apprensione, lo stato di tensione, l’inquietudine, l’attesa ansiosa, la trepidazione e quant’altro nella prospettiva drammaturgica sono uno specifico segno di accostamento alla vita quotidiana. Se nel finale di questa storia narrata, i personaggi si fossero avventati contro la persona che brandiva l’arma da fuoco nell’in- ricordato per molto tento di scongiurare una tempo ancora come lo tragedia piuttosto che squarcio peggiore di un usare il telefonino per borough newyorkese. Il chiedere aiuto, si sa- Bronx sotto i portici del rebbero delineati chiari Banco di Napoli. Una i profili psicologici di Gomorra alla Savia- eroi metropolitani. no. Una impensabile In questo racconto, inve- brodaglia, una epopea ce, si tenderà a un epilo- da Far West arricchita con l’irrinunciabile cardone teramano della Vigilia di Natale. Una fiction anomala. Un farmacista, un avventore notturno e lo smartphone con la sicura tolta di quel qualcuno sempre pronto a filmare, a fare prelievi di realtà calda da servire poi fredda, quanto la vendetta, al ritmo di go dissonante. Nel pieno rispetto delle risonanze ecclesiastiche, a cominciare dal Natale a fatica archiviato, nelle prospicienti aree deputate al culto, si potrà sparare soltanto se muniti di silenziatore montato e funzionante in canna alla rivoltella. Orazione in corso: “Do Not Disturb”. n di 14 n.95 Il libro del mese Gli Indifferenti Alberto Moravia Maria Cristina Marroni [email protected] cessita del suo aiuto. Michele, venuto a conoscenza del fatto, tenta di ostacolare la relazione e di uccidere Leo. Ma la pistola è scarica. Infine tutto si sistema: Leo sposerà Carla con il consenso della madre e del fratello. Mariagrazia affogherà nella solitudine e nello squallore quotidiano. Il romanzo ebbe da subito enorme successo sia in Italia, che all’estero. “Raccordava innanzitutto, attorno al tema dell’indifferenza, le molte coordinate della crisi decadente già tracciate dai contemporanei narratori europei: vale a dire l’incomunicabilità, il senso dell’inet- A titudine, la coscienza dello scacco”. sottesa un’indagine di di sincerità, si ripeteva riaggrappandosi alla sua vecchia idea fissa, natura intellettuale e “un po’ di fede… e avrei ucciso Leo… ma ora sarei limpido come una morale, tesa a illuminare goccia d’acqua.” Si sentiva soffocare; guardò Lisa, pareva contenta: il conflitto tra l’”essere” “Come vivi?” avrebbe voluto gridarle: “Sinceramente? con fede? e il “dover essere”, tra Dimmi come riesci a vivere.” I suoi pensieri erano confusi, contraddit- l’aspirazione ai valori tori: “E ancora” pensava con un brusco, disperato ritorno alla realtà, autentici e assoluti e “Forse questo dipende soltanto dai miei nervi scossi… forse non è l’apparenza vuota e che una questione di denaro o di tempo o di circostanze.” Ma quanto deprimente. più si sforzava di ridurre, di semplificare il suo problema, tanto più Si tratta di una lotta ser- questo gli appariva difficile, spaventoso. “È impossibile andare avanti rata, destinata a lungo a così.” Avrebbe voluto piangere; la foresta della vita lo circondava da restare irrisolta o a sfo- tutte le parti, intricata, cieca; nessun lume splendeva nella lontanan- ciare nella disfatta del za: impossibile”. soggetto stesso perché Sul piano della struttura narrativa tali temi sono inseriti in un impian- “la vita è quella che è” e to di tipo naturalistico e si determinano attraverso un’osservazione richiede spirito di adat- minuziosa della realtà ambientale, sociale e psicologica attraverso tamento e a volte scelta uno stile alieno da ogni indulgenza al lirismo. del compromesso. In Italia il romanzo di Moravia si presentò come fortemente innova- “Entrò Carla; aveva tivo, rompendo bruscamente il rarefatto clima della letteratura del indossato un vestitino di lanetta marrone con la gonna così corta, tempo ed evidenziando la crisi morale della classe dirigente borghe- che bastò quel movimento di chiudere l’uscio per fargliela salire di se, in contrasto con l’ottimismo culturale del regime fascista. un buon palmo sopra le pieghe lente che le facevano le calze intorno L’indifferenza assume nella narrazione connotazioni storiche. “Il con- alle gambe; ma ella non se ne accorse e si avanzò con precauzione flitto che è all’origine dell’indifferenza può configurarsi infatti come guardando misteriosamente davanti a sé, dinoccolata e malsicura; la dissonanza eterna dell’uomo con la vita, ma è anche il conflitto una sola lampada era accesa e illuminava le ginocchia di Leo sul dell’individuo con una determinata società, come testimonia tutto divano; un’oscurità grigia avvolgeva il resto del salotto”. l’arco della narrativa di Moravia”. n “Un disgusto opaco l’opprimeva; i suoi pensieri non erano che aridi- ll’interno della tà, deserto; nessuna fede, nessuna speranza alla cui ombra riposare produzione com- e rinfrescarsi; la falsità e l’abbiezione di cui aveva pieno l’animo egli plessa e copiosa le vedeva negli altri, sempre, impossibile strapparsi dagli occhi quello di Moravia è sguardo scoraggiato, impuro che si frapponeva tra lui e la vita; un po’ L’incipit del romanzo “Gli indifferenti” di Alberto Moravia è un esercizio di stile che mostra con chiarezza i tratti tipici della narrazione moraviana, “solita a procedere con una minuziosità che sembra costantemente sul punto di slittare nella pedanteria –se non si riscattasse attraverso delle sottili intuizioni, dei guizzi dell’immaginazione, che inopinatamente rivelano le tensioni interne della realtà rappresentata”. Così di seguito i “gingilli (…) morti e inconsistenti nell’ombra del salotto” sembrano “costruire sensibilmente il tema fisico dell’indifferenza”. La storia si svolge in quarantott’ore ed è ambientata in un’elegante casa romana del quartiere Parioli. I personaggi, Mariagrazia Ardengo con i suoi due figli, Carla e Michele, e il suo amante, Leo Merumeci, appartengono all’alta borghesia. Leo, ricco viveur si invaghisce di Carla, approfittando dei problemi economici della famiglia, che ne- di Yuri Tomassini Accade in città Silenzio si sporca Chi non lo fa, merita tutto questo? [email protected] 15 n.95 Migliaia di residenti capaci di scuotere il sedere e saltare scatenati la notte di San Silvestro alle note di canzoncine bifolk in stile ‘Rosina dammela’ di Vittorio il Fenomeno e che per il resto dell’anno calpestano giulivi la sporcizia che in alcuni punti ha trasformato il territorio in una quasi-discarica a cielo aperto. Una sporcizia che non vedono più, che neanche turba, neanche provoca il minimo brivido nelle menti dopate da una quotidianità piccola e meschina. Le colpe dell’amministrazione sono innegabili per molte ragioni, ma relative. È l’incredibile collasso degli elementari principi di buona educazione e rispetto dei luoghi pubblici, di adulti, adolescenti, stu- N denti, professionisiti, pensionati, imbarbariti centro, ricordano realtà degradate del più to che ha ucciso 309 residenti e concittadini triste e sconsolante Sud: rifiuti dappertutto, esclama ‘che botta di culo’ riferendosi agli cristallizati da mesi sui marciapiedi, nelle affari milionari a portata di artiglio.’ O te li grate dei tombini, tra le crepe dell’asfalto. fai mo’ i soldi o hai finito’. Le parole regi- Mozziconi, pacchetti di sigarette stinti, car- strate dagli inquirenti sono di un pubblico te unte, avanzi di colazioni bestiali, barattoli amministartore, stipendiato dai cittadini, e bottiglie di birra scadente. Ermanno Lisi. antropologia mostruosa’ anche l’ottimismo Il declino, la morte indolore di un piccolo e Di fronte al dilagare nelle istituzioni e nella della volontà diventa faticoso. inutile capoluogo di provincia prima ancora vita civile di questi individui che Marco Iniziano ad essere maggioranza, non più di un Paese inebetito. Travaglio ha definito ‘subumani, vampiri.. un’eccezione, una mostruosità irripetibile. n e consustanziali ai disgustosi scarti che ell’indifferenza generale, e, inspie- abbandonano indifferenti all’aperto. gabile, delle assosiciazioni pseudo- Poi una mattina apri il giornale e leggi culturali e della’mministrazione co- l’intercettazione telefonica di un assessore munale. Molte vie, appena fuori dal aquilano che diciotto mesi dopo il terremo- Note linguistiche I nomi propri... diventano comuni N ma non si tratta di un errore ortografico; ciò accade perché sono diventati dei nomi comuni, mentre in origine erano nomi propri. In sostanza, alcuni nomi propri di luogo o di persona hanno dato denominazione a cibi, bevande, liquori o oggetti i cui nomi si scrivono normalmente con l’iniziale maiuscola. Ad esempio il chianti ha preso il nome dalla zona della Toscana che lo produce, il gorgonzola dalla cittadina lombarda e così via. Questo fenomeno si verifica anche in ambiti diversi da quello gastronomico: basti pensare a “lavagna” (che deriva dalla località ligure dove la materia è estratta): a “savonarola”, un antico sedile a forbice di antica origine toscana, (il cui nome deriva dalla sedia di Gerolamo Savonarola in el menù di un ristorante può accadere San Marco a Firenze; a “biro” (dal nome di leggere: tra i formaggi “gorgonzola”, dell’inventore ungherese Birò); ad “avana” tra i vini “chianti” o “bordeaux”, tra i un sigaro aromatico (dal nome della città liquori “cognac”, “grappa” o “porto” e, per cubana); a “colonia”, il profumo (dalla città concludere “champagne”. Spesso questi tedesca che in origine produceva questa nomi sono scritti con l’iniziale minuscola, essenza), e così via. n 16 n.95 di Sirio Maria Pomante La fotografia Iacopo Pasqui [email protected] tratto distintivo dei suoi scatti? stimolare uno sguardo nuovo verso le realtà Iacopo Pasqui è una giovane promessa che ci circondano quotidianamente; è ciò della fotografia, dedito al paesaggismo e che abbiamo cercato di fare con la giornata alla documentazione sociale. Lavora come organizzata al Castello Della Monica, un professionista dal 2008 e, sebbene non bene di cui i cittadini hanno potuto usufrui- abbia ancora trent’anni, ha già realiz- re, anche se per un solo giorno. zato progetti importanti con altrettanto Emanuela, il FAI nasce per riaccendere importanti committenti alle spalle; un le luci sui luoghi trascurati del nostro esempio è la mostra inaugurata a Teramo, Paese. Quale sinergia può nascere tra una documentazione innovativa dell’ultimo la tutela e la valorizzazione di quella Conclave commissionatagli dall’Istituto peculiarità italiana che è il paesaggio e il dell’Enciclopedia Italiana G. Treccani sul mezzo espressivo fotografico? quale vorremmo porre l’accento: questa I progetti dei fotografi italiani di paesag- mostra, che si accinge a fare il giro di musei gio sono per lo più sconosciuti al grande molto importanti, è passata a Teramo pubblico e spesso sottovalutati dalla critica, quasi in sordina e noi vorremmo partire a causa della difficoltà nel catalogare dalle opere ivi presentate per iniziare un in maniera univoca tutte le esperienze excursus del suo percorso artistico. Pasqui compiute a partire dalla fine degli anni ‘60 indaga il paesaggio, naturale o artificiale e nell’impossibilità di ridurle a una vera e che sia, e ne scopre la bellezza e il fascino propria scuola di pensiero. Barbieri, Castel- attraverso uno sguardo lento e oculato. Le la, Jodice, Basilico, ma soprattutto Ghirri, “D sue immagini sono, non solo ariose vedute hanno profondamente innovato l’iconogra- dell’ambiente, ma anche “visioni” di oggetti fia del paesaggio italiano, disfacendosi dei i visione in visione” è il titolo quotidiani e quasi banali che manifestano topoi della tradizione pittorica per dedicarsi scelto dal gruppo FAI giovani paradossalmente due dimensioni: quella del all’impatto antropico sulla morfologia del di Teramo per l’incontro con trascorrere inesorabile del tempo e quella Bel Paese, frutto del boom economico degli Iacopo Pasqui, organizzato della sua stasi acronica. È per questo che anni Cinquanta. L’importanza attribuita per sabato 18 gennaio, ore 18, a L’ARCA/ le sue fotografie preservano un alone di alla banalità del quotidiano, alla periferia in Laboratorio per le arti contemporanee. Il ambiguità; a volte una luce diafana abbaglia espansione, allo spazio vuoto e al dettaglio lavoro del giovane fotografo che ha già l’intero paesaggio cancellando ombre e con nascosto è l’aspetto più innovativo della ri- Di visione in visione. Il gruppo FAI giovani Teramo incontra il fotografo Iacopo Pasqui cerca fotografica intrapresa dai nuovi “paesaggisti” nella seconda metà del Novecento, una ricerca che può e deve diventare fonte primaria di uno studio contemporaneo del paesaggio italiano. Spesso si parla di tutela, conservazione e valorizzazione delle opere d’arte, intese come singoli pezzi di un grande puzzle che rappresenta il patrimonio storico-artistico del paese, ma quasi mai si pone l’accento sulla necessità di tutelare concretamente il paesaggio, peraltro materia comprimaria del nostro codice dei beni culturali. Credo che i fotografi possano diventare gli interlocutori privilegiati accanesposto presso l’istituto musicale “Braga” e esse qualsiasi riferimento temporale; altre to a chi si occupa quotidianamente della che presto tornerà a mostrare il suo lavoro la stessa luce si focalizza su un particolare gestione del nostro patrimonio culturale, presso l’Università degli Studi di Teramo, e si impregna della sua essenza, senza mai proprio per la capacità intrinseca delle foto è stato presentato da Umberto Palestini, creare forti chiaroscuri. di arrivare ad un gran numero di persone direttore artistico de L’ARCA, e approfondito Perché i giovani del FAI hanno voluto pro- e di stimolare una maggiore attenzione su da due membri del gruppo FAI che lavorano porre alla città e non solo questo evento? un territorio in continuo cambiamento. Il nel campo dell’arte contemporanea e della Per sensibilizzare gli animi verso la causa vecchio adagio “conoscere per tutelare” è fotografia, Martina Lolli ed Emanuela Ama- del paesaggio italiano, per dischiudere le re- l’unica via percorribile, in altre parole solo la dio. A loro ci siamo rivolti per avere qualche altà artistiche a noi prossime, ma soprattut- consapevolezza dello spazio in cui viviamo informazione. to per portare linfa nuova alla città. Sarebbe può garantire il rispetto e l’attenzione di Martina, chi è Iacopo Pasqui e qual è il bello (e forse alquanto utopistico) poter tutti i cittadini. n di Coldiretti informa Oscar Green Un’impresa agricola su 3 è nata negli ultimi dieci anni Massimiliano Volpone Direttore Coldiretti Teramo n.95 meno di 35 anni ed è alla guida di 58663 aziende. Di queste circa il 70 per cento opera in attività multifunzionali: dall’agriturismo alle fattorie didattiche, dalla vendita diretta dei prodotti tipici e del vino alla trasformazione aziendale del latte in formaggio, dell’uva in vino, delle olive in olio, ma anche pane, birra, salumi, gelati e addirittura cosmetici. A conferma del trend ci sono anche i dati degli iscritti al primo anno delle scuole secondarie superiori tecniche e professionali: un nuovo studente su quattro ha scelto per il 2013/2014 un indirizzo legato all’agricoltura e all’enogastronomia. Nell’anno scolastico 2013/2014 si sono iscritti al primo anno degli istituti tecnici Q e professionali della scuola secondaria di se- 35, con la campagna che si piazza sul podio tra i Una tendenza che si sta accentuando negli settori preferiti dai neoimprenditori. ultimi anni nelle scuole superiori che è confer- Sono alcuni dei numeri diffusi con il primo mata anche dai livelli superiori di istruzione, Dossier sulla “Svolta generazionale dell’econo- secondo un’analisi della Coldiretti sulla base condo grado, statali e paritarie 262716 giovani uasi un’impresa agricola italiana su 3 e tra questi ben il 23 per cento ha optato per è nata negli ultimi 10 anni, mentre nei l’agricoltura, l’enogastronomia e l’ospitalità primi nove mesi del 2013 hanno aperto i alberghiera, che complessivamente hanno battenti 4.200 aziende condotte da under registrato 60017 nuovi iscritti. mia italiana” che è stato presentato dai Giovani 17 di una ricerca Datagiovani relativa agli effetti della Coldiretti in occasione della consegna dei premi “Oscar Green” della recessione sugli Atenei italiani nel periodo dal 2008 ad oggi. Le sotto l’alto Patronato del Presidente della Repubblica e il patrocinio iscrizioni alle Facoltà di scienze agrarie, forestali ed alimentari hanno Ministero Politiche Agricole e di Expo 2015. fatto registrare la crescita più’ alta nel periodo considerato con un Nell’agricoltura italiana il 7,2 per cento dei titolari di impresa ha aumento del 45 per cento. n di 18 n.95 Fabrizio Medori Musica Paul is dead Altre due o tre cose sui Beatles N [email protected] e almeno due libri (“Paul is dead?” di la fantasia, nel 1969 Paul (quello vero…) Glauco Cartocci e “Il codice McCartney” aveva infatti 27 anni, quindi i conti non di Andriola e Gigante), hanno “scienti- tornano. Fra gli altri tantissimi indizi se- ficamente” affrontato l’argomento, con minati dai Beatles, qualcun altro è proprio grande spiegamento di prove, molto poco inconsistente, per esempio si è parlato scientifiche. spesso della mano sulla testa di McCart- Già gli equivoci di partenza sono più che ney sulla copertina del disco “Revolver”, sufficienti a mettere in chiaro che si tratta quest’immagine, che sarebbe simbolo di una montatura mediatica che i Beatles, di morte, si trova però sulla copertina di e poi McCartney, hanno utilizzato come un disco uscito nel 1965, prima cioè del formidabile strumento pubblicitario. Se- presunto incidente mortale. condo questa leggenda, Paul McCartney Un altro indizio inconfutabile è poi celato sarebbe morto in seguito ad un incidente in uno stemma cucito sulla giacca di automobilistico avvenuto a Londra nel McCartney, nel libretto interno di “Magical 1966, dopo una lunga sessione di registra- mistery tour”, disco del 1967. In una foto, zione negli studi di Abbey Road, culminata sul braccio del nostro eroe, compare la scritta OPD, che sarebbe l’acronimo di “Officially Pronounced Dead”, dichiarato el 1969, poco dopo l’uscita di “Ab- ufficialmente morto. In realtà la scritta bey Road” - penultimo Lp dei Beat- significa Ontario Police Department. les, sebbene sia stato l’ultimo ad Qualcuno dice addirittura che la scrit- essere registrato - negli Stati Uniti, ta reale sia OPP e che la piega della una radio di Detroit diffuse la notizia che giacca trasformi la seconda P in una D. In esistevano le prove della morte di Paul periodi più recenti sono spuntate, qui in McCartney. La cosa, per chiunque altro, Italia, delle analisi antropometriche che sarebbe rimasta uno scherzo di cattivo mettono a confronto misurazioni di parti gusto, per Paul invece, divenne una vera anatomiche del volto di Paul prima del ’66 e del fantomatico “rimpiazzo”. Appare molto discutibile mettere a con- e propria leggenda planetaria, visto che ancora oggi c’è qualcuno disposto a scrivere libri o mandare in onda interi special televisivi sull’argomento, in qualsiasi parte del mondo. Anche in Italia, ad esempio, negli ultimi anni tre o quattro trasmissioni televisive con un violento litigio fra lo stesso Paul e fronto foto scattate con macchine diverse, gli altri tre membri del gruppo. da angolazioni diverse e, evidentemente, Il primo indizio comprensibile sarebbe con obiettivi differenti. Probabilmente per stato scovato nella foto di copertina del un’analisi del genere avremmo bisogno disco a cui accennavo all’inizio “Abbey di foto scattate nello stesso posto, con lo Road” (il quale prende il nome dagli studi stesso apparecchio e ad un soggetto nella di registrazione della EMI, siti sull’omoni- stessa posizione. ma via). Sempre in Italia, una trasmissione tele- Nella celeberrima foto, i quattro attra- visiva di un paio di anni fa ha mostrato versano la strada in fila, guidati da John un’automobile, un’Aston Martin, che Lennon vestito di bianco (come il sacerdo- è stata presentata come la presunta te di un rito funebre…), seguito da Ringo macchina sulla quale Paul sarebbe morto. in abito nero (l’impresario delle pompe Il restauratore, italianissimo, ha spiegato funebri?), poi viene Paul – senza scarpe chiaramente ed inequivocabilmente che (perché i morti si seppelliscono, non si sa l’incidente subito dall’auto non potrebbe bene dove, senza scarpe) ed a chiudere aver avuto effetti gravi, meno che mai la processione c’è George Harrison con il mortali, sull’autista o sul passeggero. suo completo jeans (non poteva mancare Lo stesso bassista, nel 1993, ha voluto il becchino, in tenuta da lavoro!). scherzare su tutta la faccenda, pubblican- Sullo sfondo c’è un’automobile, un mag- do un disco dal vivo, dall’eloquente titolo, giolone, targato 28IF. La leggenda nasce “Paul is live”, che mostra in copertina lo proprio da questa automobile. Il primo stesso McCartney, sulle strisce pedonali segnale comprensibile della morte della di Abbey Road, con il suo cane, e con alle star viene proprio da qui: 28 (anni) IF (se), spalle il solito maggiolino Volkswagen, che cioè Paul avrebbe 28 anni SE fosse ancora stavolta è targato 51IS, perché all’epoca vivo! Già su questo primo punto si arena l’età dell’artista era di 51 anni, davvero. n di Write about... the records! Fanfare Jonathan Wilson format: cd - 2012 label: downtown records distributors: red distribution/bella union/self distr. (italy) Maurizio Carbone 19 [email protected] n.95 tastiere, vibrafono... oddio quanti, il suono (e che suono!), viaggia su coordinate neo-hippie e/o West Coast revival, come dire: music from the late sixties! Concedetevi una pausa, come recitava lo spot di un famoso amaro “contro il logorio della vita moderna”, staccate il telefono e, per 78 minuti e 40 secondi, ascoltate gente, ascoltate! Fanfare (title track), mostra subito lo stile del CD: i tasti dello Steinway introducono il cantato evocativo, le tastiere (bentornato Mellotron!), creano la base ideale, unghiate di sax, quasi free jazz, la concludono. Dalla 2a traccia, Dear Friend, l’asticella comincia ad alzarsi, di molto: cambi di ritmo e stacchi improvvisi, pieni e vuoti, grande lavoro di chitarre e organo nella (lunga) coda finale. Her Hair Is Growing Long, voce e chitarra acustica appena sfiorata, la mente vola subito al grandissimo ‘If I Could Only Remember My Name’ (se solo potessi ricordare il mio nome, solo-album di David Crosby!). Love To Love (4), emblematico, sostenuto e melodico al contempo, voce e musica all’unisono. Traccia n° 5: Future Vision, grande lavoro alle harmony vocals (J. Tillman, lo stesso Jonathan), poi parte il ritmo, sincopato, apporto strumentale notevolissimo, pieno, non ridondante, bellissima! Moses Pain, siamo a 6, echi di sixties, cavalcate al sole della California, Crosby, Nash e Jackson Browne ai cori, ottimo l’organo a ‘cucire’ il tutto. Siamo arrivati a 7, Cecil Taylor, la magia del ‘solo’ di Crosby, si ripete P (ancora, di più), ascoltare la voce di Jonathan, soffusa, melodica, sarà anche ‘dèja vu’ ma, che rima recensione targata 2014, l’edizione però è del 2013, annun- effetto, l’incanto dura 6’ ciata dalla cover con l’immagine ‘michelangiolesca’ della Crea- e 30’’. Con Illumination, ci zione di Adamo: nel dettaglio, le due mani che si sfiorano, come prendiamo una... pausa sfondo, cielo azzurro, nuvole e, grafica in gotico. L’approccio (con- (diciamo così) per andare fesso), è accattivante di per sé, l’autore poi, possiede tutti i requisiti per nel Desert trip (9), song risultare simpatico: physìque du role notevole, songwriter, compositore, leggera e discreta, il produttore, sound-engineering... Il cognome (o nome) Wilson, rimanda ‘solito’ volo under the inevitabilmente ai personaggi dello star-system musicale: Brian, Carl e sky of the California, Dennis Wilson (Beach Boys), Wilson-Philips (Mama’s & Papa’s), Jackie grande effetto! Fazon (n° Wilson, Steven Wilson (K Scope Rec.), Wilson Pickett...ma, veniamo al 10), viene annunciata da nostro: Mr.Jonathan, originario del North Carolina (Forest City, 1974), svisate di sax, procede sensibile al richiamo della West Coast, ha assunto una decisione impor- poi tra stacchi, cori e tante, rilevando i celeberrimi ‘Studios’ di Laurel Canyon (Joni Mitchell, clarinetti. Dalla California Crosby, Stills, Nash & Young...), conservando gli apparati tecnologici al...New Mexico (11), il ‘vintage’ degli stessi, chiamandoli FiveStarStudios (il Movimento 5 Stelle, passo è breve, suggesti- non c’entra nulla!), ha convocato i suoi abituali accompagnatori-musi- ve atmosfere di flauti, arpeggi di chitarre acustiche, cantato di grande cisti, Velasco, Gowen, Borger, King, Noel, Sansone (Wilco) e, i mitici intensità, fantastica jam di strumenti, quasi tutte le canzoni vanno oltre D. Crosby, G. Nash, J. Browne, J. Tillman (Fleet Foxes), M. Campbell i 5/6/7 minuti ma, giuro, volano in un attimo! Nei testi delle songs, c’è & B. Tench ( Tom Petty & The Heartbreakers), Roy Harper (coautore posto per l’amore (il sogno californiano non si è mai sopito), l’amore è di 4 songs), ha piazzato il ‘Gran Piano’ STEINWAY al centro della sala di forte: Lovestrong (12) appunto, inizio in sordina, il brano cresce notevol- registrazione, disponendo tutti gli altri strumenti (tantissimi!) attorno e, mente, tastiere (piano e organo) in evidenza, mentre l’amore si dissolve, “ooops”, il capolavoro è compiuto. Jonathan Spencer Wilson, possiede lentamente, arriviamo alla conclusione di questo fantastico ‘trip’ sonoro, un talento naturale, dopo un’esordio discografico prescindibile, colla- song n° 13: All The Way Down, chiude degnamente il viatico di sogni, borazioni con gruppi minori, nel 2011 pubblica per la benemerita Bella emozioni, visioni e illusioni, l’esperienza d’ascolto è stata/sarà irripetibi- Union, “Gentle Spirit”, un disco con... i fiocchi, folk, indie-alternative, le. Le mani fatate di Jonathan Wilson vanno in tutte le direzioni: suono soft rock? Ottimo riscontro commerciale e...allora? Poteva fare la (rigorosamente) ‘analogico’, produzione, editing, mixing impeccabili, copia-carbone (ehm...), invece no, studia, compone, programma e, in ancora una curiosità, dal ‘colto’ riferimento della cover, alla foto (4a di sei mesi, realizza il progetto più ambizioso della sua carriera (almeno copertina) del digipack, aprite lo stesso e...guardate che immagine, per ora!). Il titolo (Fanfare) può sembrare pretenzioso, vi assicuro come voglio sollecitare la vs. curiosità! risponda pienamente a questa notevole ‘parata’ o rappresentazione Voto: 8 pieno! musicale specifica. Mr. Wilson dispensa copiosamente le grandi qualità PS: unico rammarico, vista la qualità della registrazione, avrei dovuto di cui dispone, incredibile polistrumentista: chitarre, basso, percussioni, acquistare la vinyl version in luogo del CD, pazienza! n di 20 n.95 Scuola La disgrafia Disturbi specifici di apprendimento (DSA): un’emergenza educativa Maria Gabriella Del Papa [email protected] non rispetta i margini del foglio e lascia spazi irregolari tra i grafemi e tra le parole. La pressione della mano sul foglio non è adeguatamente regolata: a volte è troppo forte e il segno lascia un’impronta marcata anche nelle pagine seguenti del quaderno, talvolta è troppo debole. Il tono muscolare è spesso irrigidito o, al contrario eccessivamente rilasciato. Il bambino disgrafico presenta difficoltà notevoli anche nella copia e nella produzione autonoma di figure geometriche e spesso il livello di disegno è inadeguato all’età. Nella copia delle immagini i particolari sono quasi assenti. La copia di parole e di frasi è scorretta e copiare dalla lavagna è ancora più difficile, in quanto il bambino deve portare avanti più compiti contemporaneamente: distinzione della parola dallo L sfondo, spostamento dello sguardo dalla lavagna al foglio, riproduzione Disturbi evolutivi Specifici di Apprendi- della condotta del tratto che si traduce in difficoltà di coordinamento, mento ci si riferisce ai solo disturbi delle irregolarità delle spaziature, malformazioni e discordanze di ogni tipo abilità scolastiche e, in particolare a: associate ad un tratto di pessima qualità. dei grafemi. a categoria dei Disturbi evolutivi Spesso i bambini disgrafici faticano a capire la propria scrittura, per que- Specifici di Apprendimento viene sto difficilmente individuano gli errori anche in un secondo momento di convenzionalmente identificata verifica. con l’acronimo DSA. Con il termine La disgrafia è, infatti, definita un’anomalia del movimento corsivo e • Disturbo della lettura (Dislessia) Come si fa la diagnosi? • Disturbo della scrittura (Disortogra- L’accertamento diagnostico di uno specifico disturbo evolutivo dell’apprendimento avviene in fia, Disgrafia) due distinte fasi, rispet- • Disturbo del calcolo (Discalculia) La principale caratteristica di definizione di questa “categoria noso- tivamente finalizzate grafica” è quella della specificità, intesa come disturbo che interessa all’esame dei criteri uno specifico dominio di abilità in modo significativo ma circoscritto, diagnostici prima di lasciando intatto il funzionamento intellettivo generale. inclusione e successi- In questo senso il principale criterio necessario per stabilire la diagnosi vamente di esclusione. di DSA è quello della “discrepanza” tra abilità nel dominio specifico Nella prima fase si interessato (deficitaria in rapporto alle attese per l’età e/o la classe somministrano, insie- frequentata) e l’intelligenza generale (adeguata per l’età cronologica). me alla valutazione del livello intellettivo, La disgrafia, di cui ci occuperemo in maniera molto sintetica, è un disturbo specifico dell’apprendimento (DSA), non dovuto a deficit intel- quelle prove necessarie per l’accertamento di un disturbo delle abilità lettivi o neurologici. Si tratta di una difficoltà della scrittura, in particolare comprese nei DSA. Nella seconda fase vengono disposte quelle indagini nella riproduzione di segni alfabetici e numerici. cliniche necessarie per la conferma diagnostica mediante l’esclusione La disgrafia emerge nei bambini quando la scrittura inizia la sua fase di della presenza di patologie o anomalie sensoriali, neurologiche, cogniti- personalizzazione, indicativamente intorno alla terza elementare. Viene ve e di gravi psicopatologie. individuata solitamente dagli insegnanti in quanto si manifesta con scar- Rieducazione. sa leggibilità della scrittura, lentezza e stentatezza, disorganizzazione La disgrafia può essere risolta rieducando il bambino attraverso un delle forme e degli spazi grafici, scarso controllo del gesto, confusione e intervento personalizzato. disarmonia, rigidità ed eccessiva accuratezza, difficoltà nell’atto scritto- Gli interventi sono generalmente suddivisi in due itinerari che si concen- rio in presenza di crampi o dolori muscolari. trano sulle competenze di base e su quelle specifiche per la scrittura. La disgrafia tende a peggiorare nel tempo se non viene individuata e Le abilità di base coinvolte sono la coordinazione nel movimento, incide negativamente sul rendimento scolastico, portando il bambino l’orientamento e l’organizzazione spazio-temporale, la coordinazione che ne è affetto a scoraggiarsi e demotivarsi. oculo-manuale, la consapevolezza dello schema corporeo, la memoria Gli aspetti generalmente condivisi circa il Disturbo della Scrittura, riguar- sequenziale, il linguaggio, il senso del ritmo (in genere immaturo), il dano la sua suddivisione in due componenti: una di natura linguistica processo di simbolizzazione (rallentato), la capacità di discriminazione (deficit nei processi di cifratura) e una di natura motoria (deficit nei pro- suoni-segni. cessi di realizzazione grafica). La disortografia, invece, consiste nella Prevenire la Disgrafia. difficoltà a tradurre correttamente i suoni che compongono le parole, in E’ possibile prevenire questo disturbo durante la scuola dell’infanzia, simboli grafici. attraverso l’esame della grafomotricità e la proposta di esercizi e attività Disgrafia a Scuola. ludiche preparatorie al gesto grafico, nonché durante il primo ciclo della La mano dei bambini disgrafici scorre con fatica sul piano di scrittura primaria attraverso un’adeguata modalità di insegnamento e consolida- e l’impugnatura della penna è spesso scorretta, molte volte il bambino mento della scrittura. n di Alfio Scandurra Dura Lex Sed Lex Per... “Grazia” del Presidente N [email protected] n.95 presentata al magistrato di sorveglianza, il quale svolge una breve acquisizione di elementi utili ad illustrare la posizione dell’aspirante graziato, trasmettendo il tutto con osservazioni o quant’altro al ministro della Giustizia, non prima però di avere ricevuto il giudizio del Procuratore generale presso la Corte d’Appello del distretto ove ha sede il Giudice cosidetto dell’esecuzione. Viceversa, se il condannato (si è già detto che il presupposto è la sentenza passata in giudicato) non è detenuto o internato, la domanda deve essere presentata al Procuratore Generale del distretto di Corte d’Appello il quale, acquisiti tutti gli elementi di giudizio ed utili informazioni, la trasmette al Ministro competente per l’eventuale proposta. Il provvedimento di clemenza può essere sottoposto a condizioni (artt. el diritto penale vigente, per “Grazia” si intende un atto di clemenza individuale, che viene concesso dal Presidente della Repubblica (art. 87 comma 11 della Costituzione) e controfirmato 681 comma 5 e 672 comma 5 c.p.p.), che possono essere: 1.revoca dell’atto di clemenza se entro 5 anni viene commesso un reato doloso (10 anni per ergastolani); 2.risarcimento alla persona offesa dal reato (con sentenza civile); dal Ministro della Giustizia (art. 89 Cost.). Presupposto della Grazia è il passaggio in giudicato della sentenza di 3.divieto (eventuale) di soggiorno in determinato luogo; condanna, mentre la sua funzione, secondo i giuristi, sarebbe quello di 4.eventuale versamento di una somma di denaro alla Cassa delle correggere eventuali errori od asprezze in cui fossero incorsi i magistrati, Ammende. sempre però entro limiti derivanti da circostanze sconosciute nel corso Altre condizioni possono essere aggiunte a quelle sopra elencate. dei dibattimenti ma verificatesi nel corso della espiazione della pena e Il provvedimento di grazia può riguardare sia la pena principale che quella tali da essere ritenute favorevoli per il condannato, meritevole della cle- accessoria, sia la riduzione della pena principale sia la commutazione menza. La Grazia può esere concessa su domanda del condannato, di un della pena. suo congiunto o da chi ne esercita la tutela ovvero da un avvocato; non è È da sottolineare che la Corte Costituzionale, chiamata a dirimere un con- escluso il convivente, e sempre su proposta del Presidente del Consiglio flitto di attribuzione tra ipoteri dello Stato, ha confermato con sentenza il di disciplina (art. 681 c.p.p.). potere esclusivo del Presidente della Repubblica di concedere la grazia, Nulla vieta che la Grazia possa essere concessa “motu proprio” dal Pre- lasciando al Ministro della Giustizia solo il diritto di esprimere ragioni sidente della Repubblica, cioè sostanzialmente, in assenza di domanda negative alla concessione del provvedimento. o proposta, d’ufficio (art. 681 c.p.p. comma 4) ad iniziativa dello stesso Resta da dire, ma certo queste brevi note non esauriscono il panorama Presidente della Repubblica o del Ministro della Giustizia. giuridico del provvedimento di cui si è trattato, che la grazia si differenzia Essa prescinde dal consenso dell’interessato. È chiaro che è prevista una dall’indulto o dall’amnistia in quanto quest’ultimi si applicano ad una de- fase istruttoria che ha i caratteri della non giurisdizionalità, con acquisizio- terminata categoria di persone condannate o di reati, mentre la grazia è ne di elementi di giudizio a sostegno della decisione. un provvedimento individuale in quanto si riferisce ad un singolo soggetto In conseguenza di ciò, la domanda del detenuto o internato deve essere che si trovi in certe condizioni. n Notizie da CSI Il CSI compie 70 anni L’abbraccio di Papa Francesco G 21 vo dell’anno. L’opportunità è data dal Comitato Regionale del CSI che, grazie alla collaborazione dei Comitati Territoriali, coordinerà la visita delle società della regione. Sarà un momento di grande partecipazione e gioia da dividere con il Pontefice. Le società interessate potranno usufruire di pullman messi a disposizione dal Comitato Regionale del CSI che partiranno da ogni territorio della Regione. Per sopperire alle spese organizzative, è stato stabilito un contributo a persona di 25,00 euro che comprende anche la consegna di gadget a ciascun partecipante. Le prenotazioni, dei gruppi o dei singoli rande appuntamento per celebrare i 70 atleti, potranno essere effettuate attraverso anni del CSI (Centro Sportivo Italiano). un’area accessibile sul sito istituzionale www. Il Santo Padre, Papa Francesco, in Piazza csiabruzzo.it fino al raggiungimento dei posti di- San Pietro a Roma accoglierà il 7 Giugno pros- sponibili. Il CSI invita tutti gli sportivi a prendere simo tutte le società sportive affiliate e non, in parte all’evento del 7 Giugno per non mancare un incontro che si preannuncia evento sporti- all’appuntamento più importante dell’anno. n di 22 n.95 Ex consuetudini Calendari e agende in omaggio oggi sono diventate rarità Maurizio Di Biagio www.mauriziodibiagio.blogspot.com ten, scritta a penna, con Ancora tu di Lucio Battisti, Santana di Santana, Bufalo Bill di Francesco De Gregori, Fragile degli Yes, Desirè di Bob Dylan, Automobili di Lucio Dalla, e così via, in vinili larghi come pneumatici di un Suv di oggi rumorosi come un soffritto sul gas. Non avevi il tempo di distrarti un po’, di abbandonare l’agenda della tua banca preferita sul banco, che ti ritrovavi pagine pagine infarcite di ghirigori fallici di diverse forme e gamme: i cosiddetti virzilli, che spesso assumevano forme surreali, dal momento che per mimetizzarli si cercavano di correggerli dandogli altre forme, come si fa ora con i brutti tatuaggi. Smell it like it is era il motivo di allora che dalla Florida o dalla California andava per la maggiore. Nella pagina del 3 gennaio notoriamente giorno di festa appare la formazione della scuola, con Tarquini in porta e Francioni centravanti. Non ci può essere una crisi la settimana prossima, la mia agenda è già piena, scriveva Henry Kissinger. E a seguire il suo aforisma penso che di guerre almeno qui da noi non ce ne saranno più. Perché vi chiederete? Semplice, quei meravigliosi fogli color seppia da riempire con i grandi numeri e nomi di santi in alto sono spariti dalla circolazione, la crisi che doveva essere solo dei U derivati li ha spazzati via in un solo colpo. Poff. sorta di eletto dinanzi ai tuoi amici, colleghi, o abbozzo di mobbing, potreste trovare un che continuavano ad annotare qualcosa di dirigente, un colletto bianco, un impiegato, sbrigativo e falsamente importante in taccuini che magnanimamente vi possa porgere una e semplici quaderni. Erano foderate in tessuto busta bianca di carta in cui sono riposti agende, beige, con i fusi orari, le diverse unità di misu- agendine, calendari, penne e altre prelibatezze, re e le famose distanze chilometriche mai usa- relegate in qualche scaffale dell’ufficio con un te da nessuno se non per capire quanta strada post-it che reca la scritta solo in casi eccezio- avresti dovuto percorrere, non per essere nali e ai parenti del cda. Nella spending review chiamato man, come cantava a quei tempi di questi enti la voce regalie è stata definitiva- Bob Dylan, ma per raggiungere idealmente la mente cassata. Oggi le agende non te le regala Marisa conosciuta l’estate prima al mare o al più nessuno: chi le vuole se le deve andare campeggio. Nel 1979 il presidente di quella a comprare in cartoleria, pagandole cifre tutt’al- Cassa di risparmio della Provincia di Teramo, tro che simboliche: otto euro e cinquanta per Vi sfido a trovare una banca, un’assicurazione, n tempo le agende che regalavano le una comunità montana, un Bim, che a fine banche o le assicurazioni conservava- anno regali in maniera spropositata agende e no un che di speciale. Già solo perché calendari come un tempo. Nada. Nada de nada. le possedevi potevi ritenerti una Solo su pressioni reiterate, minacce vaghe una mini tascabile con pennina a supporto. quando le banche erano amiche del cittadino e non finanziavano amici dubbi che poi non ti ridavano i soldi, era Tanto che su internet stanno fiorendo siti che propongono calendari, Carino Gambacorta. ed anche agende, a 19,90 euro, incalzati da vicini da fotografi che E nell’ultima pagina, sulla copertina interna, resiste ancora al tempo appendono in modelli personalizzati con bambini e cani. quel lunedì con le ore segnate di biro rossa di Religione, Storia, Fran- “A me è successo con i calendari: quando svolgevo la mia attività, cese, Filosofia e Matematica. Ma nessuna ti poteva strizzare l’occhio potevo privilegiarmi di un calendario in ogni stanza, compreso il ba- come quella quinta ora di sabato, complice e liberatoria. Le mappe gno. E tutti regalati” ci racconta un professionista, entusiasta come stradali delle città italiane per la maggior parte strappate e ripiegate se stesse parlando di un’altra era dell’oro. Le agende, ad ogni buon nella tasca dei miei Jean’s West sono state a spasso per le strade conto, non servono tanto a ricordarti quel che devi fare piuttosto a dello stivale e per l’Europa: sono rimaste intonse quelle di Cagliari, tenerti compagnia. Almeno nella maggioranza dei casi. Palermo, Bari e Napoli, la Penisola lusitana e la Grecia. Ci infili foglie secche, bigliettini che non riprenderai mai più in mano, La rubrica di un ragazzo ha pochi indirizzi. In quel 1976 campeggia- formazioni di calcio, parole al vento, numeri di telefono che poi non va appena oltre la copertina il “remember when you were young, ricordi più di chi. Ma loro se ne sono accorti: agenzie di assicurazioni, you shine like the sun”, l’incipit generazionale dei Pink Floyd. Alla filiali di banche. terza facciata frizzi e lazzi di una molle mattinata di scuola assolata Tanto per cambiare hanno capito che era ora si spezzare i sogni respirata dentro le grandi vetrate: Per uscire dalla crisi abolire le quotidiani degli Italiani. Ciao mia cara agenda. strisce pedonali (aumentano gli investimenti) e subito dopo la top Mi mancherai. n di Massimo Di Giacomantonio Arco Consumatori informa Obblighi degli istituti di credito nei contratti a distanza gli istituti di credito, fornitori del servizio o del prodotto, sono tenuti ad osservare all’inizio e nello svolgimento del rapporto contrattuale con il consumatore. Secondo l’art 67 sexies del Codice del Consumo, l’istituto professionista deve informare il consumatore delle principali caratteristiche del servizio finanziario; del prezzo totale che il consumatore dovrà corrispondere al fornitore per il servizio finanziario, compresi tutti i relativi oneri, commissioni e spese e tutte le imposte versate tramite il fornitore o, se non e’ possibile indicare il prezzo esatto, la base di calcolo del prezzo, che consenta al consumatore di verificare quest’ultimo. Inoltre, l’istituto dovrà rendere un avviso indicante che il servizio finanziario è in rapporto con strumenti che implicano particolari rischi dovuti (trading on line) A [email protected] a loro specifiche caratteristiche o alle operazioni da effettuare, o il cui prezzo dipenda dalle fluttuazioni dei mercati finanziari su cui il fornitore non esercita alcuna influenza, e che i risultati ottenuti in passato non i sensi dell’art 50 del codice del consumo, per contratto a di- costituiscono elementi indicativi riguardo ai risultati futuri. stanza si intende un contratto, avente per oggetto beni o servizi, Ulteriori importanti e necessarie informazioni dovranno anche riguardare stipulato tra un professionista e un consumatore nell’ambito di l’indicazione dell’eventuale esistenza di altre imposte e costi non versati un sistema di vendita o di prestazione di servizi a distanza, orga- tramite il fornitore o non fatturati da quest’ultimo; il limite del perio- nizzato dal professionista che, per tale contratto, impiega esclusivamen- do durante il quale sono valide le informazioni fornite; le modalità di te una o più tecniche di comunicazione a distanza fino alla conclusione pagamento e di esecuzione, nonché le caratteristiche essenziali delle del contratto, compresa la conclusione del contratto stesso. condizioni di sicurezza delle operazioni di pagamento da effettuarsi Ebbene, la commercializzazione, la promozione e il collocamento via nell’ambito dei contratti a distanza; qualsiasi costo specifico aggiuntivo internet di servizi e prodotti finanziari da parte di istituti di credito costi- per il consumatore relativo all’utilizzazione della tecnica di comunicazio- tuiscono chiari esempi di contratti negoziati a distanza. ne a distanza, se addebitato; l’indicazione dell’esistenza di collegamenti Il codice del consumo individua una serie di obblighi di informazione che o connessioni con altri servizi. n L’oggetto del desiderio di tuttavia diveniva un vero e proprio gioiello in Carmine Goderecci di Oro e Argento oro e pietre preziose. Come oggetto devozionale esso era considerato un efficace amuleto contro il maligno, Il Rosario così in epoca rinascimentale veniva comunemente indossato. Il rosario era fra gli accessori caratteristici dell’abbigliamento della gentildonna del tardo Rinascimento. Come tale esso è documentato nei ritratti dal XV al XVII Tra Moda e Devozione I secolo, oltre a comparire spesso nelle opere a soggetto sacro sia in modo generico che come attributo specifico di San Domenico e di Santa Caterina da Siena. l rosario moderno è diviso in quindici grup- Espressione peculiare del culto della Vergine, È l’arte orafa italiana che riscopre, oggi, pi di dieci grani; ogni decade è preceduta il rosario raggiunse una popolarità indiscussa attraverso l’oro, l’argento e le gemme prezio- da un Paternoster e seguita da un Gloria. nel XV secolo e rappresenta simbolicamente se, questo splendido oggetto di devozione La sequenza delle preghiere si articola il giardino di mistiche rose alla Madonna e lo riporta alla ribalta, nelle vetrine delle intorno a tre diversi temi detti “Misteri “, riferito. migliori gioiellerie. Un rinnovato interesse all’ corrispondenti a una serie di eventi della vita Il rosario è simbolo dei pellegrini e come tale insegna del rispetto per il sacro e del buon di Cristo e della Vergine. era spesso realizzato in umili materiali, talora gusto inevitabilmente italiano. n 23 n.95 24 n.93 di In giro La Teramo che non conosciamo Sergio Scacchia paesaggioteramano.blogspot.it D al prossimo numero Sergio non ci delizierà più con i suoi scritti e con le sue straordinarie foto che da sole avrebbero potuto parlare dei luoghi che negli anni ha descritto con efficacia a noi ed ai nostri lettori. È una decisione che noi rispettiamo fino in fondo augurandogli, come lui ha fatto a noi una Buona Vita. Grazie Sergio!!! Un particolare ringraziamento dal profondo del cuore alla Redazione di Teramani per avermi ospitato nella rivista con articoli sul territorio. Un grazie ancora più grande ai miei lettori di questo lunghi anni. Dal 2014 ho deciso di saltare all’altra sponda: da scrittore a lettore. Concludo, dopo oltre 30 anni in cui ho esplorato ogni tipo di comunicazione, dalla Tv alla radio e infine ai giornali, riviste e libri, la mia attività di reporter. C’è un tempo per tutto e il mio tempo, ormai limitato data l’età che incombe, lo voglio dedicare allo studio e alla meditazione di Dio. Un viaggio attraverso paesaggi di muri scalcinati, di ombre, in una città che cambia, ingloba e distrugge luoghi e ricordi. Mi lascerò la finestra aperta del mio Blog per i momenti in cui la nostalgia sarà insopportabile. Buona vita a tutti. Sergio. Una Teramo ipogea, underground. Una Teramo invisibile, silenziosa. Un inusuale museo naturale sotto le viscere di una città vivente a imperitura testimonianza della sua nascita. Un’ipotesi affascinante, coinvolgente. Teramo città millenaria sospesa quasi per magia tra cielo e terra, che svela un aspetto che la renderebbe unica ed eccezionale: un dedalo di grotte nascosto nell’oscurità silenziosa del sottoterra del centro storico. Si tratterebbe di antiche vie, ripari dai bombardamenti in tempo di guerra, fiumi sotterranei, ghiacciaie, cripte, persino labirinti che nasconderebbero mitici tesori. Sotto la nostra città si celerebbe per alcuni, un mondo “parallelo”, non facile da visitare, ma affascinante e misterioso. Una vita sotterranea a pochi passi dalla superficie; un mondo fatto di dedali e anfratti celati per anni agli occhi dell’uomo moderno. D’altronde, alzi la mano chi è al corrente che sotto Milano corre una fitta rete di canali, coperti per fare spazio alla città “di sopra”? Messi tutti in fila, formerebbero un tunnel lungo almeno 200 km. Oppure che a Palermo c’è una rete di acquedotti costruiti con antichissime tecniche persiane? O ancora, che nel cuore di Napoli si trova il cimitero delle fontanelle, creato nelle cave del rione Sanità in seguito alle epidemie che colpirono la città a partire dal ’600? Infine sapete forse che esiste un dedalo sotterraneo nella vicina Atri, città d’arte teramana? Il tutto a rendere l’antica “Petrut” un capolavoro millenario sospeso quasi per magia tra cielo e terra. Forse è un sogno dilatato dal mio amore per la città di Teramo che Martiri, quando in quello slargo furono fatti affiorano i fantasmi della città romana e i lavori per la sistemazione della pavimenta- medioevale. zione. Il cunicolo non sarebbe l’unico nel cuore 25 Era il lontano 1984, l’anno prima della visita di Teramo. Un’altra galleria partirebbe dal in città di Karol Wojtyla che dedicò il suo santuario della Madonna delle Grazie. Il suo n.93 52 esimo viaggio apostolico alla nostra città. inizio si celerebbe sotto gli scavi del vecchio In quell’occasione si ebbe modo di osservare parcheggio tra gli alberi dove, da piccolo, chi l’angusto cunicolo che, partito dal Duomo, vi scrive giocava a pallone la domenica in circa a metà piazza si diramava: un ramo pro- interminabili sfide tra i quartieri Torre Bruciata seguiva verso i Portici di Fumo in direzione e Porta Madonna. Questo cunicolo addirittura Sant’Agostino mentre l’altro proseguiva collegherebbe la piazza con l’antica e affa- verso il Palazzo della Sanità di via Oberdan. scinante “fonte della Noce” di cui, racconti di S’ipotizzò che fossero vie di fuga, quando an- streghe e fattucchiere, ha permeato di misteri ticamente la città e i suoi abitanti dovevano le sue acque. guardarsi da agguerriti nemici. L’amico Lucio De Marcellis, entrando nei Alla luce della notizia della galleria rinvenuta meandri della storia, mi ricordò tempo fa che sotto il presbiterio, non sembrò azzardo cre- una sua parente raccontò di una grotta celata dere all’ipotesi che un succedersi di cunicoli, nella cantina di casa nei pressi del vecchio apparentemente senza fine, potessero, in stadio Comunale, dalla quale partiva una epoche lontane, unire più chiese attraverso galleria in direzione dell’anfiteatro di Teramo. scale, passaggi inattesi, stanze sovrapposte Il passaggio fu murato per evitare incidenti . sulle cui pareti, magari, si può leggere oggi, Credo che il tuffo nelle viscere di Teramo, vorrei più bella delle altre. in mille e mille piccole nicchie, la secolare tra piccoli tesori ipogei da scoprire, sarebbe Perché non sognare un dedalo di grotte na- avventura di una piccola città eterna. se possibile, un buon veicolo turistico. Basti scoste nelle oscurità di un tortuoso percorso Ricordo che il Melarangelo suggerì di rendere pensare all’underground di Orvieto, vero sotterraneo che corre parallelo al centro visibile la galleria mediante una finestra rica- catalizzatore di presenze in città. storico? Per molto tempo si è sussurrato vata nel sottopassaggio che esiste in piazza Se la Sovrintendenza squarciasse la sorta di dell’esistenza di una galleria che si diparte dal (dove attualmente insistono dei negozi). omertà culturale cui è tenuta, forse avremmo Duomo per arrivare fino al fiume. Sarebbero bastati un vetro e una discreta illu- un insolito spaccato della vita millenaria In effetti, un cunicolo fu rinvenuto, anni fa, minazione della prima parte della grotta per della capitale dei Pretuzi e degli usi di cavità durante i lavori di restauro della Cattedrale. far conoscere al mondo l’esistenza di questi sotterranee. Allora, personaggi illustri, come il prof. Sandro passaggi sotterranei. Un patrimonio di testimonianze riemergereb- Melarangelo, ebbero modo di visitare parte Echi misteriosi e affascinanti che raccontano bero in un intreccio tra sopra e sotto terra, tra della galleria che passerebbe sotto Piazza storie millenarie mentre, dalle umide ombre interno ed esterno. n di 26 n.95 Cinema I mille soli dell’avvenire Il bellissimo docu-fiction di Mati Diop Leonardo Persia [email protected] quasi autobiografico Snow Canon, 2011, bizzarra e semi-inespressa love story di frammenti pop tra lolita francese e baby-sitter americana, con inaspettato e perturbante bacio in bocca finale). La giovane autrice (31 anni) ha saputo assorbire pure la lezione irrequieta e ipnotica di Claire Denis, altra ambasciatrice di liasons miste e forme-cinema sontuose e spiazzanti, davanti alla cui macchina da presa ha esordito come attrice (35 rhums, 2008, dove era la figlia di Alex Descas). Dichiara di aver scoperto le radici africane non da parte del padre, troppo distratto dalla Francia, piuttosto dal cinema a strati plurimi e subtestuali dello zio genio, appena conosciuto da piccola. Mille Soleils, quindici anni dopo la morte di Mambéty, quaranta dopo Touki Bouki, è un ingegnoso, ruvido, poetico e sognante documentario finto, un’estensione più articolata del precedente Atlantiques (2009), che zoomava sull’ossessione di emigrare da parte dei senegalesi. Una S mania che lo zio considerava abbruttente, un’altra trappola schiavista. Se in tempi di i chiama Mille Soleils, come fosse una teofania esagerata invece globalizzazione, quel che un tornado atomico, ma il sole, unico, tramonta già prima dei desiderio attana- titoli dei testa. Sul mare azzurro, il canale oltre il quale altre terre, glia ormai ciascun un nuovo mondo, ammaliano come sirene. A Dakar, vedere quelle abitante del pianeta, acque risolutrici, scorte dal finestrino di un tassì in corsa, sa di carne, ognuno desideroso sangue e pianto, di desiderio e rabbia indomiti. Mati Diop omaggia lo di fuggire dal mondo, zio Djibril Diop Mambéty (1945-1998), il più grande cineasta senega- il mediometraggio lese (o forse africano), proseguendo il formidabile viaggio-trip del suo (45 minuti) della Diop Touki Bouki (1973), storia dolente e ridente, da jena, di un’emigrazione perlustra e rivive, a molteplici livelli di lettura, un sogno perduto (nei ’70) che oggi si rivela dappertutto ancor più disilluso. Colpisce che il concetto lacerante venga espresso senza alcuna rassegnazione. Ogni immagine trasuda furia e lucidità, mai soffocate dallo stupore di chi sembra filmare le cose per la prima volta. È un’opera che incanta e ipnotizza, senza comunque sedurre per sedurre. Apre con gli zebù di Touki Bouki, mentre attraversano il paesaggio urbano, come le pecore milanesi de L’ultimo pastore (2012) di Marco Bonfanti. La nostalgia di un mondo perduto è ricompresa all’interno di un contesto bigger than life. Lo attesta la musica di Dimitri Tiomkin, The Ballad of High Noon, la passione di Djibril, il cui sogno era un impossibile remake africano di Mezzogiorno di fuoco (1952). Presente qualcosa del western in tutti i suoi film, a cominciare dalle cavalcate baby di Badou Boy (1970) o della scena d’apertura di Touki Bouki, con il pastorello Mory sullo zebù. Animale divenuto, qualche fotogramma dopo, splendente a metà. La protagonista femminile, Anta, cioè Mareme Niang, una moto-appendice-cyborg, prefigurazione dei futuri innesti uomo/macchi- delle presenze femminili più conturbanti e anticipatrici della storia del na, di Vroom Vroom Vroom (1995) di Melvin van Peebles e, soprattutto, cinema, riusciva a prendere la nave che l’avrebbe portata in Francia, al delle proprie, successive eroine claudicanti e metal: la cyborg vendica- contrario del suo ragazzo Mory, Magaye Niang, che arretrava all’ultimo trice Ramatou di Hyènes e La petite vendeuse de soleil (1999). istante. Trattenuto dalla visione vuota del mu e quindi preso dal blues Mory, o Magaye Niang (abbattuta la distinzione fiction/realtà, si pre- mambetiano, cifra stilistica ricorrente. Immagine-disincanto distillata da suppone siano un unico personaggio), rimasto pastore, è invecchiato, un plot preparatorio di viaggi ulteriori, verso la morte simbolica, quando ingrigito, pur mantenendo il bel fisico asciutto di quando sognava di non addirittura morte vera: rito esemplificato in Hyènes (1992), anomalo scappare da Dakar per andare nella luccicante Paris Paris Paris evocata sequel di quel capolavoro. Da Dürrenmatt, musica del fratello Wasis da Josephine Baker. Subito gli è contrapposta una scena di macellazio- Diop, rockstar africana, il papà di Mati. ne, la stessa che, nel film del 1973, accedeva scura e violenta, opposta Che dedica il suo film alla madre francese, svelando l’intimità raccolta e alla luminosità bucolica delle prime immagini. Una specie di corri- métisse del lavoro, già delineatasi nei precedenti, fulminanti, corti, tutti spettivo estetico del taglio da circoncisione o infibulazione, più vicina basati su identità fluttuanti e miste, in between persino sessualmente (il a Fassbinder che non a Franju. Fa irrompere la brutalità dell’esistere, svelando lo status permanente di vittima a costanza, delle potenze del cielo. Abbiamo ra in Alaska. «Dove ci sono gli esquimesi?» cui gli esseri umani sono condannati. Il sogno, davanti l’uomo che ha rinunciato a partire, al chiede lui, consapevole della distanza. E in il cinema, la rivolta ne sono l’antidoto. Subito contrario di (quasi) tutti, confidando forse in pochi minuti di cinema astratto, stilizzato 27 dopo, alle immagini en plein air relative alla una lotta in loco purtroppo mancata. Adesso, e onirico, si sente, fortissima, tutta la dura preparazione della proiezione-evento di Touki terminato l’incontro col pubblico, è il blu del realtà dell’emigrazione forzata e di quella non n.95 Bouki quarant’anni dopo, tra check-out del mare, in un rigurgito di nostalgia e rimpianto, realizzata o andata a male. Spunta il mede- microfono, schermo da sistemare e pulitura a chiamarlo di nuovo, mentre gli amici lo simo, magico, touch ossimorico di Djibril, e delle sedie, segue un interno di casa Niang, trattengono dall’andare verso la spiaggia, anche la sua visionarietà, quando lui, da quel tutt’altro che da red carpet. La moglie stira canzonandolo crudelmente. «Djibril voleva buco nero, scorge la luce della mitica moto gli abiti a Mory e si preoccupa di farlo vestire che tu andassi a Hollywood, con John Wayne di Touki Bouki, cavalcata da un suo doppio decentemente. Gli rimprovera la trasanda- e gli altri». Gli ricordano che in wolof touki giovane, la testa avvolta dal turbante rosso. tezza («Credi di essere Johnny Halliday?»), lui significa viaggio e invece lui è «sur place». La camera avanza lentamente verso la luce, il si vede che non è una star, le chiede persino Anche la jena lo è, pronta a far vittime. Touki sogno, la fiction più vera del deserto del reale, i soldi per prendere il tassì. Su una parete di Bouki, ovvero Il viaggio della iena, era infatti sintetizzato da quel gestore scontroso che fa quel povero appartamento, la locandina del un film statico e mosso, barocco e minimale, cadere la linea e scaccia Mory, reo di essersi film che lo ha reso famoso la si vede affissa ottimista e pessimista insieme. «Touki Bouki trattenuto al telefono più di quanto consen- al rovescio, come riflessa da uno specchio. è la mia storia. Non volevo partire e non sono tisse il suo credito. Sono brevi pennellate Il sogno è capovolto. Stavolta Mory viaggia partito» si difende Mory. Tuttavia gli altri insi- di grande cinema, dove la Diop mostra un through the looking glass, oltre lo specchio stono: «Quando Anta della bruta realtà. parte, avresti dovuto Infatti anche fuori si respira un’aria caotica, seguirla». Contro la precaria e violenta, un mood in genere tenuto mestizia, esplodono a bada nel cinema senegalese, pungente ep- i fuochi d’artificio pur disteso. Il tassista, giovanissimo, ascolta per l’evento, gli il rap. Mory cerca di contrattare il prezzo e stessi che, in Hyènes, dentro l’auto avviene lo scontro generazio- rappresentavano il nale. «Abbassa il tuo hip-hop, mi fa male alle carnevale incosciente orecchie» implora l’anziano. Il ragazzo gli e occidentalizzato rinfaccia invece di non aver saputo cambiare d’Africa e che Mati il mondo. «Un sistema segue l’altro e nulla aveva ripreso nell’ex- cambia… Il vostro movimento era aria fritta!». pédition giapponese L’uomo si fa accompagnare a casa di amici, di Île artificielle per potersi sbronzare con loro in uno stanzo- (2009). A proposito di ne spoglio dove fanno il nido colorati uccelli vuoto zen. svolazzanti. Mati Diop innesta spunti lirici in Trasferito in un night tutto in stile europeo, talento ruggente. Da una scena come questa, contesti crudi, evitando il tono contemplativo. dove una donna sta facendo le pulizie, Mory impensabile nelle opere dello zio (dolci anche Ogni potenziale svolazzo viene ricondotto su- sembra un griot estirpato dal suo mondo, quando dure), viene fuori, con completezza bito a terra e non c’è momento neorealistico quando giustifica la propria sorte ad altre due maggiore che in tanti lungometraggi, l’inca- che non apra una porta all’oltre incantato. La donne. «Racconto la mia storia, il mio primo rognimento del Senegal, del mondo. Basta un scena di Mory ubriaco, per strada, con il traf- amore: Anta. Cosa andavo a fare in Francia? istante per capire che la iena ha vinto. fico che non nasconde la desolazione di una Lei è partita. Io son rimasto». Una delle ragaz- Gli occhi di Mory, in primo piano, incrociano città che cade a pezzi, si alterna agli sguardi ze trova triste la vicenda, l’altra, romantica. quelli del motociclista. Qualcosa di magico sta di giovani e bambini rapiti dallo schermo Chiedono perché abbia mai rinunciato a per accadere. Ed eccolo tra le nevi dell’Ala- dove, in tutta la sua magnificenza di colore, seguirla e se lei sia ancora in vita. L’immagine ska, a cercare Anta. La quale appare come suono e ritmo visivo, risplende Touki Bouki. del mare, ben più minaccioso che in Touki una dea. Nuda, distante, quasi incorporea. E Quando lui arriva, barcollante, dice orgoglioso Bouki, fa quasi straripare lo schermo. Un’eco la domanda che sorge dalle labbra («Perché ai bimbi «Quello sono io!» e loro ovviamente nostalgica proviene dalla voce di Mado Robin, non sei tornata a casa?») ha il tono mesto di reagiscono scettici: «Svegliati! Stai sognando. alle prese con la malinconica romanza di una preghiera inaudita. Terminato il sogno ad Non sei tu! ». Martini, Plaisir d’amour (1785), che scandiva occhi aperti, lo sguardo dell’uomo riempie di Conclusa la proiezione, dinanzi al pubblico, le tappe oscure dell’altro film, contrapposta nuovo lo schermo. Siamo tornati in Senegal, Wasis Diop inizia a commentare l’opera del all’allegria della canzonetta di Josephine la musica di High Noon ci accoglie di nuovo, fratello. Mory viene prelevato con la forza Baker. per congedarci. Lo spettatore avverte molta da qualcuno e portato sotto lo schermo. Mory trova il coraggio di chiamare Anta, den- tristezza, un oceano di frustrazione. Eppure il Gli spettatori ridono quando si parla della tro uno scuro bazar con servizio di telefonia gelo si è sciolto, siamo ancora inondati dalla bellezza (perduta) dell’attore. La luce blu del internazionale. La vecchia fidanzata non lo luce. Anche stavolta, come in Touki Bouki, videoproiettore lo inonda, facendo risaltare riconosce, chiede quasi seccata come abbia la fine riavvolge l’inizio. Per ripeterci che la ancor di più il volto invecchiato e stanco. avuto il suo numero telefonico. Adesso fa partita non è chiusa, né la Storia è terminata. Però il blu è anche il colore della fedeltà della l’agente di sicurezza in un’azienda petrolife- Quando un sole annega, altri 999 restano. n di 28 n.95 Antonio Parnanzone Calcio I giovani [email protected] e di prospettiva. Montecchia e Di Egidio si allenano regolarmente con la prima squadra. Altri giovani interessanti cominciano ad emergere dal gruppo, di per se già buono quanto a qualità. Nel complesso la rosa di cui dispongo si sta facendo rispettare per doti tecniche, tattiche e organizzative. Il paziente lavoro di formazione in alcuni casi è ormai in dirittura di arrivo apprezzato anche da mister Vivarini. Il tempo poi dirà se alcuni o C tanti dei nostri giovani saranno in grado di ben figurare nella nostra prima svolta. Tuttavia riveste grande importanza la qualità di giuoco espressa è stato scelto dalla Società per curare la tecnica di base, individuale squadra o in quelle di categorie superiori.” on il nuovo anno la squadra Berretti del Teramo Calcio riparte dalla vetta della classifica in coabitazione con l’Ascoli . Una prima parte di campionato da incorniciare, almeno per quanto riguarda i risultati. Nel settore giovanile il conto dei punti non è tutto visto che subentrano altri elementi nella valutazione complessiva dell’attività in campo e le finalizzazioni spesso anche di ottimo pregio. Vittorio Calabrese, nel recente passato tecnico del San Nicolò Calcio in serie D, guida la giovane pattuglia biancorossa. Dai calciatori maturi a quelli alle prime armi, è un salto che richiede una buona dose di esperienza e di adattamento, perché non è la stessa cosa gestire uomini nella piena maturità psicofisica e calcistica rispetto ad altri che devono ancora entrare nel vivo dello sport agonistico. Allena la seconda squadra del Teramo dalla passata stagione e parla volentieri della esperienza maturata in questo lasso di tempo. “Stiamo andando molto bene” esordisce Vittorio Calabrese “con i giovani classe 96 al cospetto di altre squadre, Ascoli compresa, che impiegano Il lavoro di un tecnico apicale necessita di altre figure collaborative, spesso preziose per il lavoro di rifinitura, di base e di formazione specifica di indirizzo verso un preciso ruolo. Da stimato e fidato giocatore del San Nicolò quando Vittorio Calabrese guidava dalla panchina la formazione biancazzurra, Marco Villa ora collabora con il suo ex mister. “Marco Villa e di reparto. Un lavoro specifico diretto al singolo” continua il tecnico “che durante gli allenamenti non possono fare in prima persona per ovvi motivi. Figura importante e specifica voluta dalla Società, anche su mia indicazione, per migliorare le qualità individuali. Oltre alla Berretti, segue anche la squadra Allievi Nazionali. Cito anche un altro prezioso collaboratore Carlo Orsini, preparatore dei portieri. Il lavoro non si esaurisce nell’insegnamento di elementi tecnici. Serve anche una preparazione psicologica nell’insegnare alle giovani leve modestia, perseveranza e rispetto verso gli altri facendo capire loro che è la strada giusta per arrivare a centrare obiettivi importanti“. La Federazione e la stessa Lega Pro incentivano l’impiego di giovani con contributi economici ed altre forme di promozione. Da ciò ne consegue Vittorio Calabrese prevalentemente giovani del 95,oltre ai cosiddetti fuori quota del 94. Essere più giovani significa concedere alle altre squadre una maggiore prestanza una politica di prospettiva ben delineata verso i giovani come risorsa da valorizzare. Non a caso le norme federali concedono facoltà alle due serie maggiori “A e B” di elargire contributi alle Società della Lega Pro (serie C) in conto valorizzazione di giovani promettenti che le stesse reputano valga al pena. In virtù di tale specifico indirizzo, anche il Teramo Calcio ha giustamente ritenuto di perseguire la politica giovanile. Ne è dimostrazione al stretta collaborazione tra i due tecnici maggiori, Viavrini e Calabrese, nel lavoro di program- fisica che in questa cate- mazione e di verifica goria può fare anche la dif- costante sul campo. ferenza. Per controbilanciare l’handicap mettiamo in campo più qualità “Con la prima squadra tecniche e maggiore organizzazione che ci permettono di riequilibrare le c’è un rapporto costante sorti degli incontri e anche di ottenere qualcosa in più che va sicuramen- e vivo” conclude Vittorio te ad influire nell’economia delle prestazioni complessive”. Calabrese ”settimanal- Il tecnico biancorosso entra nel vivo della conversazione parlando degli mente la squadra Berretti obiettivi che la Società persegue nel delicato e importante settore e quella Allievi Nazionali giovanile. “Nel gruppo che sto guidando ci sono alcuni elementi di valore si reca allo stadio comunale di Piano d’Accio per una partitella amichevole in famiglia. Ciò permette di verificare se ci sono o si intravedono elementi idonei da seguire per un eventuale inserimento futuro nell’organico della prima squadra. Il rapporto con Vivarini è continuo e molto collaborativo. Da tecnico di squadra giovanile pongo più attenzione alla prestazione, mentre da quello di prima squadra dove sono stato (Eccellenza e serie D) il risultato aveva la priorità”. Un settore giovanile ben avviato qualche anno or sono, non poteva non avere un risultato così brillante. Alcuni giovani cresciuti nel vivaio, infatti, già sono nel giro della prima squadra e probabilmente non c’è da attendere tanto per vederli sul sintetico del nuovo stadio di Piano d’Accio a difendere i colori biancorossi. n di Mimmo Attanasii Satira che scopo viviamo, se non per essere presi in giro dal nostro prossimo e divertirci a nostra volta alle sue spalle?”. Un piccolo aiuto per indovinare l’autore della citazione: una considerazione inconsueta del modo di vivere manifestata da Mr. Bennet nei confronti della figlia Elizabeth. Il premio per chi dovesse imbroccare la giusta risposta sarà una splendida copia a pagamento del periodico gratuito “Teramani”. Una esclusiva imperdibile. Da fare girare la testa. Volteggiare, saltellare sulle note del Waltz No.10 in B minor, Op.69 No.2 di Chopin, un’opera unica che risulterà sopportabile per la sua fuggevolezza anche agli estimatori dell’indimenticabile filastrocca naïf di “Rosina dammela”. Ma com’è possibile ascoltare musica danzandoci appresso durante la lettura di un articoletto di costume scritto su carta? Apriamo le danze, con passi rapidi in un’ininterrotta giravolta. Tra un cestino dei rifiuti divelto da poco che pare ancora di vederlo al suo posto e il manico rosso del carrello di un supermercato che affiora da uno stagno prossimo a palude. L’abbaglio onirico della Fonte della noce riporta alla memoria l’apparizione sull’altalena dello Sceicco bianco di Fellini. Una polemica dalla teramanità scontata, per una struttura realizzata per la comunità e con denaro pubblico. “Il Arte di Floriana Ferrari Il sogno di Marina Abramovic M 29 n.95 Lezioni di pianto “A [email protected] parco fluviale”. Tenuto male e incustodito perché, al solito, i fondi per gestirlo a disposizione dell’amministrazione pubblica non sarebbero sufficienti. Questo l’errore di chi fa il passo più lungo della gamba. Compri la Mercedes e poi non hai i soldi per mantenerla. Non era meglio una Panda? Già detto e scritto su queste pagine sette anni fa, sul numero 29 nel novembre del 2006. Dietro le tue spalle, lettore, se ne sono accorti solo oggi. Smettila di pestarmi i piedi e fatti trasportare. Butta la testa all’indietro e scuoti i capelli. Sotto il gigantesco mosaico di Ferdinando Savini, una banca. Se le tessere del puzzle di Corso San Giorgio perdessero la loro compattezza cadrebbero giù tra capo e collo sugli sprovveduti come foglie secche dagli illusori colori autunnali. D’altronde, a Teramo, non si smuove foglia che l’avvocato non voglia. Anche questo, tutto già scritto sul numero 31 nel mese di gennaio del 2007 e tu, lettore, ti stupisci delle vicissitudini non proprio confortanti che un istituto bancario sta, di questi tempi magri, attraversando con tuo periglio. Nel valzer, il casqué non è previsto. In sottofondo, facciamo finta che arrivi l’eco struggente di Carlos Gardel. Ahi, che dolor! La caviglia. Per evitare la vista insopportabile di ciò che affiora dal manto stradale di Piazza Garibaldi, imboccheremo il sottopassaggio dalla parte degli scivoli: la mia Ginger Rogers sulla sedia a rotelle per la slogatura e io, Fred Astaire, che non so più come condurre il ballo visto che gli accessi liberi ai pedoni sono soltanto quelli con gli scalini. La mia dama, sulla scena faceva tutto quello che facevo io e per di più lo faceva all’indietro e sui tacchi alti. Adesso, la debbo portare in braccio come una gigantesca bambola con il volto arrossato nascosto fra il collo e la mia spalla. Nel trambusto del pianto di una donna umiliata dall’incapacità di chi non sa che se hai quattro buchi, due diversi dagli altri, non basta tapparli uno sì uno no per per evitare un disagio, stacco qui la musica e me la vado a sentire per conto mio. Per la Villa Comunale, non resta che fare un altro giro di valzer. Quello della piazza. n gnetismo. Nata a Bel- Present”, realizzata nel 2010 al MOMA di New grado il 30 novembre York, ha sperimentato il coinvolgimento del 1946, vive da tempo a pubblico in un’esperienza fisica ed emotiva. New York sua città di Nella sua ultima opera ideata per il PAC di adozione. Nelle sue Milano “The Abramović Method” ha riassunto attività performative la sua storia artistica , saldando l’arte alla ha voluto esplorare vita stessa. Una performance vicina alla me- le relazioni tra artista ditazione e all’ascolto del corpo, tendente al e pubblico, i limiti del raggiungimento del benessere psicofisico. corpo e le potenzialità Il sogno di Marina è creare sulle rive della mente, inoltrandosi in un terreno estre- dell’Hudson, nello Stato di New York il mo superato grazie all’intervento del pubblico, “Marina Abramović Institute”, un’accademia parte integrante della performance. Premiata “bottega d’arte” per artisti contemporanei con il Leone d’oro alla Biennale di Venezia del arina Abramović è un’artista di spicco dove condividere i segreti del suo “Abramović 1997, nelle sue ultime installazioni interattive Method”. Un metodo in cui la performance nell’ambito della performance art, una ha voluto percepire il suo corpo in rapporto diventi un intreccio tra le arti e un’accademia donna dotata di grande fascino e ma- al pubblico. Nella performance “The Artist is filosofica. n 30 n.95 Sport Pallamano Maschile e femminile dalla Redazione [email protected] squadra che ora rischia anche l’accesso ai play off. Una particolare attenzione merita la Artrò – Globo – Allianz Nuova Handball Femminile Teramo che non passa giornata che non ne dica e faccia una di nuovo. Nel periodo Natale-Epifania nei pacchi dono della Società teramana che tanto ci aveva fatto sperare, soprattutto dopo l’acquisizione L di tre sponsor di grosso calibro, ci ha recapitato la novità dell’allontanamento del tecnico Franco Chionchio le a pallamano teramana non attraversa certo un buon momento. E cui motivazioni restano misteriose e le modalità quanto meno curiose. questo stato di cose è testimoniato da quanto sta avvenendo da Infatti si parlava di dimissioni dell’allenatore poi rientrate nel corso di un qualche tempo a questa parte. La maschile, dopo aver condotto successivo incontro con la dirigenza. Sembra invece che, stante Franco un buon girone di andata dove ha toccato la vetta della classifica Chionchio all’estero con la Nazionale Maschile, lo stesso abbia ricevuto del suo girone e guadagnato con merito e largo anticipo le finali di Coppa un Sms in cui gli si comunicava che le sue dimissioni (rientrate come Italia che si svolgeranno a fine mese a Martinafranca, dove nel primo detto sopra) erano state accettate. Conoscendo perfettamente Franco turno eliminatorio sarà opposta al Fasano, una delle favorite nel torneo, Chionchio, non abbiamo motivo alcuno di dubitare delle sue affermazio- si vede costretta a rivedere i propri obiettivi. La situazione economica ni, mentre altre fonti ci riferiscono che all’interno della società si agisca generale ha pesato anche sulla Teknoelettronica che è stata costretta a in maniera confusa. Questo, per esperienze maturate nel passato, ci ridurre l’organico della squadra, rescindendo il contratto con i giocatori consentono di affermare che tali comportamenti non favoriscono certo Pagano e Lodato accasatisi rispettivamente a Fasano e Palermo. Certo è il buon andamento societario e della squadra anzi, non dando la neces- che le assenze dei due giocatori si ripercuoteranno sull’andamento della saria tranquillità, la danneggiano irreparabilmente. n È arrivata la tua nuova vicina di casa. Risparmia subito il 10% sulla bolletta del gas metano. JULIA SERVIZI PIÙ gestione vendita gas metano Il risparmio sul gas metano. 64021 Giulianova (Te) c.so Garibaldi, 65 64100 Teramo (Te) via Vincenzo Irelli, 31 - c/o Obiettivo Casa Tel: 085 8001111 - 085 8007651 Fax: 085 8025783 [email protected] - www.juliaservizi.it
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