MERCOLEDÌ 2 LUGLIO 2014 ANNO 139 - N. 155 Milano, Via Solferino 28 - Tel. 02 62821 Roma, Piazza Venezia 5 - Tel. 06 688281 Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano Mondiale L’Argentina passa ma con il brivido Scarpette Rosse Olimpia Milano la signora del basket Con il Corriere Geronimo Stilton «Viaggio nel tempo» Servizi e commenti alle pagine 38-42 Il libro oggi a 7,90 euro più il prezzo del quotidiano Il primo libro a 6,90 euro più il prezzo del quotidiano LA CONSULTAZIONE SULLA GIUSTIZIA Al Parlamento europeo rieletto Schulz. Provocazione di Farage, volta le spalle all’inno BUONE DOMANDE CATTIVI PENSIERI Immunità per i nuovi senatori iceva Craxi: quando non è possibile risolvere un problema, si nomina una bella commissione. Oggi invece s’indice una consultazione. È più trendy, e almeno in apparenza trasforma ogni elettore in un legislatore. Sarà per questo che gli ultimi tre governi ne hanno profittato a mani basse. Con la consultazione di Monti, nel 2012, sul valore legale della laurea (ne parliamo a pagina 3). Con quella battezzata nel 2013 da Letta su «Destinazione Italia», per attrarre investimenti dall’estero. O dal suo ministro Quagliariello sulle riforme costituzionali (131 mila risposte online). Infine con le consultazioni promosse da Renzi sul Terzo settore (che ha incassato meno di 800 email), nonché sulla riforma della pubblica amministrazione. Adesso tocca alla giustizia: 12 punti sottoposti al verdetto telematico, che spaziano dal divorzio breve al processo lungo, dalla carriera dei giudici a quella dei cancellieri, e via via intercettazioni, prescrizioni, informatizzazioni, buone intenzioni. E allora, dove sta il problema? Non nel metodo, ci mancherebbe: è sempre cosa santa e giusta testare gli umori del popolo votante. Dopotutto, in Francia la legge Barnier del 1995 stimola il giudizio dei cittadini sulle grandi opere pubbliche, e così succede in varie altre contrade, su varie altre materie. In Italia però non c’è nessuna legge che regoli queste forme di consultazione, sicché ciascun governo fa un po’ come gli pare. E questo sì, è un guaio. Specie se c’è di mezzo la giustizia, che è forse la più grave emergenza nazionale. Da qui un problema di merito sul metodo, mettiamola così. Perché in primo luogo, se ci chiedete un’opinione, dovete poi tenerne conto. Per esempio: a Bologna, nel maggio 2013, si è celebrato un referendum consultivo sui fondi alle scuole private. Hanno vinto i no, ma il Consiglio comunale ha detto sì. Ovvio che poi ti senti buggerato. Ma in secondo luogo un’opinione pesa quando è libera, ed è libera quando ha di fronte alternative chiare, specifiche, puntuali. Meglio ancora se poste in successione progressiva, come hanno fatto i grillini con il loro progetto di legge elettorale. Lì, semmai, il limite era nel limite d’accesso, consentito a pochi congiurati. Le domande, quindi. In ogni referendum (elettronico o cartaceo) contano più delle risposte, come osservò a suo tempo Bobbio. Perché le orientano, e spesso le prefigurano. Ma in questo caso, quali domande ci domanda il domandante? Per esempio, se intendiamo premiare i meriti nel cursus honorum dei magistrati. Certo che sì, ma come? Silenzio tombale: più che una domanda, è un quiz. Oppure se siamo o no d’accordo sulla riforma delle intercettazioni; tuttavia l’esecutivo confessa di non avere alcuna idea circa il da farsi. Ancora: le correnti giudiziarie, chi le compra? Probabilmente nessuno; ma il problema, di nuovo, è come venderle, come liberare il Csm dalle loro unghie rapaci. E la separazione delle carriere? Qui manca del tutto il quesito, magari per un eccesso di discrezione, di bon ton. Diceva Oscar Wilde che le domande non sono mai indiscrete; però lo sono, talvolta, le risposte. Ecco perciò la nostra domanda: qual è la linea del governo in materia di giustizia? Perché il silenzio, si sa, alimenta i cattivi pensieri. Come il sospetto d’una trattativa sottobanco con l’Anm; e sarebbe imbarazzante la concertazione con il sindacato giudiziario, dopo averla bandita con gli altri sindacati sul lavoro. Ma si fa presto a sbarazzarsi dei sospetti. Basta che la prima consultazione il governo la faccia con se stesso. [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Sì di Pd, Forza Italia e Lega. Riforme, Renzi sfida i Cinque Stelle Immunità mantenuta. I 100 membri del nuovo Senato nascente, non eletti e scelti tra consiglieri regionali e sindaci, avranno le medesime guarentigie dei colleghi deputati. Il sì in Commissione è arrivato da Pd, FI, Lega, Scelta Civica, Gal e Ncd. No di Sel e M5S. Sì del governo, che ha cambiato idea. Giannelli Il Guardasigilli: sono moderato ma non doroteo DA PAGINA 2 A PAGINA 5 Grillo: i fondi Ue? Vanno alla mafia di MONICA GUERZONI A PAGINA 2 Le consultazioni via Internet tra fiaschi e lobby di LUIGI OFFEDDU B eppe Grillo arriva a Strasburgo all’inaugurazione dell’Europarlamento e subito mette in guardia la Ue dal proprio Paese: «Sono venuto qui per dire: non date mai più finanziamenti all’Italia: vanno alla mafia e alla camorra». Sui servizi sociali Ultimo avviso dei magistrati E Berlusconi ora si scusa di LUIGI FERRARELLA In primo piano di LORENZO SALVIA A PAGINA 3 B erlusconi convocato dal giudice di sorveglianza del Tribunale di Milano per aver parlato di «magistratura incontrollata, incontrollabile, irresponsabile e che ha l’impunità piena» a Napoli mentre era testimone al processo Lavitola. Il che, essendo Berlusconi un condannato definitivo per frode fiscale ammesso a scontare in misura alternativa al carcere la pena di un anno, significa che d’ora in avanti l’ex premier dovrà stare attento a non farsi revocare il beneficio dei servizi sociali e rinchiudere in detenzione domiciliare. A PAGINA 4 A PAGINA 6 Israele, i funerali dei tre ragazzi L’accusa: voleva ingannare chi indagava su di lui L’arresto di Sarkozy «Patto con un giudice per rubare segreti» di STEFANO MONTEFIORI A AFP / JACK GUEZ D 9 771120 498008 Servizio Clienti - Tel 02 63797510 mail: [email protected] Fondato nel 1876 di MICHELE AINIS 40 7 0 2> In Italia EURO 1,40 www.corriere.it italia: 51575551575557 Le lacrime e i missili: M prenderemo i killer igliaia di persone commosse hanno accompagnato alle case dei genitori i tre ragazzi israeliani uccisi, della cui morte Israele accusa Hamas. Il premier Netanyahu annuncia che darà la caccia ai responsabili: «Non molleremo finché saremo arrivati all’ultimo di loro». Un’operazione militare su larga scala è per ora rinviata. di DAVIDE FRATTINI ALLE PAGINE 10 E 11 gli interventi di Pierluigi Battista e Benny Morris Caso Parioli Dovrà versare i danni. Ma i pm rifiutino il patteggiamento dei clienti Ragazzina sfruttata, la madre pagherà La sentenza Esselunga, Caprotti vince la causa contro i figli di SERGIO BOCCONI A PAGINA 27 di FIORENZA SARZANINI C aso Parioli, la madre pagherà. Era accusata di aver sfruttato la figlia minorenne agevolando l’attività di prostituta. Oltre alla condanna a sei anni, che rispecchia le richieste formulate dai pubblici ministeri, sarà privata della potestà genitoriale e dovrà risarcire i danni alla giovane. Ora i giudici rifiutino il patteggiamento dei clienti. ALLE PAGINE 14 E 15 con gli articoli di Fulvio Fiano La strage di Lampedusa La ferocia degli scafisti: i migranti morti? Colpa loro di GIOVANNI BIANCONI «T u non potevi fare nulla, hai fatto quello che andava fatto. Questo è il loro destino, perché già erano arrivati. La colpa è loro perché sono voluti partire in tanti». Per gli scafisti la strage di Lampedusa, 366 morti che il 3 ottobre scorso non riuscirono a toccare terra, fu ALLE PAGINE 16 E 17 Cavallaro solo un brutto incidente. lle 7.55 di ieri mattina per la prima volta nella storia francese un ex presidente della Repubblica è stato posto in stato di fermo. Nella sede della polizia giudiziaria di Nanterre era Nicolas Sarkozy, 59 anni, l’ex inquilino dell’Eliseo perquisito, privato del telefonino e interrogato davanti al suo avvocato. Sarkozy è sospettato di avere usato il suo potere per corrompere un giudice tramite il suo avvocato, al fine di ricevere informazioni riservate sulla sua situazione processuale nell’affare Bettencourt. Rischia 10 anni di carcere e dieci di interdizione dai pubblici uffici. ALLE PAGINE 8 E 9 Errori irrimediabili CANCELLATO IL SOGNO DELLA RIVINCITA di MASSIMO NAVA L a vicenda culminata con l’arresto di Sarkozy è un colpo pesantissimo alle sue ambizioni. Da tempo, l’ex presidente sognava la riconquista dell’Eliseo e sembrava l’unica personalità della destra francese in grado di riorganizzare un partito allo sbando e restituire ai francesi un progetto moderato e liberale. A PAGINA 33 2 Primo Piano Mercoledì 2 Luglio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Riforme Le scelte Immunità ai senatori Pd, Forza Italia e Lega votano compatti Avranno la stessa tutela dei deputati ROMA — «Le consultazioni ci saranno quando avremo davanti quel testo che ancora non c’è. Ma non c’è dubbio che le linee guida presentate da Matteo Renzi e Andrea Orlando contengano degli spunti condivisibili». Maurizio Carbone, segretario dell’Associazione Nazionale Magistrati, centellina le parole. Ma basta l’approccio per capire che il confronto tra magistrati ed esecutivo sulla riforma della giustizia dovrebbe avere le carte in regola per partire nel migliore dei modi. «Dal falso in bilancio all’autoriciclaggio, passando persino dal fatto che le intercettazioni siano ancora definite dal governo come quel prezioso strumento di indagine che sono. In molte di quelle linee guida ci sono delle istanze che sono anche nostre», sottolinea il segretario dell’Anm. Che ricorda anche come il dialogo sulla riforma — che vedrà la luce entro due mesi — potrebbe chiudere «quella fase dei rapporti tra politica e magistratura che negli ultimi vent’anni non ha fatto bene a nessuno». © RIPRODUZIONE RISERVATA Pd Sc Aut Pi Ncd FI Gal 9 1 1 1 3 4 1 Anna Finocchiaro Roberto Cociancich Stefano Collina Maurizio Migliavacca Miguel Gotor Doris Lo Moro Giorgio Pagliari Francesco Russo Luigi Zanda schi, quello del Senato con i 108 sindaci dei capoluoghi, l’immunità era sparita. Cancellata per i senatori e mantenuta per i deputati. Poi è cambiato qualcosa, forse le pressioni di Ncd e Forza Italia hanno avuto un ruolo determinante, e così il ministro Maria Elena Boschi (Riforme) ha dato parere favorevole all’emendamento dei relatori Anna Finocchiaro e Roberto Calderoli che, sopprimendo l’articolo 6 del testo governativo, di fatto ha ripristinato nella sua pienezza l’articolo 68 anche per i senatori. Il ministro ha motivato il cambio di rotta con la presa d’atto del dibattito sviluppatosi tra i costituzionalisti e in commissione, alla luce delle funzioni Alessandro Maran Francesco Palermo Lucio Romano Andrea Augello Gaetano Quagliariello Salvatore Torrisi La Commissione Affari Costituzionali è l’organo del Senato che sta discutendo il ddl del governo sulle riforme costituzionali 1 1 ASTENUTO 6 I LAVORI DELL’ASSEMBLEA COSTITUENTE L'immunità per i parlamentari è riconosciuta dall'articolo 68 della Costituzione secondo il quale «i membri del Parlamento non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell'esercizio delle loro funzioni». Lo scudo per i parlamentari, approvato nel 1947, fu voluto dall’Assemblea costituente a tutela della libertà degli eletti dopo gli anni della dittatura. L’articolo originario della Costituzione prevede garanzie molto estese. I parlamentari non potevano essere nemmeno sottoposti a indagine senza un voto della camera di appartenenza, la cosiddetta «autorizzazione a procedere», necessaria anche in caso di condanna definitiva Il ministro e i relatori in commissione La rappresentante del governo e i relatori in Senato del disegno di legge sulle riforme al tavolo della commissione Affari costituzionali, che anche ieri si è riunita per esaminare gli emendamenti al testo che modifica il bicameralismo e il Titolo V della Costituzione ( sul federalismo). Il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi è seduta accanto a Roberto Calderoli (Lega Nord) e Anna Finocchiaro (Partito democratico). I tre si sono incontrati anche prima della commissione per concordare i pareri sugli emendamenti (foto Blow Up) più pesanti di cui è stato investito il Senato con il testo dei relatori: «Si è formata una maggioranza molto ampia, anche Forza Italia e Lega hanno votato a favore». Bisognerà però vedere cosa succederà in aula. La minoranza del Pd guidata da Vannino Chiti, estromessa dalla commissione dopo la sostituzione di Corradino Mineo, ha annunciato che in aula ripresenterà gli emenda- Orlando: io doroteo? Con Renzi nessuna frizione Il Guardasigilli e le battute del premier: sono moderato, non certo immobilista ne dell’Orlando doroteo». Il ministro ha sorriso, senza lasciar trapelare la sua reazione per l’accostamento indiretto a vecchie «glorie» della Prima Repubblica: ai vari Rumor, Colombo, Piccoli, Gava e gli altri democristiani che, nell’anno domini 1959, fondarono la corrente moderata della già moderatissima Balena Bianca. «Se doroteismo è sinonimo di immobilismo, ovviamente non mi riconosco in questa espressione» argomenta con pazienza il Guardasigilli, bene attento a non alimentare retropensieri e strumentalizzazioni: «Se invece doroteo è sinonimo di moderazione, confesso che i temi e la fase in alcuni momenti la consigliano. Tra l’altro si tratta di una virtù che ho sviluppato con l’età... È il momento di fare riforme significative e la mediazione fine a se stessa non è quello che serve». Nel Pd c’è chi ha letto nella battuta del premier una punta (o più) di fastidio per l’atteggiamento assai prudente dell’inquilino di via Arenula verso la magistratura. Eppure lui assicura che no, la sintonia con Matteo è intensa e la ri- FI Augusto Minzolini L’articolo 68 dal 1947 a oggi Il colloquio Il ministro: sono sideralmente lontano dalla cultura della corrente dc. Anche Palazzo Chigi smentisce attriti ROMA — «Doroteo io? Dal punto di vista culturale mi sento sideralmente lontano...». Andrea Orlando non si è offeso per quell’aggettivo che il premier gli ha cucito addosso e che sa tanto di naftalina. Non ci ha visto, giura, «alcuna nota polemica». E approfitta del piccolo caso sollevato dalle punzecchiature di Matteo Renzi per smentire attriti con il capo del governo e spiegare il suo metodo di lavoro: «Non sono un teorico del conflitto a prescindere. Ho cercato l’interlocuzione con tutti, andando dai magistrati e dagli avvocati... Sono convinto che il gradualismo sia una componente importante del riformismo e che, se hai idee forti, non devi sottrarti al confronto». Chissà se la pensa così anche il presidente del Consiglio, il quale lunedì, durante la conferenza stampa a Palazzo Chigi, sembrava aver preso di mira il suo Guardasigilli. «Questa è la rivoluzione orlandiana — ha esordito Renzi davanti ai giornalisti —. È la via dell’Orlando, non furioso ma pacifico, con il suo stile quasi doroteo... La rivoluzio- 2 Roberto Calderoli Patrizia Bisinella Giovanni Mauro Pierantonio Zanettin Anna Maria Bernini Bruno Donato Paolo Romani 22 2 LI VO Lega TRARI CON Nuove regole su processi e toghe L’Anm apre: spunti condivisibili ROMA — L’immunità parlamentare resta piena anche per i nuovi senatori — consiglieri regionali e sindaci — che non saranno più eletti direttamente dai cittadini. I 100 nuovi inquilini di Palazzo Madama (5 di nomina presidenziale) avranno le stesse guarentigie che proteggono i parlamentari della Repubblica, ora tutti eletti a suffragio universale, dalle possibili invasioni di campo della magistratura. Dopo l’abolizione dell’autorizzazione a procedere nel ‘93, l’articolo 68 della Costituzione continuerà dunque a produrre effetti su tutti i membri del Parlamento: con l’insindacabilità delle opinioni espresse e dei voti dati nell’esercizio delle loro funzioni e con l’autorizzazione della Camera di appartenenza per le richieste di arresto, perquisizione e intercettazione avanzate dal giudice. A favore del mantenimento dell’immunità anche per i sindaci e i consiglieri regionali destinati a Palazzo Madama hanno votato in commissione il Pd, Forza Italia, la Lega, Scelta civica, Grandi autonomie e libertà e Ncd. Voto contrario di Sel, del M5S e dei grillini fuoriusciti mentre il forzista Augusto Minzolini non ha ubbidito al suo partito e si è dissociato, astenendosi, con una motivazione ineccepibile: «Ma come? Abbiamo votato l’immunità prima di sapere se il nuovo Senato sarà elettivo o no». La maggioranza trasversale per l’immunità è stata schiacciante e di fatto ha sbloccato uno dei nodi della riforma del Senato e del Titolo V della Costituzione (federalismo) che, a questo punto, dovrebbe arrivare in aula al Senato il 9 o il 10 luglio, «ove concluso l’iter in commissione», per la prima delle quattro letture previste dall’articolo 138 della Carta. Il governo sul punto ha cambiato idea. Dal testo originario Renzi-Bo- Gal Autonomie FA VO RE I magistrati Il voto in Commissione sullo «scudo» Guardasigilli Andrea Orlando, 45 anni ❜❜ Niente rivoluzioni Ero nella destra pci, non un rivoluzionario. Però Matteo ha ragione, alcune scosse servono forma è nata da una pedalata in tandem. «Da ragazzino — racconta Orlando — ero nella destra del Pci, quindi non sono mai stato un rivoluzionario. Però sono d’accordo con Renzi sul fatto che questo Paese abbia bisogno di alcune scosse». Tra i renziani qualcuno dubita che Orlando abbia l’aggressività necessaria per assestare alle toghe la scossa promessa da Renzi, eppure il Guardasigilli sente di godere della piena stima del leader. Incomprensioni? Tensioni con il premier? «Nulla di tutto questo, stiamo lavorando assieme proficuamente». Palazzo Chigi conferma. Niente attriti con Orlando, né di merito né di metodo. E se il Guardasigilli si è prodotto in qualche «sforzo di mediazione in più», è stato solo per un «rispettoso gioco delle parti». La battuta sulle correnti «ininfluenti» del Pd? Non era, a sentire lo staff di Orlando, diretta verso i «Giovani turchi» di cui il ministro è un elemento di punta. Tanto che Orlando, per nulla preoccupato, si diverte ad accostare i turchi dem ai dorotei diccì: «Noi, come loro, non abbiamo un leader unico, ma gruppi dirigenti collegiali». E una goccia d’acqua sul fuoco la getta anche Matteo Orfini, turco anch’egli e presidente del Pd: «Andrea doroteo? Io dico La parola Doroteo ‘‘ La corrente «dorotea» fu una delle più rilevanti all’interno della Democrazia Cristiana. Raggruppava l’area più moderata del partito, convintamente anticomunista, vicina alle gerarchie ecclesiastiche e al mondo industriale. I dorotei si costituirono ufficialmente in corrente nel 1959, prendendo il nome dal convento di Santa Dorotea dove alcuni leader di Iniziativa Democratica (la primissima corrente Dc) si riunirono per sfiduciare l’allora segretario Amintore Fanfani. Nelle file dei dorotei si ritrovarono all’inizio personalità come Aldo Moro, Mariano Rumor, Antonio Segni e Paolo Emilio Taviani. Nel 1968, nacque la corrente dei Morotei, guidati da Moro e intenzionati a spostare a sinistra l’asse del partito. menti per eliminare il II e il III comma dell’ articolo 68 (autorizzazioni per arresto, perquisizioni e intercettazioni) per lasciare solo l’insindacabilità. Comunque, ragiona Felice Casson (Pd), «se proprio si vuole lasciare l’immunità, che a decidere sia la Corte costituzionale. Fermo restando che alla Consulta arriverebbero solo i casi in cui le Camere esprimono un diniego sulla richie- di no. Punto». Il video della conferenza stampa conferma che Orlando ha tenuto botta col sorriso sulle labbra fino a quando Renzi, sul finale, ha fatto quell’accenno alle intercettazioni, prendendo ancora una volta in prestito il suo nome: «Se io ho il fondato sospetto che Andrea Orlando stia commettendo un reato...». A questo punto il Guardasigilli ha posato la mano sinistra sul braccio destro di Renzi, con l’evidente intenzione di stopparlo: «Cambiamo esempio?». Il premier — che poco prima lo aveva paragonato, sempre scherzando, al procuratore di La Spezia scusandosi con quest’ultimo — ha sì cambiato esempio e però si è concesso un’ultima battuta: «Finché facevi il giudice andava bene, eh?». Un altro ci sarebbe rimasto male, ma Orlando no. Lui nelle battute del premier non ha letto freddezza o disistima, tutt’altro: «Renzi lo ha fatto per sdrammatizzare un tema su cui si sono concentrate tensioni enormi». Il caso è chiuso. Anzi, in via Arenula assicurano che non si è mai aperto. E quelle voci che si rincorrono nel Pd? È vero che il Guardasigilli starebbe meditando su un futuro politico fuori dal governo? Possibile che pensi di candidarsi alle prossime regionali? Orlando il moderato sorride e smentisce: «Davvero non vedo perché dovrei cercare vie di fuga. Sono concentrato sugli obiettivi della riforma e determinato ad arrivare in fondo». Monica Guerzoni © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Mercoledì 2 Luglio 2014 Francia Anche in Francia vale un principio di tutela degli eletti. Devono essere richieste autorizzazioni simili a quelle italiane. Il sì ai magistrati viene concesso dall’Ufficio di presidenza dell’Assemblea che non è tenuto a spiegare i motivi della decisione. L’autorizzazione non è richiesta in caso di flagranza di reato 4 Vito Crimi Nicola Morra Giovanni Endrizzi Giovanna Mangili Sel 1 Ex M5S 1 Ex M5S Francesco Campanella Spagna Durante il loro mandato elettorale i parlamentari possono essere detenuti solo in caso di flagrante reato. E comunque non possono essere incriminati né processati se non dopo l’autorizzazione delle rispettive Camere Regno I parlamentari sono coperti da immunità Unito parlamentare assoluta solo per atti e opinioni espresse nelle loro funzioni (tranne che in caso di diffamazione). L’arresto è possibile solo in flagranza di reati gravi o con autorizzazione della commissione bicamerale per le immunità Stati I parlamentari non possono essere arrestati Uniti durante le sessioni delle rispettive Camere salvo che per tradimento, reato grave e violazione dell’ordine pubblico. Non sono inoltre chiamati a rispondere dei discorsi e dei dibattiti sostenuti in aula. Il parlamentare condannato può ripresentare la propria candidatura al Congresso LA SVOLTA DI TANGENTOPOLI IL DIBATTITO Dopo Tangentopoli, nel 1993, l’immunità viene riformata per la prima volta nella storia repubblicana. La riforma abolisce l’autorizzazione a procedere (nella foto la famosa autodifesa del leader socialista Bettino Craxi alla Camera) e devono andare in carcere «in esecuzione di una sentenza irrevocabile di condanna». Nel 2003 vengono introdotti alcuni correttivi: la Camera di appartenenza può essere chiamata a pronunciarsi Nel pacchetto delle riforme firmato dal governo Renzi, l’immunità per i senatori diventa uno dei nodi più controversi. Lo scudo non era previsto nel testo iniziale del governo ma è stato poi reintrodotto in Commissione Affari Costituzionali scatenando subito un dibattito molto acceso (anche all’interno del Pd). Ieri il voto che ha introdotto nuovamente l’immunità sta del giudice». Ma anche Scelta civica non è convinta dell’immunità piena. Alessandro Maran ha votato sì in commissione ma Linda Lanzillotta ha detto di essere contraria allo scudo per i non eletti perché «coprirà anche gli atti compiuti dai senatori in qualità di consiglieri regionali». La soluzione, insiste la vicepresidente del Senato, «è quella della revoca in caso di arresto». Patrizia Bisinella della Lega, attaccata dai grillini, giustifica così il sì del Carroccio: «Solo la Lega aveva proposto l’abolizione integrale dell’immunità per deputati e senatori». Ma poi non è andata così e, per usare la parole del senatore Francesco Russo (Pd), «è stato fatto molto rumore per nulla». Dino Martirano © RIPRODUZIONE RISERVATA La battaglia si sposterà in Aula Ma la maggioranza si sente più forte E Calderoli scherza: è saltata un’ipocrisia vergognosa ROMA — «Il nostro emendamento sembrava non avesse una mamma. E invece, avete visto: son spuntati fuori un sacco di genitori». Roberto Calderoli sintetizza così «il contrordine, avevamo scherzato», sull’immunità al nuovo Senato. Giorni di polemiche furenti, con scaricabarile a raffica e la ricerca affannosa di soluzioni di compromesso che consentissero di smarcarsi dal peso dell’opinione pubblica indignata contro «la Casta», hanno partorito un risultato a sorpresa: l’immunità parlamentare resta anche per il nuovo Senato. Tale e quale a quella della Camera. La soluzione, che non era prevista nella bozza iniziale del governo, era stata reintrodotta dai relatori Anna Finocchiaro (Pd) e Roberto Calderoli (Lega), per poi essere rinnegata da molti. Alla fine, si è tornati all’anno zero. O, meglio, al 1993, anno in cui l’immunità era stata già modificata. Ma non è detto che sia finita: in Aula potrebbe esserci battaglia e i 5 Stelle riproporranno gli emendamenti abrogativi, magari nella speranza di trovare una convergenza con i dissidenti del Pd. Ma non solo, visto che Linda Lanzillotta, di Scelta Civica, ha già espresso tutta la sua contrarietà. Dai piani alti del Pd, però, si dicono tranquilli: «Non succederà nulla, non hanno i numeri». A votare contro in Commissione, invece, sono rimasti soltanto Sel e Movimento 5 Stelle. Eppure anche loro sono finiti nel calderone delle accuse. «La solita ipocrisia vergognosa — chiosa Calderoli — Tutti i partiti avevano presentato emendamenti identici ai nostri, che ripristinavano l’immunità. La Lega è stato l’unico a chiedere di abolirla, nel caso di arresto per chi venisse trovato con le mani nella marmellata». Alla fine, anche il Carroccio si è adeguato: «Se si vuole abolire, bisogna farlo anche per i deputati, non solo per i senatori». Argomento che ha fatto presa su molti. Qualcuno sospetta che sia stato usato in modo strumentale: noi saremmo per l’abolizione anche alla Camera — è il retropensiero — ma siccome non si può, allora lo riproponiamo Fantamodifiche Da Coorte a Bulè La Lega prova a cambiare nome alla Camera MILANO — Infaticabili leghisti. Durante la discussione nella commissioni Affari costituzionali del Senato, i parlamentari del Carroccio si sono sbizzarriti con una serie di emendamenti — tutti presentati, come prima firma, dall’ex sindaco di Tradate Stefano Candiani —riguardo al nome della futura Camera dei deputati. Che peraltro dovrebbe rimanere immutato. Prima proposta, sostituire ovunque ricorrano le parole «Camera dei deputati» con «Coorte degli eletti». Poi, altra proposta, sostituire il nome della Camera con «Bulè nazionale». Poi con «Bulè dei rappresentanti», poi con «Bulè degli eletti». Poi, però, il consiglio rappresentativo dell’Atene antica viene abbandonato. Ed ecco che la proposta diventa di sapore vagamente vaticano: «Congregazione nazionale». Prima di concludere con un nuovo suggerimento onomastico: «Congregazione dei rappresentanti». © RIPRODUZIONE RISERVATA al Senato e poi si vedrà. I 5 Stelle hanno cambiato verso in corsa, tanto che ancora ieri dal Pd si accusava: «Le loro sono lacrime di coccodrillo: si sono dimenticati di aver firmato con 11 senatori un emendamento per ripristinare ciò che ora condannano». L’emendamento incriminato, in effetti, esiste, a prima firma Elena Fattori. Il capogruppo Maurizio Buccarella prova a difenderlo: «Era inserito nel contesto di un provvedimento più ampio, che prevedeva un Senato elettivo». Ma voi non volevate abolire l’immunità anche alla Camera che, come è noto, è elettiva? «Sì, ma era stato presentato con riserva di ritirarlo — dice Buccarella — Insomma, magari possiamo anche parlare di un nostro errore, ma perché cercare sempre il pelo nell’uovo? Alla fine, noi abbiamo votato contro, gli altri a favore». E in effetti, insieme a Sel, il Movi- ✒ Germania Un deputato, in Germania, non può essere perseguito fuori del Bundestag per le opinioni e le votazioni che esprime (tranne che in caso di diffamazione). In presenza di altri reati, il deputato può risponderne (ed essere arrestato) solo dopo l’autorizzazione del Bundestag Loredana De Petris La retromarcia Il Pd accusa il M5S di aver presentato un emendamento a favore dell’immunità mento è stato l’unico a opporsi all’immunità. Anche se non mancano mal di pancia nei partiti. E forse anche per questo, e per disinnescare le possibili barricate in Aula, è arrivata la lettera del Pd ai 5 Stelle. Con un passaggio che lascia uno spiraglio per cambiare ancora: «Siete disponibili — è scritto — a trovare insieme una soluzione sul punto delle guarentigie costituzionali per i membri di Camera e Senato, individuando una risposta al tema immunità che non diventi occasione di impunità? Noi sì». I 5 Stelle sono scettici: «Sono tornate le larghe intese per difendere la partitocrazia», dice Nicola Morra. Di più, per Giorgia Meloni, dei Fratelli d’Italia: «È il ritorno al Medioevo». Ma sarà l’Aula a dire l’ultima parola. Alessandro Trocino © RIPRODUZIONE RISERVATA Le consultazioni online A cominciare fu Monti, con Letta il record di partecipazione. Ma le domande sono troppo vaghe Quegli appelli al web tra idee (poche) e rischio lobby Dopo le proposte anti burocrazia anche sulla giustizia parola alla Rete ROMA — Cominciò tutto nel 2012, una sera di gennaio. Il governo Monti voleva cancellare il valore legale della laurea, quel principio che mette sullo stesso piano chi esce dalle migliori università italiane e chi sverna per anni in quelle un po’ così. Ma i ministri, quasi tutti professori universitari, erano divisi. Alla fine toccò proprio al presidente del Consiglio rifugiarsi nel calcio d’angolo democratico: «Abbiamo scoperto che si tratta di una materia molto complicata. Naturalmente siamo favorevoli al dibattito». E l’Italia scoprì la «consultazione pubblica», formula magica usata da tempo in altri Paesi europei. Soluzione trendy ereditata dal governo Letta ed eretta a sistema da Matteo Renzi che l’ha già usata per la riforma della pubblica amministrazione e ora si concede il bis, sulla giustizia. Lo schema è semplice: il governo presenta una proposta; poi chiede ai cittadini di mandare opi- 3 Dietro le quinte I 5 Stelle riproporranno l’abrogazione contando sui dissidenti dem Così negli altri Paesi M5S Primo Piano italia: 51575551575557 nioni e suggerimenti; alla fine corregge il tiro accogliendo oppure no quei consigli. Non un referendum online in stile Beppe Grillo, ma una spruzzatina di democrazia orizzontale. Con il rischio di esagerare nelle dosi e qualche punto interrogativo. Quel primo esperimento andò così così: gli italiani dissero no all’abolizione del valore legale della laurea, parteciparono in 20 mila, si discusse sulla genuinità del voto visto che sul sito si erano registrati anche i signori Antani Bitumato ed Elvis Presley. Ma in fondo era una prova generale. Il boom arriva con la spending review, sempre governo Monti: 131 mila cittadini che suggeriscono al governo cosa tagliare, con grande successo delle auto blu che adesso sono andate su eBay, anche se nessuno le vuole. Che fine hanno fatto tutti gli altri messaggi, conservati per settimane in un’apposita «situation room» al secondo piano di Palazzo Chigi? Insomma. L’idea di spegnere i lampioni dopo le 11 di sera, arrivata sette minuti dopo l’apertura del sito, è stata bocciata due volte in Parlamento ma in compenso è approdata sul blog del commissario alla spending review, Carlo Cottarelli, con tanto di foto dal satellite. L’importante, però, è partecipare. Il vero record l’ha fatto il governo Letta sulle riforme costituzionali: più di 200 mila partecipanti, anche grazie all’astuzia di un doppio questionario, uno base rivolto al grande pubblico e uno di approfondimento per i secchioni. La «consultazione più partecipata d’Europa» trionfava Gaetano Quagliariello, con 9 italiani su dieci a favore della fine del bicameralismo perfetto. Ma il numero delle risposte non dice tutto. I consigli anti burocrazia chiesti dal governo Letta avevano raccolto solo 2 mila mail. Ma quel lavoro chirurgico è stato più utile delle campagne da grandi numeri. Nella top ten delle procedure sognate c’erano diverse misure poi riprese dal governo Renzi, dalla dichiarazione dei red- I precedenti Il «professore» L’esperienza La «rivoluzione» fu pioniere di Quagliariello del premier Il primo a sollecitare il parere «online» degli italiani fu nel 2012 Monti : tra i quesiti, valore legale del titolo di studio e spending review Nel 2013, il ministro delle Riforme Gaetano Quagliariello creò un’unica piattaforma dedicata: partecipa.gov Il 30 aprile, presentando la riforma della Pa, Renzi lancia l’indirizzo rivoluzione @governo.it. E dice: scrivete le vostre proposte diti precompilata alle pratiche semplificate sull’edilizia. Non è vero che la consultazione non serve a nulla ma molto dipende da cosa si chiede. Per la riforma della pubblica amministrazione il governo Renzi ha lasciato piena libertà ai partecipanti. Non solo si è scatenata l’Aci, che ha chiesto ai suoi iscritti di partecipare in massa per bloccare l’accorpamento della banca dati con la motorizzazione, annunciata e poi rinviata. Ma i suggerimenti erano così diversi fra loro che il ministero della Pubblica amministrazione ha dovuto chiedere aiuto alla Sapienza di Roma per cavarne fuori qualche indicazione. Negli altri Paesi le domande sono più secche. In Gran Bretagna hanno chiesto se, con la fecondazione assistita, i genitori possono scegliere il sesso del figlio oppure no, se si deve passare dalle banconote di carta a quelle di plastica. Domande nette, risposte chiare. Altrimenti, sotto lo show della partecipazione diretta, resta quella vecchia battuta di Totò: «Siccome sono democratico, comando io». Lorenzo Salvia @lorenzosalvia © RIPRODUZIONE RISERVATA La lettera Chiti: sulla norma pasticcio inaccettabile ❜❜ Caro direttore, Le chiedo ospitalità per alcune considerazioni sulla riforma costituzionale, ora in discussione in Senato. Chi, su alcuni punti, ha presentato proposte diverse, è stato accusato di sabotaggio. Al contrario vogliamo le riforme: sono urgenti. Devono però essere buone riforme, altrimenti la nostra democrazia si impoverirà. L’elezione indiretta provoca anche un pasticcio inaccettabile sull’immunità. Da un lato la estende agli amministratori in modo improprio, dall’altro differenzia tra sindaci e tra consiglieri regionali. C’è ampio accordo sul fatto che la Camera abbia l’esclusività del rapporto di fiducia con il governo e l’ultima parola su gran parte delle leggi, compresa quella di bilancio. Occorre mantenere — come in molte grandi democrazie — competenze paritarie di Camera e Senato su Costituzione, leggi elettorali e referendum, ordinamenti dell’Ue e delle Regioni, diritti fondamentali, quali quelli delle minoranze, la libertà religiosa, i temi eticamente sensibili. Non sui diritti ma sugli altri aspetti e sul numero dei senatori — 100 e non più 150 — si è tenuto conto delle nostre proposte: segno che non erano delle invenzioni per perdere tempo. Ritengo che sui diritti fondamentali debba mantenersi un bicameralismo paritario: non possono essere di esclusiva competenza della maggioranza di governo. È un ruolo di garanzia e di equilibrio da far svolgere al Senato: se per la Camera si adotta una legge maggioritaria che assicuri governabilità, è necessario avere un Senato aperto alla presenza delle forze più rappresentative in ogni regione. È importante una sua piena legittimazione attraverso l’elezione dei senatori da parte dei cittadini, in concomitanza con quella dei consigli regionali. Non ci sono rischi di far rientrare dalla finestra la fiducia ai governi: il Senato non si formerebbe in un’unica elezione né sarebbe sciolto ad una stessa scadenza. È anche superficiale dire che la riforma della Camera, con la riduzione da 630 a 470 deputati, non sia all’o.d.g. Chi lo stabilisce? Ci sono emendamenti precisi: si deve dire sì o no! Mi è stato ricordato che in passato ho sostenuto l’opzione del Bundesrat tedesco: è vero. Da sempre sono convinto che sia l’unica alternativa al Senato elettivo. Il modello tedesco va preso tutto quanto, non a piacimento. Nel Bundesrat siedono solo i governi regionali — non consiglieri e sindaci — e votano in modo unitario; sulle leggi non bicamerali, il Bundestag può modificare proposte del Senato solo con una maggioranza uguale a quella con cui sono state approvate. Infine, il Bundestag è eletto con legge proporzionale e sbarramento al 5%. Altre soluzioni non convincono. Gli Stati Uniti hanno sperimentato il Senato di secondo grado: sono passati al voto diretto dei cittadini dopo aver registrato gravi casi di corruzione e una rappresentanza troppo localistica. La Francia nel marzo scorso ha stabilito che dalle prossime elezioni non si potrà essere più sindaci, presidenti di regione e parlamentari. Esperienze fallite, da noi diventano innovazione? Voler mantenere ai cittadini il diritto di scegliere con il voto i loro rappresentanti nelle istituzioni sarebbe conservazione? Nel XXI secolo la democrazia è sfidata non solo dai terrorismi, ma da semplificazioni che danno vita a quella che viene definita dittatura delle maggioranze, un affievolirsi cioè dei controlli sui governi. È un pericolo dal quale guardarsi. La democrazia ha bisogno di partecipazione e governabilità, non di contrapporre l’una all’altra. Vannino Chiti senatore del Partito democratico © RIPRODUZIONE RISERVATA 4 Primo Piano Mercoledì 2 Luglio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 # ❜❜ L’Unione Verso il semestre italiano Gli euroscettici sono venuti con l’intento di distruggere il Parlamento europeo: non possiamo permetterglielo Martin Schulz S&D Il giorno di Schulz e dello sgarbo di Farage Il leader dell’Europarlamento non fa il pieno di voti. Ukip di spalle per l’«Inno alla gioia» In Aula I gruppi 191 S&D Alleanza progressista di socialisti e democratici Pd 31 52 GUE/NGL NGL Sinistra unitaria europea/Sinistra verde nordica Padre e figlia Lista Tsipras 221 48 PPE Partito popolare europeo (FI, Ncd e Svp) EFDD Europa della libertà e della democrazia diretta 50 Verdi/ALE i/ALE Verdi/Alleanza libera europea 67 ALDE Alleanza dei liberali e democratici FI 13 Ncd 3 Svp 1 17 70 ECR Conservatori e riformisti europei 3 17 M5s 43 NI Non iscritti Lega Jean-Marie Le Pen parla al cellulare mentre sua figlia Marine, leader del Front national, passa dietro la sua sedia (Reuters/Loos) 5 9 Altri 751 DEPUTATI di cui per l’Italia 73 C.D.S.-D’ARCO DA UNO DEI NOSTRI INVIATI STRASBURGO — Gli eurodeputati hanno votato la conferma del presidente dell’Europarlamento uscente, il socialdemocratico tedesco Martin Schulz, per altri due anni e mezzo. La nuova super maggioranza, messa insieme a Strasburgo dai popolari del Ppe (221 seggi) e dai socialisti di S&D (191 seggi) con i liberali dell’Alde (67 seggi), non ha votato compatta. Schulz è passato con solo 409 dei potenziali 479 voti. La grande coalizione tra Ppe e S&D ispirata all’analogo accordo per il governo della cancelliera tedesca Angela Merkel, se non ci fosse stata l’estensione in extremis ai liberali, poteva rischiare di non raggiungere il minimo di 376 voti sul totale di 751. La maggioranza a tre ha eletto due italiani tra i 14 nuovi vicepresidenti. L’ex commissario Ue Antonio Tajani di Forza Italia-Ppe è stato il più votato e diventa il primo vice di Schulz. David Sassoli del Pd-S&D ha dovuto aspettare il secondo turno. È riuscita la manovra antieuroscettici dei principali gruppi europeisti. Il grillino Fabio Castaldo, candidato vicepresidente per conto del gruppo euroscettico Efdd guidato dal britannico Nigel Farage dell’Ukip, è stato superato da un quindicesimo eurodeputato spuntato a sorpresa. Castaldo ha protestato per questo inconsueto mancato rispetto dei «diritti dei piccoli gruppi e dell’opposizione». Tajani e Sassoli vicepresidenti Tra i vicepresidenti, primo il forzista Tajani con 452 consensi e c’è anche il pd Sassoli Non passa il grillino Castaldo La settimana prossima una manovra simile potrebbe escludere i grillini e gli altri membri del gruppo euroscettico dall’assegnazione delle presidenze della commissioni parlamentari. Il leader Beppe Grillo, che ha partecipato a Strasburgo alla riunione del gruppo di Farage, ha così iniziato a sperimentare le conseguenze di aver scelto uno schieramento finora non influente nel processo legislativo. Anche la solita protesta in Aula dei membri dell’Ukip, che stavolta hanno voltato le spalle durante l’inno dell’Europa (l’Inno alla gioia di Beethoven), ha messo in imbarazzo i pentastellati, dissociatisi da questa iniziativa definita «vergognosa» da eurodeputati degli altri schieramenti. «Basta Inno alla gioia — ha poi detto Grillo —. L’ha usato Hitler per i compleanni, l’hanno usato Mao e Smith in Rhodesia». Le crepe nella maggioranza Ppe-S&D-Alde possono pesare sul già contestato candidato alla presidenza della Commissione scelto dai capi di governo Ue su pressione di Merkel, il lussemburghese JeanClaude Juncker del Ppe, che deve essere votato a Strasburgo il 16 maggio prossimo (per poi consen- Il caso «Non date più finanziamenti all’Italia, finiscono alla mafia e alla camorra» Gli applausi Martin Schulz riceve l’applauso dell’Aula dopo essere stato rieletto presidente del Parlamento europeo (Italy Photo Press) Imbarazzo 5 Stelle, ma Grillo non ci sta: basta, quelle note le usava anche Hitler DA UNO DEI NOSTRI INVIATI Le democratiche Le capolista del Pd Pina Picierno, Alessia Moretti, Simona Bonafè, Alessia Mosca alla loro prima seduta (Fotografi associati) STRASBURGO — A sera, arriva Grillo con una dichiarazione d’amore a Nigel Farage, il suo alleato euroscettico: «Se va male me ne vado da lui…». Ma è un po’ un cerotto politico, il rimedio a quanto avvenuto al mattino: anzi, la riprova che abbracci e sorrisi contano, ma poi una schiena può contare di più. Palcoscenico, la seduta inaugurale del Parlamento europeo. Si suona l’«Inno alla gioia», tutti in piedi davanti alla bandiera d’Europa. Nigel Farage e i suoi dell’Ukip, il gruppo inglese antieuropeista, voltano le spalle sia alla bandiera che all’inno. Come a dire: non è roba nostra oggi, non sarà roba nostra mai. Nello stesso istante, i loro alleati grillini, che pure sono confluiti nello stesso gruppo Efdd («Europa libertà democrazia diretta»), la schiena non la voltano. Anzi la tengono ben dritta e ascoltano impettiti l’inno. Come a dire: no, è roba nostra. Faranno sapere che non è stata una scelta a caso, che loro non condividevano l’atteggiamento di Farage. Quel voltare le spalle avrebbe dovuto essere, per Farage e in teoria anche per i grillini, un simbolo: il preannuncio di una comune trincea. Ma la trincea, almeno ora, è divisa: e proprio oggi. A sera, però, l’arrivo di Grillo rimette ordine. Per prima cosa, sull’inno: «Basta con l’Inno Insieme I leader dell’Ukip e del Movimento 5 Stelle Nigel Farage e Beppe Grillo ieri a Strasburgo (La Presse) alla gioia — dice —. L’ha usato Hitler per i compleanni, l’hanno usato Mao e Smith in Rhodesia. Basta!». Grillo arriva come sempre in un turbine, assediato dai fotografi. «E Renzi?» gli chiedono. «Renzi chi? Io parlo con la Merkel». Saluti calorosi con Farage: «Io e Nigel siamo stati vittime di una campagna di stampa vergognosa… Lui veniva dipinto come un omofobo, un razzista, uno che ha giri strani. E io ancora peggio, come Hitler, Stalin. Siamo sopravvissuti... La Ue è fallita perché si sono tutti coalizzati contro di noi». Ma è il resto del discorso, trasmesso tutto in streaming sul blog, che rivela di più. Un discorso solo apparentemente esagitato come altre volte, ma invece teso a marcare con pragmatismo i confini del proprio territorio politico. E senza troppi pregiudizi. Per esempio, sul tema degli immigrati, Grillo sembra schierarsi su posizioni tanto decise quanto radicali, che quasi richiamano alla memoria i Bossi o Fini d’un tempo: «Gli immigrati stanno creando situazioni incredibili. Bisogna regolare i flussi». Come già vedesse i suoi elettori di domani. E poi: «Se Finmeccanica vende armi alla Siria, allora sarà Finmeccanica a caricarsi i costi per gli immigrati dalla Siria. Se dobbiamo accogliere chi scappa dalla guerra, dobbiamo chiederci chi ha fatto la guerra. Andiamo a vedere perché arrivano dall’Africa, diamo nomi e cognomi a questa gente». Anche per l’Italia, c’è qualche staffilata: «Sono venuto qui per dire: “Non date mai più finanziamenti all’Italia, vanno alla mafia e alla camorra!”». Quanto a Corriere della Sera Mercoledì 2 Luglio 2014 Primo Piano italia: 51575551575557 5 # ❜❜ Farage e i suoi deputati freschi di alleanza coi 5 Stelle che voltano le spalle all’orchestra? Uno spettacolo indecente Alessandra Moretti Pd 409 voti Il socialdemocratico tedesco Martin Schulz è stato rieletto presidente del Parlamento europeo a maggioranza assoluta: 409 i voti a favore su 612 espressi e 723 presenti. Le schede bianche e nulle sono state 111 ❜❜ Saremo una squadra attenta e pronta, non faremo sconti a nessuno, né all’Europa né al nostro governo Elisabetta Gardini Forza Italia Il premier Oggi il discorso. In primo piano crescita, occupazione e investimenti Renzi debutta a Strasburgo: ora lo scatto verso la federazione E con una lettera sfida l’M5S sulle riforme: ecco i miei 10 punti DA UNO DEI NOSTRI INVIATI tire le altre euronomine). Il premier britannico David Cameron lo ha definito «candidato sbagliato». Anche molti eurodeputati hanno dubbi. Juncker, frequentatore delle istituzioni Ue per circa 25 anni come ministro delle Finanze e premier del Granducato, è considerato un esponente della vecchia Europa non adatto per l’auspicato rinnovamento. In più a Strasburgo si vocifera da anni sulle sue lacune e ombre (pubbliche e private). Ma i cinque principali gruppi politici si erano accordati per la prima volta di far nominare il capolista del partito più votato alle elezioni europee del maggio scorso, mentre in passato decidevano solo i capi di governo. I popolari hanno ottenuto la maggioranza relativa e il loro candidato Juncker, se bocciato, potrebbe rimettere in discussione questa conquista dell’Assemblea Ue. L’intero schema di euronomine promosso da Merkel potrebbe saltare. Gianni Pittella del Pd è stato eletto capogruppo dagli eurodeputati di S&D. Oggi a Strasburgo Renzi, oltre a presentare il semestre di presidenza italiana dell’Ue, incontrerà gli eurodeputati italiani. Martin Schulz, il neopresidente del Parlamento, «è venuto in Italia a fare una campagna con soldi pubblici contro di me. Questo Schulz, che nome è? Non riesco neanche a pronunciarlo... Diceva che sono un venticello: attento Schulz, che ora sono qua. E se è vero che mi chiama “venticello passeggero”, è anche vero che adesso qui siamo in 17». Né manca il tema dell’uscita dall’euro o dall’Europa, e dell’obbligo posto dai vincoli del Fiscal Compact, «una vergognosa stortura dei trattati», premette il capo dei grillini. E poi, quasi a chiarire che anche gli ultimi Il venticello dubbi sono supera- «Schulz dice che ti: «Se un Paese è in sono un venticello difficoltà può uscire. C’è scritto nel ma adesso siamo trattato di Lisbo- qui in 17...» na». Del resto, nella visione del leader, niente o quasi si salva dell’Europa: «Le guerre non si fanno più con i carri armati. Si fanno con lo spread. Da un carrarmato ti puoi difendere: lo spread non lo vedi e non lo senti. È un assassino silenzioso e ineffabile». E il progetto di Fondo europeo di riscatto? «Un’immensa Equitalia al cubo». Dall’Italia, soprattutto dal Pd, arrivano commenti acetati: dicono che Grillo è «anti-italiano» e «pericoloso». Ma intanto i suoi 17 deputati non hanno voltato le spalle alla bandiera europea, e questo prima o poi bisognerà capire che cosa può significare. Luigi Offeddu © RIPRODUZIONE RISERVATA Ivo Caizzi © RIPRODUZIONE RISERVATA STRASBURGO — Parlerà in italiano, ogni capo di governo parla nella sua lingua, questa è la tradizione. Una o più digressioni in francese saranno eccezioni. A dispetto dell’enfasi e dell’attenzione di casa nostra, sarà un discorso non lungo, una ventina di minuti: anche qui ci sono da rispettare programmi, gli altri interventi, a partire da quello del nuovo presidente del Parlamento. Oggi Renzi presenterà le linee guida del semestre di turno di presidenza italiana della Ue. Dirà qual è il programma su cui l’Italia si impegna, quello che promette di portare avanti in base a quanto già approvato dal Consiglio europeo, cercherà di dare forma e sostanza alla sua visione dell’Europa: quella che in primo luogo deve fare «uno scatto politico in avanti», verso una forma di federazione statuale; quella che dovrebbe cominciare a condividere, attraverso forme di mutualizzazione, le garanzie finanziarie che vengono offerte agli investitori internazionali; quella infine che dovrebbe occuparsi maggiormente di crescita e occupazione, attraverso investimenti e piani concreti. Ci sarà un’ampia citazione per Firenze e un messaggio: «Se l’Europa accetterà di dare un futuro alle proprie ambizioni, sarà bello sfidare insieme l’avvenire». Non sarà comunque un compito facile: oggi alle 15 parlerà davanti a un Parlamento per larga parte euroscettico, che lo considera leader di un Paese che ha troppi debiti e troppi vizi per potere dare un orizzonte diverso a questa Ue, che fra queste mura negli ultimi anni ha già ascolta- to Berlusconi, Monti, Letta e oggi magari si chiederà se Renzi è davvero un premier destinato a segnare una stagione politica o se invece è l’ennesima meteora istituzionale del Bel Paese. Nel discorso che il premier pronuncerà ci sarà un omaggio al semestre, ai compiti istituzionali che attendono l’Italia, ma innanzitutto saranno sotto i riflettori due profili, quello personale e quello delle riforme. Sul primo toccherà a Renzi presentarsi come leader europeo, attendibile, concreto, capace di catalizzare consenso anche fuori dai confini nazionali. Ma anche sul merito del discorso, sull’agenda di cambiamenti che per La kermesse Meeting, Cl invita il premier Lui non ci sarà Il «meeting dell’amicizia» di Rimini, la tradizionale «riapertura» della politica alla fine di agosto, con ogni probabilità non vedrà la partecipazione di Matteo Renzi. Il premier, secondo fonti di Palazzo Chigi, ha declinato l’invito giunto ieri dagli organizzatori della festa vicina a Comunione e liberazione. Molti, però, i ministri presenti: ci saranno Martina, Giannini, Guidi, Galletti, Poletti e Lorenzin. Roma, come per Parigi, attende l’Unione Europea, Renzi si giocherà buona parte del suo intervento. Dovrà indicare degli orizzonti condivisi, capaci di essere compresi da tutti, in grado di suscitare interesse, consenso e soprattutto capacità di smuovere la mastodontica e in larga parte inefficiente macchina delle istituzioni comunitarie. Non basterà uno story-telling, versione renziana della «narrazione» di Vendola: il premier avrà bisogno non solo di suscitare applausi ma anche di indicare un’agenda di riforme possibili, concrete, a portata di mano e di consenso, capaci di essere votate da un cartello di Paesi nei prossimi Consigli europei. Oggi potrebbe anche esserci un incontro fortuito con Beppe Grillo. E proprio ieri Renzi ha inviato un messaggio ai grillini. Sulle riforme istituzionali che sono in discussione alle Camere, «noi ci siamo. Senza la pretesa di aver ragione. Senza l’arroganza di fare da soli. Ma anche senza alibi e senza paura». Nella lettera al movimento di Grillo il Pd pone alcuni «limiti invalicabili» alla proposta di legge elettorale grillina e rilancia con 10 punti. Fra i tanti difetti della proposta del Movimento 5 stelle «non c’è la certezza di avere un vincitore, non c’è governabilità, le alleanze si fanno dopo le elezioni, non prima, con il vostro sistema si istituzionalizza l’inciucio ex post, il sistema della preferenza negativa attraverso l’eliminazione di un nome è molto complicato». Magari oggi, a margine del discorso europeo, Renzi potrebbe parlarne direttamente con Grillo. Confronto difficile Il contropiede del Movimento: noi parliamo solo in streaming MILANO — La risposta arriva a tarda sera, dopo qualche ora di riflessione collettiva. Arriva via blog, come al solito. I Cinque Stelle continuano la loro partita con il Partito democratico sulla legge elettorale. Un tavolo che sembra quasi un corpo a corpo politico. Il Movimento replica ai democratici punzecchiando, «utilizzando la loro linea», commenta un esponente pentastellato. E lasciando la porta aperta. «Il nostro obiettivo è dare al Paese una legge elettorale entro 100 giorni che garantisca non solo governabilità, ma anche stabilità», chiariscono i Cinque Stelle. E rilanciano: «L’argomento è molto importante e per questo non può esserci modalità migliore di un nuovo tavolo di confronto. Vorremmo che si facesse in streaming a garanzia di una trasparenza che avremmo voluto vedere anche nei Marco Galluzzo © RIPRODUZIONE RISERVATA vostri incontri sulle riforme con Forza Italia». Le riforme di Senato e Titolo V, per il momento, passano in secondo piano («Ci vediamo giovedì “senza mettere troppa carne al fuoco”, come avete detto»), pur ribadendo la «disponibilità ad aprire un tavolo di confronto». Poi l’affondo, proprio su uno dei temi trattati dal Pd. I democratici avevano posto l’accento sul «tema immunità che non diventi occasione di impunità». «Vorremmo capire meglio che idea di Paese avete: vedere il vostro partito oggi votare l’immunità parlamentare ha lasciato sbigottiti molti italiani». Come per l’invito al dialogo con Matteo Renzi e il Pd, come per l’attesa del vertice, così anche ieri la reazione alla lettera della delegazione democratica (nella foto, la missiva sul sito dei dem) era stata inizialmente accompagnata dal riserbo. O quasi. I Cinque Stelle si erano arroccati, molti i «no comment» alle osservazioni e alle proposte del Pd. Ma anche nel muro del silenzio si era aperta qualche piccola crepa. Qualcuno aveva fatto filtrare insoddisfazione, parlando di «atteggiamento provocatorio» (in modo particolare su preferenze e immunità). C’è chi, come la deputata Giulia Di Vita, aveva replicato via Twitter: «”Il Pd non ha nulla contro le preferenze. Il Pd non teme le preferenze. Anzi il Pd con le preferenze viene premiato!” Allora le volete sì o no?». Sfoghi isolati prima del rinvio al tavolo del dialogo. Emanuele Buzzi © RIPRODUZIONE RISERVATA 6 Primo Piano Mercoledì 2 Luglio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Politica e giustizia Il centrodestra Berlusconi ammonito: basta offese alle toghe o perde i servizi sociali La giudice lo convoca per le frasi di Napoli L’ex Cavaliere assicura: non si ripeterà MILANO — Nella metafora calcistica che gli è tanto cara, è come se ieri Silvio Berlusconi fosse stato convocato a centrocampo (il Tribunale) dall’arbitro (il giudice di sorveglianza di Milano) per essere ammonito per l’entrata a gamba tesa sulla «magistratura incontrollata, incontrollabile, irresponsabile e che ha l’impunità piena», fallo commesso a Napoli mentre era testimone al processo Lavitola: «cartellino giallo» e richiamo orale, la prossima volta «rosso» diretto ed espulsione. Il che, fuor di metafora nella situazione di un condannato definitivo per frode fiscale — ammesso a scontare in misura alternativa al carcere la pena di 1 anno sopravvissuta all’abbuono di altri 3 anni già cancellati dall’indulto —, significa che d’ora in avanti l’ex premier dovrà stare ben attento a non farsi revocare il beneficio dei servizi sociali e rinchiudere in detenzione domiciliare, senza più quegli ampi margini di manovra (sia personali sia politici come leader di Forza Italia) concessigli dall’ordinanza del 15 aprile del giudice di sorveglianza Beatrice Crosti. È proprio questo magistrato che ieri convoca Berlusconi alle 7 di sera in Tribunale. Era già passata la prima volta sopra le «dichiarazioni offensive» con le quali il 7 marzo, in vista della richiesta di servizi sociali, Berlusconi aveva «manifestato spregio nei confronti della magistratura, ivi compreso di questo collegio»: che lo aveva comunque graziato, prima prendendo per buona la tesi difensiva di una elettorale «strategia politica» rivolta al popolo di Forza Italia, e poi «non reputando allo stato di dover ritenere oggetto di apprezzamento questa strategia proprio per le Le prescrizioni Il leader di Forza Italia rilegge le prescrizioni insieme al magistrato, poi concorda e si scusa sue connotazioni avulse dal contesto strettamente giudiziario». Una seconda volta il giudice aveva poi avuto ancora pazienza quando Berlusconi a fine aprile definì «mostruosa» la sentenza e «ridicoli» i servizi sociali per un uomo politico del suo rango: si era limitata a fargli notare per iscritto (sulla scia dei rilievi del pg Antonio Lamanna) che quell’atteggiamento somigliava pericolosamente «a non rispettare le prescrizioni impostegli», appariva «in aperto contrasto con presupposti e finalità» del programma di reinserimento sociale, faceva intuire che un «mal utilizzo» degli spazi di libertà, e perciò lo stava «avvicinando sempre più a una richiesta di revoca del beneficio». Passata liscia la prima, passata liscia la seconda, la terza ieri no: in un incontro a tu per tu nell’ufficio al VII piano, il giudice fa rilevare a Berlusconi che le sue frasi napoletane del 19 giugno sui magistrati sono offensive e insultanti; che già aveva sorvolato A Napoli In Aula Il 19 giugno Berlusconi è sentito come testimone nel processo a Lavitola a Napoli. In un botta e risposta con il giudice, l’ex premier definisce la magistratura «incontrollata, incontrollabile: ha impunità piena» (foto Ansa) Le prescrizioni Quando, ad aprile, il Tribunale di sorveglianza aveva concesso all’ex premier di scontare la pena con l’affidamento ai servizi sociali, aveva vincolato la decisione al rispetto della magistratura su precedenti infrazioni alle prescrizioni; che esse non sono impartite per scherzo, che i servizi sociali non sono un gioco e che non per niente sono alternativi al carcere o agli arresti in casa. Berlusconi risponde di aver a suo avviso reagito al tono brusco del presidente del Tribunale di Napoli, il giudice milanese gli spiega che, essendo persona di mondo, egli avrebbe dovuto esporre questa sua doglianza in termini più urbani. L’ex premier derubrica la frase a solo una battuta, e aggiunge che pensava l’unico vincolo fosse non insultare singoli giudici. Chiede perciò di rileggere l’ordinanza con le prescrizioni iniziali, e il giudice si mette con l’ex premier a ripercorrere i brani in cui non pretendeva da lui «manifestazioni di riconoscimento delle proprie responsabilità penali», e nemmeno «pentimento o autocritica» che se mai «attengono alla sfera intima della persona», e anzi gli riconosceva «il diritto di dichiararsi comunque innocente o vittima di errore giudiziario», ma nel contempo gli rimarcava l’obbligo di «mantenersi nelle regole della civile convivenza, del decoro e del rispetto delle istituzioni». A questo punto Berlusconi concorda, chiede scusa e promette di non ripetere l’errore, lasciando il Tribunale con nelle orecchie la poco rassicurante eco del congedo del giudice: «La invito a non mettermi più in difficoltà». Luigi Ferrarella [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA L’iniziativa Italia Unica, il programma si vota online Italia Unica, movimento fondato da Corrado Passera, avvia il cantiere online sul programma con un «confronto pubblico e trasparente»: i cittadini «potranno discutere e votare i punti del programma, anche proponendo soluzioni aggiuntive» sul sito www.italiaunica.it. «L’Italia ha bisogno di un grande progetto per ripartire — scrive Luca Bolognini, responsabile del programma —, noi avviamo un confronto pubblico, aperto a tutti». © RIPRODUZIONE RISERVATA La Nota di Massimo Franco L’ex premier sotto botta asseconda le riforme ma tra molti malumori I l numero dei senatori della maggioranza che vogliono un’assemblea di Palazzo Madama eletta tocca quota venti. Ma si tratta di un aumento col contagocce, che non sembra in grado di rovesciare l’impostazione decisa da Palazzo Chigi e avallata, di fatto, anche da Forza Italia e Lega. Per capire quale sarà l’atteggiamento definitivo del partito di Silvio Berlusconi bisognerà aspettare la riunione con i parlamentari fissata per domani. È difficile, tuttavia, pensare che l’ex premier disdica l’asse istituzionale con Matteo Renzi. Nonostante i malumori di alcuni settori di FI, non ci sono né numeri né strategie alternativi all’accordo; e il futuro di Berlusconi continua ad essere appeso a fili giudiziari esili. Ieri il leader del centrodestra è stato costretto a scusarsi per alcuni giudizi espressi nelle settimane scorse sulla magistratura. Si è andati «oltre il patto del Nazareno», osserva Anna Finocchiaro, relatrice della riforma e presidente della Commissione affari costituzionali del Senato. La collaborazione della Lega prefigura «numeri propri di una riforma che deve essere approvata con maggioranza larga». Per questo, l’ipotesi che alla fine prevalga la tesi del governo rimaI margini ne la più credibile. Significheper il rilancio rebbe che i senatori verrebbeeconomico ro eletti indirettamente, il voto regionale. rimangono però attraverso Non sarà un epilogo indolore, molto stretti perché esiste uno schieramento trasversale che conta sul mantenimento del bicameralismo e sull’appoggio del Movimento 5 Stelle. Ma la saldatura parlamentare di queste resistenze appare improbabile. E non solo perché Renzi rilancia il confronto col M5S sulla riforma elettorale. Ieri, a Strasburgo, Beppe Grillo ha chiesto all’Europa di non dare finanziamenti all’Italia «perché vanno», è la sua tesi, «alla mafia». Non bastasse, c’è la polemica sull’immunità anche per i senatori a mantenere un solco profondo con il resto dei partiti. L’approvazione di una norma che conferma la situazione di oggi porta i seguaci di Grillo a parlare di «sfregio al dialogo con i cittadini», perché a loro avviso l’elezione indiretta contraddirebbe l’immunità. Ma il Pd parla di «lacrime di coccodrillo». E la Finocchiaro ricorda che è «a protezione della libertà di esercizio della funzione parlamentare»: dunque, slegata dal tipo di meccanismo col quale si approda alle Camere. D’altronde, è passata l’idea che i margini di trattativa dell’Italia durante il semestre di presidenza europea cominciata ieri si possano allargare solo se si fanno le riforme: una sfida ancora da vincere, e in salita. Il governo di Roma insiste sulla flessibilità in materia di spesa pubblica. Ne ha un disperato bisogno per smuovere un’economia asfittica e percentuali di disoccupazione giovanile da brivido. Ma ieri il ministero del Tesoro ha dovuto ammettere che l’avanzo di cassa a giugno si è dimezzato per il pagamento dei debiti della Pubblica amministrazione e per il bonus di 80 euro voluto da Renzi per chi ha redditi molto bassi. Insomma, le riforme forse avanzano. Se l’economia non riparte, però, come indica l’Istat, serviranno a poco. ❜❜ © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Mercoledì 2 Luglio 2014 Assistance italia: 51575551575557 7 8 Primo Piano Francia Lo scandalo Mercoledì 2 Luglio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 ❜❜ La giustizia conduce inchieste e ha il dovere di andare fino in fondo Stéphane Le Foll, portavoce del governo Colpo a Sarkozy: «Voleva corrompere i giudici» Fermato l’ex presidente, rischia 10 anni di carcere e interdizione dai pubblici uffici DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PARIGI — Alle 7.33 di ieri Nicolas Sarkozy ha lasciato il suo domicilio alla Villa Montmorency di Parigi (casa Carla Bruni); la Citroën C6 blu è arrivata nella sede della polizia giudiziaria di Nanterre alle 7.55. L’auto è entrata nel parcheggio interno, il 59enne ex presidente della Repubblica francese è salito negli uffici dei magistrati che lo attendevano per interrogarlo. Anche a lui è stata applicata la procedura di tutte le garde à vue: perquisizione e confisca momentanea del telefonino. Per la prima volta un ex capo dello Stato francese è stato posto in stato di fermo. Ad accompagnarlo non c’era il suo avvocato, Thierry Herzog: lui era già lì, aveva passato la notte in Procura, lo avevano convocato il giorno prima. Sotto i riflettori Reporter davanti all’ufficio anticorruzione di Nanterre dov’è stato sentito Sarkozy (Ap); sopra, la prima pagina di oggi del giornale satirico Canard Enchaîné: «I Bleus ai quarti e Sarkò dalla polizia!» Il fermo di Sarkozy in fondo era nell’aria da quando, lunedì, la stessa misura era stata decisa per il suo legale e per i giudici di Cassazione Gilbert Azibert e Patrick Sassoust. Ma quando la notizia è stata confermata l’effetto è stato gigantesco. L’uomo che dal giorno della sconfitta contro François Hollande e del ritiro dalla politica attiva, il 6 maggio 2012, è atteso da metà Francia come l’unico capace di risollevare il centrodestra e il Paese, rischia 10 anni di carcere, 10 anni di interdizione dai pubblici uffici, e un’ammenda di un milione di euro. L’ex presidente è sospettato di avere usato il suo potere per corrompere, tramite l’avvocato Herzog, il giudice Azibert al fine di ricevere informazioni riservate sulla sua situazione processuale nell’affare Bettencourt. Azibert non aveva accesso di- retto al dossier Sarkozy, per questo si sarebbe rivolto all’altro giudice di Cassazione Patrick Sassoust, in grado di trovare i documenti nella rete interna della Corte. In cambio, al 67enne Azibert il presidente emerito avrebbe promesso un aiuto autorevole, insomma un piston come lo chiamano in Francia, per ottenere la prestigiosa, molto remunerata e poco faticosa poltrona di giudice al Principato di Monaco. Un fine carriera ideale. Invece ieri sera alle 21 Azibert è stato deferito con l’avvocato Herzog ai giudici del polo finanziario parigino, che potrebbero decidere di incriminarli. Nel pomeriggio i quattro erano stati posti a confronto. A tarda sera, Sarkozy si trovava ancora nei locali di Nanterre. Il fermo scade stamane intorno alle 8 ma potrebbe essere ripetuto per altre 24 ore, e poi l’ex capo di Stato potrebbe essere liberato da ogni accusa, acquisire lo status di «testimone assistito» (pronto a essere interrogato di nuovo in qualsiasi momento) o incriminato. Per Nicolas Sarkozy è un momento decisivo, e lo si capisce dalla spaccatura del Paese e del mondo politico: vittima di accanimento giudiziario secondo gli amici, cittadino chiamato come tutti al rispetto delle leggi a parere degli altri. Inevitabile pensare alla storia di Silvio Berlusconi, che tante volte si è difeso dalle accuse parlando di magistratura politicizzata. Trent’anni fa il loro primo incontro, quando Sarkozy fu uno degli avvocati di Berlusconi nella vicenda La Cinq; poi la famosa risata Sarkozy-Merkel ai danni del premier italiano alla conferenza stampa del 2011; adesso le figure di Sarkozy e Berlusconi tornano a incrociarsi, con Sarkozy che vede il suo impegno politico legato alle inchieste dei giudici, come tante volte è capitato a Berlusconi. Marine Le Pen non sta nella pelle: «Un fermo non è sinonimo di colpevolezza», dice, ma subito aggiunge «in ogni caso Sarkozy è completamente screditato per qualsiasi ruolo pubblico». Dall’affare Karachi ai finanziamenti della Libia, sono sei gli scandali che coinvolgono l’ex presidente. Stefano Montefiori @Stef_Montefiori I precedenti Regali e processi Giscard d’Estaing e i diamanti 1 Fece scalpore il caso dei diamanti donati a Valéry Giscard d’Estaing dal dittatore centrafricano Bokassa negli Anni 70 Mitterrand e la figlia Mazarine 2 Per proteggere Mazarine, la figlia «segreta», François Mitterrand ricorrerà alle intercettazioni telefoniche illegali di giornalisti e scrittori Jacques Chirac e l’abuso d’ufficio 3 Nel 2011 Jacques Chirac è condannato per le assunzioni fittizie al Comune di Parigi risalenti a quando era sindaco © RIPRODUZIONE RISERVATA L’intervista Il fondatore di «Mediapart» L’uomo dello scoop «Userà la politica come uno scudo contro i processi» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PARIGI — Edwy Plenel ha fondato Mediapart nel 2008 dopo una vita a Le Monde dove è stato a lungo direttore della redazione. Le rivelazioni del suo giornale sono al centro delle inchieste che hanno portato al fermo di Nicolas Sarkozy. Gli uomini dell’ex presidente parlano di giustizia a orologeria. «E’ un argomento privo di fondamento. Le inchieste si basano su un lavoro giornalistico che abbiamo con- Edwy Plenel 61 anni, dopo una vita a Le Monde ha fondato Mediapart, che ha rivelato lo scandalo Corriere della Sera Mercoledì 2 Luglio 2014 9 Non c’è dubbio, i giudici si accaniscono contro l’ex presidente Sébastien Huyghe, deputato ump L’album ❜❜ Primo Piano italia: 51575551575557 Ministro con Cécilia Una foto del 2006 dell’allora ministro dell’Interno Nicolas Sarkozy con la seconda moglie Cécilia Ciganer-Albéniz: i due sono stati sposati dal 1996 al 2007, Cécilia è entrata con Nicolas all’Eliseo. Poco dopo, la rottura (foto Ap) In campagna contro Ségolène Il duello televisivo nella campagna presidenziale del 2007: il candidato di destra contro la socialista Ségolène Royal (ex compagna dell’attuale presidente François Hollande). Sarkozy vinse al ballottaggio con il 53 per cento dei voti (foto Afp) Regale con Carlà Presidente, reduce dalla rottura con Cécilia, nel 2007 Sarkozy si lega a Carla Bruni, che sposa nel 2008. Nel 2011 nasce Giulia, prima figlia per Nicolas, dopo i tre figli maschi avuti nei due precedente matrimoni (nella foto Afp, il viaggio in Egitto del 2007) Ironie europee 23 ottobre 2011: il leader francese e la cancelliera tedesca Angela Merkel sorridono in conferenza stampa quando un giornalista chiede del colloquio appena avuto con il premier italiano Silvio Berlusconi. «Siete stati rassicurati? Vi fidate di lui?» La ricostruzione Dalle conversazioni emerge il piano per ingannare i magistrati e gli sforzi per informarsi sulle inchieste Le 7 telefonate: «Giudici bastardi» E il nome in codice Paul Bismuth La Sim di Sarko aveva una falsa intestazione. Intercettati lui e il legale DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PARIGI — Nicolas Sarkozy. Nome in codice Paul Bismuth. «Avrebbero potuto almeno chiedermi scusa», dice il prestanome a sua insaputa, un signore israeliano che fa l’agente immobiliare a Netanya, poco lontano da Tel Aviv, e che da ragazzo a Parigi era compagno di scuola di Thierry Herzog, l’avvocato di Sarkozy. Si chiama Paul Bismuth, e ha scoperto di essere l’identità segreta del presidente emerito della Repubblica francese. Mesi fa l’avvocato Herzog si è accorto che le chiamate col telefonino personale di Sarkozy erano ascoltate dai magistrati. Allora ha pensato di comprarne un altro sotto falsa identità, e il primo nome che gli è venuto in mente è stato quello di quel vecchio compagno di liceo, mai più visto né sentito, dal destino meno illustre dell’amico Nicolas. Il vero Paul Bismuth ieri come sempre stava in Israele, scocciato per una improvvisa notorietà mondiale, dalla quale si sente travolto. Il Bismuth finto, a Nanterre, rispondeva alle domande dei magistrati. Di grottesco non c’è solo il dettaglio del nome, nella trascrizione delle sette telefonate pubblicata dal giornale online Mediapart. Il sito francese ha avuto accesso alla sintesi delle conversazioni avvenute tra il 28 gennaio e l’11 febbraio 2014 tra Ni- dotto anche, e con quali risultati, contro la sinistra: da Jérôme Cahuzac al consigliere dell’Eliseo Aquilino Morelle. Abbiamo fatto dimettere il ministro Cahuzac, e a seguito di quello scandalo il governo ha creato l’Ufficio centrale di lotta contro la corruzione che sta indagando adesso su Sarkozy. A smuovere le cose non è una magistratura politicizzata, ma la stampa indipendente». E’ un fatto che il fermo arrivi proprio quando la candidatura di Sarkozy alla guida dell’Ump sembrava imminente. «Credo che il rapporto sia inverso: l’ex presidente sa che sta per essere convocato dalla polizia, mette in scena attraverso i suoi uomini l’ipotesi di un suo ritorno per potersi poi atteggiare a vittima di una persecuzione». Che pensa di Claire Thépaut, cotitolare dell’inchiesta a Nanterre e autrice, all’indomani della sconfitta di Sarkozy nel 2012, di commenti sfavorevoli all’ex presidente, proprio su «Mediapart»? «A differenza che in Italia la Procura in Francia non è indipendente, si può colas Sarkozy e il suo legale, Thierry Herzog, che cercavano di ottenere informazioni in anticipo riguardo all’inchiesta sui finanziamenti di Gheddafi alla campagna elettorale del 2007, e sul destino delle agende presidenziali sequestrate nel dossier Bettencourt. I giudici autori del sequestro delle agendine vengono elegantemente definiti da entrambi «i bastardi di Bordeaux». La prima conversazione posta sotto esame ha luogo martedì 28 gennaio, alle 12.24. Herzog è in grado di anticipare a Sarkozy l’atteggiamento — benevolo, per fortuna —, del rela- tore della Corte di cassazione quanto alle agende (l’ex presidente spera di rientrarne in possesso al più presto, non vuole che vengano esaminate anche nel processo per l’arbitrato Adidas a favore di Bernard Tapie, o nell’inchiesta per i finanziamenti libici). Sarkozy è felice dell’ottimismo di Herzog, e chiede se «il nostro amico» ha per caso informazioni opposte: no, Herzog lo rassicura. «Il nostro amico» è l’alto magistrato di Corte di cassazione Gilbert Azibert, 67 anni, detto «Annulator» per la passione con la quale fa il suo lavoro, cioè cas- sare le sentenze altrui. Il sospetto della Procura di Nanterre è che Sarkozy tramite Herzog si sia messo d’accordo con Azibert: tu mi riveli in anticipo la mia posizione nelle varie inchieste, io metto una buona parola per farti avere la poltrona di giudice nel Principato di Monaco. Il 29 gennaio nuova chiamata, alle 19.25: l’avvocato conferma a Sarkozy di stare tranquillo, la relazione sulla questione delle agende sarà «volontariamente neutra» ma si punta a restituirgliele, lo assicura «Gilbert» (Azibert) che ha pranzato con l’avvocato generale. L’avvocato si compiaStop L’ex presidente della Repubblica francese Nicolas Sarkozy all’arrivo all’Assemblea Nazionale in una foto del 25 giugno. Sarkozy, 59 anni, del partito di centrodestra «Union pour un Mouvement Populaire» (Ump), è stato all’Eliseo dal 2007 al 2012. Il suo ritorno in politica era dato per imminente. Ieri è stato fermato e interrogato a lungo dalla polizia (Reuters/Gonzalo Fuentes) L’ipotesi ❜❜ La «persecuzione» Sapeva di essere nei guai, ha fatto circolare l’ipotesi di un suo ritorno per potersi poi atteggiare a vittima La stampa ❜❜ Contropotere A smuovere le cose non è una magistratura politicizzata ma la stampa indipendente Nei due Paesi ce della collaborazione della talpa Azibert, «si è dato davvero da fare», dice a Sarkozy. Giovedì 30 gennaio, alle 20.40, Herzog racconta a Sarkozy di avere parlato con «Gilbert» la mattina, gli comunica che le famose agendine saranno dissequestrate e torneranno in suo possesso, e che in più i giudici dovranno togliere ogni menzione nell’inchiesta Bettencourt, «cosa che darà un gran lavoro a quei bastardi di Bordeaux» (i giudici, ndr), chiosa l’avvocato. Sabato primo febbraio, alle 11.22, Nicolas Sarkozy raccomanda di «prendere contatto con i nostri amici perché facciano attenzione, non si sa mai», perché gira voce che i suoi uffici saranno perquisiti dai magistrati che indagano sulla sua denuncia contro Mediapart per la vicenda libica. Ancora quel sabato, venti minuti dopo, Nicolas Sarkozy chiama l’avvocato Herzog e organizza una messa in scena che, a posteriori, sembra un po’ ridicola: parlarsi sulla linea ufficiale, non quella segreta intestata a Paul Bismuth, per non insospettire gli inquirenti. Herzog accetta, gli propone una falsa conversazione a proposito della denuncia contro Mediapart, e dice «ti chiamo io, sembrerà più naturale». Mercoledì 5 febbraio, alle 9.42, l’avvocato ricorda a Sarkozy l’impegno preso con il giudice Azibert per il posto a Montecarlo, il presidente emerito conferma che lo aiuterà. Del resto, Herzog aveva già rassicurato il giudice: «Ma scherzi? Con tutto quello che stai facendo...». Una settimana dopo, martedì 11 febbraio, alle 22.11, Herzog dice a Sarkozy che «Gilbert» è sempre dei loro, «domani andrà a caccia» di informazioni. S. Mon. © RIPRODUZIONE RISERVATA muovere entro limiti ristretti, se l’inchiesta è stata aperta è perché ce ne erano tutti i presupposti». E il caso del «mur des cons», la bacheca nella sede del Sindacato della magistratura, dove erano affisse le foto dei «cretini» da colpire, in primis Sarkozy? «Sono polemiche superficiali, scappatoie. I fatti parlano. C’è il sospetto che Sarkozy abbia creato una rete al suo servizio nel cuore dello Stato. Per ogni sua campagna elettorale esiste uno scandalo: nel 1995, quando militava per Edouard Balladur, l’affare Karachi; nel 2007, i finanziamenti di Gheddafi; nel 2012, le fatture false dell’Ump». Ora il ritorno di Sarkozy si allontana o si avvicina? «Farà di tutto per salvarsi, userà la politica come scudo contro i processi. Bisognerebbe che, come è accaduto in Italia con Berlusconi, alcuni fedelissimi trovassero il coraggio di abbandonarlo per il bene della loro famiglia politica. Per adesso non sta accadendo». S. Mon. © RIPRODUZIONE RISERVATA Francia Immunità L’articolo 67 della Costituzione francese dispone che «il presidente della Repubblica non è responsabile degli atti in quanto tale» e gode quindi di un’immunità pressoché totale tranne che in caso di «alto tradimento» e per azioni giudiziarie di fronte alla Corte penale internazionale Intercettazioni La legge che regola l’utilizzo delle intercettazioni in ambito giudiziario è la n. 91-646 del 10 luglio 1991: il presidente della Repubblica non può essere intercettato durante il suo mandato Italia Immunità Come stabilito dall’ articolo 90 della Costituzione il presidente della Repubblica non è responsabile degli atti compiuti nell’esercizio delle proprie funzioni, fatta eccezione per i casi di alto tradimento e di attentato alla Costituzione Intercettazioni Il presidente della Repubblica in quanto «supremo garante dell’equilibrio dei poteri dello Stato» non è mai intercettabile e le sue conversazioni sono inviolabili anche in presenza di reati comuni 10 Primo Piano Mercoledì 2 Luglio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Medio Oriente La tensione La vicenda Rapimento Spariti vicino a Hebron Eyal Yifrah, Gilad Shaar e Naftali Frenkel vengono rapiti il 12 giugno in Cisgiordania nei pressi dell’insediamento di Gush Etzion, tra Betlemme e Hebron, mentre facevano l’autostop. I tre adolescenti erano allievi di una scuola religiosa ebraica Davanti alle bare «Un baratro morale ci separa dai nostri nemici», ha dichiarato il premier Benjamin Netanyahu parlando davanti alle bare dei tre giovani uccisi, nel corso dei funerali che si sono celebrati ieri a Nof Ayalon (foto AP) L’addio di Israele ai tre ragazzi uccisi Missili su Gaza, si studiano i raid Intensificati gli sforzi per scovare i mandanti. Divisioni nel governo DAL NOSTRO INVIATO Ricerche Le operazioni dell’esercito Le ricerche dei giovani proseguono per giorni mentre parallelamente Israele rastrella obiettivi di Hamas ritenuta responsabile del rapimento. Cinque palestinesi rimangono uccisi e circa 400 sono gli arrestati, la maggior parte dei quali esponenti del movimento estremista Ritrovamento I corpi abbandonati dietro ai cespugli Il 30 giugno i giovani privi di vita vengono scoperti nei pressi di Halhul. Le prime indagini hanno rivelato che i tre ragazzi sono stati uccisi subito dopo il sequestro, forse poco dopo la telefonata con la quale uno di loro ha avvisato la polizia del rapimento NOF AYALON — «Impareremo a cantare senza di te, continueremo a sentire la tua voce dentro di noi». Piange la madre che in questi venti giorni ha pianto meno delle altre due, piange la madre che si è presa sulle spalle il ruolo di parlare senza cedere. Piange Rachel quando ringrazia i soldati «perché avevate promesso di riportarcelo a casa e ci siete riusciti». Il corpo di Naftali è davanti a lei e alle centinaia di israeliani che hanno camminato verso questo villaggio sulle colline tra Gerusalemme e Tel Aviv, la maggior parte indossa le larghe kippà all’uncinetto, il simbolo dei sionisti religio- si. La Cisgiordania non è lontana, l’incrocio dove il figlio e altri due ragazzi sono saliti la sera del 12 giugno sull’auto sbagliata, quella dei loro assassini. Le cerimonie e il dolore convergono verso la città di Modiin dove Naftali Frenkel viene seppellito vicino a Gilad Shaar, 16 anni entrambi, ed Eyal Yifrah, 19. Le salme sono state trasportate dalle case dei genitori, accompagnate da migliaia di persone. Adesso a parlare sono i politici, anche per loro è il momento della preghiera, gli annunci, le strategie militari arriveranno dopo: «Un baratro morale ci separa dai nostri nemici. Loro celebrano la morte, noi la vita. Loro inneg- giano alla crudeltà, noi alla pietà. Questa è la base della nostra forza» proclama il premier Benjamin Netanyahu dietro a un vetro antiproiettile. «Il terrorismo è come un boomerang: vuole colpire noi, il colpo gli si ritorcerà contro» promette il presidente Shimon Peres. Quanto il boomerang picchierà duro è quello che Netanyahu discute con i suoi ministri ritornato a Gerusa- lemme. Prima della riunione, delinea in diretta televisiva gli obiettivi che vuole fissare per l’esercito: dare la caccia e catturare i palestinesi coinvolti nel sequestro e negli omicidi («non molleremo fino a quando saremo arrivati all’ultimo di loro, non importa dove si nasconda. Sono passibili di morte»), continuare le operazioni contro Hamas in Cisgiordania (i due sospettati indicati dai servizi segreti so- Il falco Non passa la linea del ministro Lieberman di invadere subito la Striscia La colomba Il ministro Yaalon: «Questo non è il momento di decidere con l’istinto ma con la testa» no legati al movimento fondamentalista), intensificarle a Gaza «se i lanci di razzi lo renderanno necessario». L’ipotesi di un’operazione militare su larga scala sembra per ora rinviata, di certo non è passata la linea di Avigdor Lieberman, il ministro degli Esteri, che proponeva di invadere la Striscia. Moshe Yaalon, ministro della Difesa, ripete che è il momento di decidere con la testa non d’istinto. L’altra notte l’aviazione israeliana ha bombardato 34 bersagli a Gaza in risposta ai lanci di missili, che sono continuati ieri con l’intervallo per il digiuno di Ramadan: all’alba e al tramonto, poche ore dopo i funerali. In Cisgiordania l’esercito ha reintrodotto una pratica che non utilizzava dal 2005, alla fine era considerata inefficace: demolire le case dei palestinesi coinvolti negli attacchi. Nella zona di Abu Qatila, vicino ad Hebron, gli artificieri hanno fatto saltare l’ingresso agli edifici delle famiglie di Marwan Qawasmeh e Amer Abu Aisha. Sarebbero loro ad aver rapito i tre ragazzi ed aver sparato pochi minuti dopo averli fatti salire in auto i colpi che si sentono nell’audio reso pubblico ieri: è la telefonata di Eyal Yifrah alla polizia per lanciare l’allarme. «Sono stato rapito», riesce a dire. Poi le urla: «Giù la testa», i botti. Ai telegiornali gli analisti ammettono che Israele non ha in mano la prova definitiva che leghi l’operazione ai leader di Hamas. Il clan Qawasmeh è noto fin da dalla seconda intifada per attentati che hanno messo in difficoltà le strategie politiche del movimento. Netanyahu non ha dubbi: «Hamas è responsabile e Hamas pagherà». La linea Il commento QUELL’ODIO CHE ACCECA NEL NOME DELL’«ANTI SIONISMO» Scrivi di provare pietà per Naftali, Gilad e Eyal e verrai sommerso dagli insulti di PIERLUIGI BATTISTA S crivi su Twitter che Naftali, Gilad ed Eyal, i tre ragazzi ebrei rapiti e trucidati in terra palestinese, dobbiamo sentirli come i «nostri» ragazzi, soffrire con loro e con le loro famiglie, averne pietà, detestare i terroristi che li hanno martirizzati, scrivi soltanto questo e verrai sommerso da un diluvio di insulti e contumelie. Il più benevolo tratta quei ragazzini di 16 anni come i numeri di un’equivalenza: non un briciolo di pietà che non contempli, simultaneamente, l’orrore per le gesta di padri descritti come orchi con le mani sporche di sangue. Il più accecato e inselvatichito dal fanatismo antisionista equipara tout court quei tre ragazzi agli aguzzini che non meritano compassione. E senti ancora una volta che una dismisura mostruosa colpisce gli ebrei, il sionismo, l’immagine di Israele. Come se un eccesso di violenza polemica ottenebrasse qualunque ragione, e anche qualunque sentimento sempli- cemente umano. La politica non c’entra. Il giudizio politico si interroga sul perché i terroristi hanno voluto colpire in modo così infame tre adolescenti che amavano studiare i testi religiosi e cantare nelle feste che rinsaldano la coesione della comunità. Il giudizio politico può anche criticare i vertici dello Stato di Israele se non sono capaci di fare una pace stabile con i palestinesi. Il giudizio politico spera che la reazione israeliana ❜❜ Un eccesso di violenza polemica ottenebra qualsiasi ragione non porti altri lutti di innocenti. Il giudizio politico sa che la guerra è sempre una cosa atroce. Ma l’odio forsennato per Israele che non riesce a scolorirsi nemmeno di fronte allo spettacolo di tre ragazzi intenzionalmente annientati solo perché bollati con l’etichetta per gli assassini così repellente di «sionisti» eccede ogni giudizio politico. È fanatismo duro. È la disponibilità ad accogliere ancora la leggenda nera degli «ebrei» condannati a un destino cruento che non considera sfumature, giudizi equilibrati. Come se Israele e il sionismo fossero l’ultima materializzazione del Male assoluto per contrastare il quale non si deve escludere nessun mezzo, anche il più ripugnante. Anche il Terrore. Non la guerra, che colpisce indiscriminatamente. Ma il Terrore che colpisce uno ad uno le sue vittime, tre ragazzi che non stavano facendo nulla di male se non, semplicemente, esistere in una delle terre più incandescenti dell’universo. Il mondo è pieno di tiranni sanguinari, ma nessuno attira una quantità smisurata di odio come Israele, che peraltro non è una tirannia ma una democrazia, eppure viene descritta, senza alcun rispetto per la verità storica, come una congrega di carnefici as- setati di sangue palestinese. Quando sono stati rapiti i tre ragazzi (raffigurati come usurpatori violenti di una terra altrui, senza alcuna mediazione), a Roma pattuglie di imbrattatori si sono adoperati per coprire pubblicità israeliane con scritte che deploravano l’essenza «nazista» di Israele. Gruppi di fanatici europei (gli italiani in prima fila in questa classifica della vergogna) partecipavano alla danza macabra che consisteva nel far compiere ai bambini palestinesi gesti con le tre dita che inneggiavano al rapimento dei tre ragazzi, quasi coetanei ma «luridi sionisti»: un sabba di odio e di ignoranza che non è nemmeno giustificato ❜❜ Israele viene descritta come una congrega di fanatici assetati di sangue dalla vita degli oppressi, perché è il frutto di uno schematismo ideologico folle e disumano nato qui, non nato nelle terre martoriate. Manipoli di odiatori che non dicono una sola parola sull’oppressione mostruosa che fa sprofondare nella dittatura molti Stati geograficamente contigui ad Israele ma nemici acerrimi del «sionismo» e da sempre nemici di una soluzione politica pacifica per gli israeliani e i palestinesi che contempli la convivenza di due Stati per due popoli. Jorge Semprun la chiamava «emiplegia ideologica»: un modo di vedere doppio che nasconde una parte della realtà per deformarne un’altra. Sono gli odiatori che non vogliono dire una parola di pietà per Naftali, Gilad ed Eyal. Che aggredivano anni fa le manifestazioni per chiedere la liberazione di un altro giovane israeliano, Gilad Shalit, tenuto in ostaggio da Hamas, e scambiato con un numero elevatissimo di prigionieri palestinesi. Un odio illimitato, aperto, dichiarato, rivendicato. Senza che faccia scandalo, nell’Occidente che piange per La vita è bella o per Schindler’s List, l’orrore di ragazzi ebrei, uccisi perché ebrei, in nome dell’«antisionismo». © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Mercoledì 2 Luglio 2014 Primo Piano 11 italia: 51575551575557 Il retroscena Gli analisti insistono che il premier vuole evitare scontri militari prolungati I versi con la vendetta e i calcoli sulla strategia: il dilemma di Netanyahu DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Ghetto chiuso per lutto dura del governo deve servire anche a calmare il desiderio di vendetta tra gli estremisti israeliani. Ieri bande di ragazzi arrivati dalle colonie in Cisgiordania dava la caccia ai palestinesi per le strade di Gerusalemme, la polizia ha arrestato una quarantina di persone tra quelli che urlavano «morte agli arabi». Dalla Striscia di Gaza i fondamentalisti mostrano il lato belligerante («le minacce non ci spaventano», annuncia il portavoce Sami Abu Zuhri), ma avrebbero chiesto alla Turchia di premere su Israele perché rinunci all’offensiva. Hamas è indebolito dalle operazioni in Cisgiordania (400 arresti) e dalle rinnovate divisioni con Abu Mazen, il presidente palestinese. L’intesa per l’unità nazionale tra le fazioni palestinesi vacilla, Abu Mazen ha condannato il sequestro e le sue forze di sicurezza hanno cooperato con gli israeliani nelle ricerche. Davide Frattini @dafrattini Roma, picchiato giovane con kefiah ROMA — Serrande abbassate per i negozi nell’ex ghetto e preghiere nel Tempio Maggiore: così la comunità ebraica di Roma, ha ricordato i tre ragazzi israeliani uccisi, in concomitanza con i loro funerali in Israele. Ma nel giorno del lutto e delle preghiere, nella capitale un giovane che indossava la kefiah è stato aggredito da un gruppo di filoisraeliani e trasportato in codice giallo all’ospedale Fatebenefratelli per un trauma cranico. Nel pomeriggio erano state convocate due manifestazioni spontanee a pochi metri di distanza, una pro Israele a piazza Santa Maria di Loreto e l’altra pro Palestina a piazza San Marco. Il giovane sarebbe stato picchiato mentre si allontanava da solo. In molte sinagoghe italiane ieri è stato il giorno del silenzio: da Roma — dov’è stato accolto l’invito del presidente della Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici e del rabbino capo Riccardo Di Segni, che ha celebrato — a Torino, da Napoli a Milano, il dolore ha unito la comunità ebraica. © RIPRODUZIONE RISERVATA GERUSALEMME — Usa la parola «vendetta» ma l’annuncia con le parole del poeta Haim Nahman Bialik. Le frasi scelte da Benjamin Netanyahu poche ore dopo il ritrovamento dei corpi dei tre ragazzi, lunedì sera, sono state interpretate e studiate come oltre cento anni fa i versi composti dopo il pogrom anti ebraico a Kishinev. Gli analisti cercano di vaticinare quanto la risposta contro Hamas deliberata dal primo ministro si spingerà lontano, quanto colpirà duro. «Satana non ha ancora creato vendetta per il sangue del bambino piccolo», scrive Bialik. E questo passaggio ha fatto pensare a una rappresaglia massiccia. Poche righe pri- La frase Il poeta Poche ore dopo il ritrovamento dei corpi dei tre ragazzi, il premier israeliano Benjamin Netanyahu, parlando della ritorsione contro Hamas, ha citato una frase del poeta in lingua ebraica Haim Nahman Bialik (1873-1934, foto sotto) La citazione «Satana non ha ancora creato vendetta per il sangue del bambino piccolo», scrive Bialik dopo un pogrom anti ebraico a Kishinev Il premier Netanyahu è stato votato anche per l’immagine di uomo forte contro i fondamentalisti di Hamas ma il poeta però ammonisce: «Maledetto sia colui che dice: vendicati». Ai commentatori israeliani più attenti restano le statistiche e gli anni passati a decifrare le mosse di Netanyahu. Chi lo conosce bene ripete che — retorica e proclami a parte — il premier vuole evitare scontri militari prolungati. Lo ha dimostrato nel novembre del 2012 — una settimana di bombardamenti su Gaza per fermare i lanci di missili contro Israele — ed è a quella campagna che adesso in molti ripensano. Allora il ministro della Difesa era Ehud Barak, il soldato più decorato della storia d’Israele. Adesso dalla Kirya, il Pentagono di Tel Aviv, comanda Moshe Yaalon che è stato capo di Stato maggiore durante i periodi più difficili della seconda intifada e ha guidato l’operazione Scudo difensivo in Cisgiordania. «Netanyahu è un primo ministro In fiamme La casa di Amer Abu Aisha, ricercato per l’omicidio dei tre ragazzi efficiente in una situazione come questa — commenta Ben Caspit sul giornale Maariv — perché evita le avventure non necessarie e per natura preferisce mantenere la stabilità». «La rabbia, il desiderio di punire e di vendicarsi non sono un piano strategico», avverte Alex Fishman su Yedioth Ahronoth. Della stessa opinione, sempre sul quotidiano più venduto nel Paese, l’editorialista più noto: «Spero pensi al nemico esterno e non solo alla pressione interna. Pressioni Tra i suoi ministri subisce la pressione di Naftali Bennett, leader dei coloni, che pretende la guerra totale Israele deve continuare a colpire Hamas, bisogna farlo in modo intelligente e chirurgico» dice Nahum Barnea. Netanyahu ha raccolto voti anche per l’immagine di uomo forte contro i fondamentalisti, intransigente verso il movimento che ha controllato la Striscia di Gaza dal 2007 fino all’intesa con Abu Mazen, il presidente palestinese, di poche settimane fa. Tra i suoi ministri subisce la pressione di Naftali Bennett, leader dei coloni, che pretende la guerra totale contro Hamas. «Adesso Netanyahu deve mantenere quella promessa elettorale — spiega Amos Harel su Haaretz — ma non vuole restare coinvolto in un prolungato intervento militare». D.F. Rappresaglia Questo passo, citato da Netanyahu, ha fatto pensare a una rappresaglia massiccia contro i militanti di Hamas. Ma il poeta, poche righe sopra il verso, ammonisce: «Maledetto sia colui che dice: vendicati» Interpretazioni Gli analisti israeliani si sono affrettati a spiegare perciò che in realtà Netanyahu non ha alcun interesse, o convenienza, a lanciarsi in un’avventura molto rischiosa per Israele © RIPRODUZIONE RISERVATA L’intervento Lo Stato ebraico circondato da nuovi muri Ma può sperare negli amici regionali Storico Benny Morris è un esponente dei Nuovi storici post sionisti, cui si deve la rilettura delle guerre tra arabi e israeliani. Fra le sue opere, «Vittime. Storia del conflitto arabo israeliano 1881-2001» (Rizzoli) di BENNY MORRIS I n questi ultimi mesi, Israele ha visto innalzarsi barriere da ogni lato, che minacciano di accerchiare e isolare lo Stato ebraico. Tre anni fa, l’ondata rivoluzionaria che ha investito il mondo arabo, la cosiddetta Primavera araba, annunciava una soluzione strategica duratura nella regione, con l’indebolimento di Egitto e Siria, le due principali potenze militari arabe che in passato hanno ripetutamente sferrato guerre sanguinose contro Israele. Ma i recenti sviluppi a Washington, in Turchia, Iraq e Siria, come pure nei territori palestinesi (in Cisgiordania e a Gaza) e persino in seno alla minoranza araba di Israele — 1,5 milioni di cittadini su una popolazione di 8 — sembrano tramare per isolare Israele, limitare i suoi spazi di manovra e minacciare il suo futuro. Negli Stati Uniti, il governo americano ha criticato Israele per il fallimento degli ultimi colloqui di pace con i palestinesi. Il presidente Obama non si ripresenterà alle prossime elezioni e pertanto non si preoccupa di ingraziarsi gli elettori ebrei né di rastrellare i loro contributi finanziari alla campagna elettorale. In molti hanno girato le spalle a Israele, abbandonandolo al suo destino. In Turchia, il primo ministro islamista Erdogan — sostenitore di Hamas a Gaza e dei Fratelli Musulmani in Egitto — gode di crescente popolarità e sicuramente si presenterà alle elezioni presidenziali, visto che già si prepara, con riforme legislative mirate, a rafforzare i poteri della presidenza nei prossimi mesi. La potente offensiva lanciata dal movimento sunnita Isis, nemico di Israele, nel nord e nell’ovest dell’Iraq, oltre al crescente predominio di questa organizzazione tra le milizie che combattono contro il regime di Bashar Assad a Damasco, pone chiaramente una seria minaccia a lungo termine per Israele. Sui confini di Israele, i territori palestinesi sono in crescente subbuglio, in seguito alla rottura dei negoziati israelo-palestinesi, che rimandano a un futuro non meglio definito la prospettiva della nascita di uno Stato palestinese, e dopo il Hebron La casa demolita di uno dei sospetti rapimento e l’uccisione dei tre ragazzi israeliani in Cisgiordania. A seguito del drammatico evento, risalente a due settimane fa, Israele ha imposto la sua presenza militare nell’area di Hebron, causando la morte di cinque palestinesi nel corso dei setacciamenti alla ricerca dei ragazzi e dei loro sequestratori, arrestando circa 500 militanti (in prevalenza di Hamas). Le truppe israeliane stanno rendendo ancora la vita difficile nei territori, mentre danno la caccia ai rapitori assassini. Tuttavia, c’è ben poco che Israele possa fare nei confronti della leadership di Hamas, la quale si guarda bene dallo scatenare un attacco in grande stile, con il lancio di missili contro Tel Aviv, per non rischiare le ire del governo americano. In Israele, i rappresentanti della minoranza arabo-israeliana potrebbero essere già in rotta di collisione con il governo. Un parlamentare arabo della Knesset, Hanin Zoabi, ha dichiarato di recente che i rapitori e assassini dei tre ragazzi «non sono terroristi». Allo stesso tempo, Netanyahu ha approvato la messa al bando dell’organizzazione islamista arabo-israeliana, notoriamente solidale con Hamas. Se la sua proposta dovesse passare, proteste e scontri di piazza saranno inevitabili. Ma non tutto è perduto. All’orizzonte si profila qualche spiraglio di ottimismo. Innanzitutto, il rovesciamento del regime dei Fratelli Musulmani in Egitto, per opera dell’esercito egiziano, sotto il generale — oggi presidente — Al Sisi. In secondo luogo, la crescente potenza del governo autonomo del Kurdistan nel nord dell’Iraq. Entrambi questi sviluppi contribuiscono a rafforzare la posizione strategica di Israele. Tanto Al Sisi quanto Israele hanno interesse a combattere un nemico comune, i Fratelli Musulmani, i cui leader sono quasi tutti in prigione, e a distruggere il movimento islamista clandestino nella penisola del Sinai. Negli ultimi anni questi islamisti, nascosti tra le tribù beduine della penisola, hanno sferrato attacchi sia contro l’esercito egiziano sia contro bersagli israeliani. Al Sisi inoltre non è amico del regime di Hamas a Gaza, in cui vede il braccio palestinese della Fratellanza. In quanto al Kurdistan iracheno, dove Israele sin dagli anni Sessanta ha appoggiato i ribelli curdi contro il governo centrale di Bagdad, le forze locali hanno allargato la loro zona di influenza — inglobando la città petrolifera di Kirkuk — man mano che le truppe governative si ritirano verso sud sotto l’offensiva di Isis. Ieri Netanyahu, contrariamente alla politica americana, che punta a mantenere uno Stato iracheno unificato, ha espresso senza mezzi termini il sostegno di Israele alla trasformazione della zona autonoma curda in un vero Stato indipendente. (Traduzione di Rita Baldassarre) © RIPRODUZIONE RISERVATA 12 italia: 51575551575557 Mercoledì 2 Luglio 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Mercoledì 2 Luglio 2014 Primo Piano 13 italia: 51575551575557 Esteri Folla Un momento della grande manifestazione per la democrazia e il suffragio universale, ieri a Hong Kong Elezioni libere Chiedono il suffragio universale Pro Pechino Poche centinaia alla contromanifestazione Un monito che suona come la campana a morto per il principio «un Paese due sistemi», una minaccia di trasformare Hong Kong in un’altra delle cento città tutte uguali dell’impero. Ma proprio il desiderio di resistere ha spinto gli hongkonghesi a votare in massa nel referendum: quasi 800 mila. E poi a scendere in piazza. Nel successo del referendum c’è anche la protesta della gente, i più giovani in prima linea, contro la diseguaglianza sociale che ha creato qui la più alta concentrazione di milionari dell’Asia. «Senza un sistema democratico non è possibile premere sul governo per un cambiamento e un riequilibrio sociale», ci dicono i ragazzi di «Occupy Central». Se la loro voce non sarà ascoltata hanno giurato di occupare il distretto finanziario. Oltre alla parola democrazia, non è un caso che la bandiera più sventolata a Hong Kong sia quella del business. Per invocare la calma si sono schierate le camere di commercio internazionali (compresa quella italiana) con un appello a pagamento sui giornali; e le quattro potenti società di revisione, Ey, Kpmg, Deloitte e PwC, hanno ammonito che le multinazionali potrebbero abbandonare la città. Le grandi banche tacciono, ma agiscono: Hsbc e Standard Chartered hanno smesso di fare pubblicità sui giornali che sostengono il movimento anti-Cina. La libertà di stampa, con quella di manifestazione, e l’indipendenza del sistema giudiziario, sono i tratti caratteristici di Hong Kong. Ma da mesi i giornali sono sotto assedio. Ne parliamo con Jia Xi Ping, direttore del Marcia tra i grattacieli Hong Kong si ribella ai padroni della Cina Mezzo milione in piazza per la democrazia DAL NOSTRO INVIATO HONG KONG — Il primo luglio è festa a Hong Kong. Lo decisero le autorità per celebrare il giorno del 1997 in cui la colonia britannica fu restituita alla Cina. Ma ieri alla manifestazione ufficiale per il 17° anniversario c’erano solo un paio di centinaia di anziani, sembravano pensionati precettati dal partito sotto uno striscione rosso con su scritto «Stabilizzare Hong Kong». Qualche chilometro di distanza e il colpo d’occhio era tutto diverso, per niente «stabilizzato»: il Victoria Park pieno di gente chiamata a raccolta dal movimento democratico per protestare contro Pechino, per chiedere di potersi scegliere i candidati alla carica di «chief executive», come qui viene chiamato il capo dell’amministrazione speciale, il governatore. Un mare di persone, per la grande maggioranza giovani, una foresta di cartelli con la scritta «Difendiamo la nostra città», «Suffragio universale», «Candidature libere», ha attraversato Hong Kong per ore. Ha piovuto, diluviato ieri, ma la gente non si è fatta scoraggiare, solo qualche tentativo di ripararsi sotto i cavalcavia e poi avanti ancora, verso Central, il cuore della metropoli finanziaria. Quanti erano? Gli organizzatori puntavano a 500 mila. Nel Victoria Park ci sono sei campi di calcio, prima della marcia i manifestanti per la democrazia li avevano riempiti tutti, e anche le strade intorno erano un fiume di gente. In questi casi è sempre difficile valutare, e anche questa volta ci sono stime differenti. Ma i reporter dei quotidiani di Hong Kong ci dicono di non aver mai visto una cosa del genere sulla loro isola. Erano settimane, mesi, che Hong Kong si preparava a questa giornata. Il confronto tra i due campi, quello legato alla madrepatria cinese e quello che vuole mante- I cortei I manifestanti hanno riempito il Victoria Park, un’area in grado di contenere sei campi di calcio. Nella foto piccola il cardinale Zen al corteo per il referendum nere l’unicità della città. Fino al 2047 la Cina si è impegnata alla regola «un Paese due sistemi»: così Hong Kong dovrebbe mantenere libertà di parola, di stampa, di manifestazione, magistratura indipendente. E la città ad amministrazione speciale dovrebbe avere elezioni a suffragio universale nel 2017; ma il governo centrale cinese non vuole correre rischi e perciò esige che i candidati siano nominati da un consiglio di «saggi» fidati, con l’aggiunta che per essere in lista bisogna aver dimostrato di «amare la patria cinese». Così un migliaio di giovani attivisti riuniti nel movimento «Occupy Central with Love and Peace» e di docenti universitari cresciuti nel mito del «Rule of Law», lo Stato di Diritto ereditato dai britannici, hanno lanciato una sfida: un referendum informale sulla legge elettorale. Con l’obiettivo di ottenere libertà di scelta dei candidati alla carica di «chief executive». Pechino ha reagito pubblicando un libro bianco che ricorda: «L’autonomia di cui gode Hong Kong non è scontata, non è un diritto ereditario, è una concessione del governo cinese». La replica «L’autonomia di cui gode l’isola non è scontata, non è un diritto ereditario, è una concessione del governo cinese» L’intervista Il porporato emerito: «Dico al Papa: non venga qui, sarebbe manipolato» Il cardinale Zen: «Pechino ci vuole schiavi» DAL NOSTRO INVIATO HONG KONG — Joseph Zen Ze-kiun, cardinale emerito di Hong Kong, ha 82 anni. La settimana scorsa ha marciato nelle strade per 84 ore, in maglietta bianca con la scritta «referendum». E ieri è stato in strada ancora, per il grande corteo. Sua eminenza incita a difendere la formula democratica che l’ex colonia britannica ha ereditato da Londra. «È stato un mezzo miracolo», dice ora il cardinale, seduto in una stanza del seminario dei salesiani, stretto tra le belle colline verde tropicale e i grattacieli popolari grigio cemento. Cardinale, perché ha deciso di aderire in modo così spettacolare? «Perché libertà civile e libertà religiosa sono inseparabili. E in Cina sono negate entrambe. Per questo ho chiesto ai fedeli cattolici (350 mila su circa 7,2 milioni di abitanti, ndr) di votare, anche se la consultazione era solo simbolica. E il risultato è stato un mezzo miracolo: quasi 800 mila hongkonghesi hanno partecipato al referendum che si è conclu- so domenica». Un giornale di Hong Kong ha scritto che il dialogo tra Pechino e Vaticano potrebbe riprendere. Non teme di compromettere questa apertura con il suo appoggio al movimento democratico? «Non vedo tracce di dialogo e anche se Pechino dovesse tendere la mano, in queste condizioni sarebbe un inganno. Io conosco bene la situazione per la Chiesa cattolica in Cina: i nostri poveri vescovi sono schiavi, il partito comunista nega loro rispetto, cerca di privarli anche della dignità. Minaccia i loro familiari, oppure li tenta con promesse di favori inaccettabili. Noi non possiamo tacere». Quindi nessun dialogo, lei continuerà a far sentire la sua critica forte da Hong Kong? «Io dico a Roma che se da Pechino arrivassero concessioni vere per la Chiesa, allora potrei tacere. Se il Papa me lo chiedesse io potrei tacere, perché dietro il Santo Padre c’è lo Spirito Santo. Ma in questo momento è mio dovere parlare». Non spera che papa Francesco possa venire in Cina? «Io ora gli direi: “non venga, sarebbe manipolato”. I pochi coraggiosi non lo potrebbero incontrare, mentre il partito comunista gli presenterebbe i vescovi illegittimi, anche i tre scomunicati». Non pensa che il presidente Xi Jinping meriti un po’ di fiducia? «All’inizio avevamo qualche speranza in Xi, figlio di un riformista. Ma poi ha detto chiaro e più volte che il partito comunista non deve mollare neanche di un palmo, per non fare la fine dell’Urss. Per questo Xi non vuole accettare un voto libero a Hong Kong, ha paura che la gente lo possa chiedere anche in Cina». Qualcuno a Pechino ha parlato di legge marziale se la situazione a Hong Kong dovesse richiederlo. «La repressione? È possibile tutto, ma non c’è scelta. L’alternativa è accettare di essere schiavi». Ta Kung Pao, quotidiano locale schierato con la Cina. «Hong Kong è tornata alla madrepatria da 17 anni, è naturale che l’influenza di Pechino sia cresciuta». Il direttore non nega differenze conflittuali: «Noi siamo cresciuti nel comunismo, loro nel capitalismo, bisogna creare una nuova cultura. Ma sulla questione del suffragio universale nel 2017 non ci può essere discussione: qualcuno pensa che si possa svolgere come se Hong Kong fosse una nazione indipendente, non è così. Punto». Fuori però, i cronisti, anche quelli di Ta Kung Pao, ci dicono che la coda del corteo è potuta partire da Victoria Park solo alle sette di sera, tre ore dopo la testa, tanta era la folla. Si è fatto buio, si vede qualche falò: bruciano pagine con la scritta «Libro bianco di Pechino» e ritratti dell’attuale governatore, CY Leung, quello che al mattino, davanti al gruppetto di anziani precettati dal partito, aveva inneggiato all’amore per la madrepatria. Dal buio spunta un gruppetto di ragazzi fradici di pioggia e sudore. Portano una bara nera in spalla. Che cosa è? «Il funerale dell’illusione un Paese due sistemi», dicono. Ma intanto continuano a marciare, perché oggi Hong Kong è loro. Guido Santevecchi @guidosant G. Sant. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Islam La Corte europea dà ragione alla Francia che dal 2011 proibisce l’uso del velo integrale in luoghi pubblici Strasburgo: vietare il burqa non viola i diritti umani DAL NOSTRO INVIATO STRASBURGO — Non è «una vittima» come dice di essere, S.A.S., ragazza di 24 anni, di passaporto francese e religione islamica. Se lo Stato le vieta di portare il burqa o altri veli integrali sul viso, come fa con una legge dal 2011, lo fa giustamente, per far sì che siano rispettate le «condizioni del vivere insieme», fra le quali c’è anche la libertà di guardarsi in faccia. Così ha sentenziato la Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo, con una decisione a maggioranza che tocca uno dei nervi più delicati del- l’Europa del ventunesimo secolo. S.A.S. si era rivolta alla Corte sostenendo che né il marito, né alcun altro, le avevano mai imposto di indossare il burqa — tunica con copricapo totale, di tradizione afghana — o il niqab, velo che lascia scoperti solo gli occhi. «A volte li indosso, a volte no», ha detto poi la donna nell’aula. «Ma sono sempre libera di scegliere». Vere o no che fossero queste parole, i giudici hanno applicato un altro metro. Non si sono appellati ai motivi di sicurezza anti-terrorismo, che furono all’origine delle leggi an- ti-burqa in Francia e in Belgio — gli unici Paesi Ue ad averle mai proposte, e approvate. Ma hanno cercato di analizzare se questo divieto violasse la Convenzione europea dei diritti Senza volto Donne con il burqa. La Corte europea dei diritti dell’uomo ne ha approvato il bando in Francia dell’uomo. I magistrati hanno ritenuto che vi siano tre principi in gioco: rispetto per l’uguaglianza di genere, rispetto per la dignità umana, e rispetto per le esigenze mini- me della vita in società, definibile anche come la necessità del «vivere insieme». Smantellati gli argomenti adottati dalla controparte a proposito dei primi due principi — nel senso che non sarebbero minacciati dal divieto di burqa e niqab — la Corte ha concluso che «la barriera eretta contro gli altri, da un velo che nasconde il volto, potrebbe minare la nozione del “vivere insieme”. Anche perché il volto “svolge un ruolo significativo nell’interazione sociale». «Gli individui potrebbero non desiderare di vedere, in luoghi aperti a tutti — ancora parole dei magistrati — prati- che o attitudini che chiamerebbero fondamentalmente in questione la possibilità di avere aperte relazioni interpersonali; quelle che formano, per consenso generale, un elemento indispensabile nella vita di comunità». In realtà, in Francia come in Belgio, è l’applicazione pratica di questa legge che rende tutto più difficile. A Bruxelles, per esempio, burqa e niqab sono rarissimi. Li indossano in genere donne di mezza età, con famiglia al seguito. La polizia raccomanda agli agenti elasticità. Ma nel dicembre 2011, uno di questi controlli con perquisi- zione provocò per una notte una rivolta di quartiere. Quanto ai timori del terrorismo islamico, qui non mancano certo: solo poche settimane fa l’odio ha colpito ferocemente il museo ebraico. Ma si tratta di azioni pressoché militari, purtroppo ben organizzate, e finora non sono stati trovati legami fra queste e i burqa. Nel frattempo, molte famiglie musulmane iscrivono le figlie alle scuole cattoliche dove possono portare il velo (mai il burqa) senza troppe curiosità altrui. Luigi Offeddu [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA 14 Mercoledì 2 Luglio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Cronache Prostituzione Pene per oltre 38 anni di reclusione agli otto imputati Tolta la potestà alla mamma di una ragazza dei Parioli Il giudice l’ha condannata a sei anni e a risarcire il danno La vicenda La denuncia e lo scandalo La denuncia della madre di una 14enne insospettita dallo stile di vita della figlia fa scoppiare il caso delle baby prostitute ai Parioli L’inchiesta e gli arresti Viene alla luce un giro di incontri che coinvolge la ragazzina e un’amica 15enne. In sei vengono arrestati: tra questi la madre della 15enne I clienti e i nomi eccellenti Gli uomini che avrebbero avuto rapporti a con le minorenni sono una cinquantina. Tra questi compare anche il marito di Alessandra Mussolini Le sentenze contro gli imputati Ieri sono arrivate otto condanne. Tra queste: 10 anni per Mirko Ieni, ritenuto il «reclutatore», sei per la mamma della quindicenne ROMA — Esultano e si commuovono le due pm appena viene letta la sentenza che condanna con durezza gli sfruttatori a vario titolo delle due studentesse-prostitute dei Parioli, due clienti e la mamma di una di loro. Oltre 38 anni in totale, cinque pene aumentate rispetto alle richieste dell’accusa, multe pesanti accompagnate dall’interdizione dai pubblici uffici, dal divieto di svolgere attività di qualunque tipo a contatto con minorenni (istruttori, allenatori etc.) e, nel caso della donna, dalla perdita della potestà genitoriale e dei diritti di successione sulla figlia. Dopo un’inchiesta da «tutto subito» del Nucleo investigativo dei carabinieri per limitare nei limiti del possibile i danni sulle due ragazze e un processo accelerato dal rito abbreviato, si chiude così in primo grado lo scandalo a luci rosse che ha sollevato il coperchio su vizi e degenerazioni della cosiddetta «Roma bene». Dieci anni di reclusione e 60 mila euro di multa sono stati inflitti dal gup Costantino De Robbio a Mirko Ieni, il principale sfruttatore delle liceali. Il primo a proporsi come procacciatore di clienti dopo aver letto il loro esplicito annuncio su un sito di incontri, mettendo a disposizione anche l’appartamento-alcova. Sei anni di reclusione e 20 mila euro di multa alla madre della più piccola delle due, che spingeva la figlia a continuare nell’attività a scapito della scuola perché gliene venivano benefici economici. Gli altri condannati sono il caporal maggiore dell’Esercito Nunzio Pizzacalla, 7 anni di reclusione e 24 mila euro di multa (per lui erano stati chiesti sei anni), che si era imposto come sfruttatore a distanza, senza mai incontrare le ragazze. Il commercialista Riccardo Sbarra ha avuto 6 anni a fronte di una richiesta di 5, cliente delle squillo accusato anche di possesso di materiale pedopornografico. Michael De Quattro 4 anni, cliente che doveva rispondere anche di tentata estorsione in relazione a una richiesta di 1.500 euro per non I clienti Sanzioni severe anche per alcuni dei clienti. Per altri 64 il processo è ormai alle porte diffondere il filmato di un rapporto con una delle due ragazzine. L’imprenditore Marco Galluzzo quattro anni e quattromila euro (contro i tre anni e quattro mesi chiesti): avrebbe spinto le ragazzine a fare sesso in cambio di cocaina. Sono stati invece condannati entrambi a 1 anno di reclusione (pena sospesa) e 3 mila euro ciascuno di multa i clienti Francesco Ferraro e Gianluca Sammarone. Per loro il pm aveva sollecitato 8 mesi. La condanna di questi ultimi due costituisce ora un precedente per gli altri 64 clienti identificati e sui quali il procuratore aggiunto Maria Monteleone e la pm Cristiana Macchiusi chiuderanno a brevissimo l’in- chiesta e chiederanno il processo. «Pedofili», li ha definiti senza mezzi termini tre giorni fa papa Francesco. Una decina di loro ha chiesto di patteggiare (la Procura non ha ancora dato l’eventuale assenso), ma anche con lo sconto previsto per legge la condanna non potrà essere distante dalla soglia degli 8 mesi. Tra questi dieci non ci sono i due più noti clienti finiti nella rete degli inquirenti, il marito di Alessandra Mussolini, Mauro Floriani, dirigente di Trenitalia, e Nicola Bruno, figlio del parlamentare di Forza Italia, Donato. «L’impianto accusatorio è stato pienamente condiviso dal gup», esulta la pubblica accusa. È passata la linea che per gli imputati era impossibile non accorgersi della vera età delle ragazze, al di là di quanto loro stesse dichiaravano. Mentre Raffaella Scutieri, il difensore di Mirko Ieni, l’unico ad aver avuto uno sconto sui 16 anni e sei mesi chiesti, parla di «una sproporzionata richiesta dei pm finalmente ridimensionata, come mostra anche la decisione del gup di respingere la richiesta di provvisionale immediatamente esecutiva (sarà eventualmente fissata in sede civile, ndr)». Due capi d’accusa a suo carico non hanno retto davanti al giudice, quelli relativi alla diffusione di materiale pedopornografico (Ieni sollecitava le due ragazze a farsi foto da mettere online). «Stupiti» Piergiorgio Micalizzi e Agostino Mazzeo, difensori di Sbarra. F. Fia. ✒ Severi con chi non dà segni di pentimento di FIORENZA SARZANINI E ra accusata di aver sfruttato la figlia minorenne agevolando la sua attività di prostituta e adesso pagherà per quanto ha fatto. Oltre la condanna a sei anni, che rispecchia le richieste dei pubblici ministeri, è condivisibile la scelta fatta dal giudice di privarla della potestà genitoriale e di obbligarla a risarcire i danni alla giovane. Perché è contro natura che una madre possa utilizzare il corpo della sua bambina per sbarcare il lunario. Soprattutto se poi non mostra alcun pentimento e addirittura nega di averlo fatto. Sono state inflitte pene severe anche a chi aveva organizzato il «giro» d’affari facendo incontrare Azzurra e Aurora con uomini adulti in un appartamento in zona Parioli, a Roma, oppure in alcuni alberghi e addirittura in macchina. E ai clienti consapevoli della minore età delle due, forse attratti proprio dalla perversione di pagare due ragazzine per avere con loro rapporti sessuali. «Il giudice ha condiviso il nostro impianto», commentano con soddisfazione il procuratore aggiunto Maria Monteleone e il sostituto Cristina Macchiusi. Hanno ragione, l’inchiesta ha trovato riscontro nell’esito del processo. E proprio sulla base di questa sentenza sarebbe opportuno che adesso rifiutassero la richiesta di patteggiamento presentata dagli altri clienti, soprattutto se — come era stato ipotizzato — lo sconto di pena porta la © RIPRODUZIONE RISERVATA L’omicidio di Perugia Pronto il ricorso in Cassazione. Il giovane sulla ex: «Nel suo memoriale mi scagiona. Lei? Non posso essere il suo garante» Sollecito scarica Amanda: ha detto qualche bugia Il tentativo di separare le posizioni: «Anomalie nel suo racconto» Lei manda un fax: che succede? ROMA - Le sue parole arrivano via fax da oltreoceano: «What’s happening?, Cosa succede?». Amanda Knox fatica a capire. I suoi legali, Luciano Ghirga e Carlo dalla Vedova, la rassicurano, prontamente: «Nulla di nuovo». Ma la verità è che ieri nella conferenza stampa che c’è stata a Roma qualcosa è suc- Il messaggino «Ero innamoratissimo di lei, però sull’sms mi ha mentito», ha sottolineato ieri il ragazzo cesso. E quanto importante sia ce lo farà capire soltanto il tempo. Raffaele Sollecito ha preso le distanze dalla bella ragazza di Seattle. Con il sorriso, ricordando quanto ha amato Amanda, ripetendo di credere alla sua innocenza. Ma con una decisione mai vista prima: «Ci sono anomalie nei suoi racconti, io non sono il garante di Amanda». Lo ricordiamo tutti: era l’1 novembre del 2007 quando in una casa di Perugia Meredith Kercher, una studentessa inglese di nemmeno 22 anni, venne trovata sgozzata nel suo letto. Oggi per quell’omicidio è finito in carcere soltanto Rudy Guede, che sta scontando una condanna definitiva a 16 anni. Amanda Knox e Raffaele Sollecito per quel delitto sono stati condannati dalla Corte d’Assise d’Appello di Firenze, a 28 e 25 anni, rispettivamente. È contro questa sentenza che ieri gli avvocati di Raffaele hanno illustrato il nuovo ricorso alla Corte di Cassazione. Luca Maori e Giulia Bongiorno sono sicuri: «Crediamo che ci sarà un annullamento in toto della sentenza. Non è mai esistito nella storia un delitto senza tracce dell’assassino». È un ricorso di 342 pagine quello che i legali hanno depositato chiedendo l’assegnazione alle sezioni unite della Cassazione: «È necessario che intervengano le sezioni unite soprattutto perché devono decidere sulla prova scientifica del Dna», ha detto Giulia Bongiorno, spiegando anche le contraddizioni della sentenza d’Appello per la quale si chiede, appunto, l’annullamento completo, in prima battuta; in subordine l’annullamento per quel che riguarda la posizione di Sollecito. Dice ancora Giulia Bongiorno: «La sentenza di appello si basa su un memoriale scritto da Amanda. Io non credo a quel memoriale, ma la sentenza sì. E quella sentenza separa le posizioni di Amanda e Raffaele senza però trarne poi le conseguenze». Raffaele non ha dubbi: «In quel memoriale è la stessa Amanda che mi scagiona e mi fornisce un alibi, e quindi se per i giudici quel memoriale è vero, che cosa c’entro io?». Giacca bianca, capelli lunghi l’aria più dello studente che dell’imputato: ha 25 anni adesso Raffaele e il 15 luglio deve discutere una tesi di laurea specialistica. Dentro quella sentenza dice di aver scoperto anche una «bugia» di Amanda Knox, grazie ad un sms. In conferenza stampa Raffaele Sollecito con il suo legale, l’avvocato Giulia Bongiorno (foto Frustaci/Eidon) Le tappe L’omicidio Meredith Kercher, una studentessa inglese in Italia, viene assassinata a Perugia tra il primo e il 2 novembre 2007 nell’appartamento che condivide con altre ragazze I processi Per la morte vengono processati Amanda Knox, studentessa americana che viveva nella stessa casa della vittima, Raffaele Sollecito, e Rudy Guede. Guede ha optato per il rito abbreviato ed è stato condannato a 16 anni per concorso in omicidio e violenza sessuale Le sentenze Amanda e Raffaele vengono condannati in primo grado nel 2009 rispettivamente a 26 e 25 anni. Nel 2011 la Corte di Assise di Appello assolve entrambi. Nel 2013 la Cassazione annulla l’assoluzione e rinvia il processo alla Corte d’assise d’appello Le condanne Il 30 gennaio scorso la Corte d’assise d’appello di Firenze accoglie i rilievi della Cassazione e condanna Amanda a 28 anni e sei mesi, Raffaele a 25 anni Erano le 20.35 dell’1 novembre quando dal cellulare della ragazza di Seattle partì un sms per Patrick Lumumba, all’epoca suo datore di lavoro. Lei ha sempre detto che quel messaggino lo aveva inviato da casa di Raffaele. Raffaele ha sempre detto di credere che Amanda fosse a casa sua in quel momento. Le indagini, invece, hanno svelato che il cellulare della ragazza americana ha agganciato una cella diversa da quella della via dove abitava Raffaele. What’s happening? Cosa succede? E chissà che cosa succederà davvero davanti alla Corte di Cassazione: i giudici dovrebbero decidere fra poco meno di un anno sul cosa fare del verdetto della Corte di Appello di Firenze. Ancora ieri Raffaele Sollecito parlando di Amanda dichiarava quanto fosse stato «innamoratissimo di lei». Ricordava anche la notte che aveva passato con lei, proprio quella del primo novembre 2007. E poi: «Ho sempre detto che con Amanda vivevamo momenti felici e ho sempre creduto alla sua innocenza. Ma...». Questa volta c’è un ma nelle parole di Raffaele: «Devo prendere atto di quello che c’è scritto nella sentenza: leggendola scopro che ci sono anomalie nel suo racconto». Alessandra Arachi © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Mercoledì 2 Luglio 2014 Cronache 15 italia: 51575551575557 Dopo il verdetto Le due minori sono ancora in una casa famiglia La donna che ha denunciato «Mia figlia senza gioventù» Azzurra promossa a pieni voti condanna a sei mesi, convertibile in 40mila euro. L’indagine ha consentito di individuare oltre sessanta uomini che almeno una volta hanno fatto sesso a pagamento con Azzurra e Aurora sapendo che erano minorenni. Persone note e sconosciute, clienti abituali oppure insospettabili uniti dalla stessa «deviazione». Qualcuno aveva figlie o nipoti della stessa età. La maggior parte di loro è già stata «graziata» visto che è riuscita a rimanere nell’anonimato. Ora non ci devono essere scorciatoie, nessuna indulgenza può essere prevista nei confronti di queste persone. «Pedofili» li ha definiti papa Francesco. In ogni caso indegni di ottenere qualsiasi beneficio da chi ha il potere di giudicarli «in nome del popolo italiano». Ai Parioli Una delle immagini scattate dai carabinieri durante le indagini e i pedinamenti sul giro di baby prostitute al quartiere Parioli di Roma: il gup ha impiegato dieci minuti per condannare con il rito abbreviato gli otto imputati (Photomasi) © RIPRODUZIONE RISERVATA ROMA — L. non è più Azzurra e ha ripreso a studiare e con profitto. È stata promossa al terzo anno di liceo classico da privatista con buoni voti e sembra intenzionata a non fermarsi. M. vorrebbe dimenticare di essere stata Aurora, la ragazza che si vendeva su una bacheca virtuale, e un giorno fare l’avvocato. O la giornalista. Due professioni singolarmente e per motivi diversi legate alla vicenda che ha travolto la sua vita di adolescente e quella dell’amica con cui si erano date quei nomi ammiccanti per attirare clienti. Dietro di loro due mamme molto diverse, che ne escono diversamente distrutte. I conti con quanto successo devono ancora farli. Le ragazze dei Parioli hanno forse voltato pagina, anche se la loro vita è ancora nel pieno degli stravolgimenti. Entrambe sono in case-famiglia. Ma per motivi diversi. La più grande, 16 anni già compiuti, è indagata dal tribunale dei minori per aver ceduto droga all’amica e averla in qualche modo avviata alla prostituzione (agli atti ci sono i verbali della prima volta di M. con un cliente, in cui la ragazza racconta non solo le istruzioni ricevute dall’amica, ma anche i consigli per «vivere» bene quell’incontro). Insieme alla voglia di studiare L. sembra aver ritrovato anche la consuetudine di relazioni interpersonali non abbagliate dalla corsa ad arricchirsi «per avere tutto» che l’aveva portata a buttarsi in una strada senza uscita. Nella struttura che la ospita si trova bene, le sue sono buone giornate, e una in fila all’altra stanno aiutandola a rimettersi in piedi, a disintossicarsi da quei due mesi avvelenati dalla sete di soldi e dalla cocaina arrivata presto a condire quelle giornate senza limiti e senso di realtà. La seconda ragazza, invece, di qualche mese più piccola, non può tornare a casa per ovvi motivi. La mamma la incitava a vendere il suo corpo e anzi ne prendeva parte dei guadagni. La donna ha divieto di avvicinarsi alla figlia, che non può tornare neanche dai nonni o dagli zii, parte di una situazione parentale «difficile» e già da prima dell’inchiesta seguita a vista dai servizi sociali. I traumi più grossi sembra averli avuti lei, la minore delle due amiche che ammaliavano con il mix di età e spregiudicatezza decine di clienti con gli inquietanti tratti del benestante padre di famiglia e del professionista in carriera. M. in questi veloci ma lunghi mesi ha girato d’istinto la testa dall’altra parte quando c’era un televisore acceso, nel timore che si parlasse di lei e di questa brutta storia. Chi l’ha incontrata di recente ne racconta oltre che la bellezza degli occhi, anche l’intelligenza viva che trasmettono. La speranza di recuperarla parte da qui. E ci sono le mamme. Sempre dipinte come la buona e la cattiva, quella che denuncia e quella che non solo fa finta di non vedere ma anzi fiuta l’affare e ci si tuffa per avere i soldi necessari a levarsi qualche sfizio. «Hai preso i soldi? Passi tu a prendere quei biglietti del concerto?» domanda alla figlia in una delle intercettazioni. Ieri è stata condannata a Il futuro La madre e la ragazza hanno ripreso a vedersi: «Un giorno, con più calma, parleremo di quello che è successo» Condannato In alto, Mirko Ieni (Photomasi) che ieri è stato condannato dal giudice per le udienze preliminari di Roma, Costantino De Robbio, a 10 anni di reclusione perché ritenuto al centro dell’organizzazione del giro delle baby squillo. L’accusa aveva chiesto una pena più pesante a 16 anni e 6 mesi sei anni, si dice ancora innocente, ha sempre sostenuto di non immaginare in quale giro fosse finita M. («Pensavo “solo” che spacciasse») e oggi, dice il suo avvocato, Alessandro Santoro, è pentita. Soprattutto preoccupata di rivederla, pur sapendo di aver sbagliato come madre e delle colpe che si porterà per sempre. Farà comunque ricorso in appello. Ha già perso la potestà genitoriale e come una condanna suona anche la richiesta di risarcimento danni della figlia, che si è costituita parte civile contro di lei tramite il tutore e il legale che la assistono. Ma non è felice neanche l’altra donna, la «mamma coraggio» che un giorno di autunno arrivò in lacrime a raccontare tutto ai magistrati. Sospetti che erano ormai certezze. Portati invano all’altra mamma in cerca di aiuto reciproco, e sollevati ad alta voce senza ottenere niente davanti a quella ragazza che non l’ascoltava da tempo e che lei non riconosceva più tanto era cambiata. «Non sono contenta per questa sentenza, come potrei? — confida ora al suo avvocato, Mario Tedesco — Vorrei che tutto questo non fosse mai successo, penso solo alla giovinezza che mia figlia non riavrà più». E se l’altra mamma è stata condannata da un giudice, lei non assolve se stessa dalle sue negligenze, sottolineate anche dagli avvocati degli imputati al momento di discutere gli eventuali risarcimenti. Non tutte le ragazze difficili finiscono a fare le prostitute: «Quando tornerà un po’ di calma dovrò davvero affrontare con mia figlia le cose che sono successe, cosa sarà di lei, cosa farà da grande». Non può essere, non ancora, un comune rapporto genitore-figlio. Ma intanto hanno ripreso a vedersi, ogni tanto, a piccole dosi, rientrando lentamente una nella vita dell’altra. E c’è un dopo anche per la casa attorno alla quale per mesi è girata vorticosamente l’esistenza delle due adolescenti. Il seminterrato di tre stanze in viale Parioli, oggi in cerca di affittuari a 1.300 euro mensili. L’agenzia immobiliare che l’ha in gestione ha ricevuto dai proprietari mandato di massima scrupolosità nel selezionare i possibili nuovi affittuari. «Che garanzie offre?», chiede l’agente, come se la professione bastasse a dire tutto di un uomo. Quei due mesi del 2013 hanno segnato anche la storia di queste pareti. Fulvio Fiano © RIPRODUZIONE RISERVATA Il personaggio Martina e la ginnasta di Brembate hanno condiviso per anni gli allenamenti e le gare. Il ricordo di quei giorni non si dissolve L’amica di Yara: «Vivo con la sua foto in camera» Ricevette l’ultimo messaggio «Non mi importa di chi è stato, purtroppo lei non tornerà più» BERGAMO — Martina si muove ancora leggera sul tappeto da ginnastica ritmica. Ha terminato la quarta classe all’istituto aeronautico Antonio Locatelli di Bergamo e ora è in vacanza con i suoi genitori, che hanno chiuso per una decina di giorni il loro bar a Sant’Omobono Terme, cuore della Valle Imagna. Da lì, anche tre anni e mezzo fa, il papà o la mamma la accompagnavano giù a valle, a Brembate di Sopra, due o tre volte a settimana: Martina si allenava con Yara, gareggiava al suo fianco, si intestardiva con lei quando un numero con il nastro, o con la palla, non riuscivano. La sentiva ogni giorno. E le aveva scritto anche quel venerdì 26 novembre 2010: uno dei primi giorni di neve, su Bergamo e la Lombardia. È stato l’ultimo sms al quale Yara ha risposto, prima di sparire in un mistero che solo da una quindicina di giorni gli investigatori ritengono di aver svelato. «A che ora ci vediamo giù alla gara domenica?»: questo il messaggio, alle 18,25. Yara, che usciva dalla palestra dove aveva portato un registratore per altre ginnaste, aveva risposto alle 18,44: «Dobbiamo essere lì per le 8». «Ok, grazie, ciao»: le 18,49, l’ultimo saluto ricevuto, poi quella linea telefonica si è ammutolita per sempre. La domenica, alla gara, Martina era quasi immobile, non ci credeva: la sua amica era assente e le notizie sulla sua scomparsa iniziavano a rimbalzare su tv e giornali. Passati pochi giorni, aveva chiesto di far ingigantire una foto di Yara, in tenuta da ginnastica ritmica, e l’aveva appesa nella sua stanza, nella casa di Sant’Omobono. Quella foto è sempre rimasta lì. Era lì anche il 16 giugno, quando i carabinieri e la polizia sono andati a prendere, in cantiere, Massimo Giuseppe Bossetti. Con voce sottile Martina risponde al telefono, e spiega che lei Sequestrata La Volvo di Bossetti prelevata dai carabinieri Le indagini Caccia a tracce di sangue nell’auto di Bossetti Prima la Volvo V40 grigia e poi il furgone Iveco cassonato azzurro. È solo l’inizio. Operazioni preliminari, al Ris di Parma, sui mezzi di Massimo Giuseppe Bossetti. I carabinieri del Reparto investigazioni scientifiche hanno prelevato capelli, peli, fibre, tutti i reperti trovati sui mezzi del carpentiere. Un primo lavoro per proseguire poi con il luminol, il reagente che permette di rilevare altre tracce, come il sangue. La giornata inizia alle 10. La Volvo è in un’autorimessa, il furgone è nell’officina, due parti opposte. Il comandante Giampietro Lago fa la spola da una all’altra. I suoi uomini, tuta bianca e mascherina azzurra, sono al lavoro. Agli accertamenti irripetibili partecipano anche le parti. Per Bossetti c’è Monica Omedei, che insieme a Sarah Gino, dell’università di Torino, sono le consulenti della difesa. Per Maura e Fulvio Gambirasio c’è il genetista forense Giorgio Portera. Per avere qualche esito serve tempo: «Gli esami proseguiranno anche nei prossimi giorni dice il consulente dei genitori di Yara —. È doveroso non tralasciare nulla, nessuna ipotetica traccia che potrebbe rafforzare il quadro probatorio». Questo anche dopo oltre tre anni e mezzo: «Non possiamo escludere che, anche a distanza di tutto questo tempo, i mezzi possano dirci altro». Non è un caso che gli accertamenti siano iniziati prima sulla Volvo. Gli investigatori danno peso alla testimonianza del fratellino di Yara. Nel luglio del 2012 aveva raccontato che la sorella aveva paura di un signore con la macchina lunga che la guardava male quando usciva dalla palestra. Per questo ora cercano tracce di Yara proprio sulla vettura di Bossetti. G.U. © RIPRODUZIONE RISERVATA «non ha voglia di parlare. I ricordi me li tengo per me...». Uno zio racconta: «Quel giorno, quando ha visto la faccia di Bossetti in televisione, gli occhi le sono diventati lucidi. Ma poi ha detto: “Tanto Yara non c’è più”». Il suo pensiero è fisso, soprattutto quando prende un buon voto a scuola, quando partecipa a un saggio andato bene, quando si accorge di crescere, di non essere più una bambina, una ragazzina, ma una giovanissima donna: «A Yara hanno portato via tutto quello che io sto vivendo, non mi interessa chi è stato, a me dispiace comunque», ripete spesso ai familiari. Da quel freddo venerdì 26 novembre sono passati più di 1300 giorni, periodo che vale una vita intera per chi passa dai 13 ai 17 anni. Martina concluderà l’anno prossimo gli studi all’istituto aeronautico. Sul giornale della scuola c’è una sua foto, mentre danza: coreografia vivente durante un concerto di musica classica diretto dal pubblico ministero di Bergamo Gianluigi Dettori, che ha la passione per la musica. Lei cresce, ma quel poster in camera resta: è il volto di Yara. Armando Di Landro [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Con il «Corriere» In edicola il libro sul delitto La storia di Yara, la caccia all’assassino, gli errori nell’inchiesta, fino alla svolta arrivata dopo quattro anni, grazie alla più grande indagine basata sul Dna mai compiuta in Italia. Le firme del Corriere della Sera più impegnate sul caso riprendono tutti i fili di una vicenda che ha commosso e fatto riflettere l’opinione pubblica. Nel libro in edicola (a € 6,90 più il prezzo del quotidiano) sono anche ripercorse la sequenza delle indagini e i luoghi del delitto in una valle setacciata dagli inquirenti 16 Cronache Mercoledì 2 Luglio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 L’arrivo dei cadaveri Uno dei soccorritori viene disinfettato sul molo di Pozzallo dopo aver lavorato a bordo del barcone dei migranti (prima foto a sinistra); l’abbraccio tra il parroco e l’Imam (a lato); il trasporto di una delle bare (Reuters, Ap, Ansa) Le immagini della tragedia a Pozzallo Pozzallo Nella notte le operazioni di recupero dei cadaveri accatastati uno sopra l’altro «Una fossa comune nella stiva» Tra le vittime ci sono dei minori Il racconto dei sopravvissuti: i libici ci trattavano come animali POZZALLO (Ragusa) — C’è voluto un mastro d’ascia, uno di quei vecchi che costruiscono le barche come si faceva una volta, per aprire un varco e cominciare a smantellare la carretta dell’orrore. Una tomba di legno per i trenta ragazzi arrivati da Ghana, Camerun e altri Paesi lonta- ni. Anche alcuni minorenni aggrovigliati agli adulti, come si scopre nella notte, alla luce delle fotoelettriche. Tutti stipati e schiacciati dai trafficanti libici, fino a lasciarli morire, senza aria, nel vano ghiacciaia, nel deposito del pescato. I corpi ammassati «come in una fossa co- mune», stando all’immagine rimasta impressa ai pompieri e ai poliziotti che facevano da battistrada ai medici legali per il primo esame di questo ennesimo scempio del Mediterraneo. Una gru che alle sette della sera solleva il primo corpo afflosciato dentro un sacco grigio è l’istantanea della tragedia intercettata dalla fregata della Marina militare, la Grecale, domenica pomeriggio più vicino alla Libia che non a Lampedusa. Un barcone di venti metri incredibilmente zeppo di migranti, quasi 600, in parte pigiati nella cavità dove in tanti domenica erano già morti, schiacciati da scafisti criminali e dai loro stessi compagni, come ha ricostruito il procuratore della Repubblica Carmelo Petralia, anche lui ieri pomeriggio sul molo di Pozzallo dove, tre giorni dopo i decessi, è stata fatta accostare la tomba di legno. CHII HA DETTO CHE LE JAGUAR SONO IR RRAGGIU UNGIBIL LI? JAGUAR XF CON EASY JAGUAR. PAGHI SUBITO LA METÀ E, DOPO DUE ANNI SENZA RATE NÉ INTERESSI, DECIDI SE TENERLA O RESTITUIRLA. Una barca trasformata in un no. Un’immagine indelebile per inferno dove si lottava per un questo vigile da 17 anni in sercentimetro di spazio. Una guer- vizio, Franco Saraniti: «Ho visto ra per la sopravvivenza fra gha- Auschwitz settanta anni dopo nesi e siriani. Esplosa anche nello scempio di quei corpi. perché uno dei centroafricani Possibile che l’umanità non abha perfino tentato di mettere le bia imparato nulla?». E dice di mani addosso a una donna si- essere «stanco di rivivere ogni riana, difesa dai suoi connazio- volta la stessa tragedia». Come nali, pronti a brandire le cin- conferma il suo capo, l’ingeghie per le scudisciate. Sono i gnere Emanuele Carano: «Chi racconti dei primi superstiti ar- se lo ricorda che meno di un anrivati lunedì: «I libici ci tratta- no fa abbiamo fatto la stessa covano come bestie». Arrivati con sa con 30 cadaveri a Samperi, la la Chimera, l’altra fregata inter- spiaggia vicina a Pozzallo? Io venuta domenica con la Greca- non dimentico loro e i loro pale, giunta a Pozzallo solo ieri renti che pregavano con le notrainando lentamente la carretta in apparenza vuota, con il macabro La preghiera comune carico celato sotto la Un vigile del fuoco: «Lì sotto cabina di comando frattanto ceduta. Legni ho visto Auschwitz» fradici ammonticchiati Il parroco benedice le salme fra resti sudici e puzzo- insieme all’Imam di Scicli lenti. La Grecale intorno alle due, rimasta in rada con altri 566 migranti, ha stre stesse parole, gli stessi riti mollato la cima a una motove- nostri, tutti etiopi cristiani che detta della Guardia costiera che consideriamo un fastidio. Cos’è tirata dietro il barcone e una me forse pure questi ragazzi scia fetida, scansata dai gabbia- schiavi venduti, carne da mani. cello...». Poi, quattro ore di tentativi Sono i commenti rilanciati con vigili del fuoco insaccati in quando Nino Ciavola, il diritute anticontaminazione, come gente della Mobile, torna tubato astronauti impegnati con ma- «per avere visto in quella cavità schere ad ossigeno, seghe elet- le fosse comuni che si trovano triche e piedi di porco per allar- nei libri di storia». Pietà che gare la botola di quella ghiac- spinge don Michele Iacono delciaia e rendere accessibile la vi- la parrocchia di Porto Salvo a sta e il recupero dei cadaveri benedire le salme con l’Imam di portati dai carri funebri nella Scicli, Amin Ziri. Una preghiera notte nelle celle frigo di cimiteri comune, come dice l’Imam: «È e protezione civile. Una banchi- un colpo al cuore degli esseri na spettrale quella di Pozzallo umani, una tragedia per tutti al dove Petralia fa scattare contro i di là di religioni e appartenenprimi scafisti individuati «il re- ze». E il sacerdote: «Ci vuole più ato di morte come conseguenza cuore, altrimenti ogni frase gira di altri delitti, più grave del- a vuoto e non serve a niente». l’omicidio colposo». Parola di un parroco che indosAll’interno dell’area off limits sa la tonaca da cinque anni pertracciata con il nastro bianco e ché prima navigava, come allierosso i medici legali, due don- vo di macchina in sala motori, ne, Bernardette Di Giacomo e «cosciente di cosa è accaduto Veronica Arcifa, gli occhi sul facendo inalare a quei ragazzi primo pompiere tornato indie- monossido di carbonio». Felice Cavallaro tro dopo un’ora di lavoro attor© RIPRODUZIONE RISERVATA no alla botola aperta sull’infer- Napoli Scopri un design pieno di stile e il lusso di una cura artigianale insieme all’efficienza energetica e alle prestazioni. Con Easy Jaguar puoi avere la Jaguar XF 2.2D 200CV per due anni a partire da soli € 21,226*. Perché il piacere di guidare non deve essere irraggiungibile. Inchiesta sulla Finanza Marco Milanese indagato Rivolgiti al tuo Concessionario. Scopri quanto è viva la tua Jaguar XF. NAPOLI — Spunta anche il nome di Marco Milanese nell’inchiesta sul colonnello della Guardia di Finanza Fabio Massimo Mendella, arrestato l’11 giugno scorso nell’ambito di una inchiesta della Procura di Napoli che lo accusa di concussione e rivelazione di segreto in relazione a vicende che sarebbero accadute quando Mendella prestava servizio nel capoluogo partenopeo con l’incarico di responsabile delle verifiche fiscali (ieri si è aperta l’udienza davanti al Tribunale del Riesame). Nel registro degli indagati sono già finiti i generali Vito Bardi, numero due della Guardia di Finanza, e Emilio Speziante, ora in congedo. Adesso si aggiunge anche il nome di Milanese, che dopo aver tolto la divisa delle Fiamme Gialle è stato il braccio destro del ministro dell’Economia del governo Berlusconi, Giulio Tremonti. JAGUAR.IT HOW ALIVE ARE YOU? Consumi ciclo combinato da 4,9 a 11,6 l/100 km. Emissioni CO2 da 129 a 270 g/km. *Jaguar XF 2.2D 200CV con “Easy Jaguar” – Prezzo speciale con il contributo del concessionario € 42.451. Anticipo: € 21.226, 25 mesi. Nessuna rata mensile. Rata Finale Residua dopo 24 mesi: € 21.226 da pagare solo se il cliente tiene la vettura. Valore Garantito Futuro: € 21.226. Importo totale del Credito € 21.226, Spese pratica € 300, bolli € 16 da pagare in contanti insieme all’anticipo; spese invio estratto conto € 3/anno. 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Del quale si rammaricavano come fa un contadino quando l’annata va storta, per la siccità o altri motivi. Due di loro ne parlarono al telefono quasi un mese dopo, il 31 ottobre, intercettati dalla polizia italiana. «John commenta il naufragio — si legge nel riassunto della conversazione — dicendo che ciò che lo fa maggiormente arrabbiare è il fatto che il naufragio non è da addebitare alle condizioni meteo, ma ai soccorsi, e fa l’esempio di un agricoltore che può accettare che il suo raccolto non vada bene a causa della mancanza di pioggia, ma non all’incuria nel periodo della raccolta». John Maray, sudanese residente a Khartum, e Ermies (o Ermias) Ghermay, etiope che vive a Tripoli, sono tra i presunti organizzatori dei viaggi della disperazione individuati dalla Procura di Palermo che ieri ha ordinato il fermo di nove persone per crimini transnazionali legati al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. E dai colloqui registrati dagli investigatori del Servizio centrale operativo emerge il fondato sospetto che proprio Ermies — irreperibile come il suo amico John — sia tra i responsabili della traversata che lo scorso anno si trasformò in una delle più gravi tragedie dell’immigrazione. Su quella barca erano troppi, si raccontano John ed Ermies, ma furono gli stessi profughi a insistere per salire e stiparsi oltre il consentito. «Ermies precisa che c’erano molti migranti in gruppi, e non volevano dividersi, pertanto ha cercato di accontentarli imbarcandoli tutti nella stessa barca. Ermies precisa che poteva chiamare la polizia libica così da farli arrestare o scappare, tanto il denaro era già stato incassato (3.300 dollari a testa per oltre 500 passeggeri, hanno riferito i superstiti ndr), quindi la sua volontà era farli partire senza nessun proble- ma». Dunque la responsabilità è degli stessi morti, come sostiene John: «Tu non potevi fare nulla, hai fatto quello che andava fatto. Questo è il loro destino, perché già erano arrivati. La colpa è loro perché sono voluti partire in tanti. Se avessero chiamato mentre erano in viaggio si sarebbero salvati, ma loro erano già entrati nel porto, a distanza di 800 o 1.000 metri. Il capitano non doveva bruciare il lenzuolo senza il loro permesso per farsi notare. Tu hai fatto il tuo meglio… Tutti hanno sbagliato a mettersi da un lato sbilanciando la barca e facendola affondare». Poco prima anche Ermies aveva detto: «Ormai è capitato, pace alle anime loro. Quanti erano sopravvissuti al Sinai non riuscendo a Le intercettazioni I due trafficanti di uomini al telefono: «Questo naufragio è stato troppo eclatante, tutti mi danno la colpa» entrare in Israele? Era il loro destino». Piuttosto, il grande clamore provocato dalla strage metteva a rischio il lavoro futuro: «Ermies puntualizza che solo il suo viaggio ha avuto un’importanza mediatica elevata. Tante altre persone sono partite, con altri organizzatori, non arrivando mai a destinazione e diventando cibo per pesci, e nessuno ne ha mai parlato». E ancora: «Questo naufragio è stato troppo eclatante e tutti mi hanno dato la colpa per non aver dato a ognuno di loro il giubbotto di salvataggio. Ma se gli italiani che erano a 800 metri non hanno potuto fare nulla, io che posso fare?». John cerca di tranquillizzarlo invocando nuovamente il fato: «Quello che Dio ha scritto non si può cancellare. Io quando organizzo i viaggi cerco di trattare bene sempre i viaggia- L’inchiesta La tragedia Il 3 ottobre dell’anno scorso a poche centinaia di metri da Lampedusa un barcone si è inabissato: le vittime furono 366 Nove fermi La Procura di Palermo ieri ha ordinato il fermo di nove persone per crimini transnazionali legati al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Tra i destinatari del provvedimento ci sono anche John Maray, sudanese, irreperibile, e Ermies (o Ermias) Ghermay, etiope, anche lui ricercato dalle forze dell’ordine. I due uomini sono fra i presunti organizzatori dei viaggi dei migranti dall’Africa all’Italia e poi verso gli altri Paesi europei tori facendoli mangiare bene, ma questo non si significa che si possano salvare. È il destino che decide». In ogni caso, quando un’imbarcazione non ce la fa a trasportarli tutti, è meglio utilizzare le maniera forti con chi vuole partire a tutti i costi: «Le persone vanno picchiate e consigliate. Ti assicuro che non gli fa male, perché tu lo fai per il loro bene», spiega John a Ermies. Ai telefoni dei due trafficanti i poliziotti dello Sco sono risaliti attraverso le testimonianze di alcuni sopravvissuti fuggiti da diversi Paesi dell’Africa. I quali hanno testimoniato non solo sulla «traversata della morte», ma anche sulla struttura alla quale si erano rivolti. Che comprende due fasi di «assistenza» a pagamento. La prima è il viaggio fino alle coste della Sicilia, e la seconda — quando la prima è andata a buon fine — l’aiuto per raggiungere le mete finali, spesso oltre i confini italiani. Per essere aiutati nella fuga dai centri di accoglienza e accompagnati nei Paesi di destinazione finale, i migranti si rivolgono ad altri contatti della stessa organizzazione, alcuni stabilizzatisi a Roma. E devono versare altri soldi: centinaia di euro per gli Stati più vicini, migliaia per quelli più distanti. Sono le conversazioni captate tra gli inquisiti a svelare il tariffario predisposto dai mercanti di esseri umani. A un eritreo che chiama da Israele per spostare un giovane nipote che vorrebbe chiedere asilo politico in Svezia come minorenne, «Tesfahiwet (uno degli indagati ndr) dice che occorrono 800 euro». Un altro — Shemshedin Abkadt, eritreo anche lui — spiega a chi lo chiama per conto di un amico che mira all’Olanda, che per il Regno dei Tulipani ne servono 500; la stessa cifra che Shemshedin chiede per un documento italiano necessario a raggiungere il Canada: «Peccato — dice all’interlocutore — pochi giorni fa avevo disponibile un passaporto americano ma l’ho appena venduto». Un passaporto di Malta può valere fino a 2.000 euro, mentre arrivare in Messico costa 3.000 euro a migrante. Shemshedin vive a Roma, e alla donna che al telefono chiede se abita ancora «in quella casa schifosa» di periferia, lui risponde di sì, e che non ha alcuna intenzione di spostarsi: «L’America è dove si fanno i soldi, e la mia America è qui!». Giovanni Bianconi © RIPRODUZIONE RISERVATA 18 italia: 51575551575557 Mercoledì 2 Luglio 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Mercoledì 2 Luglio 2014 Cronache 19 italia: 51575551575557 La sentenza Per i giudici l’ex senatore di Forza Italia è stato garante decisivo di un patto tra Berlusconi e Cosa Nostra Il ritorno L’ex senatore di Forza Italia Marcello Dell’Utri torna in Italia il 13 giugno dopo alcune settimane di permanenza a Beirut, in Libano. Dell’Utri è stato condannato a 7 anni per concorso esterno in associazione mafiosa (fermo immagine dal Tg1/Ansa) «Dell’Utri pericoloso Ha contribuito ai piani della mafia» I motivi della condanna in Cassazione Marcello Dell’Utri è «socialmente pericoloso». Con questa motivazione, durissima, resa nota ieri, la prima sezione penale della Corte di Cassazione lo scorso 9 maggio ha negato al cofondatore di Forza Italia le attenuanti generiche per la condanna definitiva a sette anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa. Una pena che Dell’Utri sta già scontando, nel reparto diagnostico del carcere di massima sicurezza di Parma, subita per essere stato considerato il garante decisivo di un patto tra Silvio Berlusconi e Cosa Nostra. Un accordo, scrivono i magistrati, fermamente voluto dall’ex presidente del Consiglio, sin dai tempi in cui era un imprenditore senza ambizioni politiche. A dimostrarlo, evidenzia la Cassazione, è «la sistematicità nell’erogazione delle cospicue forme di denaro» da Marcello Dell’Utri e Gaetano Cinà, «indi- L’inchiesta cative della ferma volontà di Berlusconi di dare attuazione all’accordo, al di là dei mutamenti degli assetti di vertice di Cosa Nostra». Il patto, secondo i giudici, fu stipulato con i boss Bontade e Teresi nel 1974, è durato fino al 1992 e conveniva ad entrambe le Daniela Santanchè «È un uomo combattivo Ha una grande vivacità intellettuale e sta reagendo» parti: «L’associazione mafiosa, che da esso traeva un costante canale di significativo arricchimento. E l’imprenditore Berlusconi, interessato a preservare la sua sfera di sicurezza personale ed economica». Elementi, secondo la Cassazione, «che consentono di ritenere sussistente, al di là di ogni ragionevole dubbio, il dolo di delitto di concorso esterno in associazione mafiosa», contestato a Dell’Utri, «anche per il periodo 1983-1992». A tradire le relazioni tra i boss e il fondatore di Publitalia, si scopre nella motivazione, anche il retroscena dell’acquisto di un film per il Biscione. Scrivono i giudici: «Il perdurante rapporto di Dell’Utri con l’associazione mafiosa, anche nel periodo in cui lavorava per Filippo Rapisarda e la sua costante proiezione verso gli interessi dell’amico imprenditore Berlusconi» è stato logicamente desunto dai giudici dell’appello bis «anche dall’incontro, avvenuto nei primi mesi del 1980, a Parigi, tra l’imputato, Bontade e Teresi. Incontro nel corso del quale Dell’Utri chiedeva ai due esponenti mafiosi 20 miliardi di lire per l’acquisto di film per Canale 5». Per i giudici, l’ex senatore del Pdl, ha «consapevolmente e vo- La vicenda L’ordine di arresto per l’ex senatore Il 7 aprile la Corte d’appello di Palermo emette un ordine d’arresto per pericolo di fuga nei confronti di Dell’Utri, condannato per concorso esterno in associazione mafiosa Trovato in un hotel in Libano Gli uomini della Dia cercano Dell’Utri per due giorni, poi viene dichiarato irreperibile. Poco dopo si saprà che si trova a Beirut, dove il 12 aprile viene arrestato in un hotel. L’Italia chiede l’estradizione La sentenza e il ritorno in Italia Il 9 maggio la Cassazione condanna Dell’Utri in via definitiva a 7 anni (per concorso esterno in associazione mafiosa). Il 13 giugno l’ex senatore torna in Italia e portato in carcere di Parma. Ieri sono uscite le motivazioni della sentenza lontariamente fornito un contributo causale determinante, che senza il suo apporto non si sarebbe verificato, alla conservazione del sodalizio mafioso e alla realizzazione almeno parziale del suo programma criminoso, volto alla sistematica acquisizione di proventi economici ai fini della sua stessa operatività, del suo rafforzamento e della sua espansione». Da tutto ciò la scelta dei magistrati di un regime sanzionatorio in carcere: giustificato, spiegano, «con la qualità e la natura del reato commesso, espressivo di particolare pericolosità sociale, con le modalità della condotta, protrattasi per un lasso di tempo assai lungo e idonea a ledere in maniera significativa» l’ordine pubblico. L’ex presidente della commissione Cultura della Camera, arrestato a Beirut lo scorso 12 aprile, dopo che, a ridosso della sentenza definitiva, si era reso irreperibile anche ai suoi familiari, proprio ieri ha ricevuto la visita in carcere di Daniela Santanchè: «Marcello Dell’Utri è un uomo combattivo. Ha una grande vivacità intellettuale e sta reagendo», ha spiegato la parlamentare forzista, rivelando di aver parlato con lui di politica. In particolare della riforma della giustizia e di come «uscire» dal reato di concorso esterno in associazione mafiosa. Virginia Piccolillo © RIPRODUZIONE RISERVATA Nelle intercettazioni spunta il nome del vicepresidente del Csm Vietti, che però non è indagato Quei subappalti della Tav alla ‘ndrangheta «La torta adesso ce la mangiamo noi» Lavori a ditte di movimento terra e asfalto TORINO — Gli appalti della Tav fanno gola. Erano quasi un’ossessione per gli affiliati della cosca «Greco» di San Mauro Marchesato (Crotone), ultima famiglia in ordine di tempo a mettere radici in Val di Susa, quel pezzo d’Italia divenuto celebre per la contestata linea Torino-Lione, che però ha anche il dubbio onore di essere uno dei territori settentrionali più infiltrati dalla mafia calabrese, come dimostra il caso di Bardonecchia, che nel 1995 divenne il primo comune del Nord ad essere sciolto per questa ragione. Ce l’avevano quasi fatta, a intascarsi commesse e subappalti per l’Alta velocità. Nelle intercettazioni si sentivano già padroni di quei lavori. Ma la filiera di minacce, estorsioni e favori con la quale stavano manovrando i loro affari si è spezzata per caso, grazie a un arresto per spaccio di droga di un affiliato, che ha consentito ai carabinieri di mettersi in ascolto e sulle tracce dell’intensa attività criminale dei capibastone, che impartivano ordini dalla campagna del crotonese potendo contare su fedeli esecutori in quel di Torino. Le quasi mille pagine dell’ordinanza che ieri ha portato all’arresto di venti persone rappresentano un bel campanello d’allarme per l’unica grande opera italiana che al momento non è ancora stata toccata da scandali e tangenti, come sottolineano con orgoglio i loro fautori. L’influenza delle ‘ndrine locali nell’ambito politico e amministrativo della provincia torinese risulta sempre più forte. Minotauro, l’inchiesta che nel 2010 fece emergere la promiscuità tra certe amministrazioni locali e la ‘ndrangheta, sembra passata invano. L’organizzazione criminale per ora si è limitata a lambire la Tav. Le aziende riconducibili alla cosca Greco avevano ottenuto alcuni lavori in regime di subappalto, come il trasporto terra per la manutenzione di una galleria a Susa e l’asfaltatura della rampa utilizzata dai mezzi di polizia nel famoso cantiere di Chiomonte. Al telefono, una delle persone arrestate dice al suo interlocutore «di guardare il telegiornale perché — scrive il giudice — durante gli scontri erano stati inquadrati i suoi mezzi nel cantiere». Il gruppo mafioso era attivo in diversi settori imprenditoriali: gestione di attività commerciali, distribuzione alimentare, lavori pubblici e privati, servizi per Amministrazioni pubbliche e società private, tra i quali appunto la manutenzione stradale e lo smaltimento dei rifiuti. Gestiva anche l’attività di pulizia e sgombero neve dell’autostrada Torino-Bardonecchia, di proprietà della Sitaf, e dell’aeroporto torinese di Caselle. Tra gli indagati compare anche il nome di Ferdinando Lazzaro, titolare dell’Italcoge, un’azienda presa più volte di mira dai No Tav. L’imprenditore valsusino, al quale gli emissari della cosca volevano rivolgersi per ottenere i lavori, è accusato di smaltimento illegale di rifiuti. La «locale» dei Greco avrebbe anche procurato voti a due consiglieri comunali della provincia di Torino, nei comuni di Grugliasco e Bruzolo. Non sono indagati, almeno per ora, ma la loro partecipazione a riunioni e cene con gli esponenti dei clan è ben documentata. Al termine di una cena, l’imprenditore Giovanni Toro, una delle persone arrestate, avrebbe esclamato ad alta voce «Anche qua ci vuole un Cetto Laqualunque... anche noi dobbiamo Il cantiere A lavoro all’interno del cantiere del tunnel dell’Alta velocità della linea ferroviaria Torino-Lione a Chiomonte (foto Di Marco/ Ansa) avere un Cetto Laqualunque pure qua», con riferimento al candidato poi eletto a Grugliasco. «Guarda che diventa assessore questo qua, e grazie a noi!», aggiunge. Maneggi, intimidazioni, millanterie. Sogni di grandi appalti e anche reati da quattro soldi. Gli esponenti torinesi della cosca estorcevano biglietti dei concerti a una nota società organizzatrice di eventi e li rivendevano ai bagarini. Con il ricavato compravano alimenti e vestiti per i loro detenuti. L’ambizione c’era, comunque. I più alti in grado della cosca non esitano neppure a contattare un imprenditore che ritengono vicino a Michele Vietti, l’ex avvocato e deputato torinese oggi vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura. Gli uomini d’onore vantano contatti, al momento presunti, con l’ex consigliere regionale Udc, Alberto Goffi, braccio destro di Vietti quando faceva politica attiva. In una intercettazione del gennaio 2011 vengono lodati i suoi sforzi per far ottenere alla cosca l’appalto per la costruzione di un carcere all’epoca del secondo governo Berlusconi, in cui Vietti era sottosegretario alla Giustizia. Querele in arrivo da parte del diretto interessato. Ma il rumore di fondo è quello delle voci delle persone coinvolte nell’inchiesta. «Le cose ce le risolviamo noi, da soli. Il sistema antico dei nostri paesani funziona sempre». Per loro la Tav è una torta. «Ce la mangiamo tutta noi» dicono. Questa volta gli è andata male. Ma l’assalto alla diligenza dell’alta velocità piemontese non è ancora finito. Maro Bardesono Marco Imarisio © RIPRODUZIONE RISERVATA 20 italia: 51575551575557 Mercoledì 2 Luglio 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Mercoledì 2 Luglio 2014 Cronache 21 italia: 51575551575557 Santa Sede La riorganizzazione dello Ior avviata un anno fa da Francesco. Riuniti i cardinali del «C8» Nuovi statuti e un capo a tempo pieno Ecco la riforma della banca vaticana Verso le dimissioni di von Freyberg. Il successore «personalità forte» La vicenda L’inchiesta Lo Ior, Istituto per le opere religiose, è la banca del Vaticano. Nel 2010 è finito al centro di un’inchiesta per riciclaggio per cui andranno a processo l’ex direttore generale dello Ior Paolo Cipriani e il suo ex vice Massimo Tulli La riforma Papa Francesco ha avviato un ripensamento sulle funzioni dell’Istituto. Il 7 aprile scorso la Santa Sede ha reso noto che non chiuderà. Ora il Consiglio degli 8 cardinali che affianca il Papa lavora al nuovo assetto dello Ior, all’interno della riorganizzazione delle finanze vaticane. La riforma porterà a breve alle dimissioni del presidente Ernst von Freyberg (sopra) ROMA — Un nuovo assetto dello Ior, con nuovi statuti, e un nuovo presidente, all’interno della complessiva riorganizzazione delle finanze vaticane. Dopo un anno di transizione che ha coinciso con il primo anno di Pontificato di papa Bergoglio, per la cosiddetta banca vaticana è iniziata la fase due. Decisioni ai massimi livelli saranno prese nei lavori del cosiddetto «C8», il Consiglio degli otto cardinali provenienti da tutti i continenti che aiutano il Papa nella riforma della Curia, Consiglio che è iniziato ieri e che durerà fino a venerdì prossimo, 4 luglio. «C8» che di fatto è diventato un «C9» perché vi partecipa ormai sempre anche il cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin. Questa settimana si riunirà anche la Commissione cardinalizia di vigilanza sull’Istituto, presieduta dal cardinale Santos Abril y Castelló, cui spetta la nomina dei vertici, e questo ha fatto crescere le voci circa un possibile immediato avvicendamento sulla poltrona numero uno. Secondo John Allen del Boston Globe, ciò potrebbe avvenire sabato prossimo 5 luglio, dopo una riunione del nuovo Consiglio per l’economia. Si tratta del terzo scossone in tre anni, con la partenza immediata dell’uomo d’affari tedesco Ernst von Freyberg, già questa settimana. Altri ritengono più probabili le dimissioni la settimana prossima, dopo la presentazione del bilancio 2013. Si pensa infatti che i nuovi statuti della banca, in accordo con la sua rinnovata missione al servizio della Chiesa universale, facciano di quello del presidente un lavoro a tempo pieno, con una posizione che sia residenziale, cioè con il presidente che lavori tutta la settimana nel Torrione di Niccolò V (e non solo tre giorni a settimana come prevedeva il contratto di Ernst von Freyberg ) e che viva in Vaticano, o quanto meno a Roma. «Ci vuole una personalità forte che prenda in mano decisamente l’Istituto in questa fase — si diceva ieri dentro le Mura leonine — e che ristrutturi dall’interno l’Istituto». Secondo alcune fonti, von Freyberg, che faceva avanti-indietro con la Germania, avrebbe scelto di ricongiungersi con la sua famiglia. Ma al riguardo Napoli Rogo alla Città della Scienza, indagato un custode C’è un primo indagato per il rogo alla Città della Scienza del 4 marzo del 2013: è uno dei sorveglianti in servizio la sera in cui scoppiò l’incendio, Paolo C., protagonista di una testimonianza ritenuta contraddittoria dai pm. È indagato per incendio doloso aggravato da finalità mafiose in concorso con persone da identificare. Ieri il Cipe, il Comitato interministeriale per la programmazione economica, ha assegnato 33,4 milioni per la ricostruzione del museo. Al Csm non c’è alcun commento da parte dei portavoce dello Ior che ieri si sono limitati a dire: «Stiamo lavorando alla pubblicazione del rapporto annuale, nel quale si chiarirà quanto fatto nell’ultimo anno». Il futuro dell’incarico a von Freyberg, inoltre, «rientra — sempre secondo lo Ior — in un discorso più ampio, che riguarda la riforma della governance e la ridefinizione delle funzioni dell’Istituto». E che l’uscita del presidente von Freyberg sia ormai «possibile» lo conferma anche il fatto che cominciano a circolare nomi di suoi successori: tra i candidati, Jean-Baptiste de Franssu, un finanziere francese della corrente «anglo-maltese» legata all’economista Joseph F. Zahra, già presidente della Commissione referente sulle strutture economico-amministrative vaticane e ora uno dei membri laici del Consiglio per l’Economia. Ma non si esclude l’arrivo di un outsider — si fa il nome di un esponente della finanza «mitteleuropea» — meno legato agli schieramenti esistenti. Il quotidiano cattolico francese La Croix ha scritto che von Freyberg non sarebbe riuscito a stabilire una relazione di fiducia con il Papa e che è stato eletto con il mandato preciso di ristrutturare la burocrazia e le finanze vaticane, tanto da non essere mai stato ricevuto in udienza personalmente da Francesco. Il Papa in ogni caso ha rifiutato l’opzione di sopprimere tout court lo Ior. Von Freyberg aveva dato incarico alla società Promontory di rivedere i 19 mila conti dello Ior, 1.400 di essi sono stati chiusi in quanto appartenenti a persone che non ne hanno più diritto, mentre sono state oltre duecento, l’anno scorso, le segnalazioni per operazioni sospette di riciclaggio. M.Antonietta Calabrò © RIPRODUZIONE RISERVATA Cecchi Paone a Oggi «FI pro gay? Grazie al Papa» La svolta dell’ex premier Silvio Berlusconi sulle unioni civili è dovuta anche a papa Francesco. Lo ha detto al settimanale «Oggi» (sopra, la copertina del numero in edicola) Alessandro Cecchi Paone. «Ora anche i credenti possono passare a sentimenti di accoglienza», ha spiegato. © RIPRODUZIONE RISERVATA Editoria Iscrizioni aperte al corso Cutuli Claudio Del Frate @cdelfrate Sono aperte fino al 7 luglio le preiscrizioni al corso di giornalismo per inviati in aree di crisi «Maria Grazia Cutuli», in memoria della giornalista del Corriere uccisa in Afghanistan nel 2001. Lo scopo del corso, all’Università di Roma Tor Vergata in convenzione con lo Stato maggiore della Difesa e la Croce rossa, è di fornire gli strumenti per capire come muoversi in sicurezza in aree ad altissimo rischio. Il corso dura 3 mesi e prevede attività in zone d’operazione all’estero. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Orsi: processato perché ho colpito il malaffare di Finmeccanica che il pm Eugenio Fusco iniziasse la sua requisitoria e ha inquadrato la disavventura giudiziaria che lo ha investito nella cornice di una «guerra per bande» dentro Finmeccanica. «Quando sono approdato al vertice del gruppo — ha raccontato in aula — ho rimosso sacche di malaffare e rapporti clientelari. Chi voleva lo status quo non me l’ha perdonata. Subito è partita un’inchiesta interna occulta contro di me, una vera caccia alla mia vita, un’attività di dossieraggio Il Csm torna a occuparsi dello scontro tra il procuratore capo di Milano Edmondo Bruti Liberati e l’aggiunto Alfredo Robledo. L’organo di autogoverno della magistratura ha aperto ieri un fascicolo sull’esposto presentato da Robledo dopo la sua esclusione dagli interrogatori di due indagati nell’inchiesta Expo, decisa da Bruti Liberati. L’esposto precedente di Robledo, che contestava i criteri di assegnazione di indagini, era stato archiviato il 19 giugno. © RIPRODUZIONE RISERVATA L’ex ad in aula a Busto Arsizio «Il processo contro di me non è cominciato in quest’aula. È cominciato il giorno stesso in cui sono stato nominato presidente di Finmeccanica». Anche per Giuseppe Orsi è venuto il momento di fare dichiarazioni pubbliche. Ha scelto l’ultima udienza del processo che a Busto Arsizio lo vede imputato di corruzione internazionale per la vendita di 12 elicotteri Agusta all’India. L’ex manager di Stato ha fatto dichiarazioni spontanee prima Bruti-Robledo caso riaperto fatta da un ex generale dei carabinieri amico del mio predecessore (Francesco Guarguaglini, ndr)». Orsi mette al centro di questa manovra il suo nemico numero uno all’interno di Finmeccanica, l’ex responsabile delle relazioni esterne Lorenzo Borgogni, che è stato anche il suo principale accusatore nell’inchiesta. «Dalla massa di falsità fatte circolare da Borgogni è scaturito anche il processo per la vendita degli elicotteri all’India». L’ex numero uno di Finmeccanica nega di aver mai pagato alcun funzionario pubblico, ma nel suo sfogo ci tiene a smentire con decisione un’altra accusa piovutagli addosso: «È pura invenzione che io abbia pagato un partito politico per ringraziarlo della mia nomina, è un’ipotesi grottesca e calunniosa». Il riferimento è al presunto finanziamento di 10 milioni che, secondo Borgogni, Orsi avrebbe fatto arrivare alla Lega Nord, accusa che fino a oggi non ha preso corpo all’interno del processo. Come detto, ieri è iniziata anche la requisitoria del pm Fusco, che invece tiene ferma la sua tesi in base alla quale, per garantirsi l’affare da 560 milioni di euro con l’India, Finmeccanica avrebbe fatto giungere a funzionari pubblici indiani tangenti per 50 milioni di euro. La richiesta di condanna è prevista nell’udienza di domani. 22 italia: 51575551575557 Mercoledì 2 Luglio 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Mercoledì 2 Luglio 2014 Cronache 23 ILLUSTRAZIONE DI ANTONIO MONTEVERDI italia: 51575551575557 In città Poche informazioni e difficili da trovare. Ma basterebbero un database o semplici targhette Perché non conosciamo il nome degli alberi che vediamo sotto casa Siamo circondati da piante bellissime di cui ignoriamo quasi tutto di ANTONIO PASCALE S pesso ci ritroviamo a parlare della natura, i paesaggi, i fiumi, i monti,le insenature, il fascino di certi tramonti e di alcune giornate di vento. Esperienze siffatte aumentano la nostra sensibilità al mondo che ci circonda. Tuttavia, c’è una carenza che andrebbe colmata: gli alberi delle nostre città. Li sfioriamo, talvolta li tocchiamo, ma non li conosciamo. Sì, l’Italia è un bosco, come recita il titolo del bel libro di Tiziano Fratus (Laterza) — una piacevole e istruttiva lettura — dove si racconta del superlativo e spesso poco valorizzato patrimonio boschivo italiano. Ma anche le nostre città sono delle piccole oa- Romano, due meravigliosi esemplari di Washingtonia robusta che si trovano, tra l’altro, nel cortile interno del corpo dei vigili del fuoco. La coppia di palme alte più di trenta metri, di inestimabile valore, oltre a delimitare i Fori so- no orientate a ovest, quindi rendono più belli e poetici i tramonti. In autunno passeggi a Milano, per i giardini Indro Montanelli e ti accorgi dell’esistenza di un cipresso calvo, una particolare co- nifera, con le fronde dolcissime, le piccole foglie aghiformi che prima di cadere, con un barlume di energia supplementare, diventano rosso intenso. Si può tuttavia parlare anche dell’arruffato carpino nero a corso di Porta Vit- toria, a Milano. O della Canfora secolare in un giardinetto privato, a via Cernaia, a Roma. E i cedri, i lecci, le querce, biancospini, gli agrumi, i fichi, i tigli, i platani, gli olmi, gli aceri del monte, gli aceri negundi resistenti alla siccità — un po’ tristi, imbronciati — e quei pioppi dai lunghi piccioli che tremano al vento? Ogni albero potrebbe raccontare una storia: Chi è? Da dove viene? A quale mito fa riferimento? La storia di Roma, per esempio, può essere narrata attraverso la flora. In epoca romana prevalgono gli alberi autoctoni (lecci, querce), poi arrivano quelli importati dall’area asiatica mediterA Milano La quercia rossa di Piazza XXIV Maggio a Milano fu piantata alla fine della Prima guerra mondiale per ricordare i caduti. Oggi l’area è transennata per i cantieri dell’Expo Le false percezioni Spesso li consideriamo immobili o cristallizzati ma sono diversi, mutevoli, fragili Molto simili a noi si. Non parlo solo di alberi monumentali e rari, ma delle tante specie arboree che troviamo lungo le strade, alberi cresciuti accanto a muri diroccati, a fontanelle gorgheggianti o che ci proteggono dalle polveri sottili. Alcuni alberi sono delle epifanie, capaci di cambiare il tuo umore. Non si può essere seri a 17 anni quando i tigli lungo il viale sono verdi, scriveva Rimbaud (Romanzo). Tantomeno si può essere tristi una sera di luglio, a Roma, al tramonto, quando alzi gli occhi e noti le palme gemelle del Foro ranea (platano, pino, melograno). In epoca rinascimentale comincia l’importazione degli alberi provenienti da altri continenti. Poi ci sono i papi che privilegiano gli olmi, disposti in filari e piantati in occasione dell’apertura di una nuova chiesa, e i gelsi per i loro frutti, ecc. Ecco, parliamo di natura, viaggiamo, fotografiamo, eppure se cerchiamo informazioni semplici sugli alberi delle nostre città, non le troviamo. Mancano database, mancano — a parte rari casi — anche semplici ed economiche targhette illustrative. Solo per fornire alcuni numeri, a Roma ci sono 300 mila alberi, di cui 150 mila su strade pubbliche, ebbene solo pochi cittadini sono a conoscenza di questo patrimonio pubblico. Possibile che il ministero, le Regioni, gli enti, gli uffici comunali tra tanti soldi spesi per promuovere sagre paesane e prodotti tipici, non trovino il modo e un po’ di soldi per fotografare e mappare gli alberi della città? Per creare un’applicazione smart, di quelle facili da usare, così che noi possiamo conoscere qualcosa di più del patrimonio boschivo? Possibile che non si trovino tecnici agrari, botanici, semplici appassionati disposti a mettere su una start-up utile al suddetto obiettivo? È bello parlare di natura, ancora più utile però è conoscerla a fondo, analizzare alcune sue specifiche dinamiche. Si eviterebbero così quelle fastidiose fallacie, quelle che ci fanno pensare alla natura come una madre mitologica, immobile, cristallizzata, un contenitore di valori ancestrali. Se, per esempio, cominciassimo dagli alberi ci renderemmo conto di come sono diversi, mutevoli, alcuni imponenti, resistenti, altri fragili, malinconici, scortecciati, nudi, esposti alle intemperie e alla inciviltà. Così simili a noi, insomma, alla nostra immagine che talvolta intravediamo — tra cattivi e buoni umori, e quando meno ce l’aspettiamo — tra le fronde degli alberi o le rughe dei tronchi. © RIPRODUZIONE RISERVATA Il caso Sciopero dei produttori: settore a rischio, da noi il 52 per cento dell’export italiano. La replica: le montagne vanno tutelate La qualificazione La Toscana si divide per le cave di Michelangelo Le donne del bridge ai mondiali Il piano paesaggistico regionale e i limiti all’estrazione di marmo Battaglia tra ambientalisti e imprese FIRENZE — Da due giorni nelle cave di marmo di Carrara c’è un silenzio irreale. Nessun blocco estratto, nessun camion a raccogliere le schegge, nessun martello pneumatico o esplosioni. I pochi minatori rimasti a guardia dei bacini nei quali Michelangelo sceglieva lo «statuario bianco» per i suoi capolavori incrociano le braccia. È serrata. «E ce ne saranno altre se il consiglio regionale adotterà quel piano infausto voluto dalla Regione Toscana», denuncia Giuseppe Baccioli, presidente degli Industriali di Carrara, mentre a Firenze in aula si discute, non senza polemiche, il piano paesaggistico che regolerà l’estrazione nei siti. Un provvedimento, voluto dall’assessore regionale al territorio, Anna Marson, e che nella stesura originaria limitava il proliferare di cave e ne bloccava la nascita di nuove nell’area del parco delle Apuane, migliaia di ettari che si estendono dall’Alta Versilia (Lucca) alla provincia di Massa Carrara passando per Garfa- gnana e Lunigiana. Poi un fronte trasversale ha molto ammorbidito in commissione i divieti con risultati deludenti: gli imprenditori del settore lapideo hanno continuato a protestare e, con motivazioni opposte, hanno contestato il piano anche gli ambientalisti. Ieri a Firenze sono state pre- sentate più di 100 mila firme pro Apuane raccolte da Legambiente e Italia Nostra e ci sono stati presidi davanti al consiglio regionale. «Il piano è stato stravolto — denuncia Maria Rita Signorini, della segreteria nazionale di Italia Nostra —. Sulle Apuane ogni anno sono demolite 10 milioni di tonnel- Il marmo scavato nella zona Apuana (dati in milioni di tonnellate – media quinquennale) 1,1 1,5 1,2 late di montagne, bisogna fermare questo scempio». Gli industriali presentano altri numeri. Dicono che negli ultimi dieci anni la quantità di estrazione è stata costante (1,3 milioni di tonnellate annue) e anzi è diminuita. Ma se si vanno a guardare i numeri negli anni Settanta la quantità di 1,4 1,35 1,3 1,25 0,91 0,38 0,4 0,55 0,66 0,68 1951- 1956- 1961- 1966- 1971- 1976- 1981- 1986- 1991- 1996- 2001- 2006- 201155 60 65 70 75 80 85 90 95 2000 2005 2010 2013 Fonte: Camera di commercio di Massa-Carrara, Regione Toscana CORRIERE DELLA SERA blocchi estratti era meno della metà. Battaglia anche sui numeri degli occupati: 15 mila con l’indotto (e il 52% dell’export italiano), secondo gli imprenditori, meno di 1.000 per gli ambientalisti e le statistiche degli estensori del piano. «Chiediamo il riconoscimento delle cave come componente del paesaggio — sottolinea il presidente Baccioli — perché sono bellissime e anche risorsa turistica». Replica Giusseppe Sansoni di Legambiente: «Sulle Apuane è in atto un disastro ecologico. Lo sfruttamento delle cave mette in pericolo sorgenti, biodiversità, habitat e distrugge il parco». Marco Gasperetti [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Niente medaglia, ma accesso diretto ai mondiali. L’ultima sfida, contro la Germania, è stata «fatale». Le Azzurre del bridge scendono dal podio ai campionati europei che si sono chiusi ieri a Opatija, in Croazia. Fino al 22esimo incontro erano sul primo gradino. Poi la sfida con le teutoniche e la sconfitta. Le Azzurre, alla fine, si sono piazzate quarte. Ma il risultato è comunque una buona notizia: la nostra nazionale femminile va dritta ai mondiali di bridge. © RIPRODUZIONE RISERVATA 24 Mercoledì 2 Luglio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Economia `V `ii ÀÃi /- > ÃiÌÌ>> >L >ÃÀ > ÃiÌÌ>> /Ì ` -Ì>Ì >Ì ` iÜ 9À >}}À>Ì >i Ài Óä°ää /Ì /- Ì« ä{ä£ÉäÓÉ£x {]Óxä¯ £äÓ]Óx Ì« Èä£É££ÉÓÈ Ç]Óxä¯ £{Ó]£ä Ó]Î Ì« £ä£xÉä{É£x Î]äää¯ £äÓ]äx Ì« £££xÉäÉÓÈ Î]£ää¯ ££{]ÎÎ £]ÇÎ Ì« £££xÉä{É£È Î]Çxä¯ £äx]Ç£ ä]äÇ Ì« äÎä£ÉänÉÎ{ x]äää¯ ££]{£ Î]ä Ó£°xÈÎ]{Î £]ÎÓ¯ e `À> ȰnäÓ]Ó ä]nǯ e /- ̰ - >Ài ÓÓ°nÇ]£È £]În¯ e À>VvÀÌi °äÓ]{£ ä]Ç£¯ e /- ̰-Ì>À £n°{nÇ]££ £]Ó£¯ e *>À} >V{ä® {°{È£]£Ó ä]nǯ e Ü ià £È°nn]nÓ ä]ȯ e } } >Ã`>µ {°{ÈÇ]Ó £]Î{¯ e / i® £x°ÎÓÈ]Óä £]än¯ e -E* xää £°Çn]ä ä]£¯ e >`À` ££°ääÇ]nä ä]Çǯ e La lente ÀÃ> V ÕÃ> £ iÕÀ £]ÎÈnn `>À ä]Ó£¯ e £ iÕÀ £În]nää Þi ä]ί e i`° +Õ̰ ,i`° ivv° ä£äÇ iÌÌ ¯ /Ì i`° +Õ̰ ,i`° ivv° ä£äÇ iÌÌ ¯ £ iÕÀ ä]Çn£ ÃÌiÀi ä]{Ó¯ Ì« äÈ£xÉäÉ£Ç Ó]£ää¯ £äx]nä £ iÕÀ £]Ó£În vÀ° ÃÛ° Ì« £Î£xÉäÉ£n £]Çää¯ £äx]Σ Ì« ää£ÉäÎÉÓä {]Óxä¯ ££{]Óä ä]{È £]£Ó Ì« äxä£ÉäÓÉÎÇ {]äää¯ £äx]Çn Ì« äÇä£ÉänÉÎ x]äää¯ ££n]nÎ VÌ äÇä£É£ÓÉ£{ ä]{Óä¯ £ää]Óä Î]£È Î]Ó ä]ÓÓ £ iÕÀ ]£Èää VÀ°ÃÛi° ä]£Ç¯ £ iÕÀ £]{xnÇ `°V>° ä]䣯 Ì« ££ä£ÉäÉÓ£ {]Çxä¯ ££Ç]ÇÇ Ì« ££ä£ÉäÎÉÓÓ x]äää¯ ££]Ó£ Ì« £Îä£ÉäÎÉÓ{ {]xää¯ ££x]än £]xÎ £]Èn Ó]Ó£ VÌ änä£ÉäÉ£x ä]Înä¯ £ää]£{ VÌ ää£ÉäÇÉ£È ä]Îää¯ £ää]£ä VÌ £££xÉä{É£n ä]ÇÓȯ £ä£]Ó{ ä]{ä ä]{Ó ä]nä ä]£{¯ Istat Il numero dei senza lavoro arriva a quota 3,22 milioni (127 mila in più in un anno), 700 mila sono tra i 15 e i 24 anni FISCO E IMPRESE, RISERVE A ROMA Disoccupazione femminile a livelli record SULL’INTESA UE-SVIZZERA A maggio il tasso sale al 12,6%, per le donne mai così alto dal 2004 (13,8%) n un giorno il Fisco svizzero ha aperto tre porte. Verso l’Unione Europea, verso gli Stati Uniti e verso il mondo in generale. Iniziamo dalla prima. Svizzera e Ue hanno siglato un’intesa sulla fiscalità delle imprese. Berna si è impegnata ad abrogare alcuni regimi fiscali e l’Ue ha confermato che risponderà con l’abbandono delle contromisure previste. Il Consiglio federale (nella foto Eveline WidmerSchlumpf, capo del Dipartimento federale delle Finanze) ha per esempio ribadito l’intenzione di proporre l’abrogazione dei regimi fiscali che prevedono il trattamento differenziato tra redditi nazionali ed esteri. Diversi Paesi membri dell’Ue — in particolare l’Italia — hanno espresso il timore che la Svizzera introduca nuovi regimi che in qualche modo abbiano una funzione compensativa e hanno quindi ottenuto il diritto di adottare misure di ritorsione qualora la Svizzera introducesse un regime fiscale pregiudizievole. Quanto agli Stati Uniti, da ieri è entrata in vigore la normativa americana Fatca: le banche di tutto il mondo sono chiamate a fornire periodicamente a Washington i dati dei clienti soggetti al Fisco Usa. Anche la Svizzera deve «piegarsi» al nuovo regime, che pone sostanzialmente fine al segreto bancario nei confronti degli Stati Uniti. Infine, con 16 voti favorevoli contro 9, la commissione di politica estera del Consiglio nazionale svizzero ha appoggiato i negoziati con l’Ue per gli accordi internazionali sullo scambio automatico di informazioni bancarie e si è detta favorevole a un’intesa con altri Paesi. Giovanni Stringa © RIPRODUZIONE RISERVATA ROMA — In maggio il numero dei disoccupati ha raggiunto i 3 milioni e 222 mila, 26 mila in più di aprile e 127 mila in più di maggio 2013. Sono queste le cifre che fotografano la situazione lavorativa italiana e che confermano la sostanziale frenata della caduta dell’occupazione provocata dalla crisi. Il tasso di disoccupazione, pari al 12,6%, è si tornato ad aumentare, dello 0,1% in termini congiunturali, ma è rimasto al di sotto del picco registrato in gennaio-febbraio. Senza contare che sempre lievemente si è ridotto il tasso di disoccupazione dei giovani che resta comunque al 43%. Sale invece, in controtendenza, raggiungendo il record storico, il tasso di disoccupazione femminile che tocca il 13,8% con 1.487 donne senza lavoro (gli uomini sono 1 milione 735). «Il lieve incremento del tasso generale di disoccupazione è dovuto alla componente femminile», spiegano i tecnici dell’Istituto di statistica. La situazione lavorativa delle donne condiziona dunque in negativo il quadro complessivo. E ciò anche se si guarda ai miglioramenti sul numero de- gli occupati, che in maggio sono stati 52 mila in più, toccando i 22 milioni 360 mila. Un dato quest’ultimo che, secondo il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, costituisce «una buona notizia» da non trascurare. L’ aumento complessivo, spiega in una nota il ministro, «è dovuto ad una crescita dell’occu- pazione di 80.000 unità tra gli uomini e, purtroppo, ad un calo di 28.000 tra le donne. Aumenta di 26.000 unità, ed è un’apparente contraddizione, il numero dei disoccupati come saldo tra 54.000 unità in più per le donne e 29.000 in meno per gli uomini. Il dato è evidentemente legato al fatto che «sta cre- scendo il numero delle persone che tornano a cercare lavoro». E può essere un primo indizio del fatto che «si guarda con maggiore fiducia alla possibilità di trovare un’occupazione». Per quanto riguarda i disoccupati «diminuisce, pur restando a livelli inaccettabilmente alti, il tasso della disoccupazione gio- vanile: dal 43,3 al 43%». La situazione complessiva dell’occupazione nel Paese — conclude quindi il ministro — «resta, ovviamente, difficile, in linea con una fase di transizione tuttora in corso. Non sarebbe corretto, però, non cogliere i segnali positivi che si registrano e che confidiamo possano conD’ARCO Il lavoro che manca in Italia e in Europa OCCUPATI TASSO DI DISOCCUPAZONE Maggio 2013-maggio 2014, dati destagionalizzati, valori assoluti in migliaia di unità Maggio 2013-maggio 2014, dati destagionalizzati, valori percentuali Valori assoluti Medie mobili a tre termini NEI PRINCIPALI PAESI UE EU 28 Valori % 10,3% Medie mobili a tre termini 25,1% Spagna 22.500 12,7 22.400 12,4 22.300 12,1 22.200 11,8 M G L A S O N D G F M A M 2013 Francia 10,1% 5,1% Germania M G L A S O N D G F M A M 2014 2013 Inghilterra 6,6%* 2014 *marzo 2014 Fonte: Istat, Eurostat solidarsi nei prossimi mesi». In linea con quella di Poletti è la lettura dei dati Istat data dalla Confcommercio secondo cui i dati sull’andamento del mercato del lavoro nel mese di maggio «lasciano intravedere i primi segnali di assestamento» delle dinamiche dell’occupazione. È «un buon segno» la crescita degli occupati dopo un biennio caratterizzato da una sensibile riduzione delle persone impiegate nel processo produttivo (-724 mila tra gennaio 2012 e dicembre 2013) e nonostante l’ulteriore sviluppo del numero dei disoccupati. Uno sviluppo che è stato però, osserva ancora la Confcommercio, meno accentuato del passato (32 mila dalla fine del 2013, a fronte dei 761 mila registrati tra gennaio 2012 e dicembre 2013), «con una sostanziale stabilizzazione del tasso di disoccupazione attestato da un trimestre al 12,6%». «Per invertire il trend sulla disoccupazione bisogna investire nel lavoro», ha tagliato corto il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso. Stefania Tamburello © RIPRODUZIONE RISERVATA Stato e mercato Restituito in anticipo il prestito al ministero dell’Economia, l’istituto ha versato 329 milioni di interessi Montepaschi, maxi rimborso al Tesoro per 3,5 miliardi MILANO — Pagare 3,5 miliardi di debiti verso lo Stato, evitare la nazionalizzazione, sia pure parziale, trovare ben 5 miliardi in aumento di capitale grazie ai mercati tornati positivi e allo spread calato di oltre 100 punti, avere la forza di affrontare «la nuova sfida degli stress test» della Bce: i passaggi non erano facili per il Montepaschi, e il presidente Alessandro Profumo e l’amministratore delegato Fabrizio Viola non nascondono la soddisfazione per essere riusciti nella missione. «Quella di oggi è una giornata storica. Abbiamo versato tre miliardi di Monti bond più 455 milioni di interessi», ha detto ieri Viola (329 di interessi e 125 come sovrapprezzo). «Ci siamo levati un bel peso. Siamo soddisfatti perché abbiamo reso un piccolo servizio al Paese, che ha fatto anche un buon affare», avendo guadagnato circa il 9% sull’investimento nei Monti bond (4,071 miliardi totali), come ha confermato ieri il ministero dell’Economia. E Profumo: «Quando siamo giunti qua non era scontato che riuscissimo a rimborsare gli aiuti di Stato. Ora dobbiamo essere una banca normale che deve far bene». Oggi i due banchieri si godranno il Palio molto più rilassati. Viola e Profumo ieri hanno parlato a margine del convegno senese di Confindustria, dov’era presente anche Deryck Mau- ghan, membro del consiglio di amministrazione di BlackRock, accreditato di un 3,2% circa di Mps. Ci vorranno circa 15 giorni per avere una mappa completa dei nuovi soci. Per Viola e Profu- mo l’azionariato sarà «molto diffuso e frazionato, con un’assoluta preponderanza di investitori esteri». Anche la Fondazione Mps, pur ridotta al 2,5%, si è salvata e ha costruito un noc- ciolo duro di azionisti con l’americana Fintech Advisory (4,5%) e la brasiliana Btg Pactual (2%). Potrebbero essere loro a dettare la linea — insieme con i soci storici come le Coop e Axa — nel prossimo futuro. La scommessa degli investitori è comunque per una forte ripresa di valore della banca. Il titolo sta già dando soddisfazioni a chi ha sottoscritto le azioni a In Borsa dopo l’aumento di capitale 1,54 D’ARCO I Ieri 1,536 euro +8,55% 1,52 1,50 1,48 1,46 1,44 1,42 1,40 Vertici Il presidente del Monte dei Paschi di Siena, Alessandro Profumo, con l’amministratore delegato Fabrizio Viola 1,38 30 GIUGNO 01 LUGLIO Risorse complessive per 2,185 miliardi Fsi-Kuwait, costituita la joint-venture Il Fondo strategico italiano (controllato dalla Cassa depositi e prestiti) si allea con il fondo sovrano del Kuwait (KIA) e costituisce Fsi Investimenti, società con risorse complessive pari a 2,185 miliardi e controllata dagli italiani per il 77%. In Fsi Investimenti finiranno tutte le partecipazioni attualmente detenute in portafoglio, ad esclusione della partecipazione in Generali, per la quale è contrattualmente prevista la vendita entro fine 2015, e del 40% di Ansaldo Energia, oggetto di cessione a Shanghai Electric. © RIPRODUZIONE RISERVATA 1 euro, visto che dopo due giorni post aumento Mps vale 1,53 euro (ieri +8,55%). Una ripresa di valore frutto anche del forte taglio dei costi impresso dal management, pari a circa 600 milioni. Il grosso verrà dalla riduzione del personale di complessive 8 mila unità (4 mila circa già realizzate) secondo l’accordo con la Commissione europea. Soddisfazione per il buon esito dell’aumento Mps è arrivata ieri dal Tesoro, che è creditore ancora per 1,071 miliardi residui di Monti bond, da rimborsare nel 2015 per 600 milioni e nel 2016 per i restanti 450 milioni. Anche su questi andranno calcolati gli interessi (almeno del 9,5%). Nell’esprimere «il proprio apprezzamento per l’impegno profuso dal management», il ministero guidato da Pier Carlo Padoan sottolinea che l’aiuto pubblico ha «consentito di evitare rischi per la stabilità del sistema bancario» contribuendo al risanamento della banca e evitandone la nazionalizzazione. E ricorda che «durante la crisi finanziaria lo Stato italiano sia dovuto intervenire con misure di supporto al capitale in misura estremamente più contenuta» rispetto agli altri Stati Ue «a testimonianza di un sistema finanziario solido, capace di fronteggiare situazioni di difficoltà profonde e prolungate». Fabrizio Massaro © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Mercoledì 2 Luglio 2014 In cerca di occupazione a maggio I GIOVANI Italia (15-24 anni) 22,2% Due amiche, i fondi della Regione «Così abbiamo aperto un bistrot» «casse» grezze di legno di un’azienda che produce rotative per la stampa. «In banca ci hanno concesso un piccolo prestito senza presentare alcuna garanzia dei genitori — spiega Anna —. Gli incentivi per l’autoimprenditorialità erano troppo complicati da avere e avevamo fretta di cominciare». Piuttosto le due amiche di infanzia hanno appena avuto un finanziamento a tassi agevolati a rimborso del fido bancario usufruendo della garanzia della Regione Piemonte. Con la srl a un euro? «No, la commercialista riteneva costasse di più». Federico, perito elettronico «Mi chiameranno entro 4 mesi» 23,3% Paesi area euro (under 25 anni) Un mese ancora per restare a Milano, poi tornerà a casa sua, Policoro, provincia di Matera: «Troppe spese, pago 320 euro al mese di affitto per un posto letto in una camera doppia vicino piazzale Lodi». Federico Ventruto (nella foto), 25 anni, è diplomato perito elettronico. Ha lavorato come «scaffalista» e commesso in un supermercato di Rocca Imperiale nel Cosentino, poi ha deciso di venire a Milano perché — dice — «ci sono più opportunità». Il 9 maggio si è registrato al portale LE DONNE 13,8% Tasso di disoccupazione femminile in Italia LA GARANZIA GIOVANI Ri. Que. © RIPRODUZIONE RISERVATA Andrea Ducci Fabio Savelli © RIPRODUZIONE RISERVATA 98.186 i registrati al portale Garanzia Giovani dal 1° maggio 2014 IL BONUS LETTA 22.000 il numero di domande di prenotazione arrivate all’Inps per l’assunzione agevolata di giovani under 29 governativo Garanzia Giovani perché gli hanno assicurato che entro quattro mesi verrà chiamato per un lavoro o uno stage. Il telefono finora non ha suonato, ma lui non si dispera mandando curricula ovunque. Il suo sogno è occuparsi di assistenza informatica, ma il settore è inflazionato e gli stipendi non troppo allettanti. Eppure ha già avuto diversi colloqui con le agenzie interinali (Manpower, Randstad) e in fondo spera che qualcosa si muova a breve. Entro luglio. F. Sav. © RIPRODUZIONE RISERVATA La staffetta con gli anziani «Io over 40 mi metterò in proprio Ma basta con incentivi inutili» Gli occupati sono tutti sereni allo stesso modo. Ma il disagio dei disoccupati è diverso da caso a caso. Conta anche l’anagrafe. Ci sono i giovani senza lavoro. Sul fronte opposto i cinquantenni a caccia di assunzione. Spesso più preoccupati. «La mia fortuna in questa fase è non avere una famiglia da mantenere», valuta Lamberto Boccato, 45 anni, capo contabile (nella foto). Per lui al danno si è aggiunta la beffa: «Mi ero licenziato perché mi avevano assicurato l’assunzione da un’altra parte. Poi è saltato tutto al momento della firma». «Ho fatto numerosi colloqui, ma non ho risolto ancora nulla. Ora sto pensando di mettermi in proprio», continua Boccato che fa parte dell’associazione Lavoro Over40. Che cosa chiedono gli iscritti? «L’eliminazione dei mille incentivi alle assunzioni che non hanno mai funzionato nemmeno nella nostra fascia d’età — risponde il presidente, Giuseppe Zaffarano —. E un taglio drastico al cuneo fiscale». Scarsa la fiducia nella staffetta giovani-anziani: «Pochi possono permettersi uno stipendio basso a fine carriera». D’ARCO CAPITANERIA DI PORTO DEL COMPARTIMEMTO MARITTIMO DI MAZARA DEL VALLO AVVISO Il Capitano di Fregata (CP) sottoscritto, Comandante del Porto e Capo del Compartimento Marittimo di Mazara del Vallo: PREMESSO: che la ditta “MARICONSULT S.p.A” con sede in Milano, nella via G.Gozzi n. 1/A, in qualità di Procuratrice Speciale della TRANSMEDITERRANEAN PIPELINE COMPANY L.T.D. (T.M.P.C.), con sede legale a Jersey - Channel Islands, è titolare dell’Atto Formale Quindicennale Rep. n. 1988/5 del 15/12/1992 scaduto in data 14.12.2007 e Atto Formale Trentennale Rep. n. 2371/2000 del 15/12/2000 scaduto in data 10.10.2009, per il mantenimento del gasdotto Algeria - Italia occupante un’area demaniale di mq. 20.000 e di mq. 86850 del fondo del Mare Territoriale antistante la località “Capo Feto” del Comune di Mazara del Vallo; PREMESSO: altresì che, come disposto dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti - Direzione Generale Dei Porti, nelle more della definizione dell’iter istruttorio volto al rinnovo degli atti formali sopracitati, la ditta ha provveduto al pagamento dei canoni demaniali fino al 31/12/2013; VISTA: l’istanza della citata ditta intesa ad ottenere il rinnovo e relativa unificazione delle pregresse concessioni in una unica da assentire per Atto Formale Trentennale a far data dal 10.10.2009 per l’occupazione di mq.11.103 di arenile e mq. 86.056 di fondo del mare territoriale, di cui mq. 58.004 interessato da condotte interrate e mq. 28052 interessato da condotte posate sul fondo del mare. VISTO: l’art. 18 del Regolamento al Codice della Navigazione; RENDE NOTO Che la predetta istanza - consultabile sul sito www.guardiacostiera.it/mazaradelvallo - ed il tipo planimetrico con l’individuazione dell’area demaniale ed il relativo specchio acqueo richiesti in concessione, rimarranno depositati presso l’Ufficio Demanio della Capitaneria di Porto di Mazara del Vallo, a disposizione del pubblico, per un periodo di 20 (venti) giorni consecutivi dalla data di affissione del presente avviso. INVITA Tutti coloro che fossero interessati a presentare per iscritto alla Capitaneria di Porto di Mazara del Vallo, entro il perentorio termine suindicato, eventuali osservazioni che ritenessero opportune a tutela dei loro eventuali diritti con l’avvertenza che, trascorso il termine stabilito, si darà ulteriore corso all’istanza inerente la richiesta di rinnovo della concessione di cui in premessa. Mazara del Vallo, lì 05/06/2014. IL COMANDANTE C.F.(CP) Davide ACCETTA COMUNE DI GIUNGANO Provincia di Salerno ESTRATTO BANDO DI GARA Prot. N. 2101 del 25.06.2014 per l’appalto dei lavori di Realizzazione strada di collegamento con l’area PIP e di una struttura finalizzata allo sviluppo, alla allocazione di microimprese e alla gestione centralizzata dei servizi, mediante procedura aperta o pubblico incanto. Importo dell’appalto: € 3.208.179,97, di cui € 12.228,690 per attuazione piani di sicurezza. Categoria OG3 Classifica IV importo € 2.194.300,85; prevalente 68,55%. Categoria OG10 Classifica I importo € 255.834,35; scorporabile e subappaltabile 8%. Categoria OG1 Classifica II importo € 437.659,43; scorporabile e subappaltabile 13,69%. Altre lavorazioni per € 308.156,65 scorporabile e subappaltabile 9,65%. Corrispettivo a misura. Termine ultimo per ricezione offerte: ore 13,00 del giorno 06 agosto 2014. Bando integrale nel sito del Comune: www.comunegiungano.gov.it. Il responsabile del Servizio Settore Tecnico LL.PP. Geom. Gaetano Mandia © RIPRODUZIONE RISERVATA CONSORZIO PER L’AREA DI SVILUPPO INDUSTRIALE DI FOGGIA Via Mons.Farina 62 - 71100-FOGGIA telefono 0881-307111 - fax 0881-307240 AVVISO DI GARA AFFIDAMENTO LAVORI E’ indetta dal CONSORZIO ASI DI FOGGIA gara con procedura aperta l’affidamento dell’appalto dei lavori: PROGETTAZIONE ESECUTIVA E ESECUZIONE DEI LAVORI DI MESSA IN SICUREZZA IDRAULICA AGGLOMERATO ASI DI INCORONATA - Regione Puglia - P.O. FESR 2007-2013 - Asse II - Linea di Intervento 2.3 - Azione 2.3.5- INTERVENTI DI AREA VASTA CAPITANATA 2020 e FONDI CIPE. CUP I72J11000090006 - CIG 5800106EDF - n. gara AVCP: 5637902. Importo complessivo dell’appalto EURO =3.232.290,10= di cui EURO 79.841,55 non soggetti a ribasso per attuazione dei piani di sicurezza. Categoria prevalente OG8: classifica IV; cat. scorporabile OG3 e OG6 di classifica. Luogo di esecuzione: COMUNE DI FOGGIA - AGGLOMERATO ASI Incoronata; Corrispettivo a corpo ai sensi del combinato disposto degli artt. 81 comma 1 e 82 commi 2 lett.b e s.m.i. del F.Lgs. 163/2006. Il bando integrale ed il disciplinare di gara sono disponibili sul sito internet www.asifoggia.it. Avvisi Bandi e Gare. L’avviso di gara è stato pubblicato sulla GURI n. 68 in data 18giugno 2014. Termine ricezione offerte: 30 luglio 2014 ore 12.00. TERMINE DI ESECUZIONE: giorni 240 (duecentoquaranta) naturali e consecutivi decorrenti dalla data di consegna dei lavori. E’ prevista l’anticipazione sul prezzo di appalto ai sensi dell’art. 26 ter del DL 69/2013 convertito in Legge 98/2013. CRITERIO DI AGGIUDICAZIONE: Offerta economicamente più vantaggiosa ai sensi dell’art. 83 del d.lgs. n. 163 del 2006 es.m.i. e del vigente DPR 207/2010, individuata sulla base di elementi di valutazione e relativi fattori ponderali esplicitati nel Disciplinare di gara; Ufficio ASI di Foggia - via Monsignor Farina 62 - FOGGIA. tel. 0881307229. Responsabile del procedimento geom. Michelarcangelo MARSEGLIA Direttore GENERALE ASI Michelarcangelo MARSEGLIA EXPO 2015 S.P.A. Avviso di esito di gara esperita 1) AMMINISTRAZIONE AGGIUDICATRICE: Denominazione: Expo 2015 SpA - Indirizzo: via Rovello 2 - 20121 Milano (MI) - Indirizzo del profilo del committente: http://www.expo2015.org/gare-e-appalti. Punto di contatto: Expo 2015 SpA, via Pisacane n.1, 20016 Pero (Milano) Pec: [email protected]. 2) PROCEDURA DI AGGIUDICAZIONE: Procedura aperta. 3) OGGETTO DELL’APPALTO: Lavori per l’esecuzione delle opere del “PROGETTO VIE D’ACQUA ANELLO VERDE-AZZURRO”. (CUP D43H12000020005; CIG 5491165CB2). 4) DATA DI AGGIUDICAZIONE: 15 maggio 2014. 5) CRITERI DI AGGIUDICAZIONE: A corpo secondo criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa. 6) NUMERO DELLE OFFERTE RICEVUTE: Undici. 7) ANAGRAFICA AGGIUDICATARIO/I: costituenda ASSOCIAZIONE TEMPORANEA D’IMPRESE tra FAVINI COSTRUZIONI SRL DEL GRUPPO FAUSTINI SPA (Capogruppo Mandataria in Avvalimento), PROFACTA SPA DEL GRUPPO FAUSTINI SPA (Ausiliaria), BOLPAGNI REGINALDO & C - SAS, DAF COSTRUZIONI STRADALI SRL, RIVA GIARDINI SPA (Mandanti). 8) IMPORTO A BASE DI GARA: EURO 12.462.500,00, di cui EURO 11.831.300,00 per lavori (al netto del ribasso di gara) ed EURO 631.200,00 per oneri della sicurezza (non soggetti a ribasso) - Esenzione IVA ai sensi del Decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze del 10/07/2012, G.U. n. 203/2012. 9) VALORE OFFERTA: Ribasso del 29,699%. 10) PUBBLICAZIONE GARA: Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea n. 2013-173178 del 24 dicembre 2013 e Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana V Serie Speciale - Contratti Pubblici n. 151 del 27 dicembre 2013. Il Responsabile Unico del Procedimento - Ing. Carlo Chiesa REGIONE SICILIANA ASSESSORATO BENI CULTURALI e dell’IDENTITA’ SICILIANA DIPARTIMENTO BENI CULTURALI, e dell’IDENTITA’ SICILIANA SOPRINTENDENZA Al BENI CULTURALI ED AMBIENTALI di SIRACUSA AVVISO DI ESITO DI GARA Si rende noto l’esito della gara di appalto del “PROGETTO DI POTENZIAMENTO DEL SISTEMA BIBLIOTECARIO PROVINCIALE POLO DI SIRACUSA (SBR)”; CUP: G39C11000430006, CIG: 554806366B, celebrata con procedura aperta ai sensi del D.lgs. 163/2006 in data 06/05/2014 presso la Soprintendenza BB.CC.AA. U.O.X, Piazza Duomo, 14, 96100 Siracusa. Importo a base d’asta euro 228.803,13 di cui: - Oneri di sicurezza non soggetti a ribasso pari ad € 250,00 - Importo a base d’asta soggetto a ribasso € 228.553,13 Imprese partecipanti n. 3. Imprese escluse nessuna. Impresa Aggiudicataria: Nexus sistemi informativi srl con sede in via Dante da Castiglione, 33 50125 Firenze offerta più bassa: € 161.929,89 pari al netto del 29,15% di ribasso. Il testo dell’aggiudicazione definitiva è disponibile sui siti internet www.regione.sicilla.it/beniculturali e www.euroinfosicilia.it. Il Responsabile unico del procedimento - Dott.ssa Giuseppa Marzia Scialabba IL SOPRINTENDENTE - Dott.ssa Beatrice Basile REGIONE SICILIANA AZIENDA OSPEDALIERA OSPEDALI RIUNITI PAPARDO-PIEMONTE MESSINA L’Azienda Ospedaliera Osp. Riuniti Papardo-Piemonte, con delibera n. 529 del 12/06/2014, ha provveduto ad aggiudicare la procedura aperta, per la fornitura biennale, di “Dispositivi medici ed accessori” occorrente al Laboratorio UFA e all’U.O. di Oncologia Medica dell’Azienda medesima. N. Gara 5097930. Gli operatori economici interessati, potranno visionare e/o scaricare le risultanze di gara sul sito www.aorpapardopiemonte.itbandi di gara. Il Direttore Amministrativo Dr.ssa Elvira Amata ESU DI PADOVA Bando di gara C.I.G.: 5814683C32 L’ESU di Padova, Via San Francesco 122 Padova - Ufficio Gare - Telefono +39 0498235622 - Fax +39 0498235624 - e-mail [email protected] - in esecuzione del decreto del Direttore n. 125 del 15/05/2014 indice una procedura aperta da aggiudicarsi con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, per l’affidamento del servizio di gestione e manutenzione evolutiva del sistema informatico aziendale SIE (Sistema informatico ESU). Durata tre anni, con opzione di ripetizione di servizi analoghi ex art. 57 D.lgs 163/2006. Valore stimato: € 300.000,00 IVA esclusa, per i primi tre anni. Termine di ricezione delle offerte ore 12:00 giorno 08/08/2014. Tutte le informazioni e la documentazione di gara sono disponibili sul sito www.esu.pd.it. Il Bando integrale relativo alla presente procedura è stato inviato alla GUE in data 24/06/2014. Il Direttore - Dott. Stefano Ferrarese COMUNE DI GIUNGANO Provincia di Salerno ESTRATTO BANDO DI GARA Prot. N. 2103 del 26.06.2014 per l’appalto dei lavori di Realizzazione di un centro sportivo integrato con attività per il benessere fisico mirato allo sviluppo urbano ed al miglioramento della qualità della vita, mediante procedura aperta o pubblico incanto. Importo dell’appalto: € 3.450.000,00, di cui € 62.100,00 per attuazione piani di sicurezza. Categoria OG1 Classifica IV-bis importo € 2.655.832,19; prevalente 78,40%. Categoria OG11 Classifica III importo € 732.067,81; scorporabile e subappaltabile 21,60%. Corrispettivo a misura. Termine per ricezione offerte: ore 13,00 del giorno 08 agosto 2014. Bando integrale nel sito del Comune: www.comunegiungano.gov.it. Il responsabile del Servizio Settore Tecnico LL.PP. Geom. Gaetano Mandia Auto senza polizza a quota 3,5 milioni ROMA — La congiuntura è sfavorevole, ma i conti tornano. Lo scorso anno la raccolta nel settore assicurativo ha raggiunto 165 miliardi di euro, crescendo del 22% nel ramo vita a fronte di una flessione del 4% nel ramo danni. Il dato è una delle indicazioni contenute nella relazione annuale dell’Ania (Associazione nazionale imprese assicuratrici), illustrata ieri dal presidente, Aldo Minucci. La tenuta della raccolta fa il paio con l’utile complessivo del comparto nel 2013: circa 5 miliardi di euro. A contribuire al risultato sono oltre 2 miliardi di utili ottenuti «grazie, soprattutto, al miglioramento nel ramo Rc auto». Al di là dei numeri nella relazione di Minucci viene ribadita la disponibilità da parte del sistema assicurativo a «dare un contributo per favorire il passaggio a un più ampio, liquido ed efficiente sistema finanziario». In sostanza, una parte degli attivi delle compagnie (circa 560 miliardi investiti per metà in titoli di Stato) potrebbe essere impiegata «in forme alternative, siano esse rivolte al finanziamento delle imprese o di opere infrastrutturali». L’apertura è in linea con il recente provvedimento del governo, che consente alle «assicurazioni di svolgere direttamente l’attività di conI costi cessione di finanziamenti alle Il presidente Minucci: imprese». Nel suo intervento il costo medio Minucci ha inserito un cavallo di battaglia delle imprese assidei contratti curative: una polizza obbligaRc è calato del 10% toria che copra il patrimonio abitativo privato italiano dal rischio catastrofale. Il modello suggerito dall’Ania prevede un limitato «intervento economico a carico dello Stato a una predeterminata percentuale del danno subito (per esempio il 50%)». Le imprese assicurative potrebbero, insomma, offrire la copertura con l’ausilio di un consorzio, di cui lo Stato (ogni anno il risarcimento dei danni da catastrofi naturali raggiunge in media 3,3 miliardi) sarebbe riassicuratore di ultima istanza, al fine di fronteggiare eventi eccezionali. Ania quantifica in un miliardo la «riduzione del costo dei risarcimenti da parte dello Stato». Sul versante dei prezzi delle polizze Rc auto Minucci rivendica una diminuzione del 10% del prezzo medio. Il calo del costo dei sinistri (-14% nell’ultimo biennio) è dovuto alla crisi economica, che ha spinto gli automobilisti a ridurre l’uso dei veicoli. Prima che la ripresa economica determini «un inevitabile aumento dei sinistri» occorre intervenire. La soluzione risiede nell’adozione delle tabelle di valutazione del danno biologico e nel contrasto alle frodi. C’è infine la piaga degli automobilisti che circolano privi di assicurazione. Nel 2013 circa 3,5 milioni di veicoli, pari all’8% del totale degli automezzi, sono circolati senza una copertura. Garanzia Giovani Europa a 28 Paesi (under 25 anni) Fonte: Istat, Eurostat Ania «Pronti a finanziare le imprese» Imprenditorialità rosa «Un attimo, sto asciugando le posate». Risponde trafelata Anna Ferrarotti (nella foto con la sua «socia», Lucilla Cagnoni, in occasione del primo compleanno dell’attività), 28 anni, architetto. Da due ha aperto con Lucilla, laurea in teorie e tecniche della Comunicazione a Milano, un bistrot nel centro di Vercelli. Un locale con aree gioco per bambini, ritrovo di avvocati in giacca e cravatta per gli «spuntini» di metà giornata, un’attività (quasi) a costo zero perché il mobilio è frutto di regali da parte dei parenti mentre il bancone del bar è stato creato riadattando delle 43% Economia 25 italia: 51575551575557 L’Ente Aut. Giffoni Experince nelle more dell’ammissione a finanziamento sull’integrazione al Piano Azione e Coesione III per il proggetto Giffoni Experience 2014 avente CUP: E 89 D 14000 22000 8, afferente l’implementazione di altro progetto già ammesso a finanziamento con apposto D.D.G.R.C. COMUNICA Che è stata avviata la seguente procedura: - FESTIVAL DIFFUSO per la 44° edizione del GEX 2014. - CIG: 583765594B - Affidamento diretto art. 57 comm. 2 lett. B D.lgs 163/06; Per maggiori dettagli visionare il sito dell’AVCP inserendo il CIG o consultare il sito dell’Ente www.giffonifilmfestival.it sezione “Imprese”. Il RUP Vincenzo Barletta Per la pubblicità legale e finanziaria rivolgersi a: RCS MediaGroup S.p.A. Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano Via Rizzoli, 8 20132 Milano Tel. 02 2584 6665 02 2584 6256 Fax 02 2588 6114 Vico II San Nicola alla Dogana, 9 80133 Napoli Tel. 081 49 777 11 Fax 081 49 777 12 Via Valentino Mazzola, 66/D 00142 Roma Tel. 06 6882 8650 Fax 06 6882 8682 Via Villari, 50 70122 Bari Tel. 080 5760 111 Fax 080 5760 126 26 italia: 51575551575557 Mercoledì 2 Luglio 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Mercoledì 2 Luglio 2014 Economia 27 italia: 51575551575557 Il caso Accolto il lodo arbitrale sulle azioni che spettano al fondatore Bernardo. Le scritture private «Proprietà Esselunga, ha ragione Caprotti» La Corte d’Appello rigetta il ricorso dei figli Violetta e Giuseppe Il patron dell’Esselunga Bernardo Caprotti si aggiudica un punto importante nel lungo contenzioso con i figli Giuseppe e Violetta. La Corte d’Appello di Milano ha confermato con una sentenza di 45 pagine le conclusioni del lodo arbitrale sulla proprietà delle azioni del gruppo, favorevoli al padre e impugnate dai figli. La prima sezione civile della Corte d’Appello presieduta da Ersilio Secchi (con Rosella Boiti, relatore, e Francesca Fiecconi) ha ritenuto di particolare rilevanza il contenuto delle scritture private del 1966 tra Bernardo Caprotti e i figli, dalle quali è ritenuto si ricavi che le azioni erano state intestate a Giuseppe e Violetta in via meramente fiduciaria con il diritto del padre di rientrare nella piene proprietà con una semplice comunicazione alla società fiduciaria. Per effetto di quelle scritture private dal 1996 al 2011 la proprietà della holding che controlla Esselunga, formalmente intestata a Unione fiduciaria, era attribuita in usufrutto al padre e ai figli in proprietà. Un assetto che in teoria avrebbe dovuto garantire la direzione imprenditoriale al capostipite e predeterminare le condizioni per una successione senza ostacoli. Bernardo Caprotti però nel 2011 ha chiuso il contratto fiduciario e ha ripreso il pieno controllo delle azioni di Supermarkets Italiani. Poteva farlo? Secondo i figli no. «Vedremo cosa diranno i giudici», aveva dichiarato Violetta al Corriere della Sera nel gennaio di que- 88 anni Bernardo Caprotti st’anno, in attesa appunto della sentenza della Corte d’Appello, Depositata ieri dopo che i giudici hanno deciso il 5 marzo. La Corte ha ripreso quanto già osservato dal collegio arbitrale, composto da Pietro Trimarchi (presidente) Natalino Irti e Ugo Carnevali, che con il lodo deliberato nel luglio 2012 aveva dichiarato la piena ed esclusiva proprietà di Bernardo Caprotti delle azioni Supermarkets Italiani e la validità, efficacia e legittimità delle istruzioni date a Unione fiduciaria dal patron nel 2011 volte a ottenere la girata in proprio favore dei titoli. In particolare la Corte ha richiamato testualmente il verdetto arbitrale relativamente al fatto che «il principio pacta sunt servanda, invocato da Bernardo Caprotti, esprime un principio di diritto ma anche un fondamentale principio di giustizia sostanziale, né sussistono nel presente caso particolarità che facciano apparire equo derogarvi». Viene poi sottolineato che «le azioni derivanti dagli aumenti di capitale erano state sottoscritte da Giuseppe e Vio- Vertice a Palazzo Chigi «Alitalia-Etihad passi avanti rilevanti» «Stiamo arrivando al rush finale», è stato il commento a tarda sera del ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi dopo il vertice fiume a Palazzo Chigi con le banche, chiamate ad accordarsi sui 565 milioni di crediti da cancellare (un terzo) o convertire in equity. «Abbiamo fatto qualche altro passo avanti», ha confermato il sottosegretario alla presidenza Graziano del Rio. Sul tavolo c’è un equilibrio da raggiungere sui sacrifici di Intesa Sanpaolo (esposta per 280 milioni), Unicredit (140), Mps e Popolare di Sondrio (90 a testa). Il Monte, ma anche altre banche, avevano fin qui puntato i piedi per non vedere trattati alcuni finanziamenti per factoring e sconto effetti alla stregua di crediti chirografari non garantiti. Ora sembra che l’accordo sia a portata di mano. Da oggi riparte il confronto con i sindacati sui 2.251 esuberi chiesti da Etihad. © RIPRODUZIONE RISERVATA Sergio Bocconi © RIPRODUZIONE RISERVATA Le matricole Industria A giugno crescita del 3,8%. Quota Fiat al 27,1% Immatricolazioni auto, arriva un piccolo segno più MILANO — Un anno fa, nello stesso periodo, era ai livelli più bassi dal 1978. Il recupero è dunque relativo. Ma pur sempre recupero è: giugno 2014 riporta il mercato dell’auto in attivo e, se le immatricolazioni non vanno comunque oltre quota 127.489, il +3,8% su giugno 2013 consente di riguadagnare qualche punto anche su basa annua e di fissare al 3,3% l’incremento medio del primo semestre. È, ancora, solo il pallido accenno di una ripresa che non è detto possa consolidarsi nel secondo semestre. Tanto più che, come sottolinea il Centro Studi Promotor, il rimbalzo è fin qui dovuto «esclusivamente agli ac- letta con denaro fornito dal padre attraverso donazioni la cui natura simulata (simulazione relativa), già espressamente concordata nelle scritture del 1996, non è mai stata messa in discussione nel corso del procedimento arbitrale, pertanto i figli sotto questo aspetto non hanno subito alcun sacrificio patrimoniale tale da giustificare una appropriazione delle azioni già oggetto dei mandati fiduciari». Sempre riprendendo il lodo, con le scritture del 1996 «Giuseppe e Violetta hanno attribuito al padre la più ampia e discrezionale facoltà, esercitabile in qualsiasi momento e anche senza preavviso, di intestare a sé medesimo o di cedere a terzi le azioni. I figli perciò non potevano considerare i titoli come ormai definitivamente acquisiti al loro patrimonio, e non possono ora sostenere di essere stati inopinatamente spossessati delle azioni». È difficile immaginare che la partita si chiuda qui. Però dalla sentenza il capostipite esce rafforzato nella «presa» sui titoli. Ieri, a Prato, l’imprenditore di 88 anni, commentando il passo indietro del concorrente «storico» Turiddo Campanini, che ha lasciato la guida di Unicoop Firenze, ha detto: «Non ho capito perché lo ha fatto, è giovane ed energico...del resto potrebbe capitare anche qua», riferendosi al nuovo superstore Esselunga aperto ieri, «dovrei lasciare anche io, vedremo». quisti delle aziende». Insomma: i privati continuano a non comprare, a dimostrazione del fatto che la grande crisi (o la grande paura del futuro) non è del tutto finita. Perciò gli operatori del settore, a partire dalla filiera delle imprese automotive riunite nell’Anfia, ringraziano il governo per l’attenzione dimostrata e però sollecitano segnali concreti. Da tradurre, questa volta, non nei classici incentivi alla rottamazione: è un accesso facilitato al credito per i consumatori la richiesta ripetuta ieri, dopo la diffusione dei dati. Il giugno in grigio di un mercato molto vicino alla stagnazione è un giugno in grigio più o meno per tutti i costruttori. Fiat Chrysler rispecchia la media. Risale un po’ meno del comparto, e il +2,8% con cui archivia il mese lima la quota del gruppo al 27,1% dal 27,9% di maggio. Sui sei mesi, tuttavia, il bilancio italiano del Lingotto resta in rosso: 127.489 le immatricolazioni nei primi sei mesi dell’anno. Il 3,8% in più rispetto al giugno 2013, mese con i risultati peggiori dal ‘78 le performance dei brand Fiat e Jeep( un +4,7% per il primo, grazie soprattutto alla «famiglia 500» e alla Panda; un +43% per il secondo, che continua la serie di incrementi a doppia cifra abbondante) non sono sufficienti a raggiungere il pareggio: 0,6% la perdita da gennaio. Compensa ampiamente, come sempre, l’attività americana. Ieri era giorno di numeri anche per gli Usa. E quei numeri confermano una volta di più la forte ripresa di Chrysler e la veloce corsa di Fca tra i consumatori statunitensi. I marchi di Auburn Hills mettono a segno il miglior giugno dal 2007 con un ulteriore +9% (contro il —5,8% di Ford e il +1% di Gm). E la stessa presenza diretta Fiat, per quanto piccola, dà il proprio contributo: la «famiglia 500» viaggia al rialzo (+11%) per il settimo mese consecutivo. Sisal e Rottapharm, sì Consob alla Borsa Rottapharm e Sisal si preparano ed essere le prossime due matricole di Borsa. Debutteranno attorno a metà luglio, pochi giorni dopo lo sbarco sul listino di Cerved, Fineco, Fincantieri. La Consob ha autorizzato ieri la pubblicazione dei prospetti informativi sulla quotazione delle sue società. Di Rottapharm, gruppo farmaceutico della famiglia Rovati, arriva in borsa con una cessione del 25-35% da parte controllante Fidim. Le azioni da oggi al 10 luglio possono essere acquistate a un prezzo tra 7,25 e i 9 euro, con una valorizzazione della società di 1,45-1,8 miliardi. Più articolata l’offerta di Sisal (da oggi al 14 luglio), che prevede sia un aumento di capitale sia una vendita di quote da parte della lussemburghese Gaming, veicolo con cui i fondi Permira, Clessidra e Apax controllano il gruppo di giochi e scommesse. In Borsa andrà tra il 59% e il 68% con una valorizzazione prevista tra 825 milioni e 1 miliardo. Gaming resterà con almeno il 32% e destinerà le risorse raccolte a rimborsare i suoi debiti rinunciando a 461 milioni di crediti verso Sisal. R. Po. ✒ Sterlina forte, crescita veloce Il caso britannico di GIOVANNI STRINGA V aluta forte, economia debole? Quello che sembra essere vero per l’Eurozona, non vale attraversando la Manica e arrivando in Gran Bretagna. Ieri la sterlina ha raggiunto i massimi sul dollaro da oltre cinque anni, superando quota 1,716 (biglietti verdi per una moneta della regina), eppure nell’ultimo trimestre l’economia britannica è cresciuta del 3,3% su base annua. Tornando indietro da Dover a Calais, nell’Eurozona, entrambi i numeri si ridimensionano: l’euro è sì forte sul dollaro ma senza i record inglesi, e nonostante questo l’economia cresce molto meno che a Londra: +0,7% (mettendo nella media tutta Eurolandia, dalla locomotiva tedesca alla più piatta situazione italiana). Evidentemente, la forza della sterlina non frena l’economia britannica, dove il settore manifatturiero ha continuato a espandersi a giugno, mettendo a segno uno dei migliori trimestri degli ultimi due decenni. E in Eurolandia? L’euro forte — per quanto più debole della sterlina — non aiuta. Ma, se Londra cresce veloce nonostante il «super pound», allora puntare il dito contro l’euro forte nell’Europa della moneta unica non è quantomeno una «sentenza» completa. Al di là delle questioni monetarie, la differenza tra Europa anglosassone ed Europa continentale è una questione di riforme strutturali e flessibilità dei mercati, nel bene e nel male. Senza dare troppe colpe alla moneta unica e alla sua forza. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Il Fabbisogno è migliorato di 1,8 miliardi Il libro Il Fondo compra-debito a quota zero Caio: semestre «digitale» in Europa ROMA — Per i conti dello Stato i primi sei mesi dell’anno sono stati positivi, con un fabbisogno a 41,1 miliardi, migliore di 1,8 miliardi rispetto allo stesso periodo del 2013. Il mese di giugno peraltro ha fatto segnare un avanzo di 7,7 miliardi, decisamente inferiore ai 13,5 del giugno dello scorso anno. E ciò, spiega il Tesoro, per vari motivi, alcuni dei quali legati al calendario, come per esempio lo spostamento a luglio dei versamenti fiscali dei contribuenti soggetti agli studi di settore o dei saldi Ires e Irap. Ad incidere sui conti di giugno, e quindi sui risultati complessivi del primo semestre 2014, sono stati poi i pagamenti dei debiti della Pubblica amministrazione e le compensazioni dei sostituti d’imposta per il pagamento del bonus di 80 euro a maggio. Sempre ieri il ministero guidato da Pier MILANO — Anche i byte hanno due facce. La tanto (giustamente) evocata digitalizzazione della Pubblica amministrazione può prendere due strade: quella dello snellimento burocratico e quella – semplificatrice solo nella facciata – «che semplicemente trasferisce fogli di carta, milioni di fogli, dentro i computer, ma solo per farli comparire come foto sullo schermo». Le parole si leggono nel volume «Lo Stato del digitale» (Marsilio, da domani in libreria) di Francesco Caio, amministratore delegato di Poste italiane ed ex commissario dell’Agenda digitale. Sul fronte della digitalizzazione, secondo Caio, in Italia «in alcuni casi sono state raggiunte punte di eccellenza. Il registro delle imprese, ad esempio, è totalmente digitale». Certo, aggiunge, «a volte si sono commessi degli errori, spesso con inutili duplicazioni», ma «moltissimo è già stato costruito in questi 7,7 L’avanzo del fabbisogno statale nel mese di giugno, inferiore ai 13,5 miliardi di giugno 2013 393 milioni La cifra rimborsata ieri dal Tesoro: ha così svuotato il fondo ammortamento dei titoli di Stato Carlo Padoan ha reso noto di aver dato un piccolo colpetto al debito pubblico rimborsando, in parte, il Btp triennale in scadenza il primo luglio del 2014. L’operazione, costata 393 milioni, ha in pratica svuotato il fondo di ammortamento dei titoli di Stato creato nel 1993 proprio per consentire al Tesoro di rimborsare o ritirare titoli di Stato dal mercato per favorire la riduzione dello stock del debito, ormai arrivato a superare i 2 mila miliardi di euro. Tale operazione «esaurisce quasi integralmente le disponibilità del Fondo», che viene alimentato anche dai proventi delle dismissioni e che dal 1995 al 2013 è stato utilizzato nel riacquisto o nel rimborso di titoli pubblici per circa 122 miliardi e mezzo di euro. Ora nel fondo confluiranno i rimborsi dei Monti bond per Mps. S.Ta. © RIPRODUZIONE RISERVATA La copertina del libro «Lo Stato del digitale» (Marsilio) di Francesco Caio, amministratore delegato di Poste italiane ed ex commissario dell’Agenda digitale italiana anni». Caio spiega: «L’immagine che ne ho tratto (della macchina amministrativa dello Stato, durante l’esperienza di dieci mesi all’Agenda digitale, ndr) è quella di tanti cantieri (le amministrazioni centrali e locali) con tanti bravi (e brave) ingegneri ma senza un architetto (lo Stato)». E per l’Europa? «Quello che manca – scrive Caio – è, ancora una volta, uno standard unico o, meglio, una serie di standard che possano rendere “compatibili” francesi, italiani, tedeschi, spagnoli e inglesi nel dialogo tra le macchine» e «il semestre di presidenza italiana dell’Ue può essere l’occasione per avviare questo cammino di ripensamento dell’architettura istituzionale europea in chiave digitale». L’obiettivo? Una burocrazia più veloce e un’Europa più vicina. G. Str. © RIPRODUZIONE RISERVATA 28 Mercoledì 2 Luglio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Gli annunci si ricevono tutti i giorni su: www.piccoliannunci.rcs.it [email protected] oppure nei giorni feriali presso l’agenzia: Milano Via Solferino, 36 tel.02/6282.7555 - 02/6282.7422, fax 02/6552.436 Si precisa che ai sensi dell’Art. 1, Legge 903 del 9/12/1977 le inserzioni di ricerca di personale inserite in queste pagine devono sempre intendersi rivolte ad entrambi i sessi ed in osservanza della Legge sulla privacy (L.196/03). ABILE impiegata tecnico-commerciale offresi part-time. Pluriennale esperienza settore illuminazione, arredamento e allestimenti. Offerte commerciali; ufficio acquisti, gestione fornitori, Autocad. 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Bond Target 2016 DIS AZ F. Bond Target 2017 Eq Op ACC AZ F. Bond Target 2017 Eq Op DIS AZ F. Bond Target Giugno 2016 ACC AZ F. Bond Target Giugno 2016 DIS AZ F. Bond TargetSettem.2016 ACC AZ F. Bond TargetSettem.2016 DIS AZ F. Cash 12 Mesi AZ F. Cash Overnight AZ F. Carry Strategy ACC AZ F. Carry Strategy DIS AZ F. Cat Bond ACC AZ F. Cat Bond DIS AZ F. CGM Opport Corp Bd AZ F. CGM Opport European AZ F. CGM Opport Global AZ F. CGM Opport Gov Bd AZ F. Commodity Trading AZ F. Conservative AZ F. Core Brands ACC AZ F. Core Brands DIS AZ F. Corporate Premium ACC AZ F. Corporate Premium DIS AZ F. Dividend Premium ACC AZ F. Dividend Premium DIS AZ F. Emer. Mkt Asia AZ F. Emer. Mkt Europe AZ F. Emer. Mkt Lat. Am. AZ F. European Dynamic ACC AZ F. European Dynamic DIS AZ F. European Trend AZ F. Formula 1 Absolute ACC AZ F. Formula 1 Absolute DIS AZ F. Formula 1 Alpha Plus ACC AZ F. Formula 1 Alpha Plus DIS AZ F. Formula Target 2014 AZ F. Formula Target 2015 ACC AZ F. Formula Target 2015 DIS AZ F. Formula 1 Conserv. AZ F. Global Curr&Rates ACC AZ F. Global Curr&Rates DIS AZ F. Global Sukuk ACC AZ F. Global Sukuk DIS AZ F. Hybrid Bonds ACC AZ F. Hybrid Bonds DIS AZ F. Income ACC AZ F. Income DIS AZ F. Int. Bd Targ. Giugno 2016 ACC AZ F. Int. Bd Targ. Giugno 2016 DIS AZ F. Institutional Target ACC AZ F. Institutional Target DIS AZ F. Italian Trend ACC AZ F. Italian Trend DIS AZ F. Lira Plus ACC AZ F. Lira Plus DIS AZ F. Macro Dynamic AZ F. Opportunities AZ F. Pacific Trend AZ F. Patriot ACC AZ F. Patriot DIS AZ F. Qbond AZ F. Qinternational AZ F. QProtection AZ F. Qtrend AZ F. Renminbi Opport AZ F. Reserve Short Term AZ F. Short Term Gl High Yield ACC AZ F. Short Term Gl High Yield DIS AZ F. Solidity ACC AZ F. Solidity DIS AZ F. Strategic Trend AZ F. Top Rating ACC AZ F. Top Rating DIS AZ F. Trend AZ F. US Income 27/06 27/06 27/06 27/06 27/06 27/06 27/06 27/06 27/06 27/06 27/06 27/06 27/06 27/06 27/06 27/06 27/06 13/06 13/06 27/06 27/06 27/06 27/06 27/06 27/06 27/06 27/06 27/06 27/06 27/06 27/06 27/06 27/06 27/06 27/06 27/06 27/06 27/06 27/06 30/05 30/05 27/06 27/06 27/06 27/06 27/06 27/06 13/06 13/06 27/06 27/06 27/06 27/06 27/06 27/06 27/06 27/06 27/06 27/06 27/06 27/06 27/06 27/06 27/06 27/06 27/06 27/06 27/06 27/06 27/06 27/06 27/06 27/06 27/06 27/06 27/06 27/06 27/06 27/06 27/06 27/06 EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR UFFICI in affitto, stabile direzionale, Parco delle Basiliche, 1.000 mq. Frazionabili. Posti auto. CE: F - IPE: 63,1 kWh/mca 02.88.08.31 cod. 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B CompAM Fund - SB Bond B CompAM Fund - SB Equity B CompAM Fund - SB Flexible B European Equity A European Equity B Multiman. Bal. A Multiman. Bal. M Multiman. Eq. Afr. & Mid. East A Multiman. Eq. Afr. & Mid. East M Multiman.Target Alpha A DB Platinum Agriculture Euro R1C A Comm Euro R1C A Currency Returns Plus R1C DB Platinum IV Croci Euro R1C B Croci Japan R1C B Croci US R1C B Dyn. Cash R1C A Paulson Global R1C E Sovereign Plus R1C A Systematic Alpha R1C A Fondi Unit Linked Quota/od. Quota/pre. Nome EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR 1612,502 1083,224 1149,844 1030,369 1415,375 1339,179 118,153 117,777 76,140 79,207 104,615 1613,603 1082,695 1149,214 1029,529 1417,966 1341,649 118,039 117,661 76,379 79,447 105,057 27/06 EUR 30/06 EUR 30/06 EUR 63,640 112,450 938,530 63,860 113,610 938,900 123,220 8612,410 171,320 101,500 6061,810 107,360 10504,680 123,300 8571,400 171,090 101,510 6091,350 107,640 10448,120 Em. Mkt Corp Bd A Euro Corp. Bond A Euro Corp. Bond A-Dis M Euro Short Term Bond A European Bond A-Dis Glob. Bond A-Dis Glob. Equity Income A Glob. Equity Income A-Dis Glob. Inv. Grade.Corp. Bd A-Dis M Glob. Structured Equity A-Dis Glob. Targeted Ret. A Glob. Tot. Ret. (EUR) Bond A Glob. Tot. Ret. (EUR) Bond E-Dis Greater China Eq. A India Equity E Japanese Eq. Advantage A Pan European Eq. A Pan European Eq. A-Dis Pan European Eq. Inc. A-Dis Pan European High Inc A Pan European High Inc A-Dis Pan European Struct. Eq. A Pan European Struct. Eq. A-Dis Renminbi Fix. Inc. A Renminbi Fix. Inc. EUR A-Dis US Equity A EH US High Yield Bond A US High Yield Bond A-Dis M US Value Equity A US Value Equity A-Dis 27/06 26/06 26/06 26/06 27/06 27/06 26/06 26/06 25/06 25/06 25/06 30/06 30/06 27/06 27/06 25/06 30/06 25/06 Flex Equity 100 Global Equity Maximum Progress Quality 25/06 25/06 25/06 25/06 25/06 ABS- I ABSOLUTE RETURN EUROPA BOND-A BOND-B EQUITY- I PRINCIPAL FINANCE 1 30/05 20/06 30/05 30/05 30/05 31/03 EUR JPY USD EUR EUR EUR EUR 11,050 5,637 5,378 6,598 7,194 EUR EUR EUR EUR EUR Kairos Multi-Str. A Kairos Multi-Str. B Kairos Multi-Str. I Kairos Multi-Str. P Kairos Income Kairos Selection Data Valuta 30/06 30/06 30/06 30/06 30/06 30/06 30/06 30/06 30/06 30/06 30/06 30/06 30/06 30/06 30/06 30/06 30/06 30/06 30/06 30/06 30/06 30/06 30/06 30/06 30/06 30/06 30/06 30/06 30/06 30/06 Tel: 848 58 58 20 Sito web: www.ingdirect.it 30/06 EUR Dividendo Arancio 30/06 EUR Convertibile Arancio 30/06 EUR Cedola Arancio 25/06 EUR Borsa Protetta Agosto 25/06 EUR Borsa Protetta Febbraio 25/06 EUR Borsa Protetta Maggio 25/06 EUR Borsa Protetta Novembre 30/06 EUR Inflazione Più Arancio 30/06 EUR Mattone Arancio 30/06 EUR Profilo Dinamico Arancio 30/06 EUR Profilo Equilibrato Arancio 30/06 EUR Profilo Moderato Arancio 30/06 EUR Top Italia Arancio 50,180 61,250 58,590 62,120 61,180 63,500 61,440 57,200 46,290 66,590 63,740 59,390 50,110 50,320 61,400 58,580 62,050 61,190 63,520 61,270 57,120 46,170 66,570 63,740 59,410 50,220 Quota/od. Quota/pre. 12,588 16,822 12,769 10,998 5,743 5,820 62,420 15,720 11,563 42,020 10,399 13,035 11,873 47,050 31,710 3107,000 17,710 15,980 11,960 19,070 13,770 14,640 13,920 10,696 9,506 14,460 12,004 10,840 32,580 31,140 12,588 16,829 12,774 10,999 5,748 5,818 62,250 15,680 11,567 41,980 10,385 13,056 11,892 46,780 31,480 3080,000 17,810 16,070 12,010 19,080 13,780 14,640 13,920 10,673 9,512 14,440 12,056 10,887 32,510 31,080 Tel: 02 77718.1 www.kairospartners.com 30/04 EUR 867085,663 30/04 EUR 566930,929 30/04 EUR 584407,453 30/04 EUR 532831,715 30/06 EUR 6,815 30/06 EUR 10,445 KAIROS INTERNATIONAL SICAV EUR 16535,470 16366,672 5161,988 5159,131 EUR EUR 762273,652 756069,144 EUR 762273,652 756069,144 EUR 622586,663 613699,760 EUR 60323,743 61951,842 USD EUR EUR EUR EUR USD USD USD USD USD EUR EUR EUR USD EUR JPY EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR USD EUR EUR USD USD USD USD KIS - America A-USD KIS - America P KIS - America X KIS - Bond A-USD KIS - Bond D KIS - Bond P KIS - Bond Plus A Dist KIS - Bond Plus D KIS - Bond Plus P KIS - Dynamic A-USD KIS - Dynamic D KIS - Dynamic P KIS - Emerging Mkts A KIS - Emerging Mkts D KIS - Europa D KIS - Europa P KIS - Europa X KIS - Global Bond P KIS - Income D KIS - Income P KIS - Italia P KIS - Italia X KIS - Key KIS - Key X KIS - Multi-Str. UCITS A USD KIS - Multi-Str. UCITS D KIS - Multi-Str. UCITS P KIS - Multi-Str. UCITS X KIS - Selection D KIS - Selection P KIS - Selection X KIS - Sm. Cap D KIS - Sm. Cap P KIS - Target 2014 X 27/06 27/06 27/06 27/06 27/06 27/06 27/06 27/06 27/06 27/06 27/06 27/06 27/06 27/06 27/06 27/06 27/06 27/06 27/06 27/06 27/06 27/06 27/06 27/06 27/06 27/06 27/06 27/06 30/06 30/06 30/06 30/06 30/06 27/06 USD EUR EUR USD EUR EUR EUR EUR EUR USD EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR USD EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR 283,160 199,130 200,430 173,020 123,670 127,920 126,710 131,740 133,870 175,740 122,390 124,700 129,180 127,470 125,720 128,030 128,640 104,150 104,040 107,590 132,250 131,610 138,980 141,860 154,360 113,420 116,320 117,190 124,360 126,440 126,010 100,990 105,900 100,290 873555,970 571470,686 588531,969 537043,435 6,814 10,467 282,500 198,670 199,970 173,060 123,690 127,940 126,800 131,830 133,960 175,840 122,450 124,760 129,270 127,560 125,870 128,170 128,780 104,110 104,080 107,640 132,460 131,780 138,900 141,780 154,280 113,360 116,250 117,130 124,590 126,660 126,180 100,490 105,370 100,290 Nome Data Valuta Quota/od. Quota/pre. www.multistarssicav.com [email protected] T. +41 (0)91 640 37 80 30/06 EUR 102,170 102,220 30/06 EUR 104,610 104,710 30/06 EUR 151,320 151,290 30/06 EUR 1543,020 1542,600 Orazio Conservative A Sparta Agressive A WM Biotech A WM Biotech I www.newmillenniumsicav.com Distributore Principale: Banca Finnat Euramerica - Tel: 06/69933475 30/06 EUR 192,460 192,590 NM Augustum Corp Bd A 30/06 EUR 146,900 146,830 NM Augustum High Qual Bd A 30/06 EUR 136,110 136,230 NM Balanced World Cons A 30/06 EUR 138,850 138,810 NM Euro Bonds Short Term A 30/06 EUR 48,740 48,740 NM Euro Equities A 30/06 EUR 73,640 73,600 NM Global Equities EUR hdg A 106,330 106,310 NM Inflation Linked Bond Europe A 30/06 EUR 30/06 EUR 113,300 113,340 NM Italian Diversified Bond A 30/06 EUR 115,830 115,860 NM Italian Diversified Bond I 30/06 EUR 136,550 136,510 NM Large Europe Corp A 30/06 EUR 106,660 106,740 NM Market Timing A 30/06 EUR 107,590 107,660 NM Market Timing I 30/06 EUR 63,440 63,560 NM Q7 Active Eq. Int. A 27/06 EUR 105,630 105,710 NM Q7 Globalflex A 27/06 EUR 122,160 122,580 NM Total Return Flexible A 30/06 EUR 101,550 101,450 NM VolActive A 30/06 EUR 102,080 101,970 NM VolActive I Il Corriere della Sera e La Gazzetta dello Sport con le edizioni stampa e digital offrono quotidianamente agli inserzionisti una audience di oltre 8 milioni di lettori, con una penetrazione sul territorio che nessun altro media è in grado di ottenere. La nostra Agenzia di Milano è a disposizione per proporvi offerte dedicate a soddisfare le vostre esigenze e rendere efficace la vostra comunicazione. TARIFFE PER PAROLA IVA ESCLUSA Rubriche in abbinata obbligatoria: Corriere della Sera - Gazzetta dello Sport: n. 0: € 4,00; n. 1: € 2,08; n. 2, 3, 14: € 7,92; n. 5, 6, 7, 8, 9, 12, 20: € 4,67; n. 10: € 2,92; n. 1: € 3,25; n. 13: € 9,17; n. 15: € 4,17; n. 17: € 4,58; n. 18, 19: € 3,33; n. 21: € 5,00; n. 24: € 5,42. Rubriche in abbinata facoltativa: n. 4: Corriere della Sera € 4,42; Gazzetta dello Sport € 1,67; abbinata € 5,00. n. 16: Corriere della Sera € 1,67; Gazzetta dello Sport € 0,83; abbinata € 2,08. n. 22: Corriere della Sera € 4,08; Gazzetta dello Sport € 2,92; abbinata € 4,67. n. 23: Corriere della Sera € 4,08; Gazzetta dello Sport € 2,92; abbinata € 5,00. RICHIESTE SPECIALI Data Fissa: +50% Data successiva fissa: +20% Per tutte le rubriche tranne la 21, 22 e 24: Neretto: +20% Capolettera: +20% Neretto riquadrato: +40% Neretto riquadrato negativo: +40% Colore evidenziato giallo: +75% In evidenza: +75% Prima fila: +100% Tablet: + € 100 Rubrica 4 “Avvisi Legali”: 1 modulo: € 400 2 moduli: € 800 Su troverai proposte per le tue vacanze da sogno! CONTABILE neopensionato, autonomo fino bilancio, adempimenti/dichiarazioni, offresi contabilità piccola azienda. 328.68.59.679 DIRIGENTE scolastico pensionato settembre 2012 esperienza quarantennale esaminerebbe offerte lavoro coordinatore istituti paritari disposto viaggiare. 340.57.62.532 IMPIEGATA commerciale estero esperta, pensionata giovanile laureata lingue, inglese tedesco francese parlati scritti, collaborerebbe anche part-time con seria azienda Milano o Rho. Astenersi perditempo. 335.81.74.198 PENSIONATA pratica lavori ufficio contabilità studi legali cancelleria offresi full-part time. Automunita. 347.70.60.304 PROFESSORE di madrelingua inglese dà lezioni private a casa o ufficio. 327.30.24.103 AZIMUT CAPITAL MANAGEMENT SGR - tel.02.88981 Azimut Dinamico Azimut Formula 1 Absolute Azimut Formula 1 Conserv Azimut Formula Target 2013 Azimut Formula Target 2014 Azimut Garanzia Azimut Prev. Com. Crescita Azimut Prev. Com. Crescita Cl. C Azimut Prev. Com. Equilibrato Azimut Prev. Com. Equilibrato Cl. C Azimut Prev. Com. Garantito Azimut Prev. Com. Protetto Azimut Prev. Com. Protetto Cl. C Azimut Prev. Com. Obbli. Azimut Prev. Com. Obbli. Cl. C Azimut Reddito Euro Azimut Reddito Usa Azimut Scudo Azimut Solidity Azimut Strategic Trend Azimut Trend America Azimut Trend Europa Azimut Trend Italia Azimut Trend Pacifico Azimut Trend Tassi Azimut Trend AZIENDA settore produzione borse alta moda cerca esperto/a nello sviluppo modelli, rifinitura, confezionamento, orario full time, sede di lavoro Milano. Inviare cv a [email protected] CERCASI pizzaiolo più cuoco per cucina in Germania. Vito Gmbh. Telefonare: (+39) 392.54.61.188 mail: [email protected] RIMINI - www.hotel-daria.it 0541.47.88.42, metri 50 mare. Pensione completa: luglio 40,00; agosto 46,00. Rubriche Compravendite immobiliari Nel testo dell’inserzione è obbligatorio indicare la classe energetica di appartenenza dell’immobile e il relativo indice di prestazione energetica espresso in kWh/mqa o kWh/mca a seconda della destinazione d’uso dell’edificio. Nel caso di immobili esenti dall’indicazione, riportare la dicitura “Immobile non soggetto all’obbligo di certificazione energetica”. Nome Data Valuta PS - Bond Opportunities B PS - EOS A PS - Equilibrium A PS - Fixed Inc Absolute Return A PS - Global Dynamic Opp A PS - Global Dynamic Opp B PS - Inter. Equity Quant A PS - Inter. Equity Quant B PS - Liquidity A PS - Opportunistic Growth A PS - Opportunistic Growth B PS - Prestige A PS - Quintessenza A PS - Quintessenza B PS - Target A PS - Target B PS - Titan Aggressive A PS - Total Return A PS - Total Return B PS - Valeur Income A PS - Value A PS - Value B 30/06 24/06 30/06 30/06 30/06 30/06 30/06 30/06 30/06 30/06 30/06 24/06 24/06 03/06 24/06 24/06 24/06 30/06 30/06 30/06 24/06 24/06 EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR Quota/od. Quota/pre. 122,710 129,770 101,100 99,840 100,170 100,540 113,090 115,490 125,030 97,980 103,500 99,460 104,900 107,170 109,150 109,220 106,610 102,840 96,500 111,870 104,990 107,250 122,770 129,630 101,010 99,860 99,900 100,270 113,180 115,570 125,100 97,920 103,430 100,810 104,750 106,870 108,970 109,030 106,290 102,840 96,490 111,950 104,870 107,120 www.pegasocapitalsicav.com 30/06 30/06 30/06 30/06 30/06 30/06 Strategic Bond Inst. C Strategic Bond Inst. C hdg Strategic Bond Retail C Strategic Bond Retail C hdg Strategic Trend Inst. C Strategic Trend Retail C EUR USD EUR USD EUR EUR 107,160 107,310 105,700 105,810 103,840 101,640 107,210 107,350 105,740 105,850 103,850 101,650 www.sorgentegroup.com AUGUSTUM EQUITY EUROPE I AUGUSTUM G.A.M.E.S. A AUGUSTUM G.A.M.E.S. I 30/06 EUR 30/06 EUR 30/06 EUR 110,370 115,420 153,500 110,460 115,310 153,350 Numero verde 800 124811 [email protected] 30/06 EUR 7,070 Nextam Bilanciato 30/06 EUR 7,524 Nextam Obblig. Misto 30/06 EUR 6,457 BInver International A 30/06 EUR 5,674 Cap. Int. Abs. Inc. Grower D 30/06 EUR 5,195 CITIC Securities China Fd A 30/06 EUR 5,483 Fidela A 30/06 EUR 5,783 Income A 30/06 EUR 7,208 International Equity A 30/06 EUR 6,949 Italian Selection A 30/06 EUR 5,342 Liquidity A 30/06 EUR 4,949 Multimanager American Eq.A 30/06 EUR 4,605 Multimanager Asia Pacific Eq.A 30/06 EUR 4,391 Multimanager Emerg.Mkts Eq.A 30/06 EUR 4,623 Multimanager European Eq.A 30/06 EUR 5,358 Strategic A 30/06 EUR 6,142 Usa Value Fund A 30/06 EUR 5,623 Ver Capital Credit Fd A 7,088 7,526 6,455 5,683 5,212 5,497 5,783 7,239 6,956 5,341 4,957 4,610 4,392 4,621 5,358 6,144 5,633 Fondo Donatello-Michelangelo Due Fondo Donatello-Tulipano Fondo Donatello-Margherita Fondo Donatello-David Fondo Tiziano Comparto Venere Caravaggio di Sorgente SGR 31/12 31/12 31/12 31/12 31/12 31/12 EUR 51470,165 52927,939 EUR 46691,916 47475,755 EUR 27926,454 27116,197 EUR 58259,864 57863,932 EUR 468728,464 477314,036 2451,889 2506,583 EUR www.vitruviussicav.com 30/06 EUR Asian Equity B 30/06 USD Asian Equity B 30/06 USD Emerg Mkts Equity 30/06 EUR Emerg Mkts Equity Hdg 30/06 EUR European Equity 30/06 USD European Equity B 30/06 EUR Greater China Equity B 30/06 USD Greater China Equity B 30/06 USD Growth Opportunities 30/06 EUR Growth Opportunities Hdg 30/06 JPY Japanese Equity 30/06 USD Japanese Equity B 30/06 EUR Japanese Equity Hdg 30/06 CHF Swiss Equity 30/06 EUR Swiss Equity Hdg 30/06 USD US Equity 30/06 EUR US Equity Hdg 98,640 138,460 460,060 449,660 282,430 348,780 110,900 157,860 74,520 81,610 133,970 132,940 174,230 134,500 102,160 178,460 196,580 97,810 137,290 457,760 447,370 282,590 348,980 109,640 156,060 74,350 81,430 133,130 132,100 173,150 134,500 102,160 178,120 196,210 Tel: 0041916403780 La lista completa dei comparti Invesco autorizzati in Italia è disponibile sul sito www.invesco.it Invesco Funds Num tel: 178 311 01 00 www.compamfund.com - [email protected] 27/06 USD 1536,285 1537,171 Bluesky Global Strategy A 27/06 EUR 1243,227 1243,985 Bond Euro A 27/06 EUR 1201,308 1202,053 Bond Euro B 27/06 EUR 1459,872 1461,225 Bond Risk A 27/06 EUR 1397,616 1398,929 Bond Risk B 1675,958 1677,084 CompAM Fund - Em. Mkt. Corp. A 27/06 EUR Asia Balanced A Asia Balanced A-Dis Asia Consumer Demand A Asia Consumer Demand A-Dis Asia Infrastructure A Asian Bond A-Dis M Balanced-Risk Allocation A Em. Loc. Cur. Debt A Em. Loc. Cur. Debt A-Dis.M 30/06 30/06 30/06 30/06 30/06 30/06 30/06 30/06 30/06 USD USD USD USD USD USD EUR USD USD 25,320 16,510 14,420 14,060 14,390 10,313 15,330 15,403 9,778 25,260 16,470 14,340 13,980 14,340 10,300 15,370 15,380 9,763 ASIAN OPP CAP RET EUR ADWISE L/S CAP RET EUR FLEX QUANTITATIVE HR6 A EUR HIGH GROWTH CAP RET EUR ITALY CAP RET A EUR SELECTED BOND DIS RET EUR SELECTED BOND CAP RET EUR VALUE OPP CAP RET EUR 30/06 30/06 30/06 30/06 30/06 30/06 30/06 30/06 EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR 12,557 111,562 111,651 117,698 25,036 5,826 121,958 9232,039 12,425 111,643 111,617 118,647 25,183 5,832 122,099 9234,719 www.pharusfunds.com [email protected] 30/06 EUR 67,380 PS - 3P Cosmic A 30/06 CHF 66,640 PS - 3P Cosmic C 30/06 EUR 114,440 PS - Absolute Return A 30/06 EUR 120,760 PS - Absolute Return B 30/06 EUR 112,220 PS - Algo Flex A 30/06 EUR 107,190 PS - Algo Flex B 30/06 EUR 86,700 PS - BeFlexible A 30/06 USD 85,320 PS - BeFlexible C 24/06 EUR 102,930 PS - Best Global Managers A 24/06 EUR 106,840 PS - Best Global Managers B 30/06 EUR 110,630 PS - Best Gl Managers Flex Eq A 30/06 EUR 164,490 PS - Bond Opportunities A 67,380 66,620 114,480 120,800 112,320 107,280 86,660 85,270 103,020 106,920 110,650 164,580 8a+ Eiger 8a+ Gran Paradiso 8a+ Latemar 8a+ Matterhorn Tel 0332 251411 www.ottoapiu.it 30/06 EUR 6,204 6,245 30/06 EUR 5,193 5,210 30/06 EUR 5,951 5,960 20/06 EUR 854739,164 863409,901 Legenda: Quota/pre. = Quota precedente; Quota/od. = Quota odierna 133529DB Corriere della Sera Mercoledì 2 Luglio 2014 Sussurri & Grida Piazza Affari INTERROTTI I RIBASSI CORRONO GTECH E STM Le pellicole di Garofano e il negoziato con il Kuwait di GIACOMO FERRARI (c.tur.) Il primo passo è ormai fatto con lo sconto del debito accordato dal socio-creditore Intesa Sanpaolo alla Manucor, la ex Manuli film di Sessa Aurunca (Caserta), tra i maggiori produttori europei di film plastici per imballaggi con 80 mila tonnellate l’anno di volumi e 167 milioni di ricavi. Il secondo step è atteso invece dopo l’estate, quando la società presieduta da Giuseppe Garofano, ingegnere chimico con un lungo cursus nella finanza fin dai tempi Montedison, avvierà i negoziati finali con la Ikarus petroleum di Kuwait City, la compagnia di intermedi chimici che fa capo alla famiglia AlKharafi, accreditata da Forbes di una fortuna di 8,6 miliardi di dollari e a capo della conglomerata Nig che conta tra i suoi soci anche il fondo sovrano Pifss dell’emirato. In effetti proprio la Ikarus, presieduta da Nader Al Issa, ex ceo di Kuwait petroleum, è candidata a rilevare il controllo di Manucor con un aumento di capitale che la porterebbe oltre il 51%. Un altro segnale dell’interesse che l’Italia richiama dal Paese del Golfo, dopo l’acquisto da parte di Q8 delle pompe di carburante Shell e l’accordo tra il Fondo strategico di Cdp e Kuwait investment authority (ieri l’annuncio della società comune Fsi Investimenti, con risorse per 2,185 miliardi di euro). I termini dell’offerta Ikarus, che è quotata al Kuwait stock exchange e ha rilevanti interessi chimici anche in Arabia Saudita, erano stati discussi già qualche mese fa. Poi tutto era finito in stand by perché i kuwaitiani chiedevano prima una riduzione del debito Manucor in linea co- Piazza Affari ha interrotto la lunga serie dei ribassi (sette consecutivi) in una seduta che è terminata positivamente anche per le altre Borse europee. Il Ftse-Mib è migliorato dell’1,32%, trainato dai titoli bancari e soprattutto da Monte Paschi, rimbalzata dell’8,55% dopo il collocamento di tutti i diritti inoptati, la restituzione dei Monti bond e la conferma dei target da parte dell’amministratore delegato Fabrizio Viola. Anche Ubi Banca ha recuperato il 4,67%, mentre la Popolare dell’Emilia Romagna è cresciuta del 3,86%. Fuori dal comparto creditizio, a correre di più sono state Gtech (+4,26%), StM (+4,20%) e Fiat (+3,33%) in attesa dei dati di giugno del mercato automobilistico italiano, comunicati in serata a contrattazioni ormai terminate, ma anche in seguito alle dichiarazioni di Sergio Marchionne che ha parlato di un secondo semestre migliore del precedente sul fronte della redditività. Hanno perso terreno, invece, i titoli del made in Italy, con Tod’s in calo dell’1,88%, Luxottica dell’1,23% e Campari dell’1,19%. Stabile infine, a 160 punti base, lo spread tra i rendimenti dei Bund tedeschi e i Btp decennali. © RIPRODUZIONE RISERVATA ÀÃ> Ì>>> i /Ì /i° °-° ,> °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°-,® Ó °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°Ó® De Eccher, si è aggiudicata l’appalto dal valore stimato di 525 milioni di euro. Lo stadio è concepito come uno spazio multifunzionale sportivo, sul modello dello Juventus Stadium. La Zao Mc Dynamo, che ha affidato con trattativa privata l’appalto a Codest, è una società controllata da Vtb Bank, la seconda banca russa. ni numeri del nuovo business plan redatto dal vicepresidente esecutivo Carlo Ranalli (già in Exxon Mobil e Treofan) e dall’amministratore delegato Valerio Fiorentino. Da qui il dialogo con la banca di Piazza Scala che ha portato alla conversione di 15 milioni di crediti su 62 di esposizione in strumenti partecipativi, con una delega al consiglio Manucor per emettere altri 15 milioni di sfp a certe condizioni. Non solo. Il debito residuo è stato riscadenziato con ammortamento fino al 2023 e 5 milioni di fidi aggiuntivi per sconto effetti sono stati accordati dal Banco di Napoli. Alla manovra che riporta in zona positiva il patrimonio non partecipano invece gli altri soci Reno de Medici con il 22,75% del capitale e i fratelli Antonello, Sandro e Mario Manuli che hanno il 4,5%. A questo punto tutte la carte per accasare Manucor in altre mani sono nel mazzo di Intesa Sanpaolo, con la triplice casacca di unico creditore bancario, titolare degli sfp e socio al 72,75% conteggiando anche le azioni di classe B (metà del capitale) che non hanno diritto di voto. © RIPRODUZIONE RISERVATA Buenos Aires, i Tango Bond e quei rimborsi dimenticati (m.sid.) A pensare male si commette peccato, dunque deve trattarsi di una svista. Lunedì scadevano cedole e rimborsi per oltre 900 milioni di dollari del debito argentino, sia negli Stati Uniti che in Europa. Si tratta nella maggior parte dei casi degli interessi sui titoli ricevuti dai creditori che hanno accettato i due concambi sui Tango bond del 2005 e 2010. Com’è noto i pagamenti negli Stati Uniti sono stati bloccati dalla Corte suprema Usa in attesa che Buenos Aires trovi un accordo con gli hedge fund che avevano fatto causa. Nulla di strano, dunque, se i bondholders Usa dovranno attendere 30 giorni per ritirare il proprio credito. Ma — e qui è un bel mistero — come mai in Europa e anche in Italia alcuni pagamenti sono arrivati mentre altri obbligazionisti ieri hanno ricevuto come sorpresa il mancato accredito? Una svista delle banche? [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA La friulana De Eccher rifarà lo stadio della Dynamo Mosca (fr.bas.) La ricostruzione dello stadio della Dynamo Mosca, nel parco storico sulla Liningradsky Prospekt a cinque chilometri dal Cremlino, sarà made in Italy: Codest, società operativa in Russia da oltre trent’anni e controllata dal gruppo friulano di costruzioni Rizzani © RIPRODUZIONE RISERVATA +ÕÌ>â `ÀiÌÌ> ÃÕ Ìiiv\ Û> +1"/ Ã}> ÌÌ] >` iÃi«\ +1"/ > ÕiÀ {nÓÓ{Ó° ÃÌ ä]x ÕÀ «iÀ -- ÀViÛÕ̰ v ÃÕ ÜÜܰVÀÀiÀi°ÌÉiV> *Àiââ 6>À° 6>À° >Ý >«Ì>â ,v° ,v° äÓä£Óä£{ iÕÀ® ¯® ¯® iÕÀ® iÕÀ® ` iÕÀ® ä]Èä Economia/Mercati Finanziari 29 italia: 51575551575557 Ç]În ³£]Îx ä]n{ ³ä]Ç£ ³£]xä Vi>°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° ® £ä]{ä ³Ó]Ó{ ³Î£]Ç i /Ì /i° *Àiââ 6>À° 6>À° >Ý >«Ì>â ,v° ,v° äÓä£Óä£{ iÕÀ® ¯® ¯® iÕÀ® iÕÀ® ` iÕÀ® ä]xäÓ ä]Ç{x {]{ >Ãà `ÌÀ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° ® ä]Ó{n Î]ä£ ³ÎÇ]ÇÎ ä]£ÇÇ ä]ÎÈÓ ä]Çn{ £]äÓ ÓÈ{Ó]Î `ÕÃÌÀ>°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° ® Ç]{Çä ä]{ä n]Ç Ç]{Çä Ç]x ££]Óää ÓΣÓ]ä LÀ> I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° "® £]{nä ä]Ódz£ÈÓ]È{ È]È v`i °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° "® ä]xÎä ³Ó]£Ó {È]£ }ii -iÌ 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°°°°°°°°°°°°°°°°7*/£x® £]{x ³ä]Î{ ³£]Çä £]{£È £]xäÓ p <ÕVV £{ Ü>ÀÀ°°°°°°°°°°°°°°°7<1 £{® ä]ää£ p Çn]Ç ä]ää£ ä]ään p ä]ÇÓ£ ³x]££ ³n]{È ä]Înä ä]nÈä ÎÓ]£ *>}} °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°*® Ó]xÇÓ Ó]£ÓÓ Ó]Çn {n]Ó <ÕVV ÀV°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°<1 ,® ä]Ó{Î ³£]Óx ³Î£]Îx ä]£nx ä]Îän ä]n À>` 6>}} °°°°°°°°°°°°°°°°°6® Ó]È{ä Î]{nÈ £]{xä ³Ó]{Ç ³Ç]£Ç £]ÎxÎ £]xÓ Çä{]n £]än ³È]ä Ó]£ I /Ì >««>ÀÌiiÌi > Ãi}iÌ -Ì>À° 6>ÕÌ> > äÎäÇ£{ -V>`iâ> À *À° iÌÌ £]äÇ " "`>Ì> °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°"® * *>>À>}ÀÕ« I°°°°°°°°°°°°°°°°* ® Ó]Ç£n ³ä]Ç{ ³ä]£x >Ì > VÕÀ> `i½>}iâ> }À>ÃÌV> ,>`VÀ° iÌi ÕÀii\ ÛiÃÌ °° > °"°/° £]£x ³{]Óä xnn£]Ó 1VÀi`Ì Àë °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°1 ,® ,i`° ä]£ ä]ÓÓ ä]Óx ä]ÓÇ ä]Ón ä]Σ ÕÀLÀ *iÀ` £ ÃiḬ̀ £ iÃi Ó ià Πià { ià x iÃ È ià iÌi >ÕÀii "À ä£ Õ} /° ÎÈä /° ÎÈx *iÀ` /°ÎÈä /°ÎÈx ä£ Õ} ä]äx£ ä]än ä]£xÈ ä]ÓäÈ ä]ÎäÓ ä]äxÓ ä]ä ä]£xn ä]Óä ä]ÎäÈ Ç ià n ià ià £ä ià ££ ià £Ó ià ä]Îx ä]{nn ä]{ää ä]{x -ÌiÀ> Û°V® -ÌiÀ> °V® -ÌiÀ> «Ã̰Ç{® ÀÕ}iÀÀ>` >Ài} Ì>> >Ài} -ÛââiÀ >Ài} À>ViÃi i>À iÌÌiÀ> Ó£Î]Ó Ó{ä]£x 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«designer dell’anno» è finalmente donna Dopo essere stata la prima donna a ricevere, nel 2004, il Pritzker Prize, il Nobel dell’architettura, Zaha Hadid, nata a Bagdad nel 1950 ma naturalizzata inglese, si è aggiudicata, prima donna nella storia del premio, il «Design of the Year Award» del Design Museum di Londra. In particolare è stato premiato il suo progetto per il centro culturale Heydar Aliyev a Baku (inaugurato 2013, nella foto), capitale dell’Azerbaijan: «L’idea era quella di creare un nuovo tipo di spazio civico per la città» ha spiegato la designer irachena che ha firmato (tra l’altro) la Vitra Fire Station di Weil am Rhein in Germania (1993) e il Museo Maxxi di Roma (2010). Fra gli altri designer dell’anno secondo il Design Museum anche Prada, nella categoria moda, e Volkswagen in quella trasporti. Cultura Sempre a proposito di premi l’architetto e designer argentino Emilio Ambasz (1943) è stato insignito della Stella al merito della Repubblica italiana concessa dal presidente Giorgio Napolitano «per il suo contributo alla diffusione della cultura italiana nel mondo». Stefano Bucci © RIPRODUZIONE RISERVATA ilClassico In difesa delle donne, Giacomo Casanova (foto) usa tutta la sua intelligenza e ironia. Il pamphlet Lana caprina, edito da Elliot (a cura di Renato Giordano, pp. 69, 9) risponde a due libercoli dell’epoca in cui si sosteneva che nelle donne il pensiero avesse sede in un «utero pensante». Tra scienza e filosofia, Casanova disintegra la tesi misogina. E tesse l’elogio del genio femminile. Riletture «Il dono» è l’ultimo romanzo russo, «La vera vita di Sebastian Knight» il primo inglese: in entrambi il padre di «Lolita» parla di sé Nabokov: tutte le facce di uno sconosciuto La follia e la dolcezza della Russia, i misteri di un narratore esule inseguito dal fratello di PIETRO CITATI T Memoria La tenerezza non è mai così dolorosa come quando ricorda l’infanzia e la madrepatria ta nel bosco di Grünewald; una storia di spettri; e l’autobiografia, «rimaneggiata, impastata, rimasticata, inghiottita» di Vladimir Nabokov. Non crediate che tutto questo vi sia dato alla rinfusa, o per frammenti, e dobbiate ricostruirlo nella mente. Un fortissimo vento profumato — profumi di Russia, dell’indimenticata e indimenticabile Russia — soffia su tutte le pagine e le muove e le agita e le trascina e le fa scintillare e splendere tra le vostre mani amorose. Nabokov ha scritto Il dono nel periodo forse più angoscioso della sua vita. Hitler aveva appena preso il potere in Germania; ed egli, già una volta esiliato, stava per affrontare una nuova emigrazione, alla quale, dopo tre anni, sarebbe seguita l’emigrazione definitiva. Ma Il dono è un libro immensamente felice (spesso la felicità è disperazione capovolta): il più felice tra i suoi; e uno dei più felici che abbia mai letto — segno che la letteratura trova la sua gioia chissà dove, in zone così profonde e segrete, che la realtà non riesce a penetrare. Nabokov ama vivere, immaginare di vivere, dormire, farsi la barba, camminare, guardare le foglie verdissime, i raggi di luce, le stelle. Giunge a scrivere: «Com’è intelligente, com’è squisitamente maliziosa ed essenzialmente buona, la vita!». Nabokov ama sopratutto scrivere: disporre parole sulla carta o nell’aria, corteggiare le parole, venire corteggiato dalle parole; e la sua gioia è così intensa, che non può fare a meno di ammirare se stessa, esibir- VLADIMIR NABOKOV (FOTO SOPHIE BASSOULS / SYGMA /CORBIS) ra il 1935 e il 1937, Vladimir Nabokov, che abitava a Berlino, scrisse il suo capolavoro russo, Il dono (Adelphi). Non è un romanzo come Lolita: ma è un emulo del Tristram Shandy, una grande, colorata bisaccia dalla quale potrete estrarre centinaia di bisacce più piccole, tutto ciò che Nabokov vi ha messo — è anche ciò che potete mettervi voi, facendovi «nabokoviani». Contiene: un libro di poesie; il commento a questo libro di poesie; una manciata di meravigliosi ricordi di infanzia, una tragedia dostoevskijana; un viaggio nell’Asia centrale, compiuto col cuore di Marco Polo; un libro sulle farfalle; un libro sulla letteratura russa, da Puškin a Khodasevic; una perfida e patetica biografia di Cernyševskij; un trattato di prosodia; Berlino prima di Hitler, l’emigrazione russa a Berlino; un poema gogoliano sulle camere d’affitto a Berlino; un poema sulle nuvole; una storia d’amore; una passeggiasi e trionfare splendidamente sopra se stessa. Se uno possiede le parole come Nabokov, può ignorare ciò che accade nel mondo. La rivoluzione russa, Hitler al potere, queste farse sanguinose e sinistre nelle quali decine di milioni di uomini sono stati immolati in nome delle parole morte sono niente rispetto al vento ardito e luminoso delle vere parole. Con sublime cinismo, doppiato da una nascosta aspirazione utopica, Nabokov ignora, sfida e deride la storia; e la morte e il tempo. Ciò che colpisce nel Dono è la commovente dolcezz; la tenerezza; e una specie di meraviglioso candore. Non è un candore recitato, come ad esempio in Ada, dove Nabokov, a tratti, finge di essere un’anziana e rosea governante francese che dipinge tenui acquerelli ottocenteschi. È una vera commozione e un vero candore: che potrei paragonare a quelli di Dickens e che forse posseggono sol- tanto, nelle ultime profondità del cuore, i grandi mistificatori. Questa dolcezza non è mai così dolorosa come quando Nabokov ricorda l’infanzia russa e la Russia. Solo un russo (o un europeo innamorato della Russia) può amare così ardentemente la propria patria; la follia, il gioco, la dolcezza, lo strazio della Russia: «L’aperto e libero spazio che muove alle lacrime il viaggiatore, tutto ciò che di umile e mansueto guarda da un campo, da una collinetta, di tra le nuvole oblunghe, quella bellezza in implorante attesa, pronta a gettarsi tra le tue braccia al primo cenno e a singhiozzare con te — il paesaggio immortalato da Gogol’». *** Nel 1938-’39, Nabokov scrisse La vera vita di Sebastiano Knight (uscito per la prima volta in Italia nel 1948 da Bompiani con la traduzione di Giovanni Fletzer e poi, nel 1992, da Adelphi con la traduzione di Germana Cantoni De Rossi). È un libro esile, senza le infinite variazioni, turgide e opulente del Dono e di Lolita: leggero, frivolo, con la facoltà di ammirazione e di venerazione tipica del giovane Nabokov. Se Il dono è l’ultimo libro russo, La vera vita di Sebastiano Knight è il primo libro inglese di Nabokov: un inglese ancora semplice, non una nuova lingua senza rapporti con nessuna lingua della terra, come il «nabokoviano». L’inizio è bellissimo: «In una giornata d’inverno a Pietroburgo, il lusso straordinario di un cielo senza nubi, messo lì non per riscaldare, ma per puro godimento degli occhi; lo scintillio delle piste di slitta sulla neve ghiacciata delle ampie vie, i lussuosi grappoli colorati portati in giro da un merciaiolo in grembiule». Non sappiamo il nome di chi racconta: è un narratore quasi inesistente, il quale insegue le tracce, i nomi, i misteri del fratellastro, Sebastiano Knight, nato sei anni pri- In libreria con Adelphi Vladimir Nabokov nacque a Pietroburgo nel 1899, morì a Montreux nel 1977. Si trasferì negli Stati Uniti nel 1940, cinque anni dopo prese la cittadinanza americana. Del 1955 è il suo romanzo più famoso, «Lolita» (edito in italia da Adelphi) «Il dono» venne scritto tra il 1935 e il 1937, mentre «La vera vita di Sebastian Knight» tra il 1938 e il ‘39. Il romanzo è ora disponibile nelle librerie italiane nelle edizioni Adelphi, tradotto da Germana Cantoni De Rossi (pagine 230, 20). Il libro uscì per la prima volta in Italia nel 1948 da Bompiani nella versione di Giovanni Fletzer che tradusse in italiano il nome del protagonista (il titolo era quindi «La vera vita di Sebastiano Knight»). Passioni L’autrice alla Milanesiana (e su Corriere.it) con un inedito mentre torna il cult «Paura di volare» L’audacia scritta nel destino di Erica Jong «I l mio fato cominciò a manifestarsi quando mio nonno materno fuggì dalla Russia all’età di dodici anni. Quella volta però qualcosaa andò storto e fu sbattuto in prigione...». Scrittrice di talento Erica Jong sa come catturare l’attenzione: la frase è tratta da Il fato e la fortuna, l’inedito che la 72enne americana, autrice di romanzi e poesie, legge oggi a «Laa Milanesiana», ideata e diretta daa Elisabetta Sgarbi, nella serata dedicata alla passione (al Piccolo Sopra: Erica Jong (Ansa). A sinistra: il logo del festival Teatro Grassi, ore 21, ingresso gratuito). Il racconto di Erica Jong — disponibile da oggi su Corriere.it/cultura — conduce dentro una storia familiare (il nonno artista, il padre musicista...) e mette a nudo il percorso che l’ha portata verso il suo destino: «La mia audacia si materializzò nella decisione di non seguire le orme della mia famiglia». L’audacia è forse la stessa che la spinse nel 1973 a creare il personaggio di Isadora Wing, disinibita protagonista di Paura di volare, lo scandaloso bestseller che raccontava la ses- sualità femminile quattro decenni prima delle Sfumature. Il romanzocult torna, da oggi, in libreria in una nuova edizione (Bompiani, traduzione Marisa Caramella, pp. 448, 13) con nota dell’autrice, prefazione di Lidia Ravera e postfazione di Mario Andreose. Per la prima volta in Italia, Paura di volare e altri suoi lavori, tra cui l’autobiografia Sedurre il demonio, sono disponibili in ebook. Soluzione, quella digitale, spesso gradita dalle lettrici per i titoli «spinti». Severino Colombo © RIPRODUZIONE RISERVATA ma di lui. Il fratellastro aveva scritto alcuni bellissimi libri, simili a quelli di Nabokov. Come tutti gli scrittori del suo temperamento, Sebastiano Knight doveva sempre superare l’abisso tra il pensiero e l’espressione: l’intollerabile sensazione che le sole parole giuste ti stiano aspettando sul ciglio opposto, in una brumosa distanza. La maniera della sua prosa era un abbacinante succedersi di fenditure. Egli si serviva delle parole come di una specie di trampolino per raggiungere le più alte vette dell’emozione. Era un «clown a cui spuntavano le ali: un angelo che cercava di imitare un saltimbanco». Amava eseguire giochi di prestigio: facendo scontrare i temi o accordandoli sapientemente, costringendoli a rivelare quel riposto significato che può essere espresso soltanto da una successione di onde. Sebastiano Knight scrisse che la più intensa emozione dello scrittore è la nostalgia dell’esiliato per la terra dei suoi natali. Ma dove sono quei natali? Dov’è questa patria? È un numero. Per Sebastiano Knight non c’era mai stato un 1914 o un 1920 o un 1936 — c’è un solo numero: Uno. E l’amore, in apparenza, è Temi Con sublime cinismo Nabokov ignora, sfida e deride la storia, la morte, il tempo il migliore esponente di questa unicità. Sebastiano Knight andò a Londra e a Cambridge, come Nabokov: l’Inghilterra era il Paese che aveva sempre desiderato; nel college di Cambridge il suo spirito sembrava aleggiare ancora nel guizzo del fuoco riflesso sui pomi di ottone del caminetto. Lì sognava un bosco di abeti della Russia: mentre cercava invano di identificarsi con l’Inghilterra. Il suo destino era la solitudine. L’inseguimento di Sebastiano Knight continuò a Parigi, in una grigia giornata di novembre, risalendo gli Champs Elysées in direzione dell’Étoile; e si estese e si allargò a Miss Bishop — una ragazza graziosa e quieta. L’inseguimento del fratellastro non finì mai. Il narratore sentì che la soluzione assoluta era in qualche luogo, celata in una pagina che aveva letto troppo in fretta e confusa con parole la cui maschera familiare l’aveva ingannato. Credeva che qualche straordinaria rivelazione sarebbe uscita dalle labbra del fratello prima di morire. Ma non riuscì a vederlo: né prima di morire né in punto di morte. Allora egli si disse. «Così — io sono Sebastiano Knight. Mi sento come se stessi impersonando lui su un palcoscenico illuminato. Non posso abbandonare la mia parte: la maschera di Sebastiano mi si è saldata sul volto. La rassomiglianza non si toglie. Io sono Sebastiano o Sebastiano è me o forse entrambi siamo qualcuno che né l’uno né l’altro conosce». © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Mercoledì 2 Luglio 2014 Narrativa Arnon Grunberg esplora il regno dell’egoismo, poi la disperata rivincita del desiderio Elzeviro Le battaglie navali raccontate da Annati UN’EPOPEA SUL MARE A SPADA SGUAINATA di DANILO TAINO Q uello dei pirati è ovviamente un mestiere ad alto rischio. Da sempre, e oggi non lo è di meno che in passato. Per loro non c’è pietà quando, in mare, vengono raggiunti dai militari o dai contractor privati che difendono le navi commerciali: o si arrendono, o parte l’assalto a colpi di mitragliatrice. Il primo scontro a fuoco tra pirati e forze navali nelle acque attorno alla Somalia — la zona emergente nel business della pirateria del XXI Secolo — avvenne l’11 novembre 2008 nel golfo di Aden, a una sessantina di miglia a sud delle coste dello Yemen. Un dhow (imbarcazione tradizionale del Mare d’Arabia) cerca di abbordare il Powerful, un mercantile danese, che però riesce a lanciare l’allarme e fuggire. Poco più tardi, una fregata inglese, la Cumberland, avvista il dhow: mette in mare due imbarcazioni d’assalto cariche di Royal Marines, i quali, appoggiati da un eli- ❜❜ L’arrembaggio non è scomparso come dimostra la lotta contro la nuova pirateria cottero con tiratori scelti, intimano ai pirati di fermarsi. Quelli rispondono sparando e inizia un conflitto a fuoco: finisce con l’arrembaggio, con due somali e uno yemenita morti e altri sette pirati arrestati. «È la prima volta da più di un secolo che i Royal Marines si aprono la strada di un abbordaggio sparando», commenta il contrammiraglio Massimo Annati. Da allora, episodi del genere attorno al Corno d’Africa si moltiplicano. Questo scontro, assieme a parecchie centinaia, forse migliaia, di altri, è riportato in un libro non comune per raggio d’azione storico e geografico: si intitola All’arrembaggio. Venticinque secoli di combattimenti a bordo (Mursia, pagine 622, 22) e l’ha scritto appunto Massimo Annati, ingegnere e ufficiale di Marina, operativo per anni su navi italiane e americane. È una storia dettagliata delle battaglie in mare, grandi e piccole, gloriose e mediocri degli scorsi 2.500 anni. Con una chiave: l’arrembaggio, cioè quello che per secoli è stato il modo quasi unico di combattimento sulle acque e ancora oggi, come si vede nei casi di Terza Pagina 31 italia: 51575551575557 Il grande freddo dei sentimenti Un mondo in cui perdere il controllo significa riscoprirsi umani di MAURO COVACICH pirateria, non è affatto tramontato, nonostante cannoni, siluri e missili. Avvicinarsi a una nave e darle l’assalto armi in pugno. È probabilmente la battaglia di Salamina tra greci e persiani ad aprire l’epopea dei grandi confronti sui mari: spesso con onde che arrivano fino a oggi. Era il settembre del 480 avanti Cristo, un mese appena era passato dalla battaglia delle Termopili. Le nere navi dei greci — racconta Annati con dettagli tecnici e militari precisi — erano sovrastate per numero, potenza e prestigio dall’alleanza raccolta dai persiani, che andava dagli egiziani ai fenici. L’ateniese Temistocle, vero genio dell’occasione, costrinse però le numerosissime forze persiane allo scontro in un braccio di mare angusto: con una serie di manovre intelligenti gli ateniesi attaccavano speronando e gli alleati spartani aggredivano a forza di arrembaggi — con la «legge delle mani» — le centinaia di navi nemiche imbottigliate in uno stretto passaggio. I persiani di Serse subirono una disfatta e un anno dopo, indeboliti e sconfitti anche sulla terra, dovettero abbandonare il tentativo di conquista della Grecia. «A distanza di quasi 2.500 anni — commenta Annati — grazie alla feroce determinazione dimostrata dagli opliti greci imbarcati sulle triremi alleate, i nostri liceali studiano il greco anziché il persiano». Questo libro è così: il particolare della battaglia, lo specifico di ogni imbarcazione e arma utilizzata nei 25 secoli raccontati; e poi l’indagine nel passato per capire le cause e gli effetti di un arrembaggio. Le guerre dell’antichità nel Mediterraneo, le navi vichinghe, i predoni negli oceani Indiano e Pacifico, la Malacca, i corsari e i pirati della filibusta nei Caraibi, i conflitti mondiali e la lotta moderna alla pirateria, al terrorismo e al narcotraffico: tutto narrato nei dettagli e con prospettiva storica. Infine, un’abbondante appendice sulle fanterie di marina, sulle armi dell’abbordaggio e sul diritto dei mari. Per concludere che «siamo passati dalle triremi ai velieri, dalle ironclads a vapore alle fregate a turbina a gas, dalle spade agli archibugi e ai fucili d’assalto», ma «al centro dell’azione resta l’uomo, con il suo addestramento specifico e il suo coraggio». Un gran lavoro di ricerca e di competenza. @danilotaino © RIPRODUZIONE RISERVATA Oggi a Roma L’addio a Maria Luisa Spaziani E va in onda l’omaggio di Rai Storia Oggi l’ultimo saluto alla poetessa Maria Luisa Spaziani, scomparsa l’altro ieri nella sua casa romana all’età di 91 anni. I funerali si svolgeranno oggi alle ore 16, nella Chiesa degli Artisti a piazza del Popolo a Roma. E proprio oggi, per rendere omaggio all’intellettuale e autrice, tra l’altro fondatrice del Premio Montale, Rai Storia dedicherà alla Spaziani la puntata del programma «Scrittori per un anno. Ritratti, storie, percorsi» di Isabella Donfrancesco e Alessandra Urbani, con la regia di Daniela Mazzoli e Laura Vitali, in onda alle ore 12. P romesse, vincoli, responsabilità, richieste d’affetto, ricatti morali: è possibile liberarsi dalla pressione che il mondo esercita su di noi ogni minuto della nostra vita? Intendo, è possibile farlo senza suicidarsi? E i nostri cari, le persone a cui in vario modo siamo legati, possono aiutarci in questo scopo, oppure sono proprio loro a comprometterne il raggiungimento? Tutti i romanzi di Arnon Grunberg ruotano attorno a simili interrogativi, non fa eccezione Il libero mercato dell’amore, pubblicato in questi giorni da Feltrinelli. Anzi, qui lo scrittore olandese spinge la sua ricerca filosofica ancora più a fondo, dando quasi l’impressione di spaventarsi, lui per primo, per i risultati ottenuti. Il protagonista, Roland Oberstein, è un economista che studia le bolle finanziarie, ma soprattutto è un uomo piacente di quarant’anni che pratica con successo una forma personale di imperturbabilità. «L’amore che conduce alla sofferenza è una forma di infelicità che lui non capisce e l’esaltazione di ciò nell’arte lo mette a disagio». Arte, letteratura, passioni, sentimenti sono espressioni di un «umanesimo settario» da cui è bene liberarsi. Ma, sia chiaro, Oberstein è tutt’altro che un mostro, semmai è la figura più coerente di un sistema sociale che ha già assunto in modo implicito questo orientamento. I colleghi che partecipano insieme a lui al convegno posto in apertura del libro sono assediati, né più né meno di Oberstein, dalle relazioni che alimentano le loro vite. Parliamo della società più avanzata del pianeta, uomini e donne acculturati, sensibili alle cause ambientali, sostenitori dei diritti civili, cittadini di Paesi (Stati Uniti, Europa del Nord) dove, nonostante la crisi attuale, ogni problema di ordine materiale sembra risolto e ogni aspetto della cosiddetta intersoggettività viene affrontato con raziocinio e tolleranza, nel rispetto delle posizioni altrui. È in questo regno della correttezza assoluta che Lea si sorprende a immaginare l’annegamento dei suoi figlioletti e a provarne sollievo. È qui che il marito di Lea, prosindaco di Brooklyn, pianifica un terzo figlio, per il ritorno di immagine che ne otterrebbe, e nel frattempo si abbandona alla sua prima esperienza omosessuale. È qui che la dentista Sylvie, ex moglie di Oberstein, si offre di sbiancare i denti a Violet, nuova amica del professore, ed è sempre qui, nel regno della correttezza assoluta, che Violet cucinerà frittelle per Sylvie e il piccolo Jonathan, frutto del matrimonio che lei ha contribuito a demolire. Sarà qui che, sin dalle prime pagine, Lea tradirà il prosindaco con Oberstein, Oberstein tradirà Violet con Lea, e Violet tradirà Oberstein con un commerciante di telefoni satellitari, raccontando nei dettagli al professore le Un’opera dell’artista iperrealista americano, Tom Blackwell: «Odalisque Express» 1992-93, olio su tela (particolare) prodezze del suo nuovo amante. E nessuno si arrabbierà, nessuno invocherà la fedeltà del partner o, figurarsi, la giustizia divina. Ci sarà solo un grande freddo. Nella spietata operazione di smascheramento compiuta da Grunberg emerge un volto dai lineamenti tutt’altro che rassicuranti: la civiltà laica dei Paradossi L’adulterio può essere una forma di civismo: non impegna ed è un motore per l’economia diritti non limita, ma anzi incentiva l’egoismo. La correttezza reciproca è innanzitutto la condizione per proteggere i privati interessi di ciascuno, una garanzia contro l’invadenza dell’altro, di fatto contro ogni forma di condivisione appena più impegnativa di un rapporto sessuale: «Comunque sia, lui preferisce non essere coinvolto nel suo pianto. Si comincia con il pianto e si finisce col comprare insieme una casa». In questo senso, anche l’adulterio è una forma di correttezza: non si tratta di tradimento, ma di una «diversificazione», un investimento su più soggetti per ridurre il rischio. Senza considerare che l’adulterio può rivelarsi anche un motore dell’economia: alberghi, ristoranti, viaggi, regalini, mazzi di fiori. Oggi, che sembriamo tutti programmati per ottimizzare le nostre prestazioni professionali, tutti impegnati a ritoccare di un altro decimo il nostro punteggio personale, non possiamo davvero permetterci di sprecare energie nei sentimenti. In altre parole, un mondo improntato alla tolleranza non serve a farci vivere meglio, bensì a ridurre al minimo i fardelli affettivi (coniugali, genitoriali, familiari) mentre ci prendiamo cura della nostra carriera. Ecco allora che il sesso diventa l’unica intimità possibile, l’unica forma di calore — e il mondo un godimentificio globale, la versione più accettabile di un limbo pre- Londra Azione legale contro il prestigioso istituto Warburg, firme per salvare la biblioteca Il «Times Higher Education» riferisce che l’Università di Londra ha intrapreso un’azione legale contro il Warburg Institute. Possibili risultati dell’iniziativa sarebbero la dispersione della biblioteca o il suo trasferimento. Portata da Amburgo a Londra nel 1933, dopo l’ascesa al potere di Hitler, questa raccolta è ora di 350 mila volumi (80 mila iniziali), il 40% dei quali sono unici e non posseduti dalla British Library. In essa si conserva l’eredità intellettuale di Aby Warburg: le collezioni sono organizzate, a differenza di altre, secondo un sistema sviluppato dal fondatore. Disperderle, togliere loro l’unicità, equivale a distruggere un’opera d’arte. Si sta sottoscrivendo una petizione. È possibile aderire: «http://www.change.org/enGB/petitions/petition-save-thewarburg-institute». morte. «Roland Oberstein è felice, così si dichiarerebbe, perché non vuole niente che non possa ottenere». Il fatto è che, per fortuna, le persone prima o poi finiscono per desiderare, ovvero per inseguire, proprio ciò che non possono ottenere. Le persone non accettano che «il loro cuore si trovi nel portafoglio», hanno bisogno di essere illuse. Ed è proprio la casella vuota del desiderio, questa fame di illusione, a trascinare Oberstein e il suo teorema in una spirale di eventi dove la caratteristica più innocua sarà una dissennata perdita di controllo. Nella seconda parte del romanzo quindi, Grunberg ci grazia (e io gli sarò eternamente riconoscente per questo). La sua scrittura magistrale riconsegna la vita ai sentimenti, con tutto ciò che ne consegue. Il volto ineccepibile e anaffettivo della società che ha descritto sembra ora inguardabile anche per lui. In fondo, l’abiezione più turpe è sempre meno disumana di una comunità risolta e pacificata. Il che, procedendo nella lettura, provoca l’esperienza estetica quanto mai originale di sentirsi rinfrancati proprio quando le cose volgono al peggio: la lucida razionalità dell’inizio induceva alla disperazione, la lenta discesa agli inferi che caratterizza il seguito apre alla speranza. A me non era mai capitato di tirare un sospiro di sollievo quando la situazione precipita (nel peggiore dei modi), e questo non è l’unico merito di un libro così coraggioso che alla fine smonta anche il titolo. L’amore è una merce rara e ha sempre un prezzo altissimo, difficile trovarla sul mercato. © RIPRODUZIONE RISERVATA Il libro: Arnon Grunberg, «Il libero mercato dell’amore», traduzione di Franco Paris, Feltrinelli, pagine 501, 22 Poesia La silloge pubblicata da La Vita Felice segna il ritorno al verso, dopo molti anni, di Liaty Pisani Un dialogo con la memoria, alle radici dell’anima di FRANCO MANZONI A rriva per tutti il tempo di cercare un luogo per riflettere, una tana ove fuggire dalle angosce del mondo. Nel vano tentativo di percepire briciole di conoscenza e ancor più un’eco lontana del significato della vita. Cercando un tunnel di purificazione per l’età adulta, sfacelo di ogni innocenza, ponte fra un amaro presente e il limen che conduce all’irreparabile fine della carne, al nulla. Mettendo in conto anche la speranza di chi attende la metamorfosi, un oltre misterioso in forma ultraterrena. A tirare la malinconica, sincera, consolatoria somma della propria vita, con l’innato impulso di rimanere aggrappata alle radici dell’anima, è oggi la scrittrice Liaty Pisani nella silloge Anche per i tuoi occhi (La Vita Felice, pp. 128, € 14). Nata a Milano, fin da ragazzina l’autrice si dedicò alla poesia, una voce ispirata che aveva fatto parlare di autentico prodigio: a tredici anni esordì con la raccolta Il mondo nasce e io l’amo, a cui seguirono Per non dimenticare nel 1968 e La scelta della pelle nel ’72, con interventi critici di prestigiose firme come quelle di Giulio Nascimbeni, Alberico Sala, Giuliano Gramigna. In seguito l’autrice abbandonò la lirica per la prosa. Con successo pubblicò numerosi romanzi gialli dai risvolti politici, dando vita alla spia Ogden, il primo agente segreto inventato da una donna. Ora, dopo quarant’anni di silenzio in poesia, Anche per i tuoi occhi segna l’inatteso ritorno di Liaty Pisani alla scrittura in versi. Un consuntivo esistenziale che si trasforma in un serrato dialogo con se stessa ma soprattutto con l’uomo amato, tradotto al regno delle ombre. Il tutto descritto in brevi flash sul filo del ricordo e dei dolori quotidiani. Una disposizione ritmica che porta a Petrarca, al diarismo di un canzoniere. L’io narrante testimonia a chi è scomparso gli eventi che il destino dispone a caso, scegliendo nella mitologia classica le figure-metafore più appropriate per narrare il presente: Orfeo, Pentesilea, il Mitreo, Argo, le porte di Atlantide. La scelta stilisti- Autrice Liaty Pisani ha pubblicato la prima di molte sillogi a 13 anni. Tra i numerosi romanzi, il ciclo della spia Ogden, nato con il libro «Specchio di notte» nel 1992 ca è quella di costruire brevi visioni. La straordinaria, suggestiva compattezza formale potrebbe indurre a collegare i diversi testi in uno solo. Non cambierebbe la soggiogante magia del messaggio. Il terrore del vuoto, quello di non avvertire coi sensi l’oggetto del desiderio, l’amato amante, è il fuoco che sottile pervade l’intero libro. Si legga la poesia L’assenza: «È così che mi assale la paura / (c’è sempre qualcosa da temere / senza te). / Eppure dovrò mettere ordine nella mente, / nei cassetti, negli armadi, nei libri, / perfetti nascondigli del ricordo. / È così che temo l’assenza: i conti che / non tornano, / gli atti mancati, le ore / perdute, ormai irraggiungibili». In ogni caso con la grinta di un’amazzone, che richiama la forza seduttrice di Marguerite Yourcenar, Liaty Pisani tende ad incarnarsi in Persefone, pronta a vivere fra le ombre in compagnia di Ade e a tornare nei campi, quando il grano germoglia alla luce del sole. In cerca di una libertà assoluta. © RIPRODUZIONE RISERVATA 32 italia: 51575551575557 Mercoledì 2 Luglio 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Mercoledì 2 Luglio 2014 33 italia: 51575551575557 Corriere della Sera SMS Idee&opinioni Le news più importanti in anteprima sul tuo cellulare. Invia un sms con la parola CORRIERE al 4898984 Servizio in abbonamento (4 euro a settimana). Per disattivarlo invia RCSMOBILE OFF al 4898984 Maggiori informazioni su www.corriere.it/mobile FRANCIA ✒ Dopo le prime prove di califfato sul terreno, l’Isis ha nominato un califfo in carne e ossa: Abu Bakr alBaghdadi. Con scolastica applicazione della tradizione è stata convocata l’assemblea, la shura, e si è scelto così il nuovo «Comandante dei Credenti», chiedendo a tutti i musulmani di accettarne l’autorità e sottomettersi. Manca però un particolare importante, fondamentale. Secondo la dottrina sunnita, il califfo deve avere lignaggio certo ed essere discendente della tribù del Profeta Maometto. Nella storia islamica non sono mancati califfati alternativi, contro-califfi e conflitti in nome di legittimità religiose contrastate o non riconosciute. Ma la dottrina politica e religiosa tradizionale sulle peculiarità genealogiche del califfo ha sovente impedito di identificare persone precise come califfi. Difetti di legittimità e problemi di generale riconoscimento hanno infatti spesso consigliato prudenza. E persino i movimenti jihadisti si son ben guardati dal nominare un califfo tra le loro fila. La stessa al-Qaeda è stata sempre prudente, an- che per evitare quei dubbi teologici che già emergono intorno ad al-Baghdadi. Accanto ai dubbi e quesiti su quale seguito avrà questa nomina sui campi di battaglia iracheni, la sua prima conseguenza potrebbe riguardare proprio al-Qaeda. Spesso accusati di essere religiosamente poco avveduti, di essere persino «esagerati», l’Isis ora sfida tutti i jihadisti. Scavalca simbolicamente il ruolo internazionale che al-Qaeda ha avuto in questi quindici anni, perché persegue la costruzione di un califfato sul terreno di battaglia e chiama a raccolta tutti i musulmani sotto la propria autorità. E anche se son giorni di silenzi, al-Qaeda ha ben poche alternative. Può proclamare la propria adesione, giurare sottomissione al nuovo califfo, e quindi sancire una subalternità verso l’Isis, con il rischio che tutto ciò sia effimero e controproducente. Oppure contestarne la legittimità religiosa, con il risultato di sbugiardare quello che in fondo è, tragicamente, uno dei suoi prodotti di maggior successo. Roberto Tottoli © RIPRODUZIONE RISERVATA ALLARGARE L’ESPERIENZA ERASMUS PER REALIZZARE L’UTOPIA EUROPEA ✒ Il presidente del consiglio Matteo Renzi vede nella costruzione degli Stati Uniti d’Europa la speranza di un futuro migliore per i giovani e il compito fondamentale che deve assumersi «la generazione Erasmus», con un ruolo di cerniera tra le generazioni più anziane e quelle più giovani (per le quali l’integrazione europea deve diventare una grande utopia concreta). È una visione che condivido e che ha il merito di non considerare solo gli aspetti economici , pur necessari, continuamente ripetuti e ribaditi di recente anche dal vicecancelliere tedesco Sigmar Gabriel (pieno utilizzo della flessibilità consentita dal patto di stabilità per favorire la crescita e l’occupazione, piano europeo straordinario di modernizzazione delle infrastrutture), ma anche gli aspetti politici e culturali della costruzione europea. Per contrastare i nazionalismi risorgenti e la retorica populista anti-europea sono infatti necessari, insieme al rilancio della economia europea, lo sviluppo di istituzioni politiche sopranazionali che affermino il metodo comunitario e il ruolo del Parlamento rispetto al metodo inter-governativo del Consiglio europeo (a questo riguardo la designazione di Juncker a presidente della Commissione è un primo passo ma insuffi- ciente) e il rafforzamento di un sentimento di appartenenza all’Unione che non sostituisca ma si affianchi alle identità nazionali. Al trasferimento di porzioni crescenti di sovranità dal livello statale a quello sopranazionale (come la sovranità monetaria) deve affiancarsi un analogo trasferimento di impegno, lealtà e solidarietà dai cittadini dei diversi Paesi membri alle istituzioni dell’Unione. Affinché ciò avvenga è cruciale il ruolo della scuola che deve generalizzare il programma Erasmus, sviluppare lo studio delle lingue straniere e curricula europei integrati, ma è anche necessario attuare, come propongo da tempo, un servizio civile europeo obbligatorio di almeno tre mesi per tutti i giovani europei, donne e uomini, da svolgere in un altro Paese dell’Unione in attività di riconosciuto valore sociale e culturale. La condivisione di esperienze che nascono dal basso in una fase cruciale di sviluppo della personalità, la scoperta di condividere speranze, aspirazioni, progetti contribuirebbe a far sentire tutti questi giovani come cittadini di un’unica grande comunità. Spero che tale proposta sia un aspetto qualificante della presidenza italiana del semestre europeo. Alberto Martinelli Il Giappone ha deciso di allargare le maglie che hanno ingabbiato le sue forze armate in una posizione di «difesa assoluta» negli ultimi settant’anni. Il governo presieduto da Shinzo Abe ha ieri approvato una nuova «interpretazione» dell’articolo 9 della Costituzione post bellica, quella redatta dal generale MacArthur e diventata nel 1947 garanzia di un Sol Levante immune da future avventure militariste. L’articolo in questione vieta l’utilizzo della forza per risolvere i conflitti, se non in casi di autodifesa. Cambiandone la lettura, d’ora in poi sarà possibile per Tokyo utilizzare la forza per «difendere gli alleati sotto attacco». Abe ha spiegato che la Marina giapponese potrà, per esempio, intervenire a protezione di navi americane impegnate a combattere per il Giappone e ha definito questa ipotetica azione «autodifesa collettiva». Il percorso che ha portato alla decisione governativa — sollecitata secondo il premier dalle «mutate circostanze» e dai «nuovi pericoli» nella regione — non è stato facile. Abe ha optato per una nuova «interpretazione» dell’articolo che stabilisce la di MASSIMO NAVA È ancora presto per dire se la vicenda giudiziaria culminata con il suo fermo giudiziario segni anche la definitiva liquidazione politica di Nicolas Sarkozy proprio nel momento in cui si preparava al ritorno in campo. Ma certamente è un colpo pesantissimo alle sue ambizioni. Da tempo, l’ex presidente sognava la riconquista dell’Eliseo. Al di là della feroce ansia di rivincita, tutto il quadro sociale e politico francese rendeva il sogno effettivamente possibile: le sconfitte in serie della sinistra, la discesa irreversibile di François Hollande, la drammatica crisi interna della destra, l’ascesa folgorante del Fronte Nazionale. Nicolas Sarkozy sembrava l’unica personalità della destra francese in grado di riorganizzare un partito allo sbando e restituire all’opinione pubblica un progetto moderato e liberale, con una solida scelta di campo europeista, pur strizzando l’occhio alla domanda di ordine, sicurezza, freno all’immigrazione, cioé gli argomenti su cui si coagula la maggioranza dei francesi al di là delle tendenze politiche. Inoltre sembrava in grado di offrire una prospettiva alla Francia rabbiosa e scontenta, tentata dalla fuga da tutto: dall’Europa, dalla politica, da solide tradizioni repubblicane. Inseguito dagli scandali e dai sospetti che avevano già funestato l’ultimo periodo della sua presidenza, oggi Nicolas Sarkozy è costretto a fare i conti con una giustizia che, per fortuna della democrazia francese, non guarda in faccia a nessuno, come del resto fece in passato nei confronti dell’ex presidente Chirac e di non pochi esponenti politici. E val la pena di aggiungere che raramente in Francia si alzano i toni contro l’azione della magistratura in qualsiasi direzione si rivolga. Naturalmente, come spesso avviene in questi casi, i «sarkozisti» si sentiranno al tempo stesso orfani e vittime e sperano che tutto alla fine si risolva in una bolla di sapone. Ma le accuse e i sospetti sono pesanti: non solo per quanto riguarda vicende di cui si parla da tempo — le mazzette per finanziare la campagna elettorale, il presunto flusso di denaro dalla Libia di Gheddafi, le spese dell’Ump per i raduni pubblici, i favori al tycoon Bernard Tapie — ma soprattutto per quella zona grigia di commistione con organi dello Stato e uso spregiudicato del potere che ha contrassegnato la presidenza Sarkozy. Da intercettazioni e rivelazioni di stampa, traspare l’esistenza di un gabinetto segreto, in grado di tenere sotto osservazione e forse condizionare inchieste e indagini. Le accuse dovranno certamente essere provate, ma per questa immagine poco limpida che ne ha minato speranze e credibilità, Sarkozy deve rimproverare soprattutto sé stesso, al di là delle trame vere o presunte di avversari (anche nella sua famiglia politica) tese a destabilizzarlo e a impedirne il ritorno in campo. Se, come è probabile, le vicende processuali segneranno la vita politica nei prossimi mesi, non sarà soltanto Sarkozy a farne le spese, ma anche il suo partito acefalo e ❜❜ La riconquista dell’Eliseo sembra oggi quasi impossibile, mentre a destra c’è più spazio per Marine Le Pen rissoso e, di conseguenza, un Paese disperatamente bisognoso di una classe dirigente rigenerata e moderna, capace di imboccare senza riserve la strada delle riforme e di un più saldo ancoraggio all’Europa. Oggi, la Francia, con un timoniere discusso e debole come Hollande, naviga a vista. Si aggrappa al protezionismo industriale e a uno Stato provvidenza finanziariamente insostenibile per rinviare sine die il confronto con la competitività e la globalizzazione. Con una sinistra ai minimi termini e un’estrema destra in ascesa, le nubi all’orizzonte appaiono sempre più cupe. Inquieta la prospettiva di una Francia in cui Marine Le Pen, dopo il successo alle europee, diventi il principale pretendente all’Eliseo. Nemmeno Sarkozy, da solo, avrebbe allontanato queste nubi. Ma sarebbe stato senz’altro un elemento forte di dibattito e confronto. Avrebbe, come in passato, agitato le acque e provocato una scossa salutare. Quella scossa di cui, lui per primo, non fu capace di raccogliere i frutti. E oggi, pur avendo forse imparato la lezione dei suoi errori, sarà probabilmente costretto ad ammettere che sono irrimediabili. [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA «VOLUNTARY DISCLOSURE» E REATO DI AUTORICICLAGGIO Rientro dei capitali, ultima spiaggia di FABIO TAMBURINI © RIPRODUZIONE RISERVATA SHINZO ABE REINTERPRETA LA COSTITUZIONE IN GIAPPONE FINISCE L’EPOCA PACIFISTA ✒ I conti con la giustizia di Sarkozy frenano i sogni di rivincita politica DORIANO SOLINAS I DUBBI TEOLOGICI SUL NUOVO CALIFFATO CHE METTE IN OMBRA PERSINO AL-QAEDA rinuncia «alla minaccia o all’uso della forza come mezzo per risolvere le dispute internazionali» perché in Parlamento non è riuscito a coagulare la necessaria maggioranza di due terzi per modificare l’enunciato. Ieri duemila persone hanno manifestato di fronte alla sede del governo esprimendo comunque la loro opposizione, per timore che il Paese possa in futuro essere di nuovo al centro di dinamiche aggressive. L’altro giorno, un uomo era arrivato al punto di immolarsi con il fuoco dopo aver pubblicamente denunciato il primo ministro «militarista». Cina e Corea del Sud hanno subito reagito. Pechino ha messo in guardia Tokyo da azioni che possono «danneggiare la sovranità cinese, la pace e la stabilità regionale». Seul ha promesso di tenere d’occhio il vicino «con attenzione». Abe ha gettato acqua sul fuoco, ha garantito la continuità «pacifista» del Paese. Ma, nei fatti, il suo esercito ha rialzato la testa per la prima volta dal 1945. Paolo Salom © RIPRODUZIONE RISERVATA I l film è di quelli più conosciuti. Il portafoglio dei conti bancari e degli investimenti in Italia è piuttosto vuoto, mentre i capitali veri vengono custoditi all’estero. Nella maggior parte dei casi neppure troppo lontano ma girato l’angolo, nel sempre accogliente Canton Ticino. Come farli rientrare evitando la solita trafila, decisamente logora, dei condoni e degli scudi fiscali? Sulla carta è l’uovo di Colombo: un nuovo provvedimento, ribattezzato voluntary disclosure, che funziona se contemporaneamente viene previsto un nuovo reato penale, l’autoriciclaggio. Insomma, è l’ultimo treno che può essere preso dagli esportatori clandestini di capitali. Prendere o lasciare. Si pagano le intere imposte evase (compreso gli interessi ma con riduzione delle sanzioni) riacquistando piena disponibilità dei beni, ma si evitano guai peggiori con la giustizia. Peccato che un meccanismo tanto semplice, peraltro suggerito dall’Ocse, faccia tanta fatica a decollare. O, meglio, potrebbe di nuovo riproporsi un’anatra zoppa: sì alla voluntary disclosure ma rinvio a tempo indeterminato per l’autoriciclaggio, come dire vorrei ma non posso. Limitarsi alla voluntary disclosure, tra l’altro, significa andare in direzione opposta da quella di buona parte degli altri Paesi, in cui i provvedimenti sul rientro di capitali hanno una cornice di contrasto anche penale all’evasione. Ora il pallino è nelle mani della maggioranza e della faccen- da, a quanto pare, se ne occuperà personalmente Matteo Renzi. Il verdetto è tutt’altro che scontato. La lunga marcia della voluntary disclosure è cominciata all’epoca del governo Monti, con ministro della Giustizia Paola Severino. La scelta fu di nominare un gruppo di lavoro, affidandolo alla guida di Francesco Greco, procuratore aggiunto del Tribunale di Milano, specializzato nei reati economici e finanziari, sostenitore convinto dell’opportunità d’introdurre il reato dell’autoriciclaggio, come ha concluso la commissione nella relazione finale. Scritto e confermato dalla stessa commissione nel prolungamento dei lavori (su base volontaria) richiesta dal governo Letta. La sorpresa è poi arrivata nel momento in cui si è passati dalle parole ai fatti, con la prima edizione dell’anatra zoppa. Il decreto che prevedeva la voluntary disclosure è stato approvato nel gennaio scorso, ma le disposizioni sul reato di autoriciclaggio si sono perse ❜❜ Con i due provvedimenti si pagherebbero le intere imposte evase ma si eviterebbero guai peggiori per strada. Al loro posto sono subentrate le promesse di rimediare al momento della conversione in legge del provvedimento. Promesse rimaste sulla carta per causa di forza maggiore perché il governo Letta è caduto poche settimane prima della scadenza del decreto legge e il giro dell’oca è ricominciato. Proprio in questi giorni è in corso il confronto sui nuovi provvedimenti. A parole, nella maggioranza, prevalgono i sostenitori dell’accoppiata tra voluntary disclosure e reato di autoriciclaggio. Nei fatti lo si vedrà. Di sicuro la posta in gioco è di quelle che pesano perché i capitali custoditi all’estero rappresentano una ricchezza importante. E negli anni seguiti alla grande crisi economica sono aumentati invece di ridursi. Riportarli in Italia significa anche evitare la trafila di sempre, che punta a risolvere le emergenze picchiando i bambini, cioè tassando sempre di più chi paga già tanto al fisco, dai lavoratori dipendenti ai pensionati passando dalle imprese. La conferma che si tratta di un fiume di denaro da cui è possibile attingere ottenendo soddisfazioni adeguate risulta evidente dal bilancio degli ultimi sei mesi di voluntary disclosure effettuata senza certezze di legge. In tutto l’Agenzia delle entrate, con patti sulla parola, ha avviato le procedure per il rientro di 1,5 miliardi di euro. Troppa grazia, verrebbe da dire. Perché non osare di più evitando la riedizione di un’altra anatra zoppa? © RIPRODUZIONE RISERVATA 34 italia: 51575551575557 Mercoledì 2 Luglio 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Mercoledì 2 Luglio 2014 35 italia: 51575551575557 Lettere al Corriere IL COLONIALISMO ITALIANO PRIMA E DOPO IL FASCISMO Risponde Sergio Romano Ho trovato molto convincente la tesi esposta da Claudio G. Segré nel libro La politica estera italiana/1860-1985 a proposito della continuità tra il colonialismo di stampo liberale e quello fascista. Il tentativo di De Gasperi dopo la guerra di ottenere il mantenimento di alcune zone dell’impero o di ottenere l’amministrazione fiduciaria dell’Africa orientale è comprensibile perché come presidente del Consiglio italiano aveva il dovere di tentare di salvare il prestigio della nazione (i vantaggi economici tratti dall’Italia dalle colonie sono dubbi) ma quanto espresso da Segré mi pare oltremodo convincente. Antonio Fadda [email protected] Caro Fadda, laudio Segré, autore tra l’altro di libri sulla conquista della Libia e su Ita- C MONDIALI DI CALCIO La nostra eliminazione Caro Romano, l’Italia è stata eliminata dal Mondiale e hanno dato alla notizia risalto tutti i media. Ma se si pensasse di più ai veri problemi della nazione? Anche se avessimo vinto il Mondiale sarebbe stata diversa la vita degli italiani? Fabio Todini [email protected] No, la vita degli italiani non sarebbe stata diversa e i problemi da risolvere sarebbero stati gli stessi. Ma la vittoria sull’Uruguay ci avrebbe permesso di credere che l’Italia, nei momenti difficili, può dare il meglio di se stessa. Purtroppo, in questo caso, non è accaduto. Le lettere, firmate con nome, cognome e città, vanno inviate a: «Lettere al Corriere» Corriere della Sera via Solferino, 28 20121 Milano - Fax al numero: 02-62.82.75.79 lo Balbo, ha ragione. Ma avrebbe avuto altrettanta ragione se avesse constatato che vi fu continuità anche fra il colonialismo prefascista e quello praticato dai governi Mussolini dopo la marcia su Roma. Il ministro delle Colonie nei due governi Facta del 1922 fu Giovanni Amendola, leader del liberalismo antifascista e protagonista dell’«Aventino», l’infelice strategia con cui un fronte di parlamentari antifascisti disertò i lavori di Montecitorio nella speranza di rovesciare il governo Mussolini dopo l’assassinio di Giacomo Matteotti. La Libia, in quel periodo, si era pressoché interamente sottratta al controllo dell’amministrazione coloniale italiana. Quando fu nominato governatore della Tripolitania dal governo di Ivanoe Bonomi nel 1921, Giuseppe Volpi aveva il compito di riconquistare il territorio perduto e, in particolare, MisuÈ evidente che costoro sono parte di un’industria, come i negrieri d’un tempo. Senza la connivenza e la cointeressenza delle autorità locali, il traffico sarebbe impossibile. Nell’immediato, i barconi individuabili vuoti sulle coste di partenza devono essere distrutti da azioni di commando. Ne abbiamo gli uomini e i mezzi e il diritto. Ovviamente uno Stato degno del nome queste cose le fa e non le dice. Gli scafisti e i loro manutengoli capirebbero l’antifona. E anche le autorità del posto. Nato e Ue non ci aiuteranno. Dobbiamo farlo da soli. E le lacrime sono di coccodrillo. Pietro Di Muccio de Quattro dimucciodequattro@ alice.it rata, la città che è stata anche recentemente, insieme a Bengasi, uno dei maggiori centri della rivolta contro Gheddafi. Volpi si attenne alle istruzioni e Amendola, quando divenne ministro, lo incoraggiò e lo sostenne. Volpi rimase a Tripoli fino al 1925 e continuò a fare con Mussolini una politica non diversa da quella che aveva fatto con Bonomi e Facta. Possiamo parlare di colonialismo fascista negli anni successivi, quando il generale Graziani riconquistò la Cirenaica con metodi alquanto diversi e scelte (come l’impiccagione di Omar Al Mukhtar) che hanno lasciato una macchia sull’amministrazione coloniale italiana. Ma alcuni Paesi (la Francia in Alge- MIGRANTI / 2 Se una parte, credo maggioritaria, degli attuali immigrati avesse nei loro Paesi condizioni di vita accettabili, affronterebbe i rischi e le sofferenze di una traversata su barconi criminosamente affollati? Perché allora non cercare di creare in quei Paesi migliori condizioni di vita investendovi i capitali necessari, ricavandone magari anche qualche utile finanziario o politico? Mi sembra che ciò dovrebbe farlo tutta l’Europa. È vero che le classi dirigenti di quei Paesi non sono sempre affidabili, ma abbiamo almeno tentato di coinvolgerle? O forse faccio solo un sogno di inizio estate? PARLAMENTO VLADIMIR LUXURIA Scorta indispensabile? Non riesco a capire perché è stata data una scorta a Vladimir Luxuria, per alcune manifestazioni di balordi nei suoi confronti. E gli altri cittadini italiani che subiscono soprusi di ogni genere tutti i giorni? Silvano Soldaini silvanosoldaini@ hotmail.com MIGRANTI / 1 Traffico da bloccare L’operazione «Mare nostrum» suscita legittimo orgoglio per la marina militare che salva e l’Italia che accoglie i disperati. Tuttavia la brutalità e l’ingordigia degli scafisti non possono essere represse da occasionali arresti a cose fatte. La tua opinione su sonar.corriere.it Facebook ha sottoposto 689 mila utenti, inconsapevoli, a una ricerca sociale. Condividete l’iniziativa? SUL WEB Risposte alle 19 di ieri La domanda di oggi Sì Riforme, non si cambia: resta l’immunità per senatori e deputati. Siete d’accordo? 23 No 77 di Gian Antonio Stella ti da Carlo Sforza che sembrarono produrre un onorevole compromesso: la Tripolitania all’Italia, la Cirenaica alla Gran Bretagna. Ma l’Unione Sovietica voleva qualcosa per sé e cercava di boicottare le iniziative che avrebbero consolidato gli imperi coloniali delle potenze occidentali. L’accordo italo-inglese rimase lettera morta e la Gran Bretagna, a quel punto, promosse la creazione di un regno libico sotto la guida di Idris, il leader rispettato di una congregazione islamica, la Senussia, che esercita ancora una considerevole influenza sulla Cirenaica. In Italia vi furono manifestazioni di disappunto, ma durarono soltanto sino a quando, dopo il fallimento della spedizione anglo-francese a Suez, ci accorgemmo che le colonie, per i Paesi che erano riusciti a conservarle, sarebbero state un grattacapo. Sogni e realtà Mi permetto di dissentire, come organizzatrice da ormai 25 anni del Festival di Ravenna, con l’articolo dell’illustre critico Paolo Isotta (Corriere, 28 giugno), a proposito dell’impossibilità di coreografare determinate musiche, e dell’inopportuno connubio musica e sport. Proprio pochi giorni fa, qui a Ravenna, abbiamo presentato il «Requiem» di Fauré danzato o, meglio, gestualizzato da una stupenda coreografia di Ken Ossola per il magnifico corpo di ballo del Grand Théâtre de Genève. Ebbene, il silenzio, la commozione, la tesissima attenzione, il fraseggio che i corpi sul palcoscenico riuscivano ad esprimere, erano tali che ogni nota, ogni dinamica, ogni sospensione, venivano talmente sottolineati e rispettati da rendere la partitura di questo capolavoro «facile» e assimilabile da tutti. Al grande pubblico, purtroppo, non sempre è offerta l’occasione di avvicinare una partitura come quella del «Requiem» di Fauré. Se averlo magistralmente coreografato ha consentito a moltissime persone di poterlo apprezzare, per me è fonte di immensa soddisfazione. Non esistono il non si deve o il non si può in assoluto. Esiste il risultato di ciò che di volta in volta si crea per realizzare al meglio un progetto culturale mirato al servizio del pubblico. Il risultato certo si può criticare. È sacrosanto! Infine, confesso anch’io il mio peccato! Nell’ambito del Festival, in occasione di avvenimenti sportivi di particolare rilevanza, abbiamo offerto al pubblico la possibilità di assistervi come mi par di capire abbia fatto Rosanna Purchia al San Carlo. È successo così che il maestro Temirkanov guardasse con i suoi musicisti di San Pietroburgo e il pubblico del Pala de André una partita di calcio in cui erano coinvolti italiani e russi. Musica e sport insieme: due grandi culture, due diverse discipline insieme! E non è stata l’unica volta. Certo se non si ama lo sport, non si può capire. Ma un piccolo sforzo però lo si può fare! Cristina Muti, Ravenna Festival Consiglio alla signora Cristina di chiedere che cosa ne pensa a suo marito Riccardo Muti. Paolo Isotta © 2014 RCS MEDIAGROUP S.P.A. DIVISIONE QUOTIDIANI CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DIRETTORE RESPONSABILE PRESIDENTE Angelo Provasoli Ferruccio de Bortoli VICE PRESIDENTE Roland Berger Luciano Fontana VICEDIRETTORI Antonio Macaluso Daniele Manca Giangiacomo Schiavi Barbara Stefanelli AMMINISTRATORE DELEGATO Pietro Scott Jovane Sede legale: Via Angelo Rizzoli, 8 - Milano Registrazione Tribunale di Milano n. 5825 del 3 febbraio 1962 Responsabile del trattamento dei dati (D. Lgs. 196/2003): Ferruccio de Bortoli [email protected] - fax 02-6205.8011 © COPYRIGHT RCS MEDIAGROUP S.P.A. DIVISIONE QUOTIDIANI Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo quotidiano può essere riprodotta con mezzi grafici, meccanici, elettronici o digitali. Ogni violazione sarà perseguita a norma di legge. CONSIGLIERI DIREZIONE, REDAZIONE E TIPOGRAFIA 20121 Milano - Via Solferino, 28 Tel. 02-62821 Fulvio Conti, Teresa Cremisi, Luca Garavoglia, Attilio Guarneri, Piergaetano Marchetti, Laura Mengoni DISTRIBUZIONE m-dis Distribuzione Media S.p.A. Via Cazzaniga, 19 - 20132 Milano - Tel. 02-2582.1 - Fax 02-2582.5306 DIRETTORE GENERALE DIVISIONE MEDIA Alessandro Bompieri I In questi giorni ho visitato a Santa Maria Capua Vetere l’anfiteatro e il magnifico museo archeologico trovando tutto ordinato e ben organizzato. Sono poi andato alla reggia di Caserta stupenda, ordinata e perfettamente pulita. Evidenziamo sempre le cose che in Italia vanno male, poche invece le parole per quello che va bene, con grave perdita di immagine dei nostro bellissimi siti storici archeologici. Franco Zaniboni, Mantova © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Riduzione dei deputati Nessuno capisce perché il governo s’incaponisca a non accettare la proposta della minoranza del Pd e da gran parte dell’opposizione: la riduzione anche del numero dei deputati da 630 a 500. L’iniziativa incontrerebbe certamente l’approvazione di tutti gli italiani. Italo Cilimbini Cisano di Bardolino (Vr) SITI ARCHEOLOGICI E MUSEI Qualcosa funziona ❜❜ Vincino FONDATO NEL 1876 CONDIRETTORE I precari che salvarono la biblioteca Girolamini eri mattina Mariarosaria e Piergianni Berardi, col collega Bruno Caracciolo, si sono presentati al lavoro alla biblioteca dei Girolamini come fanno da una quarantina di anni. Direte: che ci importa? Ci importa molto. Perché lo Stato, per una volta, sta forse per evitare una figuraccia. I due fratelli Berardi, infatti, sono i due piccoli grandi eroi che tempo fa, pur sapendo che si sarebbero messi contro personaggi allora molto potenti, denunciarono Massimo Marino De Caro, il faccendiere messo dall’allora ministro Giancarlo Galan («non lo conoscevo neanche, me lo raccomandò Marcello dell’Utri») alla direzione della storica biblioteca napoletana frequentata da Giovanni Battista Vico. Biblioteca dalla quale avrebbe portato via, con traslochi notturni rivelati proprio dai due fratelli, circa duemila volumi preziosi, alcuni dei quali di valore inestimabile. Massimo Marino De Caro, che si spacciava per laureato (falso), per docente universitario (falso) e per principe di Lampedusa (falso), è stato condannato a sette anni di carcere. Ma se lui è finito dentro, i due fratelli erano stati buttati fuori. Una lettera in stretto burocratese, infatti, aveva comunicato loro che dal 1° luglio, cioè da ieri, dopo la nuova convenzione dello Stato con la Confederazione dell’Oratorio di San Filippo Neri, i loro servizi non erano più necessari. Nonostante lo stesso Giorgio Napolitano, l’anno scorso, avesse insignito Mariarosaria e Piergianni Berardi, proprio per il contributo dato per mettere in salvo quell’immenso patrimonio di libri dal saccheggio, dell’onorificenza di Ieri i fratelli «Cavalieri al Merito della RepubBerardi e Bruno blica Italiana». Cavalieri sì, ma mai benedetti in quattro decenCaracciolo sono ni, insieme con il collega Bruno stati riassunti Caracciolo, da un contratto in Figuraccia evitata piena regola con tutte le formulette e tutti i contributi al posto giusto. Il solito pasticcio all’italiana. Una sorpresa amara, per i fratelli. Al punto di spingere Mariarosaria a scrivere una lettera al capo dello Stato dove raccontava delle vittorie e delle sconfitte nelle cause di lavoro e lamentava di sentirsi tradita da chi poteva «regolarizzare la nostra posizione lavorativa e contributiva, permettendo almeno a me che sono in servizio dall’ottobre 1971 di andare in pensione e ai colleghi di lavorare ancora per qualche anno». Uno sfogo sacrosanto: «Non sappiamo cosa ci potrà accadere: saremo senza lavoro? Senza pensione? Senza liquidazione? Dovremmo rivolgerci alla Caritas Diocesana per poter sopravvivere finché morte ci colga?» Raccolto dal Corriere del Mezzogiorno, quello sfogo è finito sul tavolo di Enrico Franceschini. Il quale ha deciso di cercare una via d’uscita. I tre precari sono stati richiamati in servizio per tre mesi, dal 1° luglio al 30 settembre. Un contrattino piccolo piccolo, ma che dovrebbe servire a trovare una soluzione soddisfacente per tutti. Appuntamento al 1° ottobre: riuscirà lo Stato, che negli anni ha sistemato centinaia di migliaia di precari, a non tradire quei suoi servitori che hanno salvato i Girolamini da un saccheggio vandalico? Interventi & Repliche Il connubio fra musica e sport E-mail: [email protected] oppure: www.corriere.it oppure: [email protected] Tuttifrutti ria, la Spagna in Marocco, la Gran Bretagna in Africa del Sud, i Paesi Bassi in Indonesia) non sono stati meno brutali. Dopo la fine della Seconda Guerra mondiale fu subito evidente che l’Italia non sarebbe tornata in Etiopia, uno Stato troppo recentemente conquistato con una guerra che aveva provocato la condanna della Società delle Nazioni. Ma le altre colonie furono difese con gli argomenti di tutti i governi precedenti. L’opinione dominante era convinta che l’Italia fosse stata, nei suoi possedimenti africani, un faro di civiltà. La Chiesa italiana non voleva rinunciare alle istituzioni che aveva creato nelle colonie per diffondere la fede.Quasi tutti i partiti sostenevano che l’Italia avesse bisogno delle colonie per offrire ai suoi figli una terra in cui emigrare. Vi furono negoziati italo-inglesi, condot- Giulio Benedetti, Milano @ PUBBLICITÀ RCS MediaGroup S.p.A. Divisione Pubblicità Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano - Tel. 02-25846543 - www.rcspubblicita.it PREZZI DI VENDITA ALL’ESTERO: Albania € 2,00; Argentina $ 13,50 (recargo envio al interior $ 1,00); Austria € 2,00; Belgio € 2,00; Canada CAD 3,50; CH Fr. 3,00; CH Tic. 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EDIZIONI TELETRASMESSE: RCS Produzioni Milano S.p.A. 20060 Pessano con Bornago - Via R. Luxemburg - Tel. 02-95.74.35.85 • RCS Produzioni S.p.A. 00169 Roma - Via Ciamarra 351/353 - Tel. 06-68.82.8917 • Seregni Padova s.r.l. 35100 Padova - Corso Stati Uniti 23 - Tel. 049-87.00.073 • Tipografia SEDIT Servizi Editoriali S.r.l. 70026 Modugno (Ba) Via delle Orchidee, 1 Z.I. - Tel. 080-58.57.439 • Società Tipografica Siciliana S.p.A. 95030 Catania - Strada 5ª n. 35 - Tel. 095-59.13.03 • L’Unione Sarda S.p.A. 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PREZZI: *Non acquistabili separati, il venerdì Corriere della Sera + Sette € 1,90 (Corriere € 1,40 + Sette € 0,50); il sabato Corriere della Sera + IoDonna € 1,90 (Corriere € 1,40 + IoDonna € 0,50). A Como e prov., non acquistabili separati: m/m/g/d Corsera + Cor. Como € 1,20 + € 0,20; ven. Corsera + Sette + Cor. Como € 1,20 + € 0,50 + € 0,20; sab. Corsera + IoDon- La tiratura di martedì 1 luglio è stata di 405.231 copie ISSN 1120-4982 - Certificato ADS n. 7682 del 18-12-2013 Thailandia THB 190; UK Lg. 1,80; Ungheria Huf. 650; U.S.A. USD 5,00. ABBONAMENTI: Per informazioni sugli abbonamenti nazionali e per l’estero tel. 0039-0263.79.85.20 fax 02-62.82.81.41 (per gli Stati Uniti tel. 001-718-3610815 fax 001-718-3610815). ARRETRATI: Tel. 02-99.04.99.70. 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Viaggio nel tempo” € 8,30; con “English Express” € 12,39; con “Biblioteca della Montagna” € 10,30 36 Mercoledì 2 Luglio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Spettacoli Il voto dei sindacati Festival di Avignone, «azioni militanti» e niente sciopero Il festival teatrale di Avignone è salvo. I lavoratori della rassegna hanno deciso di non aderire a uno sciopero nazionale dei lavoratori del mondo del teatro a tutela dei L’intervista L’attore sarà protagonista al Festival di Spoleto. «Non sono di destra né di sinistra, vengo dalla terra ma non lavoro per le tasse» precari. A votare contro l’80% dei dipendenti che però hanno annunciato «azioni militanti» durante tutta la rassegna, che si apre venerdì prossimo. Dice di loro Il set scandalo Jacqueline Bisset (69 anni) e Gérard Depardieu (65) nei panni di Strauss Kahn in «Welcome to New York» Robert De Niro «Sul set di “Novecento” strabuzzava gli occhi per la mia colazione: 5 uova e lambrusco» DAL NOSTRO INVIATO SPOLETO — Non aspetta le domande, comincia subito a parlare lui (in un italiano mischiato all’inglese), di Love Letters di Gurney, lo spettacolo che il 5 luglio porterà al Festival di Spoleto: lui, il ciclone Gérard Depardieu, un attore per cui la regola è l’eccesso, la norma è la dismisura. Intervalla le parole a qualche imprecazione. Dal ventre enorme dell’attore escono idee «strettamente personali». «Questo è uno spettacolo molto intimista, siamo solo noi due sul palco, Anouk Aimée e il sottoscritto. Forse avremo un microfono, mi sembra un po’ esagerato andare in Piazza Duomo, dovevano scegliere una chiesa. Mi dispiace perché quello di Spoleto è un grande festival, lo conosco da trent’anni, non ci avevo mai lavorato». È il percorso epistolare di due amanti che non riusciranno mai a vivere insieme: qual è la lettera che l’ha colpita di più? «Una delle ultime, quella che parla di morte, ne prende consapevolezza. Questo testo è una bella pagina, molto americana, ma l’amore è universale. Anche se è scritto per due personaggi anziani, l’amore dentro di loro è immortale». Lo scambio epistolare è stato spazzato via da sms e email. «Ho un cattivo rapporto col telefonino e anche col telefono fisso. Gli sms ti fanno perdere il vocabolario, è un nuovo linguaggio che non mi interessa. Io scrivo ancora lettere». C’è qualcosa, come artista, che vorrebbe avere di Anouk Aimée, della sua natura di attrice? «Anouk è un miracolo, ha 82 anni ed è rimasta bambina. Il teatro ti lascia giovani. Abbiamo già recitato insieme Love Letters al Teatro Antoine a Parigi. Dieci giorni di tutto esaurito. Ma la Francia mi rompe... Allora ho lasciato tutto il compenso ad Anouk, non voglio lavorare per pagare il 100 per cento di tasse». Lei è stato criticato per aver preso, in polemica con il Fisco, la cittadinanza in Russia. Anouk Aimée «Abbiamo già recitato insieme “Love Letters” a Parigi. Dieci giorni di tutto esaurito» Vladimir Putin «In Francia dicono che è un dittatore: per me cerca solo di fare il meglio per il suo Paese» Depardieu tra eccessi e anarchia: mi godo la vita, odio le etichette «I registi italiani? Tutti comunisti con case ovunque» «Non sono andato a Mosca per evadere le tasse ma perché Putin mi ha dato un passaporto e perché mi piace la letteratura russa. Non è una questione di soldi, io vengo dalla terra, sono nato povero, sai che me ne frega dei soldi. Amo più di tutto l’Italia (dove si mangia bene ovunque e non c’è bisogno di andare nei grandi ristoranti, bastano le trattorie), e la Russia, dove non conosco nessuno, specialmente i giornalisti. In Francia dicono che Putin è un dittatore. Io dico che cerca solo di fare il meglio per il suo Paese. Intanto in Francia hanno ucciso i piccoli agricoltori, quanto alla cultura ad Avignone gli attori protestano... Non ci sono più festival in Francia, solo bagarre. Bisogna viverci in un Paese prima di criticarlo, hanno sbagliato indirizzo, IL NUOVO ROMANZO DALL’AUTORE PREMIO PULITZER DI “LE ORE” che andassero nella Corea del Nord». Pochi giorni fa in tv Ettore Scola ha pronunciato parole dure contro di lei, ha detto che è un evasore fiscale, e che per lavorare insieme deve esserci stima reciproca... «Abbiamo un progetto per un film, una bellissima storia di cui non voglio parlare. Prima Scola non voleva farlo perché lo produceva Berlusconi e ora non so. Non credo che troveranno i soldi. Amo Ettore Scola A Venezia con Michael Caine Sorrentino gira «La giovinezza» Ciak a Venezia per Paolo Sorrentino. Dopo l’Oscar per La grande bellezza, il regista è tornato dietro alla macchina da presa per La giovinezza, e per le riprese di alcune scene ha girato ieri nella città lagunare. Il set è stato allestito in campo San Lorenzo; tra i protagonisti Michael Caine (presente sul set) e Harvey Keitel. Le scene si sono svolte nel campo e all’interno di una casa di riposo, in particolare in uno stanzone che dà sul canale. anche se mi ha criticato. Io non sono né di sinistra né di destra, glielo dissi tanto tempo fa a Bertolucci, voi registi italiani siete tutti comunisti, però avete case dappertutto. Mi rispose che in Russia è pieno di Mercedes. Io sono un essere vivente, mi piace la vita. Sono un cittadino del mondo, in Russia sono un viaggiatore e basta». Lei e Anouk Aimée siete legati al cinema d’oro italiano. «Marcello Mastroianni era straordinario, lo era anche Gassman ma quando faceva l’intellettuale mi infastidiva... Ricordo Novecento di Bertolucci, Robert De Niro che prendeva continuamente appunti e io niente, poi mi guardava con gli occhi di fuori quando facevo colazione: cinque uova, il lambrusco... Preferisco il cine- MICHAEL CUNNINGHAM l a REGINA delle N E V I “La regina delle nevi entra inesorabilmente nell’animo, allo stesso modo in cui una fragranza, insinuandosi in una stanza, cambia l’umore prima che se ne abbia coscienza.” MARIA RUSSO IN LIBRERIA E IN EBOOK @libribompiani The New York Times Book Review Bompiani www.bompiani.eu ma italiano dagli anni 50 agli 80, ma avete ancora registi importanti, sono contento per l’Oscar a Sorrentino, anche se preferivo Il divo a La grande bellezza, che trovo un po’ meccanico. Il problema è che la televisione ha ucciso la cultura, l’immaginazione e anche il grande cinema. La verità è che si fanno centinaia di brutti film all’anno». Che cosa risponde alle accuse al film di Abel Ferrara sugli scandali sessuali dell’ex ministro StraussKahn, che lei impersona? «Welcome to New York non è un film su di lui ma su qualcuno che gli somiglia. Dentro ci sono tanti intrighi, anche quelli della Cia. StraussKahn è un uomo intelligente, migliore di Hollande». E i recenti fatti politici? «Sui guai giudiziari di Sarkozy non ho niente da dire. Seguo con interesse il vostro Renzi, mentre Beppe Grillo non mi piace... Ho conosciuto Fidel Castro, Giovanni Paolo II, Mitterrand. Ma parliamo di Love Letters, la politica mi annoia». Valerio Cappelli © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Mercoledì 2 Luglio 2014 Il personaggio L’attrice, sceneggiatrice e produttrice conquista consensi con «Tammy». Elogi dal «New York Times»: umorismo tenero L’ora di Melissa superstar: rido del mio grasso successo In corsa Melissa McCarthy è nata in Illinois il 26 agosto 1970. È stata candidata agli Oscar nel 2012 L’America stregata dall’ironia della comica LOS ANGELES — Melissa McCarthy piace a tutti, donne, bambini, uomini. Non è una silfide, non veste come una modella e se la ride, con l’ironia che immette nei suoi testi per qualche show, del suo fisico e del suo temperamento estroversi, over size. È una superstar e persino il Wall Street Journal le ha dedicato due intere pagine. Prima della sua nomination agli Oscar per Le amiche della sposa (2011), aveva già vinto molti premi anche come sceneggiatrice insieme al marito di origine italo-americana, Ben Falcone: «Mio fidanzato storico, ma ci siamo sposati solo ne 2006 e abbiamo due figlie, piuttosto magre, come Ben». Attualmente spopola in Tammy, diretto da Ben, in cui compie un road trip con Susan Sarandon, sua nonna nel copione, e Sandra Bullock le ha proposto il secondo round del film dagli alti incassi Corpi da reato. Al prossimo Festival di Toronto è attesa la prima autunnale di St. Vincent in cui al fianco di Bill Murray e Naomi Watts ha il ruolo di protagonista e continua a essere seguitissima, con una audience senza flessioni d’ascolto, nella serie televisiva «Mike & Molly» che le ha procurato un Emmy Award e si vede anche in Italia (è stata acquistata di recente anche la serie 2014 in corso in Usa). «Il successo mi diverte — dice lei — e la mia vita è un “work in progress” da quando sono nata nell’Illi- nois, non lontano da Chicago e in una famiglia cattolica, che mi metteva a tacere se dicevo parolacce. Con settanta dollari in tasca, non un penny in più, andai a New York per i miei show off-off Broadway e conobbi le attrici che ancora oggi sono le mie migliori amiche: Kristen Wiig In copertina Rock «Senza paura, fiera e simpatica»: così la copertina di «Rolling Stone» celebra il momento d’oro di Melissa McCarthy Nostalgie «Il mio viaggio dalle lacrime al trionfo»: anche «People» ha scelto per la sua copertina il volto di Melissa McCarthy e Maya Rudolph, la moglie del regista Paul Thomas Anderson. E i loro quattro figli sono amici dei nostri». Comunica calore umano e la critica Usa a ogni sua nuova apparizione scrive, come ha fatto il New York Times: «È, al femminile e in un sol colpo, il concentrato di Jim Carrey, Adam Sandler e Jack Black. Il suo umorismo è tenero, ma anche pericolosamente divertente, sovversivo, intelligente». «A casa, le prime notizie che si leggono sui giornali, non sono quelle più drammatiche, bensì le strisce dei comic: la preferita in famiglia è quella del gatto Garfield. Abbiamo fatto nostra la nuvoletta in cui il divertente e sornione felino suggerisce: “Scendi dal tuo davanzale così possiamo incontrarci faccia a faccia”. Conoscere il mondo e gli altri, senza discriminazioni, è importante, specie per gli attori, che, egocentrici, vogliono in primis essere amati, guardati». È una delle poche attrici che rappresentano un sicuro serbatoio di incassi in una Hollywood dove il cosiddetto «girl power» è sempre in sottordine rispetto al potere di quello che con humor Melissa definisce «il boy’s club». «Perché i maschi soddisfano la necessità anche femminile di super boys, ma Angelina Jolie con incassi e coraggio ha dato energia a tutte le donne del cinema e ci ha insegnato a fare concorrenza a Godzilla». Ma Sul palco La pièce teatrale tratta da «Gli sdraiati» di Serra Il difficile tentativo di Bisio padre debole in cerca del figlio In scena Claudio Bisio, 57 anni, in un momento dello spettacolo «Father and son» che ha debuttato al teatro Alighieri nell’ambito del Ravenna Festival. La regia della pièce è di Giorgio Gallione di FRANCO CORDELLI rivano lassù, in teatro, ridondanti. Ma se ci si chiedeva come il protagonista e il regista Giorgio Galhe attore è, o che attore è diventato, Claudio Bi- lione avrebbero potuto trasformare il racconto in sio? Non lo vedevo da anni, agli esordi era più uno spettacolo teatrale, la risposta è stata eloquendisponibile, e più ruvido; oggi, uscito da un gruppo te. Con l’ausilio di un violino, Laura Masotto, e di di «compagni di strada» (dell’Elfo), è entrato in un’altra famiglia, quella genovese dell’Archivolto. una chitarra, Marco Bianchi, Bisio e Gallione hanno Le finalità dell’Archivolto sono assai diverse da operato una scansione del testo in brevi capitoli quelle dell’Elfo, e in esse egli si muove prevalente- grosso modo tematici e che provo a titolare e riassumente da solista. Come tale, per come era al teatro mere: il disordine domestico (quello del figlio, di Alighieri, protagonista di Father and son di Miche- fronte al quale il monologante padre appare arreso), le Serra nel Ravenna Festival, appare un artigiano la presa di coscienza della propria debolezza (come che si è specializzato in un settore del proprio lavo- genitore), il rapporto stralunato con i professori, la stupefazione di fronte alla quantità e qualità della ro. buona novella tecnologica, l’imIl suo registro espressivo (fisibizzarrimento della lingua (tutte co, prossemico e tonale) risulta Lo stile quelle c diventate k), la mitologia accorto nell’essere fedele a se della felpa, quella dei tatuaggi. Di stesso, a non scappare via, a non Il protagonista ha fronte a una simile mutazione alzare la voce. Bisio è aperto, cor- la misura dei tempi, antropologica, in cui padri e figli diale, amichevole; ma mai ruffiano, mai condiscendente. In più il pudore di tirarsi indietro sono divisi da quanto nei primi la richiesta di pace diventa prova di egli ha una forza di scansione e di al momento giusto inermità, e nei secondi l’abulia misura dei tempi, di avanzamenuna pace (con se stessi e con il to (verso il pubblico); e un’inclinazione, quasi un pudore, nel tirarsi indietro al mo- mondo) conseguita con troppa facilità — quella mento giusto, che fanno di lui una presenza tanto permessa dal mondo che si presume adulto, cioè ammirata quanto amata dagli spettatori. Father pari alla propria età anagrafica — di fronte a tale mutazione invero c’è una scoperta finale. and son gli si adatta alla perfezione. Quei ragazzi in fondo, o in cima alla montagna È un testo tratto da Gli sdraiati, rispetto al romanzo non vi sono variazioni, anzi ce n’è una sola che il padre voleva così ardentemente scalare con il — che non mi è piaciuta. A un certo punto Bisio sa- figlio, quei ragazzi sono molto più forti, più agili, le su uno dei tavoli collocati al centro della scena e più veloci di quanto la meditabonda e quasi mesta si lancia in una specie di contro-comizio nel quale grazia del padre credeva o, troppo ubbidiente alla vengono citati i nomi di alcuni protagonisti della propria cultura, si compiaceva di credere. © RIPRODUZIONE RISERVATA politica attuale: nomi che non ripeterò tanto appa- C Spettacoli 37 italia: 51575551575557 che cosa fa ridere con sano umorismo in tempi difficili? «L’osservazione del quotidiano, perché non puoi guidare una Porsche o una Mercedes e poi vivere in una casa con un materasso per terra». Spiega: «La ricetta del mio successo è semplice: cerco di essere non la star, ma la co-protagonista di quella commedia d’azione che è la vita di tutti noi in barba ai super sti- listi che quando sono stata nominata agli Oscar hanno rifiutato di disegnare un vestito per me. E non faccio nomi. Un difetto? Spesso parlo troppo sullo schermo mentre mi piacerebbe riuscire a far sorridere sempre, anche quando sto zitta, come sempre è riuscito a fare il mio attore preferito, Buster Keaton». Giovanna Grassi © RIPRODUZIONE RISERVATA Aveva 84 anni Morto il regista Paul Mazursky Sfiorò l’Oscar quattro volte È morto a New York, dove era nato nel 1930, il regista e attore Paul Mazursky, cresciuto nel cabaret yiddish del Greenwich Village. Fu autore di alcune commedie di gran successo come Bob, Carol, Ted e Alice (famoso poster con due donne e due uomini tutti in un lettone) che gli darà fama completa di scandalo sessuale nel ’68 e poi di un malinconico film con Jill Clayburgh che fece rumore femminista, Una donna tutta sola. Innamorato del cinema di Fellini (ma anche di Truffaut in Io, Willy e Phil), girò Lo strano mondo di Alex nel 1970, un film sulla falsariga di 8½. Temperamento eclettico, con un occhio da commediante e ricco di umore ebraico, capace di fare salti mortali indietro, ebbe quattro nomination agli Oscar. M.Po. © RIPRODUZIONE RISERVATA 38 Mercoledì 2 Luglio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 # MondialiBrasile ✒ L'analisi IL MONDO HA IMPARATO A GIOCARE di MARIO SCONCERTI L a nota insistente di questo bellissimo Mondiale è la sofferenza con cui le grandi squadre eliminano le squadre normali. Molti rigori, molti supplementari per avversari come Algeria, Nigeria, Grecia, Svizzera. È interessante capire il perché. Intanto è vero anche l’opposto, nel senso che in fondo alla sofferenza è sempre arrivato il successo, la gerarchia è stata mantenuta. C’è però un mondo che ha indubbiamente imparato meglio a giocare a calcio. Tutti sono atleti, molto forti fisicamente. Tutti hanno ormai organizzazioni di gioco imparate in Europa (l’82% dei giocatori appartiene a squadre europee), leggiamo insomma tutti gli stessi testi, nessuno sa una cosa più degli altri. Ci sono anche ragioni forse più sofisticate. I Mondiali sono l’unica occasione per vedere undici algerini in campo nello stesso momento, o undici nigeriani. Conosciamo bene i nostri avversari, ma singolarmente, non li abbiamo mai affrontati come squadra. Sono in sostanza avversari diversi, sconosciuti per abitudini e resistenza, concentrazione, tattica di partita. Diventano delle sorprese, la cosa peggiore in un Mondiale. La qualità media dei giocatori si è poi alzata, ci siamo tutti scolarizzati a vicenda. La mescolanza di razze ha fatto il resto. La Svizzera è ormai una squadra di fantasia fuori da qualunque vecchia etichetta. In Francia decidono Pogba, Benzema, Valbuena. Si sono felicemente perse le rigide doti di razza, ora si è molte cose insieme. È questo nuovo equilibrio che fa mancare i grandi fuoriclasse, la genia dei Maradona, Baggio, Cruijff. Oggi giocano tutti meglio, proprio per questo manca il migliore. È una specie di teoria della relatività del calcio. Più si gioca bene, meno si distingue. Questo Mondiale sta segnando il ritorno del gioco verticale. Ci si scambia il pallone in zone di sicurezza, ma non se ne fa una strategia. L’insistenza delle partite e la fatica allargano gli spazi. Quasi impossibile imporre teorie, si gioca un calcio classico, di pura prevaricazione tecnica e fisica. Anche questo aiuta i meno forti. Ora la sofferenza continuerà ma solo tra squadre forti. In più si corre molto, anche gli stranieri che giocano in Italia. Ieri gli svizzeri avevano 3 giocatori del Napoli. Non è dunque condannato alla lentezza il nostro campionato. È stata solo l’Italia a non riuscire a correre. © RIPRODUZIONE RISERVATA Un tweet al giorno VaticanCommunication @PCCS_VA In extremis Partita brutta, poi Messi inventa l’assist decisivo per il madridista DA UNO DEI NOSTRI INVIATI SAN PAOLO — Una partita che non voleva finire. Brutta nel gioco, affascinante nella trama. In fondo a questa giornata di un bell’autunno paulista, gli argentini che invadono la metropoli, numerosi senza biglietto sono quasi la metà di quelli attesi, 35, al massimo 40 mila. Forse si aspettavano il patimento, la tribolazione, la pochezza dell’Argentina salvata dagli imperscrutabili rigori da un errore di Lichtsteiner che perde un pallone a centrocampo rubatogli da Palacio, da una micidiale controffensiva di Leo Messi che manda Brividi argentini in gol il fedele scudiero Di Maria e, soprattutto, da un palo grosso così, che ancora trema, proprio come è accaduto al Brasile, colpito da Dzemaili al 121’. Leo Messi, a parte un sinistro a metà del secondo tempo, imbastisce ben poco, chiuso nella gabbia del c.t. tedesco Ottmar Hitzeld, uno che ha vinto tutto e che sfiora la qualificazione storica ai quarti di finale (non accade dal 1954, in casa). Però il Diez si sta maradonizzado sempre di più e quando esce dall’anonimato ridiventa subito la Pulce assassina, con quello scatto, quel dribbling, quel passaggio preciso a Di Maria. Non è una bella partita e come tutte le brutte gare è decisa da un episodio (o da due, al massimo). La Svizzera si dimostra solida e con un discreto grado di cattiveria, quando occorre: se non ci arriva con le buone si passa alle cattive. Ma anche gli argentini non scherzano, quando c’è da mettere il piede. Ne scaturisce una sfida spigolosa in cui l’arbitro svedese Eriksson fischia un po’ a spanne (però non Di Maria colpisce a 2 minuti dai rigori La Svizzera si ferma sul palo di Dzemaili fa danni ed è già un successo), la tattica si esaurisce in un cozzare di armature quasi sempre a centrocampo e la tecnica, che dovrebbe prevalere, resta appesa fino al risveglio di Messi all’ultimo respiro. L’Argentina è un 4- 3-3 in cui i tre attaccanti fanno un po’ come vogliono; la Svizzera, un astuto 4-4-1-1. Il primo uno è quello Xherdan Shaqiri che movimenta un brutto primo tempo in cui l’occasione più ricca ce l’ha la Svizzera: genialata del piloncino kosovaro, palla in mezzo all’area per il destro di Mehmedi, Romero ci mette il piedone e salva la patria. L’Argentina risponde con un «telefono» di Lavezzi e tante giocate, dribbling, cross in mezzo, sere- nate poco ammalianti così il Messi delle Alpi confeziona un altro assist da standing ovation per Drmic che, però, si crede un incrocio tra Zico e Maradona e tenta un assurdo lob che finisce tra le braccia di Romero. Il protagonista E Leo continua il percorso per diventare come il vero Maradona SAN PAOLO — Era il 24 giugno 1990, Stadio delle Alpi di Torino. Ottavo di finale BrasileArgentina. Il pronostico era tutto per i brasiliani che, infatti attaccarono, presero pali e traverse. Poi, al minuto 35’ del secondo tempo, Diego Armando Maradona uscì da una gara anonima per un’azione delle sue. Un paio di dribbling e la palla lanciata a Caniggia: 1-0 e via. Qui è successa la stessa cosa, contribuendo al processo di somiglianza, nella differenza umana, tecnica e caratteriale, del percorso di Leo Messi con quello del Pibe. Alejandro Sabella sospira: «Per fortuna siamo riusciti a vincere prima dei rigori. Nel primo tempo era una partita equilibrata. Poi abbiamo dominato noi». Sì, ma senza Messi ci si sarebbe diretti verso il dischetto. Grandissimo Ottmar Hitzfeld nel certificare lo status di Leo come uomo-squadra: «Lo sapevamo che Messi aveva le capacità di mutare il corso della partita in un secondo». r.per. © RIPRODUZIONE RISERVATA A vincere il duello tra fantasisti è nettamente lo svizzero, fisico da sollevatore di pesi, due cosce come due autobotti (60 cm, il polpaccio 30), canterebbe Mina, ma abile nel dribbling e preciso nel palleggio. Il Messi vero non riesce a ergersi a salvatore della patria, probabilmente sta aspettando di presentarsi al momento giusto. In questi lunghi momenti di gioco banale si segnalano alcune conclusioni argentine di Higuain e Di Maria (prove tecniche). La Svizzera, forse perché stanca, rinuncia però alle sortite pericolose dal secondo tempo in poi arretrando e affidandosi a iniziative solitarie per cercare di colpire l’avversario. L’Argentina domina ma è deludente e fiacca. Priva di idee dà la palla a Messi perché si inventi qualcosa (l’unico con una parvenza di iniziativa è Di Maria) o scaraventa ogni cosa in area. È proprio il giocatore del Real a scagliare quello che pare l’ultimo tiro in porta della partita. Benaglio lo respinge in angolo e tutto pare scritto, si scivola inesorabilmente verso i rigori. E invece c’è ancora tempo per tutto: lo scatto di Messi, il gol di Di Maria e l’incredibile palo di Dzemaili. E qui anche la tenace Svizzera capisce che non c’è più nulla da fare. E può lasciarsi andare al dispiacere. Roberto Perrone © RIPRODUZIONE RISERVATA La battaglia Continua la corsa alla poltrona federale dopo le dimissioni di Abete: è molto improbabile che si arrivi al candidato unico Tavecchio parla da presidente e apre ai c.t. pluridecorati Albertini resta un duro avversario Ma spunta anche il nome di Pagnozzi ROMA — Martedì prossimo, davanti ai 21 presidenti regionali e alle 140 delegazioni provinciali della Lega Dilettanti, Carlo Tavecchio scioglierà le riserve e annuncerà la candidatura alla presidenza della Federcalcio. Non è chiaro se contemporaneamente il ragioniere settantunenne lascerà la guida dei dilettanti, ma dietro l’apparente incertezza di queste ore («martedì vi faccio sapere se scenderò in pista»), c’è la volontà concreta di arrivare sino alla poltrona di Abete. La corsa è cominciata e Tavecchio già conta i voti: soprattutto quelli dell’amico Macalli, 77 anni, che lo sostiene in questa lunga battaglia. Basterebbero Dilettanti e Lega Pro, unite e compatte, per superare lo sbar- Vertici Carlo Tavecchio e Giancarlo Abete ramento del cinquanta per cento più uno dei voti richiesto dal nuovo statuto. Il candidato presidente sa muoversi e confida di avere dalla sua parte una buona fetta della Lega di serie A, che muove la macchina, anche se vale soltanto il 12 per cento dei votanti in un sistema assolutamente da cambiare. Tavecchio sogna di essere il candidato unico e in questo è appoggiato da Lotito, ma la sua idea si scontra con la realtà dei fatti. Damiano Tommasi e Renzo Ulivieri, rispettivamente presidente dei calciatori e degli allenatori, che rappresentano il 30 per cento dei delegati, sono in pressing su Demetrio Albertini. L’ormai ex vice presidente federale e capo delegazione in Brasile, per adesso non intende scendere in campo perché teme che le sue idee, una volta eletto, si scontrerebbero con l’immobilismo provocato dalle carte federali. I punti forti del suo progetto di rinnovamento, vale a dire le rose ridotte a 25 giocatori, le seconde squadre e il campionato a diciotto, troverebbero ostacoli insormontabili. Albertini però potrebbe dare filo da torcere a Tavecchio l’11 agosto, il giorno delle elezioni: perché potrebbe rubargli qualche voto nell’area dei dilettanti, contare sulla spaccatura tra Macalli e Ghirelli e darebbe battaglia al rivale per assicurarsi i voti della Lega di B e degli arbitri che, al pari della Lega di A, non si sono ancora espressi. La Confindustria del pallone conta poco in termini numerici però pesa dal punto di vista politico. Per adesso non ha una posizione ufficiale, tanto che Tavecchio e Albertini potrebbero dividersela, ma se esprimesse un proprio candidato la corsa al trono potrebbe improvvisamente cambiare. Magari tornare in scena Raffaele Pagnozzi, già segretario generale del Coni, sconfitto da Malagò nella corsa alla presidenza dello sport italiano, che ha già avuto un’esperienza felice in via Allegri nel ’96 da commissario straordinario. Per le candidature c’è tempo sino al 27 luglio. Tavecchio, al momento, si sente in una botte di ferro. Tanto da parlare anche del futuro c.t. «Sono per la nascita di una cantera con un tutor importante, ma non avrei niente in contrario davanti a soggetti pluridecorati che riducessero i loro compensi in maniera ragionevole. Non si possono pretendere tre milioni di euro in un momento in cui il Paese è alle corde». Semplice la traduzione: se Allegri e Mancini si accontentassero di un ingaggio sotto il milione potrebbero diventare i candidati di Tavecchio, che per adesso ha pensato a Guidolin e Tardelli più che a Zaccheroni. Alessandro Bocci © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Mercoledì 2 Luglio 2014 Sport 39 italia: 51575551575557 In tv # Le partite di ieri Così nei quarti SAN PAOLO Ottavi di finale SALVADOR Ottavi di finale ARGENTINA SVIZZERA dopo i tempi supplementari 1 0 RIO DE JANEIRO BELGIO USA dopo i tempi supplementari 2 1 1 0 Argentina In gol L’abbraccio Di Maria-Messi (Epa) Svizzera Marcatore: Di Maria 13’ s. t.s. ARGENTINA (4-3-3): Romero 6,5; Zabaleta 6, F. Fernandez 6, Garay 6, Rojo 5,5 (Basanta s.v. 16’ p.t.s.); Gago 5 (Biglia s.v. s.t.s.), Mascherano 5, Di Maria 7; Lavezzi 5 (Palacio 6,5 29’ s.t.), Messi 7, Higuain 5,5. C.t.: Sabella 6 SVIZZERA (4-4-1-1): Benaglio 6,5; Lichtsteiner 4,5, Schaer 6,5 Djourou 6,5, Rodriguez 6; Xhaka 6 (Fernandes 6 21’ s.t.), Behrami 6, Inler 6, Mehmedi 6,5 (Dzemaili 6 8’ p.t.s.); Shaqiri 6,5; Drmic 5 (Seferovic 5 37’ s.t.). C.t.: Hitzfeld 6 Arbitro: Eriksson (Svezia) 5,5 Ammoniti: Xhaka, Fernandes, Rojo, Di Maria, Garay Recuperi: 0’ più 3’; 1’ più 3’ Visto in rete # Voi vincete? E io faccio... L e lacrime di Julio Cesar, David Luiz e Thiago Silva prima durante e dopo i rigori contro il Cile hanno preoccupato un intero Paese. Non c’è giornale o tv che non abbia intervistato uno psicologo per un’analisi dello stato emozionale della Seleção. Qualunque sia il responso, il solo fatto di averne dovuto parlare ha precipitato il Brasile nel dubbio. Ecco perché l’hashtag #SeOBrasilGanharACopaEu (#seilBrasilevincelaCoppaio) ha fatto la giornata su Twitter. Il problema è che, nell’intenzione di chi l’ha creato, l’hashtag doveva probabilmente essere la versione 2.0 del voto alla divinità o al Santo protettore. Il twittatore brasiliano, però, appare piuttosto distante dall’idea di sacrificare qualcosa: @Cacaubarretoo intende farsi mèche verdi e oro, @luckielfernando promette di girare in mutande per le strade della sua città,@traumatizando (in omaggio al proprio nomignolo) annuncia una sua foto senza vestiti e così via. C’è poi chi, molto razionalmente, ha preso la domanda alla lettera e non in senso scaramantico: @Iggyn0red scrive che andrà alla sua scuola a chiedere un mese di vacanza per festeggiare. E @RBD1ETERNAMENTE si limita a osservare che continuerà a non avere soldi, esattamente come prima: «Quindi, non cambia niente». Tommaso Pellizzari © RIPRODUZIONE RISERVATA MARACANÀ 4 luglio FRANCIA GERMANIA ore 18 Sky Mondiale 1 STADIO NACIONAL BRASILIA BRASILE COLOMBIA ore 22 Raiuno, Sky Mondiale 1 5 luglio FONTE NOVA ARENA 5 luglio ARGENTINA BELGIO ore 18 Sky Mondiale 1 OLANDA COSTA RICA ore 22 Raiuno, Sky Mondiale 1 SALVADOR Il Belgio spezza la resistenza Usa e prende appuntamento con Messi La sfida è impazzita a mezz’ora della fine ed è stata decisa ai supplementari DA UNO DEI NOSTRI INVIATI SALVADOR — Ventotto anni dopo il quarto posto messicano, il Belgio riscopre il fascino dei quarti di finale e adesso potrà contare sul tifo dei brasiliani nella sfida di sabato a Brasilia contro gli argentini (come nel 1986, ma in semifinale, doppietta di Maradona). Per la quinta volta in questo Mondiale, si è andati ai supplementari negli ottavi di finale e gli Stati Uniti, che hanno vissuto l’avventura con l’entusiasmo di chi partecipa a una festa, hanno dovuto inchinarsi ai belgi, ma senza meritare di uscire, in una partita che nella mezz’ora finale è impazzita. Il gol di Kevin De Bruyne, 23 anni, del Wolfsburg, al 3’ del primo supplementare è sembrato rompere definitivamente un equilibrio già precario; il raddoppio di Lukaku, al 15’ p.t.s. era il segnale di una partita ormai chiusa; invece, sollecitati da Klinsmann, scatenato e urlante in panchina, gli statunitensi hanno trovato nuove energie, riaperto la partita con un gol di Green e hanno messo alle corde il Belgio per tutto il secondo supplementare, andando tre volte vicino al 2-2 (e Lukaku si era fatto parare possibile 3-1). Così, come quattro anni fa, contro il Ghana, gli Usa devono arrendersi negli extratime e con lo stesso risultato di allora (2-1), in una partita emozionante come poche altre di questo Mondiale. Wilmots ha cambiato uomini e, in parte, sistema di gioco, passando al 4-2-3-1: squalificato Defour, ha recuperato Kompany, con Origi in partenza (non Lukaku) unica punta, avendo alle spalle Mertens, De Bruyne e Hazard. Il lungo abbraccio fra i due c.t. ha fatto da prologo a un primo tempo tirato, di buon calcio, su ritmi altissimi, con apparizione a metà del solito invasore italiano (Marco Ferri,), con doppia scritta («save favelas children» e «Ciro vive»), fermato dalla polizia brasiliana. I belgi sono andati a un passo dal van- Il «commissario» ha guidato la transizione ai tempi caldissimi della fuga di Sacchi di DANIELE DALLERA l mondo del pallone cerca il suo presidente, una guida, dopo le dimissioni di Giancarlo Abete. Carlo Tavecchio si candiderà martedì, l’ex campione Demetrio Albertini che da anni sta studiando da dirigente potrebbe essere il suo rivale più temuto. Da qualche ora, alla finestra, forse addirittura più lontano, in una posizione di attesa, ci sarebbe anche Lello Pagnozzi, storico segretario del Coni di Gianni Petrucci e battuto da Giovanni Malagò nella corsa alla presidenza del massimo organismo sportivo italiano. Uomo di sport, da Cinque Cerchi, segretario dell’Associazione dei comitati olimpici europei , ma anche uomo di calcio, se stimolato a dovere potrebbe farci un pensierino. In ambienti ben informati si sussurrano due verità (che non dovrebbero emergere ovviamente). La prima: Adriano Galliani, che qualcosa conta in questo mondo, CASTELAO 4 luglio Emozioni Ammirevoli gli americani che escono a testa alta. Gli uomini di Wilmots ai quarti dopo 28 anni ✒ I FORTALEZA vedrebbe di buon occhio una candidatura di Pagnozzi. La seconda (tenetevi forti): Giovanni Malagò non si opporrebbe. Resta il fatto che in un mondo così diviso , la sua mano, la sua esperienza potrebbero diventare utili. Nel ’96, in uno dei momenti più critici a livello politico federale, Nizzola raggiunge il 65% dei voti, ma non viene eletto per il diritto di veto dell’allora serie C. Pagnozzi fu nominato commissario in un’estate caldissima (il 12 agosto) e con un’abile mediazione trovò l’accordo: il 30 settembre via libera a Nizzola. Non solo, gestì la fuga dalla panchina azzurra di Arrigo Sacchi a tempi di record e incaricò Cesare Maldini trovando l’intesa tra i litigiosissimi presidenti delle leghe (A-B, C e D). Farci un pensierino a Pagnozzi? © RIPRODUZIONE RISERVATA 2 Rivoluzione soccer 1 Il nuovo mondo scopre il nuovo sport E i suoi dolori Belgio Usa Marcatori: De Bruyne 3’, Lukaku 15’ p.t.s.; Green 2’ s.t.s. BELGIO (4-2-3-1): Courtois 7; Alderweireld 6, Van Buyten 6, Kompany 6,5, Vertonghen 6,5; Fellaini 6,5, Witsel 6,5; Mertens 6,5 (Mirallas 6,5 15’ s.t.), De Bruyne 7, Hazard 6,5 (Chadli s.v. 6’ s.t.s.); Origi 6,5 (Lukaku 7,5 1’ p.t.s.). C.t.: Wilmots 7 STATI UNITI (4-2-3-1): Howard 8; Johnson 5 (Yedlin 6,5 32’ s.t.), O. Gonzalez 6,5, Besler 6,5, Beasley 5,5; Cameron 6, Jones 6; Zusi 6,5 (Wondolowski 5 27’ s.t.), Bradley 7, Bedoya 6 (Green 7 17’ p.t.s.); Dempsey 6. C.t.: Klinsmann 7 Arbitro: Haimoudi (Algeria) 6 Ammoniti: Cameron, Kompany Recuperi: 3’ più 3’; 2’ più 1’ Vantaggio Kevin De Bruyne, 23 anni, segna l’1-0 per il Belgio (Action Images) taggio già dopo 39” (Howard in angolo su Origi) e più concreti nella ricerca del gioco verticale e nel presentarsi al limite dell’area per la conclusione. Ma ai ragazzi di Wilmots è sempre mancato qualcosa per operare il break (errore di De Bruyne; anticipo salvifico di Beardsley su Fellaini) e gli Stati Uniti non solo sono sempre rimasti in partita, ma hanno avuto l’occasione di andare in vantaggio, prima su una percussione di Bradley, con palla a Dempsey e parata di Courtois, poi con un cross di Yedlin, che Zusi ha sfruttato malissimo. Il Belgio è ripartito con personalità e maggiore energia nella ripresa, sfiorando il gol con Mertens, Origi (parte alta della traversa), ancora con Mertens (tacco), di nuovo con Origi, due volte con Mirallas, persino con Kompany. Ha provato in tutti i modi a passare, sviluppando il gioco per linee esterne o centrali, ma ha sempre trovato l’opposizione dei difensori Usa e soprattutto dello splendido portiere Howard. La squadra di Klinsmann, spinta dal pubblico, è stata ammirevole per il modo in cui ha accettato di soffrire, con avversari più tecnici e più bravi: si è abbassata, ha stretto le linee, ha provato a ripartire, ha avvicinato a sua volta il vantaggio nel recupero (Wondolowski solo davanti a Courtois), davanti a 51.227 spettatori, entusiasti del match, prima ancora di sapere che gli extratime sarebbero stati uno spettacolo da ricordare. A lungo. Fabio Monti © RIPRODUZIONE RISERVATA Invasione L’immancabile tifoso italiano ha invaso anche ieri il campo a Salvador (Epa) Palla avvelenata Il Tatu-bola divide l’armadillo attende Si chiama Tatu-bola, armadillo-palla e il fatto che si trasformi in una sfera è stato decisivo nella scelta della Fifa di farlo diventare l’animalemascotte di Brasile 2014, col nome di Fuleco. Ne furono liete le associazioni a difesa di questa specie in via d’estinzione, che avanzarono una proposta alla Fifa: donate un dollaro per ogni pupazzo venduto (a 42,70 euro prima del Mondiale, 26,40 adesso per quello piccolo; 59,30 e ora 56,30 per quello grande). Ma l’associazione Caatinga, che lavora a un progetto decennale di tutela dell’armadillo, secondo il sito brasiliano della Bbc accusa la Fifa di avere offerto una donazione di 99.500 euro. Per loro significherebbero meno di mille al mese, cioè nemmeno quanto basterebbe a coprire le spese per «logistica, ricerche, biologi» e hanno rilanciato chiedendo 10 milioni di euro, cifra adeguata a quanto la Fifa ottiene con il pupazzo. È arrivato un no, motivato dal fatto che la Fifa ha esteso il suo sostegno a 26 organizzazioni da 5 che erano all’inizio: 730 mila euro l’anno per tre anni. L’armadillo, in scaglie e ossa, attende sviluppi. t. p. © RIPRODUZIONE RISERVATA DA UNO DEI NOSTRI INVIATI SALVADOR — È l’una di notte (ora italiana). Gli Stati Uniti escono da questi Mondiali. C’è pochissimo tempo per scrivere qualcosa. Inutile provare a scendere negli spogliatoi. Lo sguardo scorre d’istinto sui ranghi dei loro tifosi. Le ragazze in lacrime con i bikini a stelle e strisce, quelli con la maschera di Topolino che non ride più e quelli con il cappello storto del vecchio zio Sam, che ha preso un paio di brutte sberle. Le facce dei tifosi quando perdono sono sempre uguali: ma queste, forse, queste facce di tifosi yankee fanno più tenerezza del solito perché capisci che per la prima volta, per la prima davvero, hanno compreso quanto crudele e spietato può essere il calcio. È uno sport che non sapevano esistesse, ci sono finiti dentro con entusiasmo. Quando, venti anni fa, i Mondiali si tennero negli States, la gente andava allo stadio senza conoscere la differenza tra un calcio d’angolo e un calcio di rigore. In tribuna con le maglie di Michael Jordan e i cappellini dei New York Yankees. Adesso sono qui tutti orgogliosi con le magliette di Bradley e Dempsey, che chiamano sotto le tribune, e si sono arrabbiati perché l’ultimo tempo supplementare poteva avere qualche minuto di recupero più: così contestano l’arbitro, lo fischiano, ma per buona parte della partita hanno intuito che il loro portiere, Tim Howard, si è sentito come il generale Custer a Little Big Horn. Oltre all’entusiasmo, cominciano a metterci un po’ di competenza. I tesserati sono 4 milioni e 100: la seconda forza al mondo dopo la Germania (6,5). Ormai ci sono rettangoli con le porte nel Queens e nell’ultimo paesino del Texas. Due anni fa, un sondaggio del sociologo Rich Luker stabilì che, negli Stati Uniti, nella fascia d’età tra i 12 e i 24 anni, il soccer è lo sport più popolare dopo il football (americano). Usa-Portogallo, l’altro giorno, alla tv, meglio di una finale Nba: vista da 24 ,7 milioni di americani. Tra loro, anche il Presidente Barack Obama, padre di due ragazze che il soccer lo giocano al liceo, rapido a infilarsi dentro al sogno collettivo. Si fa riprendere mentre guarda Usa-Germania a bordo di Air Force One, in volo verso il Minnesota. Poi, finita la partita, detta un comunicato che, ovviamente, fa il giro del pianeta: «Questo Mondiale possiamo vincerlo noi». Poi magari gli tocca incassare il tweet del collega belga Elio Di Rupo, che all’amico Barack riserva un «I told you so», te l’avevo detto, che riporta sulla terra Obama e il suo Air Force One. Magari quella del presidente statunitense sarà stata anche un botta d’entusiasmo. Ma anche la consapevolezza che questo nuovo sport è l’unico ad essere giocato in ogni continente. Ovvio che gli Stati Uniti debbano esserci. E non per partecipare. Però per vincere, nel calcio, i soldi e l’entusiasmo non bastano. Serve anche esperienza e talento ed è forse questa, stanotte, la più grande lezione per i tifosi americani: il calcio è come il basket, come il baseball, come l’hockey. Sì, serve tempo. Serviranno ancora molti anni per riuscire ad andare avanti in un torneo mondiale. È proprio una notte tenera. Viene da citare Francis Scott Fitzgerald. Finire con una citazione, di solito, è una pessima soluzione. Ma, per una volta, forse ci sta. Fabrizio Roncone © RIPRODUZIONE RISERVATA 40 Sport Mercoledì 2 Luglio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 # Mondiali Brasile Aria buona La Francia «pacificata» tra i segreti del successo «Ora siamo una famiglia». Le mosse di Deschamps al quarto di finale contro la Germania, a Rio, venerdì prossimo, ma ha altri programmi e non verrà. La Francia «pacificata» è uno dei segreti del cammino, ma non è «il» segreto. I numeri parlano chiaro. Con 10 gol i Bleus hanno il terzo miglior attacco del Mondiale, dopo Olanda (12) e Colombia (11). Si può dire che segnare a Svizzera, Honduras e Nigeria non è impossibile, ma fare gol in Coppa del mondo non è mai facile, contro nessuno. La difesa ha subìto solo 2 reti (miglior reparto al pari di Costarica e Colombia) e c’è un altro dato, forse, ancora più importante: in 4 partite i centrali hanno DA UNO DEI NOSTRI INVIATI RIO DE JANEIRO — «Adesso siamo una famiglia». Patrice Evra sintetizza così il cammino della Francia al Mondiale. Le sue parole pesano, perché era il capitano dell’ammutinamento contro il c.t. Domenech a Sudafrica 2010, con lo sciopero che fece saltare un allenamento e sconvolse l’opinione pubblica. Però non si può ridurre tutto all’assenza del turbolento Nasri — la cui fidanzata non twitta più insulti contro Deschamps — o all’infortunio di Ribéry che, da possibile sfortuna, si è trasformato in un vantaggio. Ribéry è stato invitato dalla Federcalcio francese ad assistere L’allievo e il maestro Paul Pogba, 21 anni, e Didier Deschamps, 45 (Action Images) commesso soltanto due falli. Nessuno Sakho e Varane, due Koscielny. Segnale di una fase difensiva quasi mai in affanno, anche perché aiutata dall’uomo tatticamente più importante della squadra, il metronomo Yohan Cabaye. La Francia ha mantenuto la sua caratteristica, fin dai tempi del quadrato magico con Tigana, Fernandez, Giresse e Platini: la qualità del centrocampo. Deschamps gli ha aggiunto una componente fisica (Drogba, Matuidi, Sissoko) importante. Non avranno problemi a contrastare i potentissimi tedeschi. Deschamps non è alieno da un pizzico di sciovinismo fran- cese. Nella conferenza stampa dopo la vittoria contro la Nigeria, ad esempio, ha gradito molto poco la domanda di un giornalista sul fallo di Matuidi, che ha messo k.o. Onazi e che poteva sicuramente essere punito con un cartellino rosso e non giallo dall’arbitro statuni- tense Geiger: «Bella domanda — ha detto, con la faccia che era tutta un programma —. Ma tu sei un giornalista francese?». Però Didier non cade mai nella trappola della presunzione. Contro la Nigeria ha iniziato con Giroud e Benzema in attacco, lasciando il primo in posi- zione centrale e spostando sulla fascia il madridista, per reggere l’urto fisico iniziale degli africani. Ha cambiato dopo un’ora, con l’ingresso di Griezmann (vicino al Paris Saint Germain per 25 milioni di euro), dimostrando di saper modificare in corsa. Il cammino verso la Coppa GIRONE A GIRONE B GIRONE C GIRONE D GIRONE E GIRONE F GIRONE G GIRONE H Data Incontro Ore Incontro Ore Brasile Croazia 3-1 Spagna Olanda 1-5 Colombia Grecia Messico Camerun 1-0 Cile Australia 3-1 C. d’Avorio Giappone Brasile Messico 0-0 Australia Olanda 2-3 Colombia Camerun Croazia 0-4 Spagna Cile 0-2 Camerun Brasile 1-4 Australia Spagna Croazia Messico 1-3 Olanda Cile Data Data Ore Incontro Ore 2-1 Germania Portogallo 4-0 Belgio Algeria 2-1 1-2 Francia Honduras 3-0 Iran Nigeria 0-0 Ghana Stati Uniti 1-2 Russia Sud Corea 1-1 2-1 Svizzera Francia 2-5 Argentina Iran 1-0 Germania Ghana 2-2 Belgio Russia 1-0 Costa Rica 0-1 Honduras Ecuador 1-2 Nigeria Bosnia 1-0 Stati Uniti Portogallo 2-2 Sud Corea Algeria 2-4 1-4 Costa Rica Inghilterra 0-0 Honduras Svizzera 0-3 Nigeria Argentina 2-3 Portogallo Ghana 2-1 Algeria Russia 1-1 2-1 ITALIA 0-1 Ecuador 0-0 Bosnia Iran 3-1 Stati Uniti Germania 0-1 Sud Corea Belgio 0-1 Uruguay Inghilterra Giappone Grecia 0-0 ITALIA 0-3 Giappone Colombia 2-0 Grecia Uruguay Francia P G V N P F S Classifica P G V N P F S Classifica P G V N P F S Classifica P G V N P F S Classifica Brasile 7 3 2 1 0 7 2 Olanda 9 3 3 0 0 10 3 Colombia 9 3 3 0 0 9 2 Costa Rica 7 3 2 1 0 4 1 Francia 7 3 2 1 0 8 2 Argentina 9 3 3 0 0 6 3 Messico 7 3 2 1 0 4 1 Cile 6 3 2 0 1 5 3 Grecia 4 3 1 1 1 2 4 Uruguay 6 3 2 0 1 4 4 Svizzera 6 3 2 0 1 7 6 Nigeria 4 3 1 1 1 3 3 Croazia 3 3 1 0 2 6 6 Spagna 3 3 1 0 2 4 7 C. d’Avorio 3 3 1 0 2 4 5 ITALIA 3 3 1 0 2 2 3 Ecuador 4 3 1 1 1 3 1 Bosnia 3 3 1 0 2 4 4 Camerun 0 3 0 0 3 1 9 Australia 0 3 0 0 3 3 9 Giappone 1 3 0 1 2 2 6 Inghilterra 1 3 0 1 2 2 4 Honduras 0 3 0 0 3 1 8 Iran 1 3 0 1 2 1 4 4 OTTAVI DI FINALE 5 OTTAVI DI FINALE BRASILE - CILE COLOMBIA - URUGUAY FRANCIA - NIGERIA GERMANIA - ALGERIA OLANDA - MESSICO 4-3 d.c.r. 2-0 2-0 2-1 d.t.s. 2-1 10 QUARTI DI FINALE 6 OTTAVI DI FINALE P G V N P F S 7 OTTAVI DI FINALE COSTA RICA - GRECIA ARGENTINA - SVIZZERA Classifica P G V N P F S Classifica P G V N P F S Germania 7 3 2 1 0 7 2 Belgio 9 3 3 0 0 4 1 Stati Uniti 4 3 1 1 1 4 4 Algeria 4 3 1 1 1 6 5 Portogallo 4 3 1 1 1 4 7 Russia 2 3 0 2 1 2 3 Ghana 1 3 0 1 2 4 6 Sud Corea 1 3 0 1 2 3 6 8 OTTAVI DI FINALE Le città del Mondiale BELGIO - STATI UNITI 1-0 d.t.s. 6-4 d.c.r. 11 QUARTI DI FINALE 2-1 d.t.s. 12 QUARTI DI FINALE Fortaleza na Manaus FRANCIA - GERMANIA 4/7 ore 22 Rio de Janeiro Vincitore 9 - Vincitore 10 Belo Horizonte 4/7 ore 18 OLANDA - COSTA RICA FINALE 3° E 4° POSTO Perdente 14 - Perdente 13 13 SEMIFINALI 8/7 ore 22 Brasilia 12/7 ore 22 FINALE Vincitore 14 - Vincitore 13 Tutte le partite in diretta online su www.corriere.it or Ore Bosnia Classifica Fortaleza dC Su Incontro Argentina Inghilterra ITALIA BRASILE - COLOMBIA ea ia ss ria Ru Al ti io ge lg Be at Gh iU ni an a llo ia ga an rm rto St Data 2-1 2-1 9 QUARTI DI FINALE Ore Ecuador 2-1 3 OTTAVI DI FINALE Incontro Svizzera P G V N P F S 2 OTTAVI DI FINALE Data 1-3 Classifica 1 OTTAVI DI FINALE Ge ge Ni Bo Data Po n ria ia Ira a sn in as nt ur ge Ho nd an Fr Incontro Ar r cia a do ua Ec Sv Ore Costa Rica Uruguay C. d’Avorio izz AL IT Incontro 3-0 C. d’Avorio er IA ra ica er ilt In Co gh st ug aR ua y ne Gi Ur ap vo d’A C. Data po rio ia a Co lo Gr m ec bi lia le ra st Au Ol Sp Ore Ci da ag an na un er m sic Incontro Ca zia oa as Cr Br Data o O es E SSSS M GR ile O RD E M E PRO Rio de Janeiro 13/7 ore 21 Salvador ARGENTINA - BELGIO 5/7 ore 22 Brasilia B R A S I L E 5/7 ore 18 Cuiaba Brasilia Salvador Belo Horizonte 14 SEMIFINALI Vincitore 11 - Vincitore 12 San Paolo Natal Recife 9/7 ore 22 S U D A M E R I C A San Paolo Curitiba Rio de Janeiro Porto Alegre CORRIERE DELLA SERA Corriere della Sera Mercoledì 2 Luglio 2014 ❜❜ Gruppo I giocatori francesi esultano dopo il gol di Karim Benzema alla Svizzera nella seconda partita del girone eliminatorio, finita 5-2 per i Bleus (Ap) Deschamps è riuscito a calibrare il peso della storia e la freschezza della generazione senza memoria. Hugo Lloris, il portiere, un altro pilastro dello spogliatoio, racconta: «La squadra del 1998, quella dei campioni del mondo, e stata per me fonte di ispirazione». In Sport 41 italia: 51575551575557 Francia si sta parlando molto della semifinale del 1982 contro la Germania, quella persa ai rigori, dopo il vantaggio 3-1 nei supplementari, e segnata dalla terrificante uscita di Schumacher su Battiston (perse tre denti nell’impatto) che l’imbelle arbitro Corver non Abbiamo perso l’occasione per un exploit sulla Germania. Nessuno pensava che potessimo arrivare fin qui, ma siamo in grado di giocare ad alto livello Madjid Bougherra, difensore Algeria sanzionò nemmeno con un calcio di punizione. Deschamps, però, non ne parlerà con la squadra: «Anche perché questi, nell’82, non erano nemmeno nati». Lloris non ha ancora trovato un Blanc che lo bacia sulla testa prima di ogni partita, ma finora ha funzionato lo stesso. Deschamps, a differenza di Blanc, molto aiutato nella sua carriera di allenatore dal successo al Mondiale e dalla sua immagine pubblica, ha anche masticato qualche pezzo di pane più duro. Per lui non è stato solo Saint Denis, ma anche i campi della serie B italiana dove aveva un unico risultato possibile: riportare immediatamente la Juve in serie A. Intendiamoci, neppure Didier ha fatto la gavetta, ma qualche ostacolo l’ha dovuto saltare senza avere la spinta. «Molto c’è ancora da fare — dice —, ma qualcosa abbiamo già fatto». La sfida con la Germania è quella della differenza: aver fatto il proprio dovere o aver fatto un Mondiale eccellente. Eliminate negli ottavi Siamo alle solite: l’Africa è un flop DA UNO DEI NOSTRI INVIATI Cacciato Sulley Muntari, 29 anni (Epa) Luca Valdiserri © RIPRODUZIONE RISERVATA Deluso Vahid Halilhodzic, 61 anni (Ap) RIO DE JANEIRO — Ognuno a modo suo, ma il risultato non cambia: nessuna africana ha superato gli ottavi di finale. Fuori Camerun (0 punti), Ghana e Costa d’Avorio nei gironi; fuori Nigeria e Algeria (con molto onore) subito dopo. Un passo indietro rispetto a Sudafrica 2010, dove il Ghana arrivò a un passo dalla semifinale, eliminata ai rigori dall’Uruguay dopo averne sbagliato uno (Asamoah Gyan) all’ultimo minuto dei tempi supplementari. Una conferma dei limiti del calcio africano che commette sempre i soliti errori. I soldi Come successe con il Togo, a Germania 2006, si è rischiato che un’africana non scendesse in campo. Anzi, due. Il Camerun è partito per il Brasile con 24 ore di ritardo per lo sciopero dei giocatori, motivato dai premi qualificazione (15 mila euro a testa) non riscossi. Al Ghana sono stati portati in corsa, anticipati dal governo brasiliano e scortati in ritiro dalla polizia, i 2,25 milioni di dollari del premio Fifa alla federazione africana per la qualificazione al Mondiale. Boye è stato fotografato mentre baciava i dollari. Contanti anche per la Nigeria, dopo la qualificazione agli ottavi, «perché da noi si usa così», ha spiegato il c.t. Keshi. I comportamenti Song espulso per un colpo alle spalle dato a Mandzukic. Muntari e Boateng cacciati dal ritiro per liti interne. L’assurdo rigore di Sio che è costato l’eliminazione alla Costa d’Avorio, che delle cinque era la migliore. Il dilettantismo è difficile da sradicare. Gli allenatori Ogni volta si riparte da zero. Se c’è uno straniero e va male, si cerca subito un c.t. di casa. Se va male il c.t. indigeno si cerca il santone all’estero. E quelli bravi davvero, come Halilhodzic, che ha dato all’Algeria gioco e professionalità, dopo un po’ se ne vanno. Oltre 100.000 algerini hanno firmato una petizione su Facebook chiedendogli di restare. Almeno fino alla prossima sconfitta. l.v. © RIPRODUZIONE RISERVATA Tendenze Un altro numero uno protagonista del torneo Tutto il resto è Neuer La Germania salvata dal suo portiere-libero Di piede e di testa, l’uomo in più di Löw DA UNO DEI NOSTRI INVIATI Pioniere L’olandese Jan Jongbloed, 73 anni, famoso per le uscite e il gioco coi piedi. Vestiva la maglia numero 8 Acrobata Il colombiano René Higuita, showman tra numeri e papere. Qui la sua specialità: il «colpo dello scorpione» SALVADOR — I tedeschi non hanno gradito lo spettacolo di Germania-Algeria: se la sono presa con Löw, lo staff, i giocatori, arrivando a pronosticare l’eliminazione nel quarto di finale di venerdì a Rio con la Francia, riedizione delle semifinali 1982 (scontro Schumacher-Battiston) e 1986, vinte dai tedeschi. Dalla tempesta, si sono salvati in due: Andre Schürrle, gol di tacco, proprio contro la nazionale che era stata di Madjer («il tacco di Allah» del 1987), e Manuel Neuer. Sono passati 40 anni dal debutto mondiale di Jan Jongbloed, il portiere dell’Amsterdam e dell’Olanda (due volte seconda, 1974 e 1978), convocato dal c.t. Michels al posto dell’infortunato van Beveren e subito promosso titolare (sorpasso su Schrijvers). A impressionare era il suo modo di interpretare il ruolo: non più il portiere statico, ma un difensore aggiunto, così da essere il primo costruttore di gioco nel travolgente evolversi delle azioni olandesi. Non aveva nemmeno la maglia numero 1, come da tradizione (di allora), ma addirittura l’8, perché Michels riteneva i giocatori così eclettici da assegnare le maglie in ordine alfabetico (unica eccezione il 14 di Cruijff). Contro l’Algeria, in un match giocato su ritmi prossimi all’asfissia, Neuer è stato un libero con guanti: in cinque occasioni ha salvato fuori dall’area, di piede e di testa, e il fatto di riuscire ad anticipare le percussioni algerine ha consentito alla Germania di neutralizzare le ripartenze avversarie. Neuer è stato fondamentale perché ha accorciato il campo di 15 metri, muoven- Protagonisti Manuel Neuer, 28 anni, portiere della Germania, esce e spazza di testa come un libero durante la partita contro l’Algeria. A destra in alto Guillermo Ochoa, 28 anni, portiere del Messico, dallo stile non proprio ortodosso ma molto efficace; in basso Julio Cesar, 34 anni, numero uno del Brasile, campione d’Europa con l’Inter nel 2010, decisivo nei rigori contro il Cile (Ap, Afp, Epa) dosi da regista difensivo, ma totalmente inserito nella struttura di squadra, niente a che vedere con i giochi di prestigio del colombiano Higuita, che cercava il dribbling fine a se stesso, salvo perderlo su Milla in Camerun-Colombia (2-1), ottavo di finale (23 giugno 1990), con eliminazione colombiana ai supplementari. Osservando la velocità degli algerini, Neuer, che gioca nel Bayern dal 2011 (acquistato dallo Schalke 04), 193 centimetri per 92 chili, aveva capito che in una partita da dentro o fuori e con compagni di difesa non impeccabili e centrocampisti troppo propensi all’erro- re, l’unico modo per consentire alla Germania di esercitare una forte pressione, accettando il rischio di scoprirsi, era quello di giocare fuori area, usando piedi e testa, anche a costo di rischiare una brutta figura, perché in questi casi basta arrivare in ritardo di qualche centesimo di secondo o sbagliare rinvio e finisce bene per l’avversario, come accaduto in Inter-Schalke (2-5) sul gol di Stankovic da metà campo. Invece un suo lancio ha trasformato un mezzo errore in presa, in un assist per gli attaccanti. Neuer visto con l’Algeria non è una sorpresa assoluta, perché ha giocato dei Marmi, dove Buffon si è concesso un po’ di vacanza dopo la precoce eliminazione dell’Italia. Un lungo bacio e poi via per un pranzo in un rinomato ristorante stellato nel Mantovano. «La vita prende pieghe inaspettate», ha detto recentemente la conduttrice tv a proposito del rapporto con il portiere juventino e della volontà di mantenere il più possibile la riservatezza sulla propria vita privata. Buffon, dal canto suo, è reduce dalla separazione dalla moglie Alena Seredova, che gli ha dato due figli e che ha recentemente lodato in pubblico per la dignità con cui ha vissuto la fine del loro legame. come fa nel Bayern («Questo è il mio stile, non vedo perché dovrei cambiare»), una soluzione che Ancelotti quest’anno in semifinale di Champions League ha neutralizzato con un pressing alto feroce. Del resto questo è sempre più il Mondiale dei portieri (ma non per Capello, con gli errori di Akinfeev). Stili diversi, situazioni differenti, ma il recupero dell’importanza del ruolo. Nove volte nelle prime 54 partite, il portiere è stato eletto «uomo del match» (una gara su sei). È successo con Ochoa (Messico) e Navas (Costa Rica), due volte; con Howard (Usa), Buffon (dopo Italia-Uruguay), Dominguez (Ecuador), Julio Cesar (Brasile, dopo i rigori con il Cile) e Adi Raïs Cobos M’Bolhi, il portiere dell’Algeria, che contro la Germania ha battuto proprio Neuer. D’altronde M’Bolhi ha compiuto 13 parate decisive (su 29 tentativi tedeschi: fonte Fifa) ed è stato lui a portare l’Algeria fino ai supplementari, prima della resa. © RIPRODUZIONE RISERVATA Fabio Monti Esclusiva di «Chi» Il primo bacio pubblico di Buffon e Ilaria MILANO — Le indiscrezioni sulla relazione, le prime foto di una frequentazione tenuta sempre segreta. Poi le prime ammissioni degli interessati. Ora arriva la foto del primo bacio pubblico tra Gigi Buffon e Ilaria D’Amico. Il capitano della Juventus e della nazionale e la giornalista di Sky sono stati sorpresi dall’obiettivo del settimanale «Chi» (oggi in edicola) domenica scorsa al ritorno del portiere azzurro dal Mondiale brasiliano. Il giornale ricostruisce con un servizio fotografico esclusivo l’incontro della coppia che sta infiammando da qualche mese il mondo del gossip. Appuntamento a Parma, a metà strada fra Milano, dove Ilaria D’Amico lavora, e Forte © RIPRODUZIONE RISERVATA 42 Sport James ha fatto il primo dribbling alla balbuzie FORTALEZA — (p.tom.) James Rodriguez come Ben Johnson, Greg Louganis, Tiger Woods. Ma il talento colombiano non è né un dopato, né un pioniere gay, né un fedifrago seriale. Semplicemente ha avuto seri problemi di balbuzie giovanile ed è in compagnia di altri grandi campioni, tra cui i cestisti Shaquille O’Neal, Bill Walton, Kenyon Martin e il pugile Rubin «Hurricane» Carter. In Rete in questi giorni è stato rilanciato un video girato ai tempi del Banfield (2010) in cui James, che in Argentina spesso è stato trattato con un certo distacco in quanto colombiano, fatica a rispondere all’interlocutore. Il ragazzo non ha gradito il lavoro degli archeologi di YouTube e Twitter. Ma le interviste concesse qui in Brasile dimostrano che i problemi sono stati risolti grazie al lavoro fatto con il logopedista. A cui tra l’altro si affida anche lo stesso Neymar, per migliorare la propria dizione. © RIPRODUZIONE RISERVATA L’ex c.t. Trap su Balo «Lo tratterei come feci con Strunz» MILANO — «Balotelli è un patrimonio tecnico e umano assolutamente da non depauperare. Lo stanno gettando a mare con troppa facilità, è una cosa senza senso»: così parla Giovanni Trapattoni al settimanale Oggi appena uscito in edicola. «Potenzialmente — aggiunge il Trap — Balotelli è un campione ma non con la C maiuscola, come Platini, Tardelli, Scirea, Boniek, Bettega, Causio, Matthaeus». Poi la ricetta per farlo finalmente crescere: «Vorrei parlagli io. Fossi il suo allenatore lo tratterei come ho fatto con Strunz, con Edmundo, con Cassano. Ragazzi difficili che modestamente ho messo in riga. Gli parlavo come un padre, magari bussavo alla loro camera a mezzanotte, entravo, scusa stai già dormendo? Devo dirti delle cose importanti. Anche con un giocatore della nazionale irlandese ho avuto grossi problemi: risolti». © RIPRODUZIONE RISERVATA Neymar e Rodriguez Gli assist di papà e il pressing di mamma La famiglia sempre al fianco delle due star DA UNO DEI NOSTRI INVIATI FORTALEZA — Nel nome del padre. Ma anche di una super mamma. Neymar junior contro James Rodriguez sarà la sfida tra le stelle più giovani e più coccolate del Mondiale. Il brasiliano (22 anni) tiene in apprensione un Paese destabilizzato dall’instabilità emotiva di una squadra in cui piangono tutti e che, secondo la maggioranza, fa piangere anche chi la guarda. Felipe Scolari convoca la sua fidata psicologa Regina Brandao, mentre Neymar zoppica, non si allena, ha male al ginocchio destro e ha preso una botta alla coscia sinistra. Ma contro la Colombia, arrivata ieri notte nella torrida Fortaleza, «O Juninho» ci sarà: «Così mi ha sempre chiamato mio papà, anche in pubblico. Poi, dopo il mio debutto con il Santos il 7 marzo 2009 sono diventato Neymar junior anche per lui…». A O’Ney la psicologa non serve: per reggere la pressione gli bastano le parole del profeta Isaia che, se- La trasformazione condo l’agiografia del giovane messia della Seleçao, recita al telefono col padre prima di ogni partita. I due cinguettano in un libro patinato («Conversazione tra padre e figlio») in cui raccontano il loro legame: «Papà — dice O’Ney — è da sempre al mio fianco per realizzare quello che non è riuscito a fare come calciatore». La miscela tra le frustrazioni paterne e le aspettative di un ragazzo spesso è esplosiva. Ma la qualità del ragazzo ha risolto qualsiasi dubbio. E da più di dieci anni arricchisce il genitore, ex giocatore delle giovanili del Santos finito a lavorare in un’officina dopo pochi anni di professionismo a causa di una tubercolosi. Avido o invadente, non im- Figli d’arte I padri ex calciatori ora sono guida e manager per il brasiliano, presenza lontana per James porta: anche James avrebbe preferito avere un padre accanto. C’è stato un momento, nel mondiale Under 20 dell’85, in cui la Colombia si svegliava alla notte per vedere (contro la Bulgaria) un gran gol di Wilson James Rodriguez senior. La passione incontrollabile per la cerveza, la birra, però ha impedito al centrocampista che giocava con il mitico Higuita di far parte della generazione d’oro, ai Mondiali del ’90 e del ’94. E soprattutto ha causato la separazione dalla bella Pilar Rubio Gomez, che se ne è andata dalla giungla di Cucuta dove giocava il marito, portando con sé sulla costa il piccolo James di tre anni. Il patrigno Juan Carlos Restrepo ha dato sicurezza a James e alla madre, ma tutti i passi decisivi della carriera il talento colombiano li ha fatti grazie a Pilar, sua complice e consigliera. Lei lo ha portato nella prima squadretta a cinque anni. Lei ha deciso di non cedere alla corte dei club più importanti di Medellin. Lei si è occupata del rapporto non facile Gioielli Le star del mondiale Neymar, 22 anni (a sinistra) e James Rodriguez, 23 anni il 12 luglio (Epa, Ansa) con gli insegnanti. E James, anche se per corrispondenza, oggi è ancora uno studente, di ingegneria dei sistemi: non male per uno che a 14 anni era già professionista. Sempre per merito di donna Pilar: quando James giocava nel Banfield, la società argentina chiese alla madre di andare a vivere col ragazzo, perché si notava la differenza di rendimento quando lei veniva a trovarlo. James senior si accontenta di qualche telefonata: «In cui gli do dei consigli». Ma è la simbiosi, quella vera, a fare la differenza. Come sa bene Neymar senior, capitano dell’industria legata al figlio: «Lui non sa nemmeno quanto guadagna, controllo tutto io — dice O’ pai che l’altra sera è stato beccato con due bionde all’uscita da un night di Rio all’alba — . Non per avarizia, ma per responsabilità». Neymar si fida ciecamente «di un professore di vita e di calcio come lui», anche dopo lo scandalo legato al contratto gonfiato (si è detto anche con una clausola per garantire le escort al genitore) che lo ha portato al Barcellona. Oggi però l’unico problema è il gonfiore al ginocchio. Una telefonata in più a papà e il dolore è già dimenticato. Paolo Tomaselli © RIPRODUZIONE RISERVATA Il Paese è ora giovane e vitale e ha un potenziale di sviluppo inesplorato. La nazionale ha un gioco agile, veloce e coraggioso La nuova Colombia, dal gol killer a incubo del Brasile Vent’anni fa i narcos erano padroni Per un autogol fu ucciso il difensore Escobar da uno dei nostri inviati ALDO CAZZULLO RIO DE JANEIRO — Il 2 luglio 1994 — oggi sono vent’anni — Andres Escobar, difensore della nazionale colombiana considerata la più forte di tutti i tempi, veniva assassinato per un’autorete. Neppure Garcia Marquez, venerato genio del luogo, avrebbe concepito una trama altrettanto visionaria e crudele. Escobar, omonimo del capo dei narcotrafficanti, era diventato il simbolo della disfatta, infilando nella propria porta il gol che aveva qualificato i detestati gringos (Colombia-Stati Uniti 1 a 2). L’assassino, Humberto Muñoz Castro, fu condannato a 43 anni di carcere. Qualcuno disse che era pazzo e ubriaco, qualcuno che era un sicario dei narcos, che avevano patriotticamente scommesso sulla Colombia e perso un sacco di soldi. Era il tempo in cui a Sud di Panama il mondo pareva impazzito. Il presidente della Federcalcio, Bellini, si dimetteva dopo che la polizia aveva scoperto i suoi affari con i mercanti di cocaina. Higuita, il portiere che tirava le punizioni e dribblava in area, finiva in carcere per aver mediato tra i familiari di un rapito e i rapitori. Alla fine il più normale era Tino Asprilla, che prosperava a Parma grazie ai trucchi contabili di Tanzi, girava con la pistola e sparava a Capodanno. Segni di una malattia all’apparenza incurabile: la Colombia era ostaggio dei narcos, dei miliziani di estrema destra, dei guerriglieri marxisti delle Farc. Poi qualcosa è cambiato. Il presidente Alvaro Uribe ha imposto la linea dura, decimando terroristi di ogni fazione (le Farc hanno perso 12 mila uomini) e smantellando il famigerato cartello di Medellin. Il suo successore José Manuel Santos, un centrista in quella zona rossa che è ora il Sudamerica — da Chavez a Dilma, da Mujica alla Bachelet, dal coca- lero Evo Morales alla Presidenta Kirchner, peronista che ama nazionalizzare —, ha scelto la via del dialogo, e dopo la liberazione di Ingrid Betancourt e di altri ostaggi ha aperto un negoziato con Rodrigo Londoño, detto Timoléon Jimenez o Timochenko, il temuto capo delle Farc. Il record di omicidi appartiene ora al Messico. I rapimenti sono passati dai 3.572 dell’anno 2000 a meno di 300. Tra i Paesi sudamericani, negli ultimi vent’anni la Colombia ha avuto la maggior crescita economica: caffè, riso, cotone, banane, cacao. Qui c’è il più grande giacimento di carbone del continente, qui hanno investito la Renault, la Chevrolet, la Mazda. Intendiamoci: la Colombia non è la Svizzera, e neppure l’Italia. Ma è un Paese giovane. Vitale. Meticcio: indios, colonizzatori spagnoli, neri si sono uniti ai Macarrão Da ragazzino Figli d’arte O RD EM M E PR OG GRE RES SSO SO Mondiali Brasile Mercoledì 2 Luglio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Disperato Andres Escobar dopo l’autogol al Mondiale 1994 (Reuters) Dalla simpatia alla paura I padroni di casa tifavano per Rodriguez & c. per non incontrare l’Uruguay e perché i «cafeteros» spendono in quantità i loro freschi quattrini figli dell’immigrazione europea. È la cerniera tra l’America centrale e il Sud del continente. Ha un rapporto preferenziale con gli Stati Uniti. Con quasi 50 milioni di abitanti, è il secondo Paese del Sudamerica dopo il Brasile, l’unico ad affacciarsi sia sul Pacifico sia sull’Atlantico. E ha un potenziale di sviluppo inesplorato, visto che è grande quasi quat- Varriale e la degenerazione dei dirigenti di LUCA BOTTURA METRO DI GIUDIZIO Dopo il tatuaggio di Pinilla che celebra il mancato gol col Brasile («A un centimetro dalla Gloria»), Rocco SiffrAUTOCENSURA PREVENTIVA. FINTURICCHIO «Se Rodriguez sarebbe riuscito a superare l’avversario, per gli avversari sarebbero stati cavoli amari» (un ottimo Alex Del Piero cade sul finale della sua prima telecronaca, Argentina-Svizzera, Sky). PICASSO «Se l’Argentina cominciano a giocare un po’ meglio, se l’attacco non viene lasciato solo, se il centrocampo e la difesa siano una cosa sola, allora sarà dura» (Alessandro Del Piero, Argentina-Svizzera, Sky). PER UN CAPELLO «Tardelli, devo dire a proposito di endorsement, che è un nome intrigante: non sarebbe la prima volta che la Rai piazza un suo opinionista come commissario tecnico della nazionale, è già accaduto con Capello...» (Marino Bartoletti, «Dribbling», Raidue: non risulta che Capello sia mai stato c.t., ma ha sicuramente ragione Marino) TIPO MAZZOCCHI «Di Maria pettina il pallone» (Riccardo Trevisani, Argentina-Svizzera, Sky). ANALISTI «C’è da dire che i cambi hanno un po’ cambiato la partita» (Matteo Materazzi, «Notti Mondiali», Raiuno). DE-GENERATION X «Barbara Berlusconi ha detto che bisogna dare spazio ai quarantenni, c’è bisogno di una nuova degenerazione anche di dirigenti» (Enrico Varriale, «Processo al Mondiale», Raiuno). PASSI DI BAMBA Il samba da seduto che ieri sera Amedeo Goria ha accennato per coprire un buco di regia mentre la linea, a «Diario Mondiale», rimbalzava in Brasile, è stato definito «il momento più coinvolgente dei Campionati» da un’apposita giuria di incompetenti. (ha collaborato Francesco Carabelli) © RIPRODUZIONE RISERVATA tro volte l’Italia. Qui in Brasile la Colombia è arrivata davvero con la sua nazionale più forte di tutti i tempi. Meno esibizionista rispetto a quella di Rincon, Valencia detto El Tren, Higuita, Asprilla e Valderrama, regista che incedeva a passo di danza (lenta). James Rodriguez, con cinque gol in quattro partite, è il capocannoniere del Mondiale, e sta per diventare milionario: ha lasciato il Porto per il Monaco dell’oligarca Rybolovlev. In Portogallo è rimasto il centravanti Jackson Martinez, che qui fa la riserva. Inamovibile invece Juan Cuadrado. Altri italiani: Guarin, Yepes, Zuniga, Armero, Zapata, Ibarbo. Il ct argentino José Pekerman si è pure preso il lusso di mandare in campo il più vecchio giocatore mai visto ai Mondiali, il portiere di riserva Faryd Mondragon, 43 anni. Non convocato Muriel, l’ala dell’Udinese; rimasta a casa pure la stella, il centravanti Radamel Falcao detto El Tigre, infortunato. E i giovanissimi sono ancora meglio: hanno vinto la Coppa America under 20. La Colombia ha un gioco agile e veloce, aggressivo e coraggioso. Non è una squadra imbattibile. Ma ha fatto fuori senza grandi difficoltà l’Uruguay che aveva eliminato gli azzurri, e ora spaventa i padroni di casa, che dopodomani la affrontano a Fortaleza. I brasiliani tifavano Colombia per non ritrovarsi contro gli uruguagi: già a Copacabana si erano visti i primi tifosi della Celeste con la scritta «1950» sul petto, a ricordare la grande vittoria di Schiaffino e Ghiggia al Macaranà. La Colombia invece è seguita con simpatia, anche perché i «cafeteros» qui scendono nei grandi alberghi, prenotano banchetti omerici nelle churrascarias, insomma spendono volentieri i loro freschi quattrini, mentre gli uruguagi sono già rientrati e gli argentini si accampano in tende di fortuna alla periferia delle città dove gioca Messi. Ma in vista dei quarti di finale i tremebondi brasiliani cominciano ad avere paura della giovane Colombia. E non hanno torto. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Mercoledì 2 Luglio 2014 Sport 43 italia: 51575551575557 # Tennis, a Wimbledon colpo spettacolare dell’emergente Kyrgios Nadal e la Sharapova out, Serena Williams si sente male L’eliminazione di Nadal e della Sharapova e l’avanzata di Federer, adesso atteso nei quarti dal duello con il connazionale Wawrinka. E poi: la promozione di Sara Errani e Roberta Vinci nel torneo di doppio che vede il ritiro delle sorelle Williams a causa di un virus che ha colpito Serena e che ha fatto scattare le preoccupazioni sulle sue condizioni fisiche. C’è tutto questo (e non solo) in una giornata di Wimbledon da raccontare partendo dalle due azzurre perché la loro vittoria, contro le gemelle ucraine Kichenok, è nata da una sofferta rimonta: 5-7, 7-6, 6-1. Decisivo, per la vittoria delle italiane (teste di serie numero 2), il tie break del secondo set vinto 12-10. Nel terzo turno Sara e Roberta se la vedranno con la coppia formata dalla giapponese Aoyama e dalla ceca Voracova. Il botto, dicevamo, è venuto dai singolari: Rafa Nadal, numero uno al mondo, ha ceduto il passo negli ottavi al 19enne Nick Kyrgios, 144° giocatore del ranking Atp: l’australiano ha superato lo spagnolo per 7-6. 5-7, 7-6, 6-3. Nick, figlio di un greco e di una malese, era entrato nel tabellone principale dei «Championships» con una wild card. Il giovane australiano ha servito 37 ace, diventando il primo giocatore negli ultimi 10 anni a raggiungere i quarti di finale da debuttante a Wimbledon. È anche il primo tennista fuori dai 100 nel ranking a battere il numero 1 da quando, nel 1992, Andrei Olhovskiy sconfisse Jim Courier sull’erba londinese. Così ispirato, Kyrgios, da riuscire in un colpo vincente con una magia, un diritto tra le gambe fronte alla rete (nella foto). Sentiremo parlare di lui. Se Nadal è uscito brutalmente, è stata agevole al contrario la promozione di Federer: 6-1, 6-4, 6-4 all’iberico Robredo. Era la rivincita dell’Us Open, torneo nel quale l’iberico aveva superato Federer per la prima volta in undici confronti. Quanto alla Sharapova, sul fronte femminile, si è arresa alla tedesca Kerber per 7-6, 46, 6-4. Lapidario il commento della russa: «Vorrà dire che dovrò tornare in sella, come ho già fatto nel passato». Ma è il torneo di doppio delle donne ad essere finito al centro dell’attenzione: è infatti allarme per il malanno che ha colpito Serena Williams, già eliminata in singolare. La regina del tennis era opposta, assieme alla sorella Venus, alla coppia tedesco-elvetica BarroisVoegele. Inizialmente si pensava che non scendesse nemmeno in campo. Basket Il coach della EA7: «Ho dimostrato che conta la professionalità, non la provenienza» «Visto che non vinco solo a Siena? Resto per portare Milano lontano» Banchi: «Gli obiettivi? Bis in Italia, competitivi in Europa» MILANO — Luca Banchi, primo allenatore nella storia dell’Olimpia a conquistare lo scudetto al primo tentativo, si sta gustando la vittoria? «Il giusto. Non ho molto tempo per pensarci, sto lavorando con la società e lo staff per pianificare la prossima stagione». Quindi resterà allenatore dell’EA7 anche il prossimo campionato. «Non dovrei?». Alcune sue parole dopo la finale vinta avevano fatto capire che la cosa non fosse poi così scontata... «Risposte a caldo, dopo una grande impresa e una grande fatica, a domande formulate nell’immediato. Ho fatto un semplice ragionamento: non basta ❜❜ Base forte Gruppo giovane e con un’identità tecnica e mentale: va preservato e fatto crescere un contratto per assicurare la permanenza in un club, vale per i giocatori e vale per l’allenatore. Non dev’essere un contratto a determinare la possibilità di restare, ma la reale volontà di entrambe le parti». Quindi ha verificato la sua volontà e quella della società. «Sì, e ci siamo trovati d’accordo nel continuare a costruire insieme qualcosa di importante». Si è chiesto che sarebbe successo se il tiro di Janning in gara 6 anziché rimbalzare sul ferro fosse entrato? Se a vincere lo scudetto non fosse stata Milano ma Siena? «Non me lo sono chiesto. Sono il primo a sapere che spesso la sconfitta determina la necessità, anche se non la volontà, di cambiare. So che la sconfitta avrebbe fatto dimenticare il percorso che ci aveva portato fin lì, avrebbe modificato umore e stato d’animo. Aver vinto ci dà la serenità di poter dare continuità al progetto». Com’è stata la vittoria di Banchi? «Dal punto di vista personale ancora più difficile. Aver giocato contro Siena ha reso per me la situazione più complessa di quanto già non lo fosse. Avevo di fronte la squadra con cui avevo vinto 7 scudetti in 7 anni. Vincere ha significato abbattere il luogo comune che io non avrei potuto sopravvivere fuori dal sistema Siena. Penso di aver funzionato, io, a Milano...». Sui forum in Rete l’hanno attaccata per le sua provenienza senese. «Non so nemmeno come ci si entra, in quei forum». Hanno detto di lei, di Hackett, Moss e Kangur, che eravate la quinta colonna di Siena in casa Olimpia. «Rispondo così: mascherarsi dietro uno pseudonimo per dire quello che si crede non fa parte del mio modo di vedere le cose. Io dico le cose che penso e non mi nascondo quando le dico». La trasfusione di sangue senese nell’EA7 questa volta ha funzionato. «Mi auguro che la società abbia scelto il professionista, non la provenienza. Poi è chiaro che 7 anni di Siena mi hanno formato, sarebbe sbagliato dire il contrario. E io ho attinto a risorse che hanno il mio stesso modo di affrontare le cose. Ad alcuni non è parso vero rinfacciarci, a me, a Moss, a Kangur, ad Hackett, le origini senesi quando abbiamo avuto incidenti di percorso durante la stagione. La considero una bestialità smentita dal campo». Tutto bene con Gentile? «È il capitano della squadra, perché non dovrebbe andare bene?». Da oggi in edicola con il «Corriere» Il racconto del trionfo dell’Olimpia È da oggi in edicola con il Corriere della Sera «S «Scarpette rosse — La vittoria dell’Olimpia M Milano signora del basket», la nuova edizione d del libro di Werther Pedrazzi che celebra il rritorno allo scudetto del club biancorosso dopo 18 anni d’attesa. Il libro, con prefazioni di Roberto De Ponti e Flavio Vanetti, attraversa la storia dell’Olimpia dai primi scudetti al trionfo di venerdì sera targato EA7. In vendita a euro 7,90 più il prezzo del quotidiano. Gentile? Bravo e di personalità. E la nostra grande stagione è la risposta a certe illazioni aggiustamento per puntare al titolo. Invece una vittoria in Eurolega non si pianifica, è una manifestazione troppo lunga e con troppi step, bisogna solo lavorare per essere competitivi con continuità e farsi trovare pronti se e quando passa l’occasione giusta». Quindi Milano riparte da capo? «No, abbiamo un vantaggio. Un gruppo con un’età media giovane, con ampi margini di miglioramento, con una spiccata identità sotto il profilo tecnico e mentale. Dobbiamo riuscire a preservarlo e a farlo crescere. Così andremo lontano». Roberto De Ponti © RIPRODUZIONE RISERVATA Mercato I bianconeri provano a stringere per l’argentino del Verona. Roma su Emanuelson, Benatia addio Juve, scatto su Iturbe ma il Milan è ancora in corsa MILANO — Scatto della Juventus su Juan Manuel Iturbe. È stata una giornata importante quella di ieri nella corsa al giovane esterno del Verona, che coinvolge la società bianconera e il Milan in prima battuta, con la Roma e il Real Madrid spettatori interessati. In un hotel del centro di Milano, l’amministratore delegato, Beppe Marotta, e il direttore sportivo, Fabio Paratici, hanno incontrato Gustavo Mascardi, agente che controlla il 35 per cento del cartellino del giocatore argentino attraverso un fondo di investimento. Le sensazioni sono positive, in casa bianconera c’è ottimismo affinché si possa arrivare a chiudere l’affare in una settimana, comunque entro il raduno del 14 luglio. Se, infatti, l’accordo con il giocatore non è un problema, resta da trovare l’intesa con l’Hellas. Forse già oggi l’incontro con la dirigenza veronese (che ieri ha riscattato dalla Fiorentina Romulo, altro obiettivo bianconero). I veneti valutano Iturbe 30 milioni, la Juve offre 21 milioni più Quagliarella, che dovrebbe accettare la spalmatura dell’ingaggio su tre anni. Il Milan — che intanto con Barbara Berlusconi ha fatto visita al quartier generale dell’Adidas in Germania per parlare di stra- Saluto Kakà a Orlando (Ap) tegie commerciali e del progetto del nuovo stadio — resta comunque in corsa. Adriano Galliani confida che l’assalto juventino a Iturbe vada per le lunghe in modo da sfruttare, oltre ai risparmi nati dalla cessione di Kakà (ieri presentato dagli Orlando City: «È una scelta professionale e di vita»), anche le cessioni degli esuberi nel reparto d’attacco. Quello dei bianconeri sul talento del Verona è un pressing forte, anche perché la pista Sanchez è colma di concorrenti: l’Arsenal avrebbe pronti 32 milioni di sterline per il Barcellona. «Troveremo la soluzione miglio- re per tutti» ha detto il ds dei blaugrana Zubizarreta, che ha assicurato anche che Pogba e Vidal non sono sull’agenda del Barça. La Juve, intanto, ha ufficializzato l’ingaggio di Stefano Sturaro dal Genoa (5 anni di contratto, 5,5 milioni al club ligure dove resterà ancora un anno) e deve accelerare per trovare il sostituto di Barzagli operato I bianconeri cercano anche un sostituto del difensore, fuori fino a ottobre f.van. © RIPRODUZIONE RISERVATA Fotofinish Si è detto durante la stagione che i vostri rapporti non fossero esattamente idilliaci. «Non so in che misura si possa sostenere questo, ma per me e per Ale parlano i numeri. Gentile ha disputato un’Eurolega da protagonista, con un minutaggio ben superiore rispetto a quello di un anno fa. Lo stesso in campionato, ben sapendo di giocare in una squadra con giocatori di tale spessore che potevano essere un “freno” alla sua esuberanza. Ha avuto una crescita graduale, costante. Poi qualche volta la sua forte personalità può essere entrata in conflitto con me e con i compagni, come è normale che sia in una squadra, ma la nostra stagione rispedisce al mittente ogni accusa». Dopo aver vinto lo scudetto, il tifoso di Milano si aspetta ora la conquista dell’Europa. «Io credo che il primo obiettivo sia ripetersi in Italia, cosa non scontata. Ci sono almeno un paio di insidie. La prima: sentirsi sazi dopo i primi successi. La seconda: la concorrenza dei grandi club che ora inseguono i nostri giocatori. In Europa vale un’altra considerazione: l’insidia è pensare che dopo una stagione come la nostra basti qualche ❜❜ Il capitano Vincente Luca Banchi, 48 anni, secondo scudetto da capoallenatore (LaPresse) Poi Serena ha vanamente provato a giocare, mostrando disorientamento e difficoltà sia negli spostamenti sia nel centrare la palla. Nel riscaldamento la minore delle due sorelle ha chiesto l’intervento del fisioterapista, ma non si è ripresa. Nel suo turno di battuta ha commesso 4 doppi falli di fila, con la pallina che per due volte ha raggiunto a stento la rete. Sul 3-0 per le avversarie, il ritiro: Serena è uscita dal campo accompagnata per mano da Venus. «Sono dispiaciuta, ma tornerò a Wimbledon» ha detto stremata. Ma quanto dovrà fermarsi, per questo attacco virale? Barzagli, operato ieri in Finlandia per risolvere il problema della tendinopatia. Tre mesi la prognosi per il difensore: tornerà a ottobre. I preferiti sono Nastasic, Ranocchia (in caso di mancato rinnovo con l’Inter), Balanta e Mustafi. La Roma ha praticamente chiuso per Emanuelson, svincolato dal Milan, ha sondato il terreno per Cerci (ma il Torino chiede 20 milioni) e rischia di perdere Benatia. In Inghilterra danno per fatto l’accordo tra il difensore marocchino e il Manchester City: ai giallorossi andrebbero ben 37 milioni. Rischia di saltare l’arrivo di M’Vila all’Inter perché Taider rifiuta il Rubin Kazan. Potrebbe tornare così d’attualità Behrami, il preferito di Mazzarri. Filippo Bonsignore © RIPRODUZIONE RISERVATA CICLISMO Tour, parla Contador «Froome favorito» Christopher Froome, maglia gialla uscente, è ancora il grande favorito per la vittoria finale del Tour de France 2014. Lo dice Alberto Contador, che però non ne copierebbe i metodi di lavoro. «Ognuno sceglie i suoi e segue la strada che preferisce — spiega a L’Équipe il campione spagnolo —. Certo, è interessante osservare quali sono i tuoi concorrenti diretti. Tra i miei avversari, Froome è il riferimento ma sarebbe inutile copiarlo». Contador non si prepara ad un duello psicologico con il britannico: «O almeno, non solo con lui ma con molti altri corridori: però Froome è il favorito numero uno». VELA L’Inghilterra rivuole la Coppa America Il premier britannico David Cameron lancia una missione storica: riportare la Coppa America in Inghilterra, dove era stata messa in palio e subito persa, nel 1851. Ieri ha ricevuto Sir Ben Ainslie, quadriolimpionico, e gli ha promesso stanziamenti pubblici pari a 9 milioni di euro per realizzare il quartier generale a Portsmouth di un team britannico che cercherà di vincere per la prima volta il trofeo. Intanto a Cagliari ha ripreso le prove, dopo profonde modifiche, Luna Rossa Piranha, uno dei due catamarani con i quali Team Prada lavorerà in vista della prossima edizione della manifestazione. GIOCHI COMMONWEALTH Usain Bolt ci sarà ma solo in staffetta Usain Bolt sarà presente ai Giochi del Commonwealth, in programma a Glasgow. Il sei volte campione olimpico è stato convocato dalla Giamaica per l’appuntamento scozzese (inizio delle gare il 23 luglio, fine il 3 agosto), anche se dovrebbe limitare la sua presenza alla sola staffetta 4x100. Bolt, che già la scorsa settimana aveva lasciato intendere di voler partecipare ai Giochi dopo aver saltato le precedenti edizioni di Melbourne 2006 e di Delhi 2010, non ha ancora fatto il suo debutto in questa stagione a causa di una serie di problemi fisici che ne hanno condizionato la preparazione. 44 Mercoledì 2 Luglio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 I funerali di Ada Burrone Dallocchio Federico e Teri con le loro famiglie sono vicini al dolore degli amici Maurizio ed Enrica per la perdita della cara Clelia e Andrea abbracciano con affetto e commozione Nadia e Sara nella perdita incolmabile del carissimo Cristiana e Giuseppe sono vicini con grandissimo affetto a Federico e Monica e alla famiglia tutta per la scomparsa della mamma Ada Mario Vello Teresa avranno luogo giovedì 3 luglio alle ore 11 presso la parrocchia di San Martino in Niguarda, piazza Belloveso 5.- Maurizio, Mariella ed Enrica. - Milano, 1 luglio 2014. - Pantelleria, 1 luglio 2014. Partecipano al lutto: Massimo Rossi e Elena Monti. Alfredo e Federica De Falco sono affettuosamente vicini a Maurizio Dallocchio, in questo triste momento per la scomparsa della cara mamma Ada Burrone Caro Mau appresa la triste notizia ci stringiamo a te, possa il dolore che senti nel cuore essere alleggerito dallamore che ti circonda.- Francesco, Marzia, Edoardo, Filippo e Ginevra. - Milano, 1 luglio 2014. Giuseppe e Ada sono affettuosamente vicini a Maurizio e Enrica nel ricordo della mamma Ada Burrone - Milano, 1 luglio 2014. Fabrizio e Roberta si stringono a Maurizio ed Enrica per la scomparsa della cara Ada che non dimenticheranno mai. - Milano, 1 luglio 2014. Marco Mazzucchelli partecipa al dolore di Maurizio ed Enrica per la scomparsa della mamma Ada Burrone - Zurigo, 1 luglio 2014. Luciano, Giovanna e Antonio abbracciano con affetto fraterno Maurizio ed Enrica in questo momento di grande dolore per la scomparsa della carissima mamma Ada Burrone della quale porteranno nel cuore il sorriso e la dolcissima voce. - Milano, 1 luglio 2014. Partecipano al lutto: Giulia Marzoli. Renata Merighi. Ada - Milano, 1 luglio 2014. Alberto DellAcqua e Leonardo Etro si stringono attorno a Maurizio nel momento del dolore nel più vivo ricordo delladorata mamma Ada Burrone Ada Dallocchio Prof. Pier Mario Vello - Roma, 1 luglio 2014. Ada Burrone Carissimo Maurizio, ti siamo vicini in questo tristissimo momento.- Andrea e Graziella Sassoli. - Monza, 1 luglio 2014. Il Presidente Massimo Arrighi, il Consigliere Delegato Giovanni Morzenti, il Direttore Fabio Bergia, tutti i consiglieri ed il Collegio Sindacale di L.I.F.T. SpA partecipano al dolore del Professor Maurizio Dallocchio per la perdita della cara mamma Ada - Limone Piemonte, 30 giugno 2014. Ricordandone le ricche doti umane, Sporting Club Riserva Bianca con il Presidente Guido Botto piange la prematura dipartita della signora Caro Maurizio, la mamma Ada sempre è in me la luce dei tuoi occhi.- Magda. - Milano, 1 luglio 2014. Daniele Ripamonti, con Simonetta e Margherita, partecipa al dolore dellamico Mau per la perdita della cara mamma Ada Burrone - Milano, 1 luglio 2014. Massimo Dinoia ed Armando Simbari abbracciano con affetto lamico Maurizio in questo momento di grande dolore per la perdita della cara mamma sig.ra Ada Burrone Dallocchio Gianni, Miranda, Debora, Ermes, Jacopo abbracciano affettuosamente Enrica e Mau per la perdita della cara mamma Ada e si uniscono al loro dolore. - Fossano, 30 giugno 2014. Massimo Scaccabarozzi, i colleghi e gli amici di Janssen Italia partecipano commossi al dolore della famiglia per la scomparsa di Ada Burrone che ricordano con affetto per il suo coraggio e la grande umanità. - Cologno Monzese, 1 luglio 2014. Tutti i colleghi di Crowe Horwath, FIS e Antex partecipano al dolore della famiglia per la scomparsa di Ada Burrone - Milano, 1 luglio 2014. - Milano, 1 luglio 2014. Maurizia Villa di Korn/Ferry International si unisce al grande dolore di Maurizio per la perdita della mamma Profondamente commosso partecipo con sincero affetto al dolore del Professor Maurizio Dallocchio per la perdita della cara madre, signora - Milano, 1 luglio 2014. Ada Burrone Le parole non bastano per esprimere un sentimento, solo il silenzio mi unisce al dolore che ha colpito la vostra famiglia in questo triste giorno.Vincenzo Trani, Console Onorario della Repubblica di Bielorussia. - Milano, 1 luglio 2014. Caro Mau, un abbraccio forte a te ed Enrica, in questo momento di grande dolore per la perdita della tua amata mamma Ada Con sincero e profondo affetto.- Maddalena Boffoli. - Milano, 1 luglio 2014. Luca e Camilla si stringono a Maurizio in questo momento di grande dolore per la scomparsa della mamma Ada Burrone - Milano, 1 luglio 2014. Stefano e Clara Zonca abbracciano con affetto Maurizio e Enrica in questo triste momento per la perdita della cara mamma Ada - Milano, 30 giugno 2014. Ermanno Sgaravato si sente particolarmente vicino allamico Maurizio e famiglia nel dolore per la perdita della cara mamma Ada - Milano, 1 luglio 2014. Vittorio, Manuela con Niccolò, Stefano e Ludovica sono vicini a Maurizio ed Enrica con affetto nel ricordo della cara Ada - Milano, 1 luglio 2014. Piero, Ornella, Andrea, Cristiana ed Elisabetta si stringono con affetto allamico Maurizio per la perdita della mamma Ada - Milano, 1 luglio 2014. Alberto ed Alessandra partecipano commossi al grave lutto che ha colpito lamico Maurizio e lo abbracciano con affetto nel ricordo della sua carissima mamma Ada - Milano, 1 luglio 2014. Sergio abbraccia commosso lamico Maurizio nel dolore per la perdita della mamma Ada Burrone - Milano, 1 luglio 2014. Claudio Calabi partecipa con affetto al profondo dolore di Maurizio per la scomparsa della sua cara mamma signora Ada Burrone - Milano, 1 luglio 2014. Fabiola Mantegna e Ferdinando Bilotti con Gabriele, sono vicini allamico, professor Maurizio Dallocchio per limprovvisa scomparsa dellaffezionata mamma Ada Burrone raro esempio di generosità e dedizione al prossimo. - Milano, 1 luglio 2014. Vito Basile abbraccia forte Maurizio per la scomparsa della indimenticabile mamma Ada - Roma, 30 giugno 2014. dott. Pier Mario Vello ricordandone la competenza, la sensibilità e limpegno generoso e costante. - Milano, 2 luglio 2014. Il Presidente Giuliano Urbani con il Consiglio di Amministrazione e il Direttore Generale Fiorenzo Galli, con tutto lo staff del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia ricordano con dolore e affetto la figura umana e professionale del Ada Burrone ha lasciato una eredità di bene.- Attraverso te tutti lo colgono.- Permettici di partecipare al tuo dolore.- Dante e Roberto Benini. - Milano, 30 giugno 2014. La Presidente Mariella Enoc, il Segretario Generale Giuseppe Malusà Rigobello, il Consiglio di Amministrazione di Fondazione Filarete e tutto il personale esprimono profondo cordoglio per la scomparsa del Ignazio, Laura e Geronimo La Russa partecipano al dolore di Maurizio ed Enrica per la scomparsa della mamma esempio di generosità e altruismo. - Milano, 1 luglio 2014. e si stringe al caro figlio Maurizio. - Limone Piemonte, 30 giugno 2014. Ada rimpiangendone il talento, la generosa progettualità, la passione culturale e umana. - Pavia, 1 luglio 2014. Ada Burrone Partecipa al lutto: Paolo Saccavini. e sono vicini alla famiglia e a Fondazione Cariplo per questa perdita repentina, troppo dolorosa e prematura. - Milano, 1 luglio 2014. Claudio Risè, Sergio Escobar, Luca Ronconi, il Consiglio di Amministrazione e il Piccolo Teatro tutto, ricordano con immenso affetto lamico Pier Mario Vello uomo di grande cultura che per tanti anni ha seguito con profonda convinzione e passione il percorso del Piccolo Teatro. - Milano, 1 luglio 2014. Il Presidente Mariella Enoc, il Segretario Generale Vincenzo Cesareo, il Consiglio di Amministrazione e tutti i collaboratori Ismu partecipano costernati al grande dolore della famiglia per limprovvisa scomparsa di Pier Mario Vello Segretario Generale di Fondazione Cariplo cui ha dedicato professionalità, grande impegno e passione. - Milano, 1 luglio 2014. Il Presidente ed i componenti del Consiglio di Amministrazione del gruppo Finiper partecipano con profondo cordoglio al lutto della famiglia per la scomparsa del Dott. Pier Mario Vello - Milano, 1 luglio 2014. La Fondazione Casa della carità, il Presidente Don Virginio Colmegna e il Consiglio di Amministrazione esprimono cordoglio per la scomparsa del dott. Pier Mario Vello persona di grande umanità e competenza. - Milano, 1 luglio 2014. Il Presidente Giuseppe Villa, i Vice Presidenti Enrica Baccini e Daniele Pietro Giudici, il Segretario Generale, il Consiglio di Amministrazione con i Revisori dei Conti e tutto lo staff di Fondazione Comunitaria Nord Milano Onlus, esprimono il loro dolore per limprovvisa scomparsa del dott. Pier Mario Vello e ne ricordano la passione e dedizione nelle attività professionali come Segretario Generale di Fondazione Cariplo, partecipando sentitamente al lutto che ha colpito i suoi familiari. - Sesto San Giovanni, 1 luglio 2014. I dipendenti di Unes Centro Società Cooperativa partecipano commossi al dolore della famiglia per la prematura scomparsa del Dott. Pier Mario Vello Paolo Braghieri e i colleghi di GE Capital Interbanca partecipano al dolore di Maurizio Dallocchio per la perdita delladorata mamma Ada Burrone - Milano, 2 luglio 2014. Elena Coffetti, la Segreteria e tutti i docenti dellArea Metodi Quantitativi di SDA Bocconi School of Management, sono vicini con affetto al dolore di Maurizio per la scomparsa della mamma Ada - Milano, 1 luglio 2014. Gli amici di Permira sono vicini a Maurizio Dallocchio nel dolore per la perdita della mamma - Milano, 1 luglio 2014. Il Presidente Gilberto Muraro, lAmministratore Delegato Antonio Rigon, il Consiglio di Amministrazione, il Collegio Sindacale e il personale di Sinloc SpA esprimono le più sentite condoglianze per la scomparsa del consigliere Pier Mario Vello da tutti noi stimato per la sua professionalità e sensibilità. - Padova, 1 luglio 2014. Il Presidente e i Consiglieri del Museo Bagatti Valsecchi esprimono il più profondo cordoglio per la scomparsa del dott. Pier Mario Vello Segretario Generale di Fondazione Cariplo. - Milano, 1 luglio 2014. - Milano, 1 luglio 2014. Silvia e Roberto Nicastro sono affettuosamente vicini a Federico in questo momento di profondo dolore per la scomparsa della cara mamma Teresa - Milano, 1 luglio 2014. Bernardo Caprotti partecipa al grave lutto del Dottor Federico Ghizzoni per la perdita della mamma, signora Teresa Galli e porge le più sentite, sincere condoglianze. - Milano, 1 luglio 2014. Esselunga S.p.A. partecipa al lutto del Dottor Federico Ghizzoni per la scomparsa della mamma, signora Teresa Galli - Limito di Pioltello, 1 luglio 2014. Gaetano Miccichè partecipa con affetto al dolore del Dottor Federico Ghizzoni e della famiglia per la scomparsa della madre sig.ra Teresa Galli Ghizzoni - Milano, 1 luglio 2014. Antonella e Gabriele Piccini si stringono commossi e con affetto a Federico ed alla sua famiglia partecipando al loro profondo dolore per la perdita della cara mamma Teresa Galli Ghizzoni - Bologna, 1 luglio 2014. Daniele e Anna Discepolo sono affettuosamente vicini a Federico e Monica e ai ragazzi e prendono parte al loro dolore per la perdita della mamma e nonna, signora Teresa Ghizzoni Galli - Milano, 1 luglio 2014. Ala e Giovanni partecipano con affetto al dolore dellamico Federico, per la perdita della cara mamma Teresa Galli Ghizzoni - Milano, 1 luglio 2014. Vito Gamberale è vicino a Federico Ghizzoni per la scomparsa della mamma, signora Teresa Galli - Milano, 1 luglio 2014. Il Presidente, i Vice Presidenti, il Direttore Generale di UniCredit, anche a nome del Consiglio di Amministrazione, del Collegio Sindacale, della Direzione Generale e dei colleghi tutti partecipano con profondo cordoglio al grave lutto che ha colpito lAmministratore Delegato Dottore Federico Ghizzoni, per la perdita della madre sig.ra Teresa Galli Ghizzoni - Milano, 1 luglio 2014. Il Presidente, lAmministratore Delegato e il Consiglio di Amministrazione di Mediobanca partecipano con profondo cordoglio al dolore di Federico Ghizzoni per la scomparsa della mamma Teresa Galli Ghizzoni - Milano, 1 luglio 2014. Il Presidente, il Vicepresidente, i membri del Consiglio di Amministrazione, del Comitato Scientifico, del Collegio dei Revisori, unitamente allo staff di UniCredit & Universities Foundation, sono vicini al Dottore Federico Ghizzoni per la perdita della madre sig.ra Teresa Galli Ghizzoni - Milano, 1 luglio 2014. LAmministratore Delegato, il Consiglio Direttivo e tutti i colleghi di UniCredit Business Integrated Solutions partecipano al dolore di Federico Ghizzoni, Amministratore Delegato di UniCredit, per la scomparsa della mamma Teresa Galli e porgono le più sentite condoglianze. - Milano, 1 luglio 2014. LAssociazione Valore D esprime alla famiglia le più sentite condoglianze per la scomparsa di Fondazione Ambrosianeum prende parte al dolore della famiglia e di tutti i colleghi di Fondazione Cariplo per limprovvisa e prematura scomparsa di Il Presidente Maurizio Carrara, i Vice Presidenti Maria Cristina Molinari e Paolo Cornetta, il Consiglio di Amministrazione, il Collegio dei Revisori dei Conti e tutto lo staff di UniCredit Foundation partecipano al dolore del dottor Federico Ghizzoni e della sua famiglia per la scomparsa della mamma signora Ada Burrone Pier Mario Vello Teresa Galli Ada - Milano, 1 luglio 2014. fondatrice di Attivecomeprima, ricordandone la grande forza e generosità. - Milano, 1 luglio 2014. del quale ha potuto apprezzare le doti umane e limpegno professionale. - Milano, 1 luglio 2014. Il Presidente Professor Luigi Guatri, lAmministratore Delegato Dottoressa Mirka Giacoletto Papas, i dirigenti e tutti i collaboratori di Egea, la casa editrice dellUniversità Bocconi, partecipano con viva commozione al dolore del Professor Maurizio Dallocchio per la perdita della mamma Il Presidente Erminio Borloni, il Consiglio di Indirizzo, il Segretario Generale Sandro Rossi e tutto il personale di "Fondazione Centro Nazionale di Adroterapia Oncologica", desiderano esprimere il loro cordoglio per la scomparsa del Ada Burrone - Milano, 1 luglio 2014. Giovanna Cavazzoni con gli amici di Associazione e Fondazione Vidas ricorda con profondo affetto e vivo rimpianto Ada Burrone dott. Pier Mario Vello - Pavia, 1 luglio 2014. In questo momento di grande dolore siamo vicini alla famiglia e ai collaboratori di Pier Mario Enel Cuore Onlus. - Roma, 1 luglio 2014. - Milano, 1 luglio 2014. Il Presidente dellAssociazione Bancaria Italiana, Antonio Patuelli, e il Direttore Generale, Giovanni Sabatini, sono vicini al Dottor Federico Ghizzoni in questo momento di grande dolore per la scomparsa dellamata madre sig.ra Teresa Galli - Roma, 1 luglio 2014. F2i partecipa al dolore del Dottor Federico Ghizzoni per la perdita della mamma, signora Teresa Galli - Milano, 1 luglio 2014. Il Presidente di Maire Tecnimont Fabrizio di Amato, il management e tutto il gruppo partecipano al dolore di Federico Ghizzoni e della famiglia per la perdita della cara mamma Le tracce indelebili di umanità, saggezza e coraggio che ci ha lasciato saranno sempre con noi: luci alte e protettive. - Milano, 1 luglio 2014. Bambinisenzasbarre esprime profondo cordoglio per la grave perdita del Il Consiglio di Amministrazione, il Collegio Sindacale ed il personale di Green Hunter Group S.p.A. partecipano al dolore del professor Maurizio Dallocchio per la perdita della mamma - Milano, 1 luglio 2014. - Milano, 1 luglio 2014. Il Presidente di Accademia Teatro alla Scala, Pier Andrea Chevallard, il Direttore Generale, Luisa Vinci, il Consiglio dAmministrazione e tutta laccademia, si stringono intorno al dolore della famiglia per limprovvisa scomparsa del Il Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Torino Antonio Maria Marocco, i Vice Presidenti, i Consiglieri di Amministrazione e di Indirizzo, il Collegio Sindacale e il Segretario Generale partecipano commossi al cordoglio di Federico Ghizzoni, Amministratore Delegato di UniCredit, e della sua famiglia per la scomparsa della cara mamma, signora sig.ra Ada Burrone - Milano, 1 luglio 2014. Luca, Niccolò e Valeria Magnoni, Filippo Cuneo partecipano commossi al grande dolore di Maurizio per la scomparsa della sua cara mamma Ada - Milano, 1 luglio 2014. Giorgio e Yaneisi Magnoni sono vicini al caro amico Maurizio per la perdita della sua adorata mamma Ada - Milano, 1 luglio 2014. Il giorno 28 giugno 2014, a seguito di un tragico incidente, è venuto a mancare il Dott. Gabriele Fortunati apprezzato Direttore Vendite di Neuvendis SpA.I titolari Dario Stefani e Francesco Lemucchi, unitamente a tutti i collaboratori, partecipano al grande dolore della moglie Lucia, dei genitori e del fratello.- Gabriele, ci mancherai!!!- I funerali si terranno giovedì 3 luglio alle ore 16 presso la chiesa di Santa Bertilla a Spinea (VE). - Milano, 1 luglio 2014. Dott. Pier Mario Vello Dottor Pier Mario Vello Teresa Galli ved. Ghizzoni Zia Marisa, Chantal e Andrea Farinet abbracciano con grande affetto Daniele, mamma Silvana, papà Alberto, Andrea, Caterina e Annamaria nel ricordo della carissima Chiara Olga Pierrottet - Milano, 30 giugno 2014. Stretti alla famiglia Pierrottet piangiamo Chiara straordinaria donna, mamma, professionista al servizio del prossimo.- Con immenso affetto Lorenza, Filippo, Giacomo, Giovanni Genzini. - Milano, 1 luglio 2014. Ernesto e Flavia con Stefano e Luca, profondamente addolorati per la perdita della carissima cugina Chiara Le famiglie Casolo Lori Monesi Pettinaroli e Rapizzi partecipano, con profondo dolore e rimpianto, al lutto di Daniele e della famiglia Pierrottet per la prematura scomparsa di Chiara - Milano, 1 luglio 2014. Ugo Wegner, Luciana e Franco Saccenti esprimono il loro dolore per la scomparsa della cara dottoressa Chiara Olga Pierrottet di cui ricordano la vivace intelligenza e laffettuosa assistenza. - Milano, 30 giugno 2014. Chiara la nostra amica speciale se nè andata.- Ti avremo sempre nel cuore.- Le tue galline.- Chiara, Cinzia, Rita, Sissi. - Milano, 1 luglio 2014. Chiara, Gus, Federico, Filippo abbracciano forte Dani e la sua famiglia, nel ricordo di una mamma e donna straordinaria Chiara sarai sempre con noi.- Ciao belé. - Milano, 1 luglio 2014. Grazie Chiara per la tua vera e grande amicizia.- Gianfranca, Paolo, Michele, Andrea, Giancarla. - Milano, 1 luglio 2014. Ciao Chiara ora sei in paradiso.- Ci mancherai.- Jimmy. - Milano, 1 luglio 2014. Gaspare Falsitta, con profonda commozione, prende viva parte al dolore dei familiari per la morte della dottoressa Chiara Olga Pierrottet di cui rievoca con rimpianto la grande professionalità, lamabile innata gentilezza e lo spirito soave e arguto. - Milano, 1 luglio 2014. Renato e Sabrina, Massimo con Carolina abbracciano commossi Daniele e partecipano al grande dolore dei familiari per la scomparsa di Chiara Il figlio Rocco annuncia la scomparsa della sua mamma Dallo spirito perenne individuata nellimmanente è oggi accompagnata nel trascendente, con speranza di grazia divina e di ricongiungimento con lamata moglie Carla, lanima del Virginia (Zeze) Iavarone Siamo vicini a Rocco per la perdita dellamica e sorella Virginia (Zeze) Giuseppe e Lucia Gotti con Maria, Filippo e Smeralda. - Roma, 1 luglio 2014. Dott. Ing. Ottavio Bovone Lo annunciano i suoi cari figli Edoardo, Emanuela con Fabio Carolina e Andrea, Roberto con Paola Benedetta e Ottavia.- La Messa funebre sarà il 3 luglio alle ore 14.45 alla parrocchia Corpus Domini. - Milano, 1 luglio 2014. Partecipano al lutto: Vanda e Marco Colombo. Ciao Francesco caro amico fraterno ti ricorderò sempre.- Daniela Mulazzani. - Milano, 1 luglio 2014. Carlo Barbieri e i soci, dipendenti, collaboratori di Sorefisa SpA, partecipano al lutto che ha colpito Angelo e la famiglia Cardani per limprovvisa scomparsa di Francesco Cardani - Milano, 1 luglio 2014. Francesco Cardani Carla, Donatella Pellini e i dipendenti della ditta Pellini sono vicini alla moglie Elena per limprovvisa perdita del marito Francesco. - Milano, 1 luglio 2014. I collaboratori di Studio Cavallini e la famiglia Cavallini partecipano con affetto al dolore dei famigliari di Francesco Cardani - Milano, 1 luglio 2014. Sentite condoglianze a tutta la famiglia Cardani per la perdita di Francesco Cardani Graziella Villa e tutto lo staff Vive Srl. - Milano, 1 luglio 2014. Donatella Dagradi e famiglia ricorderanno sempre con tanto affetto il caro zio Giulio Bonetti - Verona, 1 luglio 2014. Luca e Lori Benzoni sono vicini ad Alessandra per la perdita del papà Ing. Giulio Bonetti uomo insostituibile. - Milano, 1 luglio 2014. Giusto e Luciana abbracciano forte Alessandra Giuseppe ed Elena nellultimo saluto all Ing. Giulio Bonetti una persona indimenticabile nella sua sobrietà e signorilità. - Milano, 1 luglio 2014. Rosanna, Emanuele, Vera e Paula Covi, profondamente rattristati, si uniscono al dolore della famiglia per la scomparsa del carissimo LAmministratore Unico Kirit Doshi, la Direzione e tutti i dipendenti della società Cesare Bonetti SpA si uniscono al dolore della famiglia per la perdita dell Chiara Chiara Olga Pierrottet Partecipano al lutto: Leo e Graziella dOnofrio con Marco e Andrea. Carlo e Lucia Cordone. Cristina Lonati. È mancato allamore dei suoi cari e dei tanti amici che con affetto e stima lhanno accompagnato nella vita il Dott. Alberto Magenes Lamatissima moglie Milly, le figlie Paola e Claudia, i nipotini Tommaso e Stefano, il genero Andrea, la cognata Laura con Caterina e Silvia, la cognata Nicoletta con il nipote Andrea, affranti da indicibile dolore annunciano la scomparsa nellindelebile ricordo delle sue grandi doti di bontà ed innata capacità di creare sempre attorno a sé affetto e simpatia.- Il funerale avrà luogo a San Felice nella chiesa dei Santi Carlo e Anna, giovedì 3 luglio 2014 alle ore 10.30.- Dopo i funerali la tumulazione avverrà nella cappella del cimitero di Mirazzano (Peschiera Borromeo). - San Felice, 1 luglio 2014. ing. Giulio Bonetti ricordandone le grandi doti umane e professionali. - Garbagnate Milanese, 1 luglio 2014. Franco Primavesi e la sparuta vecchia guardia del Liceo Manzoni rimpiangono l Ing. Giulio Bonetti amico fraterno di sempre. - Milano, 2 luglio 2014. È mancata allaffetto dei suoi cari Alessandra Magister in Vigorelli Lo annunciano Gianni, Paola con Marco, Massimo con Chiara, i nipoti e il fratello Giorgio.- I funerali si svolgeranno il 3 luglio alle ore 11 nella chiesa di SantEufemia. - Milano, 1 luglio 2014. Selene Gallone è vicina con affetto a Gianni, Massimo e Paola nel ricordo della loro adorata Partecipano al lutto: Gaetana Maurizio e Valeria Grandi. Alessandra Magister Vigorelli - Milano, 1 luglio 2014. Alberto Magenes - Milano, 1 luglio 2014. Il Consiglio di Amministrazione ed i colleghi di sede e di rete di Apogeo Consulting Sim, partecipano con sincero cordoglio al dolore della famiglia per la scomparsa di Alberto Magenes Mario È, per me, la perdita di un amico che mi ha trasmesso molti valori umani, con il quale, la collaborazione mi ha arricchito.- Renato Maggi. - Como, 30 giugno 2014. LUnità Operativa di Oncologia Ginecologica dellIstituto Nazionale Tumori di Milano partecipa al lutto della famiglia per la perdita del Dott. Mario Sideri - Milano, 1 luglio 2014. Partecipano al lutto: Francesco Raspagliesi. Marina Merola. Tonino Ditto. Flavia Zanaboni. Patricia del suo sorriso e del suo spirito vivace e intelligente. - Milano, 1 luglio 2014. AMATA Associazione Amici italiani Museo darte Tel Aviv abbraccia forte i genitori dei tre studenti israeliani Naftali Fraenkel di 16 anni Ejal Vifrah Gilad Shaer di 16 anni, rapiti ed uccisi con inutile ferocia senza motivi dai terroristi spinti da un odio che nessuna fede religiosa, nessuna rivendicazione politica possono giustificare.- Questo è un crimine contro la vita. - Milano, 1 luglio 2014. Il Direttore, il personale medico, infermieristico e amministrativo della Clinica Chirurgica I dellOspedale San Gerardo di Monza, sono vicini al Dottor Alvaro Bugatti nelloccasione della perdita della cara mamma Luigia Silva - Monza, 1 luglio 2014. Il Rettore Maria Cristina Messa e lUniversità degli Studi di Milano-Bicocca partecipano con affetto al lutto di Paolo Fresu e della famiglia per la morte del papà Lillino Fresu - Milano, 1 luglio 2014. LOrdine degli Avvocati di Milano sentitamente partecipa al lutto dei familiari per la scomparsa dell Avv. Rinaldo Spataro - Milano, 1 luglio 2014. E mancato allaffetto dei suoi cari Erminio Cesco Ne danno il triste annuncio Lorenzo Sergio e Silvia. - Milano, 30 giugno 2014. Il giorno 30 giugno 2014 è mancato allaffetto dei suoi cari l Ing. Emilio Schmid La famiglia. - Milano, 2 luglio 2014. 2 luglio 2011 - 2 luglio 2014 Elisabetta (Betty) Salvioni Meletiou Sempre con noi.- Nicolas, il figlio Teodoro, la mamma Marisa e tutta la famiglia.- Una Santa Messa il 2 luglio alle ore 18 al cimitero di Palazzolo sullOglio, Brescia. - Rozzano, 2 luglio 2014. RCS MediaGroup S.p.A. - Via Rizzoli,8 - 20132 Milano SERVIZIO ACQUISIZIONE NECROLOGIE ATTIVO DA LUNEDI A DOMENICA 13.30-19.30 CON SUPPLEMENTO 20% SULLA TARIFFA BASE Tel. 02 50984519 Fax 02 25846003 www.necrologi.corriere.it e-mail: [email protected] SI ACCETTANO RICHIESTE VIA WEB, E-MAIL E CHIAMATE DA CELLULARI SOLO DIETRO PAGAMENTO CON CARTA DI CREDITO L’INVIO DI UN FAX DEVE ESSERE ACCOMPAGNATO DA COPIA DI UN DOCUMENTO DI IDENTITA’ TARIFFE BASE IVA ESCLUSA: PER PAROLA: A MODULO: - Milano, 1 luglio 2014. Giuseppe, Ines e Manuel Portale sono vicini con affetto a Roberto, Antonella e ai familiari tutti per limprovvisa scomparsa dell Avv. Gianfranco Ferretti - Milano, 1 luglio 2014. Pietro e Fausta Abbadessa con Maria, Carlo, Margherita e Antonio, profondamente commossi, partecipano al dolore di Roberto, Antonella, e di tutti i familiari per limmatura scomparsa dell Avv. Gianfranco Ferretti - Milano, 1 luglio 2014. I colleghi e i collaboratori dello Studio Legale Bonora e Associati partecipano al dolore di Roberto e dei suoi famigliari per limprovvisa scomparsa del padre Avv. Gianfranco Ferretti collega la cui deontologia, la preparazione e il tratto personale sono stati un esempio che molti porteranno nella mente e nel cuore per lungo tempo. - Milano, 1 luglio 2014. Marco Abramo Lanza, Eugenio Briguglio con tutto lo Studio Biscozzi Nobili, si uniscono a Piero, Giovanni e tutta la famiglia, in questo momento di profondo dolore per la perdita del caro Giuseppe Tampalini grande professionista in quanto grande uomo. - Milano, 1 luglio 2014. Massimo Balletti per la splendente amica Maria Luisa Spaziani - Roma, 1 luglio 2014. Corriere della Sera Necrologie: € 5,00 Adesioni al lutto: € 10,00 Solo anniversari, trigesimi e ringraziamenti: € 540,00 Gazzetta dello Sport - Milano, 1 luglio 2014. Partecipano al lutto: Vitoldo e Vilma Cwalinski. Helen e Luisa con Leonora sono affettuosamente vicine a Milly, Paola e Claudia per la perdita del caro Franca e Franco Jacopetti sono vicini con grande dolore a Milly e alle figlie per la scomparsa del compianto marito e padre carissimo Vittorio e Adriana con Aline e Domenico, sono vicini a Giovanni, Barbara, Luciano e figli nel ricordo di Sandra I condomini e lamministratore del condominio San Celso via Vigoni 10 - Milano, partecipano con profonda commozione al lutto della famiglia per la scomparsa della signora Alberto Patricia Notarbartolo di Sciara Spinola ricordandone la generosità e rara umanità. - Roma, 1 luglio 2014. Ing. Giulio Bonetti ricordando lamicizia di lunga data con Giorgio. - Milano, 1 luglio 2014. collega indimenticabile e cara amica. - Milano, 1 luglio 2014. Fabrizio, Giovanni, Vittorio, Domizia, Giorgio, Paolo Alliata di Montereale con le loro famiglie abbracciano il nipote e cugino Giovanni per la inconsolabile perdita di di 19 anni Il Professor Staurenghi, il Dottor Bottoni e tutta la Clinica Oculistica dellOspedale Luigi Sacco di Milano sono vicini alla famiglia per la scomparsa di Addolorato, partecipo al lutto di Daniela e Matteo per la perdita del loro caro Le esequie si terranno venerdì 4 luglio alle ore 11 nella Basilica di Santa Maria Sopra Minerva al Pantheon. - Roma, 1 luglio 2014. Francesco Cardani ricordandone lamicizia e lesempio di coraggio e determinazione che ci ha lasciato. - Milano, 1 luglio 2014. Société Générale partecipa sentitamente al cordoglio del dottor Federico Ghizzoni per la scomparsa dellamata mamma Teresa Galli Ghizzoni Geom. Francesco - Milano, 30 giugno 2014. - Milano, 1 luglio 2014. La Società Storica Lombarda partecipa al lutto della Fondazione Cariplo per la scomparsa del suo segretario generale - Milano, 1 luglio 2014. Geom. Francesco Cardani - Varese, 1 luglio 2014. Benedetta, Caline, Raffaele e Gianna Gallieni sono vicini ai familiari e allo Studio Cardani per la triste scomparsa del caro Roberto e Alessandra Giustiniani partecipano commossi al dolore della famiglia Cardani per la perdita di - Milano, 1 luglio 2014. - Milano, 1 luglio 2014. - Milano, 1 luglio 2014. Amalita Soldati, Alberto, Enza, Aldo, Virginia e Thomas sono vicini al Ragioniere Agostino e familiari per la dipartita del Partecipano al lutto: Claudio e Sisa Mangiacasale. - Torino, 1 luglio 2014. Dott. Pier Mario Vello Francesco si stringono con affetto a Daniele, agli zii Silvana e Alberto e ai cugini Andrea, Caterina e Anna Maria. - Milano, 1 luglio 2014. Segretario Generale di Fondazione Cariplo, ricordandone le grandi doti professionali e umane. - Milano, 1 luglio 2014. Teresa Galli Franco, Antonello, Alberto partecipano al dolore di Maria Elena e dei cugini Cardani per la scomparsa del caro PER PAROLA: Necrologie: € 1,90 Adesioni al lutto: € 3,70 A MODULO : Solo anniversari, trigesimi e ringraziamenti: € 258,00 Diritto di trasmissione: pagamento anticipato € 1,67 pagamento differito € 5,00 L’accettazione delle adesioni è subordinata al pagamento con carta di credito Servizio fatturazione necrologie: tel. 02 25846632 mercoledì 9/12.30 - giovedì/venerdì 14/17.30 fax 02 25886632 e-mail: [email protected] Corriere della Sera Mercoledì 2 Luglio 2014 45 italia: 51575551575557 Il Tempo Ogni giorno le PREVISIONI della tua città sempre con te Digita: mobile.corriere.it nel browser del telefonino Il servizio è gratuito salvo i costi di connessione internet previsti dal piano tariffario del proprio operatore Maggiori informazioni su www.corriere.it/mobile :9 :?: !4 :?9: !5 :,,* 9! :?94 :?! 99 :,?: 95 :,?? 9 :,,! !9 :,,, :5 :,?: 9 -&2( -".2 (.2 &:" "$&( (-"&( ($(& &(6 "-&: &(& -5" 2 & -2+33&(& "&+2)& '18'& &)82338 ''1&)=3&+) ''1)8&&'+) 2&)+ $ "2)8&2 8(-+ 38&' 3+'""&8+ ' ; ' )82+ &) ';) >+) ' +2 ( )$ ;) -+2+3 +)8 & '+ 3;'' 2"&+)& (2&&+)'& += 3& -+82))+ 2""&;)"2 )$ & 9*6!? 3; ';) >+). 2+=3& & 8(-+2'& +(;)/; 2&";22))+ +( & +)3;8+ & 388+2& '-&)& -2'-&)& ' (&+%'8 -&);2 ' +2. ,+5"$ %*(..( -" (2&: *($" 2&:-( $"-" +38 +2&)+ )+= +'+") +( (-+33+ . 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"-. (. 5& "22 $ *( "22 $ .."( I più letti Combinazione vincente 90 Numero SuperStar Jackpot indicativo prossimo concorso: 13.300.000,00 Ai 6: - Ai 5 stella: 50.310,00 Ai 5+ - Ai 4 stella: Ai 3 stella: 2.335,00 Ai 5: 42.499,14 Ai 2 stella: 100,00 Ai 4: 503,10 Agli 1 stella: 10,00 5,00 Ai 3: 23,35 Agli 0 stella: www.corriere.it/giochiepronostici Concordia L’audio dell’impatto Dopo la decisione di smaltire il relitto a Genova, al processo l’audio dello schianto. Ascolta 86 Numero Oro 31 35 48 64 65 89 58 Numero Jolly "-(" Oggi su www.corriere.it 14 29 34 35 37 38 42 46 49 53 61 65 66 67 68 72 75 78 84 86 Superenalotto !"( & -&".( (. &$. $ "-( "-2 10eLotto I numeri vincenti Lotto .$& "% & (#9( -. ((2 5$ !"&( Giochi e pronostici 8 9 5 7 7 2( 2;"& 32 &3 +8)> . '2& &(&)& = Sudoku Difficile 7 9 2 5 1 9 6 6 $."&#" .$( "%5-( "&88+ %"& (-+33+ 8)& 2+8+) ;)+ &2)> )+= (-2& +33+ %"& +' & ) 383+ )8&&'+) +) +(-+))8 2&) &)8233 & 388+2& (2&&+)'& 3;+2&)8'& ''1;2+- "2)8)+=& 8(-+ 38&' (-&()8 3+'""&8+. ;'' )&3+' &2& -23)8 ;) -233&+) $ -+28 2+=3& 8(-+2'& 3;& 3;+& 388+2& 388)82&+)'&. +=3& 8(-+2'& )$ 3; =&>>2 ;382& '-& &) ")2. (-+ -&< 38&' 3;' 238+ ' +)8&))8. Viaggiare 1 2 3 4 5 Quanto costa la gestione del Pos ai commercianti? Oltre 550 euro al mese Francia, Sarkozy fermato per la vicenda intercettazioni. Accusa: concussione Sondaggio britannico: qual è il segreto di un matrimonio felice? Dormire nudi I pedali della bici smontati da Stasi. La difesa: «Non ci crediamo» Caso Meredith, Sollecito: «Credo che Amanda sia innocente, ma ha detto bugie» Aereo, la cosa più sporca Naturale pensare al bagno: invece in aereo il concentrato di microbi è il tavolino. Foto Salute Creme solari Non volete proteggervi in spiaggia? Cinque scuse da smontare con una frase Gioia Tauro Armi chimiche Oggi nel porto il trasbordo dei fusti chimici provenienti dalla Siria 46 Mercoledì 2 Luglio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Tv in chiaro Teleraccomando ,>£ di Maria Volpe PER CAPIRE/ 1 PER CAPIRE/ 2 I casi irrisolti di Sciarelli Nuzzi-Viero e il giallo di Yara Scontro tra programmi di cronaca. In questo periodo si stanno concentrando molte novità su numerosi casi irrisolti. E così le reti si scatenano a caccia dell’ultimo scoop. Federica Sciarelli ( foto) ormai veterana, stasera si occupa della sparizione di Elena Ceste. «Non sono un mitomane, voglio dare il mio contributo nel ritrovamento della povera Elena e, dopo oltre 4 mesi, mi sembra doveroso farmi avanti e dire quello che so». Così inizia una lettera, arrivata in redazione, da un uomo che ha promesso di telefonare stasera. Sfidando «Chi l’ha visto?», stasera la coppia NuzziViero ( foto) ha deciso di andare in onda eccezionalmente di mercoledì per aggiornare i telespettatori sul caso di Yara Gambirasio del quale Canale 5 in questo periodo (anche su «Matrix») si sta occupando molto. Verranno analizzati gli elementi dell’accusa e della difesa a carico di Massimo Giuseppe Bossetti, il muratore di Mapello indagato per l’omicidio della tredicenne di Brembate. Si torna anche a parlare del giallo mai risolto del delitto di Garlasco. Chi l’ha visto? Rai3, ore 21.05 Segreti e delitti Canale 5, ore 21.10 ,>Ó ,>Î ,iÌi{ À>°Ì À>°Ì À>°Ì ȰÎä / £° *,6-" -1 6/ -- 6, ",/° Ȱ{x 1 "// -//° ÌÌÕ>ÌD ££°Îä " //" {° ÃiÀi £Î°Îä /", ° £{°ää / £ " "° ÌÌÕ>ÌD £{°äx ° ->« "«iÀ> £{°xä *,/1, --/, / " 1,"*" *,- < *,- / " -" //" , <° ÌÌÕ>ÌD £È°£ä -// ,//° ÌÌÕ>ÌD £Ç°ää / £° £Ç°£ä , *, /" /", ° £n°xä ,<" / ° 6>ÀiÌD Óä°ää /", ° Óä°Îä -* *",/ *",/° ÌÌÕ>ÌD -, Ó£°Óä , *--" ° À>>ÌV] À>V>] Óä£{®° ,i}> ` Àj`jÀV ÕLÕÀ̰ / ,Ì ] -> i] / >à ÀiÌÃV >° i «À}À°\ /}£ Èä ÃiV` £ä°{x / Ó °°°-// "-/1° ÌÌÕ>ÌD ££°Óä "-/," " ,9° /iiv £Ó°£ä "-/, ,"° /iiv £Î°ää / Ó ", "° £Î°xä Îΰ ,ÕLÀV> £{°ää //" //" 8° ÌÌÕ>ÌD £x°ää +1-/" /° /,,"<" ,-*"-/ /° ÌÌÕ>ÌD £È°ää / "" 7° /iiv £Ç°ää , " ° ,ÕLÀV> £Ç°{x / Ó - °°-° £Ç°xä , / -*",/° £n°£x / Ó° £n°{x *" - ° ÛiÌ Óä°ää *"/° -iÀi Óä°Îä / Ó Óä°Îä° Ó£°ää " \®° -iÀi £ä°£ä ,1- ,/° ££°ää / Î 1/° £Ó°ää / ΰ £Ó°£x - ", 7-/° /iiv £Î°äx 6, 6" /° Ḭ̀ £Î°£ä /*" -/",° ÌÌÕ>ÌD £{°ää /,°/, /"° £{°Óä / ΰ /" ΰ £{°xä /, *<< ,° ÌÌÕ>ÌD £{°xx / Î °°-° £x°ää /,, "-/, Ó° /iiv £x°xä - 6"-- 6",,] "¶ £Ç°Óx " < Óä£{° VÕiÌ>À £°ää / ΰ £°Îä /,° /, /"° Óä°ää "° ÌÌÕ>ÌD Óä°£ä " ,/° /iiv Óä°Îx 1 *"-/" -"° ->« Ó£°Óä " "° âi] 1Ã>] Óääή° ,i}> ` *>Õ ÕÌiÀ° 9Õ>Ì Ü] -i> 7> -VÌÌ] >ià }° Óΰ£x / Ó° ÓΰÎä 1 , / "° /iiv Ó£°äx ½ 6-/"¶ ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi i`iÀV> -V>Ài Óΰ£x / ," ° ÓΰÓä /Î "// -//° ÓΰÎä /" ΰ Óΰxx " ΰ VÕiÌ>À ÓΰÓx "// " ° ,ÕLÀV> £°£ä / £ "//° £°Îä /*" ° £°Îx -"//"6" ° ÌÌÕ>ÌD ä°xä , *, /" /", ° £°ää 7 6ä° /iiv £°xä " *, ""-° /iiv £°£ä ,- " ///" *//" " 66 <° ÌÌÕ>ÌD Ó°£ä 1", ",,"° "- ® 6-/° >>ix Ì>>£ >Ç /Û i`>ÃḭÌÉÀiÌi{ i`>ÃḭÌÉV>>ix i`>ÃḭÌÉÌ>>£ >Ç°Ì ÌÛ°Ì / { / 7-° <",,"° /iiv 6 ° /iiv -/,//" *"<° /iiv , // ½/ ° ÌÌÕ>ÌD /*, / {° / {° i «À}À>>\ iÌi°Ì / /6 ",-° /iiv - ", "° /iiv " -*",/" ",1° ÌÌÕ>ÌD 1, -/,//" Ó£° /iiv +1 -*" ° / {° , " /6 -* ° 6>ÀiÌD /*-/ ½",° ->« "«iÀ> Ȱää / x *, * ° ÌÌÕ>ÌD n°ää / x // ° n°{x 6//", " 1",° i`>] 1Ã>] Óäää® ££°ää ",1° ÌÌÕ>ÌD £Î°ää / x° £Î°{ä 1/1° ->« "«iÀ> £{°£ä 1", ,° /iiÛi> £{°{x 1" " *"° /> à ܰ `ÕVi >À> i «« £È°£ä /, ,"- 6 Ó° ÃiÀi £Ç°ää ""*,\ 1 " -*///"° À>°] 1Ã>] Ó䣣® £°ää -,/"° /iiÛi> Óä°ää / x° Óä°{ä **,-- -*, /° 6>ÀiÌD Ȱ£x , -° -iÀi ȰÎx , 1-° /iiv ǰÎä 8 ] *, *-- 1,,,° /iiv n°Óx /° /iiv °Îä 9 Èä° VÕiÌ>À £ä°{x /1, ", 1 /,-° VÕiÌ>À ££°Óx 1 *,9° VÕiÌ>À £Ó°Óx -/1" *,/"° i «À}À>>\ iÌi°Ì £Î°äx -*",/ -/° £{°äx -*-" ° >ÀÌ £{°Îä 1/1,° >ÀÌ £{°xx /° /iiv £È°{ä "° ° /iiv° *iÌiÀ >>} iÀ £n°Îä -/1" *,/"° i «À}À>>\ iÌi°Ì £°Óä *,-" " /,-/° /iiv° >Ûiâi] />À> *° ià Ȱää / ǰ i «À}À>>\ iÌiÆ Ûi >à ǰää " 1- ,-- -/*° ÌÌÕ>ÌD ǰÎä / ǰ ǰxä " 1- /"° ÌÌÕ>ÌD ǰxx " 1-° ÌÌÕ>ÌD °{x " ,° ÌÌÕ>ÌD ££°ää " ° /> à ܰ `ÕVi ->Û -ÌÌi] iÃÃ>`À> ->À` ££°{ä ½, /, ,"° ÌÌÕ>ÌD £Î°Îä / ǰ £{°Óä / Ç ," ° ÌÌÕ>ÌD £{°{ä -/,-9 E 1/ ° /iiv £È°{ä "--," ",,° /iiv £n°£x ½-*//", , 9° /iiv Óä°ää / ǰ £{°£x -/ 6/ *,° 6>ÀiÌD £x°£ä /", "6 -*, <° 6>ÀiÌD £È°ää - ,1-° -iÀi £È°xä , <" \ " </¶ 6>ÀiÌD £Ç°xä £È /° 6>ÀiÌD £n°xä * \ 1"6 ° 6>ÀiÌD £°xä , <" \ " </¶ 6>ÀiÌD Óä°£x /-\ - //½ -iÀi Ó£°£ä * \ 1"6 ° 6>ÀiÌD ÓÓ°ää - ,"° 6>ÀiÌD Óä°Îä -,/"° /iiÛi> Ó£°£x / * ,° / ÀiÀ] 1Ã>] £Ç®° ,i}> ` i`iÀ° iÀ}i iÞ] Vi `>] >ÀVi ÕÀià ӣ°£ä -,/ //° ÌÌÕ>ÌD° >Õ} Õââ Ó{°ää -/ -/", -9° / ÀiÀ] 1Ã>] Óä£Ó®° ,i}> ` V >i >° >`> ,} iÌÌ] 7 ÃÌià ӣ°£ä /, -",,-° âi] 1Ã>] ÓääÇ®° ,i}> ` V >i >Þ° - > >iÕv] i}> Ý] Ã Õ >i° i «À}À>>\ /}VÆ iÌi°Ì Óä°Îä " ° /> à ܰ `ÕVi ->Û -ÌÌi] iÃÃ>`À> ->À` Ó£°£ä ° ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi >Õ} *>À>}i Ó{°ää / ǰ ä°£ä "6 -° ÌÌÕ>ÌD Óΰxä " --" ,*",/,° ÌÌÕ>ÌD ä°{x / { / 7-° £°äx 6 / *, {° ÕÃV>i Ó°ää / x "//° i «À}À>>\ ,>ÃÃi}> ÃÌ>«>Æ iÌi°Ì Ó°Îä **,-- -*, /° 6>ÀiÌD Ó{°ää , / *,/",° /,,", /, ° â°] 1Ã>] Óä£ä®° ,i}> ` 6VÌÀ >ÀV>° ÀL } ä°£x "" 9 t i`>] iÀ>>] Óääή° ,i}> ` 7v}>} iViÀ ®° >i ÀÕi Ȱää Ȱxä ǰÓä n°£x £ä°{x ££°Óx ££°Îä £Ó°ää £Ó°xx £{°ää £x°Îä £È°Îx £n°xx £°Îx £°xx ii>Þ /6 £È°xx £Ç°ää £n°ää £n°xx £°ää £°Îä Óä°ää Óä°Îä Óä°{x Ó£°£x Ó£°Îä ÓÓ°ää Óΰää 9 /° 9 /-° Õð /9° /iiv 9 /° *,// " /,"**"° -iÀi 6 -- Ó° -iÀi +1 " -/ "° 6>ÀiÌD ", *-1° Õð 1", ,"° 6>ÀiÌD ,"" ° 6>ÀiÌD *- -/ Ó° VÕ,i>ÌÞ -7/ / ,/ ΰ /iiv -° /iiv 2 -/$/ ?$! $/!2 "*1/ Film e programmi Il docu sugli ospedali LaBeouf e Megan Fox psichiatrici giudiziari in una guerra tra robot ,>{ «Lo Stato della Follia», il docufilm di Francesco Cordio che denuncia la condizione degli Ospedali psichiatrici giudiziari. Luigi Rigoni (foto), ex internato, racconta la propria storia. Doc3 Rai3, ore 23.55 Due fazioni di giganteschi robot arrivati sulla Terra in cerca di energia si contendono il giovane terrestre Sam (Shia LaBeouf, foto con Megan Fox) che possiede un segreto. Transformers Italia 1, ore 21.10 Kidman e Clooney contro i terroristi Rimet, l’inventore dei mondiali di calcio Dei terroristi rubano materiale atomico. Sulle loro tracce Nicole Kidman e George Clooney. Una lotta contro il tempo per sventare una catastrofe. The peacemaker Retequattro, ore 21.15 Gerard Dépardieu interpreta Jules Rimet, il presidente e fondatore della Fifa, la federazione internazionale del calcio. Nel 1930 i primi mondiali di calcio. La grande passione Rai1, ore 21.20 ,>x À>°Ì À>°Ì n°{ä " " , ° -iÀi °Óx , ° -iÀi £ä°£ä 1 ° -iÀi ££°£ä ° -iÀi ££°xx -/,° -iÀi £Î°Óx -*" /° -iÀi £{°£ä -/,/ / /-° /iiv £{°xx " /", 7"° -iÀi £x°{ä **1 / /" ° ÌÌÕ>ÌD £x°{x " /, ° -iÀi £È°Îä -/,° -iÀi £n°ää , 7- ", "° £n°äx " " , ° -iÀi £n°xä ,° -iÀi £°Îx " /", 7"° -iÀi Óä°Óx -/,/ / /-° /iiv Ó£°£ä 6 -° -iÀi ÓÓ°ää ,"° -iÀi ÓÓ°xä /," " -*° -iÀi Óΰxä -/-° -iÀi ä°{ä -- ,- Ó ½ <" ° ÀÀÀ® £x°Óx *, "// +1/° £Ç°{ä , 7- ", "° £Ç°{x 6 //, -"7° /> Ã Ü £n°Îx "<,/° ÕÃV> Óä°Îx *--*,/"1/° ÌÌÕ>ÌD Ó£°£x - ° /i>ÌÀ ÓÓ°£x , "° VÕiÌ>À ,> -ÌÀ> £°£ä -/,", , -/", ½/° VÕiÌ Óä°£ä " ,6" Çn nÓ° VÕiÌ Óä°Îx ", " -/",° VÕiÌ Óä°xx /*" -/",° VÕiÌ Ó£°{ä +° VÕiÌ ÓÓ°Îä //° VÕiÌ ,> ,> *ÀiÕÀ>°Ì Ûi £x°xä 1 "° ÃiÀi £Ç°{ä , 7- ", "° £Ç°{x /"*<"° /iiÛi> £°£x 1 E ° /iiv Óä°£ä ,,° -iÀi Ó£°£ä ,"--" - 6 / "° -iÀi Óΰää //", 6 / ° ÌÌÕ>ÌD À>°Ì À>°Ì £Ç°Îä , 7- ", "° £Ç°Îx " / 1 ° £°Óä " /,"] /1 /,] /,° Ó£°£x -- /° Óΰ£x *, *1,° £°äx , 7- "//° ,> Õ« À>°Ì ,i> /i Ài>ÌiÌÛ°Ì >Ãà /Û >Ý >Ç` V>ÃÃ°Ì `>Ý°Ì >Ç°Ì £Ç°xx 7 8 1° >ÀÌ £n°Óä 1* , Óä£ÎÉÓä£{° ÌÌÕ>ÌD £n°{x -1, ,-° /iiv £°Îx 6"//° /iiv Óä°Óx /1//" ,/"° /iiv Ó£°£x 7 8 1° >ÀÌ ÓÓ°Îä 1 1 * ° >ÀÌ £Ç°Îx /" -*"- , -° ÌÌÕ>ÌD £n°Îx "/" ° Ḭ̀ £°Óx "// 1* ° ÌÌÕ>ÌD Óä°Óä 1 1" 1-° ÌÌÕ>ÌD Ó£°£ä " "° ÌÌÕ>ÌD ÓÓ°£ä "-/," * "" , ",° Ḭ̀ £{°£ä " " ° -iÀi £È°ää / ", "° ÌÌÕ>ÌD £È°xä -/ -«ÀÌ £Ç°xä -," ° -iÀi £n°xä 7E",,° /iiv Óä°{ä -/,//" *"<° -iÀi ÓÓ°Îä " - 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La7 è una delle poche reti che, d’estate, non tira giù la serranda. Lilli Gruber va in vacanza e subito le subentrano Alessandra Sardoni e Salvo Sottile con «In onda». Giusto per non farsi mancare niente, la prima puntata era dedicata alle linee guida sulla giustizia annunciate da Matteo Renzi, al falso in bilancio, all’articolo 18 e ad altro ancora. Ospiti in studio il ministro del lavoro Giuliano Poletti e, in collegamento da Milano, Maurizio Belpietro. Vincitori e vinti La strana coppia: Alessandra Sardoni è un mito e non si Joachim tocca. Brava, preparata, incuLöw rante dei ritmi disumani cui la La Germania sottopone Enrico Mentana duin campo rante i suoi Speciali, è un risolleva esempio di giornalismo televii Mondiali in Brasile. sivo… Il dubbio è Salvo. ReduL’avvincente match ce dalla chiusura anticipata di fra la Germania «Linea gialla», Sottile è pronto di Joachim Löw e a rimettersi in gioco. Certo, le l’Algeria, in onda sue dichiarazioni sono inevitasu Rai1, raccoglie bilmente spavalde: «Mi piac6.279.000 spettatori, ciono le sfide, anche quelle e una share impossibili: perciò ho accettadel 32,4% to di affrontare la lunga estate dell’approfondimento su La7 Cate (ecc. ecc.)». Blanchett Salvo Sottile è uno dei più I sentimenti bravi inviati della tv: ma sul superati dal campo, quando deve affrontacalcio. Punta re la tempestività, l’imprevisto, sul pubblico la fatica. Non è uomo da stufemminile Canale 5, dio. Eppure la conduzione di che propone per il suo un programma è una sorta di prime time «Charlotte attrazione fatale: un po’ con la Gray», con cronaca nera, un po’ la cronaca protagonista Cate gialla, un po’ la cronaca senza Blanchett: per colori, è da qualche anno che 2.167.000 spettatori, Salvo tenta la via del talk show. e una share del 9,4% La strana coppia: Alessandra dice cose importanti, quasi sussurrando; Salvo, invece, ha una voce naturalmente assertiva. Come se avesse bisogno di certezze (l’assassino è quello, non si discute), quando la politica è tutto fuorché certezza. Tant’è vero che tutti ne parlano ed è una delle principali discussioni da bar, dopo lo sport. Ma l’idea di un Sottile inviato di punta del Tg di Enrico Mentana è irrealizzabile? Alex il leone, Marty la zebra, Melman la giraffa e Gloria l’ippopotamo (nell’immagine) sono in Costa Azzurra: cercano di tornare a New York, ma una poliziotta francese gli complica l’avventura. Madagascar 3: ricercati in Europa Sky Cinema Hits, ore 21.10 Il marine Gyllenhaal va alla guerra Diretto da Sam Mendes, il film racconta addestramento e discesa sul campo di battaglia di un gruppo di marines Usa (tra cui Jake Gyllenhaal, foto), impegnati nella prima guerra del Golfo. Jarhead Cinema Energy, ore 21.15 Troppi mutuati per il dottor Sordi i`>ÃiÌ *ÀiÕ Uno dei film cult di Sordi. Il dottor Tersilli (Alberto Sordi) vuol far carriera. Sedotta la moglie di un collega moribondo e strapieno di mutuati, dopo la sua morte riesce a ereditare il ricco «parco pazienti». Il medico della mutua Sky Cinema Classics, ore 21 ££°x£ , *, ° /iiv 9 £Ó°Îx - -/", 1 6/ ,° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> £Ó°{Ó *, /""° /iiv 9 £Î°ÓÇ 9 ° ,ÕLÀV> 9 £Î°În 1 *, ° /iiv 9 £Î°{{ " " - "° *ÀiÕ i> © RIPRODUZIONE RISERVATA Forum «Televisioni»: www.corriere.it/grasso Videorubrica «Televisioni»: www.corriere.tv £°În Óä°Ó£ Óä°Óx Óä°{ä -1/-° /iiv " " /, ° /iiv 9 -1/-° /iiv " "97""½- -/ , /",-° - Ü -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> Ó£°£x <"" ,° *ÀiÕ i> Ó£°£x 1-/ - ", /,1° /iiv " Ó£°£x *,//9 // ,-° /iiv 9 Ó£°£x -*"- /-° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> ÓÓ°äx / ", -° /iiv 9 ÓÓ°£x 1-/ - ", /,1° /iiv " ÓÓ°{n " 6 ," ,/" °°° ,/"° *ÀiÕ i> ÓÓ°xx 1,/"° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> 48 italia: 51575551575557 Mercoledì 2 Luglio 2014 Corriere della Sera
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