Circuiti di interfaccia 1 El. Ind. - 06/07 Opto-isolamento • Non c’è connessione fisica fra input e output. • Il segnale di comando è trasmesso otticamente. • I dispositivi elettronici impiegati sono LED e fototransistor. • Separano la parte di logica per il controllo e la parte di comando della potenza in uscita. El. Ind. - 06/07 2 Collegamenti fra dispositivi - 1 • Il segnale elaborato da un circuito deve poi essere trasferito verso i circuiti da esso pilotati in modo da non deteriorare l’informazione portata dal segnale medesimo. • Ci sono molti problemi da affrontare: – livelli di tensione: tra 2 circuiti che si scambiano il segnale, possono esserci livelli di tensione sovrapposti al segnale stesso; – trasferimento di potenza: requisito essenziale, specie negli stadi iniziali di un sistema, ove il segnale stesso è assai debole e deve subire la minima attenuazione nel passaggio tra 2 blocchi; – disturbi: nel collegamento tra blocchi possono essere raccolti disturbi, specie di natura elettromagnetica, che deteriorano la qualità dell’informazione; El. Ind. - 06/07 3 Collegamenti fra dispositivi - 2 – isolamento: spesso c’è l’esigenza di trasmettere il segnale tra blocchi che siano tra loro isolati dal punto di vista galvanico, per esigenze di sicurezza o necessità di protezione dei circuiti; – velocità di elaborazione del segnale: se si devono trasferire segnali fra circuiti con velocità di elaborazione molto diverse, bisogna prevedere dispositivi di memoria per l’adattamento dei tempi di lavoro. • In particolare bisogna suddividerli in 2 casi: segnali analogici o digitali. El. Ind. - 06/07 4 Trasferimento di segnale analogico: livelli di tensione • Trasferimento di segnale fra 2 circuiti che lo elaborano: possono esserci diversi livelli di tensione di riferimento che i circuiti sovrappongono al segnale per poterlo elaborare. Ad es. le componenti continue di polarizzazione in ingresso e in uscita di un semplice amplificatore ad uno stadio a BJT. • Le soluzioni adottate per il passaggio del segnale da livelli di continua diversi (disaccoppiamento) sono essenzialmente di 2 tipi. 5 El. Ind. - 06/07 Disaccoppiamento • Se il segnale ha frequenza minima superiore alla continua: mediante collegamento a condensatore (collegamento CR) in modo che il condensatore, posto in serie sul percorso del segnale, costituisca una reattanza minima per il segnale, ma blocchi le continue. • Se il segnale ha banda di frequenza che comprende la continua: mediante inserimento tra il circuito che fornisce il segnale (sovrapposto ad un livello in continua diverso) e quello che lo riceve (con un livello di continua diverso) di un circuito traslatore di livello (level shifter) capace di consentire l’adattamento dei 2 livelli di continua ed il passaggio del segnale. El. Ind. - 06/07 6 Level shifter • Devono avere: – elevata impedenza di ingresso, per non caricare il circuito che li pilota; – bassa impedenza d’uscita, per non sottrarre potenza al circuito pilotato. R1 VBO R1 VBE VBO R2 R2 VEO RE VBE RE1 RE2 • Inseguitore a BJT. VEO RS=res. gen. R in = R B //[rπ + (1 + β )R E ]; R B = R1 // R 2 ⎡ r + (R S // R B ) ⎤ R out = R E // ⎢ π ⎥; β 1 + ⎣ ⎦ VBO − VEO = VBE VBO − VEO = VBE + RE1 I EQ 7 El. Ind. - 06/07 Traslatore ad OPAMP • • La soluzione a BJT è solo di principio, poiché produce una diminuzione del Vd livello di tensione del segnale a causa della caduta sul partitore. Con OPAMP: stesso problema che può essere risolto con un generatore di corrente costante. El. Ind. - 06/07 +Vcc +Vcc Vd DIFF DIFF VBE1 VBE1 RE1 RE1 RE2 VBE2 I VEO -Vee VBE2 VEO -Vee 8 Generatori di corrente costante - 1 • Widlar e specchio di corrente; garantiscono IC2 costante, controllata da IR. IC2<<IR. I R = I C1 + I B1 + I B 2 ; I B1 = I C1 βF ; I B2 = ⎛ 1 I R = I C1 ⎜⎜1 + ⎝ βF IC 2 βF IC1 IC2 IC1 IC2 R1 R1 ; ⎞ IC 2 ⎟⎟ + ; ⎠ βF ⎛ 1 ⎞ ⎟⎟ IC2 è piccola I R ≈ I C1 ⎜⎜1 + ⎝ βF ⎠ • La grandezza di controllo è largamente indipendente da quella controllata. T2 T1 T2 T1 R2 El. Ind. - 06/07 9 Generatori di corrente costante - 2 • IC2 dipende anche da altri parametri del circuito; si osservino le basi dei BJT: VBE1 = VBE 2 + VR 2 ⇒ VR 2 = VBE1 − VBE 2 ⇒ VR 2 = R2 ⋅ I E 2 ≈ R2 ⋅ I C 2 ⇒ VBE1 − VBE 2 = R2 ⋅ I C 2 V ⎛ V ⎞ I = I 0 ⎜⎜ e VT − 1⎟⎟ ≈ I 0 e VT ⎝ ⎠ I I V I I = ln ⇒ V = VT ln ⇒ VBE1 = VT ln B1 ;VBE 2 = VT ln B 2 VT I0 I0 I0 I0 ⎛ I I I ⎞ V I V VT ⎜⎜ ln B1 − ln B 2 ⎟⎟ = R2 ⋅ I C 2 ⇒ R2 = T ⋅ ln B1 = T ⋅ ln C1 I0 ⎠ IC2 I B2 IC 2 IC2 ⎝ I0 • I BJT sono identici, quindi hanno lo stesso β. Si ricava così il valore di R2 per avere una determinata IC2 mediante una corrente IR (legata a IC1). El. Ind. - 06/07 10 Generatori di corrente costante - 3 • Si può far circolare in una maglia una corrente IC2 che è in prefissato rapporto con una corrente di riferimento IR, in modo tale che il rapporto fra le correnti dipenda unicamente da R2. • Specchio di corrente: quando IC1=IC2. • Il rapporto tra le correnti non viene influenzato da eventuali fluttuazioni, dovute a disturbi o segnali sovrapposti a IC2; cioè agli effetti dinamici la maglia in cui circola IC2 ha impedenza elevatissima. • Tutte le relazioni valgono se β è elevato e uguale per tutti i transistor. Se ciò non vale, si usano altre soluzioni a + transistor. El. Ind. - 06/07 11 Trasferimento di potenza - 1 • In genere, i segnali che provengono da circuiti di condizionamento dei trasduttori dispongono di potenza molto limitata. • Peraltro, forti amplificazioni aumentano il livello di potenza, ma deteriorano in qualche modo la qualità della informazione (rumori e distorsione introdotti dai sistemi amplificatori). • Nel passaggio tra i circuiti di prelevamento a quelli di elaborazione dei segnali si dovrebbe avere la minore perdita di potenza possibile. El. Ind. - 06/07 12 Trasferimento di potenza - 2 • Nel trasferimento di potenza tra quadripoli, si ha il massimo trasferimento di potenza quando l’impedenza di uscita del circuito che eroga il segnale è uguale in modulo a quella di ingresso del circuito che lo riceve. • Se: Zo=Ro+jXo (impedenza di uscita del quadripolo che fornisce il segnale) e Zi=Ri+jXi (impedenza di ingresso del quadripolo che riceve il segnale) ⇒ si ha il max trasferimento di potenza se Ro=Ri e Xo=-Xi • Questo vale per stadi intermedi. Stadi in ingresso e uscita sono ottimizzati su altri parametri. El. Ind. - 06/07 13 Trasferimento di potenza - 3 • Tra il trasduttore e lo stadio che riceve il segnale (blocco di condizionamento) si privilegia il max trasferimento di tensione, si fa cioè in modo che lo stadio che riceve il segnale abbia impedenza molto elevata per non caricare il trasduttore. • Tra stadi finali e attuatore si cerca di evitare perdita di potenza sulla resistenza di uscita rendendo l’impedenza di uscita dello stadio finale pressoché nulla. El. Ind. - 06/07 14 Alterazioni dell’informazione: disturbi • Nel collegamento tra dispositivi, possono essere introdotti segnali spuri che rappresentano disturbi dell’informazione utile, oppure si possono avere alterazioni del segnale causate da distorsioni o instabilità. • Disturbi: sono tutti i segnali che si sovrappongono a quello utile in modo tale da provocare un deterioramento del rapporto segnale/disturbo S/N. • Le cause dei disturbi sono: – fenomeni elettromagnetici: lungo le linee di collegamento tra dispositivi diversi, ai segnali utili possono sovrapporsi segnali spuri a causa di accoppiamenti induttivi; – loop di massa. 15 El. Ind. - 06/07 Loop di massa - 1 • Talvolta l’esigenza di effettuare collegamenti nel rispetto della architettura imposta dai circuiti stampati porta a compiere percorsi complessi con i conduttori di massa. • Inoltre, i collegamenti di massa spesso si unificano e si ramificano nel rispetto delle esigenze di collocazione dei componenti sulla stessa scheda o si schede diverse. • Se le correnti circolanti in tali conduttori di massa divengono abbastanza elevate, non risulta più trascurabile la pur bassa resistenza di questi. • Insorgono nei diversi tratti delle cadute che determinano delle ddp che possono essere in fase o in opposizione di fase con il segnale. El. Ind. - 06/07 16 Loop di massa - 2 • Una soluzione può essere quella di portare separatamente ad un unico punto di massa tutti i conduttori di riferimento delle varie parti del sistema, ma non è sempre attuabile. • Il formarsi di loop di massa porta all’insorgere di reazioni positive o negative che divengono causa di disturbi o di instabilità. • Ci possono essere 2 situazioni: – effetto della caduta di massa; – effetto della resistenza dei conduttori. El. Ind. - 06/07 17 Effetto della caduta di massa • Ddp che si stabilisce fra 2 diversi punti, entrambi utilizzati come riferimento comune da un certo numero di parti circuitali. • Tra 2 punti di riferimento si stabilisce una ddp spuria. • Se il segnale deve passare da uno dei blocchi circuitali collegato al 1° riferimento ad uno collegato al 2° si forma un anello nel quale la ddp si somma al segnale utile, costituendo un disturbo. El. Ind. - 06/07 18 Effetto della resistenza dei conduttori di massa • • • • Disturbo derivante dall’uso di un solo conduttore di massa da più elementi circuitali. Allorché su un unico conduttore di massa circolano correnti che provengono da diverse parti circuitali, la resistenza del conduttore (anche se minima), genera una caduta su conduttore medesimo. A1 e A2 dovrebbero essere collegati in modo che il segnale di uscita del primo Vu1 coincida con il segnale di ingresso del secondo Vi2 (Vu1=Vi2). In realtà si ha Vi2=Vu1+RI. I è la corrente complessiva che attraversa il conduttore di massa (di resistenza R). RI è il segnale spurio. 19 El. Ind. - 06/07 Distorsione / attenuazione • Nei collegamenti tra sistemi, si possono originare distorsioni di frequenza o fase sul segnale, se questo ha frequenza tale da rendere non trascurabili gli effetti dei parametri distribuiti delle linee di collegamento. • Insorgono problemi di distorsione dovuta ai parametri reattivi distribuiti delle linee ad esempio nei collegamenti tra unità logiche quando la velocità di trasmissione diviene molto elevata. El. Ind. - 06/07 20 Instabilità • Si ha instabilità di un sistema quando si instaurano fenomeni di reazione positiva che riporta verso l’ingresso una parte del segnale di uscita, con fase tale da farlo sommare al segnale presente sull’ingresso stesso. • Nel collegamento tra circuiti elettronici possono insorgere fenomeni indesiderati di reazione positiva, con conseguente instabilità, per 3 cause fondamentali: – accoppiamenti induttivi tra parti circuitali interessate dallo stesso segnale; – ritorni di segnale attraverso l’alimentazione comune; – loop di massa. 21 El. Ind. - 06/07 Il loop di corrente • • • Su brevi e medie distanze si riescono a ridurre i disturbi di collegamento trasformando il segnale di tensione in segnale di corrente. Il collegamento a loop di corrente consente una buona immunizzazione ai disturbi, specie sulle brevi e medie distanze che possono esservi tra un trasduttore e il sistema che ne elabora il segnale, all’interno di un dispositivo o di una struttura industriale. Impone un collegamento bipolare tale da formare una maglia chiusa tra il sistema che fornisce il segnale la linea di trasmissione e il sistema che riceve il segnale. Questo evita problemi di loop di massa o di resistenza non trascurabile del conduttore comune in quanto non si ha, per il segnale, un conduttore accomunato ad altri. 4 20 mA V/I DAL TRASDUTTORE El. Ind. - 06/07 I/V Vu 22 Il loop di corrente: vantaggi • Funzione di trasferimento differenziale, quindi forte riduzione dei segnali di modo comune che costituiscono la maggior parte dei disturbi che alterano l’informazione lungo il collegamento. • Prevede che si operi con bassa resistenza d’ingresso dell’apparato ricevente; questo rende l’apparato + insensibile ai disturbi. In effetti, un segnale spurio deve essere caratterizzato da un livello non trascurabile di potenza per avere un effetto su un dispositivo a bassa impedenza; è noto peraltro che i disturbi sono in genere segnali con livelli di tensione apprezzabili, ma pressoché privi di potenza. 23 El. Ind. - 06/07 Il loop di corrente 4-20 mA • Collegamento in corrente di tipo analogico nel quale il livello di tensione che caratterizza l’informazione da trasmettere viene trasformato in una corrente che riproduce l’informazione variando tra un livello minimo pari a 4mA ad uno max di 20 mA. • Impiego tipico nei collegamenti tra i trasduttori e i relativi circuiti di utilizzo e di elaborazione del segnale nell’ambito dei controlli industriali. El. Ind. - 06/07 24 Il loop di corrente 4-20 mA: schema a blocchi • • • • Convertitore tensione/corrente. Linea bipolare che porta la corrente di segnale garantendo allo stesso tempo che i disturbi siano identici sui due conduttori, in modo da risultare segnali di modo comune eliminati in reiezione grazie all’elevato CMRR del ricevitore. Ricevitore costituito da un convertitore corrente/tensione. I vari blocchi sono realizzati con operazionali o con amplificatori per strumentazione (buona precisione ed elevato CMRR). L’operatore deve solo fare alcune operazioni di taratura. • • Ad es.: quando la ddp di IN è nulla il trasmettitore fornisce 4 mA. La taratura della max corrente di uscita (20 mA) viene effettuata regolando il guadagno dell’amplificatore per strumentazione tramite la variazione della resistenza di guadagno. La taratura è funzione del tipo di trasduttore impiegato. 25 El. Ind. - 06/07 Esempio • • Schema di completo di un sistema di rilevamento, condizionamento, trasmissione e ricezione, che impiega un trasduttore di temperatura (termoresistenza) e gli integrati. L’utilizzatore deve solo realizzare 1/2 ponte di inserzione della termoresistenza, perché può fare uso delle sorgenti di corrente interne messe a disposizione dall’integrato per sostituire le altre 2 resistenze del ponte. El. Ind. - 06/07 26 Trasferimento di segnali digitali • I sistemi di collegamento visti sinora, se applicati ad apparati in logica programmabile, o tra sistemi che si scambiano dati binari, sono paralleli. • Se due sistemi si devono scambiare un dato (costituito ad es. da una parola ad 8 bit), il collegamento avviene per mezzo di 8 conduttori. • Non ci sono difficoltà se le parti che scambiano dati sono sulla medesima scheda o comunque a distanza ravvicinata; rappresenta un grosso problema quando le distanze tra gli apparati sono dell’ordine di metri. 27 El. Ind. - 06/07 IEEE-488 • Gli standard per i collegamenti su piccole distanze tra un µP e una unità I/O definiscono le caratteristiche cui deve adeguarsi ogni sistema di collegamento parallelo per interfacciare dispositivi, anche se realizzati da costruttori diversi. • Il più diffuso: ANSI IEEE 488, oppure GP-IB, HP-IB, in particolare nella applicazione di µP a dispositivi automatici di misura. • E’ un interfaccia parallela tipo punto-multipunto atta al collegamento di apparecchiature elettroniche. • Lo standard indica le caratteristiche hardware del bus ed elenca una serie di funzioni di interfaccia che i costruttori devono seguire nella progettazione dei loro dispositivi affinché possano utilizzare tale interfaccia. El. Ind. - 06/07 28 Standard IEEE 488 • Vengono elencati tutti i comandi utilizzabili attraverso il bus per il controllo del sistema di interfaccia e la gestione della trasmissione dei dati. • Lo standard IEEE 488 tratta solamente le funzioni di interfaccia lasciando liberi i costruttori di implementare le funzioni proprie dei dispositivi a loro discrezione utilizzando un set di comandi per ognuno di essi. • Lo standard è stato poi ampliato trattando i protocolli per la comunicazione ad uso dei dispositivi e del controller, specificando il formato della trasmissione sul bus dei dati e cercando di uniformare la programmazione dei dispositivi suggerendo il set di comandi SCPI (Standard Commands for Programmable Instruments). 29 El. Ind. - 06/07 GP-IB: connettore • • • • Utilizza un connettore a 24 pin di tipo Amphenol (serie Cinch 57 Microribbon). 16 pin per le linee di segnale (8 dati + 3 di handshake + 5 di controllo dell’interfaccia e del bus). 8 pin per le linee di massa. Le linee di handshake e di controllo sono schermate dalle 8 linee di ritorno a massa. El. Ind. - 06/07 30 GP-IB: collegamenti • Connettore ermafrodita, cioè ogni estremità del cavo presenta un connettore maschio e uno femmina, consentendo di collegare gli strumenti in configurazione lineare o a stella. • Si possono inoltre installare più schede GP-IB sullo stesso calcolatore, ciascuna con un certo numero di dispositivi collegati. 31 El. Ind. - 06/07 GP-IB: vincoli • Prestazioni: velocità di trasferimento dei dati sul bus. • Lo standard IEEE 488 fornisce consigli sulla distanza fra dispositivi e sulla lunghezza dei cavi: – – – – distanza max di 4 metri tra un dispositivo e l’altro; distanza media di 2 metri sull’intero bus; lunghezza totale massima di 20 metri; # max di dispositivi collegati al bus:15, di cui almeno 2/3 autoalimentati. • L’interfaccia GP-IB utilizza livelli logici standard TTL in logica negata: – livello basso ≤ 0.8V (“1” logico); – livello alto ≥ 2V (“0” logico). El. Ind. - 06/07 32 Trasmissione parallela/seriale • Le difficoltà principali della trasmissione parallela sono: – esigenza di realizzare collegamenti con numerosi conduttori; – impossibilità di usare come supporto linee bifilari esistenti (es. linea telefonica); – effetti di ritardo causati dai parametri della linea tra fronti d’onda costituenti la medesima parola. • Una soluzione per il collegamento su distanze medie o lunghe è rappresentata dalla serializzazione che consiste nella trasformazione della parola binaria in una successione di bit distribuiti nel tempo e inviati su di una linea bifilare. 33 El. Ind. - 06/07 Trasmissione seriale - 1 • E’ necessario trasformare il dato parallelo in seriale nella trasmissione. • Nella ricezione occorre riconvertire la successione di bit in parole parallele. El. Ind. - 06/07 34 Trasmissione seriale - 2 • Il parametro fondamentale è rappresentato dalla “cadenza” temporale (ovvero la velocità) con la quale vengono inviati sulla linea seriale (bifilare) i bit della parola da trasmettere. • Il parametro è il BAUD RATE e indica il # di bit inviati in un secondo sulla linea di comunicazione seriale. • Un altro modo è il bps (bit per secondo). • I valori standard sono: 110, 150, 300, 600, 1200, 2400, 4800, 9600, 19200. • I più bassi per dispositivi lenti (telescriventi), quelli più alti per sistemi di elaborazione dati. 35 El. Ind. - 06/07 Trasmissione seriale - 3 • Il BAUD RATE equivale alla frequenza di clock del dispositivo che effettua la conversione parallelo/serie in trasmissione, ovvero quello del dispositivo che effettua la conversione opposta in ricezione. • Ad es. una trasmissione con baud rate 2400 viene pilotata con un clock a frequenza 2400 Hz. • La trasmissione seriale impone che il dispositivo trasmittente e quello ricevente siano esattamente sincronizzati, per individuare la parola trasmessa. El. Ind. - 06/07 36 Conversione parallelo/serie • I metodi di conversione possono essere sincroni o asincroni. • Le conversioni parallelo/serie e inversa possono essere realizzate in 3 modi: – mediante dispositivi elettronici discreti; – mediante circuiti integrati dedicati; – mediante µP, via software. • Anche in questo caso sono previsti degli standard: – loop di corrente 20mA; – RS232 (in 2 versioni B e C; C + usata). 37 El. Ind. - 06/07 Conversione parallelo/serie: standard • EIA RS-422: garantisce buona immunità ai disturbi raccolti lungo la linea che è bifilare intrecciata, e il sistema di ricezione ha ingresso differenziale. • EIA RS-423: trasmettitore single-ended e ricevitore differenziale che consente l’uso di conduttori coassiali a impedenza caratteristica 50Ω. Si può così aumentare la lunghezza dei collegamenti senza ridurre il baud rate. El. Ind. - 06/07 IN RX + TX OUT RS-422 IN - TX CAVO OUT RX + RS-423 38 RS-232 • • • • Lo standard RS-232 è una soluzione normalizzata EIA (Electronic Industries Association) per la trasmissione in modo seriale tra un sistema in logica programmata (CPU) e una periferica (I/O). La normalizzazione riguarda: – tipo di connettore; – livelli logici dei segnali; – requisiti di collegamento. Il connettore è di tipo D a vaschetta (DB-25). La funzione dei pin riportati in figura deve essere rispettata da tutti i costruttori che intendono adeguarsi alla normalizzazione. 39 El. Ind. - 06/07 RS232: connettori El. Ind. - 06/07 40 RS-232: livelli logici • • • • Al fine di ridurre gli effetti dei rumori, specie per distanze di collegamento superiori ai 10 metri, lo standard RS-232 prevede una modifica dei livelli di tensione del segnale logico rispetto allo standard TTL. La modifica dei livelli impone l’utilizzo dei traslatori di livello (circuiti integrati dedicati). Livello “0”: +3 ÷ +15V; valori tipici > 5V Livello “1”: -3 ÷ -15V; valori tipici < -5V 41 El. Ind. - 06/07 RS-232: requisiti elettrici • • • • Resistenza di carico della parte ricevente: 3kΩ < R < 7kΩ. Capacità di ingresso della parte ricevente: C< 2500pF. Massima velocità di trasmissione: 20Kbit/sec. Per lunghezze superiori ai 15 metri occorre far ricorso a un sistema di modulazione (modem) posto a ciascuna delle 2 estremità della linea di collegamento. El. Ind. - 06/07 42 Convertitore tensione/frequenza • VFC (Volt to Frequency Converters). • Sono piuttosto diffusi nell’acquisizione e trasmissione di frequenza. • Forniscono in uscita un treno di impulsi (o un’onda quadra) di frequenza proporzionale al valore della tensione applicata in ingresso. • L’intervallo di frequenza si estende di solito da pochi Hz a 10kHz, e per certi dispositivi da 0,1Hz a 100kHz. 43 El. Ind. - 06/07 Conversione AD mediante VFC - 1 • • Un segnale è prelevato direttamente dall’uscita di un trasduttore e viene amplificato e convertito in un treno di impulsi dal convertitore V/F posto nelle vicinanze del trasduttore stesso. Gli impulsi vengono inviati su un comune doppino telefonico ad un contatore a n bit che, abilitato a contare per un tempo prefissato T, alla fine del conteggio presenta valori proporzionali al segnale fornito dal trasduttore. FVC IN VFC Clock El. Ind. - 06/07 CONTATORE Uscite digitali 44 Conversione AD mediante VFC - 2 • Tecnica piuttosto lenta a causa dell’elevato valore dell’intervallo di conteggio T richiesto per ottenere una buona risoluzione. • Tuttavia, sia per il fatto che la conversione nei VFC è realizzata mediante integrazione sia perché il segnale analogico è sostanzialmente convertito in uno digitale modulato in frequenza, il sistema offre un’alta immunità al rumore. • Altra applicazione: il treno di impulsi viene inviato ad un convertitore frequenza tensione (FVC) che fornisce in uscita una tensione proporzionale alla frequenza degli impulsi di ingresso. Anche in ambiente rumoroso, il segnale analogico può essere trasmesso anche a distanze fino a 30 m, o anche fino ad alcune centinaia di metri se si utilizzano appropriati adattatori di linea. • Nel caso in cui siano presenti tensioni di modo comune rilevanti, l’uscita del VFC può essere prelevata mediante opportuno accoppiatore ottico, che trasferisce solo il segnale differenziale. 45 El. Ind. - 06/07 VFC: schema Ic= { Ii Ii-Io +V CB C Ii Comparatore Vo Vi - R + VT 1 a1 0 0 Vcc1 Vcc2 Monostabile b1 2 V s Q1 + Integratore -VREF B A S Io El. Ind. - 06/07 46 VFC: funzionamento -1 • La maggior parte dei VFC si basa sulla tecnica del bilanciamento di carica. • Si supponga che il commutatore S sia sulla posizione A e che il segnale di ingresso Vi sia costante e positivo. • Il condensatore C viene così percorso da una corrente di carica IC=Ii=Vi/R e l’uscita dell’integratore risulta essere una rampa negativa: vC = − Vi ⋅t RC • Quando vC scende al di sotto di -Vref, il comparatore commuta, portandosi a livello alto, e fa scattare il monostabile. 47 El. Ind. - 06/07 VFC: funzionamento -2 • L’impulso positivo generato dal monostabile, la cui durata TB dipende da CB, satura Q1, mandando l’uscita Vo allo stato basso. Lo stesso impulso commuta S nella posizione B. • Durante l’intervallo TB il condensatore è interessato da una corrente IC=Ii-Io. • Il generatore di corrente costante è realizzato in modo che Io sia sempre > della massima corrente applicabile, la corrente nel condensatore si inverte; C si scarica con corrente costante IC=Vi/R-Io e vC inizia a salire, facendo commutare il comparatore. • Il monostabile rimane nel suo stato quasi stabile per un intervallo TB fisso, durante il quale il condensatore continua a scaricarsi e vC a salire. El. Ind. - 06/07 48 VFC: funzionamento -3 Vi • Al termine dell’intervallo TB, il monostabile ritorna nello stato stabile, con l’uscita a livello basso. • L’uscita Vo del convertitore si porta allora al livello alto, mentre il commutatore S viene nuovamente posizionato su A. • Ha così inizio una nuova integrazione del segnale Vi. • Forme d’onda relative a 2 valori di Vi: V1 e V2. V2 V1 time time -Vref VT time TB VS time T1 T2 Vo time El. Ind. - 06/07 49 VFC: funzionamento - 4 • Si consideri Vi=V1. La quantità di carica ∆QA immagazzinata dal condensatore durante la carica e quella ∆QB sottratta durante la scarica valgono, rispettivamente: ∆QA=IiTA;∆QB=(Ii-Io)TB. • A regime, la rampa positiva e quella negativa di vC presentano escursioni identiche, ossia la carica accumulata da C durante TA viene restituita durante TB (bilanciamento di carica). • Ponendo ∆QA = -∆QB, si ricava: TA + TB = El. Ind. - 06/07 Vi I oTB RI oTB 1 = ⇒f = = Ii Vi TA + TB RI oTB 50 VFC: funzionamento - 5 • La frequenza del segnale di uscita è proporzionale a Vi. • Gli altri parametri sono Io (caratteristica propria di ciascun tipo di convertitore), R e CB (poiché CB influenza TB) che sono generalmente componenti esterni. • Il valore di C non influisce sulla frequenza, ma solo sull’ampiezza delle escursioni di vC. • Quando Vi aumenta passando al valore V2, essendo TB fisso, l’escursione positiva di vC diminuisce la corrente di scarica del condensatore; di conseguenza, quando S è in posizione A, la tensione -Vref viene raggiunta in un tempo TA minore. 51 El. Ind. - 06/07 Convertitore frequenza/tensione: schema vo Vi R CB C Comparatore + VT 1 a1 0 0 Vcc1 Vcc2 Monostabile b1 2 V s Q1 + Integratore -VREF B A S Io El. Ind. - 06/07 52 FVC: funzionamento - 1 • Quasi tutti i VFC possono, con opportuna circuiteria esterna, lavorare come FVC. • L’ingresso del comparatore, invece di essere collegato all’uscita dell’integratore, riceve il segnale Vi di frequenza variabile fi. • L’uscita dell’integratore costituisce ora il terminale di uscita. • Ogni volta che Vi scende al di sotto di -Vref, il comparatore commuta a livello alto, pilotando il monostabile. • L’impulso positivo del monostabile porta il commutatore S nella posizione B e lo mantiene per un tempo TB pari alla durata dell’impulso stesso. • Durante TB il condensatore C dell’integratore tende a caricarsi per effetto di Io. • Alla fine dell’impulso del monostabile, il commutatore viene portato in posizione A, cosicché il condensatore inizia a scaricarsi su R. 53 El. Ind. - 06/07 FVC: funzionamento - 2 • • • • • • A regime, il valor medio della corrente iniettata nel condensatore è uguale al valor medio della corrente di scarica, che ovviamente tramite R è proporzionale al valor medio della tensione vo sul condensatore. Pertanto, al variare della frequenza del segnale di ingresso, varia proporzionalmente la corrente media iniettata in C e quindi il valor medio della tensione di uscita. Si noti che Vi deve presentare escursioni di ampiezza compatibile con la tensione di riferimento -Vref. Inoltre, l’ingresso non invertente del comparatore deve rimanere al di sotto di -Vref per un tempo inferiore alla durata TB dell’impulso del monostabile. Infatti, se dopo il tempo TB l’uscita del comparatore fosse ancora alta, si potrebbe verificare un nuovo scatto del monostabile (errato). Per evitare questi inconvenienti, il segnale di ingresso, dopo essere stato eventualmente squadrato, viene applicato al FVC attraverso un circuito derivatore. El. Ind. - 06/07 54
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