SPECIALE 2014 estratto da dday.it Cielo trasmette n.85 / 3 MARZO 2014 Nikon D4s I protagonisti del Wearable device in chiaro 8 gare Svelata la nuova mercato ricordano Occhio ai di MotoGP 19 ammiraglia 24 Carlo Alberto Lasagna 38 “tecno-sfigati” Samsung Galaxy S5 Il design fa discutere Il Galaxy S5 è un affinamento dell’S4 con nuove funzionalità Deluso chi si aspettava uno smartphone “diverso” 02 Sony sorprende tutti con Xperia Z2 Imboccare la strada che porta dal tecno-chic, al nerd fino allo status “tecno-sfigato” è un attimo. Soprattutto quando i prodotti nascono senza un vero bisogno da soddisfare. È il caso, per esempio, della moda del momento, i cosiddetti “wearable device”, ovverosia i dispositivi indossabili. La stragrande maggioranza dei prodotti proposti in questa categoria non sostituiscono altri device ma si affiancano ad essi; e gli utenti non hanno voglia di mettersi addosso ulteriore tecnologia se non ne trovano un vantaggio sensibile. Prendiamo per esempio il capostipite della categoria, i Google Glass: oramai – ancor prima del lancio commerciale del prodotto – si sprecano i commenti negativi da parte di analisti, osservatori di mercato o semplici utenti. Tanto che andare in giro con i Google Glass oggi è - diciamolo – da “sfigati”; sfigati e anche un po’ impiccioni: un buon modo – insomma – per mettere a disagio i propri interlocutori se non addirittura farli scappare. Tanto che Google stessa ha dovuto correre ai ripari proponendo una serie di linee guida di “Glass-etiquette” con tanto di comportamenti consigliati e sconsigliati. Cosa ben diversa è quanto accade, per esempio, con il filone “sportivo” dei dispositivi indossabili: in questo settore esiste da sempre un bisogno specifico di tracciamento e da anni ci sono device dedicati, come per esempio gli orologi cardio-GPS per i runner o i cicloamatori. In questo settore la nuova sensoristica, più integrata e meno vorace di energia, è assolutamente vincente e la possibilità di essere connessi a internet in mobilità, facendo ponte sullo smartphone, ha aperto nuovi scenari di utilizzo e condivisione dei dati. Non è un caso che i device proposti anche all’ultimo CES o al Mobile World Congress che convincono sono legati allo sport; o almeno al fitness o al benessere, come i braccialetti di Sony e Samsung. Nessun appeal invece per i cosiddetti smartwatch, come il Samsung Gear, rinnovato malgrado il flop della prima edizione: si tratta di una categoria di prodotti che, almeno per il momento, non hanno un’anima, una vera destinazione d’uso e per il quali non sembra giunto il vero momento di successo. Agli uomini di marketing chiediamo di capire i bisogni degli utenti e quindi di trovare delle soluzioni; non di invertire il processo proponendo delle soluzioni per Al MWC Sony lancia un nuovo smartphone top di gamma e un tablet ultrasottile. Entrambi si chiamano Xperia Z2 04 06 bisogni che ancora non ci sono. E a proposito di uomini di marketing sicuramente capaci come quelli di Coca Cola, va segnalato un video diventato virale in questi giorni: si tratta del video di lancio di un prodotto totalmente immaginario, il Coca Cola Social Media Guard, un cono da mettere attorno al collo simile a quello per cani e gatti che non devono leccarsi le ferite dopo gli interventi chirurgici. Scopo: permettere alle persone di tornare a guardarsi in faccia e staccare lo sguardo dallo smartphone e dal proprio social network. Un video Nokia X, Lumia sposa Android Nokia plasma Android per farlo somigliare a Windows Phone e portare l’esperienza Lumia sotto i 100 euro esilarante che cattura immediatamente la simpatia dello spettatore facendo leva sulla sensibilità comune che inizia a relegare il “social-addicted” tra gli “sfigati”. Se Coca Cola imposta una promozione (riuscitissima) con un video di questo tipo è perché c’è un rischio vero di “strafare” con certa tecnologia, stimolando un vero e proprio rigetto. E buona parte della tecnologia indossabile vista alle fiere di questo 2014 ci sembra lanciata su questa strada. Gianfranco GIARDINA 27 In prova: Sony Xperia Z1 Compact 33 Lego Mindstorms Gioco da grandi? SPECIALE 2014 estratto da dday.it n.85 / 3 MARZO 2014 MOBILE Samsung ha aggiunto nuove funzionalità, l’S5 punta su fitness e sicurezza. Sarà in vendita ad aprile a 699 euro Samsung Galaxy S5: stessa forma, più sostanza Il design fa discutere, migliorano la connettività e la fotocamera, la scocca diventa waterproof di Paolo CENTOFANTI I Samsung non trascura, infine, l’aspetto fitness: Galaxy S5 include infatti un rilevatore di battito cardiaco abbinato alla nuova app S Health 3.0 per una gestione completa del programma di allenamento. Samsung Galaxy S5 arriverà ad aprile sul mercato. Design, sembra l’S4 Il Galaxy S5, almeno frotalmente non è molto diverso dal Galaxy S4 (o da un Galaxy Note 3 se per questo). Samsung ha deciso evidentemente che questo è il suo design distintivo e resta fedele ai canoni estetici dei modelli precedenti, fatta eccezione per la scocca posteriore che cambia ancora una volta. È questo paradossalmente l’elemento che sta facendo discutere maggiormente. La cover posteriore, infatti, è una rielaborazione di quanto visto sull’ultimo Note, una plastica che simula la pelle, qui non con le cuciture ma con una sorta di puntinatura e una colorazione che a seconda di come riflette la luce può sembrare anche quasi metallizzata. Le unità demo disponibili dopo l’evento erano tutte con cover nera o azzurra e nessuna di queste ci ha particolarmente colpito. Questione di gusti certo, ma il dubbio è che siano un po’ troppo sporchevoli come superfici. Vedremo. Sensori poco ergonomici Detto questo ciò che conta è il contenuto tecnologico. Qui c’è tanta carne al fuoco e Samsung si è concentrata su due aree specifiche: la fotocamera e la sensoristica. Solo il primo elemento è stato approfondito con dovizia di particolari durante la presentazione, mentre soprattutto per quanto riguarda il sensore di impronte digitali non c’è stato un vero e proprio approfondimento. In ogni caso nel nostro video nella pagina successivapotrete vedere la procedura per la registrazione dell’impronta. Per esprimerci sul funzionamento vero e proprio avremmo bisogno di ben più tempo a disposizione con un esemplare. In ogni caso sono segue a pagina 03 torna al sommario l Galaxy S5 è lo stesso smartphone visto nelle foto che circolavano già in rete. Non esiste un modello “Prime” con display 2K, mentre sono confermati i rumor che volevano la presenza di un sensore biometrico per l’accesso, il lettore di impronte digitali appunto, e la protezione a polvere e acqua con certificazione IP67. Samsung non punta a stupire per caratteristiche tecniche ma cerca, come ha dichiarato il presidente, di fornire alla gente quello di cui ha bisogno con un prodotto semplice, immediato e comunque innovativo. Galaxy S5 mantiene quasi la stessa linea del Galaxy S4, almeno sul frontale, anche se le dimensioni cambiano leggermente per un display da 5.1”, di poco più grande del modello precedente: Samsung sceglie ancora l’AMOLED e soprattutto non si spinge oltre il Full HD. La scocca è caratterizzata sul retro da un pattern perforato che richiama la pelle e il lusso, una finitura particolare che sarà disponibile in diversi colori, dall’oro al blu al classico bianco e nero. Come si era capito dal teaser e dallo sportellino nella parte bassa a coprire la porta USB, Samsung ha protetto il suo smartphone da polvere e acqua: la certificazione è la IP67, che non permette immersione prolungata ma che comunque dà sicurezza per l’uso di fianco a un lavandino o a una doccia. Nuova la fotocamera: il modulo da 16 Megapixel permette riprese in Ultra HD e HDR, il tutto con un nuovo sistema autofocus ibrido a controllo di fase velocissimo che assicura l’aggancio della scena in soli 0.3 secondi. Nuova anche la modalità Selective Focus, un algoritmo di defocusing che gestisce la profondità di campo in modo selettivo senza la necessità di una lente particolare. Rinnovato anche il comparto rete: Wi-Fi 802.11ac, LTE Cat 4 con supporto a tutte le bande e una nuova modalità Download Booster, che utilizza contemporaneamente Wi-Fi e LTE per raggiungere velocità di download elevatissime. SPECIALE 2014 estratto da dday.it n.85 / 3 MARZO 2014 MOBILE Samsung Galaxy S5 segue Da pagina 02 Super veloce In vendita ad aprile Stesso prezzo dell’S4: 699 euro Il Samsung Galaxy S5 arriverà in Italia ad aprile, presumibilmente tra la seconda e la terza settimana, a un prezzo di 699 euro, identico a quello del Galaxy S4. La notizia ci è stata confermata diret- Samsung Galaxy S5 Anteprima video tamente a Barcellona, confermando così il prezzo di pre-order di Amazon e smentendo le voci che vedevano il nuovo top di gamma Samsung posizionato ad un prezzo più basso rispetto a quello dello scorso anno. MOBILE Ad aprile Google terrà una conferenza per gli sviluppatori interessati a realizzare i moduli per l’ambizioso progetto Lo smartphone modulare in vendita già il prossimo anno Il primo prototipo è già funzionante, Google renderà disponibile il Module Developers kit ad aprile di Paolo CENTOFANTI oogle spinge l’acceleratore su Project Ara, lo sviluppo di uno smartphone completamente modulare, composto da blocchi per ciascuna funzionalità, che possono essere aggiornati man mano che la tecnologia progredisce. Si terrà, infatti, ad aprile il primo appuntamento in cui verrà reso disponibile l’MDK, il Module Developers Kit che consentirà a chi è interessato di creare moduli compatibili con il primo prototipo del dispositivo. Già, perché un G torna al sommario Lo smartphone è velocissimo e l’interfaccia ci è parsa davvero fluidissima e molto reattiva. Il processore è un quad core da 2,5 Ghz e la potenza si avverte letteralmente al tatto. Il display è ancora una volta un Super AMOLED con risoluzione Full HD che ci è parso di ottima qualità. Sia per quanto riguarda la velocità che la qualità dello schermo è difficile, però, avere la percezione di un deciso salto qualitativo rispetto all’S4. I miglioramenti, se ci sono, sono marginali. Il Galaxy S5 è dunque proprio questo, il raffinamento di un prodotto già maturo quale era l’S4. Sarà molto interessante provare sul campo quando arriverà sul mercato la nuova fotocamera, basata su un sensore da ben 16 Megapixel e soprattutto con un companion chip dedicato all’implementazione del nuovo sistema di autofocus ibrido a contrasto e controllo di fase. Samsung ha poi raccolto le critiche di chi trova la sua customizzazione di Android un po’ pasticciata e ha cominciato ad alleggerirne il design, aderendo ai canoni flat che vanno molto di moda oggi in più aree dell’interfaccia. Per molti si tratta solo di dettagli, ma nel complesso l’interfaccia appare un filo più leggera. state confermate tutte le indiscrezioni della vigilia, quindi riconoscimento a scansione e funzionalità di cartelle sicure per restringere l’accesso a dati o applicazioni. La memorizzazione dell’impronta è sufficientemente veloce come procedura, anche se la scansione del dito è meno immediata della semplice pressione dell’implementazione del Touch ID dell’iPhone 5S di Apple. A livello di ergonomia ci si sente un po’ più impacciati. Il sensore biometrico per il battito cardiaco è posto sul retro vicino al flash LED della fotocamera e il suo funzionamento è piuttosto semplice, anche se la posizione rende l’utilizzo dell’app un po’ goffo: girando lo schermo per premere il dito sul sensore si corre il rischio di premere altri tasti. Vedremo come sarà poi sfruttato a livello di applicazioni questo sensore. primo prototipo esiste ed è già funzionante e Google punta ad arrivare sul mercato con il primo prodotto commerciale già nel primo trimestre del 2015. Lo ha rivelato Time con un lungo articolo. Il team di Ara sta sviluppando tre telai per altrettanti tagli di smartphone, piccolo, medio e largo formato. Il telaio è essenzialmente la base su cui andranno installati i vari moduli e contiene unicamente la rete che permette ai vari componenti di comunicare e sarà l’unico elemento prodotto direttamente da Google. Tutti i componenti, dal display, al processore, passando per batteria, radio e fotocamera, saranno nella forma di moduli componibili. L’idea è che ciascun utente potrà scegliere quello di cui ha più bisogno. Attualmente tutto l’assemblato ha uno spessore di 10 mm, ma il team di Ara punta a riuscire a comprimerlo ulteriormente. I blocchi saranno fissati al telaio sul retro da magneti e sul frontale dai laccetti meccanici e potranno essere sbloccati utilizzando un’app di sistema: i blocchi saranno, infatti, scambiabili “a caldo” cioè a dispositivo acceso. SPECIALE 2014 estratto da dday.it n.85 / 3 MARZO 2014 MOBILE Ribattezzato l’anti-Galaxy, l’ Xperia Z2 è una delle stelle del MWC 2014. Sarà in vendita in Italia da aprile a 699 euro Sony Xperia Z2, la preview completa con video 4K Costruito con cura, elegante e con caratteristiche tecniche al top: Xperia Z2 lancia la sfida al Galaxy S5 di Roberto PEZZALI C’ torna al sommario è un nuovo top di gamma in casa Sony: a pochi mesi dal lancio dell’Xperia Z1, l’azienda si rimette in gioco con Z2, mettendo sul piatto tutte le sue tecnologie più avanzate per realizzare lo smartphone Android migliore di sempre. Xperia Z2 ha tutto: design timeless con frame in alluminio, pannello posteriore in vetro temperato, schermo da 5.2” Full HD inserito nello smartphone oltre a una serie di novità sul fronte audio e video. I punti di forza di Xperia Z2 sono fondamentalmente tre: sensore da 20 Megapixel stabilizzato SteadyShot con ripresa video 4K e slowmotion a 120 fps, pannello Triluminos Full HD “vero”, quindi non simulato come nei modelli precedenti e, per la prima volta, un sistema di riduzione del rumore attivo con auricolari speciali (in dotazione). “Con Xperia™ Z2 abbiamo portato Z, la nostra serie premium, a un livello più avanzato realizzando esperienze esclusive che solo Sony può offrire,” ha commentato Kunimasa Suzuki, Presidente e CEO di Sony Mobile Communications. “Abbiamo ridefinito ancora una volta lo smartphone partendo dalla fotocamera. Xperia™ Z2 è, infatti, dotato di uno strumento innovativo che permette di catturare ogni istante con un incredibile livello di dettaglio grazie alla ripresa video 4K e di utilizzare la fotocamera in molti modi diversi grazie alle esclusive app fotografiche Xperia™. Sony propone inoltre il meglio in fatto di qualità del suono. L’utente può infatti ascoltare la propria musica senza interruzioni anche in ambienti rumorosi grazie all’acclamata tecnologia digitale di eliminazione del rumore”. Xperia Z2 eredita dal modello precedente il corpo impermeabile e resistente, migliora il processore e aumenta la memoria: a bordo, infatti, troviamo il nuovo Snapdragon 801 da 2.3 Ghz con LTE integrato, 3 GB di RAM e una versione particolare di GPU Adreno 330 con un doppio ISP dedicato all’elaborazione fotografica e video. Anche per quanto riguarda l’audio, Xperia Z2 vanta una dotazione di alto livello, grazie all’utilizzo di un avanzato sistema per la cancellazione digitale dei rumori ambientali. Il sistema operativo è Android 4.4 KitKat, mentre la batteria, nonostante lo spessore di soli 8 mm, è da 3200 mAh e dovrebbe garantire una autonomia superiore alle 24 ore di utilizzo. Xperia Z2, stella del salone Sony Xperia Z2, insieme al Galaxy S5, è senza dubbio una delle novità del Mobile World Congress 2014 se guardiamo alla fascia alta del mercato. Sony stupisce tutti perché, a pochi mesi dall’IFA, dove ha lanciato lo Z1, ha presentato un prodotto che è a tutti gli effetti uno Z1 migliorato, cosa che potrebbe anche non piacere troppo a chi ha appena dato fiducia allo storico brand giapponese. Una mossa, quella di Sony, comunque necessaria per allinearsi al mercato: i produttori stanno scoprendo ora le proprie carte e finalmente Sony arriva sul mercato puntuale con uno smartphone perfetto dal punto di vista hardware e software. Costruito per durare nel tempo Sony ha lasciato “quasi” invariato il design: diciamo “quasi” perché ci sono piccole modifiche sostanziali, come la sparizione del gap tra vetro e cornice, che accumulava polvere, e delle fessure necessarie per eventuali riparazioni. Nonostante lo schermo da 5.2” Xperia Z2 si tiene tranquillamente con una sola mano, anche se la cornice non è così sottile come ci si aspettava. segue a pagina 05 SPECIALE 2014 estratto da dday.it n.85 / 3 MARZO 2014 MOBILE Sony Xperia Z2 segue Da pagina 04 Nella zona superiore, sopra l’auricolare, Sony ha inserito il richiestissimo led per le notifiche, mentre espansione micro SD, connessione MHL e micro SIM sono nascosti sotto i classici sportellini a tenuta stagna. La cornice è totalmente in alluminio, un blocco unico scavato sul quale viene applicato lo schermo da una parte e il vetro temperato dall’altro. Lo Z2 è abbastanza leggero per le sue dimensioni e la prima impressione, grazie anche al contatto un po’ “freddo”, è proprio quello di avere tra le mani un qualcosa di robusto, curato e durevole nel tempo. Rispetto allo Z1 Sony ha cambiato finalmente schermo: il nuovo LCD è un IPS retroilluminato a LED da 5.2” e crediamo che sia lo stesso eccellente display che equipaggia l’LG G2, con un angolo di visione eccezionale e una elevatissima sensibilità al tocco. Sony ha fatto anche uno scherzetto a LG, integrando la funzionalità di accensione con doppio tocco, esattamente come il Knock On di LG. Tra le altre novità dello Z2 segnaliamo la porta MHL 3.0 per il collegamento 4K ai TV predisposti, per la prima volta su uno smartphone, e un jack per gli auricolari multifunzionale, al quale può essere agganciato anche un microfono esterno di qualità per le riprese (opzionale). Non cambia il sensore fotografico, 1/2.3” da 20 Megapixel Exmor RS con stabilizzatore Steadyshot digitale: grazie al nuovo Snapdragon 801 Sony può spremere al meglio le funzionalità del suo smartphone abilitando la ripresa 4K e un numero maggiore di effetti in tempo reale. Rispetto al modello precedente ci sembra che la resa fotografica sia migliorata leggermente, anche grazie a una compressione dei file inferiore, ma i modelli che Sony ci ha fornito non erano assolutamente definitivi. Abbiamo scattato un paio di fotografie della fiera dall’alto, che potete scaricare selezionando i link foto 1 e foto 2. Per la parte video 4K non bisogna aspettarsi miracoli: si tratta di uno smartphone e il sensore è piccolo, dalla modalità “Hi-fidelity”, attivabile se si collega lo smartphone a un DAC USB esterno e lo si usa come riproduttore musicale. Nato per vincere la sfida con Samsung Con Z2, Sony ha fatto esattamente quello che tutti si aspettavano: creare un prodotto completo che ha tutto quello di cui si ha bisogno, e finalmente può davvero competere con Samsung nel segmento di fascia alta potendo vantare anche qualche plus come la certificazione IP68 contro IP67 di Samsung e la scocca in materiali nobili, vetro e alluminio. Sony Xperia Z2 sarà disponibile da inizio aprile in Italia a 699 euro, auricolari inclusi, nelle tre colorazioni bianco, nero e viola. Sony Xperia Z2 Video girato in 4K torna al sommario ma in ogni caso le immagini su un TV 4K fanno la loro bella figura. Migliore la qualità senza lo stabilizzatore Steadyshot (che per stabilizzare ritaglia e interpola), ma purtroppo nel nostro giro di prova siamo stati obbligati a tenerlo inserito. Nella nostra breve clip in 4K ripresa nei cieli sopra Barcellona con lo Z2 (vedi sotto), le condizioni di ripresa erano comunque molto difficili, soprattutto per la presenza del vetro tra noi e la scena da riprendere: va detto che in ogni caso dal file in 4K si ricava un ottimo Full HD. Notevole, invece, il reparto audio: gli auricolari con riduzione del rumore in dotazione con lo Z2 sono di eccellente qualità e il circuito digitale per annullare i rumori costanti di fondo funziona molto bene. Sullo smartphone sono presenti diversi profili d’utilizzo, dal treno all’aereo all’ufficio, e in tutte le situazioni la cancellazione acustica ci ha dato un’ottima impressione. Gli auricolari attivi Bose, provati su DDay qualche mese fa, offrivano forse una cancellazione leggermente più efficace ma non va dimenticato che il costo della soluzione Bose è di 300 euro circa, mentre in questo caso gli auricolari sono in dotazione con lo Z2. Che la parte audio riveste un ruolo importante per Sony lo si capisce anche Foto, video e audio al top SPECIALE 2014 estratto da dday.it n.85 / 3 MARZO 2014 MOBILE Presentata al MWC 2014 la gamma di smartphone Nokia X, basata su Android ma senza alcuna traccia di Google Frankenstein Nokia X, Android e Lumia insieme Prezzi economici, si parte da 89 euro. Le nostre prime impressioni sulla Nokia X Platform (video) di Paolo CENTOFANTI C NOKIA X / NOKIA X+ torna al sommario posteriore e ha un sensore da solo 3 Megapixel. Entrambi i modelli hanno poi 4 GB di memoria integrata. Il Nokia XL è il modello con schermo da 5 pollici con risoluzione sempre di 800x480 pixel. Le caratteristiche tecniche sono essenzialmente le stesse del Nokia X+ con la sola differenza della batteria che passa da 1500 mAh a 2000 mAh. Tutti i modelli saranno disponibili in versione dual SIM. Per quanto riguarda la strategia di Nokia per questi modelli, l’intenzione è quella di mantenere la gamma Nokia X nella fascia di prezzo sotto quella della gamma Lumia. Nei prossimi mesi la gamma Lumia verrà portata gradualmente su prezzi sempre inferiori e allo stesso modo scenderanno i prezzi dei Nokia X, che rimarranno sempre sotto i Lumia. La gamma Nokia X dà accesso a Skype, Outlook e One Drive e lo scopo è attirare nuovi utenti verso la piattaforma Microsoft, grazie alla compatibilità con le app NOKIA XL Android, caricabili in sideload o tramite lo store Nokia. Nessuno spazio per i servizi di Google, e Elop alla conferenza stampa ha fatto capire che le app Google potrebbero non essere del tutto compatibili con la nuova piattaforma, chiamata Nokia X Platform. Interfaccia fluida e reattiva Nokia X, Nokia X+ e Nokia XL (in realtà X e X+ sono praticamente identici fatta eccezione per il quantitativo di RAM) sono prodotti ben costruiti, economici, ma sufficientemente curati nel design rispetto alla media di smartphone che è possibile trovare in questa fascia di prezzo. L’attenzione qui è però tutta sulla novità costituita dalla piattaforma creata da Nokia, di fatto un vero e proprio fork di Android. Se vi capitasse in mano un Nokia X senza che nessuno vi dicesse che si tratta di uno smartphone Android, probabilmente non ve ne accorgereste nemmeno: del sistema operativo di Google, almeno dal punto di vista dell’esperienza utente, ci è rimasto proprio poco, forse giusto la struttura del menù di configurazione. Nonostante Nokia abbia modificato praticamente l’intera interfaccia grafica, donandole un aspetto che mutua tantissimo da Windows Phone, l’interfaccia è tutto sommato fluida e reattiva. Non ha la stessa fluidità dei terminali Windows Phone, ma rispetto ai feature phone della gamma Asha, qui siamo su tutto un altro pianeta. Nokia X è destinato agli utenti che vogliono di più di un semplice telefono, ma probabilsegue a pagina 07 ome lo scorso anno, anche l’edizione 2014 del MWC di Nokia è all’insegna del segmento più in forte crescita del mercato degli smartphone, quello dei Paesi emergenti e dei terminali di basso costo. Ecco allora il telefono da 29 euro, un nuovo Asha da 45 euro, ma soprattutto una nuova gamma di smartphone economici, Nokia X. Avete letto bene, una nuova gamma. Non è uno solo lo smartphone Android di cui erano uscite diverse indiscrezioni, ma ben tre: Nokia X, Nokia X+ e Nokia XL. Li ha presentati Stephen Elop che ha anche illustrato la strategia dietro a questa curiosa e inaspettata scelta. Innanzitutto, i nuovi smartphone Nokia X sono basati su Android, o meglio AOSP (Android Open Source Project), sono compatibili con app Android, ma del sistema operativo di Google mostrano ben poco. Si tratta di un vero e proprio fork come quello operato da Amazon con i Kindle Fire per intenderci: spariscono tutti i servizi Google e le sue app, rimpiazzate dai servizi cloud di Microsoft, da una nuova interfaccia grafica che sembra un misto tra quella degli Asha e di Windows Phone e il Play Store lascia il posto a quello di Nokia. Si scrive Android e si legge Lumia se ci concedete il giro di parole, che però descrive bene l’essenza dei Nokia X. Tre modelli abbiamo detto: Nokia X da 89 euro, Nokia X + da 99 euro e persino Nokia XL, con display da 5 pollici e un prezzo di listino da 109 euro (tutti prezzi IVA esclusa in realtà). I primi due offrono un display da 4 pollici con risoluzione 800x480 pixel e sono basati su processore Snapdragon S4 di Qualcomm, con 512 MByte di RAM per l’X e 768 MByte per l’X+. C’è tutto quello che ci si aspetta da uno smartphone, quindi Bluetooth, Wi-Fi 802.11n, HSPA, A-GPS, slot per schede microSD. La fotocamera è solo SPECIALE 2014 estratto da dday.it n.85 / 3 MARZO 2014 MOBILE Noxia X, prime impressioni segue Da pagina 06 Nokia X Anteprima video nante in questa fascia di prezzo anche in Italia. Nel complesso abbiamo trovato tutti e tre i prodotti della nuova gamma Nokia X ben pensati per il target di riferimento. Non sono chiaramente telefoni per smanettoni, ma sono semplici quanto basta per chi proviene da un feature phone e al tempo stesso hanno quasi tutta la versatilità di Android. Il sistema operativo sugli esemplari in fiera ci è sembrato abbastanza fluido e reattivo, anche se bisogna capire come si comporterà con più applicazioni installate e nell’uso quotidiano. MOBILE HTC approfitta della Mobile World Congress per presentare i Desire 816 e 610 HTC rinnova la sua gamma media Il Desire 816 sarà in vendita a 399 euro, per il Desire 610 bastano 299 euro S di Emanuele VILLA i sapeva e i fatti l’hanno confermato: il lancio del nuovo top di gamma HTC dovrà attendere un evento ad hoc che l’azienda sta organizzando proprio in questi giorni, ma il fatto che a Barcellona non sia presente un One 2 (o come si chiamerà) non significa che HTC non abbia portato qualche novità interessante. In particolare, i protagonisti del Mobile World Congress in casa HTC sono due terminali di fascia media, pensati per fornire il miglior hardware e software possibile all’interno dei 400 euro (al massimo) di listino. Desire 816 ha un design che ricorda la famiglia One e caratteristiche tecniche invitanti, tutto per 399 euro al pubblico: è un terminale di ampie dimensioni, ben 5,5’’ di diagonale con risoluzione HD (1280x720), gestito dallo Snapdragon 400 quad core da 1,6 GHz e da 1,5 GB di memoria RAM. La piattaforma è ovviamente Android con tutte le personalizzazioni HTC che confluiscono nell’interfaccia Sense, e con tanto torna al sommario di BlinkFeed come live stream di informazioni. Il telefono è LTE, ha 8 GB di memoria, slot micro SD per l’espansione della stessa, audio con doppio speaker frontale e amplificazione dedicata e doppia fotocamera da 13 Megapixel (f/2.2, sensore BSI) e 5 Megapixel frontale grandangolare con sensore BSI. Non mancano, ovviamente, il Bluetooth 4.0 e il Wi-Fi n, il tutto per 165 grammi di peso. Un gradino sotto, e ideale per chi pensa alla convenienza, è Desire 610, un telefono LTE da 4,7’’ per 299 euro di listino, con disponi- bilità italiana a partire da maggio. Il prezzo più basso rispetto a Desire 816 si rispecchia in caratteristiche di livello inferiore: il display è un 4,7’’ qHD, il processore è lo Snapdragon 400 da 1,2 GHz e la RAM è da 1 GB. Stessa piattaforma Android e stessa dotazione software, con HTC Sense e BlinkFeed, HTC BoomSound e HTC Sense Voice. Anche qui troviamo 8 GB di memoria di storage espandibili con micro SD, con in più una batteria da 2040 mAh e fotocamera principale da 8 Megapixel (f/2.4), mentre quella frontale è da 1.3 Megapixel. Ecco il nuovo HTC One Dopo le tante indiscrezioni e foto rubate, ora è il turno della prima foto promozionale “ufficiale” svelata dal sempre celere evleaks. Si tratta della versione con finitura dorata del nuovo smartphone di HTC, che dovrebbe essere svelato il prossimo 25 marzo in altre due colorazioni, argento e grigia. Altro dettaglio dell’ultima ora è il nome del dispositivo che a quanto pare rimarrà HTC One o, se preferite, il “nuovo HTC One”. Il nuovo smartphone dovrebbe sfoggiare un display Full HD da 5 pollici, processore Snapdragon 800 e, come si vede da questa e delle varie immagini uscite di recente, una doppia fotocamera posteriore. Il design per il resto segue la stessa impostazione del precedente HTC One. mente non sono interessati a un vero e proprio smartphone, anche se di fatto la versatilità è essenzialmente la stessa. La home screen è pensata per tenere ben in evidenza le funzioni base del telefono: chiamate, contatti, messaggi, posta elettronica, Internet. Subito dopo, con la configurazione di default, compaiono Skype e i social network, più Here, Nokia Mix Radio e via via le altre applicazioni. Secondo Nokia l’utente tipo di questo telefono non è quello che scarica decine di app ogni giorno, anche se questa possibilità non è negata. C’è il Nokia Store che dà la possibilità di scaricare app Android e di acquistarle anche utilizzando il credito telefonico e quindi senza bisogno di associare una carta di credito, fattore determi- SPECIALE 2014 estratto da dday.it n.85 / 3 MARZO 2014 MOBILE Huawei ha presentato i tablet MediaPad X1 e MediaPad M1, lo smartphone Asced G6 e un braccialetto smart Huawei presenta MediaPad X1, tablet ultralight Il MediaPad X1 è ben costruito e molto compatto, in anterprima le nostre prime impressioni (video) di Paolo CENTOFANTI D TALKBAND torna al sommario altro prodotto che vedremo tra poco. Altra caratteristica di rilievo è costituita dalla batteria: sarà anche il tablet più sottile, ma ha una batteria da ben 5000 mAh, abbastanza potente da caricare anche un altro smartphone collegato alla porta USB del tablet. Il sistema operativo dovrebbe essere Android 4.4, anche se le unità demo all’evento montavano ancora la 4.2. Il prezzo è di 399 euro per la versione da 16 GB di memoria, che per un tablet con LTE è un buon prezzo (l’iPad Mini 4G ne costa più di 500 di euro, mentre il Nexus 7 LTE costa 349 euro). Proprio perché parlare al telefono con un 7 pollici non è il massimo della comodità, Huawei ha presentato anche il TalkBand, prima sortita da parte di Huawei nel mondo delle tecnologie indossabili. Si tratta di un braccialetto smart, con display OLED, NFC, accelerometro, GPS e Blutooth 4.1 che ha una doppia funzione: monitorare i nostri movimenti con le app di fitness abbinate e, rimuovendo il dispositivo vero e proprio dal bracciale, funzionare da auricolare Bluetooth per le nostre conversazioni. Huawei, però, non ha rilasciato molte informazioni sulle sue funzionalità complete. L’altro tablet presentato da Huawei è il MediaPad M1 8.0, modello orientato alla riproduzione di file multimediali con un frontale, che questa volta, richiama fortemente nel design l’HTC One: anzi sembra proprio un HTC One formato gigante. Le caratteristiche tecniche parlano di display LCD IPS da 8 pollici con risoluzione di 1280x800 pixel e stesso processore HiSilicon 910 del MediaPad X1. È leggermente più spesso, 7,9 mm, ha una batteria da 4800 mAh e ue tablet, uno smartphone e un braccialetto smart, sono le novità presentate da Huawei a Barcellona. Parole d’ordine LTE, grande schermo e spessore ridotto al minimo. Questo vale soprattutto per la vera star dell’evento che è il MediaPad X1: il primo serio tentativo di Huawei di proporre un tablet che faccia parlare di sé, non a caso il CEO della divisione Consumer di Huawei, Richard Yu, lo ha confrontato con l’iPad Mini Retina e il Nexus 7, anche se il design, specie del frontale, ricorda fin troppo il primo. Si tratta di un tablet da 7 pollici, ma allo stesso tempo è più sottile di entrambi, appena 7,18 mm, e anche più leggero, con un peso di 239 grammi. Il display è un LCD LTPS da 1920x1200 pixel ed è contraddistinto da una cornice sottilissima, appena 2,99 mm, il che ha consentito in realtà di far sembrare il tablet molto più piccolo di quello che è in realtà. Anche perché Huawei ha posto l’accento sul fatto di come si tratti in realtà di un telefono a tutti gli effetti e, nonostante i 7 pollici dello schermo, riesca a entrare nelle tasche della giacca o dei pantaloni, come ha dimostrato lo stesso Richard Yu sul palco. Restiamo dell’opinione che telefonare con un dispositivo da 7 pollici sia un po’ troppo goffo, ma diamo credito a Yu di aver cercato di mostrare l’effettiva compattezza del dispositivo. Il tablet supporta le reti LTE grazie al nuovo chip HiSilicon Kirin 910, quad core da 1,6 GHz con integrato il supporto per il 4G. C’è la fotocamera posteriore da 13 Megapixel e soprattutto quella frontale da ben 5 Megapixel con obiettivo grandangolare, elemento, quest’ultimo, peculiare anche di un MEDIAPAD M1 8.0 ASCEND G6 sarà disponibile anche in versione LTE. Il prezzo è di 299 euro per la versione Wi-Fi. Sul versante smartphone, la novità è l’Ascend G6, che raccoglie un po’ l’eredità del P6, con un design simile e supporto per le reti LTE a 249 euro. Si segue a pagina 09 SPECIALE 2014 estratto da dday.it n.85 / 3 MARZO 2014 MOBILE Huawei MediaPad X1 segue Da pagina 08 Mediapad X1, Ben costruito e full optional ma non così economico torna al sommario Il primato di tablet più sottile è durato lo spazio di mezza giornata, ma MediaPad X1 di Huawei rimane comunque uno dei tablet più interessanti presentati al Mobile World Congress, anche perché si tratta del primo serio tentativo di confrontarsi con i grossi nomi in questo campo da parte del produttore cinese. MediaPad X1 da 7 pollici, che presenta un design forse non molto originale ma sicuramente curato. Il telaio è ad esempio in alluminio, mentre il resto della scocca è realizzato in policarbonato bianco ben rifinito. La cura nella costruzione si nota nei bordi ben levigati e nei raccordi sulla cornice all’inserto cromato che corre tutto intorno. Il tablet è leggerissimo oltre che sottile, ma nonostante ciò non si avvertono cedimenti e la sensazione è quella di un oggetto robusto. Per il display la scelta è ricaduta sulla tecnologia LCD LTPS (low temperature poly-silicon) che offre alcuni degli stessi vantaggi dell’IGZO: più risoluzione, meno ingombro del display, cornice ridotta e migliore apertura (più efficienza luminosa). Il risultato è un display da 7 pollici, con risoluzione di 1920x1200 pixel con bordi ridottissimi, con una cornice laterale di appena 2,99 mm, e un rapporto tra superficie del display e dell’intero dispositivo tra le più alte della categoria, ben l’80%. Ciò fa sì che nonostante le dimensioni dello schermo, il tablet appaia più piccolo di quello che è realmente, una sensazione ben avvertibile quando si tocca con mano il dispositivo. Nonostante ciò l’utilizzo come telefono rimane un po’ impacciato. Il display in fiera ci è parso molto luminoso e ben definito e con una convincente resa cromatica. All’interno Huawei ha optato come sui suoi smartphone per un processore fatto in casa, l’Hisilicon Kirin 910, processore quad core da 1.6 GHz, che da quel che abbiamo potuto vedere è in grado di offrire una buona fluidità dell’interfaccia a schermo. Le altre caratteristiche tecniche le abbiamo già viste alla presentazione: 2 GB di RAM, LTE cat.4, Bluetooth 4.0, batteria da 5000 mAh, fotocamera da 13 Megapixel e webcam frontale da ben 5 Megapixel. Unica caratteristica che manca all’appello sembra essere l’NFC. L’unità in fiera era basata su Android 4.2, con l’interfaccia proprietaria di Huawei denominata Emotion UI 2.0 che a nostro avviso rima- tratta di uno smartphone Android con display da 4,5 pollici con risoluzione di 960x540 pixel, fotocamera posteriore da 8 Megapixel, ma soprattutto fotocamera anteriore da 5 Megapixel e grandagolo da 22 mm. Si tratta di un telefono pensato per chi ama cimentarsi in creativi “selfie”, gli autoscatti fatti con lo smartphone. È basato su processore Qualcomm Snapdragon 400 quad core da 1,2 GHz, 1 GB di RAM ed è dotato anche di NFC, sarà disponibile in varie finiture metallizzate e colori pastello. ne un po’ il punto debole di questo e altri dispositivi del produttore. Per quanto riguarda la scelta dei colori e delle icone Huawei offre tantissimi temi tra cui scegliere, ma la cosa che ci convince meno sono i tasti funzione di Android a scomparsa che, vista pure l’assenza di tasti fisici, non ci pare esattamente la soluzione più pratica. Come l’Ascend Mate 2 presentato al CES 2014, anche in questo caso c’è volendo un’interfaccia semplificata che può ricordare quella Metro di Windows Phone, con un accesso rapido alle funzioni principali. Il prezzo di 399 euro lo rende più costoso del Nexus 7, forse il suo principale concorrente, ma è sicuramente un prodotto più sottile e leggero di quello di Google, anche se ha lo svantaggio di non poter contare sull’ultima versione di Android. Huawei MediaPad X1 Anteprima video SPECIALE 2014 estratto da dday.it n.85 / 3 MARZO 2014 MOBILE Al Mobile World Congress abbiamo potuto utilizzare brevemente l’LG G2 Mini LG G2 Mini: piccolo e promettente Non è una copia in piccolo del fratello maggiore G2 ma offre lo stesso feeling La seconda edizione del Grand Memo ha display da 6’’, è compatibile 4G e integra la nuova interfaccia MiFavor 2.3 di Roberto PEZZALI D torna al sommario di Roberto FAGGIANO lorazioni, ci sono piaciute le dimensioni ridotte nonostante lo schermo notevole, e abbiamo apprezzato la cover posteriore, removibile, che offre un grip e una sensazione al tatto davvero piacevole nonostante i materiali non siano quelli nobili che qualcuno poteva aspettarsi. LG non rinuncia ai tasti sul retro, anche se chi ha avuto tra le mani il G2 sa bene che la modalità preferita di sblocco è il doppio tocco sul display, il tipico Knock On. Una modalità questa che ora, al Mobile World Congress, si arricchisce di una seconda funzione più sicura, Knock Code: non serve più il doppio tocco ma una sequenza di tocchi scelta dall’utente, un giochino da fare a schermo spento per accendere e sbloccare il terminale. LG non ha comunicato il prezzo del G2 Mini, ma sarà molto interessante: la nostra sensazione è che possa costare tra i 299 euro e i 329 euro di listino, un prezzo giusto se conside- riamo che, comunque, è un terminale LTE con un ottimo display e che non ha però la dotazione hardware del G2 (ma le funzioni software si). Sul G2 Mini, oltre ad Android 4.4 Kit Kat, LG ha inserito un processore Snapdragon 400, 1 GB di RAM e una fotocamera da 8 Megapixel, ma non neghiamo che ci sarebbe piaciuto vedere in Italia la versione destinata ad altri paesi con Tegra 4i e fotocamera da 13 megapixel, equipaggiamento quest’ultimo forse più potente ma un po’ meno sicuro. LG G2 sarà in vendita, insieme alle sue custodie con “slot”, ad aprile. ZTE ha mostrato a Barcellona Grand Memo II LTE, phablet con display da 6 pollici e dal look ultraslim. Lo spessore è di appena 7,2 mm (161.5x83x7.2mm) e lo schermo occupa l’80% del pannello frontale, realizzato in Gorilla Glass 3 per la massima sicurezza. A livello tecnico, si tratta di un terminale con caratteristiche di livello medio/alto: un prodotto di ampie dimensioni capace di assicurare buone prestazioni e longevità. Il display è un 6’’ IPS con risoluzione HD, il SoC è il Qualcomm Snapdragon 400 e la RAM è da 2 GB, mentre come memoria di storage, ZTE ha optato per il taglio da 16 GB espandibile con micro SD. Il telefono è compatibile 4G e integra la nuova interfaccia del produttore cinese, MiFavor 2.3, su Android 4.4 KitKat; la fotocamera principale ha sensore BSI Sony da 13 Megapixel (F2.2) e quella frontale è da 5 Megapixel; buone notizie anche dalla batteria con capacità di 3.200 mAh, che il costruttore dichiara in grado di riprodurre filmati Full HD per 16 ore prima della ricarica. Il Gran Memo II LTE sarà distribuito da aprile in Cina e a seguire su tutti i mercati, Europa compresa. opo il Galaxy S4 Mini e l’Xperia Z1 Compact, anche LG ha la versione “ristretta” del tuo top di gamma, che risponde al nome di G2 Mini. LG non ha saputo resistere e ha lanciato il G2 Mini qualche giorno prima della data di inizio ufficiale della kermesse di Barcellona. Un mossa che probabilmente ha allontanato LG dal clamore degli annunci della fiera, ma ciò non toglie che l’azienda abbia portato in Spagna novità davvero interessanti, anche se allo stand tutti erano attratti dallo schermo curvo del G Flex, unico prodotto un po’ particolare e sopra le righe. È stato però il G2 Mini il vero protagonista. LG insiste con la stessa linea che ha caratterizzato il fratello maggiore, e anche in questo caso parte della bellezza dello smartphone è dovuta alla cornice quasi invisibile attorno allo schermo da 4.7”; ciò premette di avere, tra gli smartphone in commercio, il maggior rapporto schermo/dimensioni. LG G2 Mini, tranne i due piccoli spicchi superiore e inferiore, è quasi tutto schermo, e come nel caso del modello superiore il display è un brillantissimo IPS qHD da 960x540. Questa scelta ci fa però capire che G2 Mini non è un G2 “in piccolo”, ma un modello di fascia media che l’azienda ha integrato nella serie G più per funzionalità e design che per performance: non è paragonabile al G2, ma si usa e dà lo stesso feeling del G2. Di G2 Mini, disponibile in quattro co- Display 6’’ per lo ZTE Grand Memo II SPECIALE 2014 estratto da dday.it n.85 / 3 MARZO 2014 MOBILE Sony ha presentato al MWC 2014 un tablet waterproof, ultrasottile e leggerissimo Xperia Tablet Z2, il super tablet Sony Ha dotazione hardware da primo della classe, è disponibile da questo mese di Roberto PEZZALI S Archos ha presentato diverse novità tra cui il tablet Helium 4G con display da 8’’, LTE e Android 4.3. Sarà proposto in vendita al prezzo di 249 euro di Roberto PEZZALI sono necessari gli auricolari opzionali MDR-NC31EM. Sony assicura una riduzione dei rumori di fondo del 98%, tuttavia va considerata la spesa supplementare per gli auricolari. Interessanti gli accessori: oltre a una docking speaker bluetooth con caricabatteria magnetico, il tablet Z2 può trasformarsi in media center con un piccolo telecomando opzionale e, se collegato al controller DualShock 3, permet- te ovviamente di giocare grazie alla modalità Playstation già presente su altri prodotti Sony. Xperia Z2 Tablet arriverà a marzo 2014 in 2 varianti, bianco e nero. MOBILE Lenovo rinnova Yoga Tablet: nuovo processore e display 1920 x 1200 pixel Yoga Tablet 10 HD+, più potente e Full HD Sarà disponibile a partire dal mese aprile, negli USA costerà 399 dollari R di Emanuele VILLA icordate lo Yoga Tablet presentato qualche mese fa da Lenovo e provato su queste stesse pagine? L’azienda ha deciso di ripresentarlo a Barcellona in una versione “riveduta e corretta”, che mantiene la caratteristica di convenienza e vi aggiunge caratteristiche tecniche di profilo superiore. Per quanto concerne il look non cambia nulla e ritroviamo quel supporto posteriore ruotabile che rappresenta la principale caratteristica estetico/funzionale del prodotto, ma già il nome, Yoga Tablet 10 HD+, sta ad identificare un upgrade rispetto al quello precedente, che comunque resta in gamma. Il display è un ony lancia a Barcellona il tablet Z2, un modello super sottile e leggero che eredita parte delle funzionalità dello smartphone che porta il suo stesso nome. Tablet Z2 è impermeabile ed è il tablet più sottile (solo 6,4 mm) e leggero (solo 426 g per il modello Wi-Fi e 439 g per il modello LTE/3G) al mondo. Nonostante le dimensioni ridotte, Sony è riuscita ugualmente a inserire una batteria da 6000 mAh (10 ore di video Full HD, 100 ore di ascolto), un processore Snapdragon 801 e 3 GB di RAM. Rispetto allo smartphone manca il modulo fotografico stabilizzato da 20 Megapixel, ma ci si può comunque accontentare di un sensore Exmor RS con possibilità di scatto HDR e ripresa video Full HD. Tablet Z2 ha un display Full HD Live Colour LED da 10.1” e per la parte audio integra la stessa tecnologia di noise canceling digitale di Xperia Z2, anche se con il tablet torna al sommario Archos Helium 4G tablet 8’’ LTE da 249 euro 10’’ con risoluzione di 1920x1200 pixel, un passo in avanti netto rispetto ai 1280 x 800 della versione standard, e anche per quanto concerne il processore si passa da un MediaTek a un Qualcomm Snapdragon 400. Il sistema operativo è Android 4.3, la RAM da 2 GB e la memoria integrata da 16 o 32 GB, a seconda delle configurazioni: non manca una batteria da 9.000 mAh che, secondo le stime del produttore, dovrebbe garantire un’autonomia di 18 ore di utilizzo. Lenovo Yoga Tablet 10 HD+ misura 261x180x 3-8,1 mm, pesa 615 grammi e sarà disponibile in tutto il mondo a partire da aprile, il prezzo europeo non è stato ancora definito ma in USA costerà 399 dollari. A differenza dei mille leak del momento, Archos ha annunciato ufficialmente i suoi nuovi prodotti ancora prima del Mobile World Congress. Tra questi, il segmento dei tablet è “monopolizzato” dal modello 80 Helium 4G, pensato per il mercato europeo, che si aggiunge alla linea Helium 4G mostrata per la prima volta al CES di Las Vegas. La sua caratteristica principale, com’è facile intuire, è la connettività LTE Cat.4 (150 Mb/s), che si affianca a specifiche “standard” quali il display da 8’’ IPS da 1024x768 pixel, il processore Qualcomm MSM8926 Quad Core da 1.2 GHz, la GPU Adreno 305, 1 GB di RAM e 8 GB di storage, ovviamente con l’estensione micro SD. Non mancano elementi di base quali il Bluetooth 4.0, il Wi-Fi n, l’A-GPS e una batteria integrata da 3.500 mAh. Il sistema operativo è Android Jelly Bean 4.3, e il prezzo proposto da Archos è di 249 euro. SPECIALE 2014 estratto da dday.it n.85 / 3 MARZO 2014 MOBILE Samsung lancia due nuove versioni del suo smartwatch: via Galaxy dal nome Google Now Launcher solo Tizen al posto di Android, migliora la compatibilità con i device Samsung per i Nexus Gear atto secondo: Samsung ci riprova G ma crediamo che possano essere leggermente più bassi di quelli attuali: 199 euro per il modello senza fotocamera e 249 euro per quello con fotocamera. Google ha rilasciato sul Play Store il nuovo launcher di Android che aveva debuttato con il Nexus 5. A differenza di quanto ipotizzato precedentemente, Google ha deciso di rendere disponibile il Google Now Launcher unicamente per smartphone e tablet della gamma Nexus e per quelli di produttori terzi rilasciati come Google Play Edition, in pratica i soli dispositivi con Android 4.4 KitKat in versione “stock”. Come abbiamo verificato, il launcher funziona anche su dispositivi con Android Jelly Bean come versione di Android, a patto di caricarlo in sideload tramite una scheda SD e procurandosi per vie “alternative” l’apk. Al momento Google non ha rilasciato informazioni su un eventuale rilascio anche per altri dispositivi Android. MOBILE Samsung a Barcellona ha presentato il Gear Fit, uno smartwatch tutto diverso: più piccolo, leggero e bello Gear Fit, lo smartwatch Samsung pensato per il fitness Basato su Tizen, ha poche funzioni e uno splendido display OLED. Incognite prezzo e compatibilità S di Paolo CENTOFANTI amsung a Barcellona ha presentao anche l’interessante Gear Fit, uno smartwatch che è più un braccialetto, semplice e con poche utili funzioni, per lo più declinate al fitness. Non si tratta di un concept del tutto originale: Gear Fit è un po’ Fitbit, un po’ Nike Fuelband, ma se vogliamo ancora di più la risposta al Life Band Touch di LG. A livello di funzionalità siamo da quelle parti: Gear Fit si collega in Bluetooth 4.0 LE allo smartphone (rigorosamente della gamma Galaxy di Samsung) ed è dotato di accelerometro, giroscopio e di sensore che misura il battito cardiaco attraverso la pelle del polso. Come i nuovi Gear 2, anche il Fit è basato su Tizen e non su Android. In questo modo il dispositivo può essere utilizzato in abbinamento a delle app per tenere traccia dell’attività fisica svolta, della qualità del sonno e del ear 2 e Gear 2 Neo sono i due nuovi smartwatch Samsung. L’azienda coreana, quindi, agli smartwatch ci crede ancora e, per dimostrarlo, ha lavorato per risolvere i problemi denunciati dai primi acquirenti del Galaxy Gear: compatibilità e autonomia. Gear 2 e Gear 2 Neo, come si evince dalla mancanza del brand “Galaxy” nel nome, perdono Android. Il sistema operativo di Google, troppo dispendioso in termini di risorse per la scarsa ottimizzazione con l’hardware è stato sostituito da Tizen, una versione che Samsung ha cucito su misura sul nuovo processore dual core da 1 GHz che ha sostituito il piccolo SoC da 800 MHz single core del primo Galaxy Gear. Il passaggio a Tizen migliora in modo considerevole la compatibilità con altri dispositivi Samsung, anche se al momento non sembra che i nuovi Gear 2 possano garantire la compatibilità con ogni smartphone e tablet Android 4.0, come lo Smartwatch 2 di Sony. I due nuovi modelli differiscono per l’assenza nel Neo della fotocamera per foto e video, fotocamera che è comunque stata spostata dal cinturino al quadrante. Una scelta che permette anche di sostituire il cinturino, personalizzando lo smartwatch. Gear 2 e Gear 2 Neo avranno una nuova suite si applicazioni a bordo, un player MP3 stand alone e un rilevatore di battito cardiaco. Samsung non ha rilasciato i prezzi, torna al sommario nostro stato di forma. Non mancano funzionalità come il classico orologio o il controllo del lettore multimediale, anche se forse l’aspetto più interessante nell’abbinamento allo smartphone è la visualizzazione delle notifiche del telefono sul braccialetto. L’elemento che più rende diverso il Gear Fit è lo splendido display Super AMOLED a colori da 1,84 pollici flessibile, utilizzato finalmente con una bella e, soprattutto, semplice interfaccia. Anche in questo caso niente di rivoluzionario, ma il mix e il bilanciamento sono quelli giusti. Gear Fit è certificato IP67 per l’impermeabilità, mentre la batteria dovrebbe garantire un’autonomia di circa 4 giorni. Gear Fit dovrebbe essere disponibile a partire dall’11 aprile, ma la vera incognita è il prezzo. Anche la compatibilità è al momento non meglio precisata. Durante l’evento di presentazione si è parlato di supporto per una ventina di modelli di smartphone Galaxy, di certo si tratta di un prodotto pensato per lavorare in simbiosi con l’app S Health di Samsung. Sarà interessante inoltre capire come l’appena annunciata SDK per aprire la gamma Gear agli sviluppatori di terze parti potrà ampliare il supporto anche al nuovo Gear Fit. Samsung Gear Fit Anteprima video di Roberto PEZZALI SPECIALE 2014 n.85 / 3 MARZO 2014 MOBILE HP al MWC 2014 ha annunciato un PC touch convertibile e due tablet Android HP lancia un PC a 360° e i tablet dual SIM Lo schermo da 11,6”del Pavillion x360 ruota e permette un utilizzo stile tablet di Giuseppe LANDOLFI H HP ha inoltre ampliato la sua offerta di tablet Android con i modelli HP Slate6 VoiceTab da 6 pollici di diagonale e HP Slate7 VoiceTab da 7 pollici di diagonale, dal design familiare. Entrambi montano un processore quad-core (non meglio specificato) e sono dotati della funzionalità 2G/3G Dual SIM Dual Standby, altoparlanti stereo frontali, pannello IPS, due webcam HD (anteriore da 2 megapixel e posteriore da 5 megapixel) e slot per schede microSD. L’HP Slate6 VoiceTab ha una risoluzione pari a 720 ×1280 pixel e Android 4.2.2. Il suo prezzo dovrebbe aggirarsi intorno ai 249 euro. Entrambi i modelli saranno disponibili in Italia a giugno, nella colorazione silver con la possibilità di scegliere tra altri cinque colori per la cover posteriore antigraffio, disponibile come accessorio autonomo in bianco neve, viola fluorescente, blu mare, porpora fluorescente e verde prato. MOBILE Panasonic arricchisce la gamma di Toughpad professionali con un device rugged Da Panasonic, un “mini” Toughpad da 5’’ Toughpad 5 sarà disponibile con Windows Embedded 8 Handheld o Android P di Paolo CENTOFANTI anasonic ha anticipato al Mobile World Congress la nuova gamma di Toughpad, che sarà disponibile dall’autunno 2014, presentando il Toughpad rugged da 5 pollici. Il nuovo device è stato progettato per tutti i mobile worker che hanno bisogno di un dispositivo in grado di gestire voce e dati ovunque, anche in ambienti difficili, come ad esempio i servizi di emergenza, la logistica, gli stabilimenti industriali. Il Toughpad 5”, che sarà disponibile con sistema operativo Microsoft Windows Embedded 8 Handheld o Android, garantisce la più lunga durata della batteria oggi disponibile sul mercato, con funzionalità hot swap e di ricarica rapida, per con- ewlett Packard ha annunciato al Mobile World Congress, HP Pavilion x360, un PC touch convertibile con sistema di rotazione a 360 gradi, già visto sull’IdeaPad Yoga di Lenovo, che permette agli utenti di passare facilmente dalla modalità notebook, alla modalità stand o “a tenda”, fino alla modalità tablet e viceversa. Pavilion x360 ha un display multitouch a 10 punti di contatto da 11,6 pollici con risoluzione di 1.366x 768 pixel, processore Intel Pentium BayTrail N3520, 4 GB di memoria RAM e disco fisso da 500 GB e 5.400 RPM; due altoparlanti Beats Audio, tre connettori USB (di cui uno è 3.0) e uscita video HDMI. Pesa 1,4 Kg ed è spesso 2,2 centimetri, mentre l’autonomia dichiarata è di circa 4 ore. Il sistema operativo è Windows 8.1. Pavilion x360 è disponibile a partire da 399 euro, in due colorazioni: rosso brillante e grigio fumo. torna al sommario sentire agli utenti di non interrompere mai il lavoro. Il touchscreen è abilitato all’uso con guanti e il display è progettato per garantire massima visibilità anche all’esterno. Inoltre, Toughpad 5” dispone di fotocamera ad alta risoluzione e lettore di codici a barre integrati. Grazie alla tecnologia Panasonic di riduzione del rumore, la comunicazione ha una qualità cristallina anche in zone pervase da forti rumori generati da macchinari. In linea con la gamma Panasonic Toughpad e Toughbook, il nuovo device è costruito con gli stessi parametri rugged di resistenza a urti, cadute, temperature estreme, acqua e protezione dalla polvere e pone nuovi standard per il settore dei dispositivi tablet, nei livelli di protezione da cadute e ingressi dall’esterno. Il Toughpad 5’’ consente l’aggiunta di periferiche tramite viti di fissaggio o attraverso la porta micro USB interna; disponibili, infine, specifici accessori opzionali come cinghie a mano e custodie che lo trasformano in una soluzione PC indossabile. Nokia Asha 230 e 220 smartphone da 29 euro Nokia punta al mercato degli entry level con due modelli molto economici Piccoli guadagni ma grandissimi numeri di Roberto FAGGIANO estratto da dday.it I nuovi Nokia Asha 230 (45 euro) e 220 (29 euro) si apprestano a invedere i mercati mondiali, ideali per chi non può spendere di più ma non vuole rinunciare ai social network e alla navigazione web. L’Asha 230 ha uno schermo touch da 2,8” e app precaricate per i social network, oltre a un browser web semplificato, slot per scheda Micro SD, Bluetooth 3.0 e fotocamera da 1,3 MP. Il peso è ridotto a 89 grammi mentre la batteria dichiara un’autonomia fino a 33 giorni in attesa e 11 ore in conversazione, oppure 40 ore per la riproduzione musicale. La finitura è disponibile in diversi vivaci colori. L’ultra economico 220 riprende la classica tastiera numerica ma ha comunque le app precaricate per Facebook e Twitter, la fotocamera da 2 MP, Bluetooth 2.1 (non per trasmissione audio), riproduttore MP3, radio FM, slot per card MicroSD e sei giochi precaricati. La batteria ha autonomia per 29 giorni in attesa e 13 ore in conversazione. Il peso è di 83 grammi e la finitura è in cinque diversi colori. SPECIALE 2014 n.85 / 3 MARZO 2014 MOBILE Al Mobile World Congress Microsoft annuncia l’arrivo di Windows Phone 8.1 Windows Phone 8.1 dice addio ai tasti Microsoft cerca così di “rubare” importanti fette di mercato ad Android di Roberto PEZZALI W Può immagazzinare 16 ore di video Full HD, 7500 canzoni e 3200 foto. Disponibile a 150 euro di Giuseppe LANDOLFI tphone Windows Phone 8, senza limiti e problemi come nel caso del passaggio dal 7.5 all’8.0, impossibile per certi terminali. Tra i produttori di smartphone Windows Phone 8.1 ci saranno i soliti Nokia, Huawei, Samsung, HTC, Lenovo e ZTE, e a questi si aggiunge anche LG. Manca invece Sony, che era dato come uno dei nuovi partner di Microsoft. MOBILE Dopo iOS e Android, BB Messenger arriva anche su Windows Phone e Nokia X BBM anche per Nokia X e Windows Phone Il servizio di messaging punta a divenire protagonista nel settore business di Paolo CENTOFANTI B lackBerry era presente a Barcellona con diverse novità legate ai propri prodotti e servizi. Sul versante dei telefoni le novità più corpose sono BlackBerry Z3 e Q20: il primo è dedicato al solo mercato indonesiano, mentre il secondo, che si pone come il miglior top di gamma di sempre con tastiera qwerty, vedrà la luce solo nella seconda parte dell’anno. Al momento, si sa solo che il design verrà rinnovato e che sarà un modello Premium, che l’autonomia sarà senza precedenti e che il display sarà un ampio (per essere dotato di tastiera fisica) 3,5’’. La notizia che invece ha fatto il giro indows Phone 8.1 arriverà in primavera e porterà interessanti novità. Pochi punti, ma importanti per migliorare ancora un marketshare che sta premiando la tenacia dell’azienda di Redmond: con Windows Phone 8.1 Microsoft spera di rubare quote di mercato ad Android nella fascia bassa di mercato, non a caso la novità più importante è la sparizione dell’obbligo dei tre tasti hardware sui terminali. Windows Phone 8.1 gestirà infatti tasti software, una soluzione questa che, come ricorda lo stesso Joe Belfiore, responsabile dello sviluppo di Windows Phone, permetterà ai produttori di smartphone Android di passare a Windows senza dover modificare il design. Il passaggio a Windows Phone è agevolato anche dall’ampliamento del supporto ai SoC disponibili sul mercato: la versione 8.1 supporterà anche Snapdragon 200, 400 e 400 LTE, mentre ancora manca il supporto ai chip Mediatek. Microsoft guarda con forte interesse ai paesi in via di sviluppo: Windows Phone 8.1 supporta nativamente il Dual SIM, funzione questa molto richiesta in certi paesi e, sopratutto permetterà di installare le apps sulla scheda SD, feature che consentirà ai produttori di rilasciare smartphone con poca memoria a bordo tenendo così il prezzo di ingresso ancora più basso. Una nota infine sugli aggiornamenti: Windows Phone 8.1 sarà disponibile per tutti coloro che hanno uno smar- torna al sommario del mondo è l’estensione di BBM, il noto servizio di messaging mobile di casa BlackBerry, alle piattaforme Windows Phone e Nokia X. Dopo la pubblicazione dell’app negli store Apple e Android, BBM diventa di fatto disponibile per tutto (o quasi) il mercato mobile mondiale e punta a conquistare una fetta importante nel settore business. In questo Da SanDisk la prima microSD da 128GB modo, gli utenti Windows Phone potranno accedere all’intera suite di servizi BBM: BBM Chat, BBM Groups, BBM Voice, BBM Channels e One Click Sharing. La disponibilità nello store di Windows Phone è prevista per quest’estate, nel Nokia Store BBM sarà disponibile con l’inaugurazione della piattaforma Nokia X. Al Mobile World Congress, SanDisk ha annunciato la Ultra microSDXC UHS-I da 128 GB, scheda di memoria microSD più capiente al mondo. È stata costruita con una tecnica innovativa che permette a 16-die di memoria di essere ordinati verticalmente, ciascuno dei quali più sottile di un capello. Oltre a fornire un’elevata capacità, la scheda è in grado trasferire file ad una velocità doppia rispetto ad una normale microSD3 grazie alle specifiche “Class 10” e consente le più elevate prestazioni in ambito di registrazione video. SanDisk ha reso inoltre disponibile sul Play Store, Memory Zone, un’app (ancora in versione beta) per gestire lo spazio sulla scheda ed effettuare un backup di tutti i dati del telefono e sta rilasciando OptiMem, una nuova funzionalità che permetterà agli utenti Android di aumentare la memoria interna del dispositivo, trasferendo i dati meno utilizzati come vecchie foto e video sulla microSD. Le nuove schede di memoria SanDisk Ultra microSDXC saranno disponibili nei tagli da 8 a 128GB con prezzi consigliati da 29,99$ a 199,99$ (149,50€ in Italia). estratto da dday.it SPECIALE 2014 estratto da dday.it n.85 / 3 MARZO 2014 MOBILE A Barcellona presentata una nuova versione dello smartphone dual screen YotaPhone, il dual screen ora è tutto touch Sul retro YotaPhone ha uno schermo touch e-ink che consuma pochissimo Tre modelli, L90, L70 e L40, pensati per garantire l’esperienza d’uso di Android 4.4 a un prezzo accessibile di Paolo CENTOFANTI Y di Emanuele VILLA proprie e non solo come un display “passivo”. Il display posteriore, “always-on” come lo definisce Yota Devices, ha una diagonale di 4,7 pollici e una rispettabile risoluzione di 960x540 pixel, con touchscreen capacitivo. Dall’altro lato il nuovo YotaPhone è invece dotato di display OLED da 5 pollici con risoluzione full HD, e presenta caratteristiche da vero top di gamma: processore Qualcomm Snapdragon 800, 2 GB di RAM, 32 GB di memoria storage, sistema operativo Android 4.4 con interfaccia stock, Bluetooth 4.0, WiFi 802.11ac, GPS, Glonass, NFC, USB 3.0, LTE e una capiente batteria da 2550 mAh. Non c’è ancora un prezzo, ma Yota Devices conta di portare il nuovo modello in 20 paesi dell’area EMEA entro la fine del 2014. MOBILE Tra le novità presentate al MWC da Acer ci sono due smartphone low cost Acer rinnova i low-cost con Liquid E3 e Z4 I nuovi Liquid hanno prestazioni e prezzi interessanti, si parte da 99 euro A di Paolo CENTOFANTI cer rinnova la gamma smartphone entry level con due innesti, entrambi sotto i 200 euro di listino: Liquid E3 e Liquid Z4, entrambi basati su Android 4.2.2. Liquid E3 costerà 199 euro di listino e offre caratteristiche interessanti, soprattutto il display a risoluzione HD (1280x720), per nulla scontato in questa fascia di prezzo, mentre il resto delle specifiche è decisamente più comune: SoC MediaTek Quad Core da 1.2 GHz, 1 GB di RAM e 4 GB di storage, ovviamente espandibili tramite micro SD. Interessante invece il comparto fotografico: nonostante Acer non fornisca dettagli particolari torna al sommario su sensore e ottica, la fotocamera principale è da 13 megapixel con flash LED, mentre la fotocamera frontale è da 2 megapixel, anch’essa corredata con flash LED. Il sistema operativo, come anticipato, è Android 4.2.2, sul quale Acer è intervenuta in modo molto marginale, mantenendo così un’esperienza d’uso sostanzialmente “stock”. Da notare, cosa interessante, che c’è un pulsante fisico sulla cover posteriore dell’apparecchio, da usare per operazioni di routine come accendere il telefono, avviare la fotocamera, rispondere a una chiamata ecc. A 99 euro di listino, invece, Acer ACER LIQUID E3 posiziona Liquid Z4, un entry level per definizione: look analogo al precedente, ma qui troviamo un display da 4’’ con risoluzione di 800 x 480 pixel, un processore MediaTek Dual Core da 1.3 GHz, i “soliti” 4 GB di storage espandibili e 512 MB di RAM, con fotocamera da 5 mpixel posteriore. LG anticipa di qualche giorno il Mobile World Congress presentando i nuovi terminali di fascia bassa, ovvero la serie L III composta da altrettanti modelli, L90, L70 e L40. Tutti i telefoni della serie L III sono rivolti a garantire una buona esperienza d’uso con Android 4.4 ma a un prezzo che, pur ancora non comunicato, sarà sicuramente accessibile. Il modello più alto in gamma è L90, con processore quad core da 1.2 GHz, 1 GB di RAM e 8 GB di memoria integrata, mentre il display è un IPS da 4,7’’ qHD (960x540 pixel), la fotocamera da 8 megapixel e la batteria da 2.540 mAh. L70 ha invece processore dual core (sempre da 1.2 GHz), 1 GB di RAM e storage da 4 GB, mentre il display è un 4,5’’ da 800 x 400 pixel e la fotocamera è da 5 mpixel. La batteria è da 2.100 mAh. Infine, il modello L40, un telefono con caratteristiche tecniche del tutto basic: display da 3,5’’ con risoluzione di 480 x 320 pixel, CPU dual core da 1.2 GHz, 512 MB di RAM e taglio di 4 GB di storage, con batteria da 1.700 mAh, un terminale evidentemente pensato per chi ha ancora un cellulare e vuole passare a uno smartphone di ultima generazione spendendo il meno possibile. ota Devices ha portato a Barcellona la nuova versione dello YotaPhone, dispostivo davvero particolare, che si fa ancora più interessante. L’idea è quella di creare uno smartphone con doppio display: da una parte il tradizionale schermo multi-touch che siamo abituati a trovare su qualsiasi telefono, sul retro un display in tecnologia e-ink. Il motivo? L’inchiostro elettronico può stare sempre acceso, consuma pochissima energia ed è più indicato per la lettura di lunghi documenti e, naturalmente, libri. Il nuovo modello presentato qui a Barcellona presenta miglioramenti nel design - nella sua semplicità è davvero bello - e soprattutto nello schermo e-ink, che è ora completamente touch-screen e che permette di interagire con notifiche, ma anche di funzionare con le app vere e L III è la nuova serie entry level LG SPECIALE 2014 n.85 / 3 MARZO 2014 MOBILE Lenovo porta a Barcellona gli smartphone serie S, denominati S860, S850 e S660 Autonomia “infinita” per i Lenovo serie S L’S860 ha una super batteria da 4.000 mAh e può ricaricare altri dispositivi S di Roberto FAGGIANO martphone con caratteristiche interessanti a prezzi convenienti, ecco i nuovi Serie S di Lenovo presentati a Barcellona. Si chiamano S860, S850 e S660 con prezzi rispettivi (al momento solo in dollari) di $349, $269 e $229, con consegne previste a partire da giugno. In comune i nuovi smartphone hanno un processore MediaTek quad core a 1,3 GHz. L’S860 è il modello per l’utente più evoluto, pronto all’impiego quo- LENOVO S660 tidiano intenso con corpo metallico, schermo da 5,3’’ con risoluzione HD (1280 x 720), fotocamera principale da 8 Mpixel (frontale da 1.3 Mpixel), 2 GB di RAM e 16 GB di spazio di archiviazione, il tutto su Android 4.2. La cosa più interessante resta comunque la batteria da 4.000 mAh che, secondo le indicazioni del produttore è in grado di reggere un’intera giornata in conversazione su 3G (24 ore) o 40 giorni di stand by; la batteria può anche ricaricare altri dispositivi in caso di emergenza tramite cavetto micro USB. Il modello S850 è invece indirizzato a un utente meno esigente, viene privilegiata la doppia fotocamera che ha un sensore principale da 13 Mpixel e quello frontale da 5 Mpixel. La memoria interna è da 16 GB con RAM da 1 GB. Molto elegante la finitura tutto vetro che avvolge lo schermo da 5 pollici. I colori disponibili sono rosa e bianco, ed è disponibile anche LENOVO S860 la versione Dual SIM; a differenza del precedente, S850 non può contare su una batteria “super” ma su una normale da 2.000 mAh. Il modello più economico della gamma, S660, ha uno schermo relativamente più piccolo da 4,7” con risoluzione qHD (960 x 540) e una finitura più robusta per l’uso quotidiano. Tra le sue caratteristiche tecniche, si segnala 1 GB di RAM e 8 GB di storage: curiosamente, dispone di una batteria più capiente rispetto a S850, da 3.000 mAh, capace di reggere tra le 7 e le 10 ore di conversazione in 3G. La fotocamera principale ha il sensore da 8 Mpixel. MOBILE A un anno dal lancio dei primi smartphone con Firefox OS, ZTE raddoppia ZTE “scommette” di nuovo su Firefox OS Annunciati Opec C e Open II, saranno inizialmente disponibili in America di Roberto FAGGIANO A l MWC 2013, ZTE presentò al mondo il suo primo smartphone con sistema operativo Firefox OS, a un anno di distanza, l’azienda asiatica è tornata in terra spagnola con due novità costruite attorno al sistema operativo “low-cost” che potrebbe porsi come punto di riferimento nei Paesi in via di sviluppo. Open C e Open II sono due smartphone dalle caratteristiche tecniche basilari, ZTE ha comunicato che tali device saranno in vendita - a partire dal secondo trimestre - in Sud America, ma in futuro potrebbero anche affacciarsi su mercati più maturi. Open C è dotato torna al sommario di un display da 4 pollici WVGA e di processore Qualcomm Snapdragon 200 (dual-core 1.2GHz MSM8210) al quale sono stati affiancati 512 MB di memoria RAM e 4 GB di ROM. La fotocamera è da 3 Megapixel, c’è la connettività 3G e la batteria è da 1400mAh. Open II è il “piccolo” della gamma: possiede un display da 3.5 pollici HVGA da 480x320 pixel ma è basato sull’analoga piattaforma Snapdragon 200, alla quale però sono abbinati esclusivamente 256 MB di RAM. Anche in questo caso c’è il 3G ed è presente una fotocamera da 2 megapixel, mentre la batteria integrata ha una capacità di 1150mAh. ZTE non ha comunicato i prezzi ma ha dichiarato che sarà ZTE OPEN C l’operatore Telefònica a occuparsi inizialmente delle vendite. ZTE ha anche fissato i suoi obiettivi per il 2014: vendere almeno un milione di smartphone con Firefox OS e presentare anche un modello più ambizioso per i mercati maturi, con display da 4.5 pollici, -da vendere a inizio 2015. Blackphone La privacy costa 630$ Silent Circle e Geeksphone hanno lanciato Blackphone, lo smartphone che punta a riportare al centro il controllo sulla propria privacy di Paolo CENTOFANTI Al Mobile World Congresss è stato presentato Blackphone, lo smartphone pensato per chi tiene alla propria privacy realizzato da Geeksphone e Silent Circle, l’azienda di sicurezza fondata da Philip Zimmerman, il papà di PGP. Blackphone è uno smartphone con specifiche di fascia alta e una versione modificata di Android denominata Private OS. L’utente avrà controllo completo sui permessi richiesti dalle app, potrà contare su navigazione e ricerca anonima su Internet e sulle soluzioni software di Silent Circle per lo scambio cifrato di dati, messaggi e comunicazioni vocali. Gli aggiornamenti del sistema operativo saranno rilasciati direttamente dal produttore, senza passare dagli operatori. Incluso nel prezzo dello smartphone, che sarà di 630 dollari tasse escluse, ci saranno due anni di abbonamento ai servizi Silent Circle Mobile per l’utente, più un anno di abbonamento per 3 amici o parenti (i servizi sono disponibili anche su Android e iOS), due anni di abbonamento al Wi-Fi sicuro di Disconnect e integrerà il Wi-Fi manager Kismet. Per quanto riguarda le caratteristiche tecniche, Blackphone è uno smartphone LTE con processore quad core da 2 GHz, display Full HD da 4,7 pollici, 2 GB di RAM, 16 GB di memoria integrata, Wi-Fi 802.11n e Bluetooth 4.0. I pre-order sono già iniziatii, il telefono sarà disponibile prima dell’estate. estratto da dday.it SPECIALE 2014 n.85 / 3 MARZO 2014 MOBILE Al MWC Intel presenta due processori Atom a 64 bit per dispositivi mobile Merrifield e Moorefield: i nuovi Atom 64 bit Le nuove CPU mobile promettono ottime prestazioni e bassissimi consumi di Giuseppe LANDOLFI R Il vice presidente della commissione europea invoca un tavolo comune mondiale per definire una roadmap per lo sviluppo delle reti di nuova generazione semestre dell’anno. Sulla base del set di caratteristiche Merrifield, in Moorefield sono stati aggiunti altri due core per un totale di 2,3 GHz di prestazioni di elaborazione, una GPU avanzata e il supporto per memorie più veloci. Moorefield è ottimizzato, infine, per la piattaforma Intel LTE del 2014: Intel XMM 7260. MOBILE Snapdragon 610 e 615 sono le soluzioni SoC 64 bit destinate alla gamma media Qualcomm presenta i nuovi Snapdragon Snapdragon 801 è il SoC per i prodotti top, come il Galaxy S5 e il Sony Z2 Q di Emanuele VILLA ualcomm a Barcellona ha portato diverse novità, si parte con i neonati Snapdragon 610 e 615, la cui disponibilità per gli OEM è prevista per il terzo trimestre dell’anno. A livello tecnico, Snapdragon 610 è un SoC quad core 64bit basato su architettura ARM Cortex A53, mentre Snapdragon 615 è un octa core, con 4 ulteriori Cortex A53 oltre la dotazione del 610. Gli otto core dello snapdragon 615 sarebbero divisi in due gruppi, il primo ottimizzato per le massime performance, il secondo per il risparmio energetico, ma entrambi i gruppi possono comunque operare contemporaneamente. Cortex A53 supporta il set di istruzioni ARMv8, mentre come GPU viene impiegata l’Adreno 405, una versione meno potente dell’Adre- enee James, Presidente di Intel Corporation, nel corso della conferenza stampa di apertura del MWC di Barcellona, ha introdotto due nuovi processori Intel Atom a 64 bit per smartphone e tablet Windows e Android. Il processore Intel Atom Z3480 a 2,13 GHz (“Merrifield”) è un dual core a 64 bit che, secondo l’azienda, assicura prestazioni di elaborazione di gran lunga superiori alle attuali soluzioni concorrenti e offre, inoltre, una durata straordinaria della batteria, da leader del settore. Basato sulla microarchitettura Silvermont a 22 nm di Intel, il processore include un core IP grafico PowerVR serie 6 di Imagination Technologies ed è il primo SoC Intel Atom ad adottare la nuova soluzione Intel Integrated Sensor, che gestisce efficientemente i dati dei sensori per preservare l’intelligenza e il riconoscimento del contesto delle applicazioni anche quando il dispositivo è in modalità a basso consumo energetico. Diversi OEM inizieranno a introdurre sul mercato dispositivi basati su Merrifield a partire dal secondo trimestre di quest’anno. Intel ha anche divulgato altri dettagli sul processore Intel Atom a 64 bit di nuova generazione, nome in codice “Moorefield”, per dispositivi la cui disponibilità è prevista nel secondo torna al sommario no 420 di Snapdragon 805 ma pur sempre in grado di supportare pienamente OpenGL ES 3.0, DirectX 11.2, la decodifica HEVC e display fino alla risoluzione di 2560 x 1600 pixel. Snapdragon 610 e 615 supportano LTE fino a 150 Mb/s, Bluetooth 4.1, Wi-Fi ac e sono completamente compatibili tra di loro, di modo tale da permettere ai produttori di realizzare smartphone assolutamente identici ad eccezione, appunto, del SoC. In arrivo anche un nuovo SoC di alta gamma, lo Snapdragon 801, stando ai dati di targa siamo ad un livello leggermente inferiore rispetto allo Snapdragon 805: 801 è dunque una variante “2014” dello Snapdragon 800, con alcune differenze significative. Il SoC è costituito da 4 core Krait 400 a 32bit, gli stessi di Snapdragon 800 ma con una fre- Neelie Kroes Accordo globale sul 5G entro il 2015 quenza di clock di 2.5 GHz contro i 2.3 GHz del predecessore, la GPU è la medesima Adreno 330 ma anche qui sale la frequenza, che raggiunge i 578 MHz. In più, abbiamo il supporto per la memoria eMMC 5.0 con banda passante da 400 MB/s. Maggior velocità che si traduce nel supporto per sensori d’immagine più performanti, maggior rapidità di elaborazione, supporto per memorie SD più veloci e per sistemi dual-SIM/dual active. di Emanuele VILLA Al centro del discorso al MWC della vice presidente della Commissione Europea per l’Agenda Digitale, Neelie Kroes, c’è stato soprattutto un appello alle aziende per arrivare a un’intesa e una roadmap comuni sul 5G: “So che possiamo realizzare molto tramite una cooperazione e convergenza globale. Sviluppare un 5G che sia ubiquo e interoperabile: così funzionerà ovunque, per tutti” ha detto la Kroes. Attualmente varie aziende nel mondo stanno autonomamente studiando nuove tecnologie per le reti del futuro, mentre l’Unione Europea ha messo sul tavolo lo scorso anno 700 milioni di euro di finanziamenti per la ricerca, a cui hanno fatto seguito circa 3 miliardi di euro di investimenti da parte delle aziende di telecomunicazioni europee. “Troviamo un’intesa globale sulla ragione d’essere del 5G, le sue principali componenti tecnologiche e una timeline per lanciarlo. Troviamo il modo per farlo insieme e facciamolo presto: entro la fine del 2015”. Lo scopo del 5G non sarà solo quello di offrire una rete wireless ancora più performante, ma quello di dare il via alla diffusione di molte altre tecnologie che hanno bisogno di una rete affidabile e pervasiva: smart grid, tele medicina, trasporti intelligenti, domotica. estratto da dday.it n.85 / 3 MARZO 2014 PEOPLE & MARKET L’annuncio smentisce le voci di abbandono dei canali Eurosport su Sky Eurosport su Sky non lascia: raddoppia Sky ha trovato l’accordo e ora i canali saranno compresi nel pacchetto base Sky di Roberto FAGGIANO na bella notizia per tutti gli appassionati di sport abbonati a Sky: non solo i canali Eurosport e Eurosport 2 rimangono visibili sulla pay TV, ma lasciano il pacchetto aggiuntivo Sport per passare al pacchetto base Sky TV. L’annunciato trasferimento dei due canali sportivi sulla piattaforma avversaria di Mediaset Premium aveva creato una vera sollevazione da parte degli abbonati, con tanto di raccolta di firme e pagine Facebook dedicate. Ma poi Sky ha trovato l’accordo e ora i canali sportivi saranno visibili su entrambe le piattaforme. Il passaggio al pacchetto base di Sky invece può far pensare all’inizio di una nuova “guerra” commerciale tra Sky e Mediaset, U PlayStation 4 è finalmente arrivata in territorio giapponese e il primo weekend di vendite è stato un successo: oltre 320mila console vendute de il pacchetto sport è a listino a 26 euro (attualmente in promozione a 19 euro), ma non comprende il costo del decoder o della cam e soprattutto non prevede la visione dei due canali Eurosport in alta definizione. Per non parlare della maggiore offerta di canali della pay tv satellitare. PEOPLE & MARKET Al MWC il prototipo di un’auto a guida completamente automatica Ford come Google: l’automobile si guida da sola Il prototipo analizza lo spazio attorno a sé 2,5 milioni di volte al secondo N di V. R. BARASSI on solo smartphone e tablet: il Mobile World Congress 2014 di Barcellona è anche l’occasione per ammirare l’ultimo prototipo di casa Ford, che ha portato in fiera la sua idea di automobile a guida completamente automatica, un piccolo gioiello di ingegneria che l’azienda americana utilizzarà per testare a fondo numerose tecnologie che pian piano arriveranno sui modelli destinati alla produzione in serie. Come l’analogo progetto di casa Google, anche l’automobile di Ford, una volta “programmata” è in grado di muoversi senza troppi problemi nel traffico. La vettura ha una quantità di sensori impressionente e secondo Ford, l’insieme dei sistemi analizza lo spazio circostante ben 2,5 milioni di volte al secondo, capendo se ci sono pericoli oppure no. L’obiettivo di Ford è quello di migliorare i processi iniziata con l’acquisto esclusivo dei diritti di visione delle partite di Champions League da parte di Mediaset dal 2015. Sky aveva prontamente risposto lanciando la sua esclusiva sulle partite dello stesso torneo per la prossima stagione, con numerosi spot pubblicitari. Ora l’attacco è più diretto perchè con il nuovo posizionamento i nuovi canali tanto amati dagli sportivi diventano più accessibili: il pacchetto base Sky costa 19 euro al mese (salvo offerte) più 5 euro per la visione in HD mentre l’abbonamento Mediaset Premium che compren- torna al sommario cognitivi delle automobili; insegnare ad una macchina cosa va bene e cosa non, è da sempre uno delle operazioni più difficili da portare a termine e la sfida pare ancor più complicata in campo automobilistico. Ford, inoltre, ha annunciato una partnership con l’Università di Aachen, che si occuperà di sviluppare interfacce uomo-macchina pensate per l’uso sulle auto a guida automatica; il tutto ad un solo scopo: permettere PS4 tutto OK: anche in Giappone è un successo al conducente di riprendere il controllo del mezzo in qualunque momento senza mandare nel caos i sistemi automatici. Il progetto Ford sembra essere molto interessante ma per il momento non è in programma nessuna produzione in serie; come abbiamo scritto in precedenza, quello dell’auto a guida completamente automatica è essenzialmente un progetto di ricerca con cui Ford studierà nuove tecnologie da inserire nei prossimi modelli. di V.R. BARASSI Con qualche mese di ritardo rispetto all’inizio della commercializzazione nel resto del mondo, PlayStation 4 sbarca finalmente sul territorio giapponese facendo registrare l’ennesimo risultato positivo della sua breve storia: secondo i primi dati ufficiali, nel primo weekend successivo al lancio, Sony avrebbe venduto più di 322.000 console in tutto il Giappone, numeri quattro volte superiori a quelli fatti registrare nel 2006 dopo il lancio di PlayStation 3 (stavolta Sony non si è fatta trovare impreparata e le scorte, almeno in Giappone, saranno sufficienti per un bel po’). Le vendite iniziali di PS4 sono state anche migliori di quelle di Wii U che, sempre in Giappone, era riuscita a superare quota 300mila unità vendute solo dopo una settimana. Poco tempo fa avevamo annunciato come - negli USA - PlayStation 4 avesse venduto il doppio di Xbox One nel mese di gennaio e molto di più della console Microsoft anche nel mese di dicembre (circa 900mila contro 650mila); il dato odierno è l’ennesimo indizio del fatto che, evidentemente, PlayStation 4 è riuscita ad attrarre maggiormente i videogiocatori, molti dei quali preferiscono avere una console “pura”, e che costa anche 100€/$ meno, piuttosto che un piccolo centro multimediale con Kinect. Ma ovviamente la console war è solo agli inizi... estratto da dday.it estratto da dday.it n.85 / 3 MARZO 2014 PEOPLE & MARKET È stato reso noto il calendario delle gare della stagione che saranno trasmesse in chiaro su Cielo Il calendario della MotoGP in chiaro su Cielo Saranno 8 gare sulle 18 in programma. Per gli abbonati Sky, tutte le gare saranno in diretta e in HD È rato il bitrate delle trasmissioni, in modo da poter parzialmente ovviare alla mancanza dell’alta definizione. Le due gare italiane al Mugello e a Misano saranno trasmesse in diretta, per le gare in differita è prevista un’ampia sintesi della MotoGP e delle gare di Moto2 e Moto 3 a distanza di circa 3 ore ( a seconda delle gare) rispetto alla trasmissione in diretta su SkySport. Per chi volesse seguire tutte le gare in diretta senza l’abbonamento a Sky, le alternative sono pochissime: come per i Gran Premi di F1, l’unica possibilità è quella di essere vicini alle zone di confine e seguire le gare sui canali svizzeri della RSI, oppure abitare in provincia di Trento e Bolzano e seguire i canali austriaci ORF. 23 Marzo 13 Aprile 27 Aprile 4 Maggio 18 Maggio 1 Giugno 15 Giugno 28 Giugno 13 Luglio 10 Agosto 17 Agosto 31 Agosto 14 Settembre 28 Settembre 12 Ottobre 19 Ottobre 26 Ottobre 09 Novembre Qatar - Doha/Losail Americas - Austin Argentina - Termas de Rio Honda Spagna - Jerez de la Frontera Francia - Le Mans Italia - Mugello Catalunya - Barcellona Olanda - Assen Germania - Sachsenring Indianapolis - Indianapolis Repubblica Ceca - Brno Gran Betagna - Silverstone San Marino - Misano Aragon - MotorLand Aragon Giappone - Motegi Australia - Phillip Island Malesia - Sepang Valencia - Valencia PEOPLE & MARKET Secondo alcune indiscrezioni, non dovrebbe mancare molto all’Italia Amazon Prime Instant Video presto in Italia? Amazon espande per la prima volta fuori dagli USA il servizio di streaming A di Paolo CENTOFANTI mazon ha lanciato la sua offerta di video on demand e streaming in UK e Germania. Sono i primi paesi al di fuori degli Stati Uniti in cui il servizio diventa disponibile. Nel Regno Unito l’arrivo di Amazon Prime Instant Video e Instant Video corrisponde a un cambio di brand per LoveFilm, servizio che Amazon aveva acquisito da tempo. L’arrivo di Amazon Prime Instant Video comporta un aumento di prezzo dell’abbonamento Amazon Prime, che non comprende più solo la spedizione gratuita in 2 giorni ma anche l’accesso ai contenuti in streaming senza limiti di Instant Video, un catalogo composto da film e serie TV con un funzionamento del tutto simile a Netflix o Mediaset Infinity. stato reso noto il calendario della gare di MotoGP che verranno trasmesse in chiaro su Cielo, il canale 26 del digitale terrestre. Come già avvenuto per le recenti Olimpiadi invernali, il commento della gara sarà lo stesso diffuso sui canali Sky, probabilmente senza interruzioni pubblicitarie. Sky, dal canto suo, trasmetterà per i propri abbonati tutti i 18 Gran Premi della nuova stagione in diretta e in alta definizione, mentre quelli trasmessi da Cielo saranno in parte in diretta (8), in parte in differita (10). Tornando a Cielo, e in parallelo con quanto avvenuto per le Olimpiadi di Sochi, è auspicabile che venga momentaneamente miglio- torna al sommario In Germania l’abbonamento sale da 29 euro a 49 euro l’anno e non sarà più possibile accedere solo al servizio base di spedizione. Per chi è già iscritto ad Amazon Prime l’aumento scatterà al prossimo rinnovo dell’abbonamento e intanto potrà già godere del servizio di streaming. Se ci dilunghiamo su questi dettagli è perché secondo diverse indiscrezioni che abbiamo raccolto, il servizio dovrebbe presto arrivare anche in Italia. Attualmente in Italia Amazon Prime ha un costo di 9,99 euro all’anno. Oltre al catologo in streaming con Amazon Instant Video sarà possibile noleggiare singoli film come sui normali servizi di video on demand. I serivizi video di Amazon sono accessibili oltre che via web anche tramite le app per smartphone e tablet (iOS e Kindle Fire), smart TV e console. diretta differita differita differita differita diretta differita differita diretta diretta diretta differita diretta diretta differita differita differita diretta PEOPLE & MARKET PS4 spinge Sony Music Unlimited ll servizio di streaming di musica di Sony, Music Unlimited, ha visto il proprio tasso di crescita di abbonati più che raddoppiato con il lancio della PS4. Music Unlimited e Video Unlimited sono le due principali app multimediali della nuova console, una strategia che sta dando i suoi risultati. Secondo Sony, dall’uscita della console il servizio di streaming ha visto un aumento del 50% rispetto a prima nella quantità di musica ascoltata, mentre il 38% degli abbonati al servizio lo fa dalla PS4. Music Unlimited era già integrato nella PS3, ma non aveva ricevuto la stessa spinta che ha ottenuto dalla nuova console. Su PS4 si può ascoltare la musica in streaming anche all’interno dei videogiochi, una funzione che ha convinto molti gamer a iscriversi a Music Unlimited. di Roberto FAGGIANO La lavatrice intelligente Un concentrato di tecnologia mai visto prima. Classe energetica A+++ -40% Con un consumo energetico annuo di 118 kWh, Intelius è la lavatrice con la maggiore efficienza energetica sul mercato (giugno 2012 – GfK). Haier Smart Technologies Smart Drive Motor® Motore Inverter innestato al cestello della lavatrice per un’ incredibile riduzione delle vibrazioni e della rumorosità. 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Eppure mi creda: per un giornalista la questione è decisiva. Una opinione non deve subire limiti (a parte quelli della continenza verbale). Un fatto, invece sì. I fatti devono essere raccontati per come essi sono: cioè rispettandone la verità (o sacralità, per tornare a C.P. Scott). E allora, le faccio omaggio in allegato del “Report on private copying levies (2013/2114(INI))”, “versione originale” (in Inglese e Italiano). Forse non lo ha letto (All. 1 e All. 1bis). Vede, il punto è che il Rapporto non menziona mai (e sottolineo mai) la parola “tassa”. Il Rapporto dice tutt’altro (ma non le anticipo il contenuto per non toglierle il gusto della sorpresa o forse spavento). Sì, concordo con Lei: il Re è nudo. Non ha nulla addosso. Davvero mi auguro che una volta esaminato il Rapporto, lei vorrà tornare sull’argomento spiegando ai suoi lettori cosa esattamente dice (“fatto sacro”), magari poi commentandolo (“opinione libera”) favorevolmente o sfavorevolmente. Con l’occasione, mi auguro anche che in un suo futuro editoriale sul Rapporto lei voglia aggiungere un paio torna al sommario di numeri o dati ulteriori. Alcuni ho già avuto modo di segnalarglieli (pur senza mai ricevere risposta). Ad esempio quelli concernenti i prezzi degli smartphone. Numeri capaci di dimostrare (per tabulas) che in Francia o Germania gli smartphone costano molto meno di quanto accada in Italia, benchè in detti paesi (Francia o Gemania, appunto) la tariffa di copia privata sia fino a 40 volte superiore rispetto a quella nostrana (ma Lei come se lo spiega questo strano fenomeno per cui in altri paesi europei all’incrementare della copia privata scendono i prezzi della tecnologia?). Ora ne aggiungo di nuovi. In effetti, sono ancora “caldi”. Una recentissima ricerca (ottobre 2013) di una società indipendente americana (IHS) ha pubblicato il grafico che le riporto qui . La sintesi della ricerca è la seguente: a fine 2013, i volumi di ricavi dei produttori di smartphone e tablet hanno superato quelli del c.d. “Consumer Electronics Market”. Ma non basta. Per capire di cosa stiamo parlando, la ricerca segnala che il fatturato dei produttori di smartphone e tablet è cresciuto dai 41,2 miliardi di dollari del 2007 ai 354,3 miliardi di dollari del 2013 (vedere grafico, appunto). Glielo ridico perché magari anche lei potrebbe esitare a crederci: il fatturato di smartphone e tablet è cresciuto del 900% in meno di sei anni. E ora si scrive così: trecentocinquantaquattromiliarditrecentomilionididollari (euro più euro meno) nel duemilatredici. Certo: sembra che per il 2014 il volume crescerà solo del 20% (poveri produttori americani, sudcoreani o cinesi: un disastro). E d’altra parte, dopo che avremo iniziato a regalare smartphone e tablet anche ai nostri amici a quattro zampe dovremo rallentare un pochino (al mio gli riesce difficile twittare, non capisce perché deve cinguettare in una lingua non sua e non può semplicemente abbaiare; ma io sono fiducioso, Zuckerberg che ha appena comprato WhatsApp per 19 miliardi di dollari gli risolverà presto il problema). A proposito: se guarda attentamente il grafico, noterà che l’introduzione in Italia delle attuali tariffe di copia privata, che risalgono a fine 2009 (mese più mese meno), si posiziona all’inizio della curva verde che rappresenta l’andamento delle vendite (e del fatturato). Riguardi il grafico, per favore. Lì, sotto, a sinistra, in basso in basso. Subito prima della spettacolare cabrata da Frecce Tricolori ... delle vendite. Aspetti: glielo ridisegno qui (approssimando ovviamente). Con la copia privata li abbiamo fatti neri a questi produttori, eh? Gli abbiamo proprio messo un fardello insopportabile, non è vero? E solo per completezza: un’altra ricerca recentissima (che barba, questi ricercatori!), dimostra che il 90% dell’uso degli smartphone è dedicato al c.d. intrattenimento: cioè musica, video, e simili. Ai contenuti, insomma. Sì, sì: quelli soggetti alla protezione del diritto d’autore. Di chi è la ricerca? Si tenga forte: non è della mitica Tatiana dell’altrettanto mitico Gabriele Cirilli. E’ di Google. E’ ancora lì? Sì è di Google. Non metterà mica in discussione la parola di Google, vero? Ma io già La vedo. Non lo farà. Non racconterà i fatti per quelli che sono. Lei non riesce, e non glielo posso nemmeno chiedere. E’ proprio che non ce la fa. Peccato. Ed esattamente come il Re della fiaba di Andersen lei “si raddrizzerà ancora più fiero e i ciambellani continueranno a seguirla reggendo lo strascico che non c’è”, magari auto-mandandosi (da sfavillanti smartphone appena comprati) un paio di twitt di sostegno (“la copia privata è una tassa, è una tassa ...” e “però non passate davanti agli specchi ...”). Evviva. La saluto cordialmente. Luca Scordino, Roma, 20 febbraio 2014 (Allegati 1 e 1bis omaggio). La lettera sopra riportata, a firma di un consigliere di gestione della SIAE, cerca di “buttarla in caciara”. Noi preferiamo attenerci ai fatti: DDAY.it non ha mai sostenuto che il compenso per copia privata sia una tassa. Se c’è una testata che da sempre sottolinea che il compenso per copia privata non è una tassa questa è DDAY.it. A SIAE, che evidentemente non legge abitualmente né da tempo DDAY.it, questo concetto evidentemente sfugge. Ma per fortuna gli archivi sono pieni di chiare dimostrazioni della nostra posizione (basta cercae “copia privata” nella barra di ricerca di DDAY.it). In particolare, già diversi anni fa così rispondemmo a una serie di domande retoriche pubblicate da SIAE sui principali quotidiani: segue a pagina 22 R di Gianfranco GIARDINA PEOPLE & MARKET SIAE replica all’editoriale: “DDAY.it non racconta i fatti” segue Da pagina 21 Tornando agli ultimi giorni, sottolineiamo come, anche in apertura del convegno sulla copia privata organizzato da Andec, Aires e Confcommercio lo scorso 11 febbraio, Gianfranco Giardina, direttore di DDAY.it e moderatore dell’incontro stesso, ha sottolineato con chiarezza inequivocabile come premessa metodologica inziale che il compenso per copia privata non è un tassa, pur sollevando per questo il disappunto di alcuni rappresentati delle associazioni di categoria presenti in sala, evidentemente non d’accordo con la nostra interpretazione, che ci vede – almeno su questo punto – d’accordo con SIAE; ma non con l’autore della lettera. Lo “strano” cambio del titolo sul sito del Parlamento europeo Nel nostro editoriale non abbiamo SIAE: “Perché il diritto all’equo compenso viene strumentalmente, da alcuni, chiamato tassa? Perché non sono chiamate tasse i compensi di medici, ingegneri, avvocati, meccanici, idraulici, ecc.?” DDAY.it: Su questo punto è difficile non essere d’accordo: l’equo compenso SIAE viene erroneamente chiamato tassa da giornalisti poco preparati. Non si tratta infatti di un’imposta. Ma forse cadere nell’equivoco non è poi così difficile, visto che il compenso SIAE è “imposto” per legge, in uno dei più grandi conflitti di interesse della nostra nazione: la SIAE– a seconda dei frangenti e di quello che fa comodo – passa da società privata a ente para-pubblico, da struttura di collecting per difendere una categoria a consigliere tecnico del legislatore, da paladino della cultura a macchina mangia-soldi dalla lunga storia di commissariamenti e dai bilanci incredibilmente in perdita. In realtà i medici, gli ingegneri, gli avvocati e tutte le altre categorie professionali citate vengono pagate in maniera chiara e cosciente da parte di chi fruisce dei loro servizi. torna al sommario mai scritto che il rapporto Castex facesse riferimento interno al concetto di tassa, ma ci siamo limitati (in mezzo a tanti altri argomenti) a sottolineare come il Parlamento europeo, nella versione francese (l’unica in cui il provvedimento era programmato per la discussione del 27 febbraio) avesse intitolato il rapporto “Taxes pour copie privée”, cosa assolutamente vera e certa e che ci auguriamo SIAE non abbia il coraggio di smentire (qui la schermata catturata poco prima della pubblicazione del pezzo). Solo due giorni dopo la pubblicazione del nostro editoriale, è stato fatto un intervento sul sito del Parlamento Europeo, modificando il titolo da “Taxes pour Copie Privée” in “Redevances pour copie privée”, traducibile con “prelievi”, probabilmente proprio a causa di una segnalazione nata dalla lettura del nostro articolo. Questo cambio repentino dimostra l’utilità e l’opportunità della nostra denuncia e che evidentemente nella testa di qualche funzionario europeo fosse radicato il fatto che il compenso per copia privata sia una tassa. Ma noi non abbiamo mai - in nessuna sede - sostenuto questa tesi come nostra. Anzi ci siamo appunto scandalizzati e stupiti che il Parlamento europeo avesse affrontato il tema con questi termini. A ulteriore conferma, laddove la nostra autorevolezza non venisse giudicata sufficiente, è Google, che anche SIAE ritiene fonte affidabile, che viene in soccorso e dimostra come la pagina in questione avesse effettivamente il titolo da noi correttamente riportato (e successivamente fatto cambiare). SIAE smentita dal rapporto Castex Inutile dire che il rapporto Castex l’avevamo letto attentamente prima della pubblicazione dell’articolo: non siamo abituati a scivere per sentito dire. Al di là del contenuto, che commenteremo nel dettaglio solo dopo che avrà ottenuto l’approvazione in aula (se l’otterrà), colpiscono alcuni punti chiave del rapporto. Partendo proprio dall’incipit dell’articolo 1: “Il settore culturale fornisce 5 milioni di posti di lavoro nell’UE”, così dice n.85 / 3 MARZO 2014 il rapporto del Parlamento europeo, e non abbiamo elementi per credere che una fonte così autorevole menta. Gino Paoli, presidente SIAE, va dicendo in ogni sede che in Italia il settore culturale impiega 2,5 milioni di addetti (ma a gennario secondo lo stesso Paoli erano un milione e mezzo): come dire che la metà di tutti gli addetti del settore culturale dell’intera Comunità europea risieda proprio in Italia. Ma Gino Paoli calca ancora di più la mano: nell’intervento dello scorso 14 febbraio a Radio24 (minuto 15.35), ospite di Giovanni Minoli, il presidente delle SIAE torna sull’argomento dicendo addirittura che sarebbero “2 milioni e mezzo le persone che lavorano nell’indotto della musica”. Addirittura due milioni e mezzo in Italia per la sola musica, trascurando tutti gli altri settori culturali: e pensare che SIAE ha poco più di 100.000 associati. Dobbiamo ritenere “fatti” i numeri riportati del Parlamento europeo o quelli, di certo non compatibili con i primi, fatti da SIAE? Un altro grande cavallo di battaglia di SIAE è che il compenso non pesi sui consumatori, dato che lo pagano le multinazionali, che – secondo SIAE devono riassorbirlo riducendo i propri guadagni. Era infatti proprio questo uno dei punti “forti” della grande inserzione acquistata qualche settimana fa sui principali quotidiani italiani. Scrive SIAE: “In nessun Paese europeo e NEANCHE IN ITALIA il diritto di copia privata È POSTO A CARICO DEL CONSUMATORE” (i maisucoli sono tratti proprio dall’inserzione SIAE, ndr). Lo sostiene chiaramente anche Gino Paoli sempre su Radio 24 al minuto 15 nella medesima trasmissione sopra citata: “Quelli che parlano di questa cosa hanno già cominciato a dire che questo compenso è una tassa che aumenterà il costo del prodotto: non è vero! Il compenso non è una tassa e non solo: è un minor guadagno per la multinazionale”.Il rapporto Castex smentisce seccamente ancora una volta SIAE: l’articolo 17 recita letteralmente “Ritiene che i consumatori debbano essere informati dell’importo, della finalità e dell’utilizzo dei prelievi che pagano; sollecita pertanto la Commissione e gli Stati membri a garantire, di concerto con i fabbricanti, gli importatori, i dettaglianti e le associazioni di consumatori, che tali informazioni siano disponibili in maniera chiara ai consumatori”. In pratica, quello che il Parlamento europeo raccomanda caldamente, la SIAE mistifica e nasconde, negando in ogni sede addirittura che il compenso per copia privata finisca per pesare sulle tasche dei cittadini.Cosa che invece noi sosteniamo da sempre. Quanto al resto della lettera, l’unica lettura che possiamo darne è una sorta di “gelosia” di un settore come quello musicale in crisi verso il comparto “mobile” che sta ha avuto negli ultimi anni il suo periodo di massimo sviluppo; del tipo “visto che loro guadagnano, devono darcene un po’ anche a noi”. Se la logica è questa, a carattere “assistenziale”, continuiamo a non capire. Se ne deduce solo che i fatti, evidentemente, per SIAE non sono così sacri come per noi. Permetteteci quindi di rinviare al mittente questo fragile tentativo di lezione di correttezza ed etica professionale. La creatività è un grande dono ed è un patrimonio che giustamente SIAE deve tutelare; ma così tanta creatività dovrebbe essere canalizzata altrove, non per redigere lettere come quella da noi ricevuta. Nota metodologica La lettera della SIAE a DDAY.it è stata pubblicata prima di tutto sul sito di SIAE, riportando anche l’editoriale di DDAY.it oggetto della disputa. Questo è stato caricato in formato PDF sul sito SIAE (e quindi copiato) senza che ci sia stato richiesto un esplicito assenso. È noto che questa sia pratica ritenuta scorretta proprio per quanto riguarda la tutela del diritto d’autore. Sarebbe stato più corretto linkare il nostro articolo, permettendone la fruizione all’interno del nostro sito, dov’è tutt’ora pubblicato nella sua versione originaria. Tanto più che, in calce a ogni articolo di DDAY.it, compare la nota “Riproduzione riservata” che sicuramente SIAE sa ben interpretare ma che ha ritenuto di poter trascurare. Permetteteci la battuta: la SIAE si è fatta la “copia (neanche troppo) privata” di un nostro articolo; ma a noi non arriverà mai alcun compenso. Aggiornamento: SIAE ha rimosso il PDF del nostro editoriale dal proprio sito sostituendolo con il link all’articolo originale di DDAY.it. estratto da dday.it estratto da dday.it n.85 / 3 MARZO 2014 PEOPLE & MARKET Il rapporto Castex ha passato l’esame dell’aula e passa nella seduta plenaria del Parlamento europeo SIAE, l’Europa approva la risoluzione Castex Una serie di raccomandazioni sulla copia privata che la stessa relatrice Francoise Castex definisce, alla fine, inique La relatrice del provvedimento, Francoise Castex, deputata al Parlamento europeo di nazionalità francese del gruppo dei Socialdemocratici. Cosa raccomanda la risoluzione Castex (in pillole) Un testo composito come quello della risoluzone Castex richiede una lettura attenta del testo originale (riportato in fondo all’articolo). l rapporto Castex sui compensi per copia privata è stato approvato lo scorso 27 febbraio dal Parlamento europeo. Dopo le polemiche per il titolo “provvisorio” del provvedimento - modificato da “tasse per copia privata” a “compensi per copia privata” -, il testo ha passato l’esame dell’aula e quindi è stato inviato agli Stati membri e alla Commissione europea. Non si tratta di una “legge” vera e propria, ma di una serie di raccomandazioni non vincolanti che comunque sono destinate ad avere un ruolo nel dibattito in corso in Italia sull’adeguamento dei compensi per copia privata. La relatrice del provvedimento è Francoise Castex (foto qui sotto), da cui la risoluzione prende il nome, deputata al Parlamento europeo di nazionalità francese del gruppo dei Socialdemocratici. torna al sommario Badando alle cose principali, il testo approvato dal Parlamento europeo: • rinnova la fiducia nella fattispecie della copia privata e ne sottolinea l’attualità; • chiede l’armonizzazione di tutte le tariffe e i prodotti assoggettati a livello comunitario; • raccomanda che i consumatori che comprano all’estero sostengano i compensi per copia privata previsti nel proprio Paese e non all’estero; • suggerisce che la rideterminazione dei compensi avvenga di concerto tra tutte le parti coinvolte secondo principi di equità e obiettività; • incoraggia gli Stati membri e i titolari dei diritti a realizzare campagne di comunicazione positive che pongano in evidenza i vantaggi legati ai compensi per copia privata; • invita gli Stati membri a tenere esenti a monte gli utilizzatori professionali dal compenso per copia privata, senza constringerli a ricorrere a meccanismi di rimborso ex-post; • suggerisce che una quota di almeno il 25% dei ricavi da compenso per copia privata venga destinato alla promozione delle arti creative e degli spettacoli dal vivo; • raccomanda trasparenza nella ridistribuzione dei compensi per copia privata e in particolare per la quota detratta e utilizzata a fini sociali e culturali; • sottolinea la prevalenza del diritto di copia privata sui sistemi di protezione, che dovrebbero garantire la possibilità ai consumatori di fare comunque la copia per uso privato; • introduce l’ipotesi che possa essere introdotto il compenso per copia privata anche per lo storage in cloud Una visione vecchia e penalizzante per i consumatori Al di là di alcune cose ragionevoli contenute in questa risoluzione del Parlamento europeo, ovviamente non possiamo essere allineati con un punto di vista che di fatto difende a spada tratta un sistema presuntivo di prelievo e arbitrario di ridistribuzione come quello della copia privata, una fattispecie oramai superata; tanto più che come abbiamo detto molte altre volte, è oramai praticamente impossibile farle queste copie. Colpiscono poi molti aspetti secondari di questa risoluzione, come le premesse a tratti assolutamente discutibili; come per esempio il riferimento al giro d’affari generato da supporti e apparecchi elettronici coinvolti nella copia, che secondo il rapporto supererebbe i 1000 miliardi di euro (contro compensi per copia privata oggi a circa 600 milioni di euro); come dire che lì ci sono i quattrini e quindi tutto sommato se li si prende in quella filiera nessuno Ma soprattutto risulta evidente il tono di tutto il documento, polarizzato sugli interessi di una parte, gli aventi diritto, e ripulito da un corretto controbilanciamento nei confronti dei diritti dei consumatori. Se ne lamenta la stessa deputata Castex, quando afferma di: “rimpiangere che la destra maggioritaria abbia rigettatto la mia doppia proposta di soppressione dei sistemi di DRM e di legalizzazione dello scambio di opere a fini non commerciali (leggasi peer to peer, ndr). Sarebbe stata una giusta compensazione per i consumatori”. Il risultato che quindi esce da questa risoluzione è quindi iniquo, anche a detta della propria relatrice; come spesso accade per mano della politica, a spese del consumatore. A questo link l’intero testo della risoluzione Castex. Estratto dal quotidiano online www.dday.it Registrazione Tribunale di Milano n. 416 del 28 settembre 2009 direttore responsabile Gianfranco Giardina editing Claudio Stellari, Simona Zucca, Maria Chiara Candiago Editore Scripta Manent Servizi Editoriali srl via Gallarate, 76 - 20151 Milano P.I. 11967100154 Per informazioni [email protected] Per la pubblicità [email protected] I dovrebbe lamentarsi più di tanto. Ma la risoluzione Castex chiarisce in più punti che i compensi sono pagati dai consumatori e quindi forse sarebbe più corretto valutare, nazione per nazione, il reddito medio dei cittadini piuttosto che il fatturato dell’industria. di Gianfranco GIARDINA n.85 / 3 MARZO 2014 DIGITAL IMAGING La reflex sarà disponibile da fine marzo a un prezzo di 6500 dollari D4s, la nuova ammiraglia di Nikon Per la nuova Full Frame di Nikon, diverse piccole migliorie rispetto alla D4 Nessuno stravolgimento, però, a partire dalla risoluzione che rimane a 16,2 MP di Giuseppe LANDOLFI ikon ha ufficializzato la D4s, nuova ammiraglia Full Frame che succede alla D4 con tante piccole migliorie, “di cui beneficeranno soprattutto i fotografi operanti in campo sportivo e naturalistico o del fotogiornalismo”. Il sensore da 16,2 Megapixel (FX) è stato riprogettato insieme al processore d’immagine EXPEED 4 che permetterà di estendere la sensibilità alla luce fino a 409.600 ISO e di scattare a 11fps con AE/AF attivo, 1 frame al secondo in più rispetto alla D4. L’ergonomia del corpo macchina è stata migliorata, così come il tracking del sistema autofocus che rimane a 51 punti; l’otturatore in kevlar e fibra di carbonio ha un ritardo allo scatto di soli 42 ms e ciclo di vita standard di 400.000 scatti. Potenziate anche le prestazioni video, con la possibilità di effettuare riprese a 1080p e 60fps e di riprendere in modalità N PC & MULTIMEDIA Problema di sicurezza per i router Asus Diversi modelli di router consumer Asus sono affetti da un grave bug di sicurezza. Attivando infatti alcune funzionalità, per lo più legate ai servizi cloud di Asus, i dischi USB collegati direttamente al router diventano accessibili anche all’esterno della propria rete locale senza bisogno di autenticazione. La criticità era stata portata alla luce lo scorso giugno e all’attenzione di Asus diverse volte, ma un aggiornamento firmware per i modelli colpiti è stato rilasciato solo da poco ed è consigliato a tutti i possessori di questi modelli. torna al sommario D-Movie a 50p/60p. Aggiunta una porta Ethernet Gigabit 100/1000TX e introdotto il formato di file RAW S per un trasferimento delle immagini più rapido. Rimane invariata la scelta di dedicare uno dei due slot di memoria al formato XQD, mentre la batteria EN-EL18a da 2500 mAh garantirà 3000 scatti per ogni carica. Sul dor- so della macchina, infine, troviamo un display LCD da 3,2 pollici con risoluzione di 921.000 punti, antiriflesso, che permette la massima flessibilità di regolazione per bilanciamento dei colori e luminosità. La Nikon D4s sarà disponibile nei negozi a partire dalla fine del mese di marzo a un prezzo di lancio previsto di 6500$. Plex espande il supporto per Chromecast Plex ha aggiornato il suo media server e l’app client per Android aggiungendo interessanti possibilità sul versante Chromecast. La prima è il supporto anche per i file musicale, in particolare quelli non compatibili nativamente con la chiavetta di Google (FLAC, ad esempio), ora ascoltabili grazie al transcoding. Novità assoluta è il mirroring dello schermo mentre si effettua il browsing della libreria multimediale (che nel caso di Plex sta su un server in rete): mentre si cerca cosa guardare, trama, locandine e altri metadati vengono visualizzati sullo schermo del TV. Infine, Plex ha riscritto il motore di transcoding per quanto riguarda lo streaming di video in 1080p verso Chromecast consentendo migliori performance e stabilità della riproduzione e un minore carico computazionale sul server multimediale. Tutte le funzionalità arriveranno anche su iOS con un imminente aggiornamento dell’app per iPhone e iPad. Le nuove funzioni sono disponibili al momento solo per gli abbonati Plex Pass e, finito il periodo sperimentale, saranno parte dell’offerta gratuita. DIGITAL IMAGING Si tratta di una reflex compatta con sensore CMOS da 24,2 Megapixel Nikon D3300, 650€ con il 18-55mm VRi Comunicati i prezzi ufficiali di listino della nuova reflex entry-level Quattro i kit che troveremo nei negozi. Si parte da 650€ e si arriva a 930€ di Vittorio Romano BARASSI P resentata a inizio gennaio durante il CES di Las Vegas, Nikon D3300 è la nuova reflex entrylevel della gamma giapponese che va a prendere il posto dell’apprezzata D3200. Nikon ha annunciato in via ufficiale che la reflex ha già raggiunto la grande distribuzione nei suoi quattro diversi kit di vendita. Si parte con la classica accoppiata composta da corpo macchina e obiettivo Nikkor 18-55mm VR, alla quale Nikon ha aggiunto anche una pratica scheda SD Lexar Premium 200x da 8 GB; il tutto è offerto a 650 euro. Gli altri kit proposti dall’azienda sono i seguenti: - D3300 + nuovo Nikkor 18-55 VR + 55-200 VR + SD 8GB Lexar Premium 200x: 860 €; - D3300 + nuovo Nikkor 18-55 VR + 55-300 VR + SD8 GB Lexar Premium 200x: 930 €; - D3300 + Nikkor 18-105 VR + SD 8GB Lexar Premium 200x: 760 €; Nikon D3300 è una reflex compatta dotata di sensore CMOS da 24,2 Megapixel senza filtro low-pass equipaggiata con il processore EXPEED 4; la gamma di sensibilità arriva a 12.800 ISO e la macchina è in grado di scattare in sequenza con velocità di 5 fotogrammi al secondo. Per ulteriori approfondimenti, qui trovate il nostro hands-on. estratto da dday.it n.85 / 3 MARZO 2014 GAME & MOVIE Il telecomando sarà retroilluminato grazie alla presenza di un giroscopio XBox One, update e Media Remote Microsoft presenta le ultime novità Illustrate le principali novità dell’update di marzo legate al multiplayer Ufficializzato anche il nuovo telecomando Media Remote, prezzo 22 euro L a community dei gamer è pronta per l’update di marzo di Xbox One, importante e atteso soprattutto per gli interventi in ambito di multiplayer. Lo scorso 11 febbraio Microsoft ha pubblicato un articolo che riassumeva le principali novità: accesso rapido alla friend list, separazione della chat di party da quella della partita e del gioco, inserimento della funzionalità “invita amici a giocare” nei giochi multiplayer, lista dei contatti più frequenti , ecc. Pochi giorni fa Microsoft ha pubblicato un video (clicca qui) che mostra tutte queste nuove funzionalità: l’update sarà diffuso i primi giorni di marzo, in attesa del lancio di Titanfall, previsto per il giorno 11. Chi ha avuto modo di provare la nuova release in beta ha rilevato altre novità degne di nota: è comparso il supporto per il bitstream audio in Dolby Digital, assente nella prima release che supportava solo audio multicanale non compresso e DTS. Come fa notare The Digital Media Zone, l’introduzione del Dolby Digital è una notizia determinante per una ristretta fascia di utenti, in particolare per coloro che utilizzano headset Wireless pensati per il gaming e compatibili solo con Dolby Digital. Gli altri, tra cui chi ascolta direttamente dal TV o passa da un sintoampli AV, non noteranno vantaggi significativi da questa novità. Altri dettagli sulla patch parlano di un fix sulla riproduzione video a 50Hz e la possibilità di disabilitare le gesture di Kinect durante la riproduzione dei video, onde evitare l’attivazione di funzionalità ulteriori per sbaglio. Microsoft ha anche svelato il Media Remote per Xbox One (clicca qui per un video di presentazione): Media Remote, venduto a poco più di 20 euro, vuole essere un’alternativa (più pratica) a Kinect per la navigazione nei contenuti e per l’utilizzo di Xbox L’italiana Game Service lancia un’alternativa a Humble Bundle, Pay What U Want: bundle di giochi in cui il prezzo lo fa l’utente di Paolo CENTOFANTI One come vero Media Center. Il telecomando gestirà One Guide, ha i tasti per la navigazione nei menù, lo spegnimento della console e il controllo della riproduzione e integra un giroscopio che attiva la retroilluminazione. Purtroppo Microsoft non è ancora corsa ai ripari per quella che è la vera mancanza di Xbox One, ovvero una sezione “Media Player” all’altezza: il telecomando ora c’è, ma oltre alla riproduzione dei contenuti su disco e tramite app manca tutta quella sezione legata alla riproduzione dei contenuti in rete che era presente, seppure in modo non molto efficace, sulla vecchia Xbox. GAME & MOVIE Niente più gioco in rete dal 20 maggio. Attendiamo conferme per l’Italia Nintendo “spegne” il multiplayer di DS e Wii Annunciata la sospensione del servizio multiplayer online per Wii e DS B di Emanuele VILLA rutte notizie per chi gioca online con Nintento DS e/o con la prima Wii: Nintendo ha annunciato la sospensione del suo servizio di gaming multiplayer online a partire dal prossimo 20 maggio. I giochi delle due piattaforme funzioneranno solo offline, sen- di Roberto PEZZALI torna al sommario za possibilità di interazione con altri player sparsi nel mondo. La notizia era nell’aria: Nintendo aveva prima annunciato il suo interesse di rimuovere diverse applicazioni integrate in Wii, poi ha prodotto Wii Mini senza connettività Internet, a testimoniare la sua volontà di rendere offline la console della passata generazione. Nessuna tragedia, a ben vedere, dato che i gamer hanno sempre considerato Wii una spanna sotto le concorrenti per Digital Bros lancia lo store di giochi in cui il prezzo lo decidi tu quanto concerne l’esperienza online. Inoltre, la rimozione del multiplayer online non influenza gli altri servizi “connessi”: restano l’online store e molte app tra cui YouTube. La notizia è stata data dalla sede Nintendo, confermata dalla filiale americana e da quella australiana: pur nell’assenza (al momento in cui si scrive) di una comunicazione ufficiale italiana, non ci sono fondati motivi per non considerarla estesa a tutto il mondo. estratto da dday.it L’italiana Game Service, azienda che fa a capo a Digital Bros, lancia uno store online di giochi denominato Pay What U Want (paywuw.com), paga quello che vuoi. Come il nome suggerisce, si tratta di un sito che metterà in vendita in bundle diversi videogiochi a un prezzo libero deciso dall’utente, da 1 dollaro in su. Optando per una soglia prestabilita dallo store, al bundle si potrà aggiungere anche un titolo di forte richiamo. Il primo bundle, disponibile dal 19 febbraio e per due settimane, comprende i titoli per PC di 505 Games Rekoil, Marlow Briggs and the Mask of Death e Takedown Red Sabre. Se l’offerta arriva a quota 4,99 dollari il pacchetto comprende anche l’apprezzato Brothers: A tale of two sons. Il funzionamento è molto simile a quello di Humble Bundle: anche in questo caso, oltre all’offerta libera, i giochi vengono venduti, infatti, nella forma di codici da riscattare sulla piattaforma Steam. Il pagamento avviene tramite PayPal. estratto da dday.it n.85 / 3 MARZO 2014 TV E VIDEO La vicenda risale a 5 anni fa. Mediaset chiede quasi 1 miliardo di risarcimento Causa Mediaset contro YouTube Si mette male per l’emittente TV La causa riguarda i contenuti protetti caricati dagli utenti su YouTube Mediaset rischia di perdere: dovrà dimostrare di averli segnalati tutti Oculus blocca la produzione del DevKit Il visore prodotto dalla OculusVR non sarà più consegnato a chi richiederà il DevKit perché, come comunica l’azienda su Reddit, alcuni componenti necessari per la produzione della versione destinata agli sviluppatori iniziano a essere introvabili. Le ultime unità disponibili del kit saranno distribuite ancora nei principali Paesi, ma il DK1 è giunto alla fine del suo ciclo di vita. Ormai è sicuro che Oculus Rift non arriverà nel corso dell’anno: alla prossima Games Developer Conference è atteso l’annuncio di un secondo DevKit con controllo posizionale per la testa e nuove funzionalità. L’ipotesi più probabile per il lancio dell’Oculus al pubblico resta il 2015, insieme ai primi giochi e alle applicazioni che potranno sfruttare fin da subito questa periferica. ediaset rischia seriamente di uscire sconfitta dalla causa che dura ormai da 5 anni e che vede YouTube come principale imputato. La questione è nota, anzi, arcinota: a Cologno Monzese chiedono quasi 1 miliardo di euro di risarcimento per tutti i video dei quali Mediaset deteneva i diritti che sono stati caricati dagli utenti su YouTube. Secondo quanto riporta, però, Il Fatto Quotidiano la causa non solo ha subìto una brusca frenata ma si è pure rivoltata contro la parte lesa: il 14 febbraio, infatti, Tommaso Marvasi, presidente della sezione specializzata nella gestione dei diritti e della proprietà intellettuale del Tribunale torna al sommario di Roma, prima di emettere una sentenza, ha voluto capire se effettivamente Mediaset ha segnalato a YouTube in modo puntuale e preciso ogni singolo video che violava i diritti d’autore e se, dopo la segnalazione, YouTube non ha prontamente rimosso i video. Una richiesta questa che recepisce le ultime direttive della Comunità Europea in termini di violazione del diritto d’autore: un provider non è responsabile dei contenuti pubblicati dagli utenti ma deve impegnarsi, dopo aver ricevuto una segnalazione, a rimuovere velocemente quei contenuti. E proprio qui sta il nodo della questione: Mediaset sicuramente ha denunciato l’accaduto, ma probabilmente non ha di Paolo CENTOFANTI fatto alcuna segnalazione circostanziata per ogni singolo video caricato chiedendo la rimozione. Una questione questa che potrebbe cambiare l’esito del provvedimento con una assoluzione di Google, già assolto in Spagna per una questione simile con una sentenza che è stata confermata anche nei giorni scorsi. TV E VIDEO Il set top box sarà una vera alternativa alla Apple TV Amazon TV arriva a marzo I Grazie al supporto ai nuovi dischi da 5 TB, le soluzioni di storage con connessione Thunderbolt di LaCie arrivano a offrire fino a 25 tera di spazio di Roberto PEZZALI l set top box per la TV di Amazon sta arrivando: nei giorni scorsi si sono intensificati i rumour che vedono l’arrivo per i primi di marzo del dispositivo che entrerà in diretta competizione con la Apple TV e con il diffusissimo media player Roku. Amazon inizialmente prevedeva di lanciare il suo dispositivo per Natale 2013, ma ha avuto qualche problema sia sotto il profilo hardware sia per quanto riguarda gli accordi con chi detiene i diritti dei contenuti. Che qualcosa si stia muovendo lo si capisce anche dal lancio in Europa di Prime Instant Video, già presente (come Lovefilm) in UK e ora disponibile anche in Germania. Il set top box di Amazon avrà come sistema operativo Android Fire OS, il fork di Android che già Amazon utilizza sui suoi tablet: questo permetterà di condividere contenuti tra tablet, smartphone e cloud player e soprattutto garantirà ad Amazon la sicurezza e il controllo necessari per gestire contenuti protetti. Nessuna informazione sulla parte gaming: inizialmente il media player di Amazon doveva essere anche una console da salotto, ma è probabile che Amazon abbia messo in secondo piano questa feature visto anche il fiasco di soluzioni Android come Ouya. LaCie ha annunciato la disponibilità dei primi dischi da 5 Terabyte per le sue soluzioni di storage esterno professionali con connessione Thunderbolt. Si tratta di box per dischi esterni pensati soprattutto per chi fa editing video a 1, 2 e persino 5 bay, che grazie ai nuovi drive Seagate si traducono in stazioni di storage da massimo 5, 10 e 25 TB rispettivamente. I modelli sono i d2, 2big e 5big Thunderbolt Series e sono già acquistabili sul sito del produttore. I prezzi con i dischi da 5 Terabyte per il d2 e 2big sono di 449 euro e 869 euro. Per quanto riguarda il 5big la configurazione da 10 Tera ha un costo di 989 euro, quella da 20 Tera 1919 euro e quella a 5 dischi per 25 Terabyte ha un prezzo di listino di 2349 euro. Il modello più interessante è proprio il 5big, capace di offrire una velocità in lettura di 785 MByte/s e in scrittura di 685 Mbyte/s, con supporto per diverse configurazioni RAID 1 + RAID 0, più JBOD, doppia porta Thunderbolt per il collegamento di periferiche in cascata e doppio sistema di raffreddamento. M di Roberto PEZZALI Da LaCie storage Thunderbolt fino a 25 TB estratto da dday.it n.58 / 12 NOVEMBRE 2012 TEST Abbiamo messo alla prova l’ Xperia Z1 Compact, versione “mini” dello Z1, l’attuale smartphone top di gamma Sony Xperia Z1 Compact: piccolo fuori, potente dentro Visto da fuori è più piccolo dello Z1, ma la componentistica è analoga e le prestazioni convincono di Emanuele VILLA A Giovane, colorato, robusto Il prodotto è disponibile in diverse colorazioni (noi abbiamo provato quella rosa “shocking”), ha una bella cornice in alluminio che ospita i vari slot con all’interno le presa micro USB, micro SD e micro SIM. Dall’altra parte, il bilanciere del vo- torna al sommario bbiamo provato Xperia Z1 Compact per 2 settimane in modo intenso, e non possiamo che parlarne bene. Con questa prova vogliamo andare dritti al punto: rispetto a Z1, che fino all’arrivo di Z2 sul mercato occupa la posizione più alta nella gamma Sony, la versione Compact è ridotta solo nelle dimensioni, nel peso e come caratteristiche di display, ma per il resto la situazione è analoga. Troviamo lo stesso SoC Qualcomm Snapdragon 800 da 2,2 GHz, la medesima fotocamera da 20,7 Mpixel con sensore Sony Exmor RS per dispositivi mobili, supporto per le reti LTE e le medesime certificazioni di resistenza IP55/ IP58 di impermeabilità fino a 1,5 m di profondità per 30 minuti (solo acqua dolce) e alla polvere. In più, 2 GB di RAM e 16 GB di memoria di storage (circa 12 utilizzabili), ovviamente espandibile con moduli microSD. Il display rappresenta la principale differenza tra Z1 e Z1 Compact: dal 5.0’’ con risoluzione 1920 x 1080, si passa a un 4,3’’ HD, anch’esso Triluminos e con processore d’immagine X-Reality per dispositivi mobile, un display “ridotto” in termini di risoluzione (qui siamo a 1280 x 720, per 342 ppi) ma con caratteristiche qualitative analoghe rispetto al modello superiore. Questo approccio rende Z1 Compact sì più piccolo, costa meno, ma pur sempre un top di gamma. Mentre, infatti, lo Z1 viene proposto a 589 euro di listino, Z1 Compact è attualmente posizionato a 499 euro. lume, il tasto di accensione/spegnimento in tipico stile Xperia e, cosa piacevole e non scontata, il tasto dedicato agli scatti fotografici. Sony ha ricalcato il design dello Z1 offrendo il medesimo bilanciamento tra esigenze estetiche e funzionali (l’impermeabilità, in pratica): il fatto che ci siano degli sportellini da aprire e chiudere lungo il profilo non è il massimo della bellezza, ma è una soluzione accettabile. A livello ergonomico, la dimensione media del display e lo chassis compatto sono aspetti chiaramente positivi: il telefono si porta in giro senza difficoltà; unico limite, la batteria non è removibile. Prestazioni convincenti Basta dare un’occhiata alle caratteristiche tecniche per rendersi conto che lo Z1 Compact non avrà problemi in nessuna circostanza: i benchmark che abbiamo fatto girare confermano prestazioni al di sopra di ogni sospetto in ogni comparto, appena superiori rispetto a Galaxy Note 3. An Tu Tu, per esempio, assegna un totale di 35.166 punti, contro i 34.652 del Galaxy Note 3 e i 33.654 dell’Xperia Z Ultra. L’esperienza d’utilizzo non ha mostrato limiti o problemi di alcun genere, anche in circostanze impegnative: la risoluzione HD va benissimo su un terminale da 4,3’’. La leggibilità dei testi è buona in ogni circostanza: resta il limite dei siti non ottimizzati per dispositivi mobile, che tra la risoluzione non eccelsa e il display di medie di- mensioni, impongono spesso l’uso dello zoom, ma si tratta di un limite pressochè invalicabile con queste dimensioni di display. Luminosità non eccezionale, con qualche difficoltà di lettura in condizioni di forte luce ambientale, mentre è molto buono l’angolo di visione, decisamente naturali i contrasti e colori estremamente vivi e brillanti; il merito va anche al processing X-Reality, i cui effetti si notano eccome, soprattutto nei video. A tal proposito, abbiamo riprodotto alcuni film e trailer tramite il servizio Video Unlimited di Sony integrato nel telefono, e il responso è stato davvero piacevole: colori brillanti, un contrasto notevole e artefatti sostanzialmente invisibili. Come anticipato, abbiamo usato Z1 Compact per un paio di settimane inserendolo nella nostra routine quotidiana. Sotto il profilo hardware, non abbiamo davvero di che lamentarci: il terminale non solo gestisce senza problemi tutte le funzionalità del telefono, ma non sembra patire in alcun modo neppure il multitasking più “feroce”. Musica in streaming da 3G mentre si naviga con Google Maps, RunKeeper in background e passaggi rapidi su Chrome per la consultazione di siti ottimizzati: zero lag avvertibile e fluidità ottima, come da previsione, considerando lo snapdragon 800. Spesso i telefoni di profilo medio vanno incontro a qualche micro-blocco o rallentamento quando segue a pagina 28 estratto da dday.it n.58 / 12 NOVEMBRE 2012 TEST Sony Xperia Z1 Compact si passa compulsivamente da un’app all’altra: qui niente da fare. A parte il processore, contano molto i 2 GB di RAM. Neanche a sottolinearlo, l’Adreno 330 offre prestazioni grafiche più che adeguate ai giochi di ultima generazione: abbiamo scaricato Fifa 14 e Asphalt Airborne ottenendo conferma alle nostre supposizioni; il primo è fluidissimo, gira ad elevato framerate, il secondo è velocissimo ed emozionante, davvero eccellente sotto il profilo delle prestazioni. Poi c’è tutto il discorso sul software, nel senso che Sony customizza Android in modo “importante”, sia con l’aggiunta di app ad hoc, sia con la gestione dell’interfaccia. Diciamo che l’esperienza d’utilizzo è piuttosto differente (nonostante la base sia la stessa) rispetto a quella dell’Android stock dei Nexus o di altri produttori: i pulsanti sono tutti on screen, non c’è alcun tasto fisico, il back è a sinistra mentre a destra c’è quello del multitasking, tenendo premuto home si attiva Google Now e l’elenco delle app, disposte in senso orizzontale, è preceduta da un menu laterale che permette di ordinarle nel modo desiderato, cercare, disinstallarle ecc. Ci si abitua in fretta, anche proveniendo da un’esperienza abbastanza diversa, e alla fine l’accesso a tutte le possibilità del telefono è piuttosto rapido. Sony ha personalizzato anche il contenuto e le tecnologie integrate nel telefono: per esempio, con Throw è possibile inviare via wireless contenuti multimediali (audio, video, foto) dallo smartphone ad altri dispositivi tramite Bluetooth o DLNA, e questo si aggiunge al supporto per i controller DualShock 3, l’app torna al sommario PlayStation Mobile preinstallata, ma anche Album per la gestione delle immagini, Film per i video e Walkman per la musica, Sony Select per una selezione di contenuti “top” da scaricare (dal Play Store o, comunque, dai siti dei produttori), ma anche Socialife che funge da aggregatore di news feed, Smart Connect per la connessione intelligente a svariati accessori, Reader per la lettura degli ebook (Sony ha recentemente deciso di chiudere il Reader Store, ma ha stretto una partnership con Kobo), Video Unlimited e altro ancora. Come una fotocamera compatta Rimangono alcune considerazioni sull’autonomia e sulla parte fotografica/video. Per quanto riguarda il primo punto, Z1 Compact integra una batteria da 2.300 mAh (lo Z1, invece, ne ha una da 3.000 mAh) che assicura il classico giorno abbondante di utilizzo. Un uso intensivo porta l’autonomia prossima al 10% in serata, ma nell’utilizzo comune siamo arrivati a sera mediamente al 40-45%, segno che l’autonomia non è un problema. Molto efficiente, per chi vuole estendere al massimo la durata della batteria senza ricorrere a battery pack esterni, è la modalità Stamina di Sony, che disabilita app e funzionalità del telefono quando lo schermo è spento. Il bello è che, oltre a una modalità di base che disattiva tutto (portando addirittura la stima di autonomia a 15 giorni), è possibile configurare il telefono per mantenere attive solo certe app e funzionalità. Per quanto concerne gli aspetti fotografici, ci troviamo di fronte alla medesima situazione di Z1: sensore Sony Exmor RS da 1/2.3’’ con ben 20,7 Megapixel, lente Sony G F/2.0 con Flash LED, zoom digitale 8x e un’infinità di opzioni di scatto, tra cui la modalità burst, HDR anche per i video, tracking dei soggetti, riconoscimento scena, Superior Auto, Sweep Panorama e molto altro ancora. Sarà l’interfaccia molto curata, sarà il pulsante di scatto dedicato, ma qui si è veramente l’impressione di avere tra le mani una fotocamera compatta e non un telefono, zoom ottico ovviamente escluso. Come detto, le opzioni di scatto sono tantissime: si parte dal Superior Auto di Sony, che fa tutto da sè a seconda delle condizioni di scatto, fino alla modalità totalmente manuale che consente di regolare di tutto, dalla risoluzione (2 Mp, 3 Mp, 8 Mp 16:9, 8 Mp 4:3, 20,7 Mp), agli ISO (fino a 800), il tipo di messa a fuoco (singola, multipla, rilevamento volto, touch e tracciabilità oggetto), la stabilizzazione dell’immagine, il bilanciamento del bianco, l’esposizione ecc, ma sono anche disponibili svariati effetti artistici da applicare sugli scatti, il Timeshift Burst per la cattura di immagini prima e dopo lo scatto, panorama e via dicendo. Le foto diurne, scattate in modalità completamente automatica (quindi a 8 megapixel, i 20 megapixel si attivano solo in modalità manuale) sono buone: dettaglio notevole, condizionato un po’ dalla compressione, resa cromatica naturale e contrasti decisi; niente male la modalità macro, per la quale è agevole l’utilizzo del fuoco touch, mentre come prevedibile la situazione peggiora man mano che ci si allontana dalle condizioni di scatto ideale. Gli scatti notturni mantengono una resa cromatica apprezzabile e buona luminosità, ma non si può negare una componente rumorosa avvertibile che va a condizionare il dettaglio. Sono pur sempre scatti migliori della media, comunque. Qui sotto, una selezione di scatti: quelli in 4:3 sono a 20 mpixel con regolazioni manuali, quelli in 16:9 sono invece realizzati in modalità Superior Auto (8 mpixel). Selezionandoli è possibile ingrandire le immagini, altre foto sono disponibili qui. Perfetto per chi cerca prestazioni e comodità Xperia Z1 Compact ha un grande merito: sfatare, in casa Android, il mito secondo cui i telefoni top di gamma devono avere anche uno schermo grande. Xperia Z1 Compact ha un dignitoso 4,3’’ come display, è comodo, robusto e lo si porta ovunque senza problemi. Le prestazioni sono al top, il display è di qualità nonostante la risoluzione non eccelsa e le personalizzazioni Sony su Android rendono l’esperienza d’uso piacevole, il tutto con un’autonomia che, pur non da record, va più che bene per l’uso di tutti i giorni. Il comparto fotografico è superiore alla media, pur con qualche limite in condizioni più difficili, e l’assenza della ripresa in 4k non è di sicuro un problema, per quanto Sony avrebbe potuto tranquillamente attivarla senza modificare l’hardware. Il prezzo non è per tutti: 499 euro è una bella spesa, ma se si considera che lo Z1 Compact non è una versione “meno potente” di Z1, bensì semplicemente più piccola, allora i soli 100 euro di differenza col fratello maggiore sono più che giustificabili. segue Da pagina 27 estratto da dday.it n.58 / 12 NOVEMBRE 2012 TEST L’LTE non è più un’esclusiva dei modelli di fascia alta e comincia a trovarsi anche sui terminali con costo medio-basso Smartphone Vodafone Smart 4G, LTE per tutti Vodafone propone il suo smartphone 4G da 199 euro per fare conoscere la propria rete veloce di Paolo CENTOFANTI A Il debutto italiano di Yulong Con lo Smart 4G Vodafone porta in Italia un’altra “potenza” cinese, Yulong, presente in patria con il brand Coolpad. Il prodotto realizzato per Vodafone (nome in codice Coolpad 8860U) ha un design se vogliamo un po’ anonimo ma in realtà restituisce la sensazione di un prodotto ben costruito, robusto e curato nelle finiture. Il pannello posteriore in plastica è leggermente “gommato” agevolando così l’impugnatura dello smartphone. I bordi sono smussati e ben si raccordano sia con il retro sia con il rivestimento dello schermo. Maneggiando lo smartphone non si sentono, invece, cedimenti o scricchiolii. Si tratta di uno smartphone con display da LCD IPS da 4,5 pollici con risoluzione di 960x540 pixel, quest’ultima unica caratteristica in grado di fare, forse, davvero storcere un po’ il naso a livello di specifiche tecniche, visto che per il resto c’è davvero tutto. Il processore utilizzato, ad esempio, è lo torna al sommario nche se l’attenzione (per prima la nostra) è spesso sui nuovi modelli top di gamma, quei prodotti che portano sul mercato il meglio della tecnologia, le caratteristiche che fino a poco tempo fa erano loro predominio stanno piano piano ricadendo sui modelli inferiori. È il caso dell’LTE, che sta cominciando a diventare disponibile anche su terminali dal costo ragionevole come il Vodafone Smart 4G, smartphone che l’operatore telefonico ha presentato a novembre. Vodafone ha capito che la prossima frontiera per gli operatori telefonici non sono più i minuti voce o gli SMS, ma l’utilizzo intensivo del pacchetto dati e il valore aggiunto di una rete veloce, con una larga fetta di utenti ancora da portare nel mondo degli smartphone e delle loro potenzialità. Lo Smart Mini lanciato la scorsa estate andava proprio in questa direzione e ora Vodafone alza la posta puntando a far conoscere alla massa anche la sua nuova rete 4G in LTE. Questo il senso di questo Smart 4G, smartphone Android compatibile LTE con un prezzo di listino di 199 euro, non esattamente i 59 euro del lancio dello Smart Mini, ma comunque un prezzo molto interessante per un telefono 4G e con specifiche comunque di tutto rispetto, come ci accingiamo a vedere. Snapdragon 400 di Qualcomm, lo stesso impiegato sull’HTC One Mini per intenderci, un rispettabilissimo dual core. La memoria RAM è da 1 GB, lo storage da 8 GB con espansione via schede microSD, la fotocamera monta un sensore da 8 Megapixel, c’è il flash, la webcam frontale, NFC, naturalmente l’LTE, Wi-Fi 802.11n e Bluetooth. La batteria infine ha una capacità di 1880 mAh. Semplicemente… Android Per quanto riguarda il sistema operativo, Vodafone ha optato per una versione relativamente recente di Android, Jelly Bean 4.2.2, ormai con un anno esatto sulle spalle, ma comunque sufficientemente al passo con i tempi per un terminale di fascia media. La buona notizia è che, come per il precedente Smart Mini, anche in questo caso Vodafone ha deciso di non customizzare in alcun modo l’esperienza d’uso, lasciando l’interfaccia originale di Android essenzialmente intatta. segue a pagina 30 estratto da dday.it n.58 / 12 NOVEMBRE 2012 TEST Vodafone Smart 4G C’è una suite di app Vodafone per i suoi vari servizi, raccolte in un’apposita cartella e che possono volendo essere completamente disinstallate. In più troviamo un file manager e un tool per il root del telefono con un solo click, oltre ad alcune app di terze parti come la torcia, eBay, X-office e una funzione specchio che sfrutta la webcam frontale. Oltre alle varie app classiche di Google, troviamo già installate sul dispositivo anche Google Earth e Currents. Un’onesta alternativa integrato offre, invece, un suono piuttosto pulito (anche con la riproduzione di musica!) anche se il volume non è esagerato, anche se sufficiente per sentire quasi sempre la suoneria. Conclusioni In definitiva lo Smart 4G è un prodotto interessante, con prestazioni che fino a poco tempo fa erano impensabili per questa fascia di prezzo. Lo smartphone è completo, con alcuni compromessi (il display, la fotocamera) rispetto ad altri modelli più blasonati, dettati proprio dalla necessità di offrire l’LTE a un prezzo contenuto. La scelta del SoC Qualcomm fa sì che lo Smart 4G sia costruito su una base solida e performante, così come l’interfaccia senza particolari personalizzazioni garantisce un’esperienza d’uso fluida e come Google l’ha pensata. Se il 4G non interessa, però, allo stesso prezzo c’è la soluzione di Motorola, il Moto G, che può contare su un display migliore. Lo smartphone Vodafone Smart 4G ha fotocamera con sensore da 8 Megapixel e la possibilità di registrare video a 720p. In entrambi i casi i risultati sono sufficienti ma non eccellenti. Per vedere qualche scatto, clicca sulle foto qui sopra a destra. Diciamocelo: quando ci viene proposto un qualsiasi prodotto realizzato da un marchio cinese mai sentito, i pregiudizi ci portano a non rimanere molto impressionati. E invece lo Smart 4G di Vodafone si è rivelato essere un prodotto tutto sommato onesto. Rispetto a tanti altri smartphone di fascia bassa, si tratta di un dispositivo in grado di restituire una buona sensazione di fluidità e velocità. Il display è forse l’aspetto più criticabile, non tanto per la risoluzione che è comunque accettabile su questa dimensione di schermo, quanto per l’angolo di visione non molto ampio e colori un filo slavati. A parità di prezzo, ha fatto meglio Motorola con il Moto G da questo punto di vista, ma rinunciando all’LTE. In sostanza a questo prezzo probabilmente non si riusciva a fare di più. In ogni caso quello che soddisfa maggiormente è proprio la reattività, il caricamento sufficientemente veloce e la fluidità del browser (sia quello base di Android che Chrome), il passaggio abbastanza rapido da un’app all’altra, insomma la sensazione di non aver in mano una “carriola”. Sul versante, invece, degli inevitabili compro- messi dovuti al prezzo basso va segnalata la fotocamera che, nonostante gli 8 Megapixel del sensore, è sufficiente ma nulla di più. Quando la luce non manca si riescono a ottenere scatti con un buon dettaglio e un corretto equilibrio cromatico, ma basta un poco di luminosità in meno (negli interni, ad esempio, o con il brutto tempo) e la definizione cala sensibilmente. Inoltre, l’interfaccia base di Android, oltre a non essere esattamente il massimo dell’intuitività, non è nemmeno molto ricca sul fronte delle impostazioni, mentre la regolazione dell’esposizione effettiva in qualche modo differisce anche di molto da quanto si vede sul display. In modalità video, la ripresa si ferma a una risoluzione di 720p e non è nulla di memorabile. Nel complesso però, finché si tratta di condividere foto sui social network o qualche scatto divertente, la fotocamera dello Smart 4G fa quello che deve. Per quanto riguarda la batteria da 1880 mAh, nel caso di uso intensivo e con reti 4G ci fa arrivare comunque fino a sera prima di dover ricaricare il telefono. C’è comunque un’opzione di risparmio energetico che ci consente di sfruttare al massimo la carica a disposizione, con possibilità di attivare l’opzione automaticamente quando si raggiunge la soglia del 20%. La qualità delle chiamate è discreta, anche se il suono dal nostro capo della linea tende a essere un po’ cupo, mentre i destinatari hanno sempre riportato una qualità discreta. L’altoparlante torna al sommario segue Da pagina 29 estratto da dday.it n.58 / 12 NOVEMBRE 2012 TEST Questo dispositivo di Hisense è da considerare se si vuole passare al Dual SIM o si è alla ricerca del primo smartphone Hisense HS-U970, l’Android da 5’’ low-cost HS-U970 di Hisense è uno smartphone da 5’’ con processore quad core e Dual SIM a 199 euro di listino elenca le caratteristiche in modo puntuale: display da 5’’ IPS qHD (960x540 pixel), batteria da 2.000 mAh e Android 4.2.1 in versione stock sono le specifiche di base. Approfondendo il discorso, si scopre che il dispositivo monta un processore MediaTek MT6589M quad core che opera a 1.2 GHz con 1 GB di RAM e GPU PowerVR SGX 544MP, ci sono 4 GB di memoria di storage e la fotocamera principale è da 8 MP, con l’aggiunta di una frontale da 0,3 MP e del flash LED. Morale: HS-U970 è un telefono pensato per chi ha bisogno di sfruttare appieno il Dual SIM e pretende un display ampio, vuole gestire le proprie “faccende di ogni giorno” (Internet, mail, musica, qualche video, ecc.) con rapidità ma non ha pretese di potenza assoluta, pretese che si possono manifestare in un multitasking massiccio, nell’LTE o in giochi dall’elevato potenziale grafico. Piacevole in un terminale di base la presenza del processore quad core e di 1 GB di RAM (altri di fascia analoga hanno 512 MB). Da fuori: semplice ma piacevole Diamogli un’occhiata da fuori: il telefono è ampio, un 5’’ abbastanza massiccio ma che si porta in giro e si impugna senza difficoltà. La natura economica del telefono è avvertibile nei materiali impiegati, ma in realtà osservandolo bene si nota una buona cura nelle finiture e, soprattutto, un peso contenuto: il telefono, testato nella varian- l mercato non è fatto solo di telefoni top di gamma, le cui prestazioni eccellenti sono pressoché scontate. C’è una fetta cospicua di utenti che non guarda tanto le prestazioni quanto la convenienza, cerca un terminale che duri nel tempo, sia comodo, versatile e costi (relativamente) poco. In questo terreno non si gioca sulla caratteristica tecnica hi-end, sugli fps dei giochi di ultima generazione o sulla perfezione dello scatto fotografico, quanto piuttosto sull’ottimizzazione del rapporto qualità/prezzo: ed è a questo che punta Hisense HS-U970, un prodotto pensato appositamente per chi vuole entrare nel mondo smartphone con un modello low-cost ma capace di assicurare la versatilità di Android. Ed è in questa chiave che imposteremo il test: non su “come si pone nei confronti di un top di gamma”, il cui rapporto non potrebbe che essere perdente, ma su “ne vale la pena per quello che costa?”, che poi all fin fine è ciò che conta davvero. Il punto di partenza è la natura Dual SIM, che lo differenzia da parte dell’offerta presente sul mercato: Hisense HS-U970 è indicato a chi vuole separare due ambiti di utilizzo, tipicamente quello personale e quello lavorativo; è possibile ricevere su entrambe le SIM, attivarle/disattivarle singolarmente e “al volo” e gestire in modo puntuale la SIM primaria, associando ad esempio il traffico dati a una delle due e le telefonate e gli SMS all’altra. Questo, a prescindere dalla valutazione sulla potenza del terminale, è un aspetto da tenere in considerazione. Sotto il profilo hardware, siamo di fronte a un terminale Android di fascia entry/ media con processore quad core, il tutto giustificato dal prezzo di listino di 199 euro (ma sul mercato si troverà senz’altro a meno). Sia sul sito ufficiale sia sulla confezione di vendita, Hisense I di Emanuele VILLA torna al sommario te con chassis bianco, fa bella figura, è sottile e i bordi del display sono sottili. Sollevando la cover si nota la batteria da 2.000 mAh, responsabile di buona parte del peso dell’apparecchio, oltre ai classici slot per le due SIM e quello per la micro SD (molto importante, considerando che la dotazione di soli 4 GB di memoria quasi ne impone l’utilizzo); la dotazione di tasti è quella tipica, con i soli pulsanti di accensione/spegnimento e il bilanciere del volume sui lati e i tre tasti a sfioramento sotto il display per la gestione di tutte le attività del telefono. segue a pagina 32 estratto da dday.it n.58 / 12 NOVEMBRE 2012 TEST segue Da pagina 31 HS-U970 durante l’uso quotidiano Buona autonomia, foto così così Anche in questi ambiti abbiamo ottenuto risultati in linea con le aspettative: Hisense non riporta una stima di autonomia, ma sulla base delle nostre rilevazioni la tipica giornata di utilizzo ci sta senza problemi. C’entra la batteria da 2.000 mAh: la consueta “giornata di utilizzo” risulta così abbondante anche navigando con frequenza su 3G, scaricando mail, inviando Tweet, concendendoci qualche partita e usandolo come navigatore con Google Maps. In questo scenario, alle 18.30 eravamo al 40% di batteria, un dato positivo considerando che l’utilizzo comune sarà meno assiduo. Nella norma, ma sicuramente migliorabile, il La fotocamera dello smartphone HS-U970 è dotata di sensore da 8 MP, molte opzioni di scatto e Flash LED incorporato. Clicca sulle foto qui sopra a destra per vedere l’originale. Durante la nostra settimana con HS-U970, l’abbiamo inserito nella routine di tutti i giorni per valutarne l’esperienza d’uso: abbiamo usato le funzionalità Dual SIM, la gestione della mail, navigazione web, musica, video e qualche partita nei momenti di relax. Delle prime si è detto in apertura, aggiungiamo solo che la qualità audio in ricezione è apprezzabile, mentre per quanto riguarda tutto il resto partiamo dal display, che come annunciato è un qHD da 960x540 IPS: rispetto ai display più pregiati e costosi, si notano dei limiti in termini di angolo di visione (spostandosi dal punto ottimale, la resa cromatica ne risente) e resa cromatica non molto brillante, mentre quello che pensavamo essere il limite principale, ovvero la definizione, in realtà è molto meno problematico del previsto. Certo, le ampie dimensioni del display avrebbero richiesto un HD per un impatto grafico notevole, ma parlando di operazioni quotidiane e leggibilità dei testi, il problema non si pone. Piuttosto, resta quello dei siti web non ottimizzati per la riproduzione mobile, per i quali con questa definizione di display è spesso necessario l’uso dello zoom. Dato positivo, lo schermo è molto luminoso, e questo favorisce la leggibilità outdoor. A livello di reattività generale, sensibilità del touch, passaggi tra i menù, accesso alle opzioni, movimenti tra le varie pagine, accesso al multitasking, ovvero in una sola espressione alla “esperienza d’uso”, il responso è positivo. L’interfaccia è molto fluida e nella routine quotidiana non abbiamo riscontrato limiti particolari, momenti di stallo, rallentamenti importanti o blocchi improvvisi: la fluidità è sempre stata notevole. Per quanto riguarda la navigazione web, il rendering delle pagine col browser di default è molto rapido e con una lag iniziale davvero minima. Pur sapendo che HS-U970 non è nato per le massime prestazioni, abbiamo comunque voluto testare il telefono di fronte a un multitasking abbastanza impegnativo: streaming musicale di sottofondo e allenamento con Runkeeper, alternato a navigazione web classica tramite il browser e scaricamento di file da PlayStore. Nessun problema: il browser non ha mostrato scatti o tentennamenti ulteriori rispetto al caso standard, forse qualche microscatto in più ma niente di rilevante neppure per l’appassionato (cui peraltro questo telefono non è indirizzato). Pensiamo possa contare molto il GB di RAM a bordo: poca cosa rispetto ai modelli superiori, ma non scontato nella fascia Android da 100 a 200 euro di listino. Come prestazioni grafiche siamo su un livello superiore, il che rende HS-U970 adatto a giochi 3D anche abbastanza onerosi: il limite, piuttosto, è quello dei 4 GB di storage, sui quali (chiaramente) non si può installare di tutto. Abbiamo quindi scaricato alcuni giochi recenti, tra cui F18 Carrier Landing e una suite dedicata alle Olimpiadi Invernali, ottenendo conferma di ciò: il gioco è fluido, gli FPS non sono tantissimi ma giocare è sempre stato piacevole. torna al sommario comparto fotografico: HS-U970 offre un sensore da 8 Megapixel con un’infinità di opzioni di scatto (bilanciamento del bianco, ISO 100/1600, esposizione, HDR, raffica, nitidezza, contrasto, rilevamento del volto, ecc.) e flash LED incorporato; mantenendo l’impostazione automatica in tutto e per tutto, i risultati sono più che accettabili in condizioni ideali di scatto e con molta luce, ma la qualità cala sensibilmente non appena si passa al buio o, comunque, in condizioni di luminosità attenuata. Un punto di partenza interessante La prova ha confermato le prime impressioni, pur offrendo qualche spunto di approfondimento: HS-U970 nasce per chi vuole un Dual SIM grande, conveniente e con cui soddisfare le proprie esigenze quotidiane. Per questi scopi va bene e il rapporto qualità/prezzo è favorevole: nessun problema evidente, ha un design piacevole, un peso contenuto, il processore quad core, autonomia giusta e una reattività adeguata alle attività di tutti i giorni, anche quelle che richiedono l’uso assiduo di più applicazioni. Peraltro, bisogna anche dire che HS-U970 non è pensato per assicurare prestazioni di livello assoluto e qualche limite è da mettere in conto: dal canto nostro miglioreremo il display e aumenteremo lo storage; se si riuscisse, a quel punto, a mantenere inalterato il prezzo avremo un prodotto di riferimento, ma anche così HS-U970 può far sentire la sua voce, considerando tra l’altro che si troverà a meno dei 199 euro di listino. Per entrare nel mondo degli smartphone, o per passare a un Dual SIM, è un’ipotesi da prendere in considerazione. Hisense HS-U970 estratto da dday.it n.58 / 12 NOVEMBRE 2012 TEST Il prezzo di 349 euro dell’EV3 è in linea con le caratteristiche del prodotto, la sua versatilità e le tecnologie proposte La prova completa di Lego Mindstorms EV3 Un gioco appassionante che piace ai grandi 600 pezzi tra mattoncini, ingranaggi, sensori e motori per creare robot e dispositivi programmabili Lego trasforma la programmazione in un gioco che crea dipendenza, adatto a grandi e piccoli di Roberto PEZZALI Q Il principio di EV3: core ARM Il cuore di EV3 è il brick, una scatola che contiene il processore ARM 9 a 300 Mhz sul quale è caricato il sistema operativo Linux, supportato da 16 MB di memoria flash e 64 MB di RAM per caricare i programmi da eseguire. Il brick è un piccolo computer (con tanto di firmware da tenere sempre aggiornato) che gestisce 4 ingressi e 4 uscite: gli ingressi sono ovviamente porte di input, ovvero segnali che arrivano dai sensori presenti, le uscite sono invece porte dalle quali vengono inviati i comandi ai pezzi che fanno fisicamente qualcosa, come i motori. Il sistema di programmazione è semplicissimo: all’azione raccolta dai torna al sommario uando abbiamo visto EV3 all’IFA di Berlino, il nostro primo pensiero è stato: “Dobbiamo provarlo!”. EV3 è l’ultimo nato in casa Lego Mindstorms, la serie tecnologica di Lego che piace forse più ai grandi che ai piccini. Mindstorms EV3 è più di un gioco, è una sorta di laboratorio tecnologico che unisce alla creatività della costruzione la possibilità di imparare le basi della programmazione per sviluppare progetti che richiederebbero conoscenze di robotica e automazione. Mindstorms EV3 è la classica scatola Lego: all’interno troviamo circa 600 pezzi tra mattoncini, ingranaggi, pulegge, cavi, sensori e motori. Lo stile è quello del Lego Technics, al quale però sono stati aggiunti gli ingredienti speciali che danno vita alla nostra creazione. Con la scatola è possibile realizzare tantissimi diversi progetti: un tutorial, cinque robot creati da Lego e una serie di progetti realizzati dai migliori builder della community, i “bonus model”. Quelli forniti da Lego sono ovviamente progetti da copiare, richiedono dall’ora alle tre ore ma sono solo l’inizio: il bello è creare qualcosa di nuovo per poi condividerlo nelle migliaia di community di appassionati di Mindstorms. Costruire un robot da zero richiede tempo, pazienza, un po’ di esperienza e tanti tentativi in fase di programmazione: ci perdonerete se abbiamo realizzato solo i modelli base, provando poi a modificare il comportamento, senza investire giorni nella realizzazione del Cylone personale di DDAY.it. sensori corrisponde una reazione, con il “cuore” che gestisce tutti questi segnali basandosi sul programma che abbiamo creato e che abbiamo caricato a bordo. Nella sua ultima versione, EV3 può essere collegato tramite Bluetooth allo smartphone, dove una applicazione (iOS e Android) permette di controllare i cinque robot che si possono costruire seguendo le istruzioni di Lego. La presenza di una porta USB permette inoltre l’aggancio di una chiavetta Wi-Fi, mentre la porta MicroSD è utile per caricare ulteriori programmi. La programmazione del brick è fatta tramite software da PC, utilizzando la presa USB. Telecomando, smartphone e software Per la versione EV3 di Mindstorms, Lego ha sfruttato ampiamente le possibilità offerte da iPad, iPhone e da Android: la documentazione per la creazione dei progetti, infatti, è integrata nell’applicazione per tablet, che permette di visualizzare in 3D le fasi della creazione. L’applicazione è ben fatta, ma da vecchi nostalgici della carta preferiamo le vecchie istruzioni 2D disponibili su PDF, più immediate e chiare. Lo smartphone serve anche per controllare i cinque robot base Mindstorm, ognuno dei quali ha una caratteristica unica: Spik3r, il ragno, e R3ptar, il serpente, sono sicuramente i più affascinanti. Tramite l’applicazione per smartphone si gestisce il movimento del robot e la sua abilità primaria: il morso nel caso del serpente, oppure il lancio di una pallina rossa dal pungiglione dello scorpione. L’alternativa è il telecomando IR, un po’ più complicato da usare. Infine, ed è la scelta che caldeggiamo, c’è la programmazione: il robot diventa autonomo, reagisce agli stimoli che arrivano dai sensori e si comporta esattamente come abbiamo previsto. segue a pagina 34 estratto da dday.it n.58 / 12 NOVEMBRE 2012 TEST Lego Mindstorms EV3 segue Da pagina 33 La programmazione con LabVIEW Il progetto tutorial Il progetto tutorial è la scelta più semplice per iniziare a usare Mindstorms: è semplice da realizzare e aiuta a capire il principio di programmazione. In ogni caso non è necessario costruire qualcosa: si può collegare al brick un motore e un sensore per capire in che modo ad azione corrisponda la reazione. Solo con questo approccio si capisce davvero la sostanza di Mindstorms: una piattaforma di robotica che permette di automatizzare costruzioni Lego e creare progetti non necessariamente legati al gioco. La visione che si può avere inizialmente, fatta di robot, veicoli e giochi, è riduttiva rispetto a ciò che Mindstorms può fare. Nella confezione base, oltre al brick, l’utente può sfruttare due motori grandi, uno piccolo, un sensore touch, un sensore IR e un sensore colori: come extra sono disponibili molti altri sensori Un incredibile e appassionante gioco da grandi Mindstorms EV3 è un gioco educativo da affrontare a molteplici livelli: è divertente costruire macchine e robot, ma è ancor più appassionante provare a programmarlo e modificare i programmi di base per alterarne il funzionamento. EV3 è un gioco praticamente infinito, per grandi e per piccoli: grazie alla community di appassionati e sviluppatori è possibile trovare sul Web progetti nuovi e innovativi da realizzare, come ad esempio il risolutore del cubo di Rubik che si può costruire seguendo questo progetto (http:// mindcuber.com/mindcub3r/mindcub3r.html) sfruttando i pezzi base dell’EV3 Mindstorms Kit. L’unico difetto è nella confezione: è un prodotto bello, curato, robusto, ma una volta aperti i tipici sacchettini Lego si corre il rischio di perdere i pezzi. Lego avrebbe dovuto prevedere un organizer di qualche tipo. Il prezzo, 349 euro, non è affatto elevato se si considera il costo delle soluzioni Lego e il prezzo dei componenti “intelligenti” inclusi. Alcuni dettagli di Lego Mindstorms EV3, con cui è possibile realizzare un tutorial, cinque robot suggeriti da Lego e i cosiddetti “bonus model”, progetti realizzati dai migliori “costruttori” della community. Programmare EV3 Mindstorms non è facile e non è neppure un gioco: fosse stato facile, EV3 avrebbe stancato dopo pochi giorni, invece con il tool a disposizione le possibilità sono davvero infinite e permettono di passare da una programmazione di base a una più evoluta. Il software, da installare sul proprio computer, è una versione personalizzata di LabVIEW: non è un programma particolarmente intuitivo, ma per ogni robot si può seguire la programmazione passo-passo che aiuta molto a capire le logiche del sistema. La cosa bella è che non serve scrivere nessuna riga di codice, ma è chiaro che una piccola base di programmazione aiuta: se si vuole fare un progetto un po’ più evoluto si devono considerare costanti, variabili, array, operatori booleani, cicli e altre funzioni logiche alla base di ogni linguaggio di programmazione. L’obiettivo di EV3, d’altra parte, è educare alla programmazione giocando e per farlo utilizza piccoli blocchetti da assemblare, ognuno dei quali ha una sua funzione e un suo comportamento. La logica di programmazione ricalca quella della costruzione: un programma ha un inizio e una fine, e in mezzo ai due capi può suc- cedere di tutto, dalle pause alla riproduzione di suoni al loop continuo fino a quando non si verifica una determinata circostanza. EV3 è un progetto “open”, il codice sorgente del brick è su Github e lo si può anche scaricare senza essere in possesso del Mindstorms: una cosa che consigliamo di fare, almeno per capire il livello di complessità del gioco e la vastità di operazioni che si possono porre in essere. torna al sommario come il giroscopio, il sensore ultrasonico, la bussola e la coppia trasmettitore/ricevitore IR, e per chi ha bisogno di più ingressi o uscite si possono collegare altri brick in cascata in una modalità denominata “Daisy Chain”. estratto da dday.it n.58 / 12 NOVEMBRE 2012 TEST È alto 11 cm, all’incirca come un tradizionale amplificatore stereo e meno dei modelli della serie 75 di Yamaha Yamaha RX-S600, l’ampli slim che non delude Calano le dimensioni ma non le prestazioni: è quello che promette Yamaha con questo amplificatore 5.1 Versatilità più che sufficiente Le dimensioni ridotte non hanno portato nessuna rinuncia in tema di connessioni; ci sono, infatti, ingressi di ogni tipo che vanno ben oltre le normali esigenze. I fondamentali sono le cinque prese HDMI, una delle quali predisposta per la funzione MHL e che sarebbe stata più utile sul pannello frontale. Oltre a queste, troviamo ingressi digitali ottici e coassiali e una manciata di ingressi analogici audio/video per garantire la compatibilità con le sorgenti più datate. Poi troviamo la presa di rete e una presa per inserire gli eventuali adattatori opzionali per Wi-fi e Bluetooth. Da notare che non ci sono processori video interni, ma in compenso è possibile far transitare eventuali contenuti 4K. Sul pannello frontale, poi, troviamo una presa USB per chiavette di memoria e dispositivi Apple (anche con funzione di ricarica) oltre a un ingresso audio/video per qualsiasi sorgente. La compatibilità di formati audio da dispositivi esterni è più che sufficiente: vengono riprodotti file FLAC, WAV fino a 192 kHz, MP3, AAC e WMA. Di buona qualità i morsetti per i diffusori, predisposti anche per connettori a banana. Costruzione sempre accurata anche in meno spazio Le ridotte dimensioni dell’amplificatore potevano far temere il caos all’interno dell’apparecchio; invece, nulla di tutto questo. La cura dimagrante ha fatto realizzare una circuitazione molto pulita e senza compromessi. Spicca il generoso trasformatore che si unisce a una coppia di condensatori da 8.200 uF che fanno buon servizio alla potenza dichiarata su due canali; per i canali centrale e Surround ci sono altre sezioni di alimentazione nascoste sotto la scheda audio; infine, i finali di potenza sono dei classici Toshiba fissati su un generoso dissipatore di calore. La scheda audio è praticamente la stessa di tutti i modelli Yamaha di fascia bassa e media, con processore DSP Texas e doppio convertitore audio digitale/analogico: per i canali stereo fronsegue a pagina 36 torna al sommario G di Roberto FAGGIANO li amplificatori Home Theater negli ultimi anni hanno avuto prezzi sempre più piccoli e interessanti, ma le loro dimensioni sono sempre rimaste molto ingombranti, specie in altezza. Tra le poche eccezioni disponibili tocca ora a Yamaha con questo sintoamplificatore 5.1. L’RX-S600 (549 euro) è, infatti, alto “solamente” 11 cm, cioè più o meno come un tradizionale amplificatore stereo e molto meno degli altri modelli della serie 75 della stessa Yamaha. Ci sono rinunce? Diremmo di no, perché i cinque canali disponibili sono quelli utilizzati dalla stragrande maggioranza degli utenti dei sistemi Home Theater. Nemmeno la potenza è scarsa, i 55 watt per canale dichiarati (8 ohm, 0,009% THD) sono più che sufficienti per sonorizzare un locale di medie dimensioni. Le altre funzioni sono le stesse dei modelli di fascia media della serie 75, soprattutto ci sono tutte le simulazioni DSP per le quali è giustamente famoso il marchio. Poi c’è l’Airplay, la riproduzione DLNA, l’ingresso MHL, compatibilità Flac fino a 192 kHz, la radio FM e tanta versatilità negli ingressi. Come da tradizione Yamaha ci sono i quattro tasti Scene, che permettono di impostare ogni condizione di ascolto per le sorgenti utilizzate più di frequente, in modo da non dover cambiare ogni volta i parametri di ascolto preferiti. C’è anche la possibilità di destinare le uscite amplificate dei canali Surround a una seconda zona d’ascolto, ma così sarà impossibile formare un sistema 5.1. Il telecomando in dotazione è piuttosto carico di tasti di ogni tipo, divisi per zone funzionali e con la possibilità di impostare i comandi per altri apparecchi. Tuttavia riteniamo molto meglio usare l’ottima app dedicata per dispositivi Apple e Android; mancano, invece, la connessione Wi-Fi e il Bluetooth che alcuni concorrenti offrono di serie. estratto da dday.it n.58 / 12 NOVEMBRE 2012 TEST Yamaha RX-S600 segue Da pagina 35 tali c’è un attempato Burr Brown PCM 5101 che fornisce comunque ottime prestazioni mentre i canali Surround sono affidati a un Burr Brown PCM 1681 multicanale. La filatura non è a livelli preoccupanti e anzi più ridotta rispetto agli altri modelli Yamaha di dimensioni normali. Prestazioni garantite anche per gli audiofili La messa in opera dell’S600 deve partire dalla funzione di misurazione automatica YPAO tramite microfono, essenziale per calibrare su mi- L’applicazione predisposta per il controllo a distanza da smartphone o tablet si conferma come una delle migliori, se non la migliore, nel settore. Non solo vengono replicate tutte le funzioni del telecomando ma se ne offrono molte di più. Si parte dalla bella grafica per rappresentare le sorgenti e le opzioni DSP, si continua con la riproduzione musicale dal proprio dispositivo o da un server; si può perfino impostare direttamente la frequenza radio FM oltre a richiamare le stazioni memorizzate. Non manca l’esplorazione delle migliaia di radio web con vTuner e l’accesso a servizi di streaming musicale, quest’ultimo appena aggiornato con l’aggiunta di Spotify. Molto utile la funzione che permette di vedere l’elenco completo della musica archiviata su una chiavetta USB, in modo da non essere costretti a procedere in modo sequenziale. L’amplificatore è, inoltre, certificato DLNA, e con la musica archiviata su NAS o PC vengono visualizzate anche le copertine dei dischi. Da notare che da ogni schermata si ha sempre disponibile la variazione del volume ed è molto semplice ritornare subito alle schermate per scegliere la sorgente e l’elaborazione DSP. Per chi possiede un tablet c’è una specifica versione, con una grafica ancora migliore. torna al sommario sura i parametri della stanza. Il tutto poi è controllabile dalla schermata del menù, in modo da poter modificare eventualmente qualche parametro (ma dubitiamo possa accadere). Poi si può subito iniziare a usare con piena soddisfazione questo amplificatore. Le opzioni Cinema DSP disponibili sono 17, delle quali 9 per i film e 8 per la musica, che vanno ad aggiungersi alla semplice decodifica Dolby e dts in tutte le loro varianti; c’è anche una posizione per l’ascolto Surround virtuale in cuffia. Ricordiamo ai lettori più giovani che le elaborazioni DSP Yamaha non sono costruite teoricamente ma rispondono esattamente ai parametri misurati sul campo dai tecnici Yamaha. Quando impostiamo Hall in Vienna, l’elaborazione DSP trasforma la nostra stanza nella famosa Musikverein di Vienna, la sala dove si svolge il tradizionale concerto di Capodanno; lo stesso vale per le altre elaborazioni per musica e film. Se l’effetto risultasse eccessivo, basta premere il tasto Straight per avere la semplice decodifica della colonna sonora senza ulteriori elaborazioni. La prima domanda di un appassionato non solo di Home Theater ma anche di musica è sempre quella: va bene anche per ascoltare musica stereo? Yamaha, quindi, ha pensato molto a questo aspetto inserendo il tasto Direct che taglia ogni elemento “impuro” dai circuiti durante la riproduzione stereo, come per esempio ogni intervento DSP, facendo transitare il segnale indenne da ogni contaminazione verso i finali di potenza; inoltre vengono ridotte al minimo le informazioni del display. Per l’ascolto di musica compressa MP3 si può inserire il Compressed Music Enhancer che restituisce corpo alla musica con campionamento inferiore ai 48 kHz. Questo nuovo Yamaha non ci ha sorpreso nelle prestazioni Home Theater, dove la riproduzione rimane tra le migliori in assoluto in questa fascia di prez- zo. Gli interventi DSP rimangono impeccabili e le diverse situazioni impostabili sono sempre un vantaggio esclusivo rispetto ai concorrenti. Non serve nemmeno scendere nei dettagli perché dovremmo solo ripetere lodi ai diversi parametri della resa sonora multicanale. Forse alcune situazioni vengono forzate per dare maggiore spettacolarità e coinvolgimento, ma senza superare il decoro o esagerare con gli effettacci fini a se stessi (ma spesso è colpa dei film più che degli apparecchi). La potenza ridotta non ci è parsa un problema se non si pretende di sonorizzare un salone da 100 mq. Ma dove l’RX-S600 stupisce è nella riproduzione stereo nella modalità Direct, laddove i fratelli più grandi lasciavano qualche dubbio, qualche eccesso in gamma acuta, quella sensazione di non essere al meglio rispetto ai colleghi stereo puri. Ebbene, qui la sensazione è più vicina alle prestazioni dei migliori della categoria a due canali, con ottima tridimensionalità, dettaglio preciso ma senza eccessi, dinamica degna di maggior potenza e una gamma medio-bassa profonda e controllata. Eccellente la riproduzione di musica Flac a 192 kHz. Considerato che la scheda DSP e conversione audio non è cambiata, dobbiamo ritenere che le differenze rispetto agli altri Yamaha vengano dall’amplificatore, che è in effetti un progetto realizzato su misura per questo modello. Quindi anche chi desidera ascoltare buona musica su due canali senza alcun effetto può stare tranquillo. Un fattore che aggiunge ulteriore forza a un rapporto qualità/prezzo che si può considerare ottimo per questo “piccolo” Yamaha. Un’app davvero completa e ben fatta estratto da dday.it n.85 / 3 MARZO 2014 PEOPLE & MARKET È scomparso all’età di 74 anni Carlo Alberto Lasagna, direttore generale e anima dell’insegna Expert I protagonisti del mercato ricordano Lasagna Il cordoglio degli operatori testimonia una persona di rara umanità, oltre che serio professionista po’ surreale in certi momenti, ma solo perché era capace di vedere ‘oltre’, di delineare il futuro più in là dei nostri parametri; ma il tutto senza perdere il realismo che si richiede agli uomini di business e mantenendo sempre la schiettezza di stigmatizzare persone e comportamenti che non facevano il bene del nostro mercato: in pochi ne sono capaci. Una persona nobile, schietta e bonaria, ma al tempo stesso determinata, che ci mancherà molto ma che resterà per sempre viva nel nostro ricordo.” M Tutti gli operatori si sono stretti in cordoglio attorno ai familiari per questa importante perdita. DDAY. it ha voluto raccogliere dai principali protagonisti del mercato che l’hanno conosciuto e stimato, un ricordo personale di Carlo Alberto, una persona, prima ancora che un professionista, di rara umanità e che lascerà un grave vuoto tra gli artedì 25 febbraio è deceduto Carlo Alberto Lasagna, da quindici anni direttore generale di Expert Italia e sin dai primissimi anni ’80 un vero protagonista del mercato dell’elettronica di consumo. Semplicemente Carlo Alberto per quelli a lui più vicini, il dott. Lasagna per tutti. Lasagna, classe 1940, nato a Mantova, sposato e con una figlia, laurea in Scienze Politiche, ha avuto importanti esperienze professionali in Brionvega e in Kodak, prima di passare nei primissimi anni ’80 alla guida di Sanyo Italiana, dove si è reso protagonista del successo del VHS in Italia. Dal 1999 si è dedicato anima e corpo al rilancio dell’insegna Expert, che usciva da anni di “appannamento”, creando attorno al celebre marchio una coesione incredibile e guidandolo in tutti questi anni in una crescita inarrestabile. E proprio in questo ruolo ha prodotto la sua massima energia ed entusiasmo, riuscendo a condurre Expert, insieme a tutti i soci, fino ai vertici del mercato. Oggi Expert Italia rappresenta la seconda insegna per volume d’affari nel nostro Paese e la seconda in Europa tra le catene Expert, dopo la Germania: buona parte del merito è da ricondurre proprio all’azione di Carlo Alberto Lasagna. E proprio l’energia, l’entusiasmo e la forza di coesione, nei gruppi spesso merce rara, sono e saranno ricordati come i suoi tratti unici e distintivi. torna al sommario operatori, come si evince chiaramente dai contributi sinceri che abbiamo raccolto. Ne diamo pubblicazione, nell’unico ordine possibile in questi frangenti, quello alfabetico (unica eccezione il contributo di Roberto Omati, braccio destro di Carlo Alberto, che ha chiesto di essere pubblicato per primo) e omettendo – per nostra scelta – le aziende di appartenenza: il percorso professionale di Carlo Alberto Lasagna si interseca in maniera indissolubile con quello personale. E l’amicizia e la partecipazione umana non hanno marchi né insegne. Pierluigi Bernasconi “Tanti anni fa lui era il capo di Sanyo, io il direttore vendite di Hitachi: dai clienti lo trovavo sempre davanti a me, mi dava filo da torcere. Quando ho fondato Media World, da concorrente è diventato un fornitore e generosamente mi ha dato una mano. Poi, quando anche lui è passato dalla parte del retail, mi ha spinto a rappresentare la categoria con il mio impegno in AIRES, sempre prodigo di elogi e, quando necessario, di richiami ai miei doveri. Carlo Alberto poteva sembrare un Alessandro Butali “La mia amicizia con Carlo Alberto è iniziata quasi trent’anni fa, fin dai tempi della Sanyo negli anni ‘80 ho sempre apprezzato in lui la capacità di coniugare i rapporti di lavoro a volte difficoltosi con un senso di umanità ineguagliabile che lo ha sempre reso un manager ammirevole e benvoluto da tutti. Porgo le mie più sentite condoglianze anche a nome del gruppo Euronics.” Yves Di Benedetto “Ho avuto l’onore di frequentare Carlo Alberto prima come cliente, recentemente come collega e anche fuori dell’ambiente lavorativo. Oltre ad essere un grande professionista Carlo Alberto aveva quelle dote di carisma, di umiltà, di umanità e di passione che lo ha reso uno dei rarissimi personaggi, di questo settore, apprezzato e rispettato da tutti. Carlo Alberto mancherà certamente al settore ma soprattutto mancherà alle persone.” Gianluca Di Pietro “Una persona che ha condotto il suo lavoro con visione, educazione, rispetto degli interlocutori e classe. Qualità sempre più rare nel nostro mondo. Resta la speranza che questi esempi possano essere seguiti da tutti noi.” Richard Fairest “Sebbene abbia conosciuto Carlo Alberto solo 18 mesi fa, ho capito da subito che il suo spirito, strategico e al tempo stesso imprenditoriale, e la sua vivace curiosità, che lo spingeva a costruire il futuro, erano il suo biglietto da visita – come amico e come partner di business. Credo di poter parlare anche a nome di tutti i colleghi di Sony, che hanno avuto la fortuna di conoscerlo e di apprezzare il suo calore e la sua grande competenza professionale, quando dico che ci mancherà moltissimo.” Oscar Farinetti “Carlo Alberto Lasagna è stato per me un grande amico e un maestro di vita. Ho passato con lui anni meravigliosi. Mi ha insegnato l’arte della narrazione nel mondo degli affari. A mettere un po’ di poesia vicino al nostro mestiere. Resterà nel mio cuore per sempre.” Mario Franzino “Nella vita professionale si incontrano molte persone. Alcune di queste, però, assumono un ruolo importante nel nostro cammino. Carlo Alberto è stato per me uno di questi. Sarà difficile dimenticare il suo sorriso e la sua energica presenza. Un uomo che ha vissuto intensamente e completamente il suo percorso, riempiendolo di umanità e sensibilità anche in momenti complessi e travagliati come quelli odierni. Quanto mi mancherà? Tanto, tantissimo. La sua semplicità è stata contagiosa e di riferimento, e non si potrà mai dimenticare. Sono molto triste ma so anche che sarai segue a pagina 39 di Gianfranco GIARDINA estratto da dday.it n.85 / 3 MARZO 2014 PEOPLE & MARKET I protagonisti del mercato ricordano Lasagna sempre qui con noi. Ciao Carlo Alberto.” Claudio Lamperti Enrico Ligabue “Ho avuto l’opportunità di conoscere Carlo Alberto - oggi mi permetto di chiamarlo così ma il rispetto che porto per lui mi ha sempre fatto dire ‘dottor Lasagna’ - nel corso dei lunghi viaggi verso oriente o al CES e delle cene conviviali con il gruppo Expert. Ricordo di Lui quell’essere emiliano, provenienza impossibile per lui nascondere, con la sua spontaneità e la sua simpatia innate. E ancora la grande capacità di entusiasmare le platee a cui si rivolgeva durante le assemblee con soci e fornitori. Sul piano professionale la capacità di traghettare un gruppo come Expert dal quasi fallimento di fine anni ‘90 alla prima realtà del mercato italiano. Chiudo con una citazione personale: ‘Ah Ligabue, anche lei di Reggiolo come mia moglie’ e giù “Ho conosciuto Carlo Alberto grazie ad un suo intervento dal palco di una convention Unieuro quando ancora era un manager dell’Industria: quello che mi aveva colpito era il suo modo di comunicare appassionato e trascinante. In seguito ci siamo incontrati cento e più volte e ho potuto apprezzare la sua grande cultura e la capacità di disquisire di argomenti diversi, creando sempre le circostanze per avere in seguito qualcosa da ricordare dell’incontro. Ma la sua dimensione migliore era sempre il palcoscenico (convention Expert, consessi istituzionali vari) ed ogni volta mi sorprendevo della capacità di avere e di generare entusiasmo negli interlocutori, in tutti indistintamente. In un settore che di entusiasmo ne ha sempre meno. E da oggi ne avrà meno ancora. Grazie Carlo Alberto, di tutto!” torna al sommario con una risata inconfondibile…” Alberico Lissoni “Un manager di cui ho sempre apprezzato la passione, la tenacia, il suo mettersi sempre in prima linea per trovare soluzioni e disegnare scenari; molte volte ho pensato a lui come ad un imprenditore tanto era forte la sua dedizione per l’azienda. Ci mancheranno il suo entusiasmo e la sua positività in ogni momento.” Paolo Locatelli “Di Carlo Alberto voglio ricordare le doti umane prima di quelle manageriali. Il suo entusiasmo, il suo buon senso, la sua eleganza hanno contribuito in modo importante a indirizzare i rapporti industria – distribuzione negli ultimi 15 anni. Ha guidato Expert con il carisma di un padre, volendo bene a tutti e ha fatto di Expert una grande famiglia.” Lorenzo Paolini “Carlo Alberto Lasagna era un uomo pieno di colori, di sapori ed entusiasmi, sempre affascinato dalla vita. La sua sensibilità unitamente alla capacità di relazionarsi con tutto e con tutti ne hanno fatto un leader democratico di impareggiabile valore.” Riccardo Pasini “Alto, asciutto, dinoccolato, una sorta di cowboy moderno, un Gary Cooper redivivo. Arrivava al ranch del mercato, legava il cavallo alla staccionata e ti veniva incontro sorridendo. E poi… arte, architettura, pittura, sociologia: in tutti i campi dello scibile ti stupiva con la sua conoscenza, mai pedante ma sempre brillante e coinvolgente. Grazie Carlo Alberto, per la tua saggezza, per la tua misura, per la tua umanità. Un grande, grandissimo uomo, in un mondo dove questo articolo è raro”. Paolo Sandri “Carlo Alberto è stato un esempio di umiltà, umanità e un uomo di grande energia positiva. Mancherà tanto a tutto il nostro settore che perde una gran bella persona. Io voglio ricordarlo con il microfono in mano nelle Convention Expert, sempre gioviale e sorridente mentre agita il suo manone e urla ‘Expert Energy’”. Gianfranco Schiava “Quello che ho sempre ammirato di Carlo Alberto è l’aver tenuto insieme con mano forte e personalità un gruppo di imprenditori che avevano la tendenza naturale a essere dei ‘cani sciolti’. È grazie a lui, alla sua perseveranza, se oggi il gruppo Expert ha l’importanza che ha. Quando sono stato a un convegno Expert in Sardegna, ho paragonato Carlo Alberto a un coltivatore di pomodori olandese, terra dove sono cresciuto: questi coltivatori a un certo punto si sono resi conto che il nemico non era il coltivatore vicino, ma il sole italiano e spagnolo; si sono riuniti e insieme hanno dato vita al pomodoro olandese, conosciuto, apprezzato e venduto anche in Italia. Così ha fatto Carlo Alberto, cioè pian piano ha cercato di riunire questi imprenditori, ognuno con la sua personalità, facendoli diventare forti tutti insieme. Neanche ora tutti hanno capito l’importanza del lavoro fatto; ma, nonostante tutto, Carlo Alberto li ha sempre tenuti uniti. Si può dire che il suo insegnamento sia stato: ‘L’unione fa la forza, non devi guardare solo il tuo orticello: se nel breve non avrai risultati, li avrai però di sicuro a medio termine’. Insomma, a Carlo Alberto va riconosciuto il merito di aver creato unione in un mercato difficile come quello italiano.” Manuela Soffientini “Sentirò molto la mancanza dell’energia di Carlo Alberto, della sua vivace creatività, ma soprattutto credo che a tutti noi mancherà quella straordinaria capacità che Carlo Alberto aveva di semplificare e risolvere, con lucidà, anche le situazioni negoziali più controverse.” Albino Sonato “Il dott. Lasagna lo conoscevo da oltre 35 anni (per me è stato anche un correttissimo fornitore che non ha mai mancato la sua parola, merce rara di questi tempi). Era un mio coetaneo e proveniva da una terra, come la mia (Mantova e Verona piccole città provinciali ma ricche di eccezionali valori), dove la gente lavora, è di poche parole, in larga parte moralmente onesta, conscia dei propri limiti, ma ricca di quei valori sostanziali che fanno grandi gli uomini. Carlo Alberto era uno di questi, una persona apparentemente modesta ma in realtà dotato di grandissime doti professionali ed umane oltre che uomo di grandissima cultura umanistica. Parlare di storia dell’arte con lui era veramente un piacere. Ti avvolgeva al punto tale da considerarlo più che un manager che faceva il nostro mestiere,un uomo di profonda cultura a 360 gradi. Non molte persone lo conoscevano con questo secondo volto, ma per coloro che lo sapevano diventava motivo in più per stringere con lui rapporti ancora più intensi ed amicali, come è successo a me. Per tutte queste motivazioni provo grande dolore per la sua scomparsa e penso inoltre che il settore abbia perso un uomo che ha contribuito a farne la storia, grazie alle sue eccezionali doti umane, allo spirito del buon senso che lo animava sempre e all’impegno che ha profuso nel risollevare le sorti di un gruppo importante come Expert, portandolo ai massimi livelli dell’associazionismo privato italiano. Questo è il mio personale sentimento sull’amico Carlo Alberto che ricorderò per sempre tra le persone più care che ho conosciuto nella mia vita.” segue Da pagina 38 estratto da dday.it n.85 / 3 MARZO 2014 PEOPLE & MARKET Non si spegne il cordoglio per la scomparsa di Carlo Alberto Lasagna, direttore generale di Expert Il mondo Expert ricorda e saluta Lasagna Ecco una vasta serie di ricordi da parte di chi, con lui, ha condiviso l’appartenenza all’insegna Expert Abbiamo raggiunto traguardi ogni anno più grandi e maestosi, che credevamo impossibili, quasi utopia! Ma non lui! il dottor Lasagna non ha mai visto ostacoli né limiti. ’intero mercato è ancora scosso per l’improvvisa scomparsa di Carlo Alberto Lasagna, direttore generale di Expert. Dopo aver raccolto i ricordi dei principali protagonisti del mercato, raduniamo e pubblichiamo in questa pagina i pensieri del suo staff all’interno di Expert Italia e dei prinicpali rappresentanti dell’insegna Expert. Quanto amava definirci la sua Squadra di GIOVANI, ma non sapeva…o forse sì… Che il più giovane era proprio LUI! Lui era innovazione pura, allegria coinvolgente, curiosità a 360 gradi, aveva fame di vita, voglia di contagiare tutti con le sue idee esplosive, con il suo Genio incontenibile! EXPERT ITALIA Roberto Omati Conobbi Carlo Alberto Lasagna pochi mesi dopo il suo insediamento come direttore generale della Serta (oggi Expert ltaly, ndr), nel gennaio del 2001. Nella circostanza, a cena, io raccontai dell’esperienza maturata in 11 anni di lavoro in Auchan e lui mi raccontò della sfida assunta per il rilancio di Expert, dopo le gravi difficoltà occorse negli anni ‘90, che avevano indebolito il Gruppo, portandolo nel ‘99 ad un passo dal fallimento. Mi colpì il suo entusiasmo e, il 23 aprile del ‘01, iniziai a lavorare con Lui in Serta. Sono stato molto fortunato perché i 13 anni di lavoro con il dott. Lasagna sono stati, come amava dirmi spesso: ‘una bella palestra...’. Il carisma, l’umanità e la particolare sensibilità, sono doti innate che Carlo Alberto aveva tra i suoi punti di forza, uniti alla sua grande cultura ed alla passione per l’arte, la storia ed il bello. È stato capace, come nessun altro avrebbe potuto fare meglio, di adattare il suo stile manageriale alle caratteristiche dell’azienda, esercitando un costante equilibrio tra la necessaria diplomazia delle relazioni con i Soci e la pretesa di pragmatismo nell’azione dei suoi collaboratori. Di un uomo così Grande, colpisce la sua infinita disponibilità; la sua porta è sempre stata aperta al confronto e spesso ha dato fiducia e pieno appoggio, perché sapeva torna al sommario Ecco chi era il vero GIOVANE!!! riconoscere le potenzialità di una proposta o di un’idea diverse dalle sue. ‘Per fare Marketing bisogna avere una solida cultura...’ diceva spesso Carlo Alberto. È stato spesso precursore di molti trend che si sono poi rivelati di grande successo; dapprima sul prodotto, quando negli anni ‘80 era direttore generale in Sanyo e fece produrre i primi radioregistratori colorati; poi, più di recente in Expert, quando inventò nuovi format di comunicazione pubblicitaria, ottenendo risultati straordinariamente utili all’azienda. La scomparsa di Carlo Alberto lascia un vuoto profondo in tutto il nostro settore ma, per me, pur nella consapevolezza del privilegio di averlo avuto come capo e maestro di vita, è qualcosa di più; è come aver perso un Padre. Lo staff di Expert Italia Oggi lo staff della centrale di Expert perde non solo un eccellente Direttore Generale, ma anche un insostituibile maestro di vita, entusiasmo ed esperienza. È stata fortuna di molti averlo conosciuto, nostro è stato invece il vero privilegio: aver condiviso con lui una quotidianità MAI monotona grazie al sua contagiosa positività. Ci piace definirlo un capo fuori dagli schemi convenzionali, non era una guida solo nel lavoro, ma anche e soprattutto un esempio, uno stimolo e una carica di energia nella vita, quella vera! È stato in grado di cogliere in ognuno di noi i punti di forza, le qualità e le doti più belle, che ci caratterizzavano, allora solo inconsapevolmente. Esaltando la personalità e la professionalità di ogni suo collaboratore ha formato un’entità unica, un’autentica squadra!! La sua umiltà ci ha consentito di rapportarci sempre a lui in modo diretto, senza mai avvertire “doverose” barriere dettate dall’alta carica che ricopriva. A lui non son mai piaciuti premi e riconoscimenti, ma se nel nostro mercato esiste un premio che si chiama Best Place to Work, noi oggi ne coniamo uno nuovo e lo assegniamo al dott. Lasagna: Best Man to Work. IL MONDO EXPERT Giuseppe Silvestrini Oggi perdo un amico, prima di tutto un grande amico. L’amicizia è un flusso arrivato naturalmente… abbiamo condiviso viaggi, lavoro, vita. Ci piaceva discutere, anche animatamente, perché entrambi potevamo essere noi stessi, senza filtri. Dalla sintesi dei nostri pensieri uscivano sempre grandi progetti, che non erano mai solo nostri, erano prima di tutto del gruppo. Un gruppo che insieme abbiamo costruito, guidato. Mai davanti, ma sempre al fianco di tutti i soci, dei fornitori, che hanno saputo seguirci spinti a volte più dall’entusiasmo e dalla voglia di fare, che vedevano in Carlo Al- segue a pagina 41 L di Gianfranco GIARDINA estratto da dday.it n.85 / 3 MARZO 2014 PEOPLE & MARKET Il mondo Expert ricorda e saluta Lasagna Mariagrazia Silvestrini Io e mio fratello siamo stati sempre colpiti dalla sua grande capacità di avere un approccio umano con tutti. Più della mente abbiamo apprezzato il suo cuore, con cui ha dimostrato la grande capacità di accogliere tutti i progetti e i progetti di tutti. Il suo più grande progetto di cuore è stato quello condiviso con Padre Querzani. Carlo Alberto ha sempre avuto una grade sensibilità nei confronti di chi soffre, di chi è abbandonato. Ha immediatamente sposato la causa e l’ha trasferita con entusiasmo e trasporto a tutti i soci… in un lampo tutti sono diventati amici e sostenitori di quelli che tutti noi chiamiamo “i nostri bambini”. Carlo Alberto era un grande amico davvero di tutti. Nella sua persona c’era l’essere un cristiano nel vero senso della parola, concretamente, nei fatti. In Congo, a Bukavu, da oggi il “Centro Sociale per la promozione delle donne” di Cimpunda porterà berto, che li invitava a mettersi in gioco con noi. Ho trovato in Carlo Alberto un uomo che non ha mai visto limiti, ma solo opportunità, sfide. Tutti i nostri progetti commerciali hanno sempre avuto una solida base umana. Lui ha voluto un gruppo fatto di uomini, prima che di aziende. Ha voluto fortemente la convention con tutti i soci e le famiglie perché diceva: “Come si fa a fare business insieme se non ci si conosce? Clima rilassato, famiglie, bambini che giocano insieme in spiaggia…. Si appianano tutte le divergenze!”. Ammiravo la sua cultura, la sua umanità, la sua curiosità su tutto e tutti. A differenza di molti io l’ho incontrato molto tardi, ma sono stato fortunato ad averlo con me. A 59 anni ho iniziato un lungo viaggio con un grande uomo con la U maiuscola che per me sarà sempre il Fratello con la F maiuscola. torna al sommario il suo nome, un omaggio doveroso e significativo che Padre Querzani e tutta la missione hanno voluto fare nei confronti di questo grande Amico e Benefattore. Consolato Papino Un uomo di cultura e di enorme umanità, un grande amico. Giuseppe Pistone e famiglia Ci sono uomini chxe non muoiono mai e il Nostro grande Lasagna è uno di questi. Luigi Soncini Caro Alberto, tu sei sempre stato un combattente che ha vissuto la sua vita come una grande sfida. Con tenacia determinazione e onestà. Non ti sei mai arreso di fronte a qualsiasi difficolta e ci hai insegnato a risolvere i problemi con grande rispetto e spirito di gruppo. Lavorando con te è nata una grande amicizia che ci ha fatto trascorrere momenti molto belli insieme. Conoscendo così il tuo grande valore umano che ci ha insegnato a guardare oltre e ad essere lungimiranti, a credere con più stima in noi stessi per ottenere risultati sempre migliori. Noi tutti ti siamo vicini in questo ultimo viaggio e ti ringraziamo infinitamente per quello che hai fatto per noi. Pasquale Inzitari La scomparsa di Carlo Alberto Lasagna, da quindici anni direttore generale di Expert Italia, è una notizia tristissima per tutti quelli che amano l’azienda e che hanno avuto la fortuna di conoscerlo. Il suo incredibile carisma, la capacità di entrare in sintonia con gli interlocutori, la disponibilità al dialogo sono stati i tratti caratteristici principali di un uomo che sarà ricordato a lungo nel panorama dell’elettronica di consumo. Con il suo impegno costante e appassionato, è riuscito a portare Expert Italia al secondo posto in Europa e prima in Italia, grazie a un rapporto franco e proficuo con i soci e a una strategia comunicativa innovativa. L’ascesa inarrestabile di Expert Italia è andata di pari passo con una campagna di coesione all’interno del gruppo, valorizzando il marchio e soprattutto le persone che lavorano per farlo crescere. Personalmente, ricorderò Carlo Alberto Lasagna come un interlocutore vivace, vulcanico e sempre pronto ad accettare nuove sfide. Un grande amico e un grande uomo, prima ancora che un grande manager, che ci mancherà tanto ma che ci lascia in eredità uno sterminato bagaglio di know-how e di esperienza che dobbiamo essere bravi a far fruttare in futuro, anche per onorare la memoria del carismatico capitano di una squadra vincente. Willian Caprari È con gli occhi lucidi che voglio rendere omaggio ad una persona per me speciale, con lui si è costruito e sempre più rafforzato un rapporto di stima e amicizia scevro da ogni interesse personale. Ti devo un ringraziamento particolare per essermi stato vicino nei giorni della tragedia che ha colpito la mia famiglia. Ciao ALBERTO. Massimo Fachini Conosco l’entusiasmo e la carica di Carlo Alberto alla mia prima convention di Sanyo nel 1983, marchio sconosciuto, che lui ha saputo far diventare leader. Lo ritrovo nel 1999 in Expert, con lo stesso entusiasmo, la stessa carica, e lo stesso obiettivo di far diventare leader il brand, lo spirito che lo ha contraddistinto nel portare al successo le sue imprese. Io, lui, Giancarlo e Giuseppe, a combattere con i fornitori anche solo per avere un appuntamento. Lui insisteva nell’associare Expert ad un forte pay-off. Lì nacque, “Gli esperti siamo noi”, che oggi è nel ricordo di tutto il mercato, come lo è lo sarà sempre lui. Elio D’Angelo Ci siamo conosciuti nel 1980 quando assunse l’incarico di direttore commerciale di Sanyo ed io ero un agente di una concessionaria. Da allora ho avuto la fortuna di lavorare con lui per 25 anni. Sì, è stata proprio una fortuna condividere, prima in Sanyo e poi in Expert tanti progetti entusiasmanti. Era sempre alla ricerca di nuovi prodotti, di nuovi modelli di comunicazione, di eventi originali… le sue idee erano sempre impegnative da realizzare ma quando mi è capitato di partecipare al loro compimento, la soddisfazione è sempre stata grande. Per me è stato un esempio professionale ma soprattutto un riferimento di vita. Gli volevo molto bene e mi mancherà tantissimo ma so che sarà, per sempre, un pezzo di me che non morirà mai. Grazie di tutto, dr. Lasagna. Famiglia Distante Fernando, Antonella, Adriana e Mino Tristi e sgomenti Lunedì mattina abbiamo appreso della scomparsa del Dott. Carlo Alberto Lasagna. Persona di un carisma eccezionale, dinamico, testardo e deciso allo stesso tempo. In un settore in continua evoluzione, in cui anche noi giovani facciamo fatica a stare al passo con i cambiamenti, lui riusciva a cogliere per tempo la soluzione migliore. Guardava avanti ed anche nei momenti critici non perdeva la sua lucidità e la sua voglia di fare. Di lui ci piace ricordare l’ enorme carica che era in grado di trasmetterci durante le riunioni di lavoro, anche se eravamo sfiduciati per via delle continue problematiche che questo settore ci costringe ad affrontare, tornavamo in ufficio ed avevamo una gran voglia di spaccare il mondo!!! Da sempre in ambito Expert si è battuto affinché tutti noi capissimo che l’unione fa la forza segue a pagina 42 segue Da pagina 40 n.85 / 3 MARZO 2014 PEOPLE & MARKET Il mondo Expert ricorda e saluta Lasagna segue Da pagina 41 ed in questo c’è da dargli atto. Ci ha tenuto uniti tra mille difficoltà ed è riuscito a farci mandare giù, con grande naturalezza, anche scelte imprenditoriali che non sempre erano condivise da tutti. Raramente il mercato ha visto un Leader così umile ed attento ai rapporti umani. In questo ci piace ricordare un episodio di cui gli siamo profondamente grati. Successivamente alla scomparsa di nostro padre, in uno dei tanti incontri Expert, ci prese in un angolo e ci disse “Ragazzi quest’ anno organizziamo la convention Expert e sapete dove la facciamo? In Puglia! L’ avevo promesso a Vostro padre e ci tengo ad organizzarla giù da Voi!”. Ogni qual volta ci incontravamo il saluto e l’ incoraggiamento erano d’ obbligo: “Ciao Distante! Come va …? Dai, voi siete ragazzi, siete giovani, siete forti, siete pieni di idee … Ce la farete!”. Parole che ancora oggi riecheggiano nella nostra mente e ci danno la forza di credere che nonostante tutto, siamo fortunati ad esercitare questo mestiere. Alla Famiglia Lasagna va tutta la nostra vicinanza, nella consapevolezza che quella stella per cui lui si è sempre battuto, continuerà a splendere nel cielo più lucente che mai! Buon viaggio Dottor Lasagna!!! Gianfranco Galimberti Carlo Alberto Lasagna è stato il nostro Direttore per più di 10 anni… anni di grandi e indimenticabili successi. La sua forza, il suo entusiasmo, la sua energia e il suo ottimismo, sono stati gli ingredienti che ci ha trasmesso tutte le volte che ci incontrava. La sua capacità di tenere uniti tutti i soci, con le loro diversità e con le loro imprenditorialità è stata la medicina che ha permesso il successo di Expert in tutti questi anni. Grazie direttore, di cuore per tutto quello che ha fatto e per tutto quello che ci ha trasmesso in questi bellissimi e indimenticabili anni. torna al sommario Stefano Barbuti Dott. Lasagna, arrivederci! Ci mancherà! Con noi è sempre stato un grande amico, una guida sicura, sempre disponibile, un faro per tutti noi. Grazie! Damiano Bonfà e Famiglia e suoi collaboratori Non potendo leggere la posta elettronica perché mi trovavo fuori sede, ho appreso dai miei figli che il giorno 24 Febbraio 2014 è volato in cielo improvvisamente il nostro “Papà”, come lo chiamavo sempre, papà della “Grande Famiglia” Expert Italy, Dottor Carlo Alberto Lasagna. Sì, è stato veramente un papà per tutti noi soci e per i collaboratori della Sede Centrale. Un “Papà” che ha saputo tenere uniti tutti noi, moltissime volte con la sua dolcezza e umiltà, pochissime volte con durezza. Doni, questi, molto rari che un essere umano possieda su questa terra. Sono stati questi doni che il nostro caro Dottor Lasagna ha saputo utilizzare per mantenere unito, dalla lontana rinascita nel 1999 ad oggi, il Gruppo Expert Italy come una “Grande Famiglia”, sebbene molto numerosa, se non erro circa 180 soci. Il nostro “Papà” Lasagna lascia un grande vuoto in ognuno di noi, in quanto sicuramente non riusciremo a sostituirlo con un altro manager con le stesse sue caratteristiche, tra le tante: la grinta, la sicurezza, la semplicità e l’umiltà che ci trasmetteva nel salire sul podio ed aprire le varie conferenze che annualmente organizzava. Io dico grazie al nostro Signore Gesù Cristo che mi ha fatto conoscere per circa 12 anni questo grande uomo, dal quale ho imparato tante cose e che non potrò mai dimenticare. Augurando a tutti noi soci e ai collaboratori della Sede Centrale di Milano, di proseguire nell’insegnamento del nostro “Papà” Carlo Alberto Lasagna, nell’essere uniti, lottando per mantenere il prestigioso posto raggiunto dal Gruppo Expert, del quale il Dottor Lasagna era orgoglioso dopo tanti anni di duro lavoro. Il tuo amico Lello Ti chiamavo sempre Salagna. Eri per me un fratello maggiore. I nostri rapporti erano d’amicizia e simpatia più che di lavoro. Per me eri e rimarrai sempre una persona giusta, di cui fidarmi e a cui voler bene. Per come eri fatto sarà difficile dimenticarti e impossibile sostituirti. Mi interessavo poco della vita dell’Expert proprio perché a dirigere questa grande famiglia c’eri tu caro “Salagna”! Lasci un vuoto difficilmente colmabile grazie al tuo motto: “Dobbiamo essere coesi… è vero o no!” …e questo non te l’ho mai chiesto: ma è vero…oppure no?!? Con queste parole vorrei farti sorridere anche da lassù dove sei ora… Se c’è un’altra vita, come credo, sicuramente riuscirai a sentirmi e sorriderai. Mi mancherai tanto Salagna…Ti voglio bene… Scusami se oggi non sono fisicamente con te ma il mio cuore è vicino a te e a tutta la tua famiglia. Bruno Fonti Con Carlo Alberto ho condiviso i momenti migliori della mia vita professionale. Lo ricorderò sempre come un vero amico leale, nei rapporti personali e professionali. Enrico Somma Per chi come me ha avuto il piacere di conoscerlo ed apprezzarne le grandi doti di “Uomo e Manager” e aver condiviso con lui momenti importanti della mia vita imprenditoriale, questo giorno rappresenta uno dei momenti più bui e tristi. Come si fa ad immaginare una Expert senza il Dottor Lasagna. Non ci riesco proprio. Ciao Dot, porterò con me sempre la sua allegria, simpatia, professionalità, positività e soprattutto i suoi insegnamenti. Sony chiude 20 store negli USA La ristrutturazione Sony ha inizio: la sede americana decide di chiudere 2/3 dei Sony Store e tagliare 1000 posti di lavoro. Che succederà in Europa? di Emanuele VILLA La ristrutturazione voluta da Sony colpisce gli Store americani e, presumibilmente, si estenderà a macchia d’olio subito dopo. Dopo aver annunciato la vendita della divisione PC, lo scorporo di quella dei TV e il taglio di 5.000 posti di lavoro, Sony interviene pesantemente sui suoi negozi: 20 dei 31 store sparsi sul territorio americano verranno chiusi, rimanendo aperti solo quelli interni (o in prossimità) dei mercati più ampi e redditizi, come il flagship store di New York e le “controparti” di Los Angeles, Orlando, Houston e San Diego. In questo modo, la divisione americana di Sony taglierà a breve i 1.000 posti di lavoro richiesti dalla casa madre nel piano di ristrutturazione: nonostante non sia chiaro cosa succederà agli store sparsi in Europa e nelle altre parti del mondo, è legittimo pensare che Sony adotterà una policy analoga a quella americana. A tal proposito, Mike Fasulo, President e COO di Sony, ha dichiarato che, pur trattandosi di una decisione forte, si tratta di un passaggio assolutamente indispensabile per permettere all’azienda di crescere in futuro. estratto da dday.it
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