Codice cliente: 6038030 22 COR RI E RECONO M I A LUNEDÌ 21 LUGLIO 2014 Le obbligazioni Investimenti Strategie gestionali Diversificazione Nel mondo anglosassone i tassi saliranno, mentre la Bce non farà manovre restrittive L’analisi Portafoglio Il doppio passo dei bond Le soglie da guardare se arriva la burrasca Il 25% in titoli indicizzati in dollari o sterline, cedole fisse per le emissioni in euro DI ANGELO DRUSIANI Codice Isin I l comparto obbligazionario si sdoppia. Da un lato la quota destinata all’euro va collocata prevalentemente in strumenti a cedola fissa. Dall’altro, per chi ha una buona propensione al rischio, una parte non indifferente andrebbe destinata ai titoli in dollari Usa o in sterline inglesi: a brevissima durata se si sceglie cedola fissa, a medio periodo se la cedola è indicizzata. Perché l’euro e perché le valute anglosassoni? Euro a cedola fissa, perché il livello dei rendimenti potrebbe ancora ridursi, seppure in misura marginale. Dollaro Usa o sterlina inglese, perché queste valute potrebbero recuperare nei confronti della moneta unica, probabilmente già nella parte finale dell’anno in corso. Divergenza Le scelte di portafoglio sono così polarizzate, perché divergono le IT0004987191 DE0001135317 IT0004907843 NL0010514246 FR0010949651 IT0004513641 IT0005012783 XS0212401920 IT0004456304 IT0004576978 XS0909787300 XS0158243013 US38141EKF50 IT0004966229 XS0790219546 Rend.% Prezzo Obbligazioni Scadenza (16/7/2014) Rating lordo Cedola 15/12/2016 101,84 Btp 1,50% BBB 0,73% 4/1/2017 109,18 Bund 3,75% AAA 0,02% 1/8/2018 109,03 Btp 3,50% BBB 1,11% 15/1/2019 103,98 Olanda 1,25% AA+ 0,36% 25/10/2020 110,75 Oat (1) 2,50% AA+ 0,74% 1/3/2025 119,16 Btp 5,00% BBB 2,92% 23/4/2020 Btp Italia 1,65% BBB 102,27-102,37(2) 1,24-1,66%(2) 18/2/2015 99,88 Unicredit 0,496%(3) BBB 0,62% 102,10 Intesa Sanpaolo 27/2/2015 4,25% Baa2 1,03% 26/2/2016 104,25 Enel 3,50% BBB 0,82% 26/10/2016 100,95 Volkswagen 1,00% A0,58% 15/11/2017 101,12 Rwe 1,099%(4) BBB+ 0,66% 100,03 Goldman Sachs* 22/7/2015 0,62785%(5) A0,60% 18/10/2020 102,49 Banca Imi* 4%(6) BBB 1,38% 101,53 General electric** 8/9/2015 2,25% AA+ 1,11% doppio delle attese di crescita del Pil di area euro. Crescita economica e aumento degli occupati possono provocare un aumento del tasso d’inflazione. E, sebbene la Federal Reserve sia meno sensibile alla dinamica del costo della vita rispetto alla Bce di Francoforte, prevenire un rialzo eccessivo dei prezzi al dettaglio rientra comunque fra i suoi compiti. Negli Stati Uniti, dunque, un aumento del tasso di riferimento già nella prima parte del prossimo anno non è da escludere. Trasmissione Tesoro Il direttore generale Maria Cannata prospettive economiche e le previsioni sul futuro dei tassi sulle due opposte sponde dell’Atlantico. Ancora in un recente passato era abituale che nei mesi estivi fosse il comparto valutario a tenere in agitazione i vacanzieri. Ma questa estate, a tenere sul chi vive gli investitori, sono le tendenze dei tassi d’interesse. Troppo bassi per la Bri, la Banca dei regolamenti internazionali, che già da alcuni mesi invita le Banche centrali ad aumentarli, per evitare il formarsi di pericolose bolle speculative. Che potrebbero coinvolgere tanto i mercati finanziari quanto il settore immobiliare. Ma, se la Fed americana sta valutando la possibilità di intervenire non è certo per le richieste della Bri. A spingere per il rialzo dei tassi è infatti il buon andamento dell’economia dello Zio Sam. La ricchezza americana, quest’anno, potrebbe aumentare del 2,4%, ben più del 1 Ci sarà un effetto di contagio immediato anche per l’area euro? Anche se una divergenza nell’andamento dei rendimenti di mercato, il cosiddetto decoupling, non è frequente, in questa occasione non è possibile scartare a priori l’ipotesi. 1 Infatti la Bce è più impegnata a ridare fiato all’economia di molti paesi in difficoltà che a combattere il rischio di un aumento dei prezzi. Anzi, in questa fase, a causa della debolezza dei consumi, è vero piuttosto che il livello di inflazione tende a diminuire, attestandosi su valori storicamente mai raggiunti in precedenza. Ecco perché la Bce è propensa a realizzare politiche espansive in materia di tassi d’interesse per ridare forza al circuito produzione-consumi. Uno scenario che ha elevate probabilità di protrarsi a lungo per fronteggiare un’economia in difficoltà. Portafoglio Ecco perché una diversificazione ideale potrebbe comprendere il 25% in strumenti denominati in dollari statunitensi o in sterline britanni- I Un portafoglio obbligazionario (1) Governo di Francia (2) Prezzo e rendimento lordo senza e con inflazione (3) Cedola: €uribor 3 mesi + 17,5 (4) Cedola: €uribor 6 mesi + 67 (5) Libor 3 mesi + 0,40 (6) Da 18/10/2015 Libor 3 mesi + 1 punto * Emissione in dollari Usa ** Emissione in sterline inglesi Fonte: Bnp Paribas IP che, il 20% in titoli indicizzati all’inflazione (meglio se Btp Italia, vista la liquidità dello strumento e il minor carico fiscale). E ancora, il 15% potrebbe essere collocato in emissioni con durata massima biennale, un altro 25% in titoli con scadenze comprese fra 3 e 5 anni, e il restante 15% in emissioni con rimborso a 710 anni. Un portafoglio di questo tipo è adatto a risparmiatori con una moderata propensione al rischio. La componente in valuta estera, infatti, pari ad un quarto del totale, ha sia lo scopo sia di ottenere una diversificazione di tipo geografico, sia di proteggere da un possibile andamento divergente dei tassi d’interesse. Uno scenario che potrebbe indebolire la quotazione della moneta unica e favorire prevalentemente le due principali valute anglosassoni. P er semplificare la gestione delle note spese di dipendenti e collaboratori, è nata un’innovativa carta Visa, firmata Banco Popolare. Si chiama YouCard Business. E’ la prima con la doppia funzione di carta di debito e prepagata. E’ stata pensata per le imprese, per agevolare il controllo delle spese aziendali ed evitare anticipi di cassa, in caso di trasferte, a vantaggio anche del dipendente che non deve girare con molti contanti con sé. Ma, soprattutto, è una carta gestibile facilmente. «Dal portale Vantaggio, messo a disposizione dell’azienda correntista dalla banca — spiega Antonella Verzini, responsabile Monetica gruppo Banco Popolare — si possono controllare le spese e gestire le singole carte in tempo reale e personalizzarle, definendo, di volta in volta, i limiti di spesa e di utilizzo, ad esempio, circoscrivendo l’uso solo ad alcuni servizi e categorie merceologiche, oppure esclusivamente in alcuni giorni della settima- na, ma anche modificando online il plafond per consentire spese non previste». La carta, che può essere utilizzata anche in modalità contactless, ha un costo di attivazione una tantum di 8 euro e un canone mensile di 2 euro, ma solo se usata. É prevista una scala di sconti in base al numero di carte utilizzate nel mese. Il margine di crescita del segmento delle carte aziendali sembra essere molto ampio. In base alle alcune stime si calcola un potenziale di 324 Conc miliardi per operazioni Pos con carte aziendali nel nostro Paese, di cui 124 miliardi per carte di debito. Oggi poco più di 1.400.000 carte aziendali transano su terminali Pos 10 miliardi, di cui circa il 63% sul circuito Visa, leader nel mercato domestico. Nei prossimi mesi è prevista un’esplosione di questi prodotti aziendali. In un contesto economico, come l’attuale, in cui l’accesso al credito è difficoltoso, per le imprese le carte di debito sono una soluzione per gestire la liquidità. P. PU. MARCO ZULBERTI © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Sempre più difficile gestire la liquidità Depositi, gli ultimi posti per parcheggiare al 2% La mappa I rendimenti dei depositi vincolati Solo sei prodotti oltre questa soglia. Tassi risicati, ma il rendimento dei Bot è ormai zero P Var % da inizio 2014 Trend FTSE MIB 40 (Milano) 11,08 S&P500 (New York) 55,05 Europe 600 (Europa) 47,20 Dax (Francoforte) 3,22 CAC 40 (Parigi) 2,18 Ftse 100 (Londra) 0,79 Nikkei 225 (Tokyo) -5,60 Indici nel caso di un ritorno del pessimismo. Le prime aree di attenzione, sotto le quali adesso è calcolato l’esaurimento del trend rialzista, si trovano rispettivamente a 1.870 punti per l’S&P500 e a 330 punti per lo Stoxx600. Ma per registrare una vera e propria inversione verso la negatività, l’S&P500 deve scendere a 1.700 punti e lo Stoxx 600 Europe a quota 310. Per quanto riguarda il Nikkei, dopo il rialzo del 50% registrato lo scorso anno, in questi mesi si sta consolidando nella fascia 14.000– 15.500 punti senza ancora aver perso il trend di fondo rialzista, iniziato nel 2012. Passando agli indici europei più importanti come il Dax tedesco, l’Ftse inglese e il Cac40 di Parigi, queste aree si possono identificare rispettivamente tra 8.850-9.500 punti, 6.500-6.550 e 4.050-4.300 punti. Questi metaforicamente sono i «materassi» sui quali gli indici troverebbero una prima importante area di supporto. Per l’indice del mercato italiano, l’Ftse Mib, salito più di tutti nei primi sei mesi del 2014, questo primo livello di attenzione si trova in area 20.100 punti, mentre il trend tornerebbe negativo solo sotto i 18.000. L’utilizzo sempre più massiccio di strumenti di copertura come derivati, «option» e «certificate», sta progressivamente trasformando il vecchio mondo finanziario lineare, in una sorta di struttura fatta a scalini, dove gli indici si muovono in modo rapidissimo alimentando picchi di volatilità. Questa velocità è favorita dagli stessi modelli quants, di cui oggi ormai molti addetti ai lavori, come analisti, gestori, trader e investitori, fanno uso nelle loro scelte operative. In questi modelli l’analisi fondamentale e macroeconomica vengono integrate con una consistente componente tecnica. L’unico modo per capire dove stiamo andando. Moneta di plastica Trasferte aziendali, una carta di credito double face l doppio passaggio di testimone sulla politica monetaria tra Mario Draghi (Bce) e Janet Yellen (Fed), avvenuto tra le scadenze di maggio e quelle di giugno, ha permesso agli indici dei mercati azionari europei e americani di segnare nuovi massimi. Soprattutto negli Usa dove il Dow Jones ha superato i 17.000 punti e l’S&P500 è ai massimi di sempre a 1,985,59 punti, a una distanza minima da quota 20.000. Il simultaneo raggiungimento dei target calcolati a inizio anno, sia per lo Stoxx600 Europe a 345 punti, sia per l’S&P500 a 1.989, ha così favorito una prima fase di vendite fin da venerdì 4 luglio che ha spinto indietro gli indici, scatenando una prima serie di dichiarazioni pessimistiche sull’esaurimento del movimento rialzista in atto fin dall’estate del 2012. Questa ondata negativa registrata nelle prime sedute di luglio dai mercati, non ha tuttavia intaccato i trend rialzisti di fondo, che vedono le rispettive aree di supporto a livelli molto più bassi, favorendo così un nuovo recupero durante l’ultima settimana. Dopo due anni di rialzo quasi continuo da parte dei mercati azionari, si è di fatto costituta un’ampia fascia di supporto che garantisce agli indici un primo importante sostegno er la gestione della liquidità a breve, i depositi vincolati restano l’unica strada percorribile, nonostante l’effetto Draghi. Di fronte al tasso Bce, sceso allo 0,15%, la maggior parte dei salvadanai web sono scivolati sotto il 2%. Sopra tale soglia sono rimasti in sei e non è sicuro che vi restino a lungo, perché i rendimenti attuali sono confermati fino al 31 luglio. Dopo, non si sa cosa succederà. I risparmiatori che non se la sentono di azzardare un investimento, e cercano un parcheggio temporaneo per la li- quidità, farebbero bene ad approfittarne subito, prima delle vacanze. Perché, nell’attuale contesto, con inf lazione (+0,3% a giugno) e tassi ai minimi storici, rendimenti lordi del 2-2,5% (1,48%-1,85% al netto della nuova aliquota del 26%), su soldi vincolati per dodici mesi, non sono disprezzabili. E, pur tenendo conto della mini patrimoniale, pari allo 0,2% del capitale investito, i salvadanai, vincono ancora ampiamente il confronto con i Bot. Che, pur beneficiando di una tassazione più favorevole (12,50%, anziché 26%), offro- no ormai rendimenti ridotti all’osso. Tanto che, per non far scendere in territorio negativo il semestrale, che offre un tasso lordo dello 0,309%, non sono state applicate le commissioni (articolo 2 del decreto del ministero del Tesoro del 12 febbraio 2004). Ma, non ha festeggiato nemmeno chi ha messo in cassaforte un Bot annuale che, al netto di tasse e commissioni, frutta un risicato 0,039% netto. I depositi non hanno commissioni ed alcune banche si accollano anche la minipatrimoniale, sono: Banca Ifis, IBL- Banca, Banca Sistema e Banco Popolare (per YouBanking). Volendo tenere i soldi sempre liberi, conviene invece valutare i nuovi conti correnti remunerati, sfruttando il fisco più favorevole. L’imposta di bollo sui conti correnti è di 34,20 euro annue (indipendentemente dalla giacenza e non si applica sotto i 5.000 euro). La convenienza scatta per importi inferiori a 5.000 e superiori a 18.000 euro e il presupposto è che non sia previsto un canone, o che sia azzerabile. I primi conti disponibili sono: il Conto Yellow di Che- Banca!, a canone zero fino alla fine dell’anno (poi azzerabile), che riconosce l’1,50% lordo sopra i 25 mila euro e il Freedom Più di Banca Mediolanum, con canone azzerabile, che remunera con l’1,85% lordo, le somme sopra i 15 mila euro. Senza nemmeno l’ imposta di bollo, sono: SiConto Corrente di Banca Sistema (con rendimento lordo del 2%) e i due conti di Banca Ifis: Contomax Free e Conto Max One che offrono, rispettivamente, 1% e 1,80% lordi. P. PU. © RIPRODUZIONE RISERVATA CashPark (FinecoBank) (1) CheBanca! interessi anticipati ContoInCreval (Credito Valtellinese) (2) Conto SuIBL (2) Conto Webank Deposito Arancio (Ing Direct) da 50.000 euro* da 10.000 euro Deposito sicuro (Banca Marche) (2) Deposito Più (Credem) (2) SemprePiùWeb (Pop Vicenza) (2) InMediolanum * Rendimax (Banca Ifis) da 1.000 euro anticipati da 1.000 euro posticipati SìConto (Banca Sistema) Websella (1) * (1) Da mille euro lordo Imposta a carico netto cliente 1,50% 1,80% 1,75% 2,00% 1,75% 1,11% 1,33% 1,29% 1,48% 1,29% SI’ SI’ NO SI’ 1,70% 1,26% 1,40% 1,03% 2,80% 2,07% 2,50%** 1,85% 1,90% 1,40% 2,30% 1,70% SI’ SI’ SI’ SI’ SI’ SI’ 1,29% 1,37% 1,66% 1,48% NO NO NO SI’ 12 mesi 1,75% 1,85% 2,25% 2,00% (2) Da 5mila euro * nuova liquidità **promozionale fino a fine luglio su vincolo da uno a tre mesi
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