Emys orbicularis Tassonomia Regno: Animalia Phylum: Chordata Classe: Reptilia Ordine: Testudines Sottordine: Cryptodira Famiglia: Emydidae Sottofamiglia: Emydinae Genere: Emys Specie: Emys orbicularia Sottospecie: Emys orbicularis fritzjuergenobsti (Portogallo, Spagna) Emys orbicularis galloitalica (Italia Occidentale, Francia Meridionale) Emys orbicularis hellenica (Italia Orientale, Croazia, Albania, Grecia, Bulgaria, Turchia Occidentale) Emys orbicularis occidentalis (Marocco, Algeria, Tunisia) Emys orbicularis orbicularis (Francia Centrale, Ungheria, Romania, Polonia, Lituania, Bielorussia, Ucraina, Kazakistan, Turchia, Georgia Occidentale) Emys orbicularis persica (Armenia, Georgia Orientale, Azerbaijan, Iran, Turkmenistan) Sinonimi e varianti geografiche: Emys orbicularis capolongoi = Emys orbicularis galloitalica Emys orbicularis colchica = Emys orbicularis orbicularis Emys orbicularis eiselti = Emys orbicularis orbicularis Emys orbicularis hispanica = Emys orbicularis fritzjuergenobsti Emys orbicularis iberica = Emys orbicularis persica Emys orbicularis ingauna = Emys orbicularis galloitalica Emys orbicularis lanzai = Emys orbicularis galloitalica Emys orbicularis luteofusca = Emys orbicularis orbicularis Emys orbicularis orientalis = Emys orbicularis persica Emys orbicularis ssp è una delle due specie di testuggini acquatiche autoctone in Italia, in quanto l’Emys orbicularis ssp, presente in Sicilia (Emys trinacris Fritz et altri, 2005), è stata recentemente accertata come specie endemica a se stante. Il Genere è l'unico della famiglia Emydidae presente in Europa. È, inoltre, simpatrica con altre 3 specie, appartenenti alla famiglia Geoemydidae, presenti in alcune regioni del continente: Mauremys caspica, Mauremys rivulata e Mauremys leprosa. Origini ed Habitat Emys orbicularis ssp ha un areale molto vasto che comprende le coste del Mediterraneo, gran parte dell’Europa Centrale, Meridionale e Orientale, alcune regioni del Nord Africa e della Russia. Le popolazioni delle aree più settentrionali sono piuttosto sparse e, in caso di condizioni ambientali avverse, possono non riprodursi. In Europa meridionale la specie è comune, ma l’areale complessivo è in fase di regressione. È l’unica testuggine acquatica autoctona presente nell’Italia peninsulare, dove conta 2 sottospecie : E. o. galloitalica e E. o. hellenica, (E. o. capolongoi e E. o. ingauna, rispettivamente della Sardegna e Liguria, sono state successivamente classificate come sinonimi di Emys orbicularis galloitalica). Abita in prevalenza acque calme o poco correnti con abbondante vegetazione, come stagni, ruscelli e grandi laghi. Può essere trovata, di frequente, relativamente lontano dall’acqua (particolarmente nel periodo riproduttivo). Non disdegna le acque salmastre delle lagune costiere e le foci dei fiumi. Si dice sia capace di attraversare a nuoto, o portata dalle correnti, stretti bracci di mare. In Italia suole svernare, a seconda dell’ambiente, da quattro a sette mesi l’anno, seppellendosi nel fango, sia presso le sponde che sul fondo dei corsi d’acqua presso i quali gli esemplari vivono, ma se le temperature non scendono a sufficienza può rimanere in attività tutto l’anno. Emys orbicularis ssp, in Italia, è minacciata dalla progressiva distruzione dell’habitat originale dovuto a pratiche di agricoltura intensiva, antropizzazione, inquinamento e dalla competizione alimentare con specie alloctone. Caratteristiche morfologiche Le dimensioni e la livrea possono variare a seconda del luogo di provenienza e della sottospecie. Generalmente i maschi raggiungono in media i 12-15 cm con lunghezze massime di 20 cm, dimensione che le femmine possono superare agevolmente, ma la crescita è molto lenta ed in linea di massima può aggirarsi intorno al centimetro per anno (per i primi anni). La colorazione del carapace va dal marrone verdastro scuro al nero con la caratteristica macchiettatura, molto variabile, di colore giallo; in certi esemplari la macchie, unite, danno luogo a linee radiali. Il piastrone, visibilmente concavo nei maschi, ha colorazione variabile giallo/verdastra con lamine marginali generalmente quasi nere, ma in presenza di forti concentrazioni di ferro nell’acqua può assumere una tonalità rossastra. Il ponte, fra carapace e piastrone, possiede del tessuto connettivo che ne consente una certa mobilità. Le dita, provviste di unghie, sono collegate tramite una membrana interdigitale. La specie è caratterizzata da una coda piuttosto lunga in entrambi i sessi, provvista di un’unghia terminale. Fra le varie sottospecie non vi sono particolari differenze di carattere morfologico, ma soltanto una forte variabilità cromatica dovuta alle diverse percentuali di macchiettatura gialla sullo sfondo scuro e in stretta relazione con l’età dell’esemplare. Ciò ha portato ad una artificiosa discriminazione fra esemplari diversamente colorati, quasi fossero dei “morph”. La variabilità cromatica ha anche portato, nei tempi passati, ad una pletora di descrizioni di nuove specie ricondotte, col tempo, a semplici sinonimi. Negli adulti il sesso è abbastanza facilmente distinguibile: rispetto alla femmina il maschio ha dimensioni più ridotte, carapace visibilmente concavo ed unghie ricurve per facilitarne il posizionamento sulla femmina durante l’atto riproduttivo; inoltre la coda è più larga, con la cloaca distante dal piastrone. Gli esemplari di giovane età presentano sulla mezzeria del carapace una carenatura che perderanno in seguito con la crescita. Riproduzione Il corteggiamento ed il successivo accoppiamento avvengono in primavera/ autunno. La fase del corteggiamento consiste in leggeri morsi, da parte del maschio, al muso e le zampe anteriori della femmina, dopodiché, facilitato dal piastrone concavo, il maschio si posiziona aggrappandosi saldamente al carapace della femmina e procede alla copula. Questa azione può prolungarsi per oltre un’ora a fior d’acqua e sotto, mettendo a rischio annegamento la femmina se le sue dimensioni sono più piccole di quelle del maschio. Emys orbicularis ssp, molto longeva (oltre 40 anni in natura e molti di più in cattività), raggiunge la maturità sessuale dopo i 6 anni nel maschio e 6/8 anni per la femmina. Trascorso circa un mese dall’accoppiamento, la femmina, in preferenza nelle ultime ore del crepuscolo o durante la notte, scaverà una buca con le zampe posteriori e deporrà, se adulta di buone dimensioni, da 8 a 15 uova; nella stagione riproduttiva può effettuare anche tre deposizioni. In natura, nelle zone tirreniche centrali, la schiusa avviene, in stretta dipendenza dalle condizioni climatiche, dopo un periodo compreso tra i 50 ed i 110 giorni, ma generalmente i piccoli usciranno dal nido dopo le abbondanti piogge di fine estate, facilitati dal terreno reso morbido. Non mancano casi, dovuti a periodi di siccità prolungata precedenti i primi freddi, in cui i piccoli sgusciati, ma sempre dentro il "nido", si faranno vivi alle prime piogge primaverili. In cattività, generalmente, incubando artificialmente le uova deposte, queste schiudono dopo circa 80 - 55 giorni, se tenute ad una temperatura di 26/29°C con 400 hP di potenziale idrico,. La sex ratio dei neonati viene determinata dalla temperatura di incubazione: 25/26°C maschi , 29/30°C femmine. Allevamento Emys orbicularis ssp, essendo autoctona, può essere tranquillamente allevata in laghetti all’aperto per tutto l’anno, osservando determinate precauzioni costruttive, quali profondità non eccessiva e appigli per facilitare l’uscita sulla terra ferma (stranamente annegano facilmente); sarà un piacere vederle quando si termoregolano al sole, sulle zone emerse. Per quanto riguarda l’allevamento indoor (vivamente sconsigliato, nell’interesse dell’animale adulto, ma praticabile per i piccoli nati), il terracquario dovrà essere tecnicamente dotato di quanto occorre: spot per basking, UVB, riscaldamento e filtrazione dell’acqua e adeguato rapporto acqua - zona emersa. La specie, molto pacifica, sopporta bene la convivenza con Trachemys sp. ssp., cosa che avviene ormai normalmente in tutti gli ambienti acquatici d’Italia. Personalmente, in dette condizioni, ho allevato e abbondantemente riprodotto entrambe le specie. Quanto sopra è da prendere in considerazione solo dopo una buona esperienza di allevamento ed in condizioni dimensionali, del laghetto, tali da non creare problemi di competizione alimentare o di sovraffollamento (nel caso della foto, erano libere di uscire dall'acqua e di andare a giro in una parte del giardino dove abitualmente deponevano le uova ). Resta, pertanto, più che valido il detto: "una specie, un ambiente". Purtroppo, negli ambienti fluviali e palustri dell'Italia, la Trachemys sp.ssp., alloctona, di dimensioni molto maggiori, forte nuotatrice, più determinata (aggressiva) e più resistente, risulta vincitrice nei confronti di Emys orbicularis ssp nella competizione per l'occupazione della nicchia ecologica. Da notare che nel 1983, Benedetto Lanza, già Direttore del Museo di Storia Naturale "La Specola" di Firenze e maggior erpetologo italiano vivente, aveva previsto il successo riproduttivo di Trachemis scripta elegans In Italia. Alimentazione La specie, prevalentemente carnivora, si alimenta con tutto ciò che riesce a trovare in acqua: molluschi, anfibi, insetti e loro larve, pesci, anellidi, vivi o morti, integrando saltuariamente la dieta con la vegetazione acquatica. I piccoli sono tendenzialmente insettivori e possono, pertanto, essere egregiamente allevati con larve di zanzara, artemia salina, chironomidi e tubifex vivi all’inizio, poi surgelati. Per quanto riguarda gli esemplari adulti tenuti un cattività, occorre rispettare il più possibile le loro esigenze alimentari. Legislazione Considerata dall’IUCN (International Union for Conservation of Nature), nella sua Red List, come specie a basso rischio è, praticamente, tutelata soltanto nella Convenzione di Berna da parte degli Stati che vi hanno aderito. In Italia, secondo la tradizione altamente federalista delle nostre Regioni, viene protetta attraverso norme alquanto controverse (restrittive in alcuni casi e lacunose in altri); generalmente è vietata la cattura e la detenzione di esemplari wild. Il controllo sull’osservanza delle norme vigenti è demandato alla Regione di competenza. In assenza di legiferazioni Regionali in proposito, si applica la direttiva Habitat (Direttiva n. 92/43/CEE). Testo e immagini: Alberto Rastrelli Herpetomania.it
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