MERCOLEDÌ 23 LUGLIO 2014 ANNO 139 - N. 173 Milano, Via Solferino 28 - Tel. 02 62821 Roma, Piazza Venezia 5 - Tel. 06 688281 Servizio Clienti - Tel 02 63797510 mail: [email protected] Fondato nel 1876 un’estate italiana TUA CASA PROTEGGI LA OPPIA E RADD NZE! CA VA E TU LE In Italia EURO 1,40 www.corriere.it italia: 51575551575557 Boncompagni Ludovisi Realtà romanzesca La nobile del Texas Il chirurgo che disse no che vive con Caravaggio ai finti malati di mafia Con il Corriere Rivive il mondo di Diabolik ed Eva di Elena Tebano a pagina 22 In edicola a 1 euro più il prezzo del quotidiano di Felice Cavallaro a pagina 23 Regolamento del concorso su www.uniqagroup.it I CONTRAPPESI DELLE ISTITUZIONI Giannelli La linea del Quirinale IL LABIRINTO DELLE GARANZIE 9 771120 498008 40 7 2 3> «Niente spettri di svolte autoritarie». Richiamo al Csm sugli incarichi Da ieri sera a Opera Sì della Camera con voto segreto Galan in carcere di ALESSANDRA ARACHI ALLE PAGINE 6 E 7 Alberti, Battista, Fasano di MARZIO BREDA «N on si agitino spettri di insidie e macchinazioni autoritarie e non si miri a un nuovo nulla di fatto». Così Giorgio Napolitano spinge il Parlamento a mandare avanti le riforme costituzionali e a «superare l’estremizzazione dei contrasti». Il presidente della Repubblica invita poi a evitare «premature e poco fondate previsioni» sulle sue dimissioni. Intanto al Senato si voterà da lunedì prossimo a oltranza, compresi sabato e domenica. Tv di Stato Degli sprechi Rai il catalogo è questo di MILENA GABANELLI N on si crescerà mai senza riforme, che vuol dire taglio agli sprechi e investimenti. Il tempo è poco e servono soldi subito. DA PAGINA 2 A PAGINA 5 CONTINUA A PAGINA 32 La battaglia Attacchi di Hamas e raid di Israele, tensione ancora più alta. Gli Usa in campo per la tregua Razzi su Tel Aviv, sospesi i voli Le compagnie occidentali bloccano gli aerei per motivi di sicurezza di DAVIDE FRATTINI e PAOLO RASTELLI La denuncia «Cento corpi del Boeing scomparsi Spostati i rottami» H a cominciato la Delta, seguita dalle altre compagnie Usa: stop di 24 ore ai collegamenti con Israele. Poi è toccato alle europee: Air France sine die, Lufthansa per almeno 36 ore, mentre Alitalia ha cancellato i voli di ieri sera e posticipato quello di stamane alle 19. È l’effetto del razzo lanciato ieri da Gaza e caduto a meno di due chilometri dall’aeroporto di Tel Aviv. Intanto il conflitto pare lontano dalla conclusione: inutili gli appelli di Usa e Onu. Oltre 600 i morti palestinesi, 29 gli israeliani. di LORENZO CREMONESI ALLE PAGINE 8 E 9 I l treno con i resti delle vittime del volo malese abbattuto giovedì nei cieli dell’Ucraina è da ieri a Kharkiv (nella foto), fuori dalla zona controllata dai filorussi. Ma gli esperti inviati dal governo olandese denunciano che nei vagoni si trovano solo 200 corpi: ne manca dunque un centinaio. Intanto l’Ue discuterà domani nuove sanzioni alla Russia. L’accordo per il commercio La Cina adesso fa paura ma stenta l’intesa Usa-Ue di DANILO TAINO È REUTERS / GLEB GARANICH Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano I dei delegati regionali, il presidente verrà eletto da un collegio di 730 parlamentari. Ergo, al partito che incassa il premio di maggioranza nell’aula di Montecitorio basteranno 26 senatori per spedire un proprio fiduciario al Quirinale. E il fiduciario nominerà a sua volta 5 persone di fiducia alla Consulta, dispenserà grazie e medaglie ai fedeli del partito, ne eseguirà ogni ordine da uomo fidato. E no, non ci fidiamo. Ma il rimedio è già nero su bianco: l’emendamento Gotor-Casini, che allarga la platea dei grandi elettori ai 73 europarlamentari, votati con il proporzionale. D’altronde, non è forse vero che l’Italia è ormai una cellula dell’Unione Europea? E non è vero che il presidente assorbe varie competenze in questo campo, sia in politica estera che in materia di difesa? Dopo di che c’è ancora qualche pezza da cucire. Per esempio attribuendogli il potere di rinviare le leggi una seconda volta, con un veto superabile soltanto a maggioranza assoluta. Innalzando il quorum per eleggere il presidente della Camera, in modo da affiancare all’arbitro un guardalinee più autorevole. Permettendo l’accesso delle minoranze parlamentari alla Consulta. Disinnescando i conflitti d’interesse, e quindi sottraendo ai deputati il potere di decidere sulla validità della propria elezione, sulle immunità, sulla paga di Stato. Potenziando gli istituti di democrazia diretta, l’unica pistola che hanno in tasca i cittadini. Rendendo obbligatorio il referendum confermat i vo s u o g n i r i fo r m a costituzionale, compresa quella in cantiere. Del resto, proposte analoghe possono già leggersi fra i 7.850 emendamenti depositati in Senato, anche se è un po’ come cercare l’ago nel pagliaio. Ma basta dotarsi d’una lente, e avere voglia di guardare. [email protected] UNIQA Protezione SpA - Udine Aut. ex art. 65 R.D.L. 29/04/1923 n. 966 Spinta di Napolitano per le riforme Senato al lavoro anche la domenica di MICHELE AINIS l Titanic delle riforme rischia d’affondare sbattendo contro un doppio iceberg. L’elezione diretta del Senato, in primo luogo: respinta dal governo, però caldeggiata da Grillo, auspicata da Alfano, bramata da un fronte eterogeneo del dissenso tra le file del Pd e di Forza Italia. E in secondo luogo le preferenze per eleggere i nuovi deputati, negate anch’esse dall’Italicum, ma agognate anch’esse come il primo amore. Errore: non è su questi ostacoli che può interrompersi la navigazione. Dopotutto, «Batman» Fiorito ottenne 26 mila voti di preferenza. E un Senato non elettivo costituisce la regola in Europa: funziona così in Francia, Germania, Austria, Olanda, Regno Unito, e almeno parzialmente in Belgio e in Spagna. Dov’è allora lo scoglio? Sott’acqua: c’è, ma non si vede. Come la trama impercettibile di relazioni e di reciproche influenze tra i poteri dello Stato, come il gioco di pesi e contrappesi che garantiscono la tenuta del sistema. Ecco, le garanzie. Il bicameralismo paritario rispondeva a quest’ultima funzione, nel bene e nel male. Se ce ne sbarazziamo, se al contempo iniettiamo vitamine nelle vene del governo, dobbiamo giocoforza individuare altri presidi della legalità costituzionale. Perché vale pur sempre l’antidoto del vecchio Montesquieu contro ogni deriva autoritaria: «Il potere arresti il potere». E quale potere dovrà armarsi d’un fischietto? Non il nuovo Senato: per come si va configurando, diventerà un raccordo fra lo Stato e gli enti decentrati, non un organo di garanzia. Nemmeno un’altra authority, come se le 14 esistenti non fossero abbastanza. Ma è sufficiente rafforzare i garanti già indicati dalla Costituzione, a partire dal capo dello Stato. Qui però sbuca l’inghippo. Con un Senato di 100 componenti, e senza più il concorso Assicurazioni & Previdenza ALLE PAGINE 10 E 11 Montefiori, Natale Olimpio © RIPRODUZIONE RISERVATA Nuovo Codice Le moto e le biciclette potranno usare le corsie preferenziali Gli scooter 125 debuttano in autostrada Il racconto di ALESSIO RIBAUDO N La Concordia che se ne va (e qualche rimpianto) di MARCO IMARISIO A PAGINA 17 Transazione record ovità nella legge delega di riforma del Codice della strada approvato in commissione Trasporti della Camera: le moto con una cilindrata di 125 centimetri cubi avranno accesso a tangenziali e autostrade se guidati da conducenti maggiorenni. Inoltre, bici e moto potranno muoversi sulle corsie preferenziali riservate ai mezzi pubblici. enti milioni di euro per mettersi in regola con il Fisco: Ezio Greggio li verserà all’Agenzia delle Entrate in un contenzioso sulla sua residenza a Montecarlo, al centro di due procedimenti nelle Procure di Milano e Monza. A PAGINA 19 A PAGINA 16 Greggio paga 20 milioni per i debiti con il Fisco di LUIGI FERRARELLA e GIUSEPPE GUASTELLA V il potere crescente della Cina ad aver spinto il presidente Obama a decidere di aprire, dopo il lancio della Partnership transpacifica (Tpp) per liberalizzare gli scambi in Estremo Oriente, il negoziato per la Partnership transatlantica (Ttip) con la Ue. Ma le trattative vanno a rilento, sia per resistenze del Congresso Usa sia per l’opposizione di alcuni Paesi Europei. A PAGINA 13 2 Primo Piano Mercoledì 23 Luglio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 # ❜❜ Il Parlamento Le scelte Ora un incontro con il presidente della Repubblica per esporre il nostro punto di vista A. Scotto e L. De Petris Sel Riforme, scudo del Colle «Non si agitino spettri di svolte autoritarie» Napolitano: non esercitatevi su quando lascerò Lettera al Csm sui ritardi negli incarichi direttivi Le nomine Il metodo per la scelta dei procuratori e il caso di Palermo ROMA — Troppi ritardi da parte del Csm nelle nomine dei vertici di tribunali e Procure, con il risultato di lasciare «molti posti» vuoti anche alla guida di «importanti uffici giudiziari». Un problema che non ha «trovato soluzione», nonostante le «pesanti ricadute» sulla funzionalità dell’amministrazione della giustizia. Soprattutto, un richiamo al rispetto delle priorità, senza scorciatoie. Il monito del capo dello Stato, che ne è il presidente, al Csm, è contenuto in una lettera, indirizzata al vicepresidente dell’organo di autogoverno della magistratura, Michele Vietti, a firma del segretario generale del Quirinale Donato Marra. «Nell’approssimarsi della scadenza della consiliatura, appare necessario che si coprano in via prioritaria i posti direttivi vacanti da più lungo tempo», ha scritto Marra. «Il rispetto di un ordine cronologico nelle procedure di nomina, pur non imposto sinora dalla legge né seguito dalla prassi — continua la lettera — è consigliato inoltre dall’opportunità di evitare scelte riferibili a una composizione del Csm diversa da quella del Consiglio che sta per insediarsi». A cosa si riferisce il Quirinale? A Palazzo dei Marescialli si è generato il timore che la missiva del Colle metta a rischio la nomina in tempi brevi del procuratore capo del capoluogo Il bivio siciliano, il cui titolare, Francesco Messineo, L’appello però, è ancora in carica del Colle e lascerà solo il primo sul criterio agosto. Tre i nomi in cronologico corsa: il procuratore di Messina, Guido Lo Forte, quello di Caltanissetta, Sergio Lari, e il rappresentante italiano a Eurojust, Francesco Lo Voi. Con gli equilibri dell’attuale Csm, in scadenza il prossimo 31 luglio, Lo Forte taglierebbe il traguardo, ma la situazione sarebbe per lui molto più a rischio se a votare fosse il nuovo Consiglio, visto che la corrente che lo sostiene (Unicost) ha avuto un ridimensionamento a vantaggio di Area (che vuole Lari) e di Magistratura Indipendente (che ha proposto Lo Voi). «Non è possibile estrarre fior da fiore gli uffici da coprire», ha commentato Vietti. «La lettera inviata dal Quirinale non blocca nessuna nomina alla Procura di Palermo. Il presidente della Repubblica si limita a richiamare principi che ci siamo dati noi stessi e un criterio di priorità di carattere generale a cui Palermo deve attenersi». Dopo la lettera del Colle, la Commissione per gli incarichi direttivi, ieri, si è spaccata esattamente a metà tra chi voleva che si andasse avanti su Palermo e chi sulle altre pratiche, in attesa da tempo, richiamate nella missiva del capo dello Stato (in tutto 26 uffici, a cominciare dal «posto di presidente di un ufficio di particolare rilievo quale è la Corte di appello di Roma»). Alla fine è prevalsa la linea del presidente della Commissione, Roberto Rossi, di rinviare ogni decisione fino a lunedì prossimo, in attesa che Vietti abbia un colloquio con Napolitano. Vietti ha ricordato anche che il Csm «non è uno yogurt: la legge prevede la proroga, e il vecchio Consiglio mantiene tutte le sue prerogative e competenze. Se ci saranno attività da compiere, le compirà». Questa estensione arriverà fino a che il Parlamento non avrà provveduto alla nomina dei nuovi otto consiglieri «laici» (le votazioni cominciano oggi) che completeranno il plenum, dopo l’avvenuta elezione dei «togati». M.Antonietta Calabrò © RIPRODUZIONE RISERVATA ROMA — Lo ricorda a uso di quanti gli imputano un pressing eccessivo sulle riforme. Quasi che si fosse inventato il problema adesso, per spalleggiare Renzi nella sua ricerca di alleanze non problematiche e da mettere rapidamente alla prova. Non è così, mette le mani avanti Giorgio Napolitano: «Sono sempre stato un attivo assertore» della necessità di «ricercare un’ampia convergenza politica in Parlamento», quando ci si addentra in questo terreno. E un assertore lo è stato, aggiunge, convinto di muoversi «nello spirito della Costituzione» e dei suoi «fondamentali doveri di presidente». Ne riparla ora riassumendo ancora una volta un principio che per lui dovrebbe essere scontato: per ritoccare la legge delle leggi bisogna «dialogare e cercare intese anche attraverso inevitabili mediazioni». Ecco il compito della politica e non dovrebbe essere né motivo di scandalo né di interessate strumentalizzazioni, per continuare a galleggiare in un’eterna palude. Non dovrebbe, soprattutto, dare luogo a «pregiudiziali diffidenze e contestazioni rispetto alla ricerca di accordi con forze del campo opposto». Ecco il ragionamento con il quale il capo dello Stato ha aperto ieri al Quirinale, davanti alla stampa parlamentare, quella ce- rimonia del Ventaglio che tradizionalmente segna l’inizio della pausa estiva. Si mostra allarmato e infastidito, il capo dello Stato. Dopo che i partiti si erano impegnati a revisionare insieme alcuni capitoli della seconda parte della Carta (nuovo Senato e Titolo V), adesso che la partita si avvicina alla stretta decisiva vede riemergere il rischio dell’ennesima paralisi. Fondata su accuse che gli sembra doveroso respingere. Ad esempio quella di una «improvvisazione» o «improvvida frettolosità», che invece a suo parere non c’è stata. Si è invece discusso a lungo e «serenamente», avverte, prima che esplodessero le ultime contestazioni, fondate sul presupposto che «il bicameralismo paritario», anziché essere «un’anomalia tutta italiana», fosse «un perno del sistema di garanzie costituzionali». Purtroppo si sta facendo di peggio, secondo lui. Al punto da indurlo a un «fermo appello a superare un’estremizzazione dei contrasti ingiusta e rischiosa». Gli sembra infatti che certe sortite degli ultimi giorni vadano oltre «la legittima espressione del dissenso». Succede, ad esempio, quando «si agitano spettri di insidie e macchinazioni autoritarie», ciò che forse mira a «un nuovo nulla di fatto» su questo terreno. Uno stop che non possiamo permetterci. Non a caso, insiste, le riforme strutturali «non sono meno importanti» per la nostra ripresa di quelle del mercato del lavoro e della spesa pubblica. Mentre sulla legge elettorale, il cui testo è già stato varato in prima lettura alla Camera, dà per scontato che venga «ridiscusso con la massima attenzione per criteri ispiratori e verifiche di costitu- zionalità che possono indurre a concordare significative modifiche». È l’unico passaggio di politica interna che Napolitano si concede (e che ha subito innescato la polemica reazione dei 5 Stelle e una richiesta di udienza di Sel), a parte un cenno sulle intermittenti voci sulle sue dimissioni. Pure qui, un avvertimento: «Sono concentrato sull’oggi e ho in- nanzitutto ritenuto opportuno e necessario garantire la continuità ai vertici dello Stato nella fase così impegnativa del semestre italiano di presidenza Ue». Il che significa, traducendo, non prima che si chiuda il 2014. Ma non basta. Sul termine temporale in cui proiettare il suo congedo, avverte i cronisti: «Non esercitatevi in premature e poco fondate ipotesi e previsioni». Il retroscena Perché il presidente ha ritenuto inevitabile esporsi La mossa del Quirinale e l’accento sulla giustizia La necessità di affrontare anche questo dossier dopo il riconoscimento di Berlusconi ai giudici Parlare di «estremo appello» è una scorciatoia ricorrente, e spesso logora, per chi analizza gli interventi del Quirinale. Ma l’avvertimento lanciato ieri da Giorgio Napolitano ha sul serio questa caratteristica, perché la sfida sulle riforme è a un punto di svolta così decisivo da spingerlo a esprimersi con un messaggio senza sfumature, attraverso il quale mette in mora le forze politiche (tagliando le unghie ai dissidenti dei singoli partiti) che ancora una volta intendessero diroccare il cantiere istituzionale. Un richiamo alla responsabilità maturato dalla preoccupazione per un clima politico che ha visto progressivamente avvelenarsi, tra un annunciato filibustering in aula con migliaia di emendamenti, recriminazioni di svolta autoritaria, bocciature preventive per un preteso tradimento della Carta costituzionale e, infine, una drammatizzata raccolta di firme agitando lo «spettro di un autoritarismo» mimetizzato. Certo, nello stendere il suo discorso, il capo dello Stato era consapevole di esporsi all’accusa di alzare uno scudo in difesa del premier Matteo Renzi e della maggioranza parallela con Forza Italia, costituita per varare un nuovo Senato e una nuova legge elettorale. Il che, beninteso, è vero. Ma sarebbe forse più giusto allargare l’orizzonte oltre una pura e semplice logica partigiana. Nel calcolo costi-benefici gli è infatti sembrato inevitabile farsi sentire con urgenza e nettezza, e pagare magari un prezzo personale, pur di mettere un po’ di pressione erga omnes (in particolare sui frenatori del Pd). Nella speranza di far riflettere tutti e di disintossicare gli umori prima che sia troppo tardi, attraverso un memorandum sugli impegni presi dal Parlamento e finora disattesi. Impegni presi con gli italiani e con lui stesso. Così si spiegano alcune studiate cita- zioni che il presidente della Repubblica ha distillato qua e là nel testo, per ricordare alcune cose: 1) le riforme strutturali «non sono meno importanti» per una ripartenza del Paese di quelle, parallele, del mercato del lavoro e della spesa pubblica; 2) la ricerca di un buon compromesso attraverso «le più ampie convergenze» impone mediazioni senza pregiudiziali con partiti di campo opposto, quindi pure con il centrodestra berlusconiano; 3) la Commissione parlamentare, «eccezionalmente rappresentativa e autorevole», che ha avviato l’opera di engeneering istituzionale Il compleanno dell’ex senatore Franceschini brinda ai 100 anni di Bersani: «È un maestro» Ha brindato al secolo di vita di «un maestro per intere generazioni». Così Dario Franceschini ha definito l’ex senatore Giovanni Bersani, che ieri ha compiuto 100 anni. Il ministro per i Beni culturali è andato a trovarlo a Bologna. Bersani, fondatore del Cefa, ha ricevuto gli auguri di Napolitano e Renzi. fu istituita già dall’esecutivo Letta e non è pertanto figlia di questa fase politica, che qualcuno vorrebbe sabotare; 4) superare il bicameralismo perfetto non significa compiere uno stravolgimento delle garanzie costituzionali, e non a caso si riconobbero «le incongruenze» di quel sistema fin dalla nascita della Carta. Non basta. Nel punto politico tracciato a bilancio di questa prima metà del 2014, Napolitano ha rammentato anche la questione giustizia. Dossier delicatissimo, perché politica e magistratura, come ha detto in infinite occasioni, si sono per vent’anni guardati come «mondi ostili», con paralizzanti risultati. Adesso, dopo l’ultima sentenza su Berlusconi e dopo il riconoscimento da lui indirizzato alle toghe, gli pare che possa essere ripreso un confronto meno difficile e infido. Un altro segnale da cogliere e del quale, chissà, si è magari accennato in serata al Quirinale, nel faccia a faccia concentrato sui temi internazionali tra capo dello Stato e Renzi. Ora, si sa che sulle riforme il premier intendeva finora praticare una politica dei due forni, distinguendo la trattativa per il nuovo Senato (da costruire soprattutto con Fi) da quella sulla legge elettorale (potenzialmente aperta ad altri interlocutori). Ed è indicativo che Napolitano, nel discorso della mattinata, avesse dato per piuttosto probabili «significative modifiche» sull’Italicum. Un passaggio pronunciato quasi en passant, che a qualcuno è parso un modo per suggerire una profittevole duttilità nelle trattative incrociate in corso. Marzio Breda © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Mercoledì 23 Luglio 2014 3 Primo Piano italia: 51575551575557 # ❜❜ ❜❜ Il presidente più che censurare opinioni dovrebbe garantirne l’espressione Luigi Di Maio M5S La storia Al Senato La contromossa per rispettare i tempi ma (per ora) nessun contingentamento Il dono Nella «cerimonia del Ventaglio» viene donato un ventaglio ai presidenti della Repubblica (a fianco, foto Fotogramma) e delle Camere da parte dell’Associazione stampa parlamentare Il gesto Il primo ventaglio fu regalato dai giornalisti a Giuseppe Zanardelli, nel luglio 1893, all’epoca presidente della Camera, che aveva manifestato, scherzando, invidia per l’ uso dei ventagli da parte della stampa per combattere il caldo La vittoria Il ventaglio più famoso fu quello regalato a Giuseppe Marcora nel giugno 1912, che traeva ispirazione dalla vittoria in Libia Quella, dice contro ogni gioco ad almanaccare sul calendario, «è una valutazione che appartiene solo a me» e, sì, è legata anche alla «sostenibilità» delle sue forze, in un «pesante carico di doveri e funzioni». Ieri intanto il Colle è tornato con una lettera a incalzare il Csm sui ritardi nell’affidare gli incarichi. Infine, ma in realtà in apertura del discorso, una disamina Intervento equilibrato: il bicameralismo va superato e non è un attacco alla democrazia Lorenzo Dellai Per l’Italia sulle crisi internazionali. Dall’Ucraina al Medio Oriente, dove violenze e stragi richiedono che anche l’Europa si mobiliti, Italia in testa, che «si considera in grado di concorrere con un sua personalità» (finora solo Mogherini, indicazione tuttavia contrastata) nella scelta di un alto rappresentante. M.Br. © RIPRODUZIONE RISERVATA E in Aula si va avanti a oltranza Sedute di notte, anche la domenica Da lunedì riprendono i lavori, ma i frondisti non arretrano ROMA — Non la «tagliola», tanto temuta. E neppure prove d’intesa. Ma, in ogni caso, per il secondo giorno consecutivo non c’è lo straccio di un voto: zero emendamenti «evasi», sui 7.850 presentati. L’unica votazione dell’Aula è sul calendario dei lavori, stabilito (a maggioranza: contrari Lega, Sel e M5S) dalla conferenza dei capigruppo del Senato. Dalla settimana prossima, ma solo dopo l’esame di due decreti legge (competitività domani, cultura e turismo e istruzione lunedì), si va ad oltranza: al lavoro tutti i giorni, dalle 9.30 alle 24, compresi sabato e domenica. Diversi senatori protestano: «Viene leso — dice Laura Bignami, ex cinquestelle — il diritto dei cattolici di andare a messa». Altri si spingono oltre: «Il sabato è il giorno sacro degli ebrei, il venerdì dei musulmani...». Non sono le uniche obiezioni o richieste di modifica al calendario. C’è chi (sono principalmente i grillini a intervenire con proposte alternative) vorrebbe mettere nei temi da trattare la «Moby Prince, visto che si parla della Concordia», chi «la sfiducia ad Alfano, Lorenzin, Guidi e Poletti», chi l’anticorruzione, chi vorrebbe una «sospensione serale per andare a cena», chi il referendum consultivo. Uno zibaldone che il presidente Pietro Grasso «riassume» in cinque proposte di modifica, tutte bocciate in due minuti e mezzo. Lo scoglio, però, è ancora tutto lì, e nessuno ha mosso un passo per rimuoverlo. Certo, non c’è il contingentamento dei tempi. Non ancora almeno. E lo «spettro» delle vacanze saltate è ancora dietro l’angolo. Perché la pausa estiva dal 9 agosto in poi, al momento, non è ancora stata fissata. Il primo tentativo di mediazione, nella capigruppo a cui ha partecipato anche Maria Elena Boschi, va a vuoto. Luigi Zanda, capogruppo dei senatori Pd, ci era entrato con l’idea della rifor- ma con «scadenza»: si fissa un giorno per l’approvazione (l’8 agosto, appunto) e al massimo lo si aggiorna in corso d’opera. Proposta un po’ drastica, che lo stesso Zanda addolcisce. «Abbiamo chiesto — spiega — che si prenda atto che con 8 mila emendamenti non ce la faremmo neppure a Natale. E abbiamo proposto a Sel e agli altri partiti di ridurne il numero, mantenendo naturalmente le questioni sostanziali più importanti». Risposta? Picche. Loredana De Petris, firmataria di gran parte delle circa 6 mila «correzioni» dei vendoliani non arretra un millimetro. Anzi, la senatrice propone alla Boschi di «aspettare la discussione sui La messa Protesta l’ex 5 Stelle Laura Bignami: leso il diritto dei cattolici ad andare a messa Almeno 80 ore di votazione Per Grasso anche se decadessero il 40% degli emendamenti, ci vorrebbero comunque 80 ore di votazioni Il discorso di Vito Petrocelli, applaudito dal M5S IL COMMENTO di Sergio Rizzo nelle Idee&opinioni decreti legge, riflettere un po’ e poi riparlarne». Ma il ministro è irremovibile: «Non se parla, si va avanti così. Vedrete che ce la faremo». È la linea del governo, dettata dal premier Matteo Renzi: «Da un lato chi con l’ostruzionismo prova a bloccare l’Italia e le riforme chieste dalla maggioranza dei cittadini. Dall’altro chi si occupa di creare posti di lavoro e pensa alle famiglie, offrendo una speranza per l’Italia di domani. Avanti, senza paura». A fare da «pontiere», così, tocca a Grasso che conclude la capigruppo con una sorta di appello. E lo dice, il presidente, premettendo «che questo è un ruolo che non mi spetta. Ma i problemi di cui stiamo parlando non si possono risolvere qua dentro: anche se decadessero il 40% degli emendamenti, ci vorrebbero comunque 80 ore di votazioni». E sarebbe un vero Vietnam, in un clima quanto mai «avvelenato». Anche Paolo Romani, Forza Italia, fa la «colomba»: «Se stiamo discutendo di ampliare i tempi di lavoro, vuol dire che qualcosa non ha funzionato». Nel centrodestra c’è un’idea diffusa. Che il nodo politico stia nei rapporti tra Renzi e Sel: «Magari ce l’hanno con lui, perché gli ha soffiato buona parte dei parlamentari», sussurra un senatore. Ricostruzioni malevole, forse. Ma lo stallo è ancora lì. Più vicino al muro contro muro che all’intesa. «Noi — dice Vito Petrocelli, cinquestelle — non dobbiamo andare in vacanza. Possiamo star qui anche a Ferragosto». E Gian Marco Centinaio, Lega Nord, rilancia: «Renzi non farà il selfie con l’approvazione e la data dell’otto agosto. Il mio è un gruppo giovane, possiamo stare in aula anche di notte. Ma tocca alla maggioranza garantire il numero legale...». Qualche giorno per affilare le armi. Da lunedì, senza intesa politica, sarà battaglia colpo su colpo. Ernesto Menicucci © RIPRODUZIONE RISERVATA Protagonisti e interpreti Stefano Esposito (Pd) Vincenzo D’Anna (Gal) Paolo Arrigoni (Lega) Carlo Giovanardi (Ncd) Il guardiano del sì: Il dissidente duro e puro: L’oppositore dialogante: Il federalista intransigente: se la battaglia si fa campale paura di restare a casa? con l’ostruzionismo per Renzi occasione storica non devono fare la nanna Pigliatevela questa poltrona si fa solo il gioco del governo ma è solo un demagogo «C osa vogliamo dargli ancora, i petali di rosa?». Come sanno i No Tav, il pd Stefano Esposito non è uno che si tira indietro. Un irriducibile. A Palazzo Madama ha imbracciato il fucile e non ha intenzione di mollarlo. Anzi, è piuttosto innervosito dalla decisione di allungare i tempi d’Aula «solo» fino a mezzanotte: «Se la battaglia è campale, allora non gli si concede di andare a dormire. Non devono fare la nanna. Bisogna stare qui accampati h24 ». Insieme a Francesco Verducci e Pina Maturani ha chiesto di lavorare, se necessario, «anche a Ferragosto». E invece niente, soluzione morbida: «A questi non gli si possono concedere tutti i comfort. Il sonno, il cibo. Così arrivano in Aula belli tonici. Io l’ho fatto l’ostruzionismo Tenace Stefano vero e si stava lì a comEsposito, senatore del battere giorno e notte». Pd, 45 anni, piemontese Ce l’ha con il presidente del Senato Pietro Grasso? «È cauto, eccessivamente cauto. Ma prima o poi dovrà prendere atto che la tagliola è necessaria». Altrimenti? «Altrimenti si media. Delle due l’una, o si media o si combatte. Io sono pronto a lavorare anche la domenica ma non mi si può chiedere di lottare con una mano legata dietro la schiena». La domenica c’è chi vuole andare a messa: «Ma non ci prendano in giro, la messa c’è anche alle sei del mattino». «N eanche Mussolini». Cosa? «Se lo ricorda il Patto Gentiloni?». E che c’entra? «Beh, se va in porto la riforma, Renzi avrebbe una concentrazione di potere mai vista». Vincenzo D’Anna, vicepresidente del gruppo Gal, vicino a Forza Italia, dissidente duro e puro, è scatenato. Dentro e fuori dall’Aula. «Se la riforma l’avesse fatta il Caimano, il peronista...». Berlusconi dice? «Eh, ci sarebbe stata la rivoluzione. La celere nelle strade». E invece niente. «Ha sentito per caso Crozza? Benigni? Nanni Moretti? Il popolo verde, arancione, viola? Niente, si sono distratti». Forse perché Renzi non fa così paura: non pare un dittatore e piace a molti: «Ma anche una bella donna se ha il pugnale nella giarrettiera può essere pericolosa». Se è per Critico Vincenzo D’Anna, quello, anche senza 62 anni, nel Gal (Grandi pugnale. Ma tornando a autonomie e libertà) Renzi. «Sta incidendo nel corpo vivo della nazione. Lancia messaggi massmediatici. Lavora con il martello pneumatico quando servirebbe un cesello. Parla a un popolo di orecchianti. Tra essere a digiuno ed essere ignoranti, è meglio essere a digiuno». In che senso? «Voglio dire, non possiamo stare appresso agli umori di chi governa». Dicono che avete paura di perdere la poltrona. «Chi lo dice? Noi reprobi siamo pronti a dimetterci se passa questa riforma. Pigliatevela questa poltrona». «S i va verso il grande patatrac». Carlo Giovanardi, Nuovo centrodestra, si ferma a metà Transatlantico ed entra nel tunnel dei ricordi: «Io ero ministro ai Rapporti con il Parlamento, ai tempi del governo Berlusconi, se lo ricorda?». Certo. «Ecco, la nostra riforma costituzionale, che poi fu bocciata dalla Consulta, ebbe bisogno di decine e decine di sedute. Passarono mesi su mesi». E invece. «E invece qui il governo entra a gamba tesa. Con interventi invasivi e offensivi, come quando esclude il voto segreto». Però lei è un oppositore dialogante. E non approva l’ostruzionismo: «Certo, sono contrario. Perché altrimenti si fa il gioco di Renzi: si butta tutto all’aria e si va a votare». E voi non volete andare a votare: «Guardi, io Dubbioso Carlo non me ne vado votanGiovanardi, 64 anni, do questa roba. A meno modenese, dell’Udc che cambi». E se cambia, con il Senato elettivo e con la nuova legge elettorale, potete rimanere. «È sicuro? Le racconto un aneddoto. Era il luglio ‘93. Di fronte a 200 deputati e 100 senatori dc, all’assemblea costituente del Partito popolare all’Eur, Mino Martinazzoli ci disse solennemente: “Prima viene approvata la legge elettorale e più tardi andrete a votare”». Risultato? «Ad agosto l’approvammo e a gennaio le Camere furono sciolte». «R enzi è il massimo artefice del populismo in Italia». Eppure Roberto Calderoli prova a mediare da tempo con lui. «Certo. Noi non facciamo ostruzionismo e se cambiasse idea siamo pronti a votare». Paolo Arrigoni, federalista a oltranza, è un senatore della Lega, uno dei più ragionevoli e pronti a cambiare. Ma c’è un limite a tutto: «È difficile proseguire se la maggioranza si indurisce, come ha fatto ora». E se arrivasse la tagliola? «A quel punto sarebbe battaglia vera. Ma noi siamo propositivi, è il governo che non dà risposte. Abbiamo presentato 80 emendamenti, tutti nel merito». E cosa ritenete indispensabile per dare il vostro via libera? «È imprescindibile la Aperturista Paolo questione dell’elezioArrigoni, 50 anni, ne diretta dei senatori. lombardo, della Lega E anche la riduzione dei deputati». Difficile che si raggiunga una mediazione su questa. «Male, perché se dicesse di sì su questi punti, Renzi otterrebbe una maggioranza straqualificata e rimarrebbe nella storia. Ma non lo farà perché è il re dei populisti». Più di Grillo? «Sicuro. È un demagogo. E poi non abbiamo nulla da imparare dal Pd sulle riforme. Le abbiamo proposte noi all’epoca, con la devoluzione. E loro erano ferocemente contro». Al. T. Al. T. Al. T. Al. T. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA 4 Primo Piano Mercoledì 23 Luglio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Il Parlamento Le scelte Incontro con le due tenniste a Palazzo Chigi Renzi e il braccio di ferro «Provano a ricattarci ma oggi hanno perso» Il premier: l’ostruzionismo è uno spot per noi L’agenda I lavori del Senato e la pausa estiva A Palazzo Madama si rischia l’ingorgo perché, oltre al dibattito sulle riforme, ci sono quattro decreti in scadenza. Il presidente Pietro Grasso si è detto pronto a far proseguire i lavori dell’Aula anche fino a Ferragosto. Con migliaia di emendamenti al testo il calendario dei lavori è stato riformulato: da lunedì 28 discussione dalle 9 alle 24, anche nei fine settimana Legge di Stabilità per Ferragosto Il premier Matteo Renzi ha chiesto di accelerare sulla legge di Stabilità del 2015: vorrebbe che fosse pronta in anticipo rispetto agli altri anni, «per Ferragosto». Il presidente del Consiglio conferma il consolidamento del bonus di 80 euro in busta paga e punta ad un allentamento del patto di Stabilità che permetta ai Comuni di investire le risorse che hanno in cassa In Parlamento l’esame dei decreti In Parlamento sono arrivati altri due provvedimenti varati dal governo Renzi: si tratta del decreto di riforma della Pubblica amministrazione (quello che contiene la cosiddetta «staffetta generazionale») e del decreto Competitività (misure a favore delle imprese). Per entrambi è iniziato l’iter di conversione in legge: c’è tempo fino al 23 agosto Sfida sulle nomine nell’Unione europea Dopo il nulla di fatto al vertice straordinario dell’Ue del 16 luglio a Bruxelles, i capi di Stato e di governo dell’Unione si ritroveranno il 30 agosto per affrontare di nuovo il nodo delle nomine. In particolare il braccio di ferro riguarda l’Alto rappresentante per la politica estera. Per Renzi resta candidata per quell’incarico il ministro degli Esteri Federica Mogherini ROMA — «Oggi hanno tentato di ricattarci. Hanno cercato la prova di forza. E hanno perso. Questa è la realtà dei fatti»: a sera Matteo Renzi fa il punto della situazione, dopo che nell’aula di palazzo Madama è passato il nuovo calendario dei lavori, che costringerà i senatori a impegnarsi giorno e notte. C’è però un’accusa che gli è stata rivolta più volte in questi giorni, che il premier non riesce proprio a mandare giù: «Parlano di autoritarismo! Non sanno quello che dicono. Io sono sempre pronto alle mediazioni. Ma ne ho fatte anche troppe: sui sindaci, sul titolo V della Costituzione...». Quindi, inseguendo il filo di un ragionamento ad alta voce: «Se io medio ancora, poi come farò a non mediare sulla legge sul lavoro, sulla giustizia, sul fisco? Io non chiedo la ghigliottina, ma la riforma costituzionale non si fa sulla base del ricatto. Quindi, pronti a discutere di tutto nel merito, ma non ad assecondare la dittatura di una minoranza. Questi, tra l’altro, non vogliono discutere: hanno presentato ottomila emendamenti!». Anche se poi tutte quelle proposte di modifiche del disegno di legge di riforma, Renzi ne è convinto, «sono un gigantesco regalo e uno spot per noi. Proprio non capiscono che ogni giorno di ostruzionismo in più è un ulteriore iniezione di consenso nel Paese per il go- L’analisi verno». Non a caso, ieri il presidente del Consiglio ha coniato su Twitter l’hashtag #mentreloro, a sottolineare la distanza tra l’azione del governo e il «Palazzo». E infatti il premier c i n g u e t ta co s ì s u l s o c i a l network: «Mentre loro fanno ostruzionismo per provare a bloccare il cambiamento, noi ci occupiamo di trovare posti di lavoro». Che i senatori, invece, rischiano di perdere dopo la riforma targata Renzi. Ed è per questo motivo che, secondo il premier, si stanno dando un gran da fare nell’aula di palazzo Madama. Ma non ci sono solo le pressioni degli ostruzionisti: ieri c’è stato anche il tentativo dei falchi di Forza Italia di proporre, sul caso Galan, una sorta di «do ut des» con le riforme. Tentativo che, però, è stato subito stoppato dal Partito democratico. «Nemmeno in questa occasione cediamo ai ricatti», è stata la parola d’ordine del presidente del Consiglio. Comunque, nonostante l’ostruzionismo, l’inquilino di palazzo Chigi è ancora fiducioso sul percorso del ddl. Forse conta anche di prendere per sfinimento i suoi «avversari», che saranno costretti a stare in Senato anche sabato e domenica: «Lavoreremo fino all’ultimo giorno utile, senza farci impaurire dall’ostruzionismo». Il che significa che palazzo Madama potrebbe restare aperto anche un’altra settimana perché stan- Errani e Vinci, una racchetta «per Matteo» do a chi nel Pd si intende di lavori parlamentari, «c’è il rischio di arrivare alla vigilia di ferragosto». A meno che lunedì o martedì prossimi non si capisca che le resistenze dei «frenatori» si stanno infiacchendo. Mentre è impegnato in questo braccio di ferro con gli ostruzionisti al presidente del Consiglio però non sfugge che anche tra gli esponenti renziani c’è qualche perplessità. Si prenda, per esempio, l’appello di Roberto Giachetti allo stesso «Potrei dire che dobbiamo avere anche in Parlamento lo stesso spirito di squadra...». Così il premier Matteo Renzi ha raccontato l’incontro con le tenniste Sara Errani e Roberta Vinci, vincitrici nel doppio a Wimbledon. Le due campionesse — che hanno regalato al premier una racchetta con dedica «al nostro presidente Matteo» — erano accompagnate dal presidente del Coni Giovanni Malagò e da quello della Federtennis, Angelo Binaghi. «Uno dei nostri segreti — ha commentato Sara Errani al termine dell’incontro — è l’amicizia» (Ansa) premier. Il vice presidente della Camera chiede a Renzi di andare a votare, perché, a suo giudizio, «questo Parlamento non è in grado di fare le riforme». Però l’inquilino di palazzo Chigi continua a tener fede alla sua «agenda di legislatura, che punta al 2018», quindi va avanti con il «programma dei mille giorni», convinto di potercela fare e di riuscire a raggiungere i suoi obiettivi. Perciò gli hanno fatto particolare piacere le dichiarazioni di Giorgio Napoli- tano sulle riforme e sulle scelte italiane per l’Alto rappresentante per la politica estera della Ue. Con il capo dello Stato, ieri pomeriggio, Renzi ha avuto un incontro per discutere di Medio Oriente e di Ucraina. Due dossier che il premier sta seguendo con Federica Mogherini. E di crisi mediorientale il presidente del Consiglio ha parlato anche con Al Sisi, nel corso di un colloquio telefonico. Renzi appare preoccupato per il mancato ruolo dell’Unione europea in queste vicende: «La stampa internazionale — è la sua riflessione — ha preso di mira Germania e Francia, a riprova che il problema non è l’Italia, ma l’Europa». «Ecco perché — osserva ancora il premier, riferendosi al fallito vertice di Bruxelles — dotarsi di una squadra da subito operativa sarebbe stata la soluzione giusta da prendere». Maria Teresa Meli © RIPRODUZIONE RISERVATA Boschi ha ricordato la frase: «In politica le bugie non servono». Ma qualcuna la diceva anche lui Il ministro e la citazione di Fanfani il dc che piaceva tanto a sinistra di PAOLO FRANCHI La citazione non è particolarmente affascinante, «in politica le bugie non servono» è una banalità. Amintore Fanfani, che amava autocitarsi in terza persona («come l’allora segretario politico ebbe a dire» … ) ne avrebbe scelta di sicuro una più intrigante. Magari sul tipo del «Non ho più francobolli» che nei primi anni Settanta fu a lungo il tormentone di Alto gradimento, il programma radiofonico cult di Renzo Arbore e Gianni Boncompagni. Ma ascoltare il suo nome che irrompe di nuovo a Palazzo Madama, e sentirlo rappresentare da Maria Elena Boschi come «un grande statista, un grande presidente di questa assemblea, un punto di riferimento per tante donne e uomini della mia terra, compreso mio padre» colpisce ugualmente. Anche perché la terra di cui parla la Boschi non è solo la provincia di Arezzo, di cui è originaria come Fanfani (lei di Montevarchi, lui di Pieve Santo Stefano) ma, più in generale, la Toscana. E insomma la citazione, anche se certo il ministro non la avrà concordata con il presidente del Consiglio, porta dritto dalle parti di Renzi. Che Fanfani però, almeno sin qui, si è ben guardato dal nominarlo. Nonostante svariati cronisti e commentatori, compreso, su Formiche, Massimo Bordin, il parallelo lo abbiano tracciato: tutti e due segretari del partito di maggioranza e presidenti del Consiglio nel medesimo tempo, tutti e due decisionisti e, naturalmente, tutti e due nutriti di esprit toscano, anzi, toscanissimo. Ad averne voglia, si potrebbe anche discutere sulle analogie tra i due personaggi. Comunque la si pensi in proposito, però, è il caso di segnalare che il raffronto è di quelli scottanti. Specie per la sinistra, o almeno per una sinistra che serbasse qualche memoria di sé. Perché è vero, il referendum sul divorzio del 1974 ha consegnato l’immagine di un Fanfani vanamente impegnato in un disperato tentativo di rivincita dell’Italia profonda sul Sessantotto e sulla società radicale. Di un Fanfani di destra, insomma, una specie di De Gaulle nostrano, ma piccoletto (lui preferiva definirsi brevilineo, e dei brevilinei, Napoleone in testa, decantava le virtù) e, soprattutto, integralista. Ma nei Cinquanta, nei In Aula Nella foto, Amintore Fanfani pronuncia in Senato il discorso conclusivo del suo quarto governo. È il 28 aprile del 1983, Fanfani ha ricoperto per cinque volte l’incarico di premier. Due giorni fa il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi ha citato il leader dc: «In politica le bugie non servono» (foto Ap) Sessanta e nel primo scorcio dei Settanta le cose erano state molto meno chiare. In politica estera (alla Farnesina i suoi discepoli erano noti come i mau mau) e ancor più in politica interna. I modi dell’ex «professorino» sodale di Giuseppe Dossetti non erano commendevoli. Nel 1954, per esempio, lanciato alla conquista della Dc post degasperiana, non mancò di giocare spregiudicatamente sul coinvolgimento di Piero Piccioni (in seguito scagionato) nell’affaire Montesi, per liquidare il padre, Attilio, e con lui tutta la generazione dei vecchi popolari. E probabilmente ispirò, nell’incandescente estate del 1964, l’inquietante editoriale del Tempo in cui l’altro «cavallo di razza» democristiano, Aldo Chi è La carriera Nato in provincia di Arezzo nel 1908, Amintore Fanfani è stato uno dei più noti e longevi leader della Democrazia cristiana. All’inizio della sua carriera politica fu ministro del Lavoro, dell’Agricoltura e degli Interni con De Gasperi, è stato due volte ministro degli Esteri, segretario della Dc. È stato presidente del Consiglio per cinque volte in un arco di tempo dal 1954 al 1987 In Senato Ha presieduto l’aula del Senato per tre volte: dal 1968 al 1973, dal 1976 al 1982 e dal 1985 al 1987. Nel ‘72 fu nominato senatore a vita dal presidente della Repubblica Giovanni Leone Moro, il presidente del Consiglio tenuto sotto tiro dal capo dello Stato Antonio Segni e dal generale Giovanni De Lorenzo, era descritto come «un piccolo Visir cupo, funereo», che procede «con la tecnica scivolosa e molle di una piovra». Ma la sua Dc organizzata a ricalco del modello comunista, interventista in economia, votata all’occupazione del potere su scala di massa, mirabilmente incarnata nella Rai di Ettore Bernabei, fu protagonista di una rivoluzione dall’alto che cambiò il Paese. E il suo governo delle «convergenze parallele», dopo l’avventura di Fernando Tambroni, produsse riforme molto più «di sinistra» del cosiddetto centrosinistra «organico» degli anni successivi: dalla nazionalizzazione dell’energia elettrica alla scuola media unica. Agli occhi della destra, se non era un «comunistello di sacrestia», poco ci mancava. Tutto questo, e molto altro ancora, ha qualcosa da spartire anche con il fatto che, quando nel 1964 si trattò di scegliere per il Quirinale tra Giuseppe Saragat e Fanfani, la segreteria del Pci si spaccò in due, quattro contro quattro, con Pietro Ingrao schierato dalla parte del secondo: decisivo risultò, alla fine, il voto del segretario Luigi Longo. Sette anni dopo, Fanfani provò ancora a ottenere il consenso dei comunisti, e trovò non solo a Mosca, ma pure a Botteghe Oscure, orecchie ricettive. Per toglierlo di mezzo, partì anche una campagna di massa contro il «fanfascismo», promossa da Lotta Continua e sostenuta dal Manifesto. Ad annullare la scheda scrivendoci su «Nano maledetto, non sarai mai eletto» fu però un deputato della destra, non Luigi Pintor, come pure si favoleggiò. Sorge un dubbio. Forse la Boschi non aveva idea del ginepraio in cui si stava cacciando: oltre tutto, le bugie Fanfani le diceva, eccome. Fortunatamente per lei, le parole della politica si sono fatte volatili. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Mercoledì 23 Luglio 2014 Primo Piano italia: 51575551575557 5 Il Parlamento Le scelte Dialogo con Forza Italia, Ncd si spacca E Alfano frena: non vedrò Berlusconi Nuovo centrodestra a rischio scissione. I berlusconiani al contrattacco ni — che insieme a Beatrice Lorenzin, Gaetano Quagliariello e Fabrizio Cicchitto guida la corrente di chi si oppone a un ritorno dall’ex Cavaliere — chiama il titolare del Viminale. È critico sia per le voci del pranzo imminente, sia per le parole della De Girolamo. Che, però, viene difesa a spada tratta da Maurizio Lupi (privatamente) e da Barbara Saltamartini (pubblicamente). Roberto Formigoni, che sta coi primi, invia di buon matti- no un tweet che sa di benservito diretto alla De Girolamo. «Se qualche ex-ministra vuole andare in Forza Italia può farlo subito, non c’è bisogno di alcun Congresso. Buon viaggio». Ed Enrico Costa, sulla stessa falsariga, scrive una lettera a tutti i deputati del gruppo per contestare la posizione della capogruppo, che dalla sua rivendica il sostegno di «pezzi significativi del partito che stanno sul territorio». Prima del tramonto, quella che doveva essere la ricompo- sizione da una vecchia scissione rischia di trasformarsi in una nuova, di scissione. Il «gruppo De Girolamo», se non si procede sulla strada del centrodestra unito, è pronto a tornare in Forza Italia. E invece gli altri, se questo succede, sono pronti alle barricate. Ad Alfano non rimane che suonare il gong. «L’assoluzione di Berlusconi non ci riunirà a Forza Italia». E ancora: «Incontro con Berlusconi? Vediamo pri- ma come si comporta FI sulla legge elettorale». Neanche il tempo di far finire il verbo alfaniano sulle agenzie di stampa che, da Palazzo Grazioli, i berlusconiani reagiscono. «Questi del partito di Alfano sono invidiosi di Sul settimanale Oggi Il leader commosso per il verdetto «Mi sono commosso. Si è verificato quello che speravo: che i giudici riuscissero a individuare, nonostante le tante favole dei media, la verità dei fatti». Il settimanale Oggi è in edicola con un’intervista esclusiva a Silvio Berlusconi e Francesca Pascale dopo l’assoluzione in Appello al processo Ruby. La fidanzata dell’ex premier ha dichiarato al settimanale: «Abbiamo vissuto dei mesi difficili. Ora ritorna la serenità. Questa sentenza conferma la credibilità della magistratura e della giustizia». sono quelle dell’intervista doppia rilasciata (al settimanale Oggi) insieme alla fidanzata Francesca Pascale, all’indomani di una sentenza che lo ha «profondamente commosso». «Abbiamo un Pd al 38 per cento, Grillo al 23 e il centrodestra, frammentato, al 30», è la premessa. «Ecco perché», aggiunge, «occorre ricostruire l’unità del centrodestra e far sì che i moderati, che sono la maggioranza nel Paese, acquistino consapevolezza Tensione Schifani furioso contro il ministro dell’Interno E Formigoni invita De Girolamo ad andarsene e si trasformino in una maggioranza politica organizzata». Morale? «Noi stiamo tentando di farlo con le nostre “Comunità azzurre”». E mentre la fidanzata Francesca loda «la credibilità della magistratura» a suo dire confermata dalla «sentenza» di venerdì, l’ex premier torna a parlare di Renzi. «Ha la fortuna dalla sua. E questa è una grande qualità per un politico». Tommaso Labate © RIPRODUZIONE RISERVATA I volti ROMA — «Il progetto di ricomposizione del centrodestra va avanti. Ma dico io, che cosa bisogna fare con questi qua?». A metà pomeriggio, quando i suoi uomini gli portano i lanci d’agenzia sullo psicodramma che sta andando in scena dentro il Nuovo Centrodestra, Silvio Berlusconi scuote la testa. Aveva ed ha ancora in testa una rapida marcia verso la ricomposizione dei moderati. E invece la sua accelerazione — al momento — provoca una guerra fratricida all’interno del partito di Angelino Alfano. Sul tavolo dei due leader, ieri mattina, c’è l’ipotesi di organizzare un summit già in questa settimana. E ci sono anche le parole affidate ieri al Corriere da Nunzia De Girolamo, capogruppo ncd alla Camera, che auspica un «congresso entro l’anno» che porti a una «federazione» o, nella migliore delle ipotesi, alla rifondazione di «un partito unico». Apriti cielo. Renato Schifa- Scelta Civica. Vogliono battere il record del mondo dei montiani nella categoria “scissioni dell’atomo”», scandisce Giovanni Toti. Che aggiunge: «Ovviamente noi non abbiamo fretta di riunirci ad Alfano. Saliamo nei sondaggi mentre lui scende. Per cui, faccia pure con tutta calma...». Di calma, invece, ce n’è pochissima al summit del Nuovo Centrodestra che Alfano convoca per la serata. «Io suggerirei di non fidarci di Berlusconi. Dobbiamo essere duri con Renzi», apre le danze Schifani. La Lorenzin aveva già detto la sua a SkyTg24: «Il dibattito di questi giorni ha un sapore di accelerazione di cui non capisco i motivi e le ragioni». E così, per la seconda volta in poche ore, il ministro dell’Interno è costretto a chiamare un time out: «Chiarisco che qua dentro il presidente sono io. Rallentiamo pure con Berlusconi, vediamo che cosa succede prima con l’Italicum. Comunque sia, ve lo dico. Noi siamo alternativi sia a Renzi che alla sinistra». L’ex Cavaliere, intanto, tace. In una giornata di luci e ombre — l’amarezza per il voto su Giancarlo Galan da un lato e la gioia per le parole di Giorgio Napolitano sulla giustizia dall’altro — le uniche tracce 3 1 L’appuntamento Nel parterre c’erano le parlamentari azzurre, a cominciare da Stefania Prestigiacomo e Mara Carfagna (1), ieri alla presentazione del libro della collega di FI Michaela Biancofiore Il cuore oltre gli ostacoli (Mondadori), nella foto con il carlino Puggy (2). Al ristorante Open Colonna dove si è svolto l’evento, a Roma, anche , l’ex ministro degli Esteri Franco Frattini (3) e la deputata azzurra Gabriella Giammanco (4). Presenti anche l’ex ministro Mariastella Gelmini e il presidente della Lazio Claudio Lotito (Eidon, Ansa) 2 4 M5S «È qui per installare delle app», fa sapere lo staff. Ma la presenza potrebbe essere legata al caso della contestata piattaforma informatica per i parlamentari Debutto a Montecitorio per Casaleggio (figlio). Polemica e giallo ROMA — A un certo punto si sparge la voce: «C’è Casaleggio alla Camera». Ah, era previsto per settembre, ha anticipato? «No, non Gianroberto, Davide». E così, per la prima volta, il figlio del guru dei 5 Stelle fa la sua apparizione alla Camera. Lo staff minimizza e si trincera subito dietro un no comment. Poi fa trapelare la sua versione: «È venuto solo ad aiutare i tecnici dei computer a installare delle app nei nostri server». Non è la prima volta che Davide Casaleggio fa la sua apparizione pubblica. A maggio, il giovane è stato visto al fianco di Beppe Grillo e Claudio Messora a Bruxelles, nel vertice internazionale dove si decidevano le alleanze. Una presenza che non era passata inosservata e che poi è stata attribuita a una sorta di supplenza causata dai guai di salute del padre. Ma in molti avevano parlato di un ruolo crescente di Davide, che lavora nella Casaleggio Associati da anni, all’interno del Movimento. Tanto da suscitare ironie e battutine tra gli avversari: «È il Trota dei 5 Stelle» (riferimento a Renzo Bossi). La visita di ieri, nonostante le smentite, fa crescere i sospetti su un suo ruolo nel Movimento. Ma c’è un’altra spiegazione. Più scottante. Perché ieri è scoppiato un caso che covava da giorni tra i parlamentari a 5 Stelle e che riguarda Massimo Artini. Il deputato toscano era stato incaricato sin dall’inizio di lavorare alla piattaforma informatica che doveva essere dedicata ai parlamentari a 5 Stelle. Lavoro delicato, fatto d’intesa con Casaleggio. E che ha portato alla creazione, oltre al blog di Grillo, del portale Lex (rivolto anche ai militanti, per intervenire sulle proposte di legge) e di uno Insieme Davide Casaleggio (a destra) con il padre Gianroberto in auto al termine di una riunione a Milano con i deputati del M5S eletti in Europa (Fotogramma) specifico dei parlamentari. Bene, raggiunto il risultato (non per tutti soddisfacente, anche perché i nuovi sistemi sono rimasti agganciati al server della Casaleggio associati), Artini avrebbe creato un sistema parallelo. Una piattaforma dedicata alla Difesa, con una pagina inserita nel blog di Grillo che conduceva direttamente a un server di sua proprietà. Chi votava un sondaggio sul blog di Grillo, usando le sue password, finiva sul server di Artini. Questa l’accusa, tutta da provare. Potrebbe trattarsi solo di un equivoco tecnico. Così come sono da provare tutte le illazioni e le fantasie galoppanti tra alcuni deputa- ti, che parlano di furti di password, immaginano complotti, infiltrazioni dei servizi e fiancheggiamenti renziani. Da provare anche che Casaleggio junior sia venuto per sciogliere i dubbi su questa vicenda. Su Facebook erano in parecchi a segnalare problemi sul sondaggio: «C’è una falla nell’autenticazione del sito — scrive Maurizio Manca — Siccome il dominio Il ruolo di Artini E per il suo ruolo tecnico finisce nel mirino il deputato Artini, che si difende: solo falsità è registrato a tuo nome mi rivolgo a te. I membri del nostro meetup che ci hanno contattato hanno paura di un caso di phishing». Artini smentisce tutto e si arrabbia: «Solo stupidaggini. Se ci fosse qualcosa di illecito o di illegale lunedì non avremmo pubblicato i dati del sondaggio sulla rappresentanza militare». Questioni interne a parte, resta il posizionamento esterno. Luigi Di Maio, dopo l’altalena dei giorni scorsi, rilancia il dialogo: «Aspettiamo fatti dal Pd. siamo disponibili ad altri tavoli ma aspettiamo fatti concreti». Alessandro Trocino © RIPRODUZIONE RISERVATA 6 Primo Piano Mercoledì 23 Luglio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 # Politica e giustizia Il caso Sì all’arresto, il voto segreto non salva Galan Favorevole anche la Lega, sconfitti FI e Ncd. La telefonata di solidarietà di Berlusconi La Nota di Massimo Franco Un gioco al rialzo che rende incerto l’esito delle riforme I l problema non è più tanto l’ostruzionismo, ma chi la spunterà tra Matteo Renzi e i suoi avversari; e se per caso perderà il Paese. Dal modo in cui il presidente del Consiglio reagisce, si indovina la voglia di continuare sulla strada del muro contro muro; e di presentare quanti allungano i tempi della discussione sulla riforma del Senato come difensori dello status quo e del proprio scranno. La decisione di imporre da lunedì sedute dalle nove del mattino a mezzanotte per smaltire circa ottomila emendamenti e arrivare all’approvazione prima della pausa estiva, conferma il gioco al rialzo. E lascia intravedere uno scontro strisciante con il presidente del Senato, Pietro Grasso, accusato larvatamente di non sostenere abbastanza le ragioni del governo. Ma, a meno di un accordo improvviso o della capitolazione di uno dei contendenti, la possibilità di avere il primo «sì» entro l’8 agosto è comunque remota. Anche contingentando gli interventi, sarà difficile rispettare quel termine. La tensione sale, e la fretta del governo viene percepita dagli oppositori come un tentativo di compiere forzature ai confini della Costituzione. Le parole con le quali ieri mattina Giorgio Napolitano ha appoggiato lo sforzo di Palazzo Chigi riflettono il momento di difficoltà del Napolitano offre governo; e appaiono come una spinta una sponda a trovare una meal governo diazione. Chiedendo alle ma con parole opposizioni di allarmate cambiare linguaggio e atteggiamento in Parlamento, il capo dello Stato evoca il pericolo che «si miri a un nuovo nulla di fatto». Napolitano sembra temere non solo un allungamento dei tempi, ma addirittura «il naufragio delle riforme». C’è solo da chiedersi se l’offensiva di Renzi piegherà gli avversari o no. L’impressione è che il premier voglia procedere avendo come interlocutori non tanto le opposizioni, sia nel Pd, sia nel M5S e nel Sel, quanto l’opinione pubblica; e che voglia sfruttare la propria popolarità per contrapporre il governo a quello che viene definito il «partito dei frenatori». «Mentre “loro” fanno ostruzionismo per provare a bloccare il cambiamento, noi ci occupiamo di posti di lavoro», ha scritto ieri Renzi. Alludeva agli accordi di sviluppo per 1,4 miliardi di euro, firmati ieri: «Un messaggio concreto di investimento sul futuro del Paese»; e un modo per scansare la critica di fare poco per l’economia. Il suo punto debole rimane quello. E i suoi alleati-avversari di Forza Italia, docili sulle riforme istituzionali, non smettono invece di punzecchiarlo su questo fronte. L’invito ad «abbassare le penne» che arriva dal vicepresidente del Senato, Maurizio Gasparri, è un segnale. Renzi, è la sua tesi, «cerca di alzare la voce per coprire il fallimento del suo governo sul piano economico e la palese inesperienza di qualche ministro». Ma «il piglio sbrigativo non va bene». Renato Brunetta, capogruppo di FI alla Camera, insiste: «Ogni giorno si aggiunge una riga alla lista delle voci che portano alla manovra d’autunno». Insomma, i malumori verso il premier sono trasversali. Non significa che prevarranno, ma possono intralciare seriamente le riforme. Il Sel ora chiede di incontrare Napolitano, che ieri sera ha ricevuto anche Renzi. Forse significa che qualcosa si muove: il Sel ha presentato migliaia di emendamenti. Chiedere una mediazione al Quirinale, tuttavia, conferma quanto sia aspro lo scontro. ❜❜ © RIPRODUZIONE RISERVATA ROMA — Nemmeno il voto segreto ha attutito la sconfitta. Montecitorio ieri ha deciso di mandare in carcere Giancarlo Galan con una maggioranza che non ha lasciato margini ai dubbi: 395 voti favorevoli,138 contrari, 2 astenuti (Roberto Capelli di Centro democratico e Angelo D’Agostino di Scelta civica). Alle due e mezzo di ieri pomeriggio l’ex ministro dei Beni culturali ed ex governatore del Veneto di Forza Italia aveva perso la speranza di libertà. L’ultimo residuo, poi, è stato spazzato via in serata quando, a casa, gli è stato notificato il provvedimento di custodia cautelare. E dire che al mattino c’era stato un ultimo tentativo per cercare di rinviare a fine agosto questo voto per l’arresto di Galan chiesto dalla Procura di Venezia per l’inchiesta sulla costruzione del Mose. Era stato Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia, a tentare l’ultima carta in una riunione dei capigruppo. Ma lì non si era raggiunta l’unanimità e la posizione del Pd non faceva presagire nulla di buono per Galan per il voto dell’Aula. La Camera, infatti, ha votato per respingere la richiesta di rinvio con una determinazione che farà dire a Deborah Bergamini, Forza Italia: «Non esiste un tribunale in democrazia che condanna senza riconoscere il diritto della persona coinvolta a difendersi in prima persona». Galan era ancora ricoverato in ospedale durante il voto in Aula. In più di una lettera aveva chiesto alla presidente della Camera Laura Boldrini il rinvio del voto così da essere presente in Aula a Montecitorio e potersi difendere. Senza successo. La maggior parte dei deputati nel dibattito dell’Aula di ieri sono stati ancora più determinati nel respingere la richiesta di rinvio, Sofia Amodio del Pd per prima, sostenendo che «Galan ha già avuto la possibilità di sostenere la sua difesa davanti alla Giunta per le autorizzazioni a procedere». A sostegno dell’ex ministro si sono spesi tutti i deputati del gruppo Forza Italia, che considerano il voto di oggi una «barbarie», ma anche quelli di Ncd, mentre la Lega è stata decisa nel voler dichiara- Il verdetto Il tabellone della Camera dopo la votazione sull’autorizzazione all’arresto del deputato di FI Giancarlo Galan: 395 favorevoli e 138 contrari (Liverani) I colleghi I deputati di FI ritratti durante il voto su Galan. In alto, da sinistra: Carfagna, Gelmini, Fontana, Brunetta. In basso: Ravetto, Calabria, Biancofiore, Santelli (Ansa) La vicenda L’ex governatore e l’inchiesta sul Mose 1 Giancarlo Galan, deputato di FI, ex governatore del Veneto, è indagato per corruzione nell’inchiesta sul Mose, il meccanismo anti marea di Venezia sulla cui realizzazione, avviata nel 2003, sarebbe proliferato un sistema di tangenti (basato su false fatture) che avrebbe coinvolto politici, manager pubblici e imprenditori Le accuse di corruzione per i benefit milionari 2 Secondo i pm di Venezia Galan avrebbe ricevuto uno «stipendio» di circa un milione di euro all’anno (dal 2005 al 2011) dal Consorzio Venezia Nuova presieduto da Giovanni Mazzacurati per favorire i lavori. Tra i vari benefit, anche il restauro gratis di una villa sui colli Euganei Il voto dell’Aula e lo stop al rinvio 3 I pm chiedono l’arresto di Galan. La Giunta per le autorizzazioni della Camera dà l’ok. Il deputato, ricoverato per una tromboflebite, chiede che l’Aula dia il verdetto finale dopo il 20 agosto. La presidente Boldrini concede due rinvii, poi dice basta. Ieri il verdetto Alessandra Arachi © RIPRODUZIONE RISERVATA Le accuse dei pm di Napoli: agevolò la camorra E dopo 3 anni Papa (ex Pdl) torna in cella MILANO — Era stato arrestato già nel 2011, ai tempi dell’inchiesta sulla P4. A tre anni di distanza, ritorna in carcere l’ex deputato del Pdl Alfonso Papa, ex pm a Napoli. Stavolta l’accusa è di concussione aggravata dall’avere agito per agevolare un L’analisi L’evoluzione dell’articolo 68 Dall’immunità totale alla galera per tutti: il trionfo dell’ipocrisia di PIERLUIGI BATTISTA D re il suo favore all’arresto, concordando con il voto che la giunta di Montecitorio aveva g i à d a to a m a g g i o r a n z a schiacciante. Anche Fratelli d’Italia non ha sostenuto Galan. «Non abbiamo riscontrato il fumus persecutionis», ha dichiarato infatti il capogruppo Fabio Rampelli. E ha spiegato: «Abbiamo ritenuto che non vi dovesse essere differenza di trattamento fra lui e gli altri imputati dell’inchiesta». Scontato il voto di Sel e del M5S. I deputati del Movimento 5 stelle, dopo, hanno anche voluto sollecitare le dimissioni di Galan dalla presidenza della commissione Cultura di Montecitorio, mentre Andrea Marcucci, l’omologo di Galan alla commissione del Senato, non ha esitato ad esprimere la sua solidarietà umana, dicendo: «Spero che riesca a dimostrare in tempi celeri la sua innocenza nel processo». Tante le attestazioni arrivate da Forza Italia, a cominciare dal leader Silvio Berlusconi (che ha telefonato all’ex governatore veneto): «Sono profondamente addolorato per il voto parlamentare che ha dato il via libera all’arresto di Galan». Quindi Stefania Prestigiacomo: «Altro capitolo buio per la storia della nostra Repubblica, l’ennesima sentenza politica sollevata per lo più in assenza dell’interessato». E Gianfranco Rotondi: «Aboliamo del tutto questo moncherino di immunità che espone solo i deputati malcapitati a pubblicità ed umiliazioni». Anche il leader di Ncd Angelino Alfano ha voluto esprimere pubblicamente il suo voto contrario all’arresto e con lui pure Fabrizio Cicchitto. entro un altro: Giancarlo Galan. Prima no, tutti fuori: facevano barriera di fronte alle richieste di arresto per i parlamentari. Oggi le barriere si sono sbriciolate. La galera viene autorizzata sempre, per tutti, in batteria, come in un rito sacrificale. Per Francantonio Genovese, Pd, il rito è diventato particolarmente cruento. Bisognava dimostrare ai populisti del giustizialismo di non essere conniventi in campagna elettorale. E allora: tempi supersonici; voto palese; la ghigliottina per il reprobo; il giustizialismo feroce per non dargliela vinta a Il principio I padri costituenti misero il potere politico al riparo da chi potesse attaccarlo con mezzi impropri. Ora l’arresto sembra un rito sacrificale clan camorristico. Questo il reato ipotizzato dal procuratore aggiunto di Napoli Alfonso D’Avino e dai sostituti Henry John Woodcock, Celeste Carrano e Giuseppina Loreto. Per gli stessi reati è ai domiciliari il padre di Papa, Giovanni. L’ex deputato avrebbe ottenuto Grillo. Dentro anche lui. Luigi Lusi? Dentro, con ignominia. Alfonso Papa? Dentro Poggioreale, con pubblica riprovazione. Poi il Gip ha revocato l’arresto di Papa, ma nell’ansia dell’autodafé, per assecondare il furore popolare, i parlamentari furono più zelanti dei magistrati. Ed esibirono il pollice all’ingiù, come nell’antica Roma con i gladiatori. E la chiamano pure, impropriamente, «immunità». E su questa «immunità» rischia di inciampare persino il nuovo Senato non eletto da nessuno. Un groviglio di ipocrisie. Un tempo c’era l’articolo 68 della Costituzione che garantiva l’immunità parlamentare, voluto dai padri costituenti per mettere al riparo il potere politico da chi avrebbe potuto attaccare la democrazia con mezzi impropri. Ma mentre si celebrava la liturgia delle purghe rivoluzionare, nel furore di Mani Pulite, quell’articolo della Costituzione venne stravolto a furor di popolo. Era la fine dell’immunità parlamentare vera e propria, non c’era più la vecchia e polverosa «autorizzazione a procedere». Restava, a baluardo della dignità del Parlamento, l’autorizzazione all’arresto o all’uso delle intercettazioni. Seconda ipocrisia: ora si dice che i parlamentari non devono entrare nel merito, ma valutare se c’è stato il celeberrimo «fumus persecutionis» dagli imprenditori casertani Angelo e Roberto Grillo, ritenuti legati al clan camorristico dei Belforte, somme di denaro, vacanze e un’auto di lusso, in cambio della promessa di appalti nel settore delle pulizie. © RIPRODUZIONE RISERVATA che impedirebbe l’arresto del parlamentare. L’ipocrisia è che si dovrebbe votare secondo coscienza, dopo aver soppesato bene le carte. Soppesa che ti soppesa, però, alla fine la coscienza dice sempre di votare, tranne sparuti casi «in dissenso», secondo le indicazioni di partito. Se sei di un partito il fu- I precedenti Alfonso Papa (Pdl) Il 20 luglio del 2011, la Camera delibera a scrutinio segreto l’arresto del deputato Alfonso Papa. Le accuse: estorsione e concussione nell’inchiesta sull’associazione P4. Il processo è ancora in corso (Ansa) Corriere della Sera Mercoledì 23 Luglio 2014 Primo Piano italia: 51575551575557 7 # ❜❜ Provo amarezza per i deputati di Forza Italia assenti in Aula al voto su Galan. Il garantismo si testimonia sempre Renato Brunetta deputato FI ❜❜ L’era dei Dogi è finita. Si chiude un’epoca che ha bloccato il mercato e la concorrenza nel Veneto Roger De Menech segretario Pd Veneto La giornata La rabbia del deputato azzurro: «Non mi hanno consentito la difesa e ora tutti mi evitano come un appestato» DAL NOSTRO INVIATO ESTE (Padova) — Liberato dai medici di prima mattina dopo dieci giorni di degenza: «Dottor Galan, per noi il ricovero in ospedale non è più necessario, può proseguire le cure a casa». Catapultato poche ore dopo nel ruolo di detenuto dai suoi colleghi della Camera che hanno accolto a grande maggioranza la richiesta di arresto avanzata dai magistrati di Venezia che lo accusano di corruzione nello scandalo Mose. Formalmente arrestato in serata nella sua abitazione da carabinieri e uomini della Finanza e condotto in ambulanza nel carcere milanese di Opera, dotato di una struttura infermieristica. In questa centrifuga di eventi e spostamenti, Giancarlo Galan, 57 anni, è riuscito a ritagliarsi nel pomeriggio le ultime ore di libertà nell’amata villa Rodella, a Cinto Euganeo, raggiunta in ambulanza dopo le dimissioni dall’ospedale di Este. Gamba sinistra ingessata per la doppia frattura a tibia e perone provocata da una caduta mentre potava le rose, maglietta giallo malva e un paio di pantaloni corti, l’ex governatore ed ex ministro berlusconiano, tra i fondatori di Forza Italia, ha atteso nella grande casa immersa tra cipressi e cespugli fioriti, con l’unica compagnia della moglie Sandra, l’arrivo degli agenti, divorato dall’incertezza di un futuro che — qualunque sia Nella villa l’esito dell’istanza avanHa trascorso zata dai suoi le ultime ore legali per ottedi libertà nella sua nere i domicivilla nel Padovano liari — lo catapulterà in una nuova e per lui del tutto inedita dimensione. Ha girato come una giostra impazzita il mondo di Galan in questo martedì di luglio che potrebbe segnare il punto di non ritorno di una carriera politica fino a qui costellata di lustrini, poteri e onori. Chiunque probabilmente ne sarebbe uscito devastato. E invece lui, brandendo nell’aria quelle manone che sembrano pale, ha affidato ai cronisti, lasciando l’ospedale in carrozzina, un grido di guerra contro il mondo intero: «Sono incazzato nero e sapete benissimo con chi…». E qui l’elenco si farebbe lungo, non serve un indovino. Di sicuro, il Galan furioso ce l’ha con quei colleghi deputati (in primis i democratici, a seguire i grillini) che, nonostante le sue corpose memorie difensive e l’insistita richiesta La giornata Ieri pomeriggio, poco dopo il voto di Montecitorio sull’arresto delle 14.30, l’ex governatore del Veneto Giancarlo Galan ha lasciato, con una gamba ingessata, l’ospedale di Este, in provincia di Padova (foto in alto, dal Mattino di Padova). A sinistra, l’autoambulanza (foto Cavicchi) che ha condotto Galan fino al carcere di Opera, a Milano L’ex governatore in ambulanza fino al carcere «Mi hanno tradito» Dimesso dall’ospedale, recluso a Opera di rinviare a settembre il voto sull’arresto per consentirgli di superare i guai fisici (frattura, complicazioni cardiocircolatorie, diabete), hanno chiuso la partita in sua assenza. Si è sentito «tradito» due volte: «Me lo aspettavo, non mi ero fatto illusioni, ma mi sento perseguitato — si è ripetutamente sfogato —. Ho subito una doppia ingiustizia: prima la richiesta d’arresto dei giudici (e qui devo ringraziare i miei accusatori), poi il voto della Camera senza aver avuto la possibilità di difendermi e spiegare ai miei colleghi le ragioni per cui ritengo ci sia stato, eccome, fumus persecutionis nei miei confronti». Poi ci sono i medici dell’ospedale di Este. E anche con loro l’ex governatore pare abbia qualche conto in sospeso. 15 gli anni trascorsi da Giancarlo Galan alla presidenza della Regione Veneto: dal 1995 al 2010. Subito dopo diventa ministro dell’Agricoltura nel IV governo Berlusconi. Nel 2011 si dimette e passa alla guida del dicastero dei Beni culturali Inchiesta Mose Raccontano che non si aspettava di essere dimesso ieri mattina. Che ci sia rimasto male, «imbufalito e incredulo». Ma pur sempre con un pizzico di ironia: «Mi stanno tutti alla larga, neanche fossi un appestato…». Eppure tutto si può dire tranne che l’ex ministro non fosse persona conosciuta e gradita all’ospedale di Este, considerando gli stretti legami e la lunga amicizia che lo uniscono al direttore generale dell’Usl 17 (di cui fa parte il presidio dove Galan è stato ricoverato negli ultimi 10 giorni): quel Giovanni Pavese, manager veronese, che compare come azionista della «Ihlf», società di servizi nel settore sanitario finita nel calderone del caso Mose e di cui l’ex governatore berlusconiano, secondo quanto ricostruito dalla Guardia di Finanza, possiede il 50% attraverso una fiduciaria di cui ha il completo controllo. Dall’ospedale nessuna replica ufficiale, ma fonti indirette hanno fatto sapere che le dimissioni erano già state decise lunedì dopo che i valori clinici erano rientrati «nella normalità» e che solo perché non c’erano problemi di letto è stato concesso a Galan di restare fino a ieri nella stanza 2122 di Medicina (niente tv, né iPad, sul comodino il libro di Vargas Llosa «Avventure della ragazza cattiva»). Qualcuno ha anche insinuato che l’ex ministro abbia voluto «drammatizzare l’arresto». Cattiverie, forse. In una notte, questa sì, che segnerà per sempre la vita dell’ex Doge. Francesco Alberti © RIPRODUZIONE RISERVATA mus persecutionis non c’è. Se sei di un altro, fumus persecutionis c’è. Che poi è talmente vago e fumoso, questo «fumus», che davvero non si capisce quand’è che potrebbe essere riconosciuto, a meno che un magistrato non venga intercettato mentre ulula al telefono: «Perseguitatemi l’onorevole». In tutti gli altri casi, difficile coglierlo, questo «fumus». Ma se sei del partito A, lo cogli. Del partito B, non lo cogli. Prima almeno c’era un po’ di suspense. Papa, senza fumus, fu mandato ai ceppi. Nello stesso giorno Tedesco, con fumus, venne salvato all’ombra del voto segreto. Tutti a gridare vergogna per l’impunità-immunità. Poi Tedesco sarà scagionato dalle accuse: non si è fatto il carcere gratuitamente. Cosentino fu salvato, ma poi, decaduto da parlamentare, fu arrestato. I parlamentari, anche in quel caso, «lessero gli atti». E Luigi Lusi (Pd) Nel 2012, il senatore, già tesoriere della Margherita, è indagato per avere sottratto i rimborsi elettorali. L’Aula concede l’arresto (il Pd vota sì, il Pdl non si schiera). Lusi sarà condannato in primo grado a 8 anni (Lapresse) Denis Verdini (FI) Il Senato, a scrutinio segreto, autorizza i magistrati che indagano sul crac del Credito Fiorentino a utilizzare al processo le intercettazioni telefoniche di Denis Verdini: 148 i sì, 77 i no (Ansa) Francantonio Genovese (Pd) A maggio 2014, la Camera autorizza l’arresto del deputato pd Francantonio Genovese indagato per truffa e peculato. Per la prima volta a Montecitorio il voto è palese: votano no solo FI e Ncd (Ansa) pensosamente decretarono secondo coscienza e partito. Potevano salvare Galan? No, perché poi avrebbero detto che i parlamentari avrebbero sancito un’intollerabile diversità con i cittadini comuni. Terza ipocrisia: se i cittadini comuni subiscono ingiustamente il carcere preventivo (oltre il 40 per cento della popolazione carceraria, innocente secondo norma costituzionale), allora per il principio d’eguaglianza la stessa ingiustizia la devono subire i parlamentari. Oggi, ultima ipocrisia, ci si scandalizza se viene concessa la stessa «immunità» della Camera anche per i componenti del Senato che non saranno eletti. Cioè si litiga su qualcosa che si è già logorato e non funziona alla Camera. Se prima si negava l’autorizzazione all’arresto per tutti e adesso si concede l’autorizzazione all’arresto per tutti, evidentemente c’è qualcosa che non funziona. Per il nuovo Senato si pensa al trasferimento di questo meccanismo logoro e appesantito dalle ipocrisie. Ogni filtro è stato smantellato. Ogni «voto di coscienza» si è polverizzato. E la polemica sull’«immunità» si alimenta di rabbia e furore senza fare attenzione ai dettagli. A una storia che ha cambiato la scena. Con autorizzazioni scontate, finte «riflessioni sulle carte». Il trionfo dell’ipocrisia. Il dirigente perquisito: ora chiedo giustizia MILANO — Ha incassato il colpo: «Nella vita avevo messo in conto malattie, morti, illusioni... questo proprio no». Poi i giudici gli hanno dato ragione: «Va annullato il decreto di sequestro e vanno restituiti i beni sequestrati». E ora lui guarda alla Corte europea dei diritti dell’uomo: «Vado avanti, lo dia per scontato. Valuterò tutte le opzioni possibili e immaginabili». L’uomo di questa storia si chiama Federico Maurizio D’Andrea, direttore generale dell’Audit di Telecom Italia dopo più di trent’anni passati nella Guardia di Finanza che ha lasciato da colonnello. È successo che nell’enorme calderone dell’inchiesta di Venezia sul Mose, il nome di D’Andrea sia finito in un ordine di perquisizione eseguito la notte stessa della prima ondata di arresti. «Si sono presentati a casa mia a Milano quattro finanzieri in borghese alle quattro del mattino — racconta l’ex colonnello — e mia moglie, che è un magistrato della Corte d’appello e che anni fa era stata minacciata di morte da presunti brigatisti, si è ovviamente molto spaventata e ha chiamato i carabinieri». D’Andrea (che quella notte era nella sua casa romana, anche quella perquisita) era ed è persona non indagata. «Per quasi quattro ore anche a mia figlia quattordicenne è stato impedito di allontanarsi o di riposarsi. È rimasta sconvolta da quell’esperienza. Il quesito che pongo è: agisce così uno Stato democratico? È compatibile con uno Stato di diritto che un cittadino non indagato, e in assenza di elementi fondati, possa essere svegliato e trattato così nel cuore della notte dalla polizia? Ripeto: non indagato». La Procura di Venezia aveva mandato i finanzieri a casa dell’ex colonnello D’Andrea ritenendolo «in costante contatto» con Emilio Spaziante, ex generale della Finanza arrestato per lo scandalo del Mose. Di più. Nel decreto di perquisizione c’era scritto che Spaziante gli avrebbe «riferito notizie riservatissime». «Ma noi abbiamo cercato fra le migliaia e migliaia di pagine dell’inchiesta e non abbiamo mai trovato nemmeno una volta il nome di D’Andrea», si è lamentato l’avvocato milanese Alfredo Zampogna davanti ai giudici del Riesame nell’udienza che doveva decidere se confermare o annullare la perquisizione. Il verdetto, alla fine, ha dato ragione al perquisito anche se durante la stessa udienza i pubblici ministeri hanno portato in aula gli sms e i documenti che proverebbero il «costante contatto» e il presunto passaggio di «notizie riservatissime». «L’assunto della Procura non è minimamente riscontrato», scrivono i giudici nelle motivazioni dell’ordinanza con la quale annullano il decreto di perquisizione e restituiscono il materiale sequestrato. E ricordano: «È illegittimo il sequestro disposto a fini meramente esplorativi». L’ex colonnello si dice «riconciliato con la Giustizia» ma non sembra voler chiudere qui la partita. «Vorrei che un’esperienza così non capitasse a nessun altro non indagato», annuncia, non escludendo la possibilità di ricorrere, appunto, alla Corte europea dei diritti dell’uomo. Che non a caso cita nella memoria presentata al Riesame, raccontando una storiafotocopia della sua. Quella volta era un cittadino belga, la Corte decise che fu violato l’articolo 8 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, cioè il «diritto al rispetto della vita privata e familiare». Giusi Fasano © RIPRODUZIONE RISERVATA 8 Primo Piano Mercoledì 23 Luglio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 # Medio Oriente Il conflitto Israele, razzo sfiora l’aeroporto Anche Alitalia sospende i voli Stop ai collegamenti delle maggiori compagnie aeree L’Onu tratta per la tregua. Il giallo del soldato disperso DAL NOSTRO CORRISPONDENTE GERUSALEMME — Dei cinquanta missili sparati ieri contro Israele, uno ha centrato una casa a Yahud, sobborgo dalle parti dell’aeroporto Ben Gurion. Per la prima volta nei quattordici giorni di guerra, lo scalo internazionale è sembrato vulnerabile. Le compagnie americane hanno deciso, su indicazione dell’ente federale per l’aviazione, di cancellare — almeno per 24 ore — i collegamenti con Israele. Sono state seguite dagli europei e dai canadesi. L’agenzia per la sicurezza a Bruxelles e l’Enac italiano raccomandano di evitare il cielo sopra a Tel Aviv. Alitalia ha per ora fermato i voli di ieri sera e della notte, ha posticipato quello di stamattina. Meridiana li ha sospesi. Yisrael Katz, il ministro dei Trasporti israeliani, definisce il blocco «un premio al terrorismo». Non era successo neppure durante i 34 giorni di guerra contro l’Hezbollah libanese. L’attacco nell’area dell’aeroporto e il senso di isolamento generato dalla cancellazione dei voli — sostengono gli analisti militari — potrebbero spingere il governo di Benjamin Netanyahu a non accettare il cessate il fuoco fino a quando gli arsenali di Hamas a Gaza non saranno ancora più ridimensionati. Il primo ministro chiede come condizione per la tregua che la Striscia venga smilitarizzata e a Ban Ki-moon dice: «Hamas è come Al Qaeda, come l’Isis, come Boko Haram». Il segretario generale delle Nazioni Unite è arrivato dopo aver incontrato al Cairo John Kerry. Assieme al segretario di Stato americano sta spingendo per- ché i due avversari «smettano di sparare e comincino a parlarsi». Annuncia Ban: «Sono convinto che i combattimenti finiranno molto presto». Una proposta arriva dai leader palestinesi in Cisgiordania: cinque giorni di tregua seguiti da negoziati per definire un’intesa che dovrebbe restare più o meno nelle linee indicate dai mediatori egiziani. L’offerta è però lontana da quello che i capi di Hamas vogliono ottenere da questo nuovo conflitto. Ismail Haniyeh, premier del governo nella Striscia fino alla Rispetto Palestinesi coprono le vittime tra le macerie di un edificio distrutto (Ap/ Hatem Moussa) ritrovata unità con il Fatah di Abu Mazen, lo ha ribadito: «Non torneremo alla morte lenta, l’embargo deve essere tolto». Le vittime palestinesi sono quasi 610, per la mag- gior parte civili. Nei negoziati entra il destino del sergente Oron Shaul, 21 anni, che i miliziani sostengono di avere catturato (dall’inizio dell’offensiva di terra i soldati uccisi sono 27). L’esercito ha ricostruito le ultime ore del militare. Nella notte tra sabato e domenica assieme alla sua unità è entrato a bordo di un blindato nel quartiere di Shajaiya, nella parte orientale della Striscia. Il mezzo si è fermato per un guasto o per un blocco sulla strada e quando due soldati sono scesi per risolvere il problema, un razzo ha colpito il corazzato. «Ci sono volute dalle 7 alle 10 ore per riuscire a recuperarlo — spiega una fonte al New York Times — e a ripor- tare indietro sei cadaveri». Il settimo componente della squadra era il sergente Shaul, le analisi non hanno individuato il suo Dna tra i resti. Ufficialmente è «disperso», anche se — dicono gli esperti — è improbabile che sia sopravvissuto all’incendio dentro al blindato. Hamas ha proclamato di aver preso Shaul durante la battaglia della notte, ha mostrato un documento con una foto (anche se il nome è leggermente diverso) e una piastrina di identificazione. «Chiederemo in cambio la liberazione di prigionieri palestinesi», dice uno dei portavoce dell’organizzazione. Davide Frattini @dafrattini © RIPRODUZIONE RISERVATA ✒ Il presunto editto dell’Isis e la vera lotta per abolire le mutilazione femminili di CECILIA ZECCHINELLI U na «notizia bomba» è circolata ieri in rete, suscitando forti e comprensibili reazioni indignate: il «Califfo Ibrahim» a capo dell’Isis, lo Stato islamico in Iraq e nella grande Siria, imponeva a tutte le donne e bambine di Mosul la «circoncisione», per preservarle dal peccato. Non c’è conferma che il proclama sia vero — chiunque avrebbe potuto scriverlo — e comunque il testo porta in arabo la data di oltre un anno fa e la città di emissione sarebbe Aleppo, in Siria. Ma se la «notizia» non pare fondata resta il fatto che potrebbe essere plausibile anche se le mutilazioni genitali femminili niente hanno a che fare con l’Islam: sono iniziate millenni fa in Africa orientale da dove si sono poi diffuse a quel continente, risparmiando in sostanza il Medio Oriente asiatico. Plausibile non solo perché l’Isis si sta rivelando più estremista e brutale della stessa Al Qaeda da cui nacque e da cui ora è diviso, ma perché le mutilazioni, insieme ai matrimoni precoci, restano un’emergenza gravissima nel mondo, dall’India al Senegal. Per milioni di bambine sono infatti questi gli orrori temuti fin da piccole, che quasi sempre diventano poi realtà, anche prima dell’adolescenza. Due orrori che per secoli erano scontati, accettati o meglio subiti, che le madri e le nonne imponevano a figlie e nipoti perché sempre si era fatto così e così era giusto fare. Nell’ultimo decennio le cose sono iniziate a cambiare, nella lotta contro le mutilazioni molto grazie all’impegno dell’Italia e di Emma Bonino a partire dal 2003 con la prima conferenza del Cairo. Nella battaglia contro i matrimoni dei minorenni le iniziative e campagne sono state molteplici. Ma molto deve ancora cambiare: per «dar voce alle bambine», ieri si è tenuto a Londra il primo Girl Summit. Sotto l’egida del governo britannico, la conferenza ha raccolto decine di attiviste, leader di comunità e organizzazioni del mondo, alcune celebrità come Freida Pinto. «Ho visto con i miei occhi l’impatto devastante dei matrimoni precoci – ha detto l’attrice indiana — . Questo vertice è l’occasione per far luce sulla violenza contro le ragazze a livello globale, ottenere sostegno per lottare. Nel mondo non vedremo la fine di queste pratiche se non lavoreremo tutti insieme». Ogni giorno, hanno ricordato gli organizzatori, 39 mila bambine sono date in sposa contro il loro volere, oltre 125 milioni di bimbe e donne soffrono per le mutilazioni. Anche se il Califfo Ibrahim non avesse pubblicato quel proclama mostruoso, la battaglia non è certo finita. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Mercoledì 23 Luglio 2014 Primo Piano italia: 51575551575557 9 # L’analisi Guerre, guerriglie e aviazione civile Le minacce nei cieli e i sistemi di difesa delle linee israeliane I rischi dei lanciamissili a spalla 610 29 le vittime palestinesi nella Striscia di Gaza dall’inizio dell’offensiva israeliana partita l’8 luglio scorso. Per la maggior parte si tratta di civili le vittime israeliane Tra loro due civili colpiti dai razzi lanciati dalla Striscia e 27 militari (due dei quali sono stati uccisi ieri a Gaza) La propaganda «Nel 1973 eravamo tutti sicuri che gli arabi non ci avrebbero attaccati e con la guerra del Kippur sono arrivati vicini a distruggere Israele. Da allora abbiamo sviluppato la teoria del decimo uomo: se nove di noi sono convinti che un pericolo non si manifesterà, il decimo deve trovare tutti i motivi per i quali invece quel pericolo è reale e imminente». Così il capo del Mossad Jurgen Wambrumm, in una Gerusalemme assediata dagli zombi, spiega all’agente dell’Onu Gerry Lane perché è stato costruito appena in tempo un muro per tenere fuori dallo Stato ebraico i non morti. Ovviamente siamo in un film, World War Z, e il dialogo è tra due attori, Ludi Boeken e Brad Pitt. Ma l’ossessione di Israele per la sicurezza, dopo decenni di guerre più o meno calde con gli stati e i guerriglieri arabi, è più che reale. Il sistema Iron Dome, che sta intercettando i razzi di Hamas, ne è la dimostrazione. Ma nessuno schermo anti balistico è efficiente al 100 per cento: così ieri un razzo ha superato la «cupola di ferro» ed è caduto a due chilometri dall’aeroporto Ben Gurion, portando alla chiusura temporanea dello Difesa Il sistema antimissile di un aereo di linea israeliano scalo e alla rinuncia a volare su Tel Aviv da parte di alcune tra le più grandi compagnie aeree. Anche perché, inutile negarlo, il mondo è ancora sotto l’impatto emotivo dell’abbattimento nei cieli ucraini del Boeing 777 della Malaysia Airlines, con a bordo 298 persone, con un missile terra-aria il cui lancio è stato attribuito ai guerriglieri filorussi. Tra i due eventi c’è però un’enorme differenza. Un razzo viene sparato in base a una serie di coordinate balistiche, esattamente come un colpo di cannone, e non ha autoguida. Un missile viene portato sul bersaglio da un sistema spesso molto sofisti- cato: il complesso terra-aria Buk che forse ha colpito il Boeing malaysiano ha una guida radar ed è capace di raggiungere una quota operativa di 14 mila metri nelle versioni più datate (un aereo di linea vola sui 10 mila) e di 22/25 mila metri in quelle più recenti (dati diffusi da RID, Rivista italiana difesa). Si tratta di sistemi d’arma costosi e impiegati da personale molto addestrato, che solo gli eserciti regolari si possono permettere. In realtà il pericolo più consistente per gli aerei di linea, sostengono gli esperti militari, viene dai cosiddetti Manpads (Manportable air-defense systems), i Le compagnie lanciamissili portatili a spalla con guida radar o a infrarossi (ossia guidati sul bersaglio dal calore emesso dal motore del velivolobersaglio). Sono ordigni letali per i velivoli in decollo e in atterraggio. Nella difesa anti Manpads Israele è all’avanguardia e ha dotato i 30 aerei della El Al, la sua compagnia di bandiera, del CMusic: il sistema individua un missile in arrivo, ne stabilisce la frequenza di guida negli spettri dell’infrarosso e dell’ultravioletto e in 2-5 secondi «spara» un raggio laser ad alta temperatura che ne disturba il sistema di guida e lo devia dal bersaglio. Israele ha cominciato a dotare i suoi aerei di sistemi antimissile dopo che nel 2002 due missili lanciati da terra mancarono di poco un charter della compagnia Arkia appena decollato dall’aeroporto keniano di Mombasa. Dapprima sono stati adottati i Flight Guard, che usavano dei razzi pirotecnici (in pratica fuochi d’artificio) come fonti di calore per confondere i missili. Ma erano sistemi pericolosi per le installazioni al suolo: la Faa, l’ente aereonautico Usa, ne aveva vietato l’uso negli aeroporti americani. Anche la Northrop Grumman ha prodotto un sistema simile al CMusic, chiamato Guardian e montato sul velivolo ufficiale della cancelliera tedesca Angela Merkel e solo il costo elevato ne impedisce una maggiore diffusione. D’altronde il pericolo è reale: secondo la rivista Aviation Week, in Libia dopo la guerra civile c’erano oltre 20 mila Manpads, di cui solo 5 mila risultano distrutti. L’ipotesi che quelli mancanti siano finiti nelle mani dei gruppi guerriglieri non è peregrina. 1 Le tre americane 2 Europee in ordine sparso 3 Chi continua ad atterrare 4 Motivazioni e conseguenze Paolo Rastelli © RIPRODUZIONE RISERVATA Così lo Stato ebraico cerca di convincere il mondo delle proprie ragioni. Le nuove tecniche di Hamas Satira, grafici, vignette: la sfida sui social media Due visioni della verità e l’uso della Rete per conquistare i cuori e le menti DAL NOSTRO CORRISPONDENTE GERUSALEMME — Le Brigate Ezzedin Al Qassam minacciano di bombardare Tel Aviv e da Tel Aviv — via Twitter, sul profilo in ebraico dell’esercito irregolare di Hamas — un ragazzo risponde: «Potete per favore lanciare i missili alle 7 del mattino così non ho bisogno di puntare la sveglia?». La guerra combattuta tra le sabbie della Striscia di Gaza, vissuta nei rifugi delle città israeliane, è diventata anche una sfida a diffondere la versione degli eventi. Israele ha da anni allenato una sofisticata macchina per convincere il mondo delle proprie ragioni, in ebraico è chiamata hasbara (vuol dire «spiegare») ed è lo sforzo per una diplomazia pubblica che in tempo di guerra diventa ancora più attiva. Nascono così i grafici preparati dai portavoce dell’esercito per mostrare come Hamas si nasconderebbe tra le case e trasformerebbe i palazzi abitati da civili in depositi per gli arsenali e basi di lancio per i razzi. Così era nata l’esibizione del premier Benjamin Netanyahu all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, quando aveva tirato fuori il disegno in stile fumetti di una bomba con tanto di miccia e aveva tracciato una riga rossa per dimostrare quanto poco mancasse all’Iran prima di avere l’atomica. Immagini che colpiscono, simboli più facili da ricordare di tante parole. In questi quattordici giorni di conflitto ci sta provando anche Hamas. Il dipartimento propaganda del movimento produce animazioni, minifilm, illustrazioni per replicare alle dichiarazioni degli israeliani. La satira, le vignette diffuse via Internet, servono per provare a coinvolgere un mondo arabo che per ora sembra più disattento dei manifestanti in Europa. D.F. © RIPRODUZIONE RISERVATA 1 3 2 4 Propaganda La vignetta 1 è prodotto della propaganda militare israeliana: i rifugi antimissili che danno rifugio alle persone e quelli di Hamas che danno rifugio ai missili. Il copyright della 2 è di Hamas: da Israele una pioggia di missili, da Hamas un razzo, il soldato che dice: «Visto? Ci stiamo solo difendendo». La 3, di parte israeliana: «Il 70% dei nostri cittadini vive sotto la minaccia dei razzi». Poi il parallelo con altri Paesi: come se 42 milioni di italiani fossero sotto tiro. La 4 punta il dito contro le «bugie» sui luoghi dove Hamas nasconderebbe le armi. L’ente federale per l’Aviazione degli Stati Uniti (Federal Aviation Administration) ha ordinato alle tre compagnie aeree Usa che volano in Israele di sospendere i voli per 24 ore. Le compagnie in questione sono Delta, United e US Airways. La decisione è stata presa dopo che un razzo lanciato da Gaza è atterrato a circa un chilometro e mezzo di distanza dall’aeroporto internazionale Ben Gurion di Tel Aviv. L’Agenzia Europea per la Sicurezza Aerea ha annunciato per oggi, mercoledì, un comunicato in cui sconsiglia vivamente alle compagnie di atterrare in Israele. Già ieri Lufthansa, Klm e Air France avevano cancellato i voli. Lufthansa: sospesi per 72 ore. Ieri Klm e Air France non hanno cancellato le partenze di oggi. Voli sospesi per Meridiana e Alitalia, che salvo imprevisti ha riprogrammato il primo volo disponibile a questa sera La British Airways ieri sera ha risposto così via Twitter a chi chiedeva conto di una eventuale sospensione dei voli su Tel Aviv: «Stiamo monitorando la situazione con molta attenzione. I nostri voli al momento non subiscono variazioni». In questo modo la British ha accolto l’appello del ministro dei Trasporti israeliano che ha chiesto alle compagnie di continuare a volare: «L’aeroporto è sicuro» Air Canada ha seguito la decisione delle compagnie americane, due delle quali (Delta e United) hanno optato per la sospensione dei voli a tempo indeterminato. Queste cancellazioni rischiano di avere un ulteriore impatto sul turismo in Israele, già messo in difficoltà dai quindici giorni di conflitto. L’allarme delle autorità di controllo e delle compagnie è anche conseguenza dell’abbattimento del volo MH17 in Ucraina 10 Primo Piano Mercoledì 23 Luglio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 # Il jet malese L’abbattimento Ora la Ue si compatta contro Mosca Nel mirino capitali, energia e difesa Verso la «fase 3» delle sanzioni. Mogherini: è un conflitto globale DALLA NOSTRA INVIATA La vicenda La tragedia nei cieli dell’Ucraina Il 17 luglio, un Boeing 777 della Malaysia Airlines con 298 persone a bordo precipita presso il villaggio di Grabovo, nell’Est dell’Ucraina, area sotto controllo dei separatisti filorussi nella quale sono ancora in corso violenti scontri fra l’esercito di Kiev e i ribelli. Non ci sono sopravvissuti Le intercettazioni che accusano i ribelli Si apprende immediatamente che il jet è stato abbattuto da un missile terra aria. Le autorità ucraine accusano i ribelli e producono le intercettazioni di alcune telefonate avvenute poco dopo la caduta del Boeing nelle quali i separatisti si vantano di avere colpito un aereo Obama punta il dito contro Putin Inizia il rimpallo di responsabilità. Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama afferma che vi sono prove della responsabilità degli indipendentisti, i quali hanno goduto dell’assistenza della Russia, loro fornitrice di armi e addestramento La versione di Mosca e la «sfida» agli Usa I russi rispondono sfidando gli Stati Uniti a produrre le immagini satellitari dalle quali si ricaverebbe il punto di lancio del missile e dichiarano di avere le prove che, nel momento dell’impatto, un caccia ucraino stava volando a una distanza fra i 3 e 5 chilometri dal jet malese Le indagini e il caso delle scatole nere Sul posto arrivano investigatori dell’Osce e del governo olandese per avviare le indagini sull’accaduto. Per giorni si registrano manovre per occultare le scatole nere del jet. Ieri, la decisione dei ribelli di consegnarle al governo malese che poi le ha girate agli inquirenti olandesi BRUXELLES — È il giorno della solidarietà. Dopo un minuto di silenzio in memoria delle 298 vittime del volo MH17, è il ministro olandese Frans Timmermans ad aprire i lavori del Consiglio degli Esteri a Bruxelles, la prima occasione per concordare una linea comune tra i 28 Paesi Ue dopo il disastro aereo che, nelle parole della responsabile della Farnesina Federica Mogherini, «ha trasformato la crisi ucraina in un conflitto globale». Non dovevano mostrarsi divisi, i capi delle diplomazie europee, di fronte all’abbattimento dell’aereo sul quale viaggiavano civili olandesi, malesi, australiani, indonesiani, britannici. E il vertice ha confermato l’accelerazione delle pressioni sulla Russia, accusata di aver armato e addestrato i separatisti dell’autoproclamata Repubblica di Donetsk, il territorio dal quale è partito il missile terra-aria che ha centrato il velivolo. Le conclusioni del Consiglio hanno una valenza soprattutto simbolica e politica, dimostrando la volontà degli Stati di imprimere concretezza ai moniti inviati nei giorni scorsi al presidente russo Vladimir Putin. Di fatto, la decisione operativa su un ulteriore inasprimento delle sanzioni approvate la scorsa settimana è rinviata a domani, quando la Commissione e il servizio di Azione esterna presenteranno ai 28 ambasciatori permanenti del Coreper una proposta circostanziata su nuovi provvedimenti nei confronti di individui e società che abbiano fornito «supporto materiale o finanziario alle autorità russe responsabili dell’annessione della Crimea o della destabilizzazione dell’Ucraina orientale o che beneficino di tali decisioni»: misure come il blocco dell’accesso ai mercati dei capitali, alle attrezzature ad uso militare-civile e alle tecnologie sensibili (difesa ed energia). La parola passerà quindi a un nuovo Consiglio degli Esteri o a un vertice dei capi di Stato e di governo da convocare in tempi strettissimi. Un cambio di passo che apre alle sanzioni economiche invocate dagli Stati Uniti e finora identificate con la «fase 3». «Ma questo Consiglio supera la logica delle fasi — spiegano fonti interne —. Il nodo era trasformare la semplice possibilità di estendere le sanzioni in una richiesta concreta. Lo abbiamo fatto». I nuovi provvedimenti restano subordinati agli sviluppi sul terreno: le prossime ore saranno cruciali per verificare la collaborazione di Mosca e l’effettiva disponibilità dei separatisti a favorire l’inchiesta internazionale indipendente. Come ha detto Mogherini, ci si muove per assicurare alla giustizia i responsabili materiali, ma occorre considerare anche più ampie «responsabilità politiche». Il primo vertice coordinato L’ex agente Kgb Londra apre una nuova inchiesta sull’assassinio di Litvinenko LONDRA — Il governo britannico ha approvato ieri una nuova inchiesta sulla morte dell’ex agente del Kgb esule a Londra Alexander Litvinenko, avvelenato nel 2006 con polonio radioattivo. L’inchiesta avrà accesso a documenti riservati e dovrà stabilire quali siano state le responsabilità di Mosca nella vicenda. Già in passato il «caso Litvinenko» aveva creato tensione tra Regno Unito e Russia e ora, si prevede, l’annuncio avrà un forte impatto nelle relazioni bilaterali, vista la crisi ucraina tuttora aperta e anzi aggravatasi con la prospettiva di un inasprimento delle sanzioni Ue contro Mosca. Litvinenko fu avvelenato nel 2006 in un incontro a Londra con due cittadini russi di cui uno, Andrei Lugovoi, ex agente del Kgb. Nel 2007 Londra accusò quest’ultimo di omicidio chiedendone l’estradizione alle autorità russe, che però si rifiutarono di concederla. dalla presidenza italiana, che doveva rilanciare l’immagine di un’Europa chiamata a un imponente sforzo diplomatico in un contesto geopolitico devastato dall’Ucraina al Medio Oriente, si era aperto tra dure polemiche, che compromettevano la credibilità degli avvertimenti al Cremlino. Dopo l’ultimatum di Parigi, Londra e Berlino, era emersa tutta la difficoltà di approntare una risposta che tenesse conto delle relazioni economiche e strategiche con Mosca di Paesi come Italia, Germania, Francia. In particolare il caso delle navi da guerra vendute da Parigi alla Russia è finito al centro di una dura campagna guidata dal Regno Unito — che ospita gli affari di diversi oligarchi russi ma non ha con Mosca vincoli di dipendenza energetica. La parola chiave diventa ora «sostenibilità»: sarà il Consiglio ad assicurare che eventuali nuove sanzioni siano sostenibili per gli Stati, come sottolineato dalla stessa Mogherini. Nel ridisegnato panorama delle alleanze, Londra si è ritrovata al fianco dei Paesi del Centro-Est, con la presidente lituana Dalia Grybauskaite arrivata a paragonare l’atteggiamento francese alle politiche di appeasement che negli anni Trenta permisero l’ascesa del fascismo. A rischio i rapporti tra la Francia e l’Est — in bilico dai tempi del celebre idraulico polacco. Maria Serena Natale [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Retroscena Parigi non rinuncia a consegnare a Mosca le due portaelicotteri Mistral vendute nel 2008 da Sarkozy I 400 marinai russi che si addestrano in Francia Sono arrivati il 30 giugno scorso nel grande cantiere e porto bretone di Saint Nazaire Ma in giro preferiscono farsi vedere poco DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PARIGI — Non usano granché i campi sportivi di Saint Nazaire, anche se il comune ha riservato loro delle fasce orarie in palestre e piscina. In compenso affollano i negozi di telefonini del centro per comprare carte con le quali chiamare le famiglie in Russia: 400 uomini della marina militare di Mosca sono arrivati il 30 giugno scorso nel grande cantiere e porto della Bretagna, e hanno già cominciato l’addestramento per imparare a manovrare la porta-elicotteri Vladivostok, la prima delle due navi della classe Mistral che la Francia ha venduto alla Russia per 1,2 miliardi di euro. I marinai russi dormono e mangiano a bordo dell’incrociatore Smolny, ancorato proprio dietro alla Vladivostok ormai quasi completata. Si fanno vedere poco nei bar, «i primi tre sono entrati solo questa mattina», dice Stéphane Deniel, patron del Café du Marché. Sono una presenza discreta, come lo è stata l’accoglienza delle autorità francesi: la cerimonia ufficiale di benvenuto, prevista dal protocollo della marina in questi Le navi Il contratto Parigi ha siglato un contratto per fornire a Mosca due portaelicotteri della classe Mistral per un valore totale di 1,2 miliardi di euro Il cantiere La «Vladivostok» e la gemella «Sebastopol» sono in costruzione nei cantieri di Saint Nazaire, in Bretagna La consegna La «Vladivostok», in consegna a fine 2014, dovrebbe rispettare i tempi. Il trasferimento della «Sebastopol» potrebbe slittare per via della tensione crescente con la Russia casi, è stata rinviata, forse si farà a fine agosto. Nei giorni della tensione massima tra l’Occidente e il Cremlino, mentre il premier David Cameron esprime la collera britannica per i tentennamenti europei di fronte a Putin, ospitare una nave militare russa in un porto francese, addestrare 400 soldati e fornire loro un mezzo d’assalto pieno di tecnologia all’avanguardia, è fonte di un certo imbarazzo per Parigi. Dopo lo scoppio della crisi in Ucraina due navi russe sono state avvistate al largo di Fossur-Mer, poco lontano da Marsiglia, appena fuori dalle acque territoriali, mentre la Francia ha inviato nel Mar Nero la sua Dupuy de Lôme. Ricerca di informazioni sul nemico, e anche esibizione di muscoli: atteggiamenti un po’ paradossale se allo stesso tempo a Saint Nazaire i francesi insegnano ai russi come usare una porta-elicotteri che «nel 2008 contro la Georgia ci avrebbe permesso di chiudere la partita in 40 minuti», secondo le parole entusiaste dell’ammiraglio Vladimir Vysotskiy al momento della firma del contratto. La Vladivostok e la gemella Sebastopol Quasi ultimata La portaelicotteri «Vladivostok» in cantiere a Saint Nazaire sono ambite dalle forze armate russe perché colmano la lacuna evidenziata dal conflitto con la Georgia, ossia la possibilità di lanciare dal mare, velocemente, un’operazione di terra. Il presidente François Hollande ha intenzione di consegnare la Vladivostok secondo i tempi prestabiliti, alla fine del 2014, ma di condizionare la cessione della Sebastopol «al- Posti di lavoro Contano molto il migliaio di posti di lavoro generati dalla commessa, oltre al desiderio di non inimicarsi il Cremlino l’atteggiamento della Russia nella crisi ucraina». Una posizione di compromesso che non placa le proteste degli ecologisti, pronti a denunciare «l’ipocrisia di chi pretende di difendere il popolo ucraino e la sicurezza europea addestrando 400 marinai russi a Saint Nazaire». Va detto che Hollande si ritrova ad affrontare un pasticcio creato da altri: fu Nicolas Sarkozy a promettere le due navi Mistral alla Russia nell’ottobre del 2008, durante un incontro a Evian con l’allora presidente russo Dimitri Medvedev. Sarkozy era stato il promotore della difficile tregua tra Russia e Georgia, e per convincere il partner che non aveva niente da temere dalla Nato, gli propose la vendita delle due navi. Il presidente georgiano Mikhail Sakashvili si infuriò e pochi giorni dopo affrontò all’Eliseo Sarkozy, il quale gli spiegò serenamente che quelle navi comunque non sarebbero servite a invadere la Georgia, «perché tanto i russi l’avevano già invasa». La firma dell’accordo nel 2011 rappresentò la pietra tombale sulle promesse di politica estera — più attenzione ai principi, meno realpolitik — fatte da Sarkozy all’inizio del suo mandato. Perché allora Hollande non denuncia un contratto stipulato dall’odiato predecessore? Perché si espone all’imbarazzo di addestrare in Francia i soldati del maggiore avversario dell’Occidente, proprio in questo momento? Un motivo è la volontà di non compromettere definitivamente le relazioni con il Cremlino, ma contano molto il migliaio di posti di lavoro generati dalla commessa alla società STX France (controllata dalla sudcoreana STX Offshore & Shipbuilding). E poi bisognerebbe ridare alla Russia un miliardo di euro. Meglio sperare in una nuova proposta diplomatica di Putin sull’Ucraina, e intanto tenere il più possibile nascosti i marinai russi di Saint Nazaire. Stefano Montefiori @Stef_Montefiori © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Mercoledì 23 Luglio 2014 Primo Piano 11 italia: 51575551575557 # L’indagine L’allarme degli investigatori occidentali Le vittime Il treno Un poliziotto ucraino di guardia al treno arrivato ieri a Kharkiv con i resti di circa 200 delle 298 vittime del volo MH17 della Malaysia Airlines (Reuters/Garanich) L’ultimo viaggio Le vittime del volo MH17 della Malaysia Airlines partito da Amsterdam e diretto a Kuala Lumpur sono state 298 (283 passeggeri e 15 membri dell’equipaggio). Le nazionalità Fra loro, 154 olandesi, 43 malesi 27 australiani, 12 indonesiani, 9 britannici, 4 tedeschi, 4 belgi. Molti erano bambini. Il recupero Durante la caduta i corpi si sono sparsi in un raggio di circa 40 chilometri, complicando le operazioni di recupero svolte dai miliziani filorussi. che controllano l’area dove è precipitato il Boeing Il treno Lunedì gli indipendentisti hanno annunciato il recupero dei resti di 282 corpi, e il loto trasferimento a Kharkiv in vagoni refrigerati. L’arrivo a Kharkiv All’arrivo i corpi sono solo 200. Funzionari Osce informano che altri sono ancora in attesa di essere recuperati Gli esperti: «Spostati i rottami dell’aereo E mancano 100 corpi» Le ricerche sul campo compromesse DAL NOSTRO INVIATO DONETSK — Non c’è davvero pace per i poveri resti delle 298 vittime del Boeing abbattuto giovedì scorso nei cieli dell’Ucraina orientale. Probabilmente circa un centinaio ancora mancano all’appello. La loro assenza, brandelli di carne decomposta tra i campi coltivati e le macchie di alberi, torna a puntare il dito contro chi ha sparato il missile assassino nelle zone di battaglia tra le squadracce delle milizie filorusse della autoproclamata Repubblica Popolare di Donetsk e i soldati agli ordini del governo di Kiev. Ma c’è di più: in una conferenza stampa a Donetsk ieri sera Micheal Bociurkiw, portavoce della ventina di osservatori dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (Osce) che da venerdì sera monitorano il luogo della tragedia, ha riferito che alcuni dei rottami più grandi dell’aereo sono stati spostati e che permangono evidenti prove della presenza di «resti umani» sul sito. Le sue sono dichiarazioni che rilanciano per forza di cose l’attenzione sull’operato delle milizie filorusse e sui loro possibili tentativi di nascondere le tracce sul terreno che potrebbero fare chiarezza sulla dinamica dell’abbattimento dell’aereo. L’altra sera sembrava infatti che quasi tutti i corpi fossero sta- Prove Un miliziano filorusso mostra la scatola nera del Boeing malese ti raccolti nei sacchi di plastica nera grazie alla cooperazione dei filorussi e delle squadre di volontari tra i residenti della zona. E si era giunti a un conteggio finale prima di chiudere i 4 vagoni frigorifero destinati alla stazione di Kharkiv (300 chilometri a nordovest di Donetsk) controllata dal governo di Kiev: 282 cadaveri oltre a 16 man- canti all’appello perché inceneriti dall’esplosione. Ieri però sono stati gli esperti inviati a Kharkiv dal governo olandese assieme agli agenti dell’Interpol a denunciare che nei vagoni si trovano solo 200 corpi. Un centinaio manca dunque all’appello. Il responsabile dell’unità medica olandese, Jain Tuinder, è stato lapidario: «Non partiremo si- Nei vagoni Nei vagoni del treno giunto a Kharkiv si trovano solo 200 corpi. Un centinaio manca dunque all’appello Partenza rinviata Gli esperti olandesi: «Non partiremo sino a quando ogni resto umano non sarà stato raccolto» no a quando ogni resto umano non sarà stato raccolto. Dovremo dunque tornare indietro e negoziare ancora con i responsabili della zona dall’altra parte per riprendere le ricerche». Le sue dichiarazioni fanno il paio con quelle di Bociurkiw. Questi specifica infatti di avere accompagnato ieri su tre luoghi dove è sparsa la maggior parte dei rottami anche tre ufficiali malesi esperti nell’esame dei disastri aerei, i quali hanno confermato la presenza di resti umani tutt’ora sul posto. «Al lato della strada abbiamo individuato sacchetti di plastica contenenti membra umane che non erano stati raccolti. In altri punti l’olezzo della decomposizione era particolarmente acuto. Anche presso i rottami della cabina di pilotaggio abbiamo rilevato che vi era materia organica in decomposizione. Oltretutto abbiamo notato che la carcassa della cabina era stata spostata rispetto al giorno precedente. L’erba tutto attorno era stata largamente calpestata», ha aggiunto. Il rappresentante dell’Osce è tornato anche a ripetere che l’intera area dei rottami, circa 20 chilometri quadrati, resta largamente accessibile a chiunque. «A noi sembra di poter affermare che a questo punto qualsiasi ricerca sul campo è largamente compromessa», dice. Ben poco traspare invece sulla ricerca dei frammenti del missile assassino. Gli osservatori Osce ammettono ufficiosamente che proprio questi, molto più delle scatole nere, costituiscono la prova finale sui responsabili dell’abbattimento dell’aereo. Tre o quattro esperti mandati da Kiev ad affiancare da venerdì la missione dell’Osce sono tornati alla base, ma senza rilasciare dichiarazioni. E non è neppure detto che i resti del missile possano mai venire individuati. Chiunque avesse l’interesse a farli sparire ha avuto ampi spazi di manovra. Lorenzo Cremonesi © RIPRODUZIONE RISERVATA Il mistero Non ancora identificato con precisione il tipo di ordigno utilizzato. L’intelligence Usa: lanciato per errore dai filorussi «Un missile esploso a 20 metri»: le nuove verità sul Boeing I buchi presenti sui resti della carlinga al suolo sono la prova di un impatto dall’esterno L’intelligence Usa ha rilanciato, nella notte, le accuse contro i ribelli pro Mosca ma è cauta su un coinvolgimento diretto dei russi nell’abbattimento del Boeing malese. La pensano diversamente i servizi ucraini per i quali è molto probabile che l’ordine di lancio del missile sia arrivato da «un ufficiale russo ben addestrato». Un’affermazione che si aggiunge alle indiscrezioni di questi giorni che parlavano di almeno tre militari di Mosca coinvolti al fianco dei ribelli. Una presenza che avrebbe dovuto colmare un eventuale buco nella capacità degli insorti di usare il sistema antiaereo Buk privo del suo radar primario. In un briefing ai media statunitensi, gli 007 hanno sostenuto che il jet passeggeri è stato probabilmente abbattuto per errore — legato alla lettura dell’unico radar — da un missile Sa 11 lanciato dagli insorti ucraini alleati di Mosca. Non c’è invece alcuna prova che ci fosse qualche militare inviato dalla Russia a coordinare l’attività dell’antiaerea. Piuttosto prudenti anche su chi abbia sparato. «Non sappiamo il nome, non conosciamo il grado e non siamo neppure sicuri al 100 per cento della nazionalità. Non dovete aspettarvi una svolta alla Perry Mason», ha ammesso un funzionario. Molto vaghe anche le notizie sul lanciatore Buk: non è sicuro che sia stato trasferito in Russia. Una ricostruzione dunque generica e priva di elementi decisivi per inchiodare i responsabili. Vedremo se usciranno nelle prossime ore, altrimenti Mosca potrà sostenere che a Washington hanno ben poco in mano. Insieme al «chi» si è tornato a parlare del «come» sia stato distrutto il Boeing malese. L’attenzione si è concentrata su alcuni rottami del jet che presentano fori di varia grandezza compatibili con quelli di un ordigno terra-aria. Le immagini e i reperti, però, non possono rivelare con certezza quale tipo di missile sia stato impiegato. L’ipotesi è che fosse un Sa 11 di Schegge ad alta velocità I fori nei resti della carlinga sono compatibili con schegge provenienti da un ordigno, non dall’esplosione di un motore La dinamica Sui rottami del B777 sono stati trovati dei fori compatibili con le schegge di un missile fabbricazione russa sparato dall’ormai famigerato Buk, il sistema mobile schierato nella località di Snizhne. I missili di questo tipo trasportano una carica di circa 20 chilogrammi d’esplosivo che deflagra nelle vicinanze del bersaglio (tra i 20 e i 50 metri) e dunque non c’è bisogno di un impatto diretto. La deflagrazione li- bera un «rosone» di piccole schegge che ha un effetto letale sul target. In base all’esame visivo della carlinga pare che l’ordigno abbia investito la zona anteriore del jet passeggeri e parte dell’ala. L’esperto britannico Reed Foster, dopo aver esaminato le foto, ha indicato al New York Times i seguenti elementi: 1) I fori sono consi- 2 1 Il B777 potrebbe essere stato investito dalle schegge sulla parte anteriore e vicino all’ala I missili Sa 11 in dotazione di russi, pro-russi e ucraini hanno testate da 20 kg d’esplosivo 1 2 Di solito il missile esplode nelle vicinanze del bersaglio (20-50 metri) stenti con oggetti che penetrano dall’esterno. 2) I buchi più piccoli sono stati causati da proiettili (schegge) ad alta velocità. 3) Se si fosse trattato dell’esplosione del motore le fessure lungo la carlinga sarebbero state «più lunghe, sottili e oblique». Non è poi da escludere che altre tracce interessanti possano essere su alcuni dei corpi dei passeggeri. E il fatto che i ribelli filorussi abbiano trasferito con il treno solo un 200 cadaveri su 282 recuperati aumenta i sospetti. È solo un errore? O hanno voluto far sparire qualche prova? C’è stata una manipolazione? A sentire i governativi ucraini (e gli Usa) la «scena è stata contaminata» in modo serio. Gli ispettori dell’Osce hanno peraltro confermato che nella zona dove è caduto il 777 malese ci sono ancora dei resti da recuperare. Il Pentagono, a sua volta, ha diffuso una mappa satellitare che mostra il percorso del Boeing, la traccia del missile e l’area dove è avvenuto il «contatto». Un documento che fornisce un’indicazione piuttosto generica sulla dinamica e fissa sempre la cittadina di Snizhne come il luogo dove era posizionato il sistema Buk. Nulla di inedito ma che fa parte dei dati che gli Stati Uniti hanno rastrellato basandosi su attività di intelligence e materiale disponibile sui social network (come le dichiarazioni pubbliche e le minacce dei filorussi). Un quadro «preliminare», dunque ancora aperto che dovrà essere irrobustito per resistere alla difesa, decisa, del Cremlino. Guido Olimpio CORRIERE DELLA SERA © RIPRODUZIONE RISERVATA 12 Primo Piano Mercoledì 23 Luglio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Il governo Il semestre europeo «Europa, regole più flessibili Allarma la frenata tedesca» Padoan: ripensare agli interventi della Troika nelle crisi Renzi firma 24 contratti per il Sud, lavoro per 25 mila DALLA NOSTRA INVIATA BRUXELLES — Renzi incendia, Padoan calma. «Mi manca forse un po’ di slancio, ma sono solo un ministro delle Finanze» risponde il responsabile dell’Economia ai deputati che gli chiedono «più passione» durante la presentazione delle priorità della presidenza italiana all’Europarlamento. Audi- Tobin tax Una tabella di marcia per introdurre in modo graduale la tassazione sulle transazioni finanziarie zione molto attesa, dopo la svolta annunciata dal premier nel discorso sulla «Generazione Telemaco» che il 2 luglio ha aperto il semestre a Strasburgo. Flessibilità all’interno delle regole, nessun esperimento di «contabilità fantasiosa» ma un’azione trasparente e concordata a livello comunitario per combinare consolidamento di bilancio e riforme strutturali in un contesto «deludente» nel quale crescita e occupazione restano le priorità e dopo i dati sull’economia tedesca (in stagnazione nel secondo trimestre) che Pier Carlo Padoan ha definito «un campanello d’allarme: la debolezza economica persiste nel tempo e nello spazio rispetto a quanto pensavamo sei mesi fa». In due ore di domande e risposte, il ministro ha riaffermato i tre pilastri della strategia italiana: più integrazione economica europea e globale, riforme che «per essere realizzate necessitano di incentivi» e quegli investimenti che sono la locomotiva verso il futuro con un’attenzione speciale all’innovazione, «catalizzatore per eccellenza della crescita». Padoan ha definito il patto di Stabilità (che sancisce la necessità di convergenza delle economie nazionali su parametri specifici come il tetto del 3% al rapporto deficitPil) «un sistema inefficiente» che impedisce il pieno utilizzo dei fondi europei, aggiungendo che il governo studia «come ridisegnare il sistema pur mantenendo la disciplina dei conti». Un intervento complesso che doveva tener conto delle divergenze tra Paesi più attenti al ri- ✒ Quel segnale sui prestiti e le sofferenze record di FRANCESCA BASSO L a svolta per imprese e famiglie dovrebbe cominciare a partire da settembre, quando inizierà il programma della Bce, annunciato a giugno dal presidente Mario Draghi, di rifinanziamento a lungo termine alle banche dell’eurozona, condizionato alla concessione di prestiti proprio a imprese e famiglie. Stando però al rapporto mensile dell’Abi (Associazione bancaria italiana) diffuso ieri, per sciogliere il nodo del credito nel nostro Paese forse ci vorrà un po’ di più. Se da un lato rallenta il calo degli impieghi (i prestiti concessi sono diminuiti del 2,2% annuo in giugno, dopo il -3,1% di maggio), dall’altro continuano a crescere le sofferenze lorde a carico degli istituti di credito: sono aumentate di 2,2 miliardi rispetto ad aprile e hanno raggiunto i 168,5 miliardi. In rapporto agli impieghi, le sofferenze risultano pari all’8,9%, record da ottobre 1998. A fine 2007, prima della Grande Crisi, il rapporto era del 2,8%. Nel dettaglio, è pari al 15,1% per i piccoli operatori economici, al 14,5% per le imprese e al 6,6% per le famiglie. Numeri che fotografano un settore privato ancora in forte difficoltà. La raccolta non è andata meglio: è diminuita dello 0,9% annuo in giugno a fronte di un +0,5% di giugno 2013. Data la situazione dell’economia reale, uno dei rischi è che dopo l’estate le banche puntino più sui titoli di Stato che su imprese e famiglie e che il «credit crunch» duri più del previsto. © RIPRODUZIONE RISERVATA gore e forze politiche in aperto contrasto con i dogmi dell’austerità, a pochi giorni dallo scontro tra il sottosegretario alle Politiche europee Sandro Gozi e il commissario agli Affari economici e monetari, il finlandese Jirki Katainen, sulle modalità interpretative della flessibilità prevista dai trattati. In particolare, in riferimento all’operato della troika (Ue, Banca centrale europea e Fondo monetario internazionale), Padoan si è detto «ottimista sul fatto che possa esserci una fase di riconsiderazione e dialogo su come le situazioni di crisi sono state gestite finora e come potranno essere gestite in futuro» aprendo a una revisione del «modo in cui misure e strumenti sono dise- gnati e concepiti». Tra i punti più delicati sui quali la presidenza italiana s’impegna a lavorare, anche la Tobin tax, la tassazione sulle transazioni finanziarie: «Non è una questione facile, sarà importante concordare una tabella di marcia che ne permetta un’introduzione graduale, passo dopo passo, con un approccio pragmatico». Giornata di audizioni per ministri e sottosegretari presso le diverse Commissioni del Parlamento. Il responsabile del Lavoro Giuliano Poletti ha ribadito la centralità del rilancio dell’occupazione giovanile: «Non c’è un unico strumento da utilizzare — ha precisato — ma dobbiamo costruire nuove modalità di formazione, conoscenza e sapere puntando sulla qualità delle competenze». Nelle stesse ore a Palazzo Chigi Matteo Renzi firmava 24 contratti di sviluppo, destinati per l’80% al Sud: 1,4 miliardi di euro (700 milioni provenienti da fondi europei), occasioni di lavoro per 25 mila persone nei settori turismo, commercio e soprattutto industria. Il più ricco, per 100 milioni di investimenti e 74 di agevolazioni, fa capo a Euralenergy e prevede la costruzione di un impianto di cogenerazione di energia elettrica e vapore, da cedere in prevalenza a Eurallumina per favorire la riapertura dello stabilimento del Sulcis. Maria Serena Natale [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Mercoledì 23 Luglio 2014 Primo Piano 13 italia: 51575551575557 Palazzo Chigi Dalle imprese via a progetti per 1,4 miliardi La virata della Bundesbank: meno rigore (ma in Germania) DAL NOSTRO INVIATO BERLINO — Aumenti di stipendio a pioggia? Sì, siamo in Germania. Solo negli ultimi giorni l’industria dell’acciaio ha concesso un 4% in più agli operai, la Postbank il 4,5% ai dipendenti e — a livello molto locale, ma giusto ieri — i lavoratori del commercio all’ingrosso del Land della Saar hanno strappato un aumento del 3,1%. E i casi non si fermano qui. Con la benedizione di chi, in Europa, è l’emblema del rigore: la Bundesbank. La banca centrale tedesca — normalmente impegnata a consigliare sacrifici — ha detto che i lavoratori tedeschi ora meritano di più. Più dell’inflazione e del tetto del 2% difeso dalla Banca centrale europea. Con tanto di spiegazione macroeconomica. Jens Ulbrich, il capoeconomista Bundesbank citato da «Der Spiegel», ha definito «moderati» i trend salariali tedeschi, se confrontati con un’economia forte (nonostante la frenata nel secondo trimestre) e con la disoccupazione contenuta. E gli aumenti — aggiungono i commentatori — sono i benvenuti, perché il vero nemico ora non è più l’inflazione, ma la deflazione: un calo dei prezzi che deprime fatturati e lavoro. Minacciando così il miracolo tedesco degli ultimi dieci anni: la disoccupazione dimezzata. Merito (o demerito) anche dei cosiddetti mini job, piccoli impieghi con altrettanto piccoli stipendi. Alla fine, quindi, la Bundesbank rigorista si è trovata a fianco dei sindacati: tutti impegnati ad appoggiare o a chiedere aumenti di stipendio sopra l’inflazione. Intanto, più a sud, l’altra Europa — quella della crisi e dei conti in rosso — non può che provare un po’ d’invidia. Oltre ad ascoltare i richiami al rigore spediti da Nord. Giovanni Stringa © RIPRODUZIONE RISERVATA ROMA — In Spagna hanno preso una decisione radicale: abbattere almeno una parte delle case invendute, quelle tirate su una dopo l’altra quando l’economia andava alla grande, e poi rimaste vuote. Appartamenti con vista recessione. In Italia non siamo ancora a tanto e più che ad abbattere il governo pensa a «riciclare» le case di nuova costruzione che non hanno trovato un compratore. Dal palco dell’assemblea dell’Ance, l’associazione nazionale dei costruttori edili, il viceministro alle Infrastrutture Riccardo Nencini la butta lì fra le righe: «Sugli immobili invenduti stiamo lavorando ad una soluzione innovativa». L’idea è quella di trasformare un pezzo di quegli appartamenti vuoti, che con il passare degli anni rischiano pure di andare in rovina, in una soluzione per chi una casa non ce l’ha. Non solo nella formula classica degli alloggi popolari, ma anche con quella più flessibile del cosiddetto housing sociale. E cioè con un affitto a canone calmierato, quattro anni più quattro, o con la soluzione del rent to buy, l’affitto con promessa di acquisto. L’ipotesi è quella di creare un fondo, si pensa anche al coinvolgimento della Cassa depositi e prestiti. Ma siamo ancora ai primi passi: al momento non si sa nemmeno quanti siano di preciso gli immobili invenduti. Le stime parlano di 200 mila unità, comunque quattro volte meno che nella Spagna degli abbattimenti. Ma tutto dipende da cosa si intende esattamente per invenduto, da quanti anni l’appartamento deve essere rimasto sul mercato. In ogni caso la riconversione degli immobili invenduti dovrebbe essere limitata alle grandi città, o almeno ai centri dove la «domanda di casa» è più forte. Non basta certo questo a risollevare un settore, quello delle costruzioni, che la crisi l’ha pagata più di tutti gli altri. Dal 2008 ad oggi il comparto Così il mercato 200.000 STIMA DEGLI IMMOBILI INVENDUTI NEL NOSTRO PAESE Dal 2008 il settore delle costruzioni ha perso 58 miliardi 800 mila 14 mila Fatturato Posti di lavoro Aziende 200% L’aumento del gettito delle tasse sulla casa negli ultimi tre anni 60 Gli adempimenti buocratici riguardanti la sicurezza a carico delle imprese Classifica 2014 per semplicità delle pratiche sui permessi di costruire ITALIA Germania Francia Spagna 12ª 52ª 38ª 103ª 112ª nel 2013 Il settore Dal 2008 a oggi sono stati sottratti alle imprese di costruzione circa 116 miliardi di credito denti». Parole drammatiche che servono anche a far sentire il fiato sul collo al governo, ancora indeciso su quando portare in Consiglio dei ministri il decreto legge sblocca Italia. In quel testo ci sono misure molto attese dal settore, dall’obbligo di spendere in infrastrutture lo 0,3% del Prodotto interno lordo all’autorizzazione edilizia standard, passando per il rifinanziamento di progetti di riqualificazione come il piano città e i 6 mila campanili, con gli interventi per i piccoli centri. Il decreto potrebbe arrivare in Consiglio dei ministri il 31 luglio ma solo se la pausa dei lavori parlamentari sarà ridotta al minimo, non più di 15 giorni. Altrimenti c’è il rischio di non riuscire a convertirlo in tempo e la pratica verrebbe rinviata a dopo l’estate. Non è l’unica grana da risolvere. Due giorni fa, nel protocollo sul pagamento dei Il valore delle case Secondo la Cgia di Mestre il valore economico delle abitazioni negli ultimi cinque anni è sceso del 15% D’ARCO La banca centrale: salari più alti I costruttori: così chiudiamo Un piano di affitti agevolati per gli immobili invenduti Fonte: Ance Ventiquattro contratti di sviluppo per progetti strategici con investimenti per 1,4 miliardi, 700 dei quali finanziati dallo Stato attraverso i fondi Ue, che «creeranno o salvaguarderanno 25 mila posti di lavoro». Queste le cifre annunciate ieri a Palazzo Chigi. Hanno partecipato alla firma alcune imprese protagoniste dei nuovi contratti come Sanofi (da sinistra il presidente e ad di Sanofi Arturo Antonio Zanni), Matteo Renzi, il ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi, l’amministratore di Invitalia Domenico Arcuri e il sottosegretario alla Presidenza Graziano Delrio La crisi dell’edilizia Gli investimenti tornano ai livelli del 1967. Ma tarda il decreto sblocca Italia ha perso 58 miliardi di fatturato e 800 mila posti di lavoro, gli investimenti sono tornati ai livelli del 1967. Un crollo che ha spinto il presidente dell’Ance, Paolo Buzzetti, ad aprire l’assemblea con la tentazione della bandiera bianca: «Siamo in una situazione così difficile e drammatica — ha detto — che viene spontaneo chiedersi se non sia il caso di chiudere le nostre imprese con il minor danno possibile per i nostri dipen- debiti della pubblica amministrazione, il ministero dell’Economia si è impegnato ad affrontare anche il capitolo dei debiti per investimenti, quasi tutti pendenti verso i costruttori. Una novità perché finora gli investimenti erano stati tenuti fuori dal pagamento degli arretrati perché, a differenza di quanto avviene con la spesa corrente, l’operazione farebbe salire il deficit, con il rischio di sforare la famosa soglia del 3% nel rapporto con il Pil. Dopo il protocollo, l’Ance si aspetta un primo segnale proprio nel decreto sblocca Italia, con lo stanziamento di almeno mezzo miliardo da utilizzare per saldare questo tipo di debiti. Il resto, sempre secondo l’Ance, dovrebbe arrivare con la legge di Stabilità. Per il momento, però, non c’è accordo nemmeno sull’ammontare complessivo degli arretrati. I costruttori parlano di 11 miliardi di euro, il ministero dell’Economia di meno della metà. Lorenzo Salvia @lorenzosalvia © RIPRODUZIONE RISERVATA Il commercio mondiale Il negoziato per far passare le regole del mercato occidentale. L’incontro con l’ex premier di Singapore Lee Kwan Yew Obama e quell’idea di Nato economica per imbrigliare la Cina Il Congresso Usa non ha autorizzato il presidente a firmare l’accordo. Le resistenze europee di DANILO TAINO Quando Barack Obama fu eletto presidente per la prima volta, nel 2008, aveva deciso che la liberalizzazione del commercio internazionale non avrebbe mai fatto parte della sua agenda. Una seccatura irrilevante. Nel novembre del 2009, però, incontrò Lee Kwan Yew, il padre della moderna Singapore, forse la figura politica più rispettata in Asia. Lee gli disse che, se non avesse preso un’iniziativa per aprire e unificare il commercio in Asia, il continente sarebbe finito nelle braccia della Cina. Due settimane dopo, in Giappone, Obama annunciò che gli Stati Uniti avrebbero rilanciato i negoziati per la creazione della Partnership transpacifica (Tpp), con l’obiettivo di liberalizzare gli scambi in Estremo Oriente. Avendo preso un’iniziativa del genere a Est, il presidente americano non poteva trascu- rare l’alleato strategico di sempre a Ovest, l’Europa. Da qui, la decisione di aprire poi anche il negoziato per la Partnership transatlantica (Ttip) con la Ue, ora pienamente in corso. Il retroscena lo racconta, nel suo ufficio di Washington, Fred Bergsten, il fondatore e direttore emerito del Peterson Institute della capitale americana, una delle figure più influenti nei circoli politici ed economici degli Stati Uniti. Mette in una prospettiva straordinariamente chiara cosa ci sia dietro questo grande sforzo per negoziare un nuovo accordo che dovrebbe creare il nucleo di un mercato unico transatlantico, una Nato economica secondo alcuni. Dietro c’è la Cina: sia la necessità di limitarne il potere crescente sia, soprattutto, l’obiettivo di costringerla ad accettare modi di operare nell’economia e regole dettate dall’Occidente prima che diventi impossibi- le. Bergsten dice che è l’ultima occasione. Molti altri politici ed esperti sentiti nei giorni scorsi a Bruxelles e Washington sul tema Ttip sostengono la stessa cosa: Usa e Ue stabiliscano una serie di regole per commercio, investimenti e sicurezza (ad esempio delle auto, dei cibi, della chimica, del- la cosmetica) che diventino lo standard intanto che sono forti: tra qualche anno non lo potranno più fare e dovranno sopportare un mondo che non necessariamente apprezza valori e priorità dell’Occidente. La grande ambizione delle due trattative, transatlantica e transpacifica, volute da Obama è proprio questa. «La negoziazione commerciale più aggressiva portata avanti dagli Usa dal dopoguerra», secondo Bergsten: non male per un presidente che non voleva toccare l’argomento. Il fatto è che mai e poi mai gli Stati Uniti hanno negoziato un accordo sull’apertura degli scambi solo con una logica commerciale: sempre, la prima ragione è stata geopolitica. E così è anche questa volta. Al cuore di tutto sta la Cina. Il che non significa volerla marginalizzare: significa spingerla, mostrando i muscoli economici di Usa e Ue, ad accettare regole e comportamenti occidentali, Il decalogo Usa e Ue per gli scambi Tutti i benefici dell’integrazione I punti Liberalizzazione per contenere Pechino 1 La prima mossa di Barack Obama è stata il rilancio dei negoziati per la Partnership transpacifica per regolare gli scambi in Estremo Oriente. Obiettivo, non lasciare l’Asia finire nelle braccia della Cina 2 Per raggiungere gli accordi commerciali con la Cina gli Usa hanno voluto assicurarsi l’alleato di sempre a Ovest, l’Europa. E’ stata così avviata la Partnership transatlantica, ora in pieno svolgimento 3 Taglio delle tariffe a import ed export, eliminazione delle barriere non tariffarie, libertà di scambio per servizi e appalti. Sono aperti 24 tavoli tematici con cento negoziatori per parte. Si punta a chiudere a fine 2015 di mercato. Un uso geopolitico del commercio, approccio che ha i suoi rischi perché può creare divisioni: ma questa sembra essere la situazione. Non è che i contenuti di un accordo transatlantico siano poco importanti. America ed Europa si scambiano ogni anno beni e servizi per mille miliardi di dollari e gli investimenti diretti transatlantici sono di quattromila miliardi. Si tratta di economie già altamente integrate che dall’aprirsi l’una verso l’altra possono trarre altri benefici: a seconda degli studi, una crescita aggiuntiva (a partire dal 2018) dell’economia americana tra lo 0,3 e l’1,3% l’anno e di quella europea tra lo 0,5 e lo 0,7%. Si tratta di trovare un accordo non solo per ridurre le tariffe all’import/export (che sono già basse) ma soprattutto di eliminare le barriere non tariffarie (lentezze alle dogane, per esempio), coordinare le regole per stabilire le normative di un gran numero di beni, aprire lo scambio dei servizi e degli appalti e molto altro. I negoziati stanno procedendo, con l’obiettivo di chiudere verso fine 2015 o inizio del 2016. Al lavoro sono 24 tavoli tematici, con più di cento negoziatori per parte. Un lavoro immenso per armonizzare leggi, regole e modi di fare. Che le trattative Ttip siano destinate al successo non è scontato. Negli Stati Uniti, il Congresso non ha ancora dato al presidente l’autorità per firmare un accordo, indispensabile per non fare saltare tutto: si vedrà. E in molti Paesi europei ci sono opposizioni massicce, in particolare in Germania e Austria, spesso motivate dall’idea (non sempre vera) che, per dire, i polli di questa parte dell’Atlantico siano più sani di quelli americani. Questioni importanti, complesse e anche un po’ noiose. Ma dietro di loro si nasconde la corsa all’egemonia globale. E se all’idea che dal commercio possa dipendere non poco del futuro dell’Occidente si è convinto Obama, forse è bene che una riflessione la facciamo anche noi europei. Con gli occhi asciutti. @danilotaino © RIPRODUZIONE RISERVATA 14 italia: 51575551575557 Mercoledì 23 Luglio 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Mercoledì 23 Luglio 2014 Esteri 15 italia: 51575551575557 Esteri Arizona Soldati della Guardia Nazionale in servizio vicino a Nogales Il caso I militari dovranno sorvegliare la scenografica valle del Rio Grande senza cuore. Quella della mobilitazione della Guardia Nazionale rimane un’enormità, se guardata dall’esterno. Ma Perry, il governatore più longevo della storia del Texas, sa bene che nello Stato della «stella solitaria», nostalgico della condizione di repubblica indipendente di un passato ormai remoto, il desiderio di intervenire alla frontiera col Messico è molto forte. Più battagliero ancora di Perry è l’Attorney general Greg Abbott, il ministro della Giustizia dello Stato che Il fenomeno correrà per succedere a Rick come governatore: è lui che vuole trascinare in tribunale Obama per non aver fatto abbastanza per proteggere la frontiera del Rio Grande. Ma anche la candidata dei democratici, l’ormai celebre Wendy Davis, per criticando la richiesta di far intervenire la Guardia Nazionale, prende le distanze dai suoi compagni di partito che vorrebbero solo interventi umanitari e propone, invece, di mandare al confine più vicesceriffi e poliziotti. Più guardie Gli agenti che pattugliano il confine sono 18 mila (foto grande). Dieci anni fa erano 10 mila. Budget raddoppiato a 12,4 miliardi di dollari Il boom dei minori Raddoppiati i minorenni non accompagnati: 57 mila sono stati fermati dallo scorso ottobre a oggi (molti si consegnano). Obama (foto, con il governatore del Texas Rick Perry) chiede al Congresso 3,7 miliardi per gestire questa emergenza DAL NOSTRO INVIATO Texas, emergenza immigrati Guardia Nazionale al confine 57.000 in pole position, finì ben presto fuori strada per la pessima figura fatta nei dibattiti televisivi e per alcune gaffe come l’incapacità di ricordare i nomi degli enti e delle amministrazioni che si proponeva di sopprimere), risponde di aver imparato la lezione e di essere, oggi, molto più preparato. Gli analisti non sono affatto convinti che abbia buone chance: se non ce l’ha fatta nel 2012 quando i candidati, da Santorum allo stesso Romney, erano tutti deboli, come può pretendere di emergere oggi tra personaggi dal profilo politico ben più spiccato come Marco Rubio, Jeb Bush e lo stesso Chris Christie, pur se azzoppato dallo «scandalo del ponte»? Oltretutto, inventandosi un’operazione della Guardia Nazionale molto costosa e priva di uno scopo preciso, Perry rischia di partire col piede sbagliato. Probabilmente il governatore l’ha fatto per cercare di recuperare consensi nell’elettorato conservatore: la destra oltranzista, infatti, non gli ha mai perdonato certe prese di posizione del passato a favore di una sanatoria per i clandestini che lavorano negli Usa e che per il Texas rappresentano una risorsa economica insostituibile. Allora Perry aveva addirittura accusato chi lo attaccava da destra di essere Rick Perry, il governatore repubblicano, schiera mille soldati alla frontiera Massimo Gaggi © RIPRODUZIONE RISERVATA PER VINCERE OGNI GIORNO intesapourhomme.it NEW YORK — Contro la nuova ondata di immigrati illegali che arrivano negli Stati Uniti dal Centro America — stavolta soprattutto ragazzi e, addirittura, bambini privi di genitori — il governatore del Texas Rick Perry schiera alla frontiera la Guardia Nazionale. Il leader conservatore ieri ha dato disposizione affinché mille soldati della Guardia vengano dislocati nella valle del Rio Grande, la zona attraversata più di frequente dai clandestini. Non è ben chiaro a fare cosa. Né è chiaro chi pagherà i 12-15 milioni di dollari al mese necessari per il mantenimento di questa forza militare. In base alla legge, tanto il governo federale quanto i singoli Stati hanno il potere di attivare la Guardia Nazionale. Ma U S A Washington chi lo fa se ne deve assumere Tucson anche gli oneri. Dallas Rick Perry, però, Juàrez Houston T E X A S non ha alcuna intenzione di fiNuevo Laredo Reynosa Golfo nanziare l’opedel Messico razione coi fondi M E S S I C O del Texas e si diCancun Città del Messico ce pronto a fare causa all’Ammiminori non accompagnati fermati dalle nistrazione di autorità Usa da ottobre 2013 Washington per ottenere il rimborso, se a pagare non sarà il governo federale. Un’aperta nuovo portavoce del presidenprovocazione nei confronti di te, Josh Earnest, che quello del Barack Obama al quale i re- governatore del Texas è solo pubblicani avevano già chiesto un gesto simbolico, pensato più volte nelle ultime settima- per produrre titoli sui giornali ne di mobilitare la Guardia na- e in tv: una chiara allusione alzionale: invano. Il presidente le ambizioni politiche di Perry ha sostenuto che quella dei che, governatore del grande bambini che arrivano dal- Stato del Sud da oltre 14 anni l’America Centrale è un’emer- (lo ereditò da George Bush genza umanitaria che va af- quando questi andò alla Casa frontata con altri strumenti. Bianca), ha deciso di non riAnche se poi ha chiesto al Con- candidarsi per un quarto mangresso (senza ottenerli) 3,7 dato alle elezioni del prossimo miliardi di dollari che dovreb- novembre. Segno evidente che bero servire a rafforzare gli vuole correre di nuovo per le sbarramenti alla frontiera ol- presidenziali del 2016, dopo tre che a finanziare i centri di l’insuccesso delle primarie reaccoglienza per dare un tetto ai pubblicane di due anni e mezragazzini che varcano la fron- zo fa. Perry non smentisce e, tiera. anzi, a chi gli contesta l’esito Ieri la Casa Bianca ha mini- disastroso della sua precedenmizzato il caso sostenendo, col te campagna elettorale (partito Meno immigrati Nel 2013 quattrocentomila persone sono state fermate mentre attraversavano illegalmente la frontiera messicana diretti negli Usa. Tra il 1983 e il 2006 i migranti bloccati dalle autorità erano un milione all’anno La proposta Laura Boldrini: «I profughi del mare? Chiedano asilo nei Paesi di transito» ROMA — La proposta operativa arriva dalla presidente della Camera Laura Boldrini: «Dovremmo permettere ai migranti di fare le domande di asilo nei Paesi di transito attraverso le ambasciate o gli uffici delle organizzazioni internazionali». Forte dei suoi quindici anni passati come portavoce dell’ufficio profughi dell’Onu, la presidente Laura Boldrini ieri è intervenuta ad un convegno sull’immigrazione organizzato a a Montecitorio sostenendo: «Siamo di fronte ad una guerra nel Mediterraneo tra le persone e il mare che sta causando centinaia e centinaia di morti. È una situazione insostenibile». Al convegno c’era anche il ministro dell’Interno Angelino Alfano che è intervenuto in maniera non formale, spiegando: «Sarei ipocrita se negassi che aver visto trecento bare in un hangar a Lampedusa e sacchi con dentro cadaveri, uno di una mamma con la figlia, non mi ha fatto cambiare approccio al tema dell’immigrazione. Sono rimasto molto colpito e dentro di me inevitabilmente qualcosa è cambiato». Il ministro Alfano ha quindi sostenuto l’importanza dell’intervento dell’Europa nel problema dell’Immigrazione: «La Sicilia non può provvedere da sola: ha su di sé il 93 per cento degli sbarchi. Per questo è opportuno che Frontex prenda il posto di Mare Nostrum. Mare Nostrum nasce perché ci sono stati oltre trecento morti a Lampedusa e nessuno era in grado di poter escludere che potesse verificarsi un’altra tragedia il giorno dopo. Adesso però è giusto che intervenga l’Europa». © RIPRODUZIONE RISERVATA LA CERTEZZA DI PIACERE 16 Mercoledì 23 Luglio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Cronache Milano I consulenti del comico: colpa di una società irlandese Nel Principato Ezio Greggio a Montecarlo. L’attore ha scelto di sottoscrivere con l’Agenzia delle Entrate un accordo per risolvere un contenzioso incentrato nelle Procure di Milano e di Monza sulla realtà o strumentalità, a fini di indebito risparmio fiscale, della sua residenza ufficiale nel Principato di Monaco. L’accordo raggiunto, di 20 milioni di euro, è una delle transazioni più alte mai pagate da un singolo contribuente (Olycom) Greggio paga al Fisco la mega sanatoria da 20 milioni di euro Contestata la residenza a Montecarlo La vicenda L’accordo con il Fisco L’attore e presentatore Ezio Greggio ha raggiunto un accordo con l’Agenzia delle Entrate per il pagamento delle imposte relative ai compensi tra il 2001 e il 2013: in questo periodo Greggio ha risieduto anche nel Principato di Monaco La normativa italiana I professionisti stranieri che lavorano in Italia devono versare una determinata ritenuta sui compensi. Secondo l’entourage di Greggio l’adempimento sarebbe spettato alla società irlandese titolare dei suoi diritti di immagine La società irlandese Nella linea difensiva dell’artista, ora ad accollarsi la maxi sanatoria sarà la società irlandese che gestiva i suoi diritti d’immagine e che non avrebbe eseguito trattenute e versamenti per un errore interpretativo MILANO — Venti milioni di euro per mettersi in regola con il Fisco, una delle transazioni più alte mai pagate da un singolo contribuente: è l’accordo che l’attore e conduttore tv Ezio Greggio ha scelto di sottoscrivere con l’Agenzia delle Entrate per sanare un contenzioso incentrato nelle Procure di Milano e di Monza sulla realtà o strumentalità, a fini di indebito risparmio fiscale, della sua residenza ufficiale a Montecarlo. Greggio aveva subìto l’avvio di un accertamento fiscale più di un anno fa, quando nel mirino del Fisco, che già in passato si era interessato alle modalità di incasso dei suoi compensi negli anni dal 2001 al 2009, erano finiti i 23 milioni di euro con i quali Mediaset tra il 2009 e il 2013 aveva remunerato il conduttore di Striscia la notizia, l’ospite di Paperissima, l’anima di Veline, insomma il personaggio tv di tante trasmissioni del Biscione. Come in altri analoghi casi di star dello spettacolo, il contenzioso nasceva dal fatto che il Fisco non riteneva tutto corretto né nei rapporti con la società irlandese «Wolf Pictures Ltd», alla quale Greggio risultava aver ceduto tutti i diritti di sfruttamento economico della sua immagine poi venduti a Mediaset, né la dichiarata residenza a Monaco, che permetteva al conduttore televisivo di vedere tassati i propri redditi in misura molto minore che in Italia. Stretto tra il fascicolo del pm Walter Mapelli alla Procura di Monza, quello del pm Adriano Scudieri alla Procura di Milano, e le pretese dell’Agenzia delle Entrate, Greggio poteva valorizzare a proprio favore una sen- tenza nella quale il Tribunale di Vigevano, nell’ambito di una vicenda familiare, nel 2009 aveva attestato la sua residenza a Montecarlo. Poteva inoltre ragionevolmente confidare di avere la meglio su alcune delle richieste del Fisco in relazione ad alcuni anni. E poteva sperare di giocarsela sul carattere realmente «terzo» della società irlandese, che invece per il Fisco era di fatto sua. Ma i consulenti tributari dello studio Crowe Horwath devono avergli spiegato che sarebbe bastato soccombere anche solo in poche contestazioni, sulle ultime annate post-sentenza di Vigevano, per rischiare di dover sborsare — tra capitale, sanzioni e interessi — una cifra ben superiore (se I pm di Milano e Monza Nel penale l’ipotesi di omessi versamenti è indagata dalle Procure di Milano e di Monza non quasi doppia) rispetto ai 20 milioni di euro che infine ha ora deciso di pagare all’Agenzia delle Entrate. Ma non poco devono aver influito anche la scelta di immagine di Greggio di assumersi responsabilità magari non del tutto sue, in una materia così complicata come quella fiscale, e la volontà di mostrarsi desideroso di porre rimedio a eventuali protratti errori con una corposa regolarizzazione con l’Agenzia delle Entrate. In questo quadro va dunque collocata la spiegazione che l’entourage di Greggio accredita circa il fatto che l’accordo riconoscerebbe come l’artista dal 2001 al 2010 fosse davvero residente all’estero anche fiscalmente. Dal 2011 era tornato a fa- La carriera Drive in Ezio Greggio accanto a Gianfranco D’Angelo durante una delle prime edizioni di Drive in, programma cult degli anni Ottanta. Tra i personaggi interpretati da Greggio, il professor Zichichirichì Striscia la notizia Qui Ezio Greggio è con la showgirl e presentatrice Michelle Hunziker, una dei suoi partner alla conduzione del programma di notizie e satira ideato da Antonio Ricci nel 1988 per Mediaset Benedetti dal Signore Greggio con Enzo Iacchetti, già storici partner di «Striscia», indossano il saio dei cappuccini nella sit com «Benedetti dal Signore»: era il 2004 e la trasmissione andò su Canale 5 re la sua dichiarazione dei redditi in patria, dove (al pari dei professionisti stranieri che come lui lavorano in Italia) avrebbe dovuto versare una certa ritenuta dei propri compensi, invece durante questo periodo il conduttore non aveva versato i tributi su quanto incassato dalla società irlandese che era titolare dei suoi diritti d’immagine: colpa — sempre secondo chi parla a nome di Greggio — di una questione interpretativa per la quale la società irlandese non avrebbe rispettato l’adempimento, non avrebbe eseguito le trattenute, non avrebbe operato i versamenti, ma in compenso adesso si accollerebbe (pur di chiudere la vicenda) tutti gli oneri connessi alla verifica fiscale. Fatto sta che, una volta raggiunto l’accordo, a nessuno dei due contraenti interessa più questionare su chi avesse maggiori o minori ragioni tributarie. E la palla passa in eredità alla penalista Giulia Bongiorno, che dovrà comunque affrontare il residuo versante giudiziario destinato probabilmente a lasciare Milano e per competenza territoriale approdare interamente alla Procura di Monza. Luigi Ferrarella [email protected] Giuseppe Guastella [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Le carte Fede intercettato: «Berlusconi, Dell’Utri sa e mangia» Riina in carcere parla di via D’Amelio: «Controllavamo il telefono di Borsellino» DAL NOSTRO INVIATO PALERMO — Le ultime carte sulla presunta trattativa fra lo Stato e la mafia al tempo delle stragi, depositate al processo in corso e foriere di nuove indagini segrete, riferiscono di telefoni intercettati da Cosa nostra per uccidere Paolo Borsellino e di registrazioni «private» sul conto di Marcello Dell’Utri realizzate nell’entourage di Silvio Berlusconi; di ulteriori confidenze di Totò Riina al suo antico compagno di «ora d’aria» e di fascicoli dei servizi segreti vecchi di quarant’anni a proposito dell’ex generale dei carabinieri Mario Mori. Ne viene fuori un quadro composito, ma non per questo più chiaro. Il pezzo d’inchiesta più «politicamente sensibile» arriva dalla Procura di Monza, dove un personal trainer di Emilio Fede ha registrato alcune conversazioni con l’ex direttore del Tg4. Nei nastri risalenti al 2012, trasmessi per competenza a Palermo, il giornalista si riferisce a Marcello Dell’Utri, che oggi sta scontando in carcere la condanna a 7 anni per concorso in associa- zione mafiosa, e dice: «Guarda a Berlusconi cosa gli sta mangiando. Perché lui è l’unico che sa. Ti rendi conto che ci sono 70 conti esteri, tutti che fanno riferimento a Dell’Utri?». Fede parla anche dei contatti tra Dell’Utri e il boss mafioso Vittorio Mangano: «La vera storia della vicenda Berlusconi... mafia, mafia ...soldi, mafia, soldi. Dell’Utri era praticamente quello che investiva... Chi può parlare? Solo Dell’Utri». Interrogato dai pm antimafia, Fede ha sostenuto che la registrazione sarebbe stata contraffatta, aggiungendo però di aver assistito a una conversazione in cui Berlusconi, parlando di Mangano, avrebbe detto «ricordiamoci della famiglia». Il boss e Provenzano Il «capo dei capi» Totò Riina parlava durante il passeggio col detenuto pugliese Alberto Lorusso, nell’agosto scorso, e a proposito dell’attentato di via D’Amelio in cui morirono il giudice Borsellino e cinque agenti di scorta, disse: «Ma vai a capire che razza di fortuna. Però sapevamo dove doveva andare perché lui gli ha detto... domani, mamma domani vengo...». Il riferimento è a una telefonata in cui l’allora procuratore aggiunto avvisò la madre che domenica 19 luglio 1992 sarebbe andato a farle visita. E Riina, dopo aver spiegato che da tempo «cercava» il magistrato («una vita ci ho combattuto...»), fa capire che di quell’appuntamento i mafiosi ebbero certezza proprio dal telefono: «Poi quello, senza volerlo, dice... da sua madre, alle cinque... gli ha telefonato (e gli intercettatori an- notano che il boss “alza il braccio sinistro e lo porta tra bocca e orecchio, mimando il gesto di prendere il telefono”), va bene, sta bene... corre, corre... pam... troppo bello... sapevo io che ci doveva andare alle cinque. Pigliala, mettigli un altro sacco... un sacco in più». L’ipotesi dell’intercettazione mafiosa venne scandagliata durante i vecchi processi per la strage, e coinvolse i fratelli Pietro Scotto (assolto) e Gaetano (condannato sulla base delle dichiara- zioni del presunto pentito Scarantino, poi sconfessato dalle rivelazioni di Gaspare Spatuzza). Ora le parole di Riina riaprono dubbi e misteri su quella vicenda, oltre a ribadire «l’idea geniale» di collegare il segnale per l’esplosione dell’autobomba al citofono al quale suonò Borsellino, che dunque si sarebbe fatto saltare in aria da sé: «Lui va a suonare e si spara la bomba... si spara la bomba lui stesso»; un sistema inedito a cui mai nessun pentito ha fatto cenno. Ex senatore Marcello Dell’Utri, storico dirigente di Forza Italia, è stato condannato in via definitiva a 7 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa In un colloquio del 19 agosto 2013 Riina parlò anche dell’altro padrino corleonese, Bernardo Provenzano, e — pare di capire — della sua linea alternativa al tempo delle stragi; nonché — nell’interpretazione dei pm — dei suoi contatti con uomini delle istituzioni: «Questo Binnu Provenzano, chi è che gli dice di non fare niente? Qualcuno ci deve essere ... Quindi tu collabora con questa gente... a fare il carabiniere pure. (...) Ai tempi mei di Totò Riina... trattativa cose e persone importanti (...) Quello è un bambino che adesso si è ammalato, però... Binnu... come lo hanno fottuto (...) Lui i piccioli (i soldi, ndr) ce li ha... La moglie ce li ha conservati». Mori e gli anni Settanta Tra le carte depositate dai pm ci sono pure vecchi documenti trovati negli archivi del servizio segreto militare dove negli anni ‘70 lavorò il generale in pensione Mario Mori, imputato nel processo sulla trattativa dopo essere stato assolto (in primo grado) in quello quasi gemello sulla mancata cattura di Provenzano. Da lì emergerebbe un repentino e inspiegato allontanamento di Mori dal Sid, con la richiesta ai carabinieri di tenerlo lontano da Roma almeno fino alla fine del processo per il fallito golpe Borghese. A quell’epoca risalirebbero contatti tra Mori e personaggi che successivamente sono ricomparsi nelle vicende legate alla presunta trattativa. Giovanni Bianconi © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Mercoledì 23 Luglio 2014 Cronache 17 italia: 51575551575557 # La storia L’ultima notte della nave all’isola del disastro. I fiori di sopravvissuti e parenti delle vittime e gli sguardi di chi vive qui: «Ricordiamoci quel che eravamo prima» Il saluto del Giglio alla Concordia Grande sollievo e qualche rimpianto Oggi salpa il relitto che ha prodotto il +103% di visite giornaliere DAL NOSTRO INVIATO Le tappe L’addio al Giglio Il relitto della Concordia partirà questa mattina dall’isola del Giglio per raggiungere il porto di Genova. Sulla nave ieri è stata issata la «Blue Peter» (foto in basso) la bandiera blu che in gergo Dal cielo Un fulmine ISOLA DEL GIGLIO (Grosseto) — La cade sul relitlinea che separa il rimpianto dal sollievo to della Conè fatta di uova e bacon. Prima del naufra- cordia durangio la colazione continentale era con- te un temposuetudine ignota all’isola, fedele al conrale all’isola sueto cappuccino con brioche. I bar del del Giglio a lungoporto l’hanno introdotta per fare poche ore fronte ai desideri delle centinaia di ope- dalla partenrai stranieri reduci dal turno di notte e za per Genoaffamati di conseguenza. «È finita» dice va. I preparaFausto Pellegrini, titolare dell’omonimo tivi si sono locale. «Adesso dobbiamo solo capire conclusi ieri quanto ci dispiace». L’ultima frase è ac(foto Sestini) compagnata dallo sfregamento di due dita, gesto che indica il denaro. Le conferenze stampa servono solo a profani e foresti. Nel crepuscolo la bandiera in cima alla Costa Concordia diventa scura come il cielo che le fa da sfondo. In realtà è blu, con sopra una gigantesca «P». Quando l’hanno vista, i gigliesi hanno capito che stavolta si parte davvero. Quel vessillo si chiama «blue Peter» e nel gergo marinaro significa che la nave è pronta per navigare. L’ultima notte sull’isola c’entra nulla». Elio Vincenzi, del relitto più famoso del monmarito di Maria Grazia Trecado, illuminato a giorno per la richi, l’ultima vittima a essere prima volta da quella sera del ritrovata nel relitto, chiama le gennaio 2012, sembra una gicose con il loro nome. A forza gantesca veglia funebre. Anche le di ossessionarci con quella tre corone di fiori gettate dai panave dalle dimensioni così renti delle vittime davanti alle Scograndi c’è il rischio di dimentiMentre è imminente la partenza della Concordia, l’ex comandante Francele, lo scoglio del naufragio, sembracare altre piccolezze, come la parsco Schettino, sotto processo per no il capitolo più dolente di un’unica tecipazione da ospite d’onore di il naufragio, si rilassa a un cerimonia. Francesco Schettino a una festa ischiparty a Ischia «La colpa non è della nave. Lei non tana in abito bianco, che almeno qualche Schettino si rilassa marinaro significa: nave pronta a partire. L’arrivo a Genova è previsto per la giornata di domenica Lo smantellamento La Concordia verrà condotta nel porto di Genova Voltri e qui sarà prima alleggerita e poi smantellata. Per portare a termine queste operazioni serviranno 20-22 mesi problema di opportunità, se non morale, lo porrebbe. Sull’isola non c’è gioia, in questo lungo addio. Il tempo e l’abitudine lo hanno trasformato in una presa d’atto, una cosa che doveva succedere. E sul sentimento da indossare per l’occasione non tutti sono d’accordo, anzi. «È la nostra storia, ormai. Inutile cancellarne i segni». Gabriello Galli è il consigliere comunale che chiede il mantenimento delle piattaforme subacquee. La verità è che in questi anni il Giglio è sempre stato visto e letto come un’entità unica. Ce ne sono almeno tre invece, quante le frazioni che compongono il Comune. Nel 2012 il calo delle presenze fu del 25 per cento. Nel 2013 l’emorragia non si arrestò, un altro 13% in meno. Sergio Ortelli sa bene che quella nave è stata anche un alibi. Dietro alla Costa Concordia che si allontana si intravede la crisi. «Ma c’è un tempo per ogni cosa» dice. Eppure a Giglio porto il lavoro non è mai andato meglio. La Camera di Commercio segnala un volume di affari quasi raddoppiato rispetto al biennio precedente per le imprese commerciali di questa frazione. Non solo uova e bacon. «Concordia?». Alla biglietteria di Porto San Stefano avevano imparato a riconoscerlo subito, il turista da disastro. Prendeva il biglietto del traghetto per il Giglio e il ritorno con la corsa seguente. La sosta sull’isola bastava per scattare «la foto», consumare qualcosa nei locali più vicini, tornare sulla terraferma. Il fenomeno c’è stato, eccome. Nei due anni della Concordia i passaggi giornalieri senza pernottamento sono cresciuti del 103 per cento. Aumentavano i passeggeri, diminuivano i turisti. La nuova attrazione del Giglio portava benefici solo a una parte dell’isola. Nel maggio 2012, mese di apertura della stagione estiva dopo il naufragio, le frazioni di Campese e Castello hanno avuto le presenze dimezzate, meno 45%. Non sono più risalite. La presenza della nave era manna per quelle «attività frontiste», una maledizione per commercianti e albergatori di Campese e Castello, il 70% della capacità ricettiva dell’isola. «Non ci si deve abituare a una presenza innaturale. Dobbiamo fare uno sforzo». Nel settembre 2013, ai tempi del raddrizzamento della nave, Argentino Pini invitò con un urlaccio i giornalisti a dare fiducia alla gente che stava lavorando sulla Concordia, e in qualche modo rappresentava la differenza di sguardo tra chi viene da fuori e gli abitanti. Adesso è qui, con il vocione, la barba bianca e l’aspetto da lupo di mare, a guardarla per l’ultima volta. Senza emozione, senza rabbia. «Sapevamo che sarebbe arrivato questo momento. Dobbiamo ricordarci di quel che eravamo prima, di quel che siamo ancora oggi. Che se ne vada, per sempre». Marco Imarisio © RIPRODUZIONE RISERVATA 18 italia: 51575551575557 Mercoledì 23 Luglio 2014 Corriere della Sera Il Corriere della Sera - 23/07/2014 Chi è Terna S.p.A. Il Gruppo Terna è un grande operatore di reti per la Trasmissione dell’Energia. Proprietario in Italia della rete di energia elettrica, attraverso Terna Rete Italia gestisce in sicurezza la Rete di Trasmissione Nazionale con oltre 63.500 km di linee in Alta Tensione ed ha la responsabilità di sviluppare la rete dell’Alta Tensione per migliorare la sicurezza e l’efficienza e ridurre il costo per imprese e cittadini. Terna è anche responsabile, 365 giorni l’anno, 24 ore su 24, della trasmissione e del dispacciamento dell’energia e quindi della gestione in sicurezza dell’equilibrio tra la domanda e l’offerta di energia elettrica nel paese. Quotata alla Borsa Italiana dal 2004, Terna provvede alla manutenzione e allo sviluppo della rete elettrica nel rispetto dell’ambiente, coniugando competenze e tecnologie per migliorare l’efficienza. Terna è una realtà di eccellenza europea con 3.500 professionisti impegnati quotidianamente nella sicurezza del sistema elettrico nazionale. La società è responsabile della programmazione, sviluppo e manutenzione della Rete, coniugando competenze, tecnologie e innovazioni in linea con le best practices internazionali. Attraverso Terna Plus gestisce le nuove opportunità di business e le attività non tradizionali, anche all’estero. Perché serve realizzare l’opera La nuova Stazione Elettrica 220/132 kV di Agnosine e i relativi raccordi aerei alla RTN, vengono realizzati nell’ambito dell’intervento di Razionalizzazione della rete AT della Valsabbia (Provincia di Brescia), che si rende necessario al fine di: • garantire la sicurezza di esercizio e la continuità del servizio di trasmissione in Valsabbia (BS); • garantire, contestualmente, uno sviluppo coerente e sinergico della rete elettrica, nell’ottica di un miglioramento della qualità del servizio elettrico ottimizzando i flussi lungo le linee di trasmissione AAT/AT. Benefici dell’opera I benefici attesi correlati all’entrata in servizio dell’intervento “Razionalizzazione 220/132 kV in Valsabbia”, sono di seguito elencati: • riduzione delle perdite di rete: le opere previste consentiranno infatti la diminuzione delle perdite sulla rete di trasmissione mediante uno sfruttamento più efficiente del sistema elettrico di trasporto; • incremento di energia liberata da fonte rinnovabile: l’intervento contribuirà ad incrementare la capacità produttiva da impianti rinnovabili; • incremento dell’affidabilità dell’alimentazione delle utenze dell’area; • smantellamento di circa 7 km di elettrodotti aerei a 132 kV; Il risparmio per il sistema elettrico è stato stimato in circa 5 M€ (benefici annui attualizzati). Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito www.terna.it nella sezione Cantieri Terna per l’Italia. AVVISO AL PUBBLICO AVVISO DI APPROVAZIONE DEL PROGETTO DEFINITIVO CON DICHIARAZIONE DI PUBBLICA UTILITÀ’ ED IMPOSIZIONE DEL VINCOLO PREORDINATO ALL’ESPROPRIO (art. 17, comma 2, D.P.R. 8 giugno 2001, n. 327 e successive modificazioni e art. 52 ter D.Lgs. 330/2004) Terna Rete Italia S.p.A. (C.F. 11799181000), con sede legale in Via Egidio Galbani 70, 00156 Roma, in nome e per conto di TERNA S.p.A. (C.F. 05779661007), con sede legale in Via Egidio Galbani 70, 00156 Roma, giusta procura Rep. n. 18464 del 14 marzo 2012 per Notaio Luca Troili in Roma ai sensi dell’ art. 17, comma 2, D.P.R. 8 giugno 2001, n. 327 e successive modificazioni e dell’art. 52 ter del D.Lgs. 330/2004, Comune di Agnosine Foglio 8 particelle 665 INDUSTRIE RIUNITE ODOLESI I.R.O. S.p.A., 694 INDUSTRIE RIUNITE ODOLESI I.R.O. S.p.A., 704 INDUSTRIE RIUNITE ODOLESI I.R.O. S.p.A., 724 BIRBES Giuseppe, ZAMBELLI Delia, 728 INDUSTRIE RIUNITE ODOLESI I.R.O. S.p.A., 741 INDUSTRIE RIUNITE ODOLESI I.R.O. S.p.A., 742 INDUSTRIE RIUNITE ODOLESI I.R.O. S.p.A., 744 INDUSTRIE RIUNITE ODOLESI I.R.O. S.p.A., 753 TSL IMMOBILIARE S.a.s. DI TOMASONI Mario & C., 756 TSL IMMOBILIARE S.a.s. DI TOMASONI Mario & C., 758 INDUSTRIE RIUNITE ODOLESI I.R.O. S.p.A., 760 INDUSTRIE RIUNITE ODOLESI I.R.O. S.p.A., 761 TSL IMMOBILIARE S.a.s. DI TOMASONI MARIO & C., 764 BONOMINI PALMA, 765 FERREMI Franca, 771 BONOMINI Stefano, BONOMINI Velia, 786 BONOMINI PALMA, 787 BONOMINI PALMA, 788 CARLI Fiorino, CARLI Maria, 896 MORA Guido, TSL IMMOBILIARE S.a.s. DI TOMASONI Mario & C., 901 MORA Guido, TSL IMMOBILIARE S.a.s. DI TOMASONI Mario & C., 2006 TSL IMMOBILIARE S.a.s. DI TOMASONI Mario & C., 2376 INDUSTRIE RIUNITE ODOLESI I.R.O. S.p.A., 4491 MORA Giampietro, MORA Giorgio, MORA Guido, MORA Michele, MORA Orsola, 4492 MORA Orsola, 4493 MORA Guido, TSL IMMOBILIARE S.a.s. DI TOMASONI Mario & C., 4508 AMICI Agnese, 4527 TSL IMMOBILIARE S.a.s. DI TOMASONI Mario & C., 4528 BONOMINI PALMA, 4529 BONOMINI PALMA, 4530 BONOMINI PALMA, 4531 BONOMINI PALMA, 4997 COMUNE DI AGNOSINE, 5009 COMUNE DI AGNOSINE, 5011 COMUNE DI AGNOSINE, 5012 COMUNE DI AGNOSINE, 5013 COMUNE DI AGNOSINE, 5070 COMUNE DI AGNOSINE, 5167 REGUITTI S.p.A., VALLESABBIA SERVIZI S.r.l., 5276 BONOMINI PALMA, 5420 TSL IMMOBILIARE S.a.s. DI TOMASONI Mario & C. PREMESSO • che TERNA S.p.a è concessionaria dello Stato per la trasmissione e dispacciamento dell’energia elettrica e per lo sviluppo della Rete Elettrica Nazionale, giusta concessione emanata in data 20.4.2005 e divenuta efficace in data 1.11.2005, sulla base di quanto disposto dal D.P.C.M. 11.5.2004; • che con decreto n. 239/EL-274-211-2014 emanato il 14.05.2014 il Ministero dello Sviluppo Economico di concerto con il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare ha approvato il progetto definitivo per la “Costruzione ed esercizio di una Stazione Elettrica 220/132 kV denominata Agnosine, dei relativi collegamenti alla Rete di Trasmissione Nazionale e delle opere connesse” da parte di TERNA S.p.A., nel territorio dei Comuni di Agnosine, Odolo e Preseglie, in Provincia di Brescia, autorizzando la costruzione e l’esercizio delle suddette opere, con dichiarazione di pubblica utilità, di urgenza e indifferibilità ed inamovibilità delle medesime; • che con il medesimo Decreto, il Ministero dello Sviluppo Economico di concerto con il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, ha imposto il vincolo preordinato all’esproprio e/o asservimento coattivo sui beni interessati dall’opera in oggetto, siti nei Comuni Agnosine, Odolo e Preseglie, in Provincia di Brescia, indicati negli allegati al progetto approvato, che formano parte integrante e sostanziale del suddetto atto autorizzativo; • che con il medesimo Decreto, all’art. 7, il Ministero dello Sviluppo Economico di concerto con il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, ai sensi dell’art. 6, comma 8, del DPR 327/2001 ha conferito delega (con facoltà di subdelega ad uno o più dirigenti della società) alla società TERNA S.p.a., in persona del suo legale rappresentante pro tempore, Amministratore Delegato Dott. Matteo Del Fante, ad esercitare tutti i poteri espropriativi previsti dal D.P.R. 327/2001 e dal D.Lgs. 330/2004 e ad emettere e sottoscrivere tutti i relativi atti e provvedimenti ivi inclusi, a titolo esemplificativo e non esaustivo, i decreti di asservimento coattivo, di espropriazione e retrocessione, i decreti di occupazione ex articoli 22, 22 bis e 49 del citato D.P.R. 327/2001, le autorizzazioni al pagamento delle indennità provvisorie e definitive, e di espletare tutte le connesse attività necessarie ai fini della realizzazione dell’elettrodotto; • che con procura rep. n. 18955/9165 di racc. del 05.06.2012 per notaio Troili di Roma, registrata a Roma 2 il 08.06.2012 al n. 14933/Serie 1T, il legale rappresentante pro tempore di TERNA S.p.A, ha dato incarico al Dott. Luigi De Francisci, Dirigente dell’Ufficio Espropri, di emettere e sottoscrivere tutti gli atti e i provvedimenti relativi al procedimento ablativo e di espletare le connesse attività necessarie ai fini della realizzazione dell’elettrodotto; • che il Dirigente dell’Ufficio Espropri e Asservimenti ha nominato Responsabile del Procedimento espropriativo per l’elettrodotto in oggetto l’ing. Luca Sabbadini, Responsabile dell’Area Progettazione e Realizzazione Impianti Nord Ovest, Via Sandro Botticelli n.139 – 10154 Torino; AVVISA • che il presente avviso, unitamente all’Elenco delle Ditte, è pubblicato sui quotidiani “Corriere della Sera” e “Il Messaggero” (a diffusione nazionale) e “Il Giornale di Brescia” (a diffusione locale), sugli Albi Pretori dei Comuni di Agnosine, Odolo, e Preseglie, nonché sul sito informatico della Regione Lombardia; • che gli interessati potranno fornire ogni elemento utile alla determinazione del valore da attribuire all’area interessata ai fini della liquidazione dell’indennità di servitù inviando le proprie comunicazioni al responsabile del procedimento; ogni comunicazione a riguardo sarà trasmessa all’Ufficio Espropri e Asservimenti; • che entro il termine perentorio di trenta giorni, decorrenti dalla data di pubblicazione del presente avviso, il proprietario/i delle aree e ogni altro interessato avente diritto, possono prendere visione del progetto depositato e presentare, se lo ritengono, entro lo stesso termine, in forma scritta a mezzo raccomandata A/R, le proprie eventuali osservazioni allo scrivente presso il seguente indirizzo: Terna Rete Italia S.p.A. – Direzione Ingegneria – APRI Nord ovest – Via Sandro Botticelli n.139 – 10154 Torino, con avvertenza che in difetto, o in caso di ritardo, si procederà senza tenere conto delle eventuali osservazioni tardive; • che nel caso di aree agricole, si dovrà comunicare se il proprietario è diretto coltivatore del fondo oppure se l’attività agricola viene svolta da altri soggetti in qualità di fittavolo; • che ai sensi dell’art. 32, comma 2, D.P.R. 327/01, dopo la comunicazione del presente avviso non saranno tenute in conto nell’indennità le costruzioni, le migliorie, le piantagioni effettuate sul fondo; • che il presente avviso sostituisce la comunicazione personale agli interessati, ai sensi dell’art. 17, comma 2, del DPR 8.6.2001 n. 327 poiché nella fattispecie il numero dei destinatari della procedura è superiore a 50 (cinquanta); • che secondo quanto previsto dall’art. 3 comma 3 del DPR 327/01, colui che risulti proprietario secondo i registri catastali, ove non lo sia più, è tenuto a comunicarlo entro trenta giorni, decorrenti dalla data di pubblicazione del presente avviso, indicando, ove ne sia a conoscenza, il nuovo proprietario o, comunque, fornendo copia degli atti in suo possesso utili a ricostruire le vicende dell’immobile; Elenco proprietari interessati dalle aree potenzialmente impegnate, al fine dell’esproprio, per la nuova Stazione Elettrica di Agnosine Elenco proprietari interessati dalle aree potenzialmente impegnate, al fine dell’imposizione della servitù permanente di elettrodotto, per i raccordi aerei Comune di Agnosine: Foglio 6 particelle: 1637 COMELLI Ermida, 1640 RICCHINI Aldo, 1690 BRESCIANI Roberta, CAPRIOLI Claudia, 1691 BRESCIANI Roberta, CAPRIOLI Claudia, 1692 BRESCIANI Roberta, CAPRIOLI Claudia, 1707 RICCHINI Aldo, 1708 RICCHINI Aldo, 4244 PROVINCIA DI BRESCIA AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE, 4246 RICCHINI Aldo, 4247 PROVINCIA DI BRESCIA AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE, 4248 RICCHINI Aldo, 4249 PROVINCIA DI BRESCIA AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE, 4250 BRESCIANI Roberta, CAPRIOLI Claudia, 4252 PROVINCIA DI BRESCIA AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE, 4253 BRESCIANI Roberta, CAPRIOLI Claudia, 4254 PROVINCIA DI BRESCIA AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE, 4593 BRESCIANI Gian Pietro, 4595 BRESCIANI Gian Pietro, 5410 COMELLI Ermida; Foglio 8 particelle: 607 MAZZACANI Elvira, PIALORSI Bruno, 609 MAZZACANI Elvira, PIALORSI Bruno, 694 INDUSTRIE RIUNITE ODOLESI I.R.O. S.P.A., 702 BIGNOTTI Mariangela, MASSETTI Elvira, MASSETTI Marco, MASSETTI Sandro, MASSETTI Silvano, 703 MAZZACANI Elvira, PIALORSI Bruno, 706 BIGNOTTI Mariangela, MASSETTI Elvira, MASSETTI Marco, MASSETTI Sandro, MASSETTI Silvano, 707 BIGNOTTI Mariangela, MASSETTI Elvira, MASSETTI Marco, MASSETTI Sandro, MASSETTI Silvano, 708 TSL IMMOBILIARE S.a.s. DI TOMASONI MARIO & C., 710 CASELLA Isidoro, MAZZOLDI Matilde, 712 CASELLA Isidoro, MAZZOLDI Matilde, 713 VITTICI Alessandra, VITTICI Giuseppina, VITTICI Patric, 714 BIRBES Giuseppe, ZAMBELLI Delia, 715 BIRBES Giuseppe, ZAMBELLI Delia, 716 BIRBES Giuseppe, ZAMBELLI Delia, 717 BIRBES Giuseppe, ZAMBELLI Delia, 718 BIRBES Giuseppe, ZAMBELLI Delia, 719 BERNARDELLI Antonio, BERNARDELLI Ottavio, 720 BIRBES Giuseppe, ZAMBELLI Delia, 721 BIRBES Giuseppe, ZAMBELLI Delia, 722 BIRBES Giuseppe, ZAMBELLI Delia, 723 VITTICI Alessandra, VITTICI Giuseppina, VITTICI Patric, 741 INDUSTRIE RIUNITE ODOLESI I.R.O. S.p.A., 743 TSL IMMOBILIARE S.a.s. DI TOMASONI MARIO & C., 746 ZINELLI Giovanni, ZINELLI Pietro, 747 TSL IMMOBILIARE S.a.s. DI TOMASONI MARIO & C., 748 TSL IMMOBILIARE S.a.s. DI TOMASONI MARIO & C., 749 TSL IMMOBILIARE S.a.s. DI TOMASONI MARIO & C., 750 MARCOLINI Aldina, SCALVINI Luciano, 751 MARCOLINI Aldina, SCALVINI Luciano, 753 TSL IMMOBILIARE S.a.s. DI TOMASONI MARIO & C., 757 MARCOLINI Aldina, SCALVINI Luciano, 758 INDUSTRIE RIUNITE ODOLESI I.R.O. S.p.A., 759 MARCOLINI Aldina, SCALVINI Luciano, 760 INDUSTRIE RIUNITE ODOLESI I.R.O. S.P.A., 761 TSL IMMOBILIARE S.a.s. DI TOMASONI MARIO & C., 763 TSL IMMOBILIARE S.a.s. DI TOMASONI MARIO & C., 790 FERREMI Franca, 791 MARCOLINI Aldina, SCALVINI Luciano, 799 MARCOLINI Aldina, SCALVINI Luciano; 2006 TSL IMMOBILIARE S.a.s. DI TOMASONI MARIO & C., 2495 BIRBES Giuseppe, ZAMBELLI Delia, 2496 BERNARDELLI Antonio, BERNARDELLI Ottavio, 2497 BIRBES Giuseppe, ZAMBELLI Delia, 2500 TSL IMMOBILIARE S.A.S. DI TOMASONI MARIO & C., 2503 MARCOLINI Aldina, SCALVINI Luciano, 2897 BIRBES Giuseppe, ZAMBELLI Delia, 2943 BIRBES Giuseppe, ZAMBELLI Delia, 4006 TSL IMMOBILIARE S.a.s. DI TOMASONI MARIO & C., 4007 TSL IMMOBILIARE S.a.s. DI TOMASONI MARIO & C., 4008 TSL IMMOBILIARE S.a.s. DI TOMASONI MARIO & C., 4013 COMUNE DI AGNOSINE, 4518 TOLENTINI Erina, 4519 BIRBES Giuseppe, ZAMBELLI Delia, 4520 TOLENTINI Erina, 4521 BIRBES Giuseppe, ZAMBELLI Delia, 4522 BRESCIANI Geltrude, 4523 BRESCIANI Geltrude, 4524 BRESCIANI Geltrude, 4525 BRESCIANI Geltrude, 4526 BRESCIANI Geltrude, 4527 TSL IMMOBILIARE S.a.s. DI TOMASONI MARIO & C., 5420 TSL IMMOBILIARE S.a.s. DI TOMASONI MARIO & C., Foglio 9 particelle: 2282 DONATI Armando, 2342 BENEDINI Lorenzo, GOFFI Francesca, GOFFI Gabriella, 2688 DONATI Armando, 2892 BENEDINI Lorenzo, FERREMI Ettore, GOFFI Francesca, GOFFI Gabriella, 4605 BRESCIANI Francesco, 5705 DONATI Armando, 6039 BENEDINI Lorenzo, GOFFI Francesca, GOFFI Gabriella, 6040 BENEDINI Lorenzo, GOFFI Francesca, GOFFI Gabriella; Foglio 10 particelle: 1325 RICCHINI Bortolo, 1326 PONCHIARDI Fernando, 1636 RICCHINI Bortolo, 1733 PONCHIARDI Fernando, 1734 RICCHINI Bortolo, 1735 ERBAGGI Mauro, 1737 PONCHIARDI Fernando, 2408 COMUNE DI AGNOSINE, 2558 CRESCINI Oliva, 2634 SALTI Francesco, 2705 FRANCINI Danilo, FRANCINI Fabiano, 2706 SOLDI Massimo, 2707 COMUNE DI AGNOSINE, 2719 BRESCIANI Gabriella, BRESCIANI Giannamaria, BRESCIANI Susanna, 2720 CRESCINI Carlo, CRESCINI Giovanni, CRESCINI Itala, CRESCINI Piera, ZAMBELLI Giacomina, 2727 COMUNE DI AGNOSINE, 2731 COMUNE DI AGNOSINE, 2738 BENINI Lamberto, BENINI Luigi Tomaso, BENINI Severino, 2739 FRANCESCHINI Renata, MARIANI Laura, MARIANI Ugo, 2740 MAFFIETTI Faustino, 2744 SOLDI Massimo, 2747 CRESCINI Oliva, 2748 MAFFIETTI Faustino, 2751 GEZZOLI Pasqua, GEZZOLI Pierfranco, 2752 DONATI Armando, 2753 GHIDINI Amedeo Giuseppe, 2754 FERREMI Adriana, 2869 SOLDI Massimo, 2871 DONATI Armando, 4653 Nessun dato trovato, 4718 GHIDINI Amedeo; Foglio 11 particelle: 448 MARCHETTI Dino;GIUSEPPE, 527 GORIZIA Giovanni, RIZZARDINI Giovanni, 528 GORIZIA Giovanni, RIZZARDINI Giovanni, 529 GORIZIA Giovanni, RIZZARDINI Giovanni, 538 GORIZIA Tiziano, REGUITTI Liliana, 539 GEZZOLI Aurora, GEZZOLI Clara, GEZZOLI Elisa, GEZZOLI Eugenia, GEZZOLI Gianna Maria, GEZZOLI Ives, GEZZOLI Lucia, GEZZOLI Nadia, GEZZOLI Patrizia, 541 GEZZOLI Aurora, GEZZOLI Clara, GEZZOLI Elisa, GEZZOLI Eugenia, GEZZOLI Gianna Maria, GEZZOLI Ives, GEZZOLI Lucia, GEZZOLI Nadia, GEZZOLI Patrizia, 548 GORIZIA Tiziano, REGUITTI Liliana, 549 MARCHETTI Dino;GIUSEPPE, 550 MARCHETTI Dino;GIUSEPPE, 551 MARCHETTI Dino;GIUSEPPE, 552 MARCHETTI Dino;GIUSEPPE, 553 COMUNE DI AGNOSINE, 556 MARIANI E C. - S.R.L., 557 FERREMI Elsa, FERREMI Ugo, 558 FERREMI Elsa, FERREMI Ugo, 584 GORIZIA Tiziano, REGUITTI Liliana, 622 BRESCIANI Geltrude, COLOMBO Fabrizio, 2561 COMUNE DI AGNOSINE, 2697 MARIANI Bortolo, 2698 COMUNE DI AGNOSINE, TRENTI Costante, TRENTI Pietro, 2703 COMUNE DI AGNOSINE, 2704 COMUNE DI AGNOSINE, 2755 COMUNE DI AGNOSINE, 2758 CRESCINI Paola;FU GIOVANNI BATTISTA MAR BERTONI, VILLA DI S ANDREA DI AGNOSINE, 2761 GORIZIA Giovanni, RIZZARDINI Giovanni, 2771 COMUNE DI AGNOSINE, 2772 COMUNE DI AGNOSINE, 2789 GORIZIA Giovanni, RIZZARDINI Giovanni, 2792 GORIZIA Giovanni, RIZZARDINI Giovanni, 3030 CACCAGNI Eugenio; DETTO LUIGI, 4883 COMUNE DI AGNOSINE; Foglio 12 particelle: 531 FURENTI Lidia, SILIQUA Fabrizio, SILIQUA Fusco, SILIQUA Valerio, 532 FURENTI Lidia, SILIQUA Fabrizio, SILIQUA Fusco, SILIQUA Valerio, 535 GEZZOLI Aurora, GEZZOLI Clara, GEZZOLI Elisa, GEZZOLI Eugenia, GEZZOLI Gianna Maria, GEZZOLI Ives, GEZZOLI Lucia, GEZZOLI Nadia, GEZZOLI Patrizia, 536 GEZZOLI Aurora, GEZZOLI Clara, GEZZOLI Elisa, GEZZOLI Eugenia, GEZZOLI Gianna Maria, GEZZOLI Ives, GEZZOLI Lucia, GEZZOLI Nadia, GEZZOLI Patrizia, 573 GEZZOLI Aurora, GEZZOLI Clara, GEZZOLI Elisa, GEZZOLI Eugenia, GEZZOLI Gianna Maria, GEZZOLI Ives, GEZZOLI Lucia, GEZZOLI Nadia, GEZZOLI Patrizia, 583 GEZZOLI Aurora, GEZZOLI Clara, GEZZOLI Elisa, GEZZOLI Eugenia, GEZZOLI Gianna Maria, GEZZOLI Ives, GEZZOLI Lucia, GEZZOLI Nadia, GEZZOLI Patrizia, 614 BIGNOTTI Mariangela, MASSETTI Elvira, MASSETTI Marco, MASSETTI Sandro, MASSETTI Silvano, 615 BIGNOTTI Mariangela, MASSETTI Elvira, MASSETTI Marco, MASSETTI Sandro, MASSETTI Silvano, 624 BERTENI Roberto, SAVIONI Luigina, 625 BERTENI Roberto, SAVIONI Luigina, 626 BIGNOTTI Mariangela, MASSETTI Elvira, MASSETTI Marco, MASSETTI Sandro, MASSETTI Silvano, 628 MASSETTI Luciano, 629 BERTENI Roberto, SAVIONI Luigina, 630 MASSETTI Luciano, 631 BERTENI Roberto, SAVIONI Luigina, 632 BERTENI Roberto, SAVIONI Luigina, 634 BERTENI Roberto, SAVIONI Luigina, 636 BERTENI Roberto, SAVIONI Luigina, 637 BERTENI Roberto, SAVIONI Luigina, 639 Corriere della Sera Mercoledì 23 Luglio 2014 Cronache 19 italia: 51575551575557 # La prof di Trento Francia L’arcivescovo: discriminazioni sessuali da evitare Mont-Saint-Michel Apre il ponte pedonale che sfiora l’alta marea Dopo tre anni di lavori apre al pubblico il nuovo ponte pedonale del Mont-Saint-Michel, uno dei siti turistici più frequentati di Francia, con 2,7 milioni di visitatori l’anno. Il progetto, dell’architetto austriaco Dietmar Feichtinger, un ponte a «s» che sfiora l’acqua durante le maree «per confondersi nel paesaggio come una lama galleggiante», ha sollevato diverse polemiche. Ma si è reso necessario per salvare dall’insabbiamento la storica rocca sull’Atlantico eletta dall’Unesco patrimonio dell’umanità. © RIPRODUZIONE RISERVATA Trasporti Ieri il sì in Commissione: spazio alle due ruote in città e sui tracciati extraurbani Moto e bici sulle corsie preferenziali In autostrada anche gli scooter 125 Legge delega al governo sul nuovo codice: reti a pedaggio più aperte Le novità Più moto in autostrada Scooter e motocicli 125 cc potranno circolare su tangenziali e autostrade. Biciclette e motocicli, in futuro, potranno muoversi sulle corsie preferenziali riservate ai mezzi pubblici urbani Ai centauri lo status di «utenti vulnerabili» A chi utilizza ciclomotori e motocicli verrà riconosciuto lo status di utenti vulnerabili della strada: per la prima volta vengono presi in considerazione come categoria Meno ostacoli e maggiore sicurezza Saranno introdotte disposizioni per migliorare la sicurezza della circolazione di bici, ciclomotori e moto, limitando la presenza a bordo strada di ostacoli fissi artificiali MILANO — Ieri è arrivato il primo «sì». Scooter e moto «125» potranno circolare sulle tangenziali e le autostrade. Le biciclette e i motocicli, un giorno, si muoveranno sulle corsie preferenziali riservate ai mezzi pubblici in città. Non c’è solo la novità del reato di omicidio stradale negli articoli che compongono la legge delega, licenziata dopo otto mesi di lavori dalla commissione Trasporti della Camera, che fissa i criteri per la riforma del Codice della strada. Gli articoli approvati ieri, infatti, sono rivolti alla mobilità sulle due ruote, in città e sulle strade extraurbane. Quando sarà completato l’iter parlamentare, il Governo Renzi avrà 12 mesi di tempo per varare la nuova legge. Se accoglierà le indicazioni fornite dai deputati, arriverà il via libera definitivo per consentire ai proprietari di moto e scooter di cilindrata 125 cc di circolare su tangenziali e autostrade ma patto che i conducenti siano maggiorenni. «Così il nostro Paese — spiega l’Associazione nazionale ciclo motociclo accessori (Ancma), che riunisce le aziende italiane costruttrici di veicoli a 2 e a 3 ruote — si allinea finalmente al resto d’Europa, dove questa limitazione non è mai esistita». Inoltre, nel testo è prevista l’adozione di «misure per favo- rire l’accesso delle due ruote nelle corsie preferenziali dei mezzi pubblici delle città». Linee guida che se tutti i sindaci — ai quali spetta la competenza per legge — attuassero, potrebbero mettere fine al guazzabuglio normativo che rende complicato ai cittadini capire in quali città è consentito circolare sulle corsie e in quali no. «La semplificazione normativa è una delle pietre miliari di tutta la riforma del Codice — dice Riccardo Nencini, viceministro alle Infrastrutture e ai Trasporti — e noi non vogliamo assolutamente “sorpassare” i sindaci ma, piuttosto, invitarli a dare la possibilità di circolare a ciclisti e motociclisti con più sicurezza. A loro vogliamo attribuire lo status di utenti vulnerabili della strada, anche con altre norme». L’idea che serva maggiore sicurezza è sposata anche da Ancma-Confindustria. «L’accesso alle corsie preferenziali anche per le bici e i motocicli accresce la sicurezza degli utenti delle due ruote separandoli dal traffico ordinario. È stata mutuata dall’esperienza positiva di altre Tracciabilità La marchiatura volontaria del telaio renderà più facile per gli agenti recuperare le bici rubate Berneschi al gip Interrogato l’ex presidente di Carige: «Qualcuno prenderà una testata» GENOVA — Ha perso la sua freddezza l’ex presidente di Banca Carige Giovanni Berneschi, arrestato con l’accusa di riciclaggio, evasione fiscale, ostacolo agli organi di vigilanza e false comunicazioni agli azionisti. Berneschi, ai domiciliari, è stato raggiunto da un altro ordine di arresto nello stesso giorno in cui i dirigenti del centro fiduciario di Carige sono finiti in carcere. Il banchiere ha risposto all’interrogatorio di garanzia e al termine ha detto: «Qualcun altro prenderà una testata». I suoi collaboratori si sono difesi spiegando che «Berneschi ordinava e noi obbedivamo». Ma l’ex banchiere continua negare. Anche ieri ha sostenuto che i 13 milioni di euro rientrati dalla Svizzera falsamente intestati alla moglie e alla nuora erano frutto di suoi risparmi. Per i pm quella somma è invece il frutto di una truffa perpetrata da Berneschi con il manager delle Assicurazioni Ferdinando Menconi ai danni della banca. La nuora di Berneschi si è avvalsa della facoltà di non rispondere. MASSETTI Luciano, 640 MASSETTI Luciano, 642 MASSETTI Luciano, 643 MASSETTI Luciano, 646 FERREMI Giulio, 648 MASSETTI Luciano, 650 MASSETTI Mario, 651 MASSETTI Mario, 652 MASSETTI Mario, 653 E.V.A. _ S.r.l., 654 MASSETTI Mario, 655 E.V.A. _ S.r.l., 656 E.V.A. _ S.r.l., 657 E.V.A. _ S.r.l., 662 E.V.A. _ S.r.l., 683 E.V.A. _ S.r.l., 684 E.V.A. _ S.r.l., 685 GORIZIA Giovanni, 686 GORIZIA Giovanni, 687 GORIZIA Giovanni, 688 GORIZIA Giovanni, 689 BIGNOTTI Mariangela, MASSETTI Elvira, MASSETTI Marco, MASSETTI Sandro, MASSETTI Silvano, 693 BERNARDELLI Angela, BERNARDELLI Oreste, TONONI Letizia, 700 BIGNOTTI Mariangela, MASSETTI Elvira, MASSETTI Marco, MASSETTI Sandro, MASSETTI Silvano, 701 BIGNOTTI Mariangela, MASSETTI Elvira, MASSETTI Marco, MASSETTI Sandro, MASSETTI Silvano, 2483 MASSETTI Mario, 2639 MASSETTI Mario, 2663 BIGNOTTI Mariangela, MASSETTI Elvira, MASSETTI Marco, MASSETTI Sandro, MASSETTI Silvano, 2785 BONA Aurelia, 2786 BONA Aurelia, 2787 BONA Aurelia, PACE Angelo, 2797 FERREMI Fernanda, 2987 PIALORSI Bruno, 3101 ZANARDELLI Monica, 3560 AMICI Agnese;MAR MORETTI, 3561 FERREMI Angela Marinella, 5388 BERTENI Roberto, SAVIONI Luigina, 5496 ECCOMELLI Franco, 5588 BONA Aurelia, 5589 BECCHETTI Lucia, 5590 BONA Aurelia, 6006 COMUNE DI AGNOSINE, 6007 COMUNE DI AGNOSINE; Foglio 16 particelle: 1334 PELIZZARI Graziella, 1758 PELIZZARI Graziella, 1760 PELIZZARI Graziella, 1762 BORZI Fabio, CRESCINI Adalgisa, 1763 PELIZZARI Graziella, 1770 PELIZZARI Graziella, 1773 PELIZZARI Graziella, 1780 FOLINI Oliviero, 2580 GHIDONI Leonello, 2583 GHIDONI Angela, 2584 GHIDONI Angela, 2594 GHIDONI Angela, 2788 PELIZZARI Graziella, 3514 BORZI Fabio, CRESCINI Adalgisa, 4058 FOLINI Oliviero, ROSSI Annamaria, 4071 GHIDONI Angela, 4076 GHIDONI Angela, 4857 PELIZZARI Graziella. Comune di Odolo: Foglio 1 particelle: 416 LEALI S.p.A., 417 ZINELLI Pietro, 420 VITTICI Alessandra, VITTICI Giuseppina, VITTICI Patric, 421 TONONI Giulia, TONONI Matteo, 422 TONONI Giulia, TONONI Matteo, 423 TONONI Giulia, TONONI Matteo, 1457 TONONI Giulia, TONONI Matteo; Foglio 7 particelle: 992 BONOMINI Moreno, 995 DE GIACOMI Giovanni, DI ANGELO, 1031 BERNARDELLI Daniela, COMINOTTI Rosa Angela, LEALI Caterina, LEALI Deborha, LEALI Egidio, LEALI Egidio, LEALI Elena, LEALI Elisabetta, LEALI Elisabetta, LEALI Elisabetta, 1214 RUFFINI Giovanni, 1524 BONOMINI Moreno, 1527 PASINI Pietro, 1747 FACCHETTI Maria, LEALI Bruno, TONONI Maddalena, 3107 E. D. © RIPRODUZIONE RISERVATA città europee, come Londra». Esultano anche le associazioni di ciclisti. «È una gran bella notizia — sostiene Giulietta Pagliaccio, presidente della Federazione italiana amici della bicicletta — perché fa capire che c’è una diversa attenzione al tema della mobilità sostenibile con norme, tra l’altro, a costo praticamente zero per lo Stato. Noi speriamo che al Senato venga anche introdotto il limite di 30 km/h nel centro delle città e la possibilità di studiare nuovi piani del traffico per consentire il controsenso ciclabile». Tra gli altri provvedimenti contenuti nel testo della legge delega c’è la previsione di un sistema di marchiatura volontaria del telaio delle bici, che renderà più semplice alle forze dell’ordine l’identificazione e il recupero di quelle rubate. Furti che avvengono specialmente in città e che fanno desistere dall’acquisto. Infine è stato affrontato il problema annoso delle strade; arterie spesso costruite molti anni fa, quando si badava più alla sicurezza degli automobilisti che a quella di ciclisti e centauri. «Grazie ai nuovi criteri ci dovrà essere più attenzione alla presenza, a bordo strada, di ostacoli fissi come i supporti della segnaletica o i guardrail — conclude Ancma — e per questo il ministero dei Trasporti sarà incaricato di predisporre linee guida destinate agli enti proprietari delle strade per la progettazione e la costruzione di infrastrutture sicure anche per gli utilizzatori di veicoli a due ruote. Il documento potrà essere ancora modificato nel successivo passaggio al Senato, ma già oggi contiene lo scheletro del futuro codice stradale». Alla fine è sceso in campo anche l’arcivescovo di Trento: «L’orientamento sessuale è una cosa, e non ci deve essere alcuna discriminazione; i rapporti all’interno della scuola sono invece un’altra cosa e su quelli si può discutere perché riguardano l’agire». Monsignor Luigi Bressan vuole vederci chiaro: «Qui il problema è complesso e non si può certo risolvere con uno slogan. Incontrerò la madre superiora». Deve far luce sul delicato caso della professoressa che ha denunciato ai comitati Tsipras di essere stata cacciata dall’Istituto Comprensivo Sacro Cuore di Trento per ragioni legate alla Monsignor Luigi Bressan sua omosessualità. «La madre superiora mi ha convocato, mi ha chiesto se davvero avevo una fidanzata, mi ha suggerito di farmi curare e mi ha detto che potevo continuare se fossi stata disposta a risolvere il mio problema. Io non ho risposto e l’Istituto non mi ha più rinnovato il contratto», dice l’insegnante. La religiosa, Eugenia Liberatore, non ci sta: «Verità stravolta, l’ho chiamata per un atto di gentilezza nei suoi confronti dopo varie lamentele di genitori, alunni e colleghi». Parole che hanno naturalmente alimentato l’incendio. «Falsa, non ha più argomentazioni». Insomma, è scontro e il caso divampa. «Intervengano il ministero e L’Ue», ha chiesto l’eurodeputata Tsipras Eleonora Forenza. Mentre gli ispettori ministeriali preannunciano un’accurata indagine. © RIPRODUZIONE RISERVATA Alessio Ribaudo AlessioRib © RIPRODUZIONE RISERVATA GUSSAGO Maria Giulia, GUSSAGO Roberto, 3478 ECCOMELLI Antonietta, 3545 RUFFINI Giovanni, 3546 ex 1464 RUFFINI Giovanni. Comune di Preseglie: Foglio 15 particelle: 1576 TONONI Giulia; MAR TONONI, TONONI Matteo. Terna Rete Italia SpA – Viale Egidio Galbani, 70 - 00156 Roma – Italia Reg. Imprese di Roma, C.F. e P.I. 11799181000 REA 1328587 Capitale Sociale 120.000,00 Euro i.v. – Socio Unico Direzione e Coordinamento di Terna SpA 20 italia: 51575551575557 Mercoledì 23 Luglio 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Mercoledì 23 Luglio 2014 Cronache 21 italia: 51575551575557 ✒ Ieri e oggi Il cubo Disegnata nel 1962 da Zanuso e Sapper, ha trasformato la radio in un’icona di design e tecnologia. Oggi la Ts522 è stata «aggiornata» pur mantenendo le linee originali Walkman Dopo 35 anni la Sony rilancia il walkman che ha segnato un’intera generazione perché ha consentito a chiunque di ascoltare musica camminando per le città. Oggi è un lettore di file musicali chiamato Zx1, ricavato a mano da un blocco di alluminio e con schermo touch Tivoli Audio Il model one dal design minimale è stato progettato da Henry Kloss che aveva disegnato alcuni modelli di casse acustiche degli anni Settanta diventati dei cult Costume Le linee degli anni 60 e i portatili degli 80 si sposano con le nuove tecnologie Cuffie, walkman, vecchie radio La rivincita nell’era dei file-audio Il ritorno degli oggetti per l’ascolto: ma ora sono connessi CORBIS / ELABORAZIONE FOTOGRAFICA CORRIERE DELLA SERA La musica si guarda indietro. Se il «vecchio» rock ha dominato l’estate — è stato quello del Liga il tour più ricco, i Rolling Stones invece hanno avuto la data con più spettatori — anche gli strumenti con cui ascoltiamo la musica hanno messo la retromarcia. L’effetto nostalgia vince. Tornano i vinili (e i giradischi), risposta fisica alla smaterializzazione della musica. Le strade e i vagoni della metropolitana si popolano di cuffie oversize che sembrano uscire da uno studio di registrazione o dal salotto di casa anni Settanta (allora le poteva usare solo papà, però). Adesso sono attaccate a uno smartphone e hanno il cavo con il microfono per parlare al telefono. E anche nelle case le radio guardano agli anni in cui il televisore sul mobile a fianco non era piatto ma un cassettone con lo schermo in bianco e nero. Si imita il design di una volta o lo si recupera in toto ammodernando i componenti interni con connessioni bluetooth, sistemi di ricezione digitale e niente matasse di fili che si aggrovigliano e si riempiono di polvere. Nel 2000 Tivoli lanciò la sua Model One, radio con solo tre manopole (sintonia, volume, interruttore/banda) e un solo altoparlante che ha fatto scuola quanto a design retro. Nel corso degli anni anche la Model One si è tenuta al passo con i tempi e, senza aggiungere tasti o altro, ha anche la connessione Bluetooth per farla dialogare con la libreria musicale dello smartphone o del computer. Brionvega riprende invece la storia del design, come la radio Cubo TS522. Un cubo, arancione è il classico, disegnato nel 1964 da Marco Zanuso e Richard Sapper che si apriva in due e svelava una radio. L’originale è ricercato sui banchi dei mercatini dell’antiquariato, ma ci sono anche i nuovi modelli che, senza toccare le linee classiche, si sono aggiornati con connessione bluetooth, Dab (la radio digitale con rice- zione perfetta ancora in fase di lancio in Italia), telecomando e pure un audio migliorato. Per chi ha più spazio in casa c’è il radiofonografo RR26, firmato da Achille e Pier Giacomo Castiglioni nel 1965, mobiletto tutto in uno che combinava radio e giradischi e adesso si è aperto agli mp3. Il Dab, in accoppiata ovviamente alla classica ricezione Fm, è anche il cuore delle radio di Sagemcom, quella da passeggiata domenicale in centro con la famiglia, e papà con la radio all’orecchio per non perdersi i gol di «Tutto il calcio». Sembrano passati anni luce da quando i primi marziani con iPod giravano con le cuffiette bianche nelle orecchie. L’anno scorso in tutto il mondo si sono vendute circa 284 milioni di cuffie. E si spende sempre di più per ascoltare la musica. Forse perché, causa pirateria, si spende sempre meno per acquistarla. Una cuffia di livello supera come niente i 150 euro (ma anche le migliori sono vittima del rumore della metro gialla milanese). In questo settore pregiato la sfida è fra gli sportivi che puntano sulle in-ear, ovvero gli auricolari, e i modelli over-ear, cioè i padiglioni dal design moderno stile Beats (quelle che si vedono sulle orecchie dei calciatori e di cui si trovano copie taroccate in strada) o rétro come le Sennheiser Momentum rivestite in pelle inglese, le Grado ancora realizzate a mano a Brooklyn e dal profilo spartano, le classiche Akg da deejay o le Koss in stile astronauta. Si continua a rovistare nel cassetto dei ricordi. Se non è il design, può bastare anche un nome per rievocare il passato. Sony rilancia il Walkman. Nel 1979 quel piccolo mangiacassette a pile rivoluzionò il modo di ascoltare la musica introducendo il concetto di portabilità. Ecco allora il Walkman ZX1: 700 euro (non ancora in Italia) per 128 GB di memoria e scocca in alluminio, destinato agli audiofili che non si accontentano dei formati compressi e vogliono una qualità audio superiore. «Il messaggio che abbiamo dato ai nostri designer e ingegneri è stato: create un buon prodotto senza preoccuparvi dei costi», ha dichiarato Kenji Nakada di Sony al Wall Street Journal. Peccato che non faccia telefonate... Andrea Laffranchi @alaffranchi Apple allarga gli schermi con l’iPhone 6 di GIUSEPPE GUASTELLA A pple allarga gli schemi dei suoi telefonini e, armata del nuovo iPhone 6, si prepara ad aggredire il mercato degli smartphone con l’intenzione di erodere quote di vendita alla concorrente Samsung che con il 29% delle vendite la supera di 11 punti. L’accesso a Internet si sposta progressivamente dal pc ai telefonini e gli utenti si orientano verso schermi più grandi per navigare su siti sempre più complessi e guardare immagini in streaming. La coreana Samsung l’ha capito dal 2012, quando introdusse i modelli maxi della serie Galaxy, il large da 5,1 pollici, e l’extralarge da 5,7. La casa di Cupertino fa lo stesso e, dopo il successo dell’ingresso di iPhone in Cina, sembra puntare su due modelli con taglie poco inferiori a quelle Samsung: uno da 4,7 pollici e uno da 5,1, più maneggevole della «padella» Galaxy Note 33 da 5,7 pollici. L’obiettivo è realizzare un prodotto a metà tra l’attuale formato dell’iPhone da 4 pollici e l’iPad mini, dotato di schermo ad alta definizione «retina» da 7,9 pollici. Le voci su un nuovo modello Apple si rincorrono dall’uscita del 5S, ultimo upgrade in vendita da settembre 2013, ma la prima conferma di una qualche concretezza arriva dal «Wall Street Journal» che ha saputo che Apple ha ordinato al megacostruttore cinese Foxcom di produrre tra 70 e 80 milioni di schermi da 4,7 (entro agosto) e da 5,5 pollici (per dicembre). Questo lascia prevedere che il modello più piccolo sarà pronto per Natale e il più grande uscirà a primavera. La realizzazione dei nuovi schermi, però, comporterebbe qualche problema tecnico. Per ottenere la stessa alta definizione del «retina» senza aumentare peso e spessore si impiegherebbe la tecnologia «in-cell» che integra i sensori che rilevano il tocco delle dita con i cristalli liquidi che compongono le immagini, ma con problemi di resistenza meccanica superabili usando il vetro zaffiro, che costa di più. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA I messaggi impossibili SE PITAGORA E DARWIN AVESSERO AVUTO TWITTER di ANNA MELDOLESI L a storia della scienza è piena di annunci epocali, rivalità e scoperte contese. I social network invece sono un mondo in cui anche i piccoli ego crescono ed è facile lasciarsi andare a scatti di nervi e giudizi sommari. Riuscite a immaginare cosa sarebbe accaduto se i grandi scienziati del passato, quelli che si studiano a scuola, avessero potuto cinguettare nel momento dell’eureka? Dean Burnett l’ha fatto per il Guardian. Ne è venuta fuori una serie di siparietti irriverenti, che fanno sorridere sulle dinamiche della scienza e su quelle di internet. «Eh sì, in un triangolo rettangolo l’area del quadrato costruito sull’ipotenusa è uguale alla somma delle aree dei quadrati dei cateti», twitta Pitagora enunciando con disinvoltura il suo teorema datato VI secolo a.C. Ma un disturbatore è pronto a ribattere: i triangoli isosceli sono molto meglio, a chi importano gli angoli retti? Pitagora, esasperato, perde la sua eleganza matematica e fa una battuta sessista, di quelle che impazzano in rete come nei bar: «Tua madre sembrava interessata l’altra notte». Chissà come avrebbe reagito Archimede se appena uscito dalla vasca da bagno fosse corso a twittare nudo il principio del galleggiamento. Come minimo avrebbe augurato ai provocatori di affogare. Twitter è quel posto in cui un fisico nucleare con pochi follower fa il modesto e un signor nessuno con migliaia di seguaci fa lo scienziato, ha cinguettato recentemente un saggio. Meno cose si sanno più il tono è perentorio. Spiritosetti fasulli, molestatori, lobbisti di sé stessi e cospirazionisti sui social si scatenano. È facile immaginarli all’opera con Jonas Salk quando nel 1955 annuncia che il vaccino per la polio è efficace e sicuro. Nel mondo reale Salk divenne subito un eroe, un benefattore. Mezzo secolo fa appariva lampante che i vaccini non sono più pericolosi dei germi e il complottismo della rete era di là da venire. Oggi qualcuno gli risponderebbe: «Sei un imbonitore dell’industria farmaceutica». Le grandi menti del passato ci piace immaginarle assorte, ispirate, chine a riempire pagine e pagine di numeri. Ma gli scienziati sono esseri umani, con vanità e debolezze. Quasi tutti conoscono la storia di Rosalind Franklin, la bio- fisica che è diventata un’icona del movimento femminista per aver contribuito alla scoperta della doppia elica del Dna, senza essere premiata e senza vedere i propri meriti adeguatamente riconosciuti dai colleghi insigniti con il Nobel (Francis Crick, James Watson e Maurice Wilkins). Non si può resistere alla tentazione di scherzarci su, immaginando Crick che prima le copia il tweet sulla doppia elica e poi la tratta come una disturba- Nella storia Pitagora Matematico (nato nel 570 a.C. circa e morto nel 495 a.C.) considerava il numero come essenza di tutte le cose. Ha fondato a Crotone una scuola filosofica Archimede Vissuto tra il 287 e il 212 a.C., calcolò la superficie e il volume della sfera e illustrò le leggi del galleggiamento dei corpi Darwin Nato nel 1809 e morto nel 1882 naturalista, è il padre della teoria dell’evoluzione delle specie animali e vegetali e della selezione naturale trice. Molti momenti salienti per il progresso delle conoscenze possono essere rappresentati così, con umorismo e chiedendo venia agli storici. I grandi anatomisti che cercano cadaveri per gli studi sul corpo umano postando annunci online. I bisticci astronomici su cosa stia al centro, il Sole o la Terra. Darwin che espone in 140 caratteri la teoria dell’evoluzione. Nella galleria del Guardian c’è posto anche per Florence Nightingale, che nell’800 sfidò il volere della famiglia diventando la fondatrice delle scienze infermieristiche moderne. «L’analisi statistica dei sistemi sanitari può migliorare drasticamente la salute complessiva», avrebbe potuto twittare. Qualche stupido fissato con le sexy infermiere forse l’avrebbe invitata ad analizzare da vicino il sistema contenuto nei suoi pantaloni. E lei avrebbe potuto rispondere in modo beffardo e scientificamente ineccepibile. «Non si possono ottenere risultati significativi con un campione così piccolo». © RIPRODUZIONE RISERVATA 22 Cronache Mercoledì 23 Luglio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 # Sussidiario di LUCA MASTRANTONIO Il dito medio un lapsus del corpo L’ italiano medio si è impoverito economicamente, la classe dirigente linguisticamente. Lo certifica l’impronta digitale lasciata in aria da politici e vip il cui dito medio è immortalato da foto e video. Scatta come un lapsus del corpo, è rilasciato come una dichiarazione. Gesto analogico, ora anche in versione emoticon, faccini e segni che esprimono stati d’animo, nella sua sconcia immediatezza si fa gioco di Marshall McLuhan: il dito medio è mezzo e messaggio, ma pure segno, forma e contenuto per più media. L’artista Cattelan (nella foto) l’ha scelto per la scultura in piazza Affari a Milano. Gli indici salgono, scendono. Quel medio resta, ambiguo: a chi e da chi è rivolto? In politica, il pioniere del vilipendio è Umberto Bossi, e la Lega ha tutt’ora un culto per il «rigor digiti»: Salvini ha minacciato una sollevazione fiscale di diti medi. Seguono Berlusconi, la pitonessa Santanché, il celeste Formigoni e il mite Fassino, dito-mediatizzato contro i tifosi del Toro. Il gesto, infatti, è da stadio: l’ha usato Delio Rossi, allenatore della Lazio, contro i tifosi romanisti. Per una volta, però, non siamo soli. In Germania lo usò lo sfidante socialdemocratico di Angela Merkel, Peer Steinbrueck; in Sudamerica, Maradona l’ha mostrato a chi lo accusava di portare sfortuna (da noi, ne abusa l’argentina Belén). Attenzione, però. Il La cena in terrazza con medio fu sfoggiato anche dal Nobel Gabriel García Márquez e da George R.R. Martin in risposta a chi chiedeva del loro stato di salute: Gabo sarebbe morto di lì a poco, i fan del padre di «The Games of Thrones» temono non riesca a finire la serie. Qui, più che insulto, il medio è un gesto scaramantico, un cornetto scaccia-jella in pelle umana. Simile alle corna del presidente Giovanni Leone. Tiè. © RIPRODUZIONE RISERVATA Rita Boncompagni Ludovisi «Q uando avevo 16 anni e vivevo ancora in Texas, i miei genitori hanno portato me e mia sorella a fare un lungo viaggio in Europa. A Roma ho tirato una moneta nella fontana di Trevi: “Amo questa città”, mi sono detta, “spero di sposare un italiano e venire a viverci”. Era molti decenni fa». Rita Boncompagni Ludovisi, 64 anni, è seduta nella sala da pranzo di Villa Aurora, uno splendido palazzo seicentesco circondato da un parco nel centro della Capitale. Dall’altro lato del tavolo c’è il suo marito italiano, il Principe di Piombino Nicolò Boncompagni Ludovisi, 73 anni, discendente di una famiglia nobiliare che vanta tra i propri avi due papi, Gregorio XIII e Gregorio XVI. Elegante e imponente, i suoi occhi azzurri pieni di riguardo non lasciano neanche per un istante la moglie. «Non solo un italiano: un principe! — concede lei con un sorriso — È l’uomo più meraviglioso che abbia mai conosciuto. Sono una ragazza molto, molto fortunata». Insieme a noi ci sono anche due «cari amici», il direttore del Teatro di Roma Antonio Calbi, 50 anni, e il suo compagno Anthony Majanlhati, 46, storico canadese tra i curatori dell’archivio di Villa Aurora. «Sono passati a salutare e li ho invitati a cena», spiega la Principessa Boncompagni Ludovisi, che è abituata ad ospitare nel suo salotto intellettuali ed artisti come Madonna e Woody Allen e per l’inter- Da Broadway all’Italia Ha recitato da protagonista a Broadway, è stata giornalista tv, poi si è sposata con un principe che tra i suoi avi conta due Pontefici vista con il Corriere ha aperto le porte della residenza di famiglia. È uno scrigno di tesori inimmaginabili: in giardino c’è una statua di Michelangelo e sul soffitto del salone d’ingresso campeggia l’«Aurora», l’affresco che dà il nome alla villa dipinto dal Guercino nel 1621. Ma la vera sorpresa è al piano superiore: «Giove, Nettuno Plutone» del 1597, l’unico dipinto su soffitto mai realizzato da Caravaggio. «C’è così tanta storia, qui: per me è un onore e un’enorme responsabilità», dice la Principessa mentre una cameriera in divisa rossa serve dal vassoio d’argento la pasta Piombino, pesto unito a una salsa rosa piccante («una ricetta di mio marito»). È un compito che ha preso molto sul serio. A tavola discute con Calbi gli eventi da organizzare nella villa. Il direttore del Teatro Roma vuole allestirci una mostra di Pomodoro: «Sarebbe bellissimo avere le sue sculture vicino al Michelangelo e ai Guercino», sussurra la principessa, che intanto si sta dedicando alla conservazione dei documenti trovati nella villa. «Erano in un baule in cantina — racconta —. L’ho aperto e ci ho trovato subito le lettere di Maria Antonietta». Sono 25, scritte di suo pugno pochi anni prima delle Rivoluzione francese. Altre sono di Luigi XIV («ne abbiamo quattro»). Dal baule sono spuntati anche una serie di schizzi di un avo, il cardinale Jacopo Boncompagni: «Sono gli appunti con i quali aiutava il padre, papa Gregorio XIII, a sviluppare il calendario gregoriano. Quello che usiamo ancora oggi», dice la principessa. Arriva il secondo: pesce al sugo e verdure di stagione saltate. «Per queste stanze hanno camminato Caravaggio, Galileo, Bernini, Gogol. Henry James ci ha scritto Italian Hours. Ti obbliga alla modestia», commenta la principessa. Eppure di umile nella sua vita c’è ben poco. Nata Rita Carpenter, è figlia di un petroliere e assicuratore texano. Quando ha incontrato il Principe, questa donna bionda, slanciata e ancora molto bella era un’agente immobiliare che trattava proprietà da milioni di dolla- LA NOBILE DEL TEXAS VIVE CON CARAVAGGIO ILLUSTRAZIONE DI GUIDO ROSA di ELENA TEBANO un’estate italiana Una villa del Seicento nel cuore di Roma che ha ospitato Galileo, Gogol, Madonna e Woody Allen. Tra lettere di Luigi XIV e appunti originali del calendario gregoriano ri. «Nel 1998 ho venduto il palazzo della General Motors a Donald Trump», rivendica. «Ho conosciuto Nicolò perché un suo amico mi ha chiesto di aiutarlo per un affare. Ho risposto che non avevo tempo: mi ero iscritta alla Harvard Business School e volevo finirla. Ma al telefono mi ha affascinata. Così ho accettato di andare a Roma. Quando l’ho visto è stato amore a prima vista». Era il 2003, sei anni dopo le nozze. Per Rita Boncompagni Ludovisi è il secondo matrimonio (anche il Principe Nicolò è già stato sposato e ha tre figli ormai adulti). Il pri- mo è stato nel 1976, quando lavorava come ricercatrice al Congresso degli Stati Uniti, con il deputato americano John Jenrette. È finito dopo che Jenrette nel 1980 fu condannato per corruzione. A quell’epoca risale anche il suo «unico rimpianto»: nel periodo della separazione scrisse un articolo e posò per Playboy. «Mi ritrovai abbandonata, ero giovane e ribelle. Cosa sai della vita a 29 anni? — dice la Principessa a cena finita — Ma quando sei così ribelle finisci per farti del male. E quasi 35 anni dopo devo ancora rispondere a domande su quella vicenda», aggiunge con amarezza. Ne- La cucina dei romanzi Chi è Nata Rita Carpenter, è figlia di un petroliere e assicuratore texano. Ha sposato il principe di Piombino Nicolò Boncompagni Ludovisi anche quell’«incidente», però, è bastato a fermarla. Anzi: subito dopo ha scritto un libro sui suoi anni a Washington che è diventato un bestseller, ha recitato per un anno da protagonista a Broadway, è stata giornalista televisiva per Fox. Fino a reinventarsi ancora nel settore immobiliare. Molti anni dopo e in un altro continente, è addirittura una Principessa. E della vita sa molto di più: «Più invecchio, più capisco che bisogna rimpiangere solo di non avere coraggio — dice —. Non c’è niente che avrei voluto fare che non abbia fatto». A passo leggero © RIPRODUZIONE RISERVATA di CRISTINA GABETTI di PAOLO DI STEFANO Quei feroci appetiti di: Maigret (o Simenon?) A vvertenza: non guardate il nome in fondo a questa nota, e indovinate chi è. Va in estasi per una zuppa di cipolle gratinate e per i crauti con salsicce. Idem per un «boeuf miroton», per i maccheroni gratinati al formaggio, per il fegato di maiale lardellato, per il fricandò all’acetosella, per le aringhe crude e per quelle macerate nel vino bianco e arrotolate su un cetriolo. Ama i piccoli bistrot e le brasserie, ma ogni sera rientrando a casa, appende il cappello e respira gli odori che vengono dalla cucina per indovinare quale manicaretto gli sta preparando sua moglie, ottima cuoca. Quando, per lavoro, deve rimandare le vacanze e spostarsi a Fécamp, un villaggio sulla Manica, entra in una trattoria e si lascia entusiasmare da un piatto locale: il soufflé di baccalà. Da aggiungere che, diversamente da lui, il suo autore ha feroci appetiti non solo gastronomici. Indovinato? Era facilissimo. Robert J. Courtine, A cena con Simenon e il commissario Maigret, Guido Tommasi Editore © RIPRODUZIONE RISERVATA Cedere all’offerta telefonica e sentirsi trattata da numero L a donna del call center chiede di comprare il frammento di un sogno: raggiungere l’obiettivo di vendita. L’idea che il mio risparmio corrisponda a una sua conquista mi fa dire: «sì». Il suo desiderio e la mia empatia porteranno a qualcosa di buono. Una settimana, e arriva la Sim. Ecco l’inganno: il nuovo contratto costa sì la metà, ma per 1/5 del servizio, 2 GB al mese di navigazione contro 10. Chiamo il consulente del mio gestore telefonico che pochi mesi prima mi aveva presa in carico. Sorride per la mia ingenuità e suggerisce di chiamare l’assistenza per avvalermi del diritto di rescissione. Scopro che non vale per chi ha partita Iva. Scrivo un reclamo ammettendo il mio errore: mi sono fidata, e anche distratta! Sono un cliente sincero, di lunga data. Capiranno. Reclamo rifiutato. Sconsolata, richiamo il consulente, che risolverà il caso con una voltura della nuova Sim a favore di un altro cliente. Semplice. Mi spiega che la fedeltà non ha più valore per le aziende, le quali si affidano ai venditori improvvisati dei call center, con il solo criterio di fare numeri. Non è la quantità che può restituire fiducia nello sviluppo, bensì la qualità dei servizi e delle relazioni. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Mercoledì 23 Luglio 2014 Cronache 23 italia: 51575551575557 # Fumetto di GIULIO GIORELLO Cacciari-Mr No e l’insofferenza per la mediocrità «V abbiamo preso le mosse, sceneggiata da Tiziano Sclavi (il creatore di Dylan Dog) per i magici disegni di Fabio Civitelli, appare nel 1984, un anno prima che nell’Urss salga al potere Gorbaciov, e diventi sempre più palese la crisi del socialismo reale (e insieme del suo grande antagonista, il capitalismo). Di fronte al crepuscolo dei «valori» in nome dei quali gli esseri umani tanto hanno sperato e sparato, Cacciari non esita a dire anche lui «no» a tutti i compromessi ispirati dal senso co- olare al buio sulla giungla… e con questa carcassa! Non potevo aspettare domattina? Sarebbe stata una cosa logica, e Mr No non fa mai niente di logico!». E lo stesso dicono i detrattori del filosofo Massimo Cacciari. Mr No (al secolo Jerry Drake) e il pensatore sindaco di Venezia non sopportano le «logiche» più o meno perverse della mediocrità. E chi nel mondo dei fumetti è più «nichilista» del personaggio ideato nel 1975 da Guido Nolitta, cioè Sergio Bonelli? La storia da cui mune. Nel suo «Labirinto filosofico» (Adelphi, 2014) osa perfino far sua «la negazione della negazione». Cita Wittgenstein: la comprensione della realtà è fatta da veri e propri «operai della filosofia». E Jerry Drake non era sempre lì ad aggiustare pazientemente la «carcassa», cioè il piccolo aereo per poi sperdersi nella giungla, con lo stesso gusto per l’avventura che il nostro Massimo sperimenta nei labirinti del pensiero? © RIPRODUZIONE RISERVATA La realtà romanzesca Preferirei di no di MARIA LAURA RODOTÀ Svelare il finale o censurarsi: i guai se parlate delle serie tv ELABORAZIONE FOTOGRAFICA CORRIERE DELLA SERA Lo uccisero nel 1981 e Ciancimino disse alla figlia: «Se l’è cercata» di FELICE CAVALLARO I l romanzo criminale di Palermo la mafia l’ha scritto infiltrandosi pure nei salotti di una borghesia che non respingeva nemmeno il cosiddetto «papa» di Cosa nostra, Michele Greco. Con medici e costruttori, professionisti e burocrati pronti ad adagiarsi, a restare muti perfino davanti al delitto. Come nel novembre 1981 quando, a due passi dal cuore spelacchiato di Villa Sperlinga, cadde Sebastiano Bosio, il chirurgo vascolare che aveva rifiutato di trasformare il suo reparto, al Civico, in una dependance dell’Ucciardone per mafiosi finti malati. Ci sono voluti trent’anni perché la moglie Rosaria Patania e le due figlie, Lilli e Silvia, allora fresche di liceo, quasi ribellandosi a se stesse, ribaltando un atteggiamento remissivo, riuscissero a fare riaprire il caso. Con un processo finito a giugno senza la condanna dei mafiosi «per mancanza di riscontri individualizzanti», con la rabbia di chi si pente di essere rimasto troppo a lungo inchiodato ai silenzi di quei salotti. Un vuoto come conseguenza di un contesto che rischia di restare ancora ovattato, senza individuare le singole responsabilità di mandanti, assassini, complici. Come nel reparto di Bosio, specchio di una città adagiata su convivenza e connivenza, «don» Vito Ciancimino imperante, boss riveriti da esattori e assessori, Salvo Lima pronto a incoronare dominus del Civico il fratello Beppe, a sua volta infuriato davanti ai rifiuti del primario ribelle. Accadde due sere prima del delitto, quando nella villa di Bosio arrivò la telefonata del direttore sanitario: «No, Beppe, non lo faccio. Neanche se scende Gesù Cristo dalla croce... Non farò mai quello che mi chiedete. Anzi, vi denuncio». Mezz’ora di urla, la madre terrorizzata, evoca Silvia: «Sei pazzo papà a parlare così con quello». E lui: «Sono e restano sempre gli stessi». Per Silvia «era un no secco al rientro di Fascella in reparto», come ricostruisce dopo anni passati a studiare le carte, riferendosi ad uno dei mafiosi rifiutati come Bosio fece con altri, compreso Vittorio Mangano, il boss che un giorno si sarebbe trasferito ad Arcore. Sebastiano, il chirurgo di Palermo che disse no ai finti malati di mafia La vicenda Il medico ucciso a colpi di pistola Il cardiochirurgo dell’ospedale civico di Palermo Sebastiano Bosio viene ucciso all’uscita del suo ufficio il 6 novembre 1981 da sicari armati di pistole calibro 38 Il «no» ai soprusi Poche sere prima del delitto il medico si era schierato contro i suoi superiori e si era inimicato le famiglie mafiose perché si opponeva ai «ricoveri facili» dei boss Il processo Il processo per la morte di Bosio si è chiuso a scorso senza condanne «per mancanza di riscontri individualizzanti». I pm avevano chiesto l’ergastolo per il boss Nino Madonia Per cogliere la violenza di quel clima bisogna fare un salto di sette mesi dopo il delitto, quando Silvia si lascia convincere dagli amici a distrarsi, a mettere piede al Brazil, un ritrovo allora in voga, ignara di ritrovarsi «in casa di Ciancimino», proprio l’ex sindaco, fra quei tavoli aspro e rude: «Mi atterrì in un angolo. “Tuo padre fu un fissato, uno stupido. Se l’è cercata. Morte meritata in pieno”. Quell’uomo parlava e non capivo. “Si comportò male. Ha curato male un amico di un mio amico di Corleone. Devi sapere che io vengo da Corleone”. Io non sapevo nemmeno dov’era Corleone. “Un amico di un mio amico”. Non avevo mai sentito parlare di “corleonesi”. Chi ne parlava allora?». Seguirono minacce agghiaccianti, quando Giovanni Falcone mostrò delle foto alla signora Bosio e lei che aveva visto cadere il marito sotto la pioggia riconobbe, timorosa, un killer dei corleonesi, Mario Prestifilippo, poi a sua volta ucciso. Ma qualcuno avvertì il «picciotto». E Lilli se lo ritrovò per un istante accanto a una sdraio di Mondello, i Ray-Ban a goccia tirati giù, gelido, «Sono Mario». Lei scappa a casa e trova la madre allarmata: «È appena entrato un ragazzo con la macchina in cortile, s’è tolto gli occhiali a goccia, due parole, “Mi conosce?”...». Lilli sicura: «Ci braccava, informato da qualcuno. Come poteva reagire una madre che doveva difendere le sue due ragazze in quella giungla?». Il quesito riporta a quei salotti dove bisognava tacere, come lasciavano capire alla signora Bosio amiche, conoscenti, mogli di colleghi. «E noi a soffocare i nostri tormenti», si danna Silvia come rivedendo con l’avvocato Roberto Avellone gli spezzoni di una brutta pellicola. «Le sussurravano “complimenti per il silenzio”. Compiaciute del contegno: “Impeccabile”. Si subiva, si accettava perfino il delitto pur di non vedere scombinato il proprio ipocrita e danaroso orticello... E noi, fantasmi per trent’anni». È su questo contesto che lo strumento del processo penale fatica a fare chiarezza. Ma è questo quadro ad essere emerso grazie a tre donne decise a rivendicare giustizia per Sebastiano Bosio: «Per farlo resuscitare, farlo parlare e conoscere i suoi no da Palermo dimenticati». © RIPRODUZIONE RISERVATA Diario dalle vacanze «CARO LUCIO, TE LA RICORDI PAOLA? L’HO RIVISTA, È BELLA COME AL LICEO» L’autore di GIORGIO MONTEFOSCHI C aro Lucio, Roma comincia a spopolarsi e, anche se il caldo è sempre notevole e in ufficio lavoriamo come matti, si sta benissimo: non c’è traffico, parcheggi dove vuoi, nei negozi ti servono subito. Ieri mi ha telefonato Elena da Gallipoli. Pare che durante la settimana sulle spiagge non ci sia molta gente, invece il sabato e la domenica è un carnaio e quindi loro,con Chiaretta e i bambini, e la famiglia di Franco, rimangono al fresco in masseria. Voleva che andassi il prossimo week-end. Ma io (a parte il fatto che non posso legarci il lunedì o il venerdì), le ho detto: «Senti, Elena, cerca di capirmi. Io sono distrutto. Mettermi in treno tutte quelle ore per stare chiuso in una masseria con i parenti di Franco, sarebbe assurdo». Con un sospiro m’ha dato ragione. Dice che mangiano tanto e la cucina è buonissima. «Sta attenta a non ritornarmi una cicciona» le ho detto. Io, domenica, male che vada, penso che me ne andrò a Ostia, magari contr’ora. Sono ancora incerto se alla Vecchia Pineta o al Gambrinus. Lì non c’è mai folla e a Ostia tira sempre un bel vento. Ieri,mentre mangiavo la mia insalata mista con le mozzarelline e il tonno al bar sotto l’ufficio, indovina chi è passato strascicandosi sul marciapiedi? Massimo. Pallido come un cadavere, sciupato, barba di tre giorni, camicione a righe bianche e blu senza colletto, sandali. L’ho invitato a sedersi e gli ho chiesto se voleva mangiare qualcosa. Ha ordinato un bicchiere di vino e ha sbocconcellato i miei grissini. Quando gli ho detto che sei a Anafi nella casa che ti ha indicato, ha emesso un gemito e ha scosso la testa. Te la faccio breve. Come sai, la moglie ha avuto una importante promozione al Tesoro e ora è proprio un pezzo grosso, per cui non si può muovere. Lui fa avanti e indietro con la casa che hanno a Manziana ed è in ambasce perché col romanzo che sta scrivendo è assolutamente «in mezzo al guado»: cioè, pur rimanendo ore al computer, non riesce più a scrivere una pagina decente. Mi ha anche raccontato, sua sponte, la trama. Da quanto ho capito — perché mi sem- Narratore Giorgio Montefoschi, nato nel 1946, è scrittore e critico letterario. L’ultimo romanzo, da poco nelle librerie, è «La fragile bellezza del giorno», edito da Bompiani brava abbastanza confuso — dovrebbe trattarsi di un romanzo che affronta il conflitto generazionale. In particolare, il rapporto conflittuale che c’è fra un padre molto invadente e un figlio. Da quanto ho capito — benché lo abbia negato — credo che sia una storia autobiografica. Non quella di lui e suo figlio: quella di lui e di suo padre. «Se sei in panne» l’ho consigliato, «prendi un aereo e raggiungi Lucio a Anafi». Ha alzato le spalle desolato: «E Marina?». Poi mi ha proposto di andare quella sera stessa, io e lui, in un ristorante eritreo e poi in un posto vicino al ristorante dove fanno musica multietnica. Naturalmente ho inventato una scusa. Mi ci vedi tu al ristorante eritreo? Piuttosto, indovina chi ho incontrato al supermercato davanti al banco delle verdure, mentre sceglievo i pomodori? Te la ricordi Paola Galli? «Mario!» ha esclamato. «Ma tu sei identica!» le ho detto, e ci siamo abbracciati. Effettivamente sembra che il tempo per lei non sia passato affatto, dal liceo: bionda, slanciata, i suoi famosi occhi azzurri. In due minuti mi ha raccontato tutto: è separata da vari anni, non ha figli, da due mesi è venuta a abitare nella casa che le ha lasciato sua madre in Viale Liegi. «Allora ci vedremo» abbiamo concluso. È proprio simpatica e proprio una bella donna. Ciao. Mario (4 — continua) © RIPRODUZIONE RISERVATA L e conversazioni estive sono sempre più faticose. Non per il caldo, per ora, diciamo, contenuto. Perché buona parte delle persone interessanti, stimolanti, sensibili, durante l’inverno si sono chiuse in se stesse e hanno molto guardato serie tv. Chi in tv, chi ancora in dvd, chi, sempre di più, in streaming. Purtroppo non si trattava sempre delle stesse serie, e nessuno è allo stesso punto della storia. Il che sta portando a una balcanizzazione del confronto, alla paura di comunicare, allo strazio reciproco. Quasi tutti noi — noi che consideriamo le serie la nuova forma di Arte Maggiore, che esprime lo spirito del tempo e ci coinvolge sul serio — scivoliamo, se ne parliamo, in scenari inopportuni. Come: 1) Lo spoileraggio incolpevole. Parli con un amico che vedeva Gomorra e dici «però che cretini a far morire X». L’amico non ha Sky, lo guarda in streaming, ha avuto da lavorare, gli manca l’ultima puntata. Ti dice «se non ti volessi benissimo la nostra amicizia finirebbe stasera». Chi ha spoilerato una volta, poi cammina/conversa sulle uova. 2) La riservatezza sofferente. Tu hai visto la seconda serie di House of Cards. Tutti gli altri sono, se va bene, al finale della prima. Tutte le tue elucubrazioni politiche/umane/shakespeariane sono relegate alle conversazioni immaginarie, altrimenti ti menano. 3) Le diverse seriedipendenze. Tu hai passato una settimana a guardare True Detective. Vorresti raccontare la sua valenza terapeutico-generazionale. Il tuo amico G. è preso da The Leftovers. Ti vuole spiegare le metafore. Parlate a turno, ascoltando per educazione, annoiandovi reciprocamente. Insomma: serve un apparecchio semplice per collegare pc/Mac alle tv, per guardare la tv in compagnia, come si faceva negli anni 50, o saremo tutti più tristi. In estate e in inverno. Sul serio. © RIPRODUZIONE RISERVATA L’axforisma di J-Ax A Ischia danno feste per Schettino. L’ossessione per la celebrità, qualsiasi celebrità, è italiana come l’Ultima Cena. E, come l’affresco di Leonardo, fa più impressione di persona di quanto uno avrebbe potuto mai immaginarsi 24 italia: 51575551575557 Mercoledì 23 Luglio 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Mercoledì 23 Luglio 2014 25 italia: 51575551575557 Economia `V `ii ÀÃi /- > ÃiÌÌ>> >L *>À>>Ì /Ì ` -Ì>Ì > ÃiÌÌ>> >Ì ` iÜ 9À >}}À>Ì >i Ài Óä°ää /Ì /- Ì« ä{ä£ÉäÓÉ£x {]Óxä¯ £äÓ]äÈ Ì« Èä£É££ÉÓÈ Ç]Óxä¯ £{Ó]nÎ Ó]ÎÓ Ì« £ä£xÉä{É£x Î]äää¯ £ä£]Î Ì« £££xÉäÉÓÈ Î]£ää¯ ££x]ÓÈ £]ÈÈ Ì« £££xÉä{É£È Î]Çxä¯ £äx]Èn Ì« äÎä£ÉänÉÎ{ x]äää¯ ££]Èä Î]än Ì« äÈ£xÉäÉ£Ç Ó]£ää¯ £äx]È£ Ì« £Î£xÉäÉ£n £]Çää¯ £äx]{ Ì« ää£ÉäÎÉÓä {]Óxä¯ ££{]xn ä]{Î £]ä{ Ì« äxä£ÉäÓÉÎÇ {]äää¯ £äx]ÇÇ Ì« äÇä£ÉänÉÎ x]äää¯ ££]ää VÌ äÇä£É£ÓÉ£{ ä]{Óä¯ £ää]£n Î]£È Î]Ón ä]£n Ì« ££ä£ÉäÉÓ£ {]Çxä¯ ££n]äx Ì« ££ä£ÉäÎÉÓÓ x]äää¯ ££]xÎ Ì« £Îä£ÉäÎÉÓ{ {]xää¯ ££x]Èx £]{Ç £]ÈÎ Ó]£{ VÌ änä£ÉäÉ£x ä]Înä¯ £ää]£ VÌ ää£ÉäÇÉ£È ä]Îää¯ £ää]£x VÌ £££xÉä{É£n ä]ÇÓȯ £ä£]{È ä]Îä ä]ÎÈ ä]Ç{ £ iÕÀ £]Î{n£ `>À ä]Óǯ Óä°nÇÎ]xä Ó]£È¯ e `À> ȰÇx]Î{ ä]¯ e /- ̰ - >Ài ÓÓ°£Îä]ä £]n¯ e À>VvÀÌi °ÇÎ{]ÎÎ £]Óǯ e /- ̰-Ì>À £Ç°ÇÓ]{ ä]În¯ e *>À} >V{ä® {°ÎÈ]xÓ £]xä¯ e £ iÕÀ ä]Çäx ÃÌiÀi ä]£Ó¯ Ü ià £Ç°£Óä]Çn ä]{ä¯ e } } ÓΰÇnÓ]££ £]ȯ e £ iÕÀ £]Ó£x£ vÀ° ÃÛ° >Ã`>µ {°{xÇ]Èä ä]Ç{¯ e / i® £x°Î{Î]Ón ä]n{¯ e £ iÕÀ ]Ó{£{ VÀ°ÃÛi° ä]£¯ -E* xää £°n{]{{ ä]xx¯ e >`À` £ä°È{n]ä £]x¯ e £ iÕÀ £]{xäÓ `°V>° ä]£x¯ La lente IL PRESTITO PONTE PER L’ILVA E L’ACCELERAZIONE DEL GOVERNO S i è trasformata in una storia di emendamenti e sub emendamenti, appelli e veti incrociati. Ma dietro la vicenda Ilva c’è molto di più: salute pubblica e occupazione, sicurezza ambientale e futuro industriale. È sul sottilissimo equilibrio tra interessi contrapposti che si gioca la partita in questi ultimi giorni. Per il governo la priorità sembrerebbe quella di mantenere in vita l’Ilva e la siderurgia italiana, questo il senso dell’inserimento nel Dl sulla «competitività delle imprese» di un emendamento per ottenere un prestito ponte. Il problema è che l’Ilva ha poco ossigeno (soldi) in cassa e per mantenerla in vita ha bisogno di una 8 milioni le tonnellate di acciaio che garantirebbero il mantenimento dell’occupazione all’Ilva corsa contro il tempo per trovare fondi. Non a caso il sub emendamento presentato ieri sera al Senato (dal Pd) propone di sbloccare le risorse sequestrate ai Riva per «girarle» alla fabbrica commissariata. L’altra faccia (bollente) della questione è quella che riguarda l’ambiente: sono in tanti (compreso il ministro dell’ambiente Gian Luca Galletti) a sostenere che non c’è futuro per l’Ilva se non si parte dal piano ambientale. E invece con il nuovo emendamento arrivano, di fatto, delle ulteriori proroghe al piano ambientale e deroghe al piano di bonifica. Anche la figura del super commissario per il risanamento ambientale ha scatenato un braccio di ferro tra ministero dell’Ambiente e ministero dello Sviluppo economico. Di sicuro a Taranto si vivono ore di ansia per chi pensa al futuro del proprio posto di lavoro e chi pretende futuro per la propria salute. Intanto Matteo Renzi ha inserito la città jonica tra i luoghi «critici» che visiterà nei prossimi due mesi. Isidoro Trovato © RIPRODUZIONE RISERVATA £ iÕÀ £ÎÈ]Îää Þi ä]äÓ¯ ä]äx¯ e i`° +Õ̰ ,i`° ivv° ÓÓäÇ iÌÌ ¯ /Ì i`° +Õ̰ ,i`° ivv° ÓÓäÇ iÌÌ ¯ L’alleanza In assemblea venerdì il contratto con la compagnia di Abu Dhabi. Ghizzoni: le banche hanno fatto la loro parte Alitalia pronta per Etihad, Poste vuole il 5% Il consiglio approva la strategia di Caio. Del Torchio: «Situazione difficile» ROMA — Inutile nasconderselo. L’accordo tra Alitalia e Etihad si accompagna a «conseguenze dolorose», in termini occupazionali. A scriverlo in una lettera ai dipendenti è l’amministratore delegato della compagnia, Gabriele Del Torchio, che sottolinea: «Non abbiamo alternative, ma abbiamo invece davanti un’opportunità vera che l’accordo con Etihad ci offre». Per tutti gli attori della partita lo spartiacque è il 25 luglio, quando l’assemblea di Alitalia dovrà approvare il contratto con Etihad. Al tavolo ci sarà anche Poste che intanto tira dritto e punta a investire esclusivamente nella nuova Alitalia. Il consiglio di amministrazione del gruppo postale ieri ha preso visione della lettera in cui l’amministratore delegato, Francesco Caio, fissa le condizioni per aprire i cordoni della borsa. L’impegno di 40 milioni di euro dovrà essere esclusivamente destinato all’attività del nuovo vettore, frutto dell’accordo tra Alitalia e Etihad. Non a caso, l’intero consiglio di amministrazione di Poste Italiane ha sposato l’impianto di Caio. In una nota è spiegato che il board «ha fatto il punto sulle linee guida del nuovo piano industriale e ha esaminato l’impostazione data da Po- Il gruppo Ricavi totali Ricavi, proventi e premi assicurativi di cui 26.268 22.822 245 le giacenze in milioni di euro di buoni fruttiferi e libretti postali da Servizi Postali e Commerciali 4.309 Proventi diversi derivanti da operatività finanziaria e assicurativa da Servizi Finanziari 3.281 da Servizi Assicurativi Altri ricavi e proventi 165 Utile netto 318.627 da Altri Servizi 1.005 5.068 Totale dipendenti 143.655 Filiali 132 13.200 Uffici Postali 13.310 dati 2013 valori in milioni di euro ste alla partecipazione all’operazione Alitalia-Etihad condividendone la logica industriale e di mercato». In soldoni significa che Caio non intende mettere i 40 milioni nella sottoscrizione dell’equity commitment, destinandoli alle perdite e agli eventuali contenziosi legati alla vecchia Alitalia. Il cambio di prospettiva è netto La lettera Gabriele Del Torchio in una lettera ai dipendenti Alitalia: «Conseguenze dolorose dall’accordo» D’ARCO rispetto a quanto atteso dalle banche e, pure, da chi al governo sta seguendo la partita. Come ribadito in consiglio, Poste investirà per assicurarsi il 5% del nuovo vettore. Diventandone il terzo azionista a fianco di Etihad e di Cai. A supporto di questo indirizzo ci sono, del resto, una serie di valutazioni sull’inopportunità di destinare ulteriori risorse (nell’autunno scorso Poste ha investito 75 milioni di euro nel salvataggio di Alitalia) in un’operazione che potrebbe configurarsi come aiuto di Stato. Basti pensare che un’eventuale procedura di infrazione farebbe saltare tutto. Poste, questo il ragionamento, starebbe Manager Francesco Caio, ceo di Poste. L’azienda ha detto di condividere la «logica industriale» dell’operazione Alitalia-Etihad muovendosi perciò a esclusiva tutela dell’intera operazione. Unicredit e Intesa Sanpaolo nelle prossime prenderanno atto che il peso della gestione pregressa rischia di gravare più del previsto sulle loro spalle. Ieri l’amministratore delegato di Unicredit, Federico Ghizzoni, ha spiegato «io sto bene», rispondendo a chi gli chiedeva di possibili mal di pancia da parte degli istituti bancari. Tornando a Poste va aggiunto che il consiglio ieri ha nominato Marco Siracusano nuovo responsabile della divisione BancoPosta. Caio ha poi illustrato una bozza del piano di impresa in vista della quotazione. Le linee guida sono state presentate ai sindacati durante un incontro nel pomeriggio. L’ultimo tema affrontato dal consiglio di Poste ha riguardato il trattamento economico e l’indennità da accordare all’ex amministratore delegato, Massimo Sarmi, all’indomani della sua uscita dopo dodici anni trascorsi in azienda. Andrea Ducci © RIPRODUZIONE RISERVATA Cantieristica Perotti: «Cambiamo formula, oltre alla barche, arte, design e cultura». La sfida a Cannes Il Salone di Genova si fa in due A maggio l’Expo della nautica Dopo sei mesi di negoziato con 21 banche è alla firma la moratoria su 1,85 miliardi di debiti raggiunto da Sorgenia, la compagnia di generazione elettrica posseduta dal gruppo Cir e da Verbund. Secondo passo sarà il via libera al piano ex-articolo 182 bis per ristrutturare l’esposizione con un aumento di capitale da 400 milioni riservato alle banche che prenderanno il controllo più un convertendo da 200 milioni. Intanto il cda di Sogefi presieduto da Rodolfo De Benedetti ha approvato i conti del primo semestre che chiude con fatturato stabile e risultato in rosso, per l’effetto di oneri non ricorrenti. Il gruppo di componentistica auto registra ricavi pari a 683 milioni, pressoché invariati. Crescono Nordamerica (+15,5%) e Asia (+32%), mentre soffre il Brasile (-24,7%). Il risultato netto chiude in rosso di 7,3 milioni a causa di oneri di ristrutturazione che incidono per 17 milioni. —, Genova ne ha tre: quello della Fiera, il Porto Antico e il porticciolo di Sestri Ponente, possiamo creare una grande sinergia e offrire al visitatore dalle barche di concezione più avanzata, a motore e a vela, a uno spazio per l’usato». Grandi idee perché Genova, restando immutata — era evidente da qualche anno ormai — come punto di riferimento per la nautica, perdeva inesorabilmente terreno. E nella lista di Perotti c’è anche un Forum internazionale sul ruolo dell’economia del mare per combattere la fame nel mondo, in parallelo con il tema dell’Expo, e una serata di gala («con un grande tenore») il cui incasso andrà a finanziare un progetto nei Paesi più poveri del mondo. Ma questo è il maggio della riscossa. Prima c’è l’appuntamento del primo ottobre con il Salone Nautico della tradizione. Pochi giorni fa la decisione di Azimut Benetti di non essere presente: «Mi dispiace — dice Perotti — perché la mancanza del più grande marchio mondiale di megayacht è una perdita, ma un’azienda ha diritto di fare i suoi conti e le sue scelte soprattutto in momenti difficili. Spero di rivederli a Genova in maggio. E mi fa ben sperare per il Salone di ottobre la ripresa del settore della nautica dopo cinque anni di buio. La nostra previsione è di un 2014 con il segno positivo, ad oggi siamo già a un 5,5% in più rispetto allo scorso anno». Innegabile che il test di maggio possa portare alla sostituzione definitiva del Salone Nautico old style. © RIPRODUZIONE RISERVATA Erika Dellacasa L’Ucina rilancia dopo le defezioni di Azimut, Baglietto e Perini Massimo Perotti, presidente di Ucina, la Confindustria della nautica, ha incassato ieri l’approvazione del direttivo per il varo di un grande Salone a Genova a maggio prossimo. Si tratta di qualcosa di più e di diverso del Salone Nautico genovese che traguarderà questo ottobre la sua 54esima edizione con qualche stanchezza, qualche malumore e qualche defezione di importanti marchi (Azimut, Baglietto e Cerri, Perini Navi) alle spalle. «Il Salone Nautico — dice Perotti — è stato importantissimo ed ha avuto grandi risultati ma a partire dal 2009 ha subito un decadimento dovuto a molti fattori, alla crisi del settore della cantieristica ma non solo. La necessità oggi è rivoluzionare la formula così come stanno facendo anche altrove, ad esempio a Miami, perché il boatshow non basta più». E per questo l’appuntamento di maggio prossimo, data scelta in concomitanza con l’Expo, elenca una serie di iniziative a larghissimo raggio: «Barche, certo — spiega il presidente di Ucina — e speriamo di vedere tutti i grandi marchi, ma anche arte, ho già preso contatti con la Biennale di Venezia perché ci siano esposizioni d’arte contemporanea nei palazzi di Genova e sport con una grande regata internazionale, poi design e cultura Yacht Massimo Perotti, presidente dell’Ucina e numero uno dei cantieri Sanlorenzo del mare in tutti i suoi aspetti. Life style del mare questo è il nostro tema, questo deve essere il nostro volano per portare gli stranieri a Genova». Insomma Ucina dà battaglia, non si rassegna alla concorrenza di Montecarlo ma soprattutto di Cannes il cui Salone è cresciuto negli ultimi anni attirando espositori importanti: «Cannes ha un porto solo e piccolo — dice Perotti Ricavi stabili per Sogefi Sorgenia e banche, sì alla moratoria © RIPRODUZIONE RISERVATA Argentina Tango bond, trattativa no stop con i fondi «Trattative a oltranza per gli otto giorni che restano finché non sarà raggiunto un accordo» tra il governo di Buenos Aires e gli hedge fund. È il succo dell’ordinanza emessa ieri dal giudice distrettuale di New York, Thomas Griesa, dopo otto ore di udienza con i legali dello studio Cleary Gottlieb Steen & Hamilton che patrocinavano l’Argentina. La no stop comincia oggi alla presenza del mediatore Daniel Pollack indicato dal giudice. La posta in gioco è il rischio default del debito pubblico per la somma di 120 miliardi di dollari che rischierebbe di mettere in ginocchio il paese guidato da Cristina Kirchner, già provato dalla recessione. La Corte ha respinto la richiesta argentina di sospendere la precedente decisione che tiene bloccato il pagamento di 539 milioni di dollari per le cedole dei creditori che aderirono allo swap dei Tango bond con titoli “scontati” dopo il default del 2001. La somma era dovuta il 30 giugno e da allora sono scattati i 30 giorni del periodo di grazia che potrebbe portare all’insolvenza di Buenos Aires. Secondo il giudice Griesa, quel pagamento è possibile solo se nel contempo vengono rimborsati gli hedge fund capitanati da Nml capital e Aurelius capital e altri detentori di titoli che non avevano aderito allo swap. Vogliono il rimborso del valore facciale dei vecchi bond più interessi, oltre 1,5 miliardi. La Corte di New York pretende un accordo poiché «altrimenti ci sarà il default, che è la cosa peggiore per i cittadini comuni». I legali di Buenos Aires hanno messo le mani avanti spiegando che otto giorni sono troppo pochi. L’Argentina mirava a prendere tempo fino a dicembre perché allora scade una clausola contenuta negli swap dei vecchi Tango bond: chi aveva aderito allo scambio potrebbe reclamare dall’Argentina un rimborso ben più oneroso se un’altra categoria di creditori, come appunto gli hedge fund, ottiene un trattamento più favorevole. Carlo Turchetti © RIPRODUZIONE RISERVATA 26 Mercoledì 23 Luglio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 PROVINCIA DI GROSSETO ESTRATTO BANDO DI GARA Sezione I: Amministrazione aggiudicatrice - I.1) Denominazione: Provincia di Grosseto - Inter - Area Politiche del Patrimonio e Protezione Civile - P.za Dante, 35 - 58100 Grosseto - tel. 0564484111 - fax 056423824 - pec: [email protected] - indirizzo internet e profilo committente http://www.provincia.grosseto.it Sezione II: Oggetto dell’appalto - II.1.1) Denominazione conferita all’appalto: Affidamento dei servizi di copertura assicurativa della Provincia di Grosseto: Lotto 1 - Copertura assicurativa contro i danni al patrimonio immobile e mobile - CIG 583743321A - premio annuo a base di gara: € 45.000,00; Lotto 2 - Copertura assicurativa della responsabilità derivante dall’esercizio delle attività istituzionali - CIG 5837482A87 - premio annuo a base di gara € 566.000,00; Lotto 3 - Copertura assicurativa infortuni del personale e altri soggetti - CIG 5837661E3D - premio annuo a base di gara € 8.000,00; Lotto 4 Copertura assicurativa contro i danni accidentali ai veicoli - CIG 583768520F - premio annuo a base di gara € 5.000,00; Lotto 5 Responsabilita’ civile auto e rischi diversi - CIG 5837717C74 - premio annuo a base di gara € 128.000,00; Lotto 6 - Copertura assicurativa delle spese legali e peritali - CIG 5837731803 -premio annuo a base di gara € 28.000,00; Lotto 7 - Responsabiità patrimoniale derivante dall’esercizio delle attivita’ istituzionali - CIG 5837747538 - premio annuo a base di gara € 20.000,00 II.1.2) Tipo di appalto e luogo di esecuzione: servizi - categoria n. 6 lett a) - Territorio della Provincia di Grosseto II.1.6) Vocabolario comune per gli appalti (CPV) 66510000 II.3) Durata dell’appalto: durata in mesi: 32 Sezione III: Informazione di carattere giuridico, economico, finanziario e tecnico - III.2) Condizioni di partecipazione: come riportate nel bando integrale 3) Sezione IV: Procedura - IV.1) Tipo di procedura: aperta IV.2) Criterio di aggiudicazione: prezzo piu’ basso - art. 82, comma 2°, lett. b) del D.Lgs. 163/2006 e smi IV.3.4) Termine per il ricevimento delle offerte: 26.08.2014 ore 12,00. IV.3.8) Modalità di apertura delle offerte: Data e luogo: 28.08.2014 ora: 08,30 Provincia di Grosseto - Piazza dei Martiri D’Istia 1 Ufficio del Dirigente - 3° Piano Sezione VI: Altre informazioni - VI.3) Informazioni complementari: Bando pubblicato integralmente sulla GUUE (trasmesso in data 10.07.2014), agli Albi della Provincia e del Comune di Grosseto, sul profilo committente, sul sito dell’Osservatorio della Regione Toscana. Grosseto, 07.07.2014 Il Dirigente - Ing. Massimo Luschi AVVISO DI GARA PostelPrint S.p.A. indice bando di gara per un Appalto ai sensi del D. Lgs. 12 aprile 2006, n. 163 e s.m.i. - Procedura Aperta in modalità telematica per la fornitura di FILM PLASTICI PER POSTE ITALIANE. L’importo complessivo dell’appalto è pari ad Euro 2.208.362,50 IVA esclusa; La procedura di gara sarà espletata in modalità telematica mediante presentazione per via elettronica di offerte sul portale www.posteprocurement.it, secondo il criterio del prezzo più basso. Il termine per la ricezione delle domande è: ore 12:00 del 09/09/2014. La data per la seduta pubblica è: ore 11:00 del 10/09/2014, presso Poste Italiane Viale Asia 190 00144 ROMA piano terra sala gare. Il Bando di gara, il Disciplinare, il contratto di registrazione al portale www.posteprocurement.it sono disponibili sul sito internet www.postelprint.it nell’area Bandi di Gara e sul portale www.posteprocurement.it nella sezione “Bandi & Avvisi”. La restante documentazione di gara è disponibile nell’area riservata del portale www.posteprocurement.it, nella sezione dedicata alla gara, per le Imprese concorrenti che si siano abilitate al portale. Amministratore Delegato Stefano Santini COMUNE DI PATERNO’ Provincia di Catania AVVISO DI GARA PostelPrint S.p.A. indice bando di gara per un Appalto ai sensi del D. Lgs. 12 aprile 2006, n. 163 e s.m.i. - Procedura Aperta in modalità telematica per la fornitura di SACCHI POSTALI PER POSTE ITALIANE. L’importo complessivo dell’appalto è pari ad Euro 1.425.820,00 IVA esclusa; La procedura di gara sarà espletata in modalità telematica mediante presentazione per via elettronica di offertesulportale:www.posteprocurement.it, secondo il criterio del prezzo più basso. Il termine per la ricezione delle domande è: ore 12:00 del 08/09/2014. La data per la seduta pubblica è: ore 11:00 del 09/09/2014, presso Poste Italiane Viale Asia 190 00144 ROMA piano terra sala gare. Il Bando di gara, il Disciplinare, il contratto di registrazione al portale www.posteprocurement.it sono disponibili sul sito internet www.postelprint.it n e l l ’a r e a B a n d i d i G a r a e s u l p o r t a l e www.posteprocurement.it nella sezione “Bandi & Avvisi”. La restante documentazione di gara è disponibile nell’area riservata del portale www.posteprocurement.it, nella sezione dedicata alla gara, per le Imprese concorrenti che si siano abilitate al portale. Amministratore Delegato Stefano Santini REGIONE TOSCANA - Giunta Regionale Direzione Generale Organizzazione r Settore Sistemi Informativi e Tecnologie della Conoscenza Via di Novoli - 26 - 50127 Firenze, Italia AVVISO APPALTO AGGIUDICATO Procedura e criterio di aggiudicazione: Procedura aperta indetta ai sensi del D. Lgs. n. 163/2006 con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa art. 83 D. Lgs. 163/2006. Oggetto: “Evoluzione Sviluppo e Manutenzione al Sistema Tributi della Regione Toscana - CIG 509990920B”. Luogo di esecuzione della prestazione: Firenze - Italia. Data di aggiudicazione: Decreto n. 2355 del 04/04/2014 certificato 11.06.2014. Valore finale totale dell’appalto: Euro 1.400.700,00. Nome dell’aggiudicatario: Engineering Ingegneria Informatica S.p.A.. Data di spedizione dell’avviso alla G.U.C.E.: 08/07/2014. Il Dirigente responsabile del contratto Ing. Leonardo Borselli Ai sensi dell’art. 3 della L.R. 71/78, si rende noto che è stata depositata presso gli uffici di Segreteria con decorrenza dal 18/07/2014 e per venti giorni consecutivi, a libera visione del pubblico, la Delibera di Consiglio Comunale n. 34 del 28/03/2014 avente ad oggetto: Progetto definitivo “Contratto di quartiere II Scala Vecchia - Palazzolo”. Approvazione ai sensi dell’art. 19 D.P.R. 327/01. Eventuali opposizioni e osservazioni possono essere presentate presso la segreteria comunale, fino a dieci giorni dopo la scadenza del termine del suddetto deposito. Il Sindaco Prof. Mauro Mangano REGIONE PUGLIA Aree Politiche per lo Sviluppo, il Lavoro e l’Innovazione Servizio Energia, Reti e Infrastrutture materiali per lo sviluppo Ufficio Energia e Reti Energetiche Corso Sonnino, 177 - 70121 Bari RILASCIO AUTORIZZAZIONE UNICA Ai sensi dell'art. 12, comma 3, del D.Lvo 387/2003 e della Delibera di Giunta Regionale n. 35 del 23 gennaio 2007 (pubblicata sul BURP n. 19 del 06/02/2007) si comunica che con Determina Dirigenziale n. 38 del 20/06/2014 (pubblicata sul BURP n. 83 del 26/06/2014) è stata rilasciata alla Società Biwind S.r.l., con sede legale in Troia (Fg), “l’Autorizzazione Unica alla costruzione ed esercizio di un impianto di produzione di energia elettrica di tipo Eolico della potenza elettrica di 1MWe sito nel Comune di Ortanova (Fg) e relative opere di connessione nel Comune di Carapelle e Ortanova”. IL DIRIGENTE DI SERVIZIO Giuseppe Rubino AZIENDA OSPEDALIERA DI RILIEVO NAZIONALE “SANTOBONO - PAUSILIPON” Bando di gara SEZIONE I: Amministrazione aggiudicatrice: Azienda Ospedaliera di Rilievo Nazionale Santobono Pausilipon. Responsabile unico del procedimento ing. Mario Pirera. Indirizzo: Via della Croce Rossa, 8 C.A.P. 80122 Napoli - Italia. Telefono 081/2205830 - 5216 fax 081/2205804. Posta elettronica: [email protected]. Indirizzo ove è possibile ottenere la documentazione www.santobonopausilipon.it. Sezione Bandi di Gara/Servizi. Indirizzo cui inviare le offerte: SC Tecnico Patrimoniale AORN Santobono Pausilipon Via della Croce Rossa, 8 C.A.P. 80122 - Napoli. SEZIONE II: Oggetto dell’appalto Tipo di appalto: Servizi. Denominazione conferita all’appalto: Gestione e manutenzione ordinaria e straordinaria degli impianti elevatori dell’Azienda Ospedaliera Santobono Pausilipon di Napoli. N. CIG: 580677A2F. Entità dell’appalto Euro 1.464.722,00 iva esclusa, comprensivo degli oneri da interferenza e da eventuali oneri da rischio specifico. Durata dell’appalto: 5 anni rinnovabili per ulteriori 2. SEZIONE III: informazioni di carattere giuridico, economico, finanziario e tecnico. Cauzioni e Garanzie Richieste: Cauzione provvisoria ai sensi dell’art. 75 del D.Lgs. 163/2006 da presentare in fase di offerta. Cauzione definitiva ai sensi dell’art. 113 del D.Lgs 163/2006 da presentare in caso di aggiudicazione. Polizze assicurative come da Disciplinare di gara. Condizioni di partecipazione: Requisiti di ordine generale, idoneità professionale, capacità economico e finanziaria, capacità tecnica e professionale come da disciplinare di gara. SEZIONE IV: procedura. Procedura aperta ai sensi dell’art. 55 del D.Lgs 163/2006 con criterio di aggiudicazione con offerta economicamente più vantaggiosa, ai sensi dell’art. 83 del D.Lgs 163/2006 in termini di criteri enunciati nel disciplinare. La documentazione tecnica ed amministrativa di gara è interamente scaricabile dal sito internet di cui alla Sezione I. Scadenza fissata per la ricezione delle offerte: Ore 14:00 del 23/09/2014. Lingua utilizzabile nelle offerte: Italiana Periodo minimo durante il quale l’offerente è vincolato dalla propria offerta: 180 giorni dalla scadenza fissata per la ricezione delle offerte, con riserva di ulteriori 180 giorni. Modalità di apertura delle offerte: Seduta pubblica. Persone ammesse ad assistere all’apertura delle offerte: Legali rappresentanti e/o delegati. Data, ora e luogo: Ore 10.00 del 30/09/2014 presso la sede Amministrativa indicata alla Sezione I. Sezione VI: spedizione alla GUCEE 18/7/2014. Il Direttore Generale - Dott.ssa Anna Maria Minicucci TRIBUNALE DI ROMA Sezione Fallimentare Concordato Preventivo n. 52/2012 della società Sapam Immobiliare s.r.l. in liq. Giudice delegato Dr. Fabio Miccio - Liquidatore giudiziale Dr. Leonardo Quagliata AVVISO DI VENDITA DI IMMOBILI E PARTECIPAZIONE AZIONARIA Il Liquidatore giudiziale del concordato preventivo n. 52/2012 della società Sapam Immobiliare s.r.l. in liq. avvisa che intende procedere alla vendita mediante gara competitiva dei seguenti beni in uno o più lotti: Lotto n. / Ubicazione del Bene 1) Roma - Eur Tre Fontane Destinazione d’uso Descrizione Superficie lorda mq e/o n. parcheggi Dati catastali Terreno edificabile terreno mq. 140.000 lordi, pari a sup. sviluppata mq lordi 46.650; mq comm. li 33.570 (di cui resid. 28.125, commerc. 3.125, 2.320 posti auto res. e 0 posti auto commerc.) park residenz. n. 464 park comm.le n. 152 Fg. 851 p.lle 145 - 147 191 - 192 Park pubblico - interrato (1°, 2° e 3°) cat. D/8 Park pubblico - interrato (1°, 2° e 3°) cat. D/8 Dep.to-cantina (cat. C/2) Dep.to-cantina (cat. C/2) Dep.to-cantina (cat. C/2) 2) Parco del Broletto - Lecco 3) Parco del Broletto - Lecco 4) Parco del Broletto - Lecco 5) Parco del Broletto - Lecco 6) Parco del Broletto - Lecco Codice Fiscale 00084640838 P. E. [email protected] AVVISO DI GARA Si rende noto che, in data 22/09/2014 alle ore 10:00, si svolgerà la gara per l’appalto dell’affidamento del servizio di supporto dell’attività di aggiornamento dell’anagrafe tributaria, di supporto all’attività di accertamento dell’evasione dell’imposta comunale sugli immobili (I.C.I.), dell’imposta municipale unica (I.M.U.), della tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani (T.A.R.S.U.) e della tassa rifiuti e servizi (T.A.R.E.S.), nonché del servizio di supporto all’Ufficio Tributi. Il termine della presentazione delle offerte è fissato per giorno 08/09/2014, alle ore 12:00. La gara sarà espletata, con il criterio della offerta economicamente più vantaggiosa, ai sensi dell’art. 3, 55 e 83 del D. Lgs 163/2006. L’entità delle prestazioni è pari ad € 600.000,00 I.V.A. esclusa. CODICE IDENTIFICATIVO GARA [5826543762]. L’opera è finanziata con fondi comunali. Il bando di gara è stato pubblicato integralmente all’Albo Pretorio comunale, sul sito Internet www.comune.barcellona-pozzo-di-gotto.me.it, alla Comunità Europea e per estratto sulla G.U.R.S.. Il R.U.P. - Dott. Lucio Rao Per la pubblicità legale e finanziaria rivolgersi a: Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano Tel. 02 2584 6665/6256 - Fax 02 2588 6114 Via Valentino Mazzola, 66/D 00142 Roma Tel. 06 6882 8650 - Fax 06 6882 8682 Vico II San Nicola alla Dogana, 9 80133 Napoli Tel. 081 49 777 11 - Fax 081 49 777 12 Via Villari, 50 - 70122 Bari Tel. 080 5760 111 - Fax 080 5760 126 RCS MediaGroup S.p.A. Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano n. 24 posti auto Fg. 3 p.lla 2370 sub 8 64.800 n. 97 posti auto Fg. 3 p.lla 2370 sub 12 261.900 7 125 35 Fg. 3 p.lla 2369 sub 65 Fg. 3 p.lla 2370 sub 702 Fg. 3 p.lla 2370 sub 701 1.800 33.300 9.900 7) Parco del Broletto - Lecco Dep.to-cantina (cat. C/2) 12 Fg. 3 p.lla 2370 sub 704 3.600 Dep.to-cantina (cat. C/2) Appartamento uso ab. (cat.A/2) + posto auto (cat.C/6) Appartamento uso ufficio (cat. A/10) 79 Fg. 3 p.lla 2370 sub 703 21.600 17) Genova 72 Fg. 17 p.lla 494 sub 38 e 78 51.300 324 Fg. 318 p.lla 499 sub 106 525.600 Deposito-magazzino (cat. C/2) 24 Fg. 318 p.lla 499 sub 124 6.480 Deposito-magazzino (cat. C/2) 24 Fg. 318 p.lla 499 sub 125 6.480 Deposito-magazzino (cat. C/2) 25 Fg. 318 p.lla 499 sub 126 6.750 Deposito-magazzino (cat. C/2) 24 Fg. 318 p.lla 499 sub 129 6.480 Deposito-magazzino (cat. C/2) 24 Fg. 318 p.lla 499 sub 128 6.480 Deposito-magazzino (cat. C/2) 25 Fg. 318 p.lla 499 sub 127 Partecipazione 32,34 % in Tecnocittà s.p.a,. c.f. 02864220104, con sede in Genova, per un valore nominale di euro 1.617.000 azioni su un totale capitale sociale di euro 5.000.000 6.750 851.000 Previa istanza, da inviare elettronicamente con firma digitale a mezzo p.e.c. agli indirizzi: [email protected], [email protected] e [email protected], secondo il format esistente nel sito internet www.acquamarcia.it, sarà possibile accedere alla data room virtuale (ove sono contenuti il regolamento di vendita completo, i format per la richiesta di accesso alla data room e la proposta irrevocabile di acquisto cauzionata, le perizie di stime ed altri documenti rilevanti ai fini della vendita), esistente all’interno del medesimo sito internet, per lo svolgimento della due diligence. Anche in assenza di richiesta di accesso alla data room virtuale, sarà possibile presentare entro il 1 settembre 2014 una proposta irrevocabile d’acquisto cauzionata avente ad oggetto uno o più beni (la “Proposta Vincolante di Acquisto”), secondo il format disponibile sul sito www.acquamarcia.it, che dovrà essere inviata con firma digitale a mezzo p.e.c. agli indirizzi: [email protected] e francesco.rizzuti@postacertificata.notariato.it. In data 23 settembre 2014, con inizio alle ore 10, dinanzi al notaio Francesco Rizzuti, presso il suo studio in Roma corso Vittorio Emanuele II n. 251, si svolgerà la gara competitiva prendendo come prezzo base di gara quello su indicato ovvero, se superiore, il prezzo della Proposta di Acquisto più alta; con rilancio minimo del 5% del prezzo base di gara. Per ulteriori informazioni contattare il Liquidatore Giudiziale Dr. Leonardo Quagliata all’indirizzo di posta elettronica certificata [email protected], inviando la medesima comunicazione per conoscenza agli indirizzi [email protected] e [email protected]. Il presente avviso non costituisce proposta irrevocabile, né offerta al pubblico, né sollecitazione al pubblico risparmio, né impegna in alcun modo il Liquidatore Giudiziale a contrarre con gli offerenti. Il Liquidatore Giudiziale - Dr. Leonardo Quagliata ANAS S.p.A. Compartimento della viabilità per l’Emilia - Romagna BANDO DI GARA BOLAV027-14 (ESTRATTO) PROCEDURA DI GARA: Procedura aperta ai sensi del DLgs 163/2006 e del DPR 207/2010 smi. Determinazione a contrarre ai sensi dell’art. 11 comma 2 D.lgs 163/2006 del 10.07.2014 prot. n. 25707; Provincia Forlì-Cesena; Descrizione: Gara MSLAV027/14 S.S. 3bis “TIBERINA” Lavori di ripristino del viadotto SAVIO al km 168+000; Importo lordo dei lavori: Euro 819.830,70 tutti a misura di cui per oneri della sicurezza Euro 76.548,88; Categoria prevalente: OG3 classifica III°; Cauzione provvisoria: EURO 16.396,60; Termine di esecuzione: giorni 100 dalla data di consegna dei lavori; Finanziamento: L’appalto è finanziato con mezzi correnti del bilancio ANAS S.p.A.; Procedura indetta con riserva di aggiudicazione; Ai fini dell’ammissione alla presente procedura concorsuale gli operatori economici dovranno presentare: ricevuta del versamento all’AVCP di € 70.00 (CIG che identifica la procedura: 5854082D47); Termine di ricezione: entro e non oltre le ore 12,00 del giorno 01.09.2014; Richieste informazioni: Ufficio Gare Compartimento ANAS di Bologna, tel 051.6301182. BANDO INTEGRALE DI GARA: Il bando è in corso di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana (G.U.R.I.) ed è altresì disponibile in forma integrale sul sito Internet www.stradeanas.it; RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO: Ing. Matteo CASTIGLIONI. IL DIRIGENTE AMMINISTRATIVO TRIBUNALE DI MONZA CITTA’ DI BARCELLONA POZZO DI GOTTO PROVINCIA DI MESSINA 16.371.000 8) Parco del Broletto - Lecco 9) Margara Fubine Alessandria 10) Eur. Bus. Center (c. ZAI) Verona 11) Eur. Bus. Center (c. ZAI) Verona 12) Eur. Bus. Center (c. ZAI) Verona 13) Eur. Bus. Center (c. ZAI) Verona 14) Eur. Bus. Center (c. ZAI) Verona 15) Eur. Bus. Center (c. ZAI) Verona 16) Eur. Bus. Center (c. ZAI) Verona Fallimento n. 248/2013 del 19/09/2013 Giudice Delegato Dott. Mirko Buratti “AFO Ambiente Srl s.u in fall. ora in esercizio provvisorio” con sede legale in Concorezzo, Via Monte Rosa n. 42/1 C.F. 03295870152 e P.I. 02333170963 Per maggiori dettagli www.tribunale.monza.giustizia.it e www.astalegale.net Vista l’offerta cauzionata ricevuta si invita a presentare offerte Per l’acquisto dell’azienda di pertinenza della società Afo ambiente Srl in fallimento ora in esercizio provvisorio, con sede operativa in Concorezzo Via Monte Rosa n. 42/1, operante nella messa in riserva di rifiuti, trattamento, recupero e smaltimento di rifiuti urbani, speciali, pericolosi e non pericolosi, trasporto, anche da piattaforme ecologiche, in possesso delle autorizzazioni: decreto regionale A.I.A. n. 9554 del 31/08/2007 e successiva proroga con riallineamento del decreto V.I.A.; trasporto, dell’Albo Gestori ambientali lombardia n. MI 03232 del 24/01/2011 scadenza 24/01/2016categorie 1B, 4C e 5C per trasporto di rifiuti urbani, speciali e pericolosi; intermediazione, rilasciataAlbo Gestori ambientali lombardia n. MI 03232 del 27/08/2012 scadenza 27/08/2017categorie 8E; Conto Terzi, autorizzazione provinciale n. MI/0855395/c posizione meccanografica A3ZZ2/T; In possesso di certificazione UNI EN Iso 9001, 2008 e UNI EN 14001 del 15/01/2014 scadenza 14/01/2017; l’impianto è in regola con la normativa ambientale vigente e con le prescrizioni del decreto A.I.A; la Regione Lombardia, con provvedimento emesso in Conferenza dei Servizi il 17/04/2014 ha concesso il rilascio della nuova autorizzazione per la gestione di 300.000 tonnellate annue (limitazioni a tonnellate 90.000 per il rifiuto codice CER 200301) n. 32 dipendenti, automezzi ed attrezzature. Gara per individuare l’acquirente innanzi al G.D. Dott. Mirko Buratti in data 10/09/2014 ore 10,00 al prezzo base non inferiore ad € 2.000.000,00, come da offerta cauzionata ricevuta; rilancio minimo € 100.000,00. Presentazione delle offerte, modalità di svolgimento della gara e perizia di stima sul sito internet all’indirizzo www.tribunale.monza.giustizia.it nonché PEC [email protected], anche per la programmazione dell’accesso in data room, curatore dott. M. Ester Palermo. Prezzo base di gara in euro Dott. Paolo VENERI VIALE A. MASINI, 8 - 40126 BOLOGNA Tel. 051/6301111 - Fax 051/244970 • sito internet www.stradeanas.it AUTORITA’ PORTUALE DI AUGUSTA Estratto bando di gara L’Autorità Portuale di Augusta rende noto che ha indetto il pubblico incanto ai sensi del D.Lgs. 163/2006 per: l’affidamento in concessione del servizio di raccolta, trasporto e recupero/smaltimento dei rifiuti solidi pericolosi e non e dei residui solidi del carico prodotti dalle navi che approdano nel Porto di Augusta. Codice CIG: 5819356C7A. Importo stimato della concessione € 4.000.000,00 IVA esclusa. Termine presentazione offerte 16/09/2014 ore 12,00, aggiudicazione ad unico incanto, anche se perverrà o rimarrà in gara una sola offerta valida, con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa di cui all’art. 83 del Codice dei contratti pubblici. Il bando di gara ed il disciplinare sono disponibili sul sito della stazione appaltante www.portoaugusta.it. Il Bando di gara è stato pubblicato sulla GUCE il 19/07/2014. IL RUP Dott.ssa Valeria Ranno MINISTERO DELLA DIFESA AERONAUTICA MILITARE COMANDO LOGISTICO SERVIZIO DI COMMISSARIATO ED AMMINISTRAZIONE REPARTO COMMISSARIATO DIREZIONE DI COMMISSARIATO V.le Roma n. 26, 00012 Guidonia (RM) www.aeronautica.difesa.it AVVISO DI GARA Procedura di gara: ristretta accelerata in ambito U.E. per la stipula di un Accordo Quadro per gli anni 2015-2016-2017, su cui basare Appalti Specifici. Criterio di aggiudicazione: sconto unico percentuale più elevato sul listino dei prezzi all’ingrosso pubblicati dalla C.C.I.A. di Roma alle condizioni indicate nel bando di gara. Oggetto: G.P.L. sfuso per riscaldamento, cucine e produzione di acqua calda per i servizi igienico sanitari per i vari Enti dell’A.M.. Importo presunto: euro 6.239.742,30, I.V.A. esclusa. Pubblicazione del bando: G.U.C.E.: trasmesso il 21/07/2014 - G.U.R.I.: trasmesso il 21/07/2014. Domanda di partecipazione: dovrà pervenire entro il 08/09/2014. Indirizzo: V.le Roma n. 26, 00012 Guidonia (RM). Informazioni: potranno essere richieste alla sopracitata Direzione - tel. 0774/4003015, 0774/4003022 fax 0774/4003110 o mediante e-mail: [email protected]. Il bando integrale sarà pubblicato, anche sul sito: “www.serviziocontrattipubblici.it”. Le specifiche tecniche sono disponibili presso la stazione appaltante. IL DIRETTORE Col. C.C.r.n. Giuseppe MIDILI REPUBBLICA ITALIANA REGIONE PUGLIA Il Commissario Straordinario Delegato Per l’attuazione degli interventi per la mitigazione del rischio idrogeologico nella Regione Puglia previsti nell’Accordo di Programma siglato il 25/11/10 AVVISO PUBBLICAZIONE ESITO DI GARA CUP: J55D12000100003 CIG: 5488610042 Il Commissario Delegato avvisa che sul sito www.dissestopuglia.it nella sezione “AVVISI E BANDI” è pubblicato l’AVVISO RELATIVO AGLI APPALTI AGGIUDICATI inerente l’aggiudicazione della procedura aperta ai sensi del Decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163 e s.m.i. relativa all’Intervento BA014A/10 COMUNE DI CORATO (BA) - Lavori di salvaguardia idraulica dell’abitato. L’avviso per estratto sarà altresì pubblicato sulla G.U.R.I. Bari 17 Aprile 2014. Il Commissario Straordinario: Avv. Francesco Paolo Campo AdF - Aeroporto di Firenze S.p.A. MINISTERO DELLA DIFESA SEGRETARIATO GENERALE DELLA DIFESA E DIREZIONE NAZIONALE DEGLI ARMAMENTI DIREZIONE DEGLI ARMAMENTI TERRESTRl AVVISO DI APPROVVIGIONAMENTO Presso la Direzione degli Armamenti Terrestri sarà esperita una gara ristretta in ambito UE per l’approvvigionamento di: n. 72 indumenti protettivi impermeabili NBC. Le domande di partecipazione alla gara dovranno pervenire al Segretariato Generale della Difesa-DNA- Direzione degli Armamenti Terrestri - I Reparto 3^ Divisione - Via Marsala n. 104, 00185 Roma (fax 06/4466200), improrogabilmente entro il 14.08.2014 (farà fede il timbro dell’ufficio protocollo della Direzione). Il bando integrale di gara è stato inviato all’Ufficio delle Pubblicazioni dell’Unione Europea in data 11/07/2014 e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, foglio inserzioni n. 78 del 11/07/2014. Informazioni in merito potranno essere richieste all’Ufficio Relazioni con il Pubblico - Via Marsala, 104 - 00185 Roma - dal lunedì al venerdì dalle ore 8,30 alle ore 14,00 - Tel. 06/47359094 - 06/47359069 - Fax 06/4825279. IL DIRETTORE Ten. Gen. Gianfranco GIGLIO PROCEDURA PER L’AFFIDAMENTO IN SUBCONCESSIONE DI AREE PER L’ESERCIZIO DELL’ATTIVITA’ DI VENDITA DI PRODOTTI IN REGIME DI DUTY FREE PRESSO L’AEROPORTO DI FIRENZE AVVISO PROROGA TERMINE MANIFESTAZIONI DI INTERESSE AdF - Aeroporto di Firenze S.p.A., con sede in Firenze, Via del Termine n. 11, comunica che, in riferimento alla prima fase di preselezione della procedura per l’affidamento in subconcessione di aree per l’esercizio dell’attività di vendita di prodotti in regime di duty free presso l’Aeroporto di Firenze, di cui al relativo Avviso di Preselezione del 4 luglio 2014, il termine per il pervenimento delle manifestazioni di interesse del 21 luglio 2014, indicato al punto 5 dell’Avviso di Preselezione, deve intendersi prorogato al nuovo termine del 25 luglio 2014 (ugualmente entro e non oltre le ore 17). Rimangono ferme tutte le restanti previsioni, non modificate dal presente Avviso, di cui al suddetto Avviso di Preselezione del 4 luglio 2014. Firenze, 21 luglio 2014 L’Amministratore Delegato - Vittorio Fanti Corriere della Sera Mercoledì 23 Luglio 2014 Economia 27 italia: 51575551575557 Auto e strategie L’accordo operativo da metà 2016 sarà allargato a Opel Il piano Fiat Chrysler con Renault Prima alleanza industriale Dai francesi un veicolo commerciale. Fca verso l’addio a Psa Renault e Fiat hanno firmato un accordo in base al quale la casa francese fornirà a Fiat un veicolo commerciale leggero, costruito su una piattaforma derivata dal pianale del Renault Trafic, realizzato sempre dal costruttore francese che lo produrrà a partire dal secondo semestre 2016. Il veicolo sostituirà il Fiat Scudo, sinora prodotto nello stabilimento di Valenciennes di Psa Peugeot Citroën, in base a una collaborazione destinata a concludersi entro il 2016, quando Fiat cederà a Psa la sua quota della joint venture Sevelnord, che nell’impianto nel nord della Francia produce anche furgoni per Citroën e Peugeot. La fine di Sevelnord non avrà alcuna conseguenza sul futuro e sulle prospettive della Sevel, l’analoga joint venture che in Val di Sangro, in Abruzzo, assembla il mitico Fiat Ducato. Per poter sopravvivere, le case automobilistiche intensificano sempre più partnership industriali che aiutano a ridurre i costi, permettendo il rilancio degli investimenti. Lo scenario mondiale vede attivi dieci grandi gruppi, Fiat Chrysler Automobiles, Daimler, Volkswagen, Bmw, General Motors, Toyota, Ford, Hyundai, Tata e il cinese Geely che ha acquistato Volvo, ognuno è proprietario di diversi brand. Per esempio Fca comprende nove marchi: Abarth, Alfa Romeo, Ferrari, Fiat, Jeep, Lancia, Maserati, Chrysler e Dodge; Volkswagen, invece, controlla Audi, Bentley, Bugatti, Lamborghini, Porsche, Seat, Skoda e Suzuki. Mercedes ha creato una sinergia globale con Renault, allargata a tutte D’ARCO Le quote di mercato Fiat & Chrysler Italia 28,7% Renault 38,9% Marocco America Latina 15,8% Algeria 26,2% Canada 14,6% Francia 25,4% Stati Uniti 11,4% Belgio Lussemburgo 13% 12,1% Spagna 3,7% Spagna Francia 3,5% Italia 7,2% Vendite 2013 divise per principali mercati, solo automobili le case che sono partner del costruttore transalpino, ossia Dacia, Nissan con Infiniti, Lada e Mahindra con SsangYong. L’aumento dei costi si verifica soprattutto nelle fasi di produzione dei vari compo- nenti, nella progettazione dei pianali e nello stampaggio delle carrozzerie. La soluzione ricercata in accordi con altri costruttori comporta, oltre a una maggiore flessibilità degli impianti, anche l’unificazione degli acquisti, riducendo il Centro Stile torinese Il nuovo furgone FiatRenault sostituirà il «Fiat Scudo», sinora prodotto nello stabilimento di Valenciennes di Psa Peugeot Citroën in base a una collaborazione destinata a concludersi entro il 2016, quando Fiat cederà a Psa la sua quota della joint venture Sevelnord che, nell’impianto nel nord della Francia, produce anche furgoni per Citroën e Peugeot. La fine di Sevelnord non avrà alcuna conseguenza sul futuro e sulle prospettive della Sevel, l’analoga joint venture che in Val di Sangro, in Abruzzo, assembla il mitico Fiat Ducato. Il veicolo sarà venduto a livello mondiale e sarà disegnato e progettato completamente dal Centro Stile torinese, che lo caratterizzerà con il marchio Fiat Professional Il ceo Ghizzoni numero dei fornitori e assicurando, nello stesso tempo, il livello qualitativo. La rigidità dei vari mercati ha contribuito, specialmente per determinati segmenti, all’aumento delle relazioni tra le industre che inseguono un continuo processo di internazionalizzazione. Il nuovo veicolo commerciale di Fiat (venduto a livello mondiale) sarà disegnato e progettato completamente dal Centro Stile torinese, che lo Design Il nuovo veicolo sarà disegnato dal Centro Stile torinese e venduto in tutto il mondo caratterizzerà secondo gli stilemi distintivi del marchio Fiat Professional. Il modello avrà altre due versioni commercializzate, una dal costruttore transalpino e un’altra dalla tedesca Opel. Il mercato dei veicoli professionali indica nei primi sei mesi dell’anno una crescita vicina al 15%, pari a circa 59 mila unità immatricolate. Bianca Carretto © RIPRODUZIONE RISERVATA «Unicredit, più capitali alla filiera della moda» MILANO — Parte dai numeri del settore della moda Federico Ghizzoni (nella foto), amministratore delegato di Unicredit: «Si prevede una crescita del 3,6% per il settore nel 2014 e un fatturato totale che si attesterà oltre i 52,6 miliardi, con un tasso di crescita delle esportazioni stimato del 5,6%. Noi abbiamo una quota di mercato in termini di impieghi al settore che sfiora il 20%, serviamo circa 12 mila clienti di cui il 71% è rappresentato da piccole imprese, cui accordiamo credito per oltre 4 miliardi». È la premessa del numero uno di Unicredit per illustrare la nuova alleanza con la Camera nazionale della moda e Sistema moda Italia, che segue al progetto Unicredit international per la moda lanciato il primo gennaio 2013. I nuovi accordi andranno a sostegno Energia Il 29 luglio consiglio del fondo per deliberare l’investimento. Al via il progetto «Eureka», terza realtà verde del Paese Edison-F2i, pronto il nuovo polo delle rinnovabili Operazione da almeno 800 milioni e 600 megawatt tra eolico e solare Conto alla rovescia in Foro Buonaparte a Milano, quartier generale di Edison dove l’amministratore delegato Bruno Lescoeur conta di chiudere a giorni l’accordo con il fondo F2i, candidato a giocare il ruolo di partner forte nelle energie rinnovabili. È un negoziato che si protrae ormai da mesi ma che adesso sembra in dirittura d’arrivo. La data chiave è fissata per martedì 29 luglio, giorno in cui il consiglio di F2i, salvo slittamenti, dovrebbe deliberare l’investimento. Un’operazione di rilievo che porterà il tandem Edison-F2i alla guida di un polo che, tra attività eoliche e solari, ai nastri di partenza vale 600 megawatt. Destinati a salire a quota mille entro l’inizio del prossimo anno. In pratica Edison e F2i stanno disegnando il perimetro del terzo player italiano delle energie rinnovabili dopo Enel Green Power e la Erg Renew della famiglia Garrone. Già, perché nei piani di «Eureka», così il nome in co- Al timone Bruno Lescoeur, amministratore delegato di Edison targata Edf. Le energie verdi che metterà in comune con F2i valgono circa il 17% della capacità installata del gruppo con sede a Milano dice del progetto, c’è l’ambizione di creare un polo d’attrazione di altre realtà di medie dimensioni. E la prima occasione potrebbe essere la divisione «green» di E.On Italia messa in vendita dalla casa madre di Düsseldorf, che apporterebbe in un colpo solo altri 380 megawatt al portafoglio di Edison-F2i. Ma questo riguarda il futuro, che peraltro vedrà alla guida del fondo promosso da Cdp, Intesa Sanpaolo, Unicredit, fondazioni bancarie e casse un altro vertice. Consiglio il 25 luglio Il Club Med decide sull’Opa Bonomi Finanza islamica Due giorni per saperne di più. Si riunirà venerdì prossimo il consiglio del Club Méditerranée per decidere se appoggiare l’offerta di takeover di Andrea Bonomi, che ora è il maggior azionista avendo una quota di quasi l’11%. Ma la notizia (che lo stesso Bonomi definisce «eccellente») è che la sua offerta ha ottenuto l’appoggio di Serge Trigano, figlio del fondatore del Club Med Gilbert Trigano, che diventerebbe presidente non-esecutivo se la proposta del finanziere italiano andrà a buon fine. © RIPRODUZIONE RISERVATA L’accordo in gestazione sarà infatti l’ultimo atto che porterà la firma sia dell’amministratore delegato Vito Gamberale sia del presidente Giuliano Asperti, che lasceranno gli incarichi non appena i soci promotori del fondo avranno individuato i successori con il supporto della società di head hunting Korn Ferry. La cornice dell’intesa prevede che il fondo infrastrutturale rilevi fino al 70% di una nuova società nella quale confluiranno le attività di Edens (Edison energie speciali) e gli impianti italiani di Edf énergies nouvelles (ribattezzata Edf en neos), il braccio delle rinnovabili che fa capo a Parigi e ha interessi in Europa e Nord America. Ma Edison, assistita dagli advisor Lazard e Morgan Stanley, non sarà certo un partner dormiente. Avrà una convenzione di energy management e un ricco contratto di manutenzione degli impianti. Tanto più ricco perché gli impianti eolici di Foro Buonaparte hanno bisogno nel medio-lungo periodo del cosiddetto repowering, ossia l’ammodernamento tecnologico che, secondo le stime del mercato, vale circa un milione a megawatt. Questi aspetti e il tema della governance della nuova alleanza, dove EdisonEdf vuole avere voce in capitolo, sono gli aspetti più delicati che hanno richiesto più tempo al negoziato. L’accordo dovrebbe ormai essere stato trovato anche sul prezzo. F2i ha messo fuori gioco i fondi concorrenti Terra Firma e First Reserve, che avevano offerto circa 500 milioni. L’operazione prospettata dal fondo infrastrutturale, dove il dossier è seguito da Gamberale e dal partner Corrado Santini, dovrebbe valorizzare il polo «verde» in circa 800850 milioni, anche se è possibile che F2i abbia ottenuto una limatura dei valori in vista delle prospettive di riduzione degli incentivi anche sull’eolico. Daniela Polizzi principalmente delle piccole e medie imprese del settore e non è previsto un plafond. «Si tratta di una forma di reverse factoring — ha spiegato Gabriele Piccini, country chairman Italy di Unicredit —. Il rischio è a carico dell’impresa alla guida della filiera, che garantisce per le aziende sottostanti, che così possono godere di un rating agevolato, di avere maggiore accesso al credito e a prezzi più vantaggiosi». Nel settore della moda «abbiamo due tipi di Pmi da sostenere — ha detto Mario Boselli, presidente della Camera nazionale della Moda — : quelle della subfornitura, che beneficiano delle grandi imprese del lusso, e quelle che devono andare direttamente sul mercato. E poi c’è la necessità di supportare una nuova generazione di creativi». Francesca Basso © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Export Il presidente della Camera di commercio, Donato: «L’interscambio con l’Italia è sceso ai minimi» «Imprese penalizzate, Singapore fuori dalla black list» Borsa saudita «aperta» dal 2015 L’Arabia Saudita apre la Borsa agli investitori esteri. Lo ha comunicato l’autorità di vigilanza del Paese: l’accesso al mercato saudita, che capitalizza 530 miliardi di dollari, potrebbe aver luogo nel primo semestre 2015 «Paesi a fiscalità privilegiata puri, con eccezioni»: Singapore, Bahrain, Emirati Arabi Uniti e Principato di Monaco. «Paesi a fiscalità non privilegiata»: Angola, Antigua, Mauritius, Panama, Portorico e Svizzera. A ben vedere — e lo conferma anche l’ultimo decreto di aggiornamento del ministero del Tesoro datato 12 febbraio 2014 — Singapore è ancora nella black list dei Paesi considerati veri e propri paradisi fiscali, nonostante l’Ocse (di cui Pier Carlo Padoan è stato fino a poco tempo fa capo economista) non lo consideri più tale e al netto di una serie di accordi bilaterali tra i due governi in un’ottica di maggiore scambio di informazioni di natura tributaria. «Tutto ciò penalizza le nostre imprese che vogliano dell’apertura di una filiale investire nel Sud Est asiatico commerciale, tassazione piena — dice Federico Donato, presi- dei dividendi per chi detiene dente della Camera di com- partecipazioni in società con mercio italiana a Singapore e diritto singaporegno». Una via amministratore decrucis tale da ridurlegato di FFA Asia, re al minimo l’insocietà di consuterscambio comlenza finanziaria merciale tra i due attiva nella gestioPaesi, nonostante ne di grandi patrila città-Stato di Sinmoni —. Lunghi gapore sia la piazza tempi di attesa per finanziaria di riferigli “interpelli” mento per circa 600 (l’istanza che il milioni di persone contribuente rivol(dalla Thailandia al ge all’Agenzia delle Federico Donato, Vietnam, dalle Fientrate chiamata a Camera di comlippine fino alla dare una valutazio- mercio a Singapore Malaysia) e al netto ne preventiva su dei suoi tassi di creun’operazione economica in scita del 5% all’anno trainati fieri, ndr.), minore deducibili- (anche) dal manifatturiero, dai tà dei costi sostenuti nel caso trasporti e dalla logistica che la indicano come la piattaforma più adeguata per uno sbarco più convincente del made in Italy. Qualche best practice in realtà ci sarebbe, ma va categorizzata alla voce «investimenti in solitario»: Mzb group (la capogruppo della Segafredo- Zanetti, leader nella lavorazione del caffè) che ha appena rilevato il 100% della locale Boncafe e Menarini (attiva nel farmaceutico) che ha fatto shopping comprando Invida per 220 milioni di dollari in carico al fondo sovrano Temasek. Poco, anche in confronto agli investimenti singaporegni nel nostro Paese che spaziano dalle strutture ricettive (l’hotel Boscolo Esedra a Roma di proprietà del Millennium Hotels group) agli aeroporti (una pic- cola partecipazione di Changi Airports in Gemina, controllante della società di gestione degli Aeroporti di Roma incorporata in Atlantia), fino al controllo dei terminal portuali Genova Voltri e Venezia in carico al colosso PSA. Eppure — rileva Donato — la «corporate tax» a Singapore è fissata al 17%, quasi cinque punti in più dell’Irlanda, non proprio una fiscalità di vantaggio. Il corollario — sussurrato a mezza bocca — è che l’assenza del padiglione Singapore nell’Expo milanese sia da attribuire a una malcelata volontà delle istituzioni locali di reagire in maniera stizzita a una misura che ritengono ingiustificata. Fabio Savelli © RIPRODUZIONE RISERVATA 28 Mercoledì 23 Luglio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 www.piccoliannunci.rcs.it [email protected] oppure nei giorni feriali presso l’agenzia: Si precisa che ai sensi dell’Art. 1, Legge 903 del 9/12/1977 le inserzioni di ricerca di personale inserite in queste pagine devono sempre intendersi rivolte ad entrambi i sessi ed in osservanza della Legge sulla privacy (L.196/03). 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Best Cedola ACC 18/07 18/07 18/07 18/07 18/07 18/07 18/07 18/07 18/07 18/07 18/07 18/07 18/07 EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR 5,343 5,343 5,045 5,492 5,020 3,765 3,337 4,962 5,593 5,475 5,036 5,394 5,708 26,466 7,058 6,917 6,990 6,791 12,899 11,222 11,238 12,262 12,273 11,085 12,002 12,012 10,316 10,316 17,587 6,105 8,870 8,990 6,424 12,998 13,471 17,974 7,246 10,219 29,152 5,345 5,345 5,062 5,495 5,045 3,763 3,299 4,970 5,600 5,490 5,037 5,395 5,711 Nome Data Valuta AZ F. Best Cedola DIS AZ F. Best Equity AZ F. Bond Target 2015 ACC AZ F. Bond Target 2015 DIS AZ F. Bond Target 2016 ACC AZ F. Bond Target 2016 DIS AZ F. Bond Target 2017 Eq Op ACC AZ F. Bond Target 2017 Eq Op DIS AZ F. Bond Target Giugno 2016 ACC AZ F. Bond Target Giugno 2016 DIS AZ F. Bond TargetSettem.2016 ACC AZ F. Bond TargetSettem.2016 DIS AZ F. Cash 12 Mesi AZ F. Cash Overnight AZ F. Carry Strategy ACC AZ F. Carry Strategy DIS AZ F. Cat Bond ACC AZ F. Cat Bond DIS AZ F. CGM Opport Corp Bd AZ F. CGM Opport European AZ F. CGM Opport Global AZ F. CGM Opport Gov Bd AZ F. Commodity Trading AZ F. Conservative AZ F. Core Brands ACC AZ F. Core Brands DIS AZ F. Corporate Premium ACC AZ F. Corporate Premium DIS AZ F. Dividend Premium ACC AZ F. Dividend Premium DIS AZ F. Emer. Mkt Asia AZ F. Emer. Mkt Europe AZ F. Emer. Mkt Lat. Am. AZ F. European Dynamic ACC AZ F. European Dynamic DIS AZ F. European Trend AZ F. Formula 1 Absolute ACC AZ F. Formula 1 Absolute DIS AZ F. Formula 1 Alpha Plus ACC AZ F. Formula 1 Alpha Plus DIS AZ F. Formula Target 2014 AZ F. Formula Target 2015 ACC AZ F. Formula Target 2015 DIS AZ F. Formula 1 Conserv. AZ F. Global Curr&Rates ACC AZ F. Global Curr&Rates DIS AZ F. Global Sukuk ACC AZ F. Global Sukuk DIS AZ F. Hybrid Bonds ACC AZ F. Hybrid Bonds DIS AZ F. Income ACC AZ F. Income DIS AZ F. Int. Bd Targ. Giugno 2016 ACC AZ F. Int. Bd Targ. Giugno 2016 DIS AZ F. Institutional Target ACC AZ F. Institutional Target DIS AZ F. Italian Trend ACC AZ F. Italian Trend DIS AZ F. Lira Plus ACC AZ F. Lira Plus DIS AZ F. Macro Dynamic AZ F. Opportunities AZ F. Pacific Trend AZ F. Patriot ACC AZ F. Patriot DIS AZ F. Qbond AZ F. Qinternational AZ F. QProtection AZ F. Qtrend AZ F. Renminbi Opport AZ F. Reserve Short Term AZ F. Short Term Gl High Yield ACC AZ F. Short Term Gl High Yield DIS AZ F. Solidity ACC AZ F. Solidity DIS AZ F. Strategic Trend AZ F. Top Rating ACC AZ F. Top Rating DIS AZ F. Trend AZ F. US Income 18/07 18/07 18/07 18/07 18/07 18/07 18/07 18/07 18/07 18/07 18/07 18/07 18/07 18/07 18/07 18/07 30/06 30/06 18/07 18/07 18/07 18/07 18/07 18/07 18/07 18/07 18/07 18/07 18/07 18/07 18/07 18/07 18/07 18/07 18/07 18/07 18/07 18/07 30/06 30/06 18/07 18/07 18/07 18/07 18/07 18/07 18/07 18/07 18/07 18/07 18/07 18/07 18/07 18/07 18/07 18/07 18/07 18/07 18/07 18/07 18/07 18/07 18/07 18/07 18/07 18/07 18/07 18/07 18/07 18/07 18/07 18/07 18/07 18/07 18/07 18/07 18/07 18/07 18/07 18/07 EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR ISOLA appartamenti da 150.000 euro palazzo ristrutturato a nuovo. CE: C - IPE: 86,40 kWh/mqa 02.88.08.31 cod. 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Cash R1C A Paulson Global R1C E Sovereign Plus R1C A Systematic Alpha R1C A Fondi Unit Linked Flex Equity 100 Global Equity Maximum Progress Quality Quota/pre. Nome 118,185 117,857 77,579 80,735 104,537 1084,074 1163,318 1031,643 118,048 117,718 76,692 79,801 104,543 1083,970 1161,011 1031,027 18/07 EUR 21/07 EUR 21/07 EUR 58,550 108,720 938,730 58,660 108,580 937,830 120,380 8682,690 173,300 101,490 6017,830 107,120 10475,660 121,000 8758,440 173,440 101,490 6069,510 107,320 10483,880 European Bond A-Dis Glob. Bond A-Dis Glob. Equity Income A Glob. Equity Income A-Dis Glob. Inv. Grade.Corp. Bd A-Dis M Glob. Structured Equity A-Dis Glob. Targeted Ret. A Glob. Tot. Ret. (EUR) Bond A Glob. Tot. Ret. (EUR) Bond E-Dis Greater China Eq. A India Equity E Japanese Eq. Advantage A Pan European Eq. A Pan European Eq. A-Dis Pan European Eq. Inc. A-Dis Pan European High Inc A Pan European High Inc A-Dis Pan European Struct. Eq. A Pan European Struct. Eq. A-Dis Renminbi Fix. Inc. A Renminbi Fix. Inc. EUR A-Dis US Equity A EH US High Yield Bond A US High Yield Bond A-Dis M US Value Equity A US Value Equity A-Dis 21/07 18/07 21/07 21/07 16/07 18/07 16/07 16/07 16/07 16/07 16/07 16/07 EUR JPY USD EUR EUR EUR EUR 11,015 5,645 5,306 6,551 7,185 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 Acquistiamo qualsiasi cilindrata con passaggio di proprietà e pagamento immediato. 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Loc. Cur. Debt A Em. Loc. Cur. Debt A-Dis.M Em. Mkt Corp Bd A Euro Corp. Bond A Euro Corp. Bond A-Dis M Euro Short Term Bond A 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 USD USD USD USD USD USD EUR USD USD USD EUR EUR EUR 25,830 16,850 14,660 14,290 14,830 10,390 15,340 15,440 9,758 12,667 16,864 12,774 10,998 25,720 16,770 14,570 14,210 14,730 10,381 15,290 15,426 9,749 12,678 16,862 12,772 10,999 EUR USD USD USD USD USD EUR EUR EUR USD EUR JPY EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR USD EUR EUR USD USD USD USD Quota/od. Quota/pre. 5,765 5,811 62,040 15,620 11,517 42,650 10,490 13,074 11,906 47,960 32,700 3129,000 17,740 16,010 11,900 18,990 13,710 14,660 13,940 10,713 9,639 14,330 11,887 10,688 32,840 31,390 5,764 5,814 61,880 15,580 11,516 42,580 10,475 13,072 11,904 47,410 32,350 3113,000 17,540 15,830 11,840 18,970 13,710 14,530 13,810 10,704 9,603 14,340 11,903 10,702 32,910 31,460 Tel: 02 77718.1 www.kairospartners.com 31/05 EUR 875792,556 867085,663 31/05 EUR 572375,300 566930,929 31/05 EUR 590472,785 584407,453 31/05 EUR 537936,773 532831,715 18/07 EUR 6,816 6,817 18/07 EUR 10,372 10,371 KAIROS INTERNATIONAL SICAV Invesco Funds Num tel: 178 311 01 00 www.compamfund.com - [email protected] 21/07 USD 1529,603 1531,448 Active Dollar Bond A 21/07 EUR 1669,469 1672,619 Active Emerging Credit A 21/07 EUR 1605,831 1608,924 Active Emerging Credit B 21/07 EUR 1457,692 1458,078 Active European Credit A 21/07 EUR 1395,106 1395,527 Active European Credit B 21/07 EUR 1408,744 1414,685 Active European Equity A 21/07 EUR 1332,436 1338,115 Active European Equity B 21/07 EUR 1241,575 1241,728 Active Liquid Bond A 21/07 EUR 1199,436 1199,619 Active Liquid Bond B Data Valuta Kairos Multi-Str. A Kairos Multi-Str. B Kairos Multi-Str. I Kairos Multi-Str. P Kairos Income Kairos Selection EUR EUR EUR EUR EUR compriamo contanti, supervalutazione gioielli antichi, moderni, orologi, oro, diamanti. Sabotino 14 Milano. 02.58.30.40.26 ACCOGLIENTE e prestigioso centro benessere italiano massaggi olistici. Ambiente elegante. Milano. 02.39.40.00.18 SAN BABILA elegante centro italiano, personale qualificato, raffinato, climatizzato, massaggi ayurvedici. 02.39.68.00.71 Quota/od. KIS - America A-USD KIS - America P KIS - America X KIS - Bond A-USD KIS - Bond D KIS - Bond P KIS - Bond Plus A Dist KIS - Bond Plus D KIS - Bond Plus P KIS - Dynamic A-USD KIS - Dynamic D KIS - Dynamic P KIS - Emerging Mkts A KIS - Emerging Mkts D KIS - Europa D KIS - Europa P KIS - Europa X KIS - Global Bond P KIS - Income D KIS - Income P KIS - Italia P KIS - Italia X KIS - Key KIS - Key X KIS - Multi-Str. UCITS A USD KIS - Multi-Str. UCITS D KIS - Multi-Str. UCITS P KIS - Multi-Str. UCITS X KIS - Selection D KIS - Selection P KIS - Selection X KIS - Sm. Cap D KIS - Sm. Cap P KIS - Target 2014 X 18/07 18/07 18/07 18/07 18/07 18/07 18/07 18/07 18/07 18/07 18/07 18/07 18/07 18/07 18/07 18/07 18/07 18/07 18/07 18/07 18/07 18/07 18/07 18/07 18/07 18/07 18/07 18/07 21/07 21/07 21/07 21/07 21/07 18/07 USD EUR EUR USD EUR EUR EUR EUR EUR USD EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR USD EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR 282,010 198,340 199,690 173,130 123,740 128,040 126,670 131,650 133,830 175,290 122,050 124,370 130,340 128,550 122,780 125,110 125,750 104,140 103,910 107,480 134,450 133,400 141,450 144,420 153,910 113,060 115,980 116,910 123,860 125,970 125,710 98,690 103,530 100,300 278,820 196,100 197,440 173,130 123,750 128,040 126,690 131,670 133,840 175,330 122,080 124,400 130,680 128,890 122,650 124,970 125,610 104,170 103,910 107,490 134,250 133,240 141,570 144,540 153,680 112,900 115,810 116,750 124,180 126,290 125,960 99,400 104,270 100,300 ASIAN OPP CAP RET EUR ADWISE L/S CAP RET EUR FLEX QUANTITATIVE HR6 A EUR HIGH GROWTH CAP RET EUR ITALY CAP RET A EUR SELECTED BOND DIS RET EUR SELECTED BOND CAP RET EUR VALUE OPP CAP RET EUR 21/07 21/07 21/07 21/07 21/07 21/07 21/07 21/07 EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR 12,678 111,851 113,137 115,672 25,036 5,795 121,318 9213,940 12,687 111,943 113,075 117,195 25,177 5,795 121,319 9213,666 www.multistarssicav.com [email protected] T. +41 (0)91 640 37 80 21/07 EUR 102,000 102,140 21/07 EUR 103,930 104,070 21/07 EUR 149,240 149,140 21/07 EUR 1522,640 1521,490 Orazio Conservative A Sparta Agressive A WM Biotech A WM Biotech I Nome Data Valuta Quota/od. Quota/pre. www.newmillenniumsicav.com Distributore Principale: Banca Finnat Euramerica - Tel: 06/69933475 21/07 EUR 192,390 192,440 NM Augustum Corp Bd A 21/07 EUR 146,970 146,910 NM Augustum High Qual Bd A 21/07 EUR 136,530 136,630 NM Balanced World Cons A 21/07 EUR 139,070 139,010 NM Euro Bonds Short Term A 21/07 EUR 47,600 47,910 NM Euro Equities A 21/07 EUR 73,990 74,070 NM Global Equities EUR hdg A 106,410 106,350 NM Inflation Linked Bond Europe A 21/07 EUR 21/07 EUR 112,800 112,910 NM Italian Diversified Bond A 21/07 EUR 115,350 115,460 NM Italian Diversified Bond I 21/07 EUR 136,650 136,660 NM Large Europe Corp A 21/07 EUR 106,220 106,250 NM Market Timing A 21/07 EUR 107,210 107,230 NM Market Timing I 21/07 EUR 63,300 63,530 NM Q7 Active Eq. Int. A 18/07 EUR 105,590 105,630 NM Q7 Globalflex A 18/07 EUR 121,820 121,790 NM Total Return Flexible A 21/07 EUR 101,440 101,860 NM VolActive A 21/07 EUR 102,020 102,440 NM VolActive I AUGUSTUM EQUITY EUROPE I AUGUSTUM G.A.M.E.S. A AUGUSTUM G.A.M.E.S. I 21/07 EUR 21/07 EUR 21/07 EUR 108,750 115,340 153,450 Il Corriere della Sera e La Gazzetta dello Sport con le edizioni stampa e digital offrono quotidianamente agli inserzionisti una audience di oltre 8 milioni di lettori, con una penetrazione sul territorio che nessun altro media è in grado di ottenere. La nostra Agenzia di Milano è a disposizione per proporvi offerte dedicate a soddisfare le vostre esigenze e rendere efficace la vostra comunicazione. TARIFFE PER PAROLA IVA ESCLUSA Rubriche in abbinata obbligatoria: Corriere della Sera - Gazzetta dello Sport: n. 0: € 4,00; n. 1: € 2,08; n. 2, 3, 14: € 7,92; n. 5, 6, 7, 8, 9, 12, 20: € 4,67; n. 10: € 2,92; n. 1: € 3,25; n. 13: € 9,17; n. 15: € 4,17; n. 17: € 4,58; n. 18, 19: € 3,33; n. 21: € 5,00; n. 24: € 5,42. 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Nome Data Valuta 21/07 15/07 15/07 03/06 15/07 15/07 15/07 21/07 21/07 21/07 15/07 15/07 PS - Opportunistic Growth B PS - Prestige A PS - Quintessenza A PS - Quintessenza B PS - Target A PS - Target B PS - Titan Aggressive A PS - Total Return A PS - Total Return B PS - Valeur Income A PS - Value A PS - Value B EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR Quota/od. Quota/pre. 103,690 97,030 104,440 107,170 108,930 109,020 107,350 102,730 96,440 111,770 104,950 107,220 103,770 99,150 104,980 106,870 109,480 109,560 107,820 102,910 96,630 111,810 105,780 108,070 www.pegasocapitalsicav.com 21/07 21/07 21/07 21/07 21/07 21/07 Strategic Bond Inst. C Strategic Bond Inst. C hdg Strategic Bond Retail C Strategic Bond Retail C hdg Strategic Trend Inst. C Strategic Trend Retail C 109,120 115,710 153,940 EUR USD EUR USD EUR EUR 107,150 107,300 105,660 105,790 103,010 100,800 107,230 107,380 105,740 105,850 103,220 101,010 www.sorgentegroup.com www.sorgentegroup.com Numero verde 800 124811 [email protected] 21/07 EUR 7,023 Nextam Bilanciato 21/07 EUR 7,553 Nextam Obblig. Misto 21/07 EUR 6,422 BInver International A 21/07 EUR 5,711 Cap. Int. Abs. Inc. Grower D 21/07 EUR 5,492 CITIC Securities China Fd A 21/07 EUR 5,419 Fidela A 21/07 EUR 5,776 Income A 21/07 EUR 7,232 International Equity A 21/07 EUR 6,680 Italian Selection A 21/07 EUR 5,341 Liquidity A 21/07 EUR 4,989 Multimanager American Eq.A 21/07 EUR 4,707 Multimanager Asia Pacific Eq.A 21/07 EUR 4,482 Multimanager Emerg.Mkts Eq.A 21/07 EUR 4,568 Multimanager European Eq.A 21/07 EUR 5,322 Strategic A 21/07 EUR 6,138 Usa Value Fund A 21/07 EUR 5,594 Ver Capital Credit Fd A Tel: 0041916403780 www.pharusfunds.com [email protected] 21/07 EUR 114,290 PS - Absolute Return A 21/07 EUR 120,630 PS - Absolute Return B 21/07 EUR 110,830 PS - Algo Flex A 21/07 EUR 105,910 PS - Algo Flex B 21/07 EUR 86,530 PS - BeFlexible A 21/07 USD 85,140 PS - BeFlexible C 15/07 EUR 102,700 PS - Best Global Managers A 15/07 EUR 106,640 PS - Best Global Managers B 21/07 EUR 110,370 PS - Best Gl Managers Flex Eq A 21/07 EUR 164,150 PS - Bond Opportunities A 21/07 EUR 122,480 PS - Bond Opportunities B 15/07 EUR 126,070 PS - EOS A 21/07 EUR 100,400 PS - Equilibrium A 21/07 EUR 99,690 PS - Fixed Inc Absolute Return A 21/07 EUR 100,550 PS - Global Dynamic Opp A 21/07 EUR 100,990 PS - Global Dynamic Opp B 21/07 EUR 113,560 PS - Inter. Equity Quant A 21/07 EUR 116,000 PS - Inter. Equity Quant B 21/07 EUR 125,040 PS - Liquidity A 21/07 EUR 98,090 PS - Opportunistic Growth A Fondo Donatello-Michelangelo Due Fondo Donatello-Tulipano Fondo Donatello-Margherita Fondo Donatello-David Fondo Tiziano Comparto Venere 7,053 7,551 6,462 5,722 5,426 5,424 5,777 7,254 6,770 5,341 4,974 4,708 4,470 4,578 5,342 6,161 5,599 114,230 120,560 110,640 105,730 86,680 85,300 103,250 107,210 110,890 164,170 122,490 128,310 100,670 99,780 100,760 101,190 113,050 115,470 125,040 98,180 31/12 31/12 31/12 31/12 31/12 EUR 51470,165 52927,939 EUR 46691,916 47475,755 EUR 27926,454 27116,197 EUR 58259,864 57863,932 EUR 468728,464 477314,036 www.vitruviussicav.com 21/07 EUR Asian Equity B 21/07 USD Asian Equity B 21/07 USD Emerg Mkts Equity 21/07 EUR Emerg Mkts Equity Hdg 21/07 EUR European Equity 21/07 USD European Equity B 21/07 EUR Greater China Equity B 21/07 USD Greater China Equity B 21/07 USD Growth Opportunities 21/07 EUR Growth Opportunities Hdg 18/07 JPY Japanese Equity 18/07 USD Japanese Equity B 18/07 EUR Japanese Equity Hdg 21/07 CHF Swiss Equity 21/07 EUR Swiss Equity Hdg 21/07 USD US Equity 21/07 EUR US Equity Hdg 8a+ Eiger 8a+ Gran Paradiso 8a+ Latemar 8a+ Matterhorn 98,050 137,610 462,920 452,380 278,700 344,230 111,730 159,010 76,270 83,550 133,550 132,510 173,680 132,790 100,870 178,380 196,510 97,840 137,320 463,210 452,650 279,990 345,790 111,170 158,220 76,160 83,450 134,690 133,650 175,180 132,990 101,020 179,520 197,770 Tel 0332 251411 www.ottoapiu.it 21/07 EUR 6,044 6,126 21/07 EUR 5,224 5,227 21/07 EUR 5,881 5,903 11/07 EUR 814615,543 854760,583 www.sorgentegroup.com Legenda: Quota/pre. = Quota precedente; Quota/od. = Quota odierna 13352B2B www.sorgentegroup.com Corriere della Sera Mercoledì 23 Luglio 2014 Piazza Affari LA SPINTA DI ENI E SAIPEM BLUE NOTE DEBUTTA IN CALO di GIACOMO FERRARI Le Borse europee rimbalzano e Piazza Affari mette a segno la migliore performance, con l’indice Ftse-Mib in rialzo del 2,16%. Al di là dell’ulteriore miglioramento dello spread Bund-Btp (sceso a 160 punti base), non ci sono motivi particolari che giustifichino il cambio di trend. Probabilmente sono state riviste alcune posizioni al ribasso, mentre il listino italiano è stato trainato da pochi singoli casi. A correre di più è stata Enel (+4,38%), promossa dagli analisti di Jp Morgan che hanno alzato il targetprice sul titolo a 4,9 euro. Il rialzo di Saipem (+4,15%) è legato invece ai rumors su un possibile disimpegno di Eni (+2,44%). Fra le blue-chips si sono distinte inoltre A2a (+4,02%), StMicro (+3,87%) e Atlantia (+3,82%), mentre nel resto del listino spicca il recupero di Screen Services (+21,89%) dopo ripetute sospensioni al rialzo, sulla notizia che la sua controllata Tivuitalia è stata ammessa al concordato preventivo. Tra i pochi segni negativi, invece, Mediaset (-0,76%) e Ferragamo (-0,59%). Negativo infine anche il debutto di Blue Note, che dopo un avvio in rialzo ha ceduto a fine seduta il 4,81%. © RIPRODUZIONE RISERVATA ÀÃ> Ì>>> i /Ì /i° Sussurri & Grida Duello tra Moncler e Isc sul prezzo di Marina Yachting (c.tur.) La divergenza di valutazione è netta. In cifra: 13,5 milioni. Emerge da una lettera datata 30 giugno e arrivata lo stesso giorno alla Moncler, la griffe dei piumini guidata da Remo Ruffini. Mittente è la Isc, società veicolo con cui il fondo Emerisque aveva comprato un anno fa i marchi Marina Yachting, Henry Cotton’s, Coast Weber Ahaus e la licenza Cerruti. Ossia l’intera divisione sportswear da 135 milioni di ricavi che i soci Ruffini, Eurazeo e Carlyle avevano deciso di togliere dal perimetro Moncler prima della quotazione in Borsa, in modo da focalizzare la società nel segmento luxury. Il contratto prevedeva un prezzo di 22,1 milioni da pagare in tempi diversi. Le prime due rate, in totale di 8,6 milioni, sono state saldate ma sulla terza, che è la più sostanziosa, non c’è accordo. Il pagamento scadeva appunto il 30 giugno e l’importo massimo di 13,5 milioni è soggetto a un complicato aggiustamento del prezzo in base alle performance operative di Isc e dei suoi marchi. I manager di Emerisque hanno fatto i loro conti e concluso che la terza rata sarà zero. Ossia non devono pagare più nulla. Ma Moncler non è d’accordo. Anche Ruffini e il direttore generale Luciano Santel hanno ripassato i termini del contratto e quel pagamento se lo aspettano. Del resto il bilancio 2013 della griffe dei piumini rifletteva una previsione d’incasso dalla terza rata di 6,6 milioni (metà circa del prezzo massimo). Adesso è partito lo scambio di controdeduzioni tra Isc e il venditore dei marchi sportivi per arrivare, se possibile, a un accordo transattivo. Ma è facile prevedere che Moncler do- vrà accontentarsi di una cifra inferiore a quanto pensava. Anche perché Emerisque e la Isc non hanno prestato garanzie contrattuali sulla rata della discordia. tere in gioco anche il 51% se il progetto è convincente. Da qui l’ingaggio dell’advisor Equita sim che affiancherà la famiglia. Saranno contattati fondi di ristrutturazione, come Oaktree e Orlando, oppure specializzati nei rilanci aziendali come l’americana Hig. Non sono esclusi industriali: Calzedonia e la stessa Golden Lady. Dipenderà dalle soluzioni che i candidati offriranno alle banche, assistite dai legali di Giovanardi Fattori, anche in termini di sacrifici sul fronte dei tempi di rimborso. © RIPRODUZIONE RISERVATA La lingerie Pompea incarica Equita sim di trovare nuovi soci (d.pol.) Prima tappa, ricapitalizzare l’azienda. Seconda, aprire le porte a un socio. Terzo passo, ridurre il debito per dare fiato alle finanze aziendali. Il tutto con l’accordo di Monte Paschi, Unicredit, Popolare di Vicenza, esposte per circa 60 milioni, che con la Pompea della famiglia Rodella hanno firmato un accordo di moratoria sulle rate del debito accumulato in capo alla holding Zgz. È impegnativa l’agenda degli imprenditori di Medole, in provincia di Mantova, un tempo vivace distretto di intimo e calzetteria, oggi un terreno bruciato dalla crisi e dalla concorrenza della manodopera a basso costo. Ma non per Pompea e i suoi marchi dell’intimo Roberta e Mimì che tengono la barra con ricavi a 80 milioni, cash flow positivo e conti in nero. Il nodo sono i debiti bancari, frutto di investimenti non sempre azzeccati. Un peso non da poco per l’azienda di Adriano Rodella, l’imprenditore che ha inventato la Calze Filodoro, poi ceduta a Sara Lee e infine comprata dalla Golden Lady. Dal confronto con le banche è nata la decisione di cercare un alleato che investa in Pompea con un mix di nuova liquidità e vendita di quote. E la disponibilità della famiglia a met- © RIPRODUZIONE RISERVATA Qui!Group e il premio dell’Agenzia per l’Italia Digitale (f.d.r.) L’Agenzia per l’Italia Digitale mette il bollino blu su Qui! Group, premiando l’azienda genovese con il patrocinio per l’impegno nella diffusione della digitalizzazione dei pagamenti e dei servizi a valore aggiunto. Il gruppo guidato da Gregorio Fogliani ha ottenuto il riconoscimento «Agid» grazie a diverse iniziative lanciate in ambito della monetica e dei servizi digitali, attraverso Payba: in primis la digitalizzazione dei titoli di servizio(buoni pasto, buoni acquisto, coupon, voucher aziendali e sociali). L’Agid ha inoltre tenuto conto degli investimenti in ricerca e sviluppo del gruppo, che ha stretto collaborazioni con diverse Università italiane, e del progetto «Titan» per la realizzazione di un sistema integrato di pagamento e servizi digitali. © RIPRODUZIONE RISERVATA +ÕÌ>â `ÀiÌÌ> ÃÕ Ìiiv\ Û> +1"/ Ã}> ÌÌ] >` iÃi«\ +1"/ > ÕiÀ {nÓÓ{Ó° ÃÌ ä]x ÕÀ «iÀ -- ÀViÛÕ̰ v ÃÕ ÜÜܰVÀÀiÀi°ÌÉiV> *Àiââ 6>À° 6>À° >Ý >«Ì>â ,v° ,v° äÓä£Óä£{ iÕÀ® ¯® ¯® iÕÀ® iÕÀ® ` iÕÀ® °-° ,> °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°-,® ä]{È Ó °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°Ó® ä]nÈÈ Vi>°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° ® £ä]nÎä VÌi ÀÕ« I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° "® £È]nää VµÕi *Ì>L °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° *® £]Ó{Î VÃ}> °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° -® £]£ää `iÀ«°Àiâi °°°°°°°°°°°°°°°°°°® ££]Ç{ä i`ià I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°® ä]äÎÇ i`ià £{Ü I°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°7£{® ä]äää ivvi I°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°® £]Înä ¢ ,iiÜ>Lið°°°°°°°°°°°°°°°°°°° ® p iÀ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°, ® Î]£Çä LiÌ 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Tiziano Terzani, scrittore tra i più amati, reporter e «uomo di pace» — come molti lo hanno definito per la posizione nei confronti dei conflitti bellici. A dieci anni dalla morte, la «sua» Firenze lo ricorda con una serata-concerto, e il «Corriere della Sera», quotidiano per il quale ha realizzato numerosi reportage, gli dedica una collana che ne raccoglie l’opera completa, dal titolo «Tiziano Terzani, cronache di una vita». Il Concerto per Terzani (patrocinato dal Comune di Firenze e dalla Regione Toscana, in collaborazione con Longanesi) si terrà il 28 luglio alla Cavea Nuovo Teatro dell’Opera e vedrà sul palco personaggi accomunati dalla passione per le sue opere: da Monica Guerritore al regista Ermanno Olmi fino al collega e amico Bernardo Valli. Una kermesse con musica dal vivo, testimonianze, video e letture condotta da Paola Maugeri e Raffaele Palumbo di Controradio. Il ricavato della serata Cultura finanzierà il film «Un indovino mi disse» (tratto dal libro di Terzani) di Mario Zanot, regista e ideatore della serata. La collana del «Corriere» si apre con «Un indovino mi disse» (in edicola dal 28 luglio, a € 8,90 più il costo del quotidiano), storia del soggiorno in Asia nell’anno in cui, dissuaso dalle previsioni di un veggente, lo scrittore non prese l’aereo. Il 4 agosto uscirà «Un altro giro di giostra». (r.sco.) © RIPRODUZIONE RISERVATA ilClassico Nato come discorso che Václav Havel (1936-2011, nel tondo) avrebbe dovuto tenere nel 1984 all’Università di Tolosa, La politica dell’uomo del poeta e politico della Cecoslovacchia e, dal 1993, della Repubblica Ceca, fu rappresentato dal drammaturgo inglese Tom Stoppard. Il testo è ora proposto da Castelvecchi, traduzione di Massimo Gary Simbula, pp. 53, 7,50. (c.ca.) Idee In un saggio (Donzelli), lo studioso Alberto Casadei rielabora il concetto di realismo e le categorie di fiction, non-fiction, autofiction Premi letterari malati di provincialismo Ecco perché non vincono Pecoraro e Magrelli. La vendibilità è antitetica allo stile di PAOLO DI STEFANO Alcuni tra gli scrittori più apprezzati da Alberto Casadei. In alto, da sinistra: Francesco Pecoraro (Roma, 1945), autore di «La vita in tempo di pace»; Valerio Magrelli (Roma, 1957), la sua ultima raccolta di liriche è «Il sangue amaro»; Walter Siti (Modena, 1947), vincitore del premio Strega 2013 con «Resistere non serve a niente». In basso, da sinistra: Antonio Moresco (Mantova, 1947), l’ultimo libro è «Fiaba d’amore»; Giorgio Vasta (Palermo, 1970); il suo libro più noto è «Il tempo materiale» del 2008; Paolo Sortino (Roma, 1982), apprezzato il suo romanzo d’esordio «Elizabeth». V alori. Non è male che si torni a parlare di valori e controvalori o valori contro, in relazione alla letteratura. Lo fa Alberto Casadei, in un libro che sta per uscire da Donzelli (Letteratura e controvalori pp.212, 19,50), che mette in gioco questioni cruciali per provare a capire il presente e il futuro della letteratura. Tra questi, il rapporto con il mercato, il bilanciamento possibile tra connotazioni nazionali e globalizzazione, il concetto di realismo e le categorie di fiction, non-fiction e autofiction. Casadei, che insegna Letteratura italiana all’Università di Pisa, ha affrontato temi analoghi o limitrofi in saggi come Stile e tradizione nel romanzo italiano contemporaneo (2007) e Poetiche della creatività (2011), dove rivendicava l’urgenza, per la critica letteraria, di ampliare lo sguardo verso la scienza. Il nuovo studio si apre con un vasto capitolo sulle potenzialità del realismo, in cui si mette in discussione il concetto di «mimesis» espresso da un mostro sacro come Erich Auerbach, ma anche quello di «inesperienza» proposto per esempio da Antonio Scurati, che sembra azzerare la possibilità del- Situazione Gli aspetti conoscitivi e stilistici non sembrano avere più nessun valore nell’epoca del web. Ma vanno riscoperti l’esperienza autentica in un mondo in cui prevale il visivo. Perché? «Nel concetto di realismo artistico e letterario — dice Casadei — s’intrecciano aspetti molto diversi: sono realistiche opere che ci parlano di fatti storici o addirittura di cronaca, ma a loro modo lo sono anche il poema di Dante e la Metamorfosi di Kafka. Io credo che si debba distinguere tra un realismo «ristretto», delimitato dai parametri storico-culturali di ogni epoca, e uno «allargato», che permette di far confluire nell’opera persino elementi inconsci, intuizioni, percezioni del mondo non razionalizzate». Ci sono varie gradazioni di realismo, che vanno da Tolstoj a Pynchon: l’invito è quello di forzare i suoi confini pur nella verosimiglianza? «In effetti, l’esperienza del mondo che ognuno di noi può fare è molto più ampia e multiforme di quanto non si pensi: e le opere d’arte ci consentono di dar conto appunto di questa multiformità. Per esempio Underworld di DeLillo ci mostra una realtà nella quale sono accaduti eventi difficilmente esperibili, ma che convivono con la quotidianità più banale». Nel saggio di Casadei c’è un’altissima frequenza dell’aggettivo «cognitivo» a segnalare la necessità di un approccio che superi la vecchia idea di umanesimo, sia nell’interpretazione critica sia nel fare degli scrittori, e che tenga conto degli sviluppi delle neuroscienze. Si parla, per esempio, di «energia cognitiva dello stile». Che significa? «Nella concezione “allargata” di realismo, ma in generale in quella della creatività letteraria e artistica, risulta ormai fondamentale riconosce- Il libro Il libro di Alberto Casadei «Letteratura e controvalori. Critica e scritture nell’era del web», è edito da Donzelli (collana Saggine, pp. 212, 19,50). I controvalori sono quelli che, nel mercato finanziario, indicano il valore materiale di un titolo e insieme la disponibilità degli operatori al suo acquisto o alla sua vendita. Alberto Casadei è docente di Letteratura italiana a Pisa. Si è occupato di Dante, di poesia e narrativa contemporanea, di teoria letteraria e poetica cognitiva. Tra le sue pubblicazioni: «Stile e tradizione nel romanzo italiano contemporaneo» (il Mulino, 2007), «Poetiche della creatività» (Bruno Mondadori, 2011), «Dante oltre la Commedia» (il Mulino, 2013). re l’azione della biologia e dell’inconscio cognitivo. Ogni artista cerca di manifestare un suo specifico rapporto con il mondo, ma solo chi realizza un suo stile diventa riconoscibile: la realtà rappresentata da Proust non è quella di Joyce proprio per i loro stili incommensurabili». Finora lo stile si misurava nello scarto rispetto a una norma codificata. Cosa che, tra l’altro, già in sé basterebbe a segnalare quanti romanzi salutati come capolavori sono invece appiattiti sullo standard comunicativo massmediale e mancano di quella personalità «stilistica» capace di esprimere una nuova conoscenza del mondo. Ora l’idea di «scarto» non vale più? «Lo stile costituisce una sorta di interfaccia tra interiorità e mondo esterno, ovvero un modo per riconfigurare le esperienze consce e inconsce che ognuno di noi condensa in sé. La sfida è quella di farci vedere la realtà spostando i confini tra il noto e l’ignoto: per questo possiamo accettare che esistano mondi assurdi e testi oscuri che però, attraver- so il loro stile, ci costringono a prendere atto che ci sono aspetti del reale che non sospettavamo. Una poesia di Celan o un brano di Gadda o di Fenoglio riescono a veicolare questa energia stilistica e cognitiva». Il fatto è che questi aspetti conoscitivi e stilistici insieme non sembrano avere nessun valore nell’epoca del web. A chi tocca riportare la letteratura al suo senso profondo? La critica sembra ormai ridotta a una pratica autoreferenziale per addetti ai lavori e quando viene ascoltata è perché asseconda i desideri del grande pubblico. «Proprio nel momento in cui i valori diventano “liquidi” è necessario che i critici facciano sentire quali sono le opere che ritengono più significative, appunto in quanto portatrici di visioni alternative a quelle sclerotizzate e semplificate. Nella scuola si debbono invece insegnare soprattutto i classici ma in modo nuovo, più aperto al dialogo con il presente, e insieme rimotivando la loro importanza che non è più scontata. Insomma, è forse il mo- mento di ripensare la concezione umanistica della letteratura, cercando di creare un dialogo continuo fra i vari tipi di esperti (critici, docenti, lettori forti…) e le istituzioni come la scuola e l’università, che devono senza dubbio rinnovare i loro programmi e i loro metodi di insegnamento». Potrebbero sembrare solo buone intenzioni se è vero, come afferma lo stesso Casadei, che in Italia, per esempio, manca un pubblico capace di sostenere le opere letterarie di valore, nuove o, per usare un aggettivo desueto, sperimentali in senso lato. Gli stessi editori sono sulla difensiva, perché osare significa perdere consenso e dunque far precipitare i bilanci, per di più in una fase economicamente complicata. «Il mercato ha le sue leggi, ma non potrebbe trascurare l’importanza di opere che sono sostenute da una comunità interpretativa qualificata ed esperta. In Italia, purtroppo, questa comunità non esiste: esistono tanti singoli interpreti, piccoli gruppi, ma occorrerebbero spazi Antichità Una biografia di Miska Ruggeri sul pensatore che Filostrato e Alessandro Severo credettero un dio Apollonio di Tiana, filosofo occultista che faceva miracoli di MARCO RIZZI L’ imperatore Alessandro Severo aveva collocato tra le sue divinità personali, accanto a quelle tradizionali, anche Orfeo, Abramo, Gesù e Apollonio di Tiana. Se i primi appartenevano ad un passato remoto, gli ultimi erano figure recenti, all’incirca contemporanee. Come Gesù, Apollonio veniva dall’Oriente, ma a differenza di quello, era sfuggito all’imperatore Domiziano che lo voleva condannare, sottraendosi miracolosamente alla sua vista durante il processo; almeno così ci racconta Filostrato, che nel III secolo ne scrisse la Apollonio di Tiana vissuto nel I secolo d. C. biografia su sollecitazione dell’imperatrice Giulia Domna. L’eroe di Filostrato appare un uomo in comunicazione con il divino, dotato di poteri taumaturgici e profetici, tanto da riuscire a prevenire una pestilenza nella città di Efeso; il suo profilo ne rivela anche l’appartenenza alla tradizione filosofica pitagorica, che in quegli anni inclinava verso l’esoterismo e le speculazioni teologiche. Inevitabilmente Apollonio divenne una bandiera dell’ultimo paganesimo, come testimoniano le accuse di magia e di ciarlataneria rivoltegli da numerosi scrittori cristiani. In questo modo, però, se ne smarrì la cifra originale, ora ben ricostruita da Miska Ruggeri in una documentata biografia, basata sui materiali epigrafici e iconografici, oltreché sulle fonti letterarie. Di grande interesse risulta anche la parte dedicata alla fortuna postuma di Apollonio, che non si limita alle riprese occultistiche e teosofiche tra Otto e Novecento, culminate in Madame Blavatsky, ma coinvolge scrittori del calibro di Flaubert e Pound. © RIPRODUZIONE RISERVATA Il libro: Miska Ruggeri, «Apollonio di Tiana. Il Gesù pagano», prefazione di Luciano Canfora, Mursia, pp. 224, € 13 di confronto ben più ampi e autorevoli. Solo così potranno essere sostenute le opere più complesse ma anche più ricche di implicazioni». Fatto sta che la critica pare che abbia un po’ rinunciato alla sua funzione o comunque non trovi più il linguaggio, il tono, lo slancio per comunicare le sue ragioni: «In ogni caso, non si può rinunciare sostenendo che tutte le opere si equivalgono. Proprio in questa fase è importante difendere i testi che possono corrispondere allo spirito di questi tempi. Per esempio, io credo sia importante che nelle scuole entrino stabilmente autori fondamentali anche per l’interpretazione dell’Italia del dopoguerra, come Vittorio Sereni o Beppe Fenoglio, che invece non si leggono quasi mai». E gli scrittori d’oggi? «Credo che si possano discutere le opere vincitrici dei premi letterari nazionali, compresi quelli più piccoli ma di qualità, per verificare ogni anno quali opere hanno meritato davvero il successo. Per dire, quest’anno, allo Strega, direi che il vincitore autentico sarebbe il terzo classificato, Francesco Pecoraro. Al Campiello dello scorso anno, avrebbe dovuto vincere Magrelli con Geologia di un padre, finito invece al quinto posto. Se ne può discutere e soprat- Nuovi autori Tra le opere di giovani scrittori segnalerei «Il tempo materiale» di Giorgio Vasta o «Elisabeth» di Paolo Sortino tutto si possono proporre queste opere a platee più ampie, per esempio nelle scuole e nelle università, per sostenere il loro valore al di là del successo massmediatico». Il libro di Casadei si conclude con una serie di «assiomi» che mettono a frutto le analisi proposte nei capitoli precedenti. Tra questi «assiomi» c’è l’invito a fare una gita a Seul, riprendendo provocatoriamente l’Arbasino che negli anni Sessanta esortava gli intellettuali italiani a superare il provincialismo spingendosi almeno fino a Chiasso. «Bisogna davvero cambiare prospettiva: molte delle nostre discussioni letterarie patriottiche sono davvero asfittiche e incapaci di guardare ai nuovi controvalori o “valori contro”…». È sempre il provincialismo il male italiano? Non ci sono caratteri peculiari che aprano verso prospettive davvero promettenti, fuori dai generi collaudati, ma anche dai post- e dai neo? Facciamo qualche nome? «Non vedo attualmente in Italia nuove linee dominanti. Comunque, bisogna prima di tutto mettersi d’accordo sulla qualità delle opere: e in questi ultimi anni sono usciti vari testi importanti di giovani scrittori, come Il tempo materiale di Giorgio Vasta o Elisabeth di Paolo Sortino. Poi ci sono alcuni autori che hanno raggiunto un consenso ormai stabile, per esempio Antonio Moresco o Walter Siti. Per capire meglio bisognerebbe però proporre un quadro organico e non fazioso: un obiettivo che purtroppo sembra del tutto in controtendenza rispetto alla prassi attuale nei blog». © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Mercoledì 23 Luglio 2014 Temi Un estratto dell’intervento del filosofo israeliano Avishai Margalit sulla rivista «il Mulino» Elzeviro I quarant’anni del Festival della Valle d’Itria ALFREDO CASELLA, MODERNO CON FIABA di PAOLO ISOTTA I l festival della Valle d’Itria a Martina Franca si è aperto sabato; e si trattava d’un’autentica solennità, celebrandosene i quarant’anni. Proprio a me non tocca farne una sintetica storia o ricordarne i meriti giacché di tutti quelli che fanno il mio mestiere ne sono il più assiduo: da vent’anni; e quelli che lo hanno fatto grande sono stati miei amici carissimi, Paolo Grassi e il musicologo Rodolfo Celletti; fino all’attuale presidente, Franco Punzi. L’inaugurazione s’è avuta con la rara Opera di Alfredo Casella La donna serpente; che ho ascoltata per la prima volta essendo io mancato all’esecuzione palermitana diretta per il Teatro Massimo da Gianandrea Gavazzeni a causa di miei pregiudizî nei confronti di questo grande musicista che adesso cerco di rimuovere. Essa Opera andò in scena per la prima volta al Teatro Reale dell’Opera di Roma nel 1931 sotto la bacchetta dell’autore. Si tratta di una fiaba che deriva da una pièce di Carlo Gozzi; e così per la seconda volta in poche ❜❜ Una versione sgargiante (e ingegnosa) della «Donna serpente» settimane, dopo L’amour des trois oranges di Prokofiev al Maggio Musicale Fiorentino, m’imbatto nel grande scrittore veneziano. La sua Donna serpente esiste in un’edizione del 2012 della Marsilio curata da Giulietta Bazoli con una dovizia di erudizione e apparato filologico da sbalordire; e la fiaba è, al solito, iniziatica: narra delle prove che un uomo deve affrontare per consentire che una fata, sua sposa, possa perdere lo stato semidivino per accedere a quello umano. Tutti sanno aver essa fiaba fornito il soggetto alla prima Opera di Wagner, Le fate; e per Wagner il transito di stato è un tema basilare: si pensi a Brunilde della Tetralogia. Nessuno ha osservato che la vicenda di Gozzi ha fornito il primo spunto per la favola di Hugo von Hofmannsthal sulla Donna senz’ombra che diverrà la più poderosa delle Opere di Strauss: e non solo perché tutta la storia tratta egualmente del transito di stato coll’umanità da conquistare da parte di un essere divino, ma anche perché la Fata viene pur in Hofmannsthal conosciuta dal principe per la prima volta nelle sembianze di una bianca gazzella. Il librettista di Casella, un letterato assai fine, il Vico Lodovici, dovette faticare assai per ricavare un testo teatrale da una pièce molto macchinosa la quale contiene pure parti di commedia dell’arte, ossia di maschere tra- Terza Pagina 31 italia: 51575551575557 La libertà per Berlin: sentirsi a casa Gli ebrei vagano con lo stigma indelebile di essere ospiti ovunque di AVISHAI MARGALIT dizionali, le quali parti Gozzi accenna senza estendere per lasciarle all’improvvisazione degli attori. Casella vi ha ricavato una partitura sgargiante: la chiamo un progetto giacché essa scaturisce da intendimenti programmatici intorno alla forma stessa dell’Opera quale un compositore può scrivere alla fine degli anni Venti del Novecento. V’è una rivolta contro tutta la musica classico-romantica e segnatamente Wagner; Casella desidera recuperare alla musica una sua originalità virginale e si rivolge a Monteverdi, a Domenico Scarlatti, a Rossini, in un fitto giuoco di citazioni e, ancor più, citazionismi. Questo viene inserito in un’armonia modernissima ove la dissonanza prevale quasi mero giuoco e senza intenti, a dir così, linguistici; e l’orchestrazione è qualcosa di genialissimo. Un esordiente quale io sono con quest’Opera non dovrebbe osare sottolineare di essa quelli che gli sono parsi i difetti; nondimeno spero che l’anima magna dell’autore dal cielo mi perdoni. A mio parere Casella pecca a volte di ciò che i seguaci di Zdanov imputarono a Sciostakovic, il formalismo: nel senso che la musica si sviluppa talora (ché altre volte non è così) giusta procedimenti proprî della musica assoluta, in modo irrelato rispetto alla situazione teatrale, al gesto teatrale e al senso delle parole. E questo avviene in Wagner: per un autore del Novecento è fare il passo più lungo della gamba. Taluni sviluppi solo musicali sono d’una lunghezza eccessiva. Però godo a dire che La donna serpente ha riscosso immenso successo; e anche che l’allestimento, dovuto al regista napoletano Arturo Cirillo (suo padre Carlo era mio amico ma soprattutto era uno degli amici del cuore di Elsa Morante), è meraviglioso. Cirillo s’è dovuto ingegnare a evitare il teatro di macchine, ossia pieno d’ingegni e prodigi scenici: e c’è riuscito, con i bei costumi di Gianluca Falaschi sulle scene di Dario Gessati, facendo una sorta di Opera-balletto della quale il nerbo è costituito da una decina di mimi, ragazzi bravissimi che percorrono il palcoscenico sottolineando, precorrendo, commentando ogni evento scenico-teatrale. Inoltre Cirillo ha riportato a Gozzi i costumi delle maschere che compongono degl’interludî scenici oltre a partecipare all’azione; e la recitazione di queste è prodigiosa: onde mi piace di ricordare per primi i nomi di Domenico Colaianni, Simon Edwards e Timothy Oliver, che ne sono gl’interpreti. Degli altri i principali sono Angelo Villari, Zuzana Markovà, Vanessa Goikoetxea, Pavol Kuban, Carmine Monaco. Il coro è ben diretto da Cornel Groza. Sul podio il maestro Fabio Luisi: la mia opinione su costui è sufficientemente nota affinché debba ripeterla. © RIPRODUZIONE RISERVATA A Barolo (Cuneo) In centomila a «Collisioni» Centomila spettatori in quattro giorni: bilancio ampiamente positivo per «Collisioni», festival di parole e musica (ed enogastronomia), che si è svolto dal 18 al 21 luglio a Barolo (Cuneo), nelle Langhe piemontesi. La rassegna, alla quinta edizione, ha avuto quest’anno tra gli ospiti personaggi della cultura e dell’arte come Art Spiegelman, il maestro del noir James Ellroy, lo scrittore in veste di musicista Jonathan Coe e il cantautore Neil Young che ha chiuso con un concerto tutto esaurito. (ar.g.) L’ idea dello Stato nazionale si rifà a due immagini: la prima è quella della nazione come famiglia allargata; la seconda è quella del suo territorio come casa. (...) Anche il pensiero di Isaiah Berlin sul nazionalismo, e in particolare sul sionismo, fu fortemente influenzato da queste due immagini. Più importante ancora è il fatto che l’idea centrale di Berlin di una libertà psicologica, distinta dalla libertà politica, sia associata all’idea della patria come casa. (...) Freud rese famosa l’idea del perturbante. Se ciò che ci è assolutamente familiare è l’Heimlich (ciò che è di casa), allora il perturbante è l’Unheimlich (ciò che non è di casa). Freud mette subito in luce che Heimlich è l’idea dell’appartenere a una casa, del non essere estranei, dell’essere di famiglia, di casa, amici, intimi, comodi, graditi, riposati e al sicuro. L’opposto è il perturbante (Unheimlich), ossia l’inquietante, lo strano, lo spettrale e il pauroso. Gran parte dell’ambivalenza umana sta fra il senso dell’essere a casa da una parte e quello del perturbante dall’altro. Freud è arrivato tardi sulla scena del perturbante. Il suo saggio è del 1919. Ernst Jentsch aveva pubblicato il suo saggio sulla Psicologia del perturbante già nel 1906. (...) Ma anni prima che Freud e Jentsch scrivessero i loro saggi Leo Pinsker, un ebreo russo che era diventato sionista, aveva avuto questa stessa idea. Pinsker sperava che gli ebrei avrebbero trovato una casa in Russia, ma le sue speranze furono scosse dai pogrom del 1881. Nel 1882 scrisse un pamphlet intitolato Autoemancipazione, che rappresentò una tappa fondamentale nel processo di autocomprensione degli ebrei. Il suo sugo è che l’ebreo è ovunque un ospite e non è a casa da nessuna parte. L’esistenza dell’ebreo è l’esistenza del perturbante. (...) Pinsker vedeva la paura dei fantasmi come la fonte della paura per gli ebrei che conducevano un’esistenza spettrale, familiare e allo stesso tempo perturbante. «Dal momento che l’ebreo non è a casa in nessun luogo e non è visto da nessuna parte come uno del posto, rimane uno straniero ovunque. Il fatto che lui e i suoi antenati siano nati nel Paese non fa la minima differenza». È difficile sapere che cosa Berlin abbia letto direttamente. Però ho buone ragioni per credere che non solo avesse letto Leon Pinsker, ma che ciò avesse prodotto una forte impressione su di lui. Pinsker, più o meno come Berlin, pensava che gli ebrei vagassero per questo mondo con uno stigma indelebile. L’esistenza spettrale degli ebrei li rendeva invisibili — le persone vedevano attraverso di loro — mentre Berlin sottolineava che gli ebrei, come i gobbi, hanno l’impressione che il loro stigma sia evidente e costantemente osservato: lo sguardo alienante degli altri dà agli ebrei la sensazione di disagio del non essere a casa. (...) Isaiah Berlin era stupito dalla propria Una idea di casa: la scena ideata dall’artista Anselm Kiefer per «Elektra» nel 2003 attrazione per scrittori che stavano all’opposto di ciò in cui egli credeva. La sua attrazione per il contro-Illuminismo lo disturbava, anche se lo divertiva. Questa attrazione, secondo me, è spiegata in parte dalla sua convinzione che il liberalismo avesse magari la morale politica giusta, ma una psicologia sbagliata. Egli sospettava che i contro-illuministi aves- Consapevolezza La consapevolezza di essere sottoposti allo sguardo degli altri è un impedimento a sentirsi liberi sero una comprensione della psicologia umana migliore rispetto a quella degli illuministi. Jürgen Habermas ha sostenuto che i nemici dell’Illuminismo hanno contrapposto alla sua fondamentale spinta emancipativa una spinta opposta e schiacciante alla voglia di appartenenza. Pinsker e Berlin obiettano a questa contrapposizione fra casa e libertà. La casa non è un ostacolo all’emancipazione; è una condizione di emancipazione. L’Illuminismo ha ragione a insistere sull’emancipazione e il contro-Illuminismo ha ragione a insistere sull’importanza di avere un senso di casa e di appartenenza. Entrambi hanno torto a non rendersi conto che la casa è una condizione dell’emancipazione, anziché la sua prigione. Pinsker e Berlin non avevano molta simpatia per lo spaesamento trascendentale, nel senso in cui György Lukács intendeva questa espressione, cioè come l’anelito a sentirsi a casa ovunque. Al contrario, secondo Berlin e Pinsker le persone normali non hanno voglia di andarsene in giro, ma di essere a casa da qualche parte, non ovunque. Essere a casa, per Berlin, significa non avere una coscienza di sé esasperata. Ma allora potremmo pensare che, come per Domani in libreria Nel nuovo numero: Europa, 5 Stelle e carceri Dal nuovo numero (3 del 2o14) della rivista «il Mulino», che esce domani, anticipiamo un estratto da «Sentirsi a casa», saggio del filosofo israeliano Avishai Margalit. Sul bimestrale di cultura e di politica, nato nel 1951 e di cui è direttore responsabile Michele Salvati, anche un’analisi di Pasquale Colloca e Piergiorgio Corbetta su «Gli elettori del Movimento 5 Stelle sono di destra o di sinistra?»; un intervento di Gabriele Della Morte riguardo «La questione carceraria fra diritto e clemenza»; una serie di interventi sulle elezioni europee (firmati da Dominique Reynié, Marco Valbruzzi e Rinaldo Vignati, Gianfranco Baldini, Dario Tuorto, Manuela Caiani e Pier Virgilio Dastoli); e un La copertina della rivi- profilo del critico letterario Ezio Raimondi (1924-2014). L’indice completo del numero su www.rivistailmulino.it. sta che esce domani il colesterolo, ci siano due idee di coscienza di sé: una buona e una cattiva. Quella buona fa bene alla libertà umana; quella cattiva fa male alla libertà umana. L’essere coscienti di sé in senso buono è affine al conoscere se stessi o, come minimo, a una consapevolezza riflessiva della propria coscienza del mondo. Quello in senso cattivo è la preoccupazione eccessiva per se stessi, e in particolare per l’impressione che si fa sugli altri. In effetti, un senso di libertà storicamente importante è la libertà come autodeterminazione. Un’espressione dell’autodeterminazione è esercitare la propria volontà in base alla propria conoscenza, anziché in base alle proprie emozioni. Perciò l’avere coscienza di sé nel senso buono della conoscenza di sé è al servizio della libertà. Berlin credeva che la conoscenza, compresa la conoscenza di sé, talvolta aumenti la libertà e talvolta la ostacoli: a volte aumenta un aspetto della libertà, mentre ne riduce un altro. (...) Si può essere frenati nei propri progetti e nelle proprie azioni dall’essere troppo consapevoli dei propri limiti, mentre qualcuno a cui manca questa conoscenza può lanciarsi, e talvolta avere successo, proprio in quelle stesse azioni e in quegli stessi progetti. Berlin non sottoscrive la frase evangelica «conoscerete la verità, e la verità vi farà liberi» (Giovanni 8:32). La conoscenza, anche nel senso buono, non libera sempre. Ma l’avere coscienza di sé nel senso di avere un’acuta consapevolezza del fatto di essere sottoposti allo sguardo critico degli altri, e provarne imbarazzo, è secondo Berlin un pesante impedimento alla libertà. È quello che provano gli ospiti indesiderati. Provare l’intimità della casa è ciò che emancipa dalla coscienza di sé in senso cattivo. © RIPRODUZIONE RISERVATA Testimonianze La vicenda della partigiana di Bondeno Lidia Bellodi (e gli altri) in un film di Elisabetta Sgarbi La Resistenza sul delta del Po. Affidata alle donne di CESARE RIMINI I l Po è lo spettatore delle storie senza fine che si sono susseguite sulle sue sponde e nelle sue acque. Il bel film di Elisabetta Sgarbi Quando i tedeschi non sapevano nuotare racconta, con immagini che sfumano nella delicatezza del fiume, la disfatta tedesca dell’aprile del 1945. Con i soldati che perdono la vita a migliaia nel tentativo di tornare verso casa loro, dopo la rotta, prima di essere raggiunti dagli alleati. Ormai senza comando, cercano di traversare il Po con le corde, persino con le vasche da bagno, non sanno nuotare si perdono verso il delta. Non dimenticherò la partigiana di Bondeno, Lidia Bellodi, che, a diciannove anni, con un gruppo di sole donne, sfonda la porta del Comune per distruggere i documenti anagrafici che avrebbero consentito, al tempo della Repubblica di Salò, ai tedeschi e alle brigate nere di trovare i giovani da arruolare per forza o da portare in campo di concentramento. Ed Ermanno Olmi che descrive il fiume, visto dall’acqua, con le punte dei campanili che si vedono dietro l’argine. Ma il film mi permette, in una specie di contrappunto, di raccontare anche una storia di casa mia, di cui il Po è stato testimone muto. Mio padre, in quei giorni, tornava a casa. C’eravamo rifugiati in Romagna, a Mondaino. Il Segretario comunale di Gabicce Mare ci aveva regalato le carte d’identità false. Tutti noi Rimini eravamo diventati «Ruini», i Finzi «Franzi», i Vivanti «Vivaldi» e quelle carte ci avevano salvato la vita. Appena si profilò la disfatta dei tedeschi, mio padre volle andare da solo a Mantova, a casa nostra. Partì dunque quella mattina di primavera da Mondaino. Pensava che ci avrebbe messo molto prima di arrivare. Su per la via Emilia, stravolta dalla guerra, con mezzi di fortuna o anche a piedi. Invece riuscì ad arrivare a Imola la prima sera. Trovò da dormire da due anziane signorine. Gli diedero un cappotto da Regista Elisabetta Sgarbi (foto) regista di Quando i tedeschi non sapevano nuotare, che sarà proiettato il 28 luglio e il 4 agosto al cinema Mexico di Milano (via Savona 57) capitano italiano, lasciato lì da un ospite precedente. Mio padre con il cappotto del capitano fermò qualche camion. Salì lui, e anche altra gente che gli diceva: «Capitano faccia salire anche noi». Arrivò fino al Po a San Benedetto. C’era il ponte di barche ancora integro, ma lì i soldati americani non lo fecero passare. Lo fecero aspettare a lungo. Mio padre era offeso perché prima che a lui diedero il passo ad una lunga colonna di auto tedesche, scoperte, con gli ufficiali tutti prigionieri, ma eleganti, impettiti che non gli sembravano dei vinti. E poi — pensava mio padre stanco e mal vestito con il suo frusto cappotto da capitano — perché dovevano passare prima loro sul Po, il fiume che lo divideva da casa sua, loro che erano gli autori della grande ingiustizia. Si vide così, seduto in riva al fiume, bloccato proprio dagli americani tanto attesi, che davano il passo prima ai tedeschi che a lui. Lo raccontava poi scherzando, ma ancora con un filo di malinconia. © RIPRODUZIONE RISERVATA 32 Mercoledì 23 Luglio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Corriere della Sera SMS Idee&opinioni Le news più importanti in anteprima sul tuo cellulare. Invia un sms con la parola CORRIERE al 4898984 Servizio in abbonamento (4 euro a settimana). Per disattivarlo invia RCSMOBILE OFF al 4898984 Maggiori informazioni su www.corriere.it/mobile LA TV DI STATO ✒ Che si possano discutere serenamente e in profondità tutti gli emendamenti a una legge tanto importante come quella che dovrebbe rivoluzionare il funzionamento del Parlamento, è un fatto sacrosanto. Anche per questo la notizia che da lunedì il Senato lavorerà dalle 9 alle 24 di ogni giorno, senza nemmeno risparmiare sabati e domeniche, per rispettare questo diritto mantenendo l’impegno sui tempi previsti, va considerata una buona notizia. Questo giornale aveva auspicato che quest’anno, anche alla luce della quantità di faccende da affrontare e risolvere, a partire dalle riforme istituzionali e dall’approvazione dei vari provvedimenti che sono stati promessi, il tema delle ferie venisse affrontato dal Palazzo in un modo diverso. Per capirci, più responsabile: anche per dare il segnale che la prospettiva da cui politica e burocrazia hanno sempre guardato al Paese sta finalmente cambiando. Lo stesso modo con il quale l’affronterebbe un’azienda che deve far fronte a una commessa improvvisa o uno studio professionale che deve consegnare un lavoro entro un termine tassativo di tempo. Sacrificando al lavoro un po’ di tempo dedicato al riposo. Un modo, insomma, più in sintonia con i problemi di un’Italia che di problemi è piena. Possiamo soltanto augurarci che la decisione opportunamente presa dal Senato serva d’esempio in tutte le altre amministrazioni. Andrebbe ricordato che ci sono ancora tantissimi decreti attuativi mai emanati che impediscono a leggi già approvate e pubblicate sulla Gazzetta ufficiale di diventare operativi. Regolamenti e decreti che languono nonostante il tempo massimo entro il quale avrebbero dovuto vedere la luce sia scaduto: in numerose circostanze perché i ministeri competenti non si sono mai messi d’accordo fra di loro a causa di differenti punti di vista. O semplicemente per colpevole inerzia. Con il risultato che per dissidi interni alcune burocrazie ministeriali riescono addirittura a bloccare il processo legislativo frutto della volontà popolare. Anche qui ci chiediamo se non sia il caso di sacrificare un po’ di questa estate (che fra l’altro non sembra nemmeno particolarmente generosa dal punto di vista meteorologico) per risolvere almeno qualcuna di queste folli dispute. E togliere la sabbia dagli ingranaggi. Per le ferie il tempo poi non mancherà. Sergio Rizzo © RIPRODUZIONE RISERVATA LE «PORTE DEI POVERI» A NEW YORK VIA ANOMALA PER APRIRE ALL’INTEGRAZIONE ✒ Gli immobiliaristi di Extell hanno accettato la proposta del municipio di New York: costruire nell’Upper West Side di Manhattan condomini di lusso più alti e con una cubatura aumentata del 33% in cambio dell’assegnazione di un quinto degli appartamenti in affitto ad equo canone. Detto fatto: la nuova torre al numero 40 di Riverside Boulevard avrà 219 appartamenti con vista sull’Hudson venduti tutti a un prezzo superiore al milione di dollari, mentre i 55 appartamenti che affacciano sulla strada verranno dati in affitto a famiglie a basso reddito. Pagheranno una pigione che parte dai 845 dollari al mese per le unità più piccole. I costruttori, però, hanno chiesto di poter realizzare un ingresso separato per questi appartamenti e l’amministrazione de Blasio ha accettato. Non è la prima volta che accade: di alberghi e condomini con ingressi differenziati ce ne sono già parecchi a New York e in altre metropoli. Molti alberghi di lusso come il Waldorf Astoria, ad esempio, hanno un ingresso e un trattamento separato per le Towers: le «suite» più eleganti dei piani alti, quelle solitamente occupate dalle «celebrities» che preferiscono non farsi vedere nell’affollata lobby dell’hotel. Ma stavolta c’è di mezzo il nuovo sindaco progressista della metropoli, bersaglio privilegiato della stampa conservatrice. Alla quale è bastato ribattezzare l’ingresso riservato agli appartamenti affittati a equo canone «la porta dei poveri» per provocare un putiferio in città. Improvvisamente quella delle due entrate è diventata una discriminazione inaccettabile. Ma l’amministrazione difende la misura sostenendo che serve a evitare una situazione ben peggiore: intere aree della città che diventano isole abitate esclusivamente dai super-ricchi. Con questo programma, dicono in municipio, si garantisce il mantenimento di un minimo di integrazione economica e sociale, anche se si passa da portoni e ascensori diversi. Il programma — agevolazioni ai costruttori in cambio della destinazione di una parte degli immobili ad alloggi a basso costo — era stato introdotto da Michael Bloomberg, anche lui preoccupato dalla fuga del ceto medio da Manhattan. E de Blasio, che ha demolito altre politiche del suo predecessore, ha abbracciato con convinzione questo provvedimento. Massimo Gaggi © RIPRODUZIONE RISERVATA GLI SCONTRI NELL’UNIONE SUL CASO-RUSSIA IL FAIR PLAY DIMENTICATO PER MOGHERINI ✒ Due vertici in una settimana. Il primo arenatosi sul nome dell’Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell’Unione, carica per la quale la ministra italiana Federica Mogherini data in pole position è stata bloccata dalle complesse alchimie delle nomine Ue e dall’opposizione dei Paesi centro-orientali inquieti per la risorta aggressività del Cremlino. Il secondo, in pieno lutto per la morte delle 298 persone a bordo del volo MH17, preceduto dal gioco delle parti tra Londra e Parigi sulle sanzioni: da un lato il premier britannico David Cameron che tentava di assumere la leadership dello schieramento più duro con Mosca proponendo di sacrificare navi da guerra francesi già vendute alla Russia; dall’altro il presidente François Hollande che richiamava l’attenzione sugli affari russi a Londra, spalleggiato da collaboratori che dichiaravano alla stampa internazionale: «Se Cameron vuole colpire Mosca, attacchi il Chelsea (di proprietà dell’oligarca russo Roman Abramovich) e tifi per il Paris Saint-Germain». È l’Europa, bellezza. Sognata dai padri fondatori per unire un continente devastato da secoli di guerre e spartizioni, l’Unione capace di mettere in comune progetti e valori resta un ideale al quale tendere nella faticosa prassi quotidiana del compromesso tra quegli interessi nazionali che restano di fatto al centro delle politiche comunitarie. Se è vero che in questa fase della lunga storia europea è ancora la prospettiva degli Stati a vincere sull’ottica collettiva, risultano allora strumentali certe polemiche su presunti conflitti d’interesse come nel caso Mogherini, per di più nel momento in cui l’Italia va incontro a delicate riforme economiche. Prendere di mira la candidatura di Roma per la sua vicinanza al Cremlino significa in fondo rimuovere quell’implicito patto per il quale ogni capitale è autorizzata a fare il proprio gioco come Parigi che vuole vendere le navi Mistral o Londra che difende legittimamente gli interessi della City — salvo saper mettere da parte le priorità nazionali quando la partita entra nel vivo. Questione di fair play. Maria Serena Natale [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Degli sprechi Rai il catalogo è questo Una strada nuova per avvicinarsi alla Bbc di MILENA GABANELLI SEGUE DALLA PRIMA La strada più rapida sarebbe quella del rientro dei 300 miliardi depositati su conti esteri, con versamento delle relative somme evase. Però ci vuole la legge che sanziona pesantemente i grandi evasori, e che esiste in tutti i Paesi civili. Quella legge è pronta sul tavolo da due anni, ma ancora non vede la luce, per non aggredire troppo coloro che hanno impoverito il Paese e le loro aziende trasferendo gli utili su conti cifrati. E allora, oltre ai tagli giustissimi ai superstipendi, agli 80 euro in più per chi ha meno di 1.500 euro al mese, quali sono le idee concrete per evitare la chiusura di migliaia di aziende private, e quali le idee di rilancio delle aziende pubbliche sane? Fra le tante dichiarazioni di Renzi su come uscire dalla depressione generale c’è anche quella di pensare a una Rai che contribuisca alla rinascita del Paese. Certamente avrà un piano, ma per ora si vuol prendere 150 milioni dal canone. La Rai ha 11.600 dipendenti, circa 4.000 collaboratori, un incalcolabile indotto, è il quinto gruppo culturale d’Europa, il tesoro è l’azionista. Dal canone incassa 1,7 miliardi (il 30% evade), 600 milioni dalla pubblicità, 20 milioni da altri servizi. I conti stanno così così. Tecnologicamente arretrata, mantiene un’infinità di strutture e canali, e nonostante i 1.700 giornalisti Rai News è fra gli ultimi siti web che vengono cliccati per informarsi. Il Direttore generale sta tentando di riorganizzare l’offerta, e intanto taglia su prodotto e stipendi: la falce si sta abbattendo con la stessa neutralità su meritevoli e fannulloni, incluse le partite Iva (cruciali in molti programmi) che si mettono in tasca poco più di 1.000 euro al mese. Tuttavia non basterà. Il premier ha suggerito di vendere qualcosa. L’unica «cosa»che si può collocare sul mercato senza tanto clamore è la società che possiede le torri di trasmissione, RaiWay, ma RaiWay è la Rai, ed ha un solo cliente, la Rai. Questo significa che il Direttore generale non può in autonomia decidere di quotare un pezzo di un’azienda pubblica (ovvero privatizzare) perché occorre seguire un iter parlamentare, e arrivare alla delibera del Consiglio dei ministri. Senza questo passaggio cosa si dovrà inventare sul prospetto informativo per avere l’ok della Consob? Per tornare efficiente e competitiva, la Rai andrebbe «snellita», ma modifiche radicali saranno possibili solo se si interviene sulla riforma del 1975, meglio nota come lottizzazione. Ogni partito si è preso un canale, e poi ci ha infilato i suoi uomini scegliendo come unico criterio la «fedeltà», non all’azienda ma al partito. Risultato: proliferazione di strutture e incarichi dirigenziali che negli anni si sono stratificati. Non esiste nessuna tv pubblica al mondo dentro la quale convivono 3 telegiornali che hanno come referenti 3 diverse aree politiche; ognuno ha una sua struttura autonoma, i suoi direttori, i suoi inviati, il suo apparato tecnico, i suoi studi, il suo budget. Poi c’è Rai news 24, che non si può dire sia seguitissima, e le 26 sedi per l’informazione regionale. Bisogna CONC PER GLI ONOREVOLI UN’ESTATE SENZA FERIE ORA TOCCA ALLE ALTRE AMMINISTRAZIONI «ottimizzare» si dice, ma da dove cominci se non metti mano al contratto di servizio con lo Stato? Le sedi regionali sono nate in funzione dei rapporti con le istituzioni locali. Un modello in crisi poiché le Regioni non rappresentano più il territorio, quindi bisognerà cambiare completamente la prospettiva in funzione delle macroaree. Si prende spesso a modello il miglior servizio pubblico al mondo, ovvero la Bbc, dove però i canali generalisti nazionali sono sostenuti solo dal canone: 174 euro, contro i nostri 113. Se tuttavia il modello a cui ispirarsi è Bbc, confrontiamoci. Le stazioni televisive locali inglesi sono 15, che interagiscono con quelle radiofoniche. I dipendenti sono circa 1.500 contro i nostri quasi 2.000. Le sedi occupano mediamente 2 piani (con una postazione fissa per il giornalista che si connette), la maggior parte sono in affitto. Noi occupiamo edifici giganteschi, quasi tutti di proprietà, con insostenibile spreco di spazi e costi. La loro sede più piccola è quella delle Channel Island: 2 dipendenti; da noi a Campobasso sono in 70. Nella sede di Cosenza lavorano 95 persone, ma il palazzo sembra quello di Viale Mazzini. Tutti i servizi finiscono dentro a Bbc One (la nostra Rai 1), con 4 brevi collegamenti al giorno. Inutile ribadire che la produzione locale del nostro servizio pubblico è perlopiù asservita ad assessori e governatori, che in caso di smantellamento di qualche sede si incateneranno pur di non vedere sottratta una telecamera a loro uso e consumo. Gli «intrecci armoniosi» si metteranno di traverso anche in caso di accorpamento della lunga lista di strutture a cui hanno dato vita nel corso degli anni, e che pullulano di direttori e personale. Emblematica la genesi di Rai Vaticano. Nel ‘97 una decina di dipendenti occupavano due stanze per preparare gli eventi di Giubileo 2000. Senza budget, il team si relazionava con la Santa Sede per agevolare le reti nella produzione di programmi da trasmettere e vendere in tutto il mondo, e doveva essere operativo per 2 anni. Il Giubileo è finito da tempo, ma la piccola squadra si è trasformata in una struttura con i suoi funzionari e dirigenti per continuare a fare le stesse cose. Rai Expo è l’ultima creatura: una dirigenza, 45 dipendenti, una sede a Milano e una a Roma. Ma per raccontare il grande evento dell’alimentazione mondiale non bastano le sedi regionali e i programmi delle reti? A Expo finita (ottobre 2015) siamo sicuri che quella struttura non diventerà permanente? Anche Rai Quirinale, da postazione informativa è diventata nel tempo un elefantino, con un direttore e 35 dipendenti. Per fare cosa? Trasmettere il messaggio del presidente della Repubblica di fine anno e la cerimonia del 2 giugno. Per «rinascere» sarà inevitabile eliminare sedi e strutture che non hanno nessun senso, ma non mandando a casa qualche migliaio di persone che hanno famiglia! L’azienda avrebbe bisogno di tutto il suo personale se venisse organizzata in modo produttivo; è pur sempre la più grande industria culturale del Paese! Ricordiamo inoltre che non ha ammortizzatori sociali, e sarebbe paradossale creare disoccupati per dare 80 euro in più a chi uno stipendio (anche se magro) ce l’ha. Certo occorrerà poi liberarsi dai burocrati e intervenire sui contratti collettivi di lavoro. Questo quadro però, determinato dalla politica e dalle sue scelte in 60 anni, non lo ribalta un Direttore generale da solo, senza il supporto del governo. Ricordiamo che la Bbc, così spesso invocata a chiacchiere, ha come unico criterio nella nomina della governance e della dirigenza la competenza e il merito. Anche in Gran Bretagna «il palazzo» interferisce e orienta, ma quando un dirigente sbaglia, va a casa senza tante storie. Per questo il mondo intero considera la Bbc la più autorevole tv pubblica del mondo. © RIPRODUZIONE RISERVATA LE PROPOSTE ITALIANE SULLA TROIKA Le buone idee e la zavorra delle (non) riforme di FRANCESCO DAVERI A lla presentazione del programma della presidenza italiana dell’Unione al Parlamento europeo, il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha elencato una lista di cose da fare perché l’Europa ritorni a crescere. Ce n’è un gran bisogno, nel Vecchio Continente: dopo due anni di recessione, gli investimenti nell’Eurozona sono scesi al 17,7% del Pil, il loro minimo di sempre. L’industria e il mercato interno «battono in testa» anche in Germania, non solo in Italia e in Francia. Per crescere, dicono a Bruxelles, servono le riforme strutturali: bisogna ridurre i monopoli sui mercati e le rendite di posizione nel settore pubblico. Ma quei cambiamenti si fanno oggi per ottenere risultati solo domani. Così, secondo Padoan, ai Paesi che si impegnano da subito dovrebbe essere garantita una maggiore flessibilità nel rispetto dei vincoli di bilancio. Senza stravolgere le regole at- tuali. Fuori dal gergo della politica, la parole del ministro vogliono dire che l’Italia non proporrà iniziative contro la norma sul pareggio di bilancio strutturale cara all’Europa che rispetta i vincoli. Nello stesso tempo, però, l’idea di flessibilità all’italiana si traduce nella richiesta di lasciare da parte i commissariamenti della Troika (Bce, Commissione europea e Fondo monetario internazionale) nei confronti dei Paesi che non riescono a rimborsare il loro debito pubblico. Alla Troika in effetti c’è un’alternativa: più coordinamento e più monitoraggio reciproco tra i Paesi europei prima, per evitare tardivi, umilianti e a volte inefficaci aggiustamenti imposti dall’alto poi. Sarebbe un netto cambiamento di rotta rispetto agli anni scorsi. Sono tutte buone idee. Da quando è iniziato il semestre a guida italiana, da Roma fioccano proposte su come migliorare il funzionamento dell’Unione. Eppure oggi le innovazio- ni avanzate dall’Italia per stimolare l’Europa a fare di più si scontrano con un macigno: il carniere quasi vuoto delle riforme del governo Renzi nei suoi primi 150 giorni di attività. Senza cambiamenti strutturali, la richiesta di flessibilità di Roma viene percepita a Bruxelles e a Berlino come l’intenzione di aumentare ancora un debito pubblico che è già oltre il 135% del Pil. E l’appello ad abbandonare i commissariamenti dei Paesi a rischio di default può essere visto come il sinistro annuncio di chi in definitiva confida nella Bce per essere tirato fuori dai suoi guai. Senza una chiara accelerazione estiva delle tante riforme annunciate ma non approvate né attuate, il rischio concreto è che anche le migliori proposte della presidenza italiana finiscano nel nulla. Perché alla fine, in Europa come in Italia, tutti sanno che il miglior test per capire se un budino è buono sta sempre nel mangiarlo. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Mercoledì 23 Luglio 2014 33 italia: 51575551575557 Lettere al Corriere I PIANI ECONOMICI DI HITLER UN SOLO OBIETTIVO: LA GUERRA Risponde Sergio Romano Un lettore le ha recentemente scritto chiedendole quale Paese avesse maggiormente contribuito alla sconfitta della Germania in occasione dell’ultimo conflitto. La sua risposta, da me pienamente condivisa, è stata quella che i giudizi sul passato sono molto spesso influenzati dalle operazioni del presente, con un evidente accenno alla potenza americana. E già che siamo in argomento, vorrei chiederle come è stato possibile per la Germania avere creato in pochi anni, e cioè dal 1933 al 1938, l’esercito più potente del mondo dopo che la potenza militare, e anche economica, di quel Paese erano state quasi completamente distrutte. Nicodemo Settembrini [email protected] Le lettere, firmate con nome, cognome e città, vanno inviate a: «Lettere al Corriere» Corriere della Sera via Solferino, 28 20121 Milano - Fax al numero: 02-62.82.75.79 Caro Settembrini, a Grande guerra non fu mai combattuta sul suolo tedesco e i bombardamenti aerei non ebbero il ruolo che avrebbero avuto durante la Seconda guerra mondiale. Quando terminò il conflitto, quindi, lo straordinario apparato industriale della Germania era intatto. Il maggiore handicap tedesco, negli anni successivi, fu il pagamento dei danni di guerra: un debito colossale inflitto da vincitori che non vollero capire quali effetti avrebbe avuto sull’economia e sulla psicologia del Paese sconfitto. Sopraggiunse poi, mentre la Germania accennava a uscire dalla crisi, la lunga recessione provocata dal crac di Wall Street. Nel gennaio del 1933, quando il partito nazista vinse le elezioni, la Repubblica di L Weimar, con una popolazione di 62 milioni, aveva quattro milioni e mezzo di disoccupati. Hitler non aveva competenze economiche, ma capì che non avrebbe potuto conservare il potere se non avesse riacceso il motore dell’economia tedesca. Lo fece con due piani quadriennali. Il primo, lanciato nel 1934, prevedeva la costruzione, con finanziamenti agevolati, di canali, edifici pubblici e una grande rete autostradale. Il piano ebbe molte ricadute positive soprattutto nel settore automobilistico, in quelli delle macchine utensili e della meccanizzazione del- l’agricoltura. Fu una politica keynesiana non diversa, per molti aspetti, da quella realizzata allora negli Stati Uniti con la creazione tra l’altro di una Autorità per lo sviluppo della Valle del Tennessee, nei Paesi Bassi con le grandi dighe per il controllo delle maree, in Italia con l’edilizia pubblica e la costruzione di nuove città. In Germania il risultato più importante fu la piena occupazione: un traguardo che ebbe l’effetto di attenuare il malumore della classe operaia per la soppressione delle organizzazioni sindacali indipendenti. Non meno decisive per l’economia tedesca furono altre due decisioni strettamente collegate ai progetti politici e militari di Hitler. Memore del blocco marittimo con cui la Gran Bretagna aveva cercato di soffocare l’economia tede- sca durante la guerra, Hitler creò una Agenzia a cui fu affidato il compito di produrre gomma sintetica e surrogati dei carburanti liquidi e solidi necessari al Paese durante un conflitto. La seconda decisione fu il riarmo: tutte le maggiori industrie tedesche lavorarono a pieno regime per le forze armate. Questo ambizioso programma aumentò il deficit e il saldo passivo della bilancia dei pagamenti. Nel 1935 il ministro dell’Economia Hjalmar Schacht suggerì a Hitler di rallentare il riarmo, ma non fu ascoltato. Il secondo piano quadriennale venne affidato a Hermann Goering, maresciallo dell’aria e delfino di Hitler. Aveva un solo obiettivo: la preparazione del Paese al conflitto. prestazioni complessive) superano i 100 giorni. È sanità questa? Perché a pagamento tutto funziona in tempi ristrettissimi con gli stessi medici e negli stessi ambienti? TERRORISTI DELL’ISIS MIGRANTI PROVVEDIMENTI Rinascita del Califfato Quegli appelli alla Ue Tasche ormai vuote Caro Romano, al netto degli immensi dubbi e la vacuità della rinascita del Califfato da parte dei terroristi dell’Isis, e al di là della mancanza di un Califfo, nessuno ha ricordato come quest’ultimo fosse il custode dei luoghi santi islamici. Può esserci in questo velleitario ricollegarsi a un’epoca andata un tentativo di delegittimare la famiglia Al-Saud che questo ruolo svolge da meno di un secolo? Non si fermano gli sbarchi e nessuno li bloccherà. È stato ribadito più volte che l’Italia non può affrontare da sola un evento biblico di tale portata e la richiesta di collaborazione a livello comunitario non ha sortito alcun effetto. La domanda che ci si pone è: esiste l’Union Europea? David Rettura Roma Prima dell’abolizione del Califfato, avvenuta nel 1924, la carica di Califfo spettava al Sultano ottomano. La custodia dei luoghi santi invece era competenza dello sceriffo della Mecca che fu, prima dell’avvento della famiglia Saud, Al Husayn bin Ali, antenato dell’attuale re di Giordania. È vero che Al Husayn, nel 1924, si proclamò Califfo, ma si trattò di un’autodesignazione del tutto irrilevante. Giorgio Volonteri, Imperia GAS RUSSO Proclami inutili? Siamo in estate ed è facile fare proclami coraggiosi sugli approvvigionamenti di gas. Aspettiamo che arrivi La tua opinione su sonar.corriere.it La Russia presenta la sua versione dei fatti sull’abbattimento dell’aereo malese. È credibile o meno? l’inverno e che gli stoccaggi scendano e molte posizioni diventeranno più realistiche. Credo che mantenere relazioni buone e responsabili sul gas russo sia vitale per l’Italia e per l’Europa. Lo sa bene la Germania che non ha ostacolato il gasdotto gemello North Stream, a capo del quale c’è un ex cancelliere tedesco. Né mi risulta che Germania o Usa abbiano preso provvedimenti contro di lui! G. B. Merlo [email protected] In modo invisibile (e non preso in considerazione) dilaga un «mostro» che divora i pochi euro ancora in tasca degli italiani. Due esempi: 1) la tassa per iniziare un procedimento di giustizia è aumentata notevolmente, tanto da far rinunciare a chi non ha risorse persino a un giusto risarcimento per un danno evidente. 2) All’ospedale di Udine sono stati rimodulati i tempi di attesa per essere sottoposti a visita: 16 prestazioni fra visita e accertamenti superano l’anno, 142 (su 620 SUL WEB Risposte alle 19 di ieri La domanda di oggi Sì Dalla Camera primo sì alla misura che dà a bici e moto accesso alle corsie riservate ai mezzi pubblici: giusto? 21 No 79 © RIPRODUZIONE RISERVATA Franco Bellini, Udine MUSEO DI PAESTUM Reperto unico al mondo Ho visitato il Museo archeologico di Paestum e sono rimasta estasiata per la ricchezza e l’importanza dei materiali esposti, fra i quali il reperto di maggiore richiamo è la Tomba del tuffatore. Si tratta di una apparentemente normale tomba a cassa, ma con all’interno affreschi sulle quattro pareti: l’unico esempio di pittura di età greca della Magna Grecia. Sulla lastra di copertura, è dipinto un uomo che si tuffa in acqua, che simboleggia il passaggio dalla vita alla morte. Al mondo non esiste alcun reperto come questo! Giorgia Gasperini Bologna Interventi & Repliche Le promesse del premier? Sul Corriere del 20 luglio un lettore ha giustamente fatto notare che sulle nostre spiagge certi poco educati vacanzieri seppelliscono i mozziconi di sigaretta sotto la sabbia. A ciò aggiungerei, credo peggio, l' imbattersi a piedi nudi in cocci di bottiglie di vetro rotte. La carta, però, si lacera e non certo in tempi molto lunghi; e quanto alle minute particelle di tabacco contenute, esse si disperdono facilmente. Ben peggio, passando al suolo cittadino, è la gomma da masticare che, schiacciata più volte da mille andirivieni, deturpa l’arredo urbano; questa sì che ha davvero lunga vita, e senza costosi interventi la loro vista sarà... goduta forse dai figli di chi l' ha lasciata, questa forse più tenace della plastica. Come indicato anche sul Corriere del 17 luglio, sono trascorsi più di 100 giorni dalla presa di potere del nostro presidente del Consiglio, e alcune considerazioni, credo, si possano già fare. Avrei visto con piacere una prosecuzione del governo Letta, con un forte sostegno del Pd e, magari, con frequenti, ma discrete spinte del segretario per velocizzare le realizzazioni. Ora però, capisco che nessuno sarebbe mai stato all’altezza delle aspettative del premier. L’uomo è un unicum della politica. Vuole fare tutto e subito e non lo riguarda se lungo il cammino qualcuno ci andrà di mezzo. Ha ragione su una cosa: abbiamo indugiato troppo sulla rigenerazione dello Stato e, purtroppo, di tempo non ce n’è più. Non che l’attivismo non sia necessario, tuttavia «est modus in rebus»: e lui dovrebbe tenerlo in considerazione. A maggior ragione nel governare un Paese. Il programma di riforme di Renzi è molto ambizioso e riuscisse, anche in un paio d’anni, a realizzarle, sarebbe come pioggia benefica per un terreno arido. Mi permetto, anche se lui non se ne farà nulla, un suggerimento: non esterni il suo pensiero ad ogni pie’ sospinto. Noi cittadini ci accontentiamo che i nodi vengano sciolti e che il Paese si muova più speditamente. Adriano Verlato, [email protected] Istituire le primarie nel Pdl Fanno molta fatica i capi dei partiti a concordare sul fatto che le pronunce dei tribunali non debbano condizionare © 2014 RCS MEDIAGROUP S.P.A. DIVISIONE QUOTIDIANI FONDATO NEL 1876 CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DIRETTORE RESPONSABILE PRESIDENTE Angelo Provasoli Ferruccio de Bortoli VICE PRESIDENTE Roland Berger CONDIRETTORE Luciano Fontana VICEDIRETTORI Antonio Macaluso Daniele Manca Giangiacomo Schiavi Barbara Stefanelli AMMINISTRATORE DELEGATO Pietro Scott Jovane Sede legale: Via Angelo Rizzoli, 8 - Milano Registrazione Tribunale di Milano n. 5825 del 3 febbraio 1962 Responsabile del trattamento dei dati (D. Lgs. 196/2003): Ferruccio de Bortoli [email protected] - fax 02-6205.8011 © COPYRIGHT RCS MEDIAGROUP S.P.A. DIVISIONE QUOTIDIANI Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo quotidiano può essere riprodotta con mezzi grafici, meccanici, elettronici o digitali. Ogni violazione sarà perseguita a norma di legge. CONSIGLIERI DIREZIONE, REDAZIONE E TIPOGRAFIA 20121 Milano - Via Solferino, 28 Tel. 02-62821 Fulvio Conti, Teresa Cremisi, Luca Garavoglia, Attilio Guarneri, Piergaetano Marchetti, Laura Mengoni DISTRIBUZIONE m-dis Distribuzione Media S.p.A. Via Cazzaniga, 19 - 20132 Milano - Tel. 02-2582.1 - Fax 02-2582.5306 DIRETTORE GENERALE DIVISIONE MEDIA Alessandro Bompieri E-mail: [email protected] oppure: www.corriere.it oppure: [email protected] Tuttifrutti di Gian Antonio Stella Il blitz per gli aumenti dei furbetti di Rovigo «I soliti terroni!» Ve li immaginate i commenti inveleniti di tanti veneti e padani in genere se quanto è successo a Rovigo fosse capitato a Catanzaro o Foggia, Messina o Avellino? Apriti cielo: «I soliti terroni!» Il piccolo golpe furbetto dei dirigenti comunali rodigini, che si sono spartiti 70 mila euro di premi di rendimento nel brevissimo intervallo trascorso tra il rovesciamento del sindaco e la nomina del commissario prefettizio, è avvenuto invece proprio nella brava, operosa, virtuosa provincia veneta. Confermando quanto già è sotto gli occhi di tutti: lo strapotere di una parte della casta burocratica, in questi anni di decadenza morale, culturale e professionale della classe politica, riguarda tutto il Paese. Da Lampedusa a Vipiteno, da Gorizia a Bardonecchia. Poi, certo, moltissimi dipendenti pubblici, con buste paga spesso basse e poche soddisfazioni, fanno giorno dopo giorno il loro dovere. Ma che ci sia una quota di arroganti mandarini è fuori discussione. Riassumiamo: il sindaco pidiellino di Rovigo Bruno Piva viene abbattuto dalle dimissioni della maggioranza dei consiglieri comunali alle 9.49 del 15 luglio. Cinque ore e 41 minuti più tardi, alle 15.30 in punto, il governo ufficializza la nomina del commissario prefettizio, Claudio Ventrice. Bene: in quella manciata di ore in cui non comanda nessuno i massimi dirigenti municipali infilano lo sblocco di «16 posizioni organizzative», per dirla in burocratese, congelate dalla giunta appena decaduta. Per tradurlo in linguaggio comprensibile: provvisoriamente affrancati per brevissimo tempo da ogni controllo politico, gli alti funI dirigenti zionari prendono in contropiede il comunali commissario e si spartiscono aumenti da 5.195 e i 12.500 euro lordi si sono spartiti annui. Cioè da un minimo di 400 a 70 mila euro un massimo di 1.000 euro al mese in più in busta paga. Immediata la in poche ore rivolta dei sindacati, furenti contro la decisione: come hanno potuto quei dirigenti spartirsi in sedici il 70% dei 100 mila euro destinati agli incentivi che dovrebbero premiare i migliori fra i 300 dipendenti? Risposta di Michela Targa, segretario generale, ai giornalisti che le chiedevano conto del blitz: «Non ho niente da dire e non parlo. Decideremo su quali canali eventualmente fare comunicazioni». Sia chiaro: guai se gli incentivi fossero stati spartiti in parti uguali, come coriandoli, fra tutti i dipendenti. Gli aumenti di merito, come dice la parola stessa, devono andare a chi se lo merita di più. E può anche darsi che quei 16 prescelti siano davvero i più bravi, i più volenterosi, il più stakanovisti, più meritevoli di avere dunque gli incentivi. Ma il «modo» con cui hanno deciso di darseli approfittando del vuoto di potere di poche ore è un caso di furbizia insopportabile. «È un insulto al buon senso e al buon nome dei tanti dipendenti pubblici che non meritano di finire nel tritacarne del “dàgli alla burocrazia” che viene invece alimentato, giustamente, proprio da comportamenti come questi», ha detto a Nicola Chiarini, del Corriere del Veneto, il sottosegretario all’economia Enrico Zanetti. Parole d’oro. Tanto è vero che il piccolo golpe burocratico potrebbe essere annullato d’autorità. Il commissario lo ha già sospeso. Meglio tardi che mai. ❜❜ © RIPRODUZIONE RISERVATA Rifiuti su spiagge e strade Gabriele Barabino, Tortona (Al) @ PUBBLICITÀ RCS MediaGroup S.p.A. Divisione Pubblicità Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano - Tel. 02-25846543 - www.rcspubblicita.it PREZZI DI VENDITA ALL’ESTERO: Albania € 2,00; Argentina $ 13,50 (recargo envio al interior $ 1,00); Austria € 2,00; Belgio € 2,00; Canada CAD 3,50; CH Fr. 3,00; CH Tic. 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Berlusconi — assolto, non definitivamente, in attesa di altre sentenze e con il carisma e l’immagine appannati —aiuterebbe il suo schieramento e l’Italia, anziché ricercare sterili rivincite o sollecitare punizioni dei «giudici comunisti», se collaborasse a far emergere dirigenti credibili — non da cooptare ma da scegliere, democraticamente, con le primarie — in grado di sfidare Renzi. Vincino Pietro Mancini, Cosenza EDIZIONI TELETRASMESSE: RCS Produzioni Milano S.p.A. 20060 Pessano con Bornago - Via R. Luxemburg - Tel. 02-95.74.35.85 • RCS Produzioni S.p.A. 00169 Roma - Via Ciamarra 351/353 - Tel. 06-68.82.8917 • Seregni Padova s.r.l. 35100 Padova - Corso Stati Uniti 23 - Tel. 049-87.00.073 • Tipografia SEDIT Servizi Editoriali S.r.l. 70026 Modugno (Ba) Via delle Orchidee, 1 Z.I. - Tel. 080-58.57.439 • Società Tipografica Siciliana S.p.A. 95030 Catania - Strada 5ª n. 35 - Tel. 095-59.13.03 • L’Unione Sarda S.p.A. 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Viaggio nel tempo” € 8,30; con “English Express” € 12,39; con “Biblioteca della Montagna” € 10,30 34 Mercoledì 23 Luglio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Spettacoli Il concerto One Direction, in ottobre il film girato a San Siro Dopo aver scalato le vette delle classifiche mondiali, il pop degli One Direction approda al cinema. L’11 e il 12 ottobre verrà proiettato il live sold out di San Siro One Direction: Where We Are - Il Film Concerto: in scaletta tutti i successi della band, da «What Makes You Beautiful» a «Story Of My Life». I biglietti per la proiezione saranno in vendita dal 28 luglio. L’intervista L’ex cattivo ragazzo del cinema protagonista di «Wayward Pines», che arriverà su Sky Fox Sguardi Matt Dillon (50) con Juliette Lewis (41) in una scena di «Wayward Pines», serie tv in dieci episodi diretta dal regista di «Il sesto senso» M. Night Shyamalan (in Italia si vedrà nel marzo 2015). Dillon, che interpreta un poliziotto dell’Fbi, la definisce «un dramma psicologico con elementi da fantascienza» Mc, Everett ggy Lipton chlan sul set di La sinistra, Pe 1990 Da Robie e Kyle Mac da David Lynch dy Gill, Wen s», la serie ideata ak «Twin Pe Dillon sogna in stile Twin Peaks «Scelgo la tv, è più innovativa» L’attore lanciato da Coppola: ho abbandonato i ruoli estremi «I o non ho mai avuto il sacro fuoco dell’attore — racconta Matt Dillon —, ero bravino, me la cavavo. Un giorno mi presentai a un provino per Francis Ford Coppola. Il film era I ragazzi della 56ª strada. Eravamo centinaia di giovani in uno stanzone, sapevamo che solo pochi di noi avevano una chance. Mi chiesero di recitare, improvvisai qualcosa in modo esplosivo. Coppola mi indicò a un suo assistente: “è quello di cui ho bisogno”. Durante le riprese mi disse che mi voleva per un altro film che avrebbe girato immediatamente dopo: Rusty il selvaggio. Era il 1983. E la mia vita cambiò». Lei ha appena compiuto 50 anni: «Crash», il film su Bukowski… «Cosa posso dire? Sono figlio di un commerciante immigrato negli Usa dall’Irlanda… Non sono tipo da bilanci, guardo oggi e domani, mai ieri. Bisogna pensare al presente. Certo non posso dimenticare il mio incontro con Coppola. Per i giovani attori era una divinità, ne eravamo intimiditi». Lei oggi come tanti celebri attori americani lavora nelle serie tv. «Vale ancora quello che disse un giorno Paul Newman: “L’attenzione a Hollywood è passata dalle persone agli oggetti”, si riferiva a Star Wars. Intanto in America il cinema d’autore stenta a trovare sale. Oggi le major fanno intrattenimento, non in senso positivo purtroppo. A me piace l’esatto contrario, cerco storie reali, con cui identificarmi. Per questo adoro il cinema italiano, da Fellini a Sorrentino». Perché? «Perché parte sempre dalle persone, dalla condizione umana. Sono le persone che portano la diversità. Anche la commedia ci riporta alla nuda verità delle relazioni umane, pensate solo a Tutti pazzi per Mary. Ho cominciato questo mestiere da ragazzo, ho seguito le trasformazioni dell’industria cinematografica, anche il mondo è cambiato completamente. Ora le innovazioni e gli esperimenti si fanno sulle serie tv». Il patrimonio all’ex compagna Seymour Hoffman, niente soldi ai figli Voleva che i suoi figli, Cooper, 10 anni, Tallulah, 7 anni, e Willa, 5 anni, crescessero «senza contaminazioni», e che il più grande potesse abitare in una «città ricca di arte e cultura», come New York, Chicago o San Francisco. Per questo l’attore Philippe Seymour Hoffman, morto a 46 anni nel febbraio scorso per overdose, ha lasciato tutto il suo patrimonio a Mimi O’Donnell, sua ex compagna e madre dei tre bambini. Secondo alcuni documenti, Hoffman non voleva che i figli diventassero «ragazzi da fondo fiduciario», ed era convinto che Mimi «si sarebbe presa cura di loro». Però pare che lei in «Wayward Pines» (a marzo 2015 in Italia si vedrà su Sky Fox) si sia imbarcato in un horror. «L’hanno detto ma non è così. Lo definirei un dramma psicologico con elementi da fantascienza. È stato paragonato a Twin Peaks e la cosa ci lusinga. Io interpreto un agente dell’FBI che deve indagare sulla sparizione di due colleghi; con una (Carla Cugino) ho un love affair. Forse l’incidente è successo in un luogo reale o forse no. Quello che mi intriga è che non sai dove finisce la realtà e dove comincia il sogno». Un elogio dell’ambiguità, della realtà sospesa? «Certo, l’ambiguità. E poi c’è una dimensione alterata delle cose, non riesco a mettermi in contatto con mia moglie. La serie, in dieci episodi, sarà presentata domani al Comicon di San Diego. C’è un cast di tutto rispetto, Terrence Howard, Melissa Leo, Juliette Lewis. Il regista, M. Night Shyamalan, è un ottimo narratore, vi ricorderete Il sesto senso, con cui realizzò quasi 700 milioni di dollari». Il profilo Chi è Matt Dillon nasce a New Rochelle (New York) il 18 febbraio 1964 figlio di immigrati irlandesi. Inizia a recitare alla fine degli anni Settanta divenendo subito un idolo degli adolescenti Il successo A lanciare Dillon è il regista Francis Ford Coppola che nel 1983 lo dirige in «I ragazzi della 56ª strada» e «Rusty il selvaggio». Tra i suoi film più celebri «Drugstore Cowboy» (1989) di Gus Van Sant, «Tutti pazzi per Mary» (1998) dei fratelli Farrelly e «Crash» (2005) di Paul Haggis, per il cui ruolo fu candidato all’Oscar Perché lei da giovane aveva una predilezione per i ruoli estremi? «È dal conflitto che si innescano verità interessanti. A Hollywood c’è una parola chiave: parabola. A me non interessa la parabola di un personaggio, ma scoprire chi è davvero quella persona, costruire il suo background. In Crash sono un poliziotto macho che salva la vita di una persona, qualcosa che non ci aspetta da lui; in Factotum, il film su Charles Bukowski, dietro l’apparente depravazione di un ubriacone c’era vulnerabilità, sensibilità. Non è stato facile, per me, uscire da quell’idea dei ruoli estremi. Mi affibbiavano etichette, ero l’attore maledetto o il sex symbol. Un peso difficile da sopportare? Ero solo un ragazzo con tanta pressione addosso. È difficile gestire un successo improvviso. Ormai sono un veterano, e non mi ritengo un insegnante. Ma a un giovane attore consiglierei di interessarsi a tutti gli aspetti della creatività. Ho da poco ripreso in mano alcune vecchie riprese che feci dieci anni fa: l’argomento è come la musica cubana ha influenzato il jazz. Ne voglio fare un documentario. Ecco, bisogna fare quello in cui si crede, questa è la migliore definizione di artista». Valerio Cappelli © RIPRODUZIONE RISERVATA Festival di Venezia Alle Giornate degli autori un film sulla carriera del calciatore argentino. In gara per l’Italia De Matteo e Farina Messi torna bambino, fenomenologia di un campione al Lido ROMA — Ai Mondiali in Brasile si sa come è andata a finire. La rivincita, almeno morale, Lionel Messi potrebbe prendersela il prossimo 6 settembre al Lido. Sarà, infatti, il film che Alex de la Iglesia ha girato sul giocatore argentino — intitolato semplicemente Messi — a chiudere una delle sezione indipendenti della 71esima Mostra di Venezia, le Giornate degli autori. Il regista spagnolo, venerato per opere come Il giorno della bestia e vincitore a Venezia del Leone d’argento per Ballata dell’odio e dell’amore, non è un tifoso di calcio. È stata la curiosità di andare oltre al personaggio pubblico, scoprire «le sue motivazioni, capire come è arrivato a fare quello che ha fatto», a spingerlo ad accettare la proposta di Realtà e finzione Il calciatore argentino Lionel Messi (27 anni). A sinistra, una scena del film di Alex de la Iglesia che ne racconta la storia un film su Messi, ha spiegato. Non solo una biografia, non solo un documentario, ha avvertito il regista spagnolo. Piuttosto «si tratta di una specie di cena in cui tutte le persone coinvolte nella sua vita, in una maniera o nell’altra — familiari, amici, calciatori, allenatori — si trovano insieme a onorare Leo». La sceneggiatura l’ha scritta un grande ex campione argentino, Jorge Valdano, convinto, a dispetto dei detrattori dopo la non esaltante performance ai Mondiali, che il quattro volte vincitore del Pallone d’oro rappresenti «un altro modo di essere Maradona». Ovvero la star di una pellicola presentata nel 2008 al festival di Cannes, Maradona by Kusturica. Ad aprire i Venice Days (giun- ti all’edizione numero 11) il 27 agosto sarà un altro habitué del Lido, il coreano Kim Ki-Duk con il noir One on One (fuori concorso come Messi). Tra i dodici titoli in gara uno dei più attesi è Retour a Ithaque (Ritorno all’Avana) di Laurent Cantet, Palma d’oro con La classe, scritto dal romanziere cubano Leonardo Padura. Protagonisti cinque amici che si riuniscono per festeggiare il ritorno dall’esilio dopo sedici anni di uno di loro. In Kim Ki-Duk Fuori concorso verrà presentato «One on One», noir firmato dal regista coreano concorso due italiani. I nostri ragazzi di Ivano De Matteo ispirato a La cena di Herman Koch, con la coppia di fratelli Alessandro Gassmann e Luigi Lo Cascio (e le consorti Giovanna Mezzogiorno e Barbora Bobulova) alle prese con un interrogativo terribile: cosa faresti se tuo figlio commettesse un crimine? E Patria di Felice Farina con Francesco Pannofino, tratto dal libro di Enrico Deaglio. Tra gli eventi speciali altre opere targate Italia. Il film collettivo 9X10 Novanta interamente realizzato da nove registi solo con frammenti tratti dall’archivio dell’Istituto Luce. E, a cavallo tra cinema e arte, The Show Mas Go on di Rä Di Martino e The Lack di Masbedo. Terzo appuntamento delle Giornate con la sezione Women’s Tales con Miu Miu. Le registe coinvolte quest’anno sono Miranda July e So Yong Kim. Stefania Ulivi © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Mercoledì 23 Luglio 2014 Spettacoli 35 italia: 51575551575557 La classifica di «Forbes» Il sovrintendente Downey Jr. è il più pagato di Hollywood L’ex Charlot nominato all’Oscar nel 1992 caduto nella polvere per problemi di alcol e droga è, per il secondo anno consecutivo, l’attore più pagato di Hollywood. Robert Downey Jr., scrive il magazine economico Forbes, protagonista della saga di Iron Man (cinque episodi girati), di The Avengers e Sherlock Holmes (foto) ha messo in banca, dal giugno 2013 al giugno 2014, ben 75 milioni di dollari. Al secondo posto della classifica, l’ex wrestler Dwayne Johnson (noto anche come The Rock) con 52 milioni di dollari, mentre terzo è Bradley Cooper con 42 milioni. Insieme Giuliano Pisapia e Stéphane Lissner Fiction Rai L’inviato trovò la bimba di pochi mesi dopo un bombardamento nel ‘92. Da allora vive con lui «Che brividi rivivere sul set la storia della piccola Malina» Beppe Fiorello nei panni di Di Mare: la salvò in Jugoslavia ROMA — Lui è un uomo in profonda crisi esistenziale. Lei è una bambina abbandonata in un orfanotrofio. Si incontrano a Sarajevo, tra le bombe e gli spari dei cecchini durante la guerra civile. Liberamente ispirata al romanzo Non chiedere perché (Rizzoli) del giornalista Franco Di Mare, la fiction in due puntate con la regia di Enzo Monteleone racconta una storia vera. Protagonista nel ruolo di Marco, inviato di guerra della Rai, è Beppe Fiorello. Ma protagonista assoluta è anche la piccola Iva, di dieci mesi, nel ruolo di Malina (lo stesso nome usato nel libro). Siamo nel luglio 1992 quando Marco De Luca, giornalista televisivo di successo, si offre volontario per andare a raccontare l’orrore di un conflitto dove tutti sono contro tutti, sia le diverse etnie, sia le fedi religiose. «È un uomo che non ha più nulla da perdere — esordisce Fiorello —. Il suo matrimonio si sta sgretolando, non ha figli e, scegliendo la guerra, sente di non lasciarsi niente alle spalle». Ad accompagnarlo in un percorso di dolore e di morte, sono il cameraman Romano (Luca Angeletti) e la guida Kemal (Radoje Cupic), «una sorta di Caronte — continua Beppe — che lo introduce e lo conduce in un mondo che non conosce». E assistendo al bombardamento di un orfanotrofio, Marco viene assalito dall’impulso a entrare nell’edificio disastrato «dove incontra lo sguardo impaurito di Malina: tra loro nasce subito un’intesa che supera i limiti della comunicazione linguistica, per approdare ai sentimenti che uniscono un padre a una figlia». Un’intesa che è scattata anche tra l’uomo Fiorello, che a sua volta è padre nella realtà, e la bimba, in realtà figlia di due giovani di Belgrado: «Il rapporto sul set con una creatura di pochi mesi non è facile — ammette l’attore — perché lei non recita, fa sul serio. Sin dalla prima volta che l’ho presa in braccio ho sentito che era lei a gestire la situazione e io non potevo far altro che andarle dietro, assecondarla. All’inizio — racconta — era un po’ spaurita e la mamma, quella vera sempre presente durante le riprese, doveva consolarla. Poi si è totalmente affidata a me, è diventata un po’ la mia bambina. È stata dura salutarla, distaccarmi dalle sue braccine che mi cingevano il collo». Coprodotta da Rai Fiction e Roberto Sessa di Picomedia, in programma su Rai1 nella prossima stagione, la miniserie è stata interamente girata nei veri luoghi della ex Jugoslavia: «Grazie a Eleonora Andreatta «Il nostro è un progetto che rende omaggio ai tanti giornalisti di Viale Mazzini nelle zone di guerra» questo progetto — spiega Fiorello — sono riuscito a capire meglio un fatto storico che non avevo compreso appieno: quella dei Balcani è stata una guerra fratricida che però non è del tutto finita, ma solo interrotta. Sarajevo è una città dolente, dove avverti in maniera tangibile l’orgoglio di un popolo profondamente stanco e abbandonato a se stesso. Mi sono chiesto allora: ma a che serve questa Europa?». Una ferita tuttora aperta: «Alcuni attori del cast serbo-bosniaco — sottolinea Monteleone —, leggendo la parte che veniva loro offerta, essendo ancora emotivamente provati, perché magari hanno subito perdite tra i familiari, hanno rinunciato. Uno di loro per esempio, che avrebbe dovuto impersonare un cecchino, non ce l’ha proprio fatta a recitare quel ruolo... e non è difficile immaginare il perché». Tra gli altri protagoni- La scelta Verso l’adozione Inviato a Sarajevo per la Rai durante la guerra nei Balcani, Franco Di Mare salva da un orfanotrofio bombardato una bambina, Stella, che oggi ha 23 anni. Formalizzata l’adozione, dice il giornalista, «potrò darle il mio cognome» sti, Thekla Reuten (Karen, giornalista responsabile dell’Eurovisione), Adnan Haskovic (Colonnello Babic), Emanuela Grimalda (Maria Teresa, operatrice umanitaria). Riflette il direttore Rai Fiction Eleonora Andreatta: «Con questo progetto, oltre a rendere omaggio ai tanti inviati Rai nelle zone calde del pianeta, dove purtroppo molti di loro sono rimasti uccisi, riportiamo a galla il grumo rimosso di una guerra che tante volte abbiamo visto, distrattamente, raccontata dai tg: una guerra tanto vicina ai nostri confini eppure così lontana. E nella storia rappresentata si tratta di una guerra che, paradossalmente, cambia in positivo la vita di un uomo, dandole nuovamente un senso». Una storia vera che finisce bene: «Quando la portai con me in Italia, in maniera piuttosto rocambolesca, quella cucciola di pochi mesi si lasciava alle spalle la disperazione, la distruzione e andava incontro alla speranza — conclude Di Mare —. Ora Stella ha 23 anni, si sta per laureare in Economia alla Luiss e le pratiche per tramutare il suo affido in una definitiva adozione sono ormai in dirittura d’arrivo. Presto, molto presto potrò darle il mio cognome». Emilia Costantini © RIPRODUZIONE RISERVATA La Scala saluta Lissner con l’elogio di Pisapia: dieci anni di successi «S téphane Lissner ha guidato il Teatro per quasi dieci anni ottenendo grandi risultati sul piano artistico e musicale che hanno confermato il ruolo della Scala tra i più importanti e apprezzati teatri del mondo. Non si contano infatti le rappresentazioni di successo di questo decennio, sia opere liriche che balletti e concerti». Con queste parole il sindaco di Milano e presidente del Teatro alla Scala, Giuliano Pisapia, ha salutato ieri Lissner in occasione dell’ultimo Consiglio di amministrazione sotto la gestione del sovrintendente francese. L’attuale numero uno della Scala lascerà infatti (formalmente) il teatro il 31 agosto, dopo le ferie. Dal primo settembre, anticipando di un mese, le deleghe passeranno nelle mani di Alexander Pereira. Per Lissner, oltre ai saluti e alle congratulazioni, un congedo un po’ in linea con i tempi di crisi: colazione frugale all’interno della sala rossa della Scala e una medaglia. Una medaglia d’argento placcata oro con, su un lato, l’immagine del teatro e sul retro la scritta «A Stéphane Lissner dalla Fondazione Teatro alla Scala, 20052014». A consegnargliela, lo stesso sindaco. Il sindaco «Lissner ha unito alla competenza musicale «Ha unito competenza anche una positiva musicale e gestionale: gestione manageriale del dal 2005 il Teatro ha un Teatro dimostrata dal bilancio in pareggio» fatto che dal 2005 ad oggi la Scala ha chiuso tutti i bilanci in pareggio», ha aggiunto Pisapia. «Voglio sottolineare che in questi tre anni di lavoro comune ho sempre trovato in Lissner un interlocutore attento e impegnato per il bene della Scala e gli faccio i miei migliori auguri per l’importante incarico che sta per assumere all’Opera di Parigi». Dal canto suo, Lissner ha salutato dicendo di aver trascorso alla Scala «i migliori anni della carriera. Il resto — ha aggiunto — l’ho detto nel Cda». Lissner venne scelto nel 2005 dal vicepresidente Bruno Ermolli su incarico dell’ex sindaco Gabriele Albertini, dopo la buriana che aveva portato agli addii di Riccardo Muti, di Carlo Fontana e alle dimissioni dell’assessore Salvatore Carrubba. Lissner, chiamato come sovrintendente e direttore artistico, riuscì in brevissimo tempo ad affidare l’incombente «prima» del 7 dicembre 2005, l’Idomeneo di Mozart, a Daniel Harding, iniziando con lui la chiamata di giovani direttori d’orchestra poco o mai visti alla Scala. Chiamò anche nuovi registi affidandosi in seguito, per la conduzione musicale, a Daniel Barenboim, prima come maestro scaligero, poi come direttore musicale. Fu lui a dirigere, con Patrice Chéreau in regia, il Tristan und Isolde, prima del 2007, forse il miglior spettacolo dell’era Lissner secondo molti critici musicali. Successivamente l’annuncio dell’addio pochi mesi dopo che il Cda gli aveva rinnovato il contratto e, a seguire, l’affiancamento, non privo di turbolenze, con Pereira. Pierluigi Panza © RIPRODUZIONE RISERVATA Controlli Beppe Fiorello (45 anni), con in braccio la piccola protagonista, sul set della fiction «Non chiedere perché» diretta da Monteleone New York Sarandon ha sostituito Terri White alla guida della rivista. «Voglio che la gente ami la città quanto la amo io» Il sogno di Susan, direttora (per un giorno) di «Time Out» DALLA NOSTRA INVIATA NEW YORK — Da attrice a direttora (per un giorno): Susan Sarandon diventa Editor in chief di Time Out New York, la celebre rivista-guida che aiuta turisti e newyorchesi doc come lei (è nata nel Queens) a scoprire tutto quello che c’è di nuovo da fare-vedere-comprare-mangiare-bere nella Grande Mela. Sarandon, premio Oscar come migliore attrice protagonista nel film Dead man walking (Condannato a morte) nel ’95, è arrivata negli uffici della rivista a Manhattan il 21 luglio e ha trascorso l’intera giornata a pianificare articoli, layout, format digitali e varie attività social per il numero del 14 agosto al posto di Terri White, che si è fatta da par- te per l’occasione. Sarà un’edizione un po’ speciale, spiega White, perché ricca di luoghi e cause vicine all’attrice, da sempre molto attiva nel sociale. Nel ’99 Sarandon è stata nominata ambasciatrice dell’Unicef e nel 2006 ha ricevuto il premio uma- nitario «Action against Hunger» (Azione contro la fame). Per l’uscita è stato previsto un party di lancio lunedì 11 agosto al club di ping-pong Spin Galactic, di cui Sarandon è una dei proprietari. Dalle scene alla redazione il Sorridenti Susan Sarandon (67 anni) con Terri White (34) passo è stato facile: «New York è una grande, bella ma dura città, che chiede costantemente di essere riscoperta. Diventare una specie di guida per le persone che cercano attivamente qualcosa di speciale, di magico, di interessante, mi rende molto felice. È la mia città natale, voglio che la gente la ami quanto la amo io», ha affermato Sarandon-direttora. La sua giornata? Susan ha deciso quali sarebbero state le storie da raccontare, tra queste c’è un articolo intitolato «Non crescete mai» nel quale spiegherà perché «New York è il luogo perfetto per essere un eterno bambino». L’attrice inoltre ha dato la sua approvazione alle principali idee per danza, film, arte e shopping, lavorando poi con grafici e art director per illustrarle. E ha scelto la foto per la copertina. Ora il suo lavoro continuerà via email, mano a mano che i layout saranno disegnati e riempiti. «Susan è stata divertente, onesta e aperta, una direttora naturale. E la redazione ha apprezzato profondamente la sua presenza e il suo lavoro con noi», racconta Terri White, che non avrebbe ceduto a nessun altro la sua poltrona. «Sono direttora di questo marchio meraviglioso da 6 mesi, e non dirò bugie: è il più bel lavoro del mondo. Lo dico con la mano sul cuore. Non ci rinuncerei per nessun altro. Per nessun altro all’infuori di un’attrice, attivista, appassionata di ping-pong e una donna meravigliosa a tutto tondo come Susan Sarandon». In Messico Pausini sarà giudice in un talent Per la prima volta l’Italia sarà ospite di un talent show straniero grazie a Laura Pausini (40 anni). La cantante di Solarolo è infatti il coach internazionale fortemente voluto per la quarta edizione del programma «La Voz México», al via da settembre sulla tv messicana. Infatti è la prima volta che la rivista apre le porte a un direttore «esterno». «Abbiamo discusso spesso di direttori ospiti di Time Out New York, ma nessuno sembrava, come dire, abbastanza New York. Finché abbiamo pensato a Susan, che è davvero una newyorchese iconica». Il gruppo Time Out, fondato da Tony Elliot nel 1968 con suggerimenti su Londra, oggi è un gruppo editoriale e di ecommerce con 46 edizioni in 30 Paesi e un’audience complessiva di 28 milioni di persone, oltre alle riviste cartacee, include siti web, app, libri guida e altri prodotti commerciali. Nell’attesa di vedere il numero firmato dall’attrice, con le sue raccomandazioni speciali per gustare appieno New York, c’è già un hashtag (#susanrunstimeout) su Twitter. Giuliana Ferraino @16febbraio © RIPRODUZIONE RISERVATA 36 Mercoledì 23 Luglio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Sport Coppa Italia, si parte il 10 agosto: incroci pericolosi in semifinale Settantotto partecipanti a caccia del titolo vinto dal Napoli. Per 27 squadre di Lega Pro e 9 del campionato dilettanti il 10 agosto si giocherà il primo turno di Coppa Italia. I campioni in carica, assieme alle altre 7 teste di serie, entrano in scena dagli ot- tavi (14 gennaio): il Napoli è nella parte sinistra del tabellone, assieme a Milan, Torino e Inter. Roma, Fiorentina, Juventus e Parma sono invece sul lato opposto. Possibili incroci in semifinale il derby di Milano e Roma-Juventus. Solo una squadra di Lega Pro, il Novara, scenderà in campo nel 2° turno (il 17 agosto), assieme alle squadre di B. Dal 3° turno (24 agosto) spazio alle squadre di A finite dal 9° al 17° posto. Quarti di finale il 4 febbraio. Semifinali 4 marzo e 18 aprile. Finale il 7 giugno. Ciclismo La maglia gialla mai in pericolo, oggi e domani altre montagne La frazione va all’australiano Michael Rogers Salite e discese La maglia gialla Vincenzo Nibali sulle salite dei Pirenei; in alto a sinistra, ostacolato da un’auto della stampa durante la discesa verso il traguardo (Reuters) Tour de force Nibali stratega controlla le fughe e Valverde «Tappa dura, ma hanno speso tanto in molti» 82 102 124,5 18 40 Bagnéres de-Bigorre 524 m 57 Colle de Loucrup 530 m 48 Ossun 383 m 31 Nay 249 m 13 maglia gialla spalancata e respiro pesante, è sembrato affaticato come mai prima in questo Tour, ma gli altri, partiti in fughe-patacca che non hanno affatto spettinato la classifica generale, di più. Correre conservativo per risparmiare la benzina (catenacciaro è un in- OGGI Saint-Lary - Pla D’Adet Pau 1654 m 195 m Col de Peyresourde 1569 m Col de Val Louron Azet 1580 m LE DUE TAPPE Saint-Gaudens 378 m di controllarlo») e tamponare le ambizioni di Pinot, l’enfant du pays portato dallo psicologo e in pista a 200 all’ora per guarire dalla paura della discesa e della velocità. «Quando è scattato, mi sono mosso» spiega Vincenzo con felice sintesi nibaliana. Il Gattopardo, 56 65 DOMANI Hautacam 1520 m La Mongie 1734 m Col du Tourmalet 2115 m Baréges 1300 m Ayros Arbouix 458 m sonne si frantuma in mille pezzi e tante storie. Davanti i fuggitivi: vincerà l’australiano Michael Rogers, il più cattivo e potente, esibendosi in un elegante inchino sul traguardo; dietro la maillot jaune impegnata a marcare Valverde («Nell’auricolare mi dicevano Col du Portillon 1292 m Hautacam non è qualcosa che si improvvisa. È materia incandescente — a cinque tappe dal traguardo, con 4’37’’ su Valverde e 5’06’’ su Pinot —, da trattare con guantini d’amianto. Quattro ascensioni in crescendo, ieri. Il sadico Portet d’Aspet che il 18 luglio ’95 si portò via Fabio Casartelli (Prudhomme, direttore di gara, ha posato un mazzo di fiori sotto la stele che lo ricorda) e soprattutto, a 40 km dall’arrivo, il Port de Balès (11,7 km al 7,7%: fuori categoria) con la Spagna che aspettava Contador e invece ha trovato Nibalino, letteralmente dietro l’angolo. È lassù, in salita, che una tappa nervosetta sin dalla partenza sotto le mura di Carcas- Bossòst 718 m Vincenzo Nibali, al 18° giorno del suo Tour de Force, ha una faccia lunga di stanchezza, come se in tutto quello stare chino sul manubrio (73 ore, fin qui) il mento gli fosse scivolato e solo un sorriso furbo, il solito sorriso furbo, potesse riacchiapparlo al volo, e restituirlo al proprietario. «Giornatina, eh...?» ridacchia. «È stata una tappa interminabile (237,5 km ndr), la più lunga del Tour. Ma non la più intensa. Ancora due giornate sui Pirenei, poi la salita sarà finita. Pinot si è mosso mentre stavo prendendo una borraccia con gli zuccheri. Poi sono rientrato tranquillamente in discesa. E oggi, badate bene, hanno speso tanto in molti...». Gli occhi dello Squalo, non abbagliati come i nostri dallo spettacolo dei Pirenei spennellati di un verde che esiste solo in natura sotto un cielo cobalto, vedono cose di cui noi umani non ci accorgiamo. Il trittico Luchon-Pla d’Adet- Saint-Béat 507 m Ordine di arrivo 16ª tappa, CarcassonneBagnères de Luchon, 237,5 km 1. Rogers (Aus) in 6.07’10’’ (media 38,8 km/h) 2. Voeckler (Fra) a 9’’ 3. Kiryienka (Blr) s.t. 4. Perez (Col) s.t. 5. Gautier (Fra) s.t. 6. Van Avermaet (Bel) a 13’’ 7. Kwiatkowski (Pol) a 36’’ 8. Montaguti (Ita) a 50’’ 9. Slagter (Ola) a 2’11’’ 10. Gallopin (Fra) s.t. 11. Bakelants (Bel) a 3’33’’ 12. Vachon (Fra) a 3’45’’ 13. Delaplace (Fra) a 4’47’’ 14. Reza (Fra) s.t. 15. Eisel (Aut) a 8’14’’ 16. Roy (Fra) a 8’32’’ 17. Pinot (Fra) s.t. 18. Valverde (Spa) s.t. 19. Peraud (Fra) s.t. 20. Nibali (Ita) s.t. Classifica generale 1. Nibali (Ita) in 73.05’19’’ 2. Valverde (Spa) a 4’37’’ 3. Pinot (Fra) a 5’06’’ 4. Peraud (Fra) a 6’08’’ 5. Bardet (Fra) a 6’40’’ 6. Van Garderen (Usa) a 9’25’’ 7. Konig (Rce) a 9’32’’ 8. Ten Dam (Ola) a 11’12’’ 9. Kwiatkowski (Pol) a 11’28’’ 10. Mollema (Ola) a 11’33’’ 11. Zubeldia (Spa) a 12’38’’ 12. Rolland (Fra) a 13’09’’ 13. Van den Broeck (Bel) a 14’02’’ 14. F. Schleck (Lus) a 17’37’’ 15. Trofimov (Rus) a 23’06’’ 16. Thomas (Gbr) a 23’54’’ 17. Porte (Aus) a 24’08’’ 18. Kruijswijk (Ola) a 26’06’’ 19. Feillu (Fra) a 26’48’’ 20. Horner (Usa) a 29’54’’ Così oggi 17ª tappa, Saint GaudensSaint Lary Pla D’Adet, 124,5 km Così in tv ore 13.30: Eurosport ore 15: Raitre e RaiSport2 DALLA NOSTRA INVIATA LUCHON — Come stai, sei stanco, perché hai perso terreno sull’attacco di Thibaut Pinot in cima al Port de Balès, gli chiediamo appena scende dalla bici numero 41, subito presa in consegna dai commissari Uci per un controllo già subito sulle Alpi: microcamera nel tubo piantone per scongiurare l’esistenza di motorini irregolari (vedi caso Cancellara alla Roubaix 2010, finito in nulla). Barbazan 442 m Le classifiche 90 95 106 131 sulto per un attaccante istintivo come il siciliano) non è peccato. È la strategia di Nibali, lasciato solo troppo presto dalla squadra: Kangert è stato l’ultimo a mollare, gli altri si erano già sfarinati per strada. Non è il tempo delle polemiche («Ho preso la maglia a Sheffield ed è da allora che la squadra si sacrifica per me: anche oggi i ragazzi hanno dato il massimo per chiudere ogni tentativo di fuga»), nemmeno contro quel giornalista folle di Le Telegramme (quotidiano regionale della Bretagna) che, su un’auto regolarmente accreditata (ma che non doveva essere lì!), ha fatto tappo a Nibali all’inizio della discesa verso Bagnères-deLuchon, dove speriamo sia stato condannato a un bagno termale rovente. Per il Gattopardo, invece, massaggi, agopuntura, coccole. E antenne rizzate. Mai perdere di vista bicicletta, acqua, integratori, è il diktat dell’allenatore Paolo Slongo. Il rumore dei nemici, a questo punto del Tour, è un brusio coperto dalla musica del ruscello di Luchon. «Mi aspetto giornate difficili». Il peggio deve ancora arrivare. Ed è certo che arriverà. Gaia Piccardi 145,5 © RIPRODUZIONE RISERVATA Elezioni Abodi anticipa tutti. Gli arbitri si astengono Le novità di Albertini hanno spaventato la B «Noi con Tavecchio» Le Leghe non mollano MILANO — Aveva detto Demetrio Albertini, lunedì, nel giorno in cui aveva lanciato la propria candidatura alla presidenza della Federcalcio: «Se devo diventare un distributore di risorse economiche e basta, non è questo il mio ruolo. Io voglio riportare il calcio al centro del nostro mondo. La mia disponibilità vuole rappresentare un forte segno di discontinuità alla logica delle percentuali e della frammentazione di interessi e visioni del sistema». La risposta non si è fatta at- tendere. Andrea Abodi, presidente della serie B (quella che è riuscita a varare un campionato con 21 squadre), già candidato per la Lega di A del cartello guidato da Andrea Agnelli in funzione anti-Beretta (Lotito) nel gennaio 2013, ha annunciato al GR1 il sostegno a Carlo Tavecchio. In questo modo (e in attesa dell’assemblea di domani della Lega di A), ha battuto tutti sul tempo, perché la serie B è la prima componente a candidare ufficialmente il n. 1 della Lega Dilettanti (che ave- va affidato al proprio presidente un mandato esplorativo). Sul suo passato di candidato per la Lega di A, Abodi ha detto: «Le due situazioni non sono paragonabili; all’epoca era un discorso personale; ora rappresento 21 società che la pensano allo stesso modo». La Lega di serie B vale il 5% e l’annuncio di Abodi riassume la posizione di almeno 17 club, spaventati dall’idea che un presidente come Albertini possa rompere l’egemonia delle Leghe in Figc e mettere la serie B in posizione di contrasto con quella di A, che continua a pagare gli «alimenti» dopo il divorzio del 2009. E i soldi in questo caso non sono importanti: sono tutto. Abodi ha spiegato che «le quattro Leghe che hanno l’azionariato della Figc devono assumersi le loro responsabilità e dare le risposte che non sono state date in questi anni. Ognuno con le sue diversità e sensibilità dobbiamo ricostruire un sistema che non produce più risultati». Ha parlato di un sistema da modernizzare e ha indicato quattro obiettivi: 1. ricostruire un modello che sappia fornire dal basso gio- catori alle squadre azzurre, per migliorare la competitività anche dei club; 2. migliorare la qualità dei tornei, a partire dalla serie A; 3. riavvicinare i campionati fra di loro; 4. ridare credibilità a tutto il sistema, per arrivare a un aumento dei fatturati. Al di là delle parole, è evidente che in questa scelta prevale lo spirito di conservazione, quello che ha portato il calcio italiano alla paralisi governativa (il vero motivo che ha indotto il presidente Abete alle dimissioni), ma che garantisce la sopravvivenza di piccolo cabo- Al vertice Abodi, presidente della Lega B, a sinistra, e Tommasi, numero uno Aic (LaPresse, Ansa) taggio, con poche idee e pochissime iniziative. Abodi ha insistito sul fatto che «è giusto che Albertini si sia candidato; per me non è un ex calciatore, ma un dirigente che stimo». Però, vista la situazione, appaiono più convincenti le parole del presidente dell’Assocalciatori, Damiano Tommasi: «Siamo un Paese in cui essere stati calciatori non è un valore aggiunto, ma un handicap per diventare presidente federale, anche se poi ci vuole anche altro». Albertini ha preso atto delle parole di Abodi: «Visto che parla di modernizzazione, io resto a disposizione». Albertini è il primo a sapere che si dicono tante cose, si organizzano convegni e tavole rotonde, ma poi non cam- Corriere della Sera Mercoledì 23 Luglio 2014 Sport 37 italia: 51575551575557 Samp in lutto, scomparso Borea Pallanuoto: Italia in semifinale Basket: Hackett va a giudizio A pochi mesi dalla scomparsa di Vujadin Boskov, la Sampdoria è di nuovo in lutto. È morto infatti Paolo Borea, 77 anni, storico ds della Samp, braccio destro di Paolo Mantovani all’epoca di Vialli e Mancini. È stata la stessa società ad annunciarlo con una nota sul suo sito internet. Il Setterosa vola in semifinale agli Europei di pallanuoto di Budapest. Le azzurre hanno battuto ai rigori la Grecia per 11-9 (2-2, 3-2, 1-2, 1-1; 4-2): decisive le due parate del portiere Giulia Gorlero. Si tratta della tredicesima qualificazione alla zona medaglie in altrettante partecipazioni. L’Italia affronterà domani (ore 18) l’Olanda; l’altra semifinale sarà Spagna-Ungheria. Le sue spiegazioni per ora non hanno convinto: Daniel Hackett dovrà comparire davanti al giudice sportivo del basket per aver abbandonato senza autorizzazione e senza validi motivi il ritiro dell’Italia. Il procuratore della Fip ieri ha ascoltato per un’ora e mezzo il giocatore della nazionale e di Milano e ha deciso di deferirlo: Hackett rischia da cinque mesi a un anno di squalifica. Scherma Mondiali d’oro per Errigo, Di Francisca e Batini (e l’eterna Vezzali in panchina in finale) Astana trasparente Sono senza segreti le imprese di Vincenzo C’è tutto su Internet LUCHON — Chi era l’allenatore di Miguel Indurain? Boh. Bjarne Riis e Jan Ullrich riuscivano davvero a spingere 470 watt per 40 minuti di salita? Saperlo. Chi, tra i dottori Ferrari e Garcia Del Moral (radiati), compilava le tabelle di Lance Armstrong? Non è noto. È vero che il preparatore-ombra di Alberto Contador è stato a lungo José «Pepe» Marti, il fisiologo recentemente squalificato dall’Usada? Se glielo chiedi il Pistolero della Saxo Tinkoff si alza e se ne va. Perché i dati di potenza di Chris Froome vengono custoditi da Sky come codici di innesco di testate nucleari? Segreto aziendale, risponde il team. Se c’è qualcosa che difetta a tutti i vincitori del Tour de France degli ultimi vent’anni (estromessi o meno dall’albo d’oro per doping scoperto o confessato) è la trasparenza sulla cilindrata dei loro motori, su chi li allenava e, a volte, anche su dove si allenavano, visto che un tipetto come il danese Michael Rasmussen venne cacciato dal Tour in maglia gialla dalla sua squadra, nel 2007: dichiarò di essere stato in ritiro nel deserto del Messico e venne invece visto pedalare nella verdissima Val di Fassa. Da questo punto di vista, quella di Vincenzo Nibali è la maglia gialla più trasparente del ciclismo moderno. L’Astana rende infatti noti i file (integrali e immodificabili) della «scatola nera» del suo computer di bordo, da cui si può leggere e interpretare ogni respiro, ogni palpitazione del corridore. Per capire la differenza col passato, anche recente, basta ricordare il comportamento di Sky dopo l’impressionante attacco di Chris Froome a Contador sul Mont Ventoux nel 2013. Assillato dai cronisti, il manager Dave Brailsford affidò il file con i dati a un esperto indipendente (ma scelto da lui...) incaricandolo (con l’obbligo di non diffondere alcun dato sensibile) di fare da garante per il corridore. Costui (il fisiologo francese Frédéric Grappe) si limitò però a comunicare al mondo «la continuità delle prestazioni» di Froome nel corso degli anni. Troppo poco, grazie. La rivoluzione copernicana di Astana — o meglio dell’anima italiana di Astana e del preparatore Slongo (nella foto) su tutti — è consistita nel togliere ogni segreto sui metodi e sulle prestazioni dell’attuale maglia gialla. I ritiri di allenamento sono aperti ai giornalisti che lo desiderano, i file delle corse vengono diffusi senza problemi e, come nel caso della tappa di Arenberg, addirittura pubblicati su Internet. Pulsazioni cardiache, potenza, cadenza di pedalata e velocità possono essere ricostruite secondo per secondo. Se ci aggiungiamo i venti controlli antidoping subiti dal siciliano dall’inizio del Tour a oggi e le due «Tac» alla bici (l’ultima ieri) per verificare l’eventuale esistenza di un motorino, magari non possiamo mettere la mano sul fuoco su Nibali ma dormiamo sonni molto più tranquilli che in passato. Marco Bonarrigo © RIPRODUZIONE RISERVATA Selfie Baldini, Cassarà, Aspromonte e Avola di bronzo (Action Images) Oggi si chiude con la spada a squadre Così ieri Fioretto a squadre femminile: 1. Italia (Errigo, Di Francisca, Batini, Vezzali) b. 2. Russia 45-39; 3. Francia; 4. Corea del Sud Fioretto a squadre maschile: 1. Francia; 2. Cina; 3. Italia (Cassarà, Baldini, Avola, Aspromonte) b. 4. Russia 45-29 Così oggi Finale spada a squadre maschile e femminile; cerimonia di chiusura Tv: ore 8.45 RaiSport1 Ragazze d’oro Il quartetto del trionfo: Elisa Di Francisca, Arianna Errigo, Martina Batini, Valentina Vezzali (Epa) Fioretto, la solita grand’Italia Donne che non sbagliano mai Gli uomini centrano un bronzo che non cancella le ombre D’oro e di bronzo. Per proseguire una tradizione di successi e — quando va male, come ieri ai maschi, superati dalla Cina in semifinale e confinati alla «piccola finale» vinta sui russi — di podi che magari non consolano fino in fondo ma che servono, ad esempio, a difendere il primato nel medagliere. Fioretto «Grand’Italia», al Mondiale di Kazan, dove prima i maschi mettono una pezza di bronzo a una missione non soddisfacente, da analizzare con coraggiosa autocritica, e poi il Dream Team femminile, sempre al cospetto della Grande Madre Russia, fa eco alla tripletta Errigo-Batini-Vezzali nella prova individuale, aggiungendo un tassello alla sua supremazia nelle grandi competizioni. Recita così, fermandoci agli ultimi tempi: oro olimpico 2012, iridato 2013 e 2014, europeo 2013 e 2014. Dal 2009, al Mondiale il peggior risultato della squadra femminile nell’arma per noi «ammi- raglia» è un argento. E se si estende il tiro, risalendo nel tempo fino al 1982 (detto che il primo oro iridato azzurro, il quattordicesimo della collezione, è del 1957), si scopre che 13 titoli mondiali delle fiorettiste in 32 anni equivalgono al 40 per cento di vittorie: serve un commento? No. Ed è vietato dire che sono successi scontati: confermarsi, nello sport, è sempre più complicato che issarsi in vetta. «Queste ragazze — commenta il c.t. Andrea Cipressa — continuano a far sembrare semplice ❜❜ Elisa Di Francisca Vinciamo perché sappiamo aiutarci a vicenda nei momenti difficili ciò che non è». Verissimo. Nel mare magnum dorato, dove da decenni navigano «equipaggi» vari e assortiti a seconda dei momenti generazionali, abbiamo affondato di nuovo la Russia, una volta superate precedenti e facili formalità, nell’ordine contro il Brasile, la Germania di Andrea Magro e la Corea del Sud. Rivali ormai di routine, le russe, anche perché la loro emergente forza è griffata dalle mani dell’ex c.t. Stefano Cerioni e di Giovanni Bortolaso, che fu maestro della Errigo. Rivali consapevoli dell’occasione davanti al pubblico amico, toste e pericolose, desiderose di rifarsi della beffa di un mese fa a Strasburgo, quando nella finale europea la Di Francisca vinse 45-44 risalendo dal 38-44. Non è stata una passeggiata. La crepa si è vista eccome — la scatenata Biriukova ha creato i presupposti del 35-33, a due turni dalla fine — ma il sigillante ha funzionato ancora perché nelle fasi dure la squadra, che in finale, come nel 2013 a Budapest, aveva Valentina Vezzali seduta in panchina, ha i suoi anticorpi: sono il talento ormai imperioso della Errigo, la forza nascente della Batini e la capacità della Di Francisca di cancellare i passaggi a vuoto (ieri il 4-8 che aveva permesso alla Russia di andare in testa) e di tirare come un’olimpionica può e deve fare. «Siamo un gruppo vero e lo abbiamo provato — dice Elisa —. Se una compagna è in difficoltà, la aiutiamo. ❜❜ Valentina Vezzali Voglio arrivare a Rio 2016: moltiplicherò gli sforzi, sarà la mia sfida È bello vincere conquesto clima». Lo confermano Arianna Errigo, al doppio «back to back» personale sulla scena iridata («Non abbiamo mollato, volevamo vincere») e l’emozionata Martina Batini, risvegliatasi in corso d’opera: «Non stavo tirando bene, non mi rendevo conto di che cosa ci fosse in palio. Ma quando ho rimontato e ho lasciato Elisa in vantaggio, ho capito tutto». Ma lo dice, soprattutto, Valentina Vezzali, l’onorevole delle lame. Sono 15 i titoli mondiali con questo oro che per Vale «ha un sapore speciale». Perché speciale? «Perché a fare la riserva si soffre e perché una volta di più siamo state l’Italia che vince facendo squadra». Non lascia, Valentina. Anzi mette già i Giochi di Rio nel mirino, anche se nel 2016 avrà 42 anni e se in Brasile, essendo depennata la gara a squadre, andranno solo due fiorettiste. La missione della Vezzali sarà scalzare una tra Arianna, Martina e Elisa, senza dimenticare le altre, non meno forti, che stavolta sono rimaste a casa. «Devo far coesistere gli impegni sportivi con quelli politici. Moltiplicherò gli sforzi: sarà la mia sfida», afferma. Le amiche-rivali la considerino una minaccia. Flavio Vanetti © RIPRODUZIONE RISERVATA La svolta Dopo il fallimento di Scolari, un ritorno sulla panchina della nazionale che scontenta tutti La parola Come si vota L’assemblea Figc si terrà a Roma l’11 agosto. Entro il 27/7 vanno presentate le candidature. I 278 delegati Lega di A: 20 delegati; Lega di B: 21; Lega Pro: 60; Lega Dilettanti: 90; Calciatori: 52; Tecnici: 26; Arbitri: 9. Percentuali. Lega di serie A: 12%. Lega di B: 5%. Lega Pro: 17%. Dilettanti: 34%. Assocalciatori: 20%. Allenatori: 10%. Arbitri 2% bia mai nulla, appena si intravvede qualcosa di nuovo. Ma non ha nessuna intenzione di ritirarsi, perché perdere un’elezione non è un fatto disonorevole e poi fra due anni si dovrà tornare a votare. La giornata, nel complesso, è stata favorevole a Tavecchio, che ha incontrato il presidente della Lega Pro, Mario Macalli, ottenendo il pieno appoggio, che, al momento del voto, si concretizzerà in una percentuale del 15% (l’ex serie C vale il 17%). Tutto previsto, da tempo. La sorpresa semmai è venuta dagli arbitri (percentuale del 2%): hanno manifestato l’intenzione di astenersi, perché i candidati sono due. Una scelta sconcertante, perché di solito le elezioni nel mondo (a parte la Corea del Nord) avvengono con due o più candidati e perché per anni si sono battuti per ottenere il diritto di voto, minacciando addirittura scioperi, serrate, ammutinamenti. Questa è la fotografia perfetta del calcio italiano. Il resto sono parole. Fabio Monti © RIPRODUZIONE RISERVATA Il Brasile ci resta male ancora: il nuovo c.t. è Dunga I brasiliani, secondo i sondaggi, sono quasi tutti d’accordo: non volevano il ritorno di Dunga sulla panchina della loro nazionale. Ma il momento è delicato e c’è poco da fare gli schizzinosi. Il Cucciolo (inteso come il settimo nano: il suo soprannome vuol dire questo) è invecchiato, ha la faccia da duro, i capelli sempre a spazzola e le spalle larghe: «Il mio obiettivo è far cambiare opinione ai tifosi: Nelson Mandela aveva tutti contro e riuscì, con la pazienza, a far cambiare il modo di pensare delle persone». Il Sudafrica, dove fu eliminato ai quarti del Mondiale 2010 dall’Olanda, evidentemente ha segnato la vita e le opere di Dunga, il c.t. accusato di avere poco stile: nel vestire, mal consigliato dalla figlia che sarebbe del mestiere; Neo c.t. Carlos Dunga, 50 anni, nuovo c.t. del Brasile (Afp) nel gioco, troppo difensivista; nelle esternazioni e nei rapporti con i media. «Se mi definiscono un asino non mi offendo — ha detto un anno fa quando lo volevano cacciare dall’Internacional —: perché l’asino è un animale lavoratore, umile». E proprio dall’umiltà, secondo il realista Dunga, deve ripartire il nuovo Brasile. «Non siamo più i migliori. Lo siamo stati, ma ora non più. Dobbiamo tornare a esserlo, ma non possiamo farlo da un giorno all’altro. Io — dice il c.t. 50enne già in carica dal 2006 al 2010 — non vendo sogni. Qualificarsi al Mondiale non sarà facile. Non dobbiamo credere di aver vinto la Coppa prima di giocarla. Il marketing è importante, non tutto è da buttare, ma contano i risultati sul campo». I riferimenti alla fragile mistica di Felipao Scolari che ha condotto il Brasile fino al tragico 7-1 coi tedeschi non sono casuali: «Ripartiamo, dal talento, dal lavoro e dall’organizzazione» dice Dunga, sobrio e attento anche nell’abito scuro, con camicia bianca e cravatta rossa. Il capitano che alzò la Coppa del Mondo a Pasadena nel 1994 dopo la vittoria ai rigori contro l’Italia ha conquistato da c.t. la Coppa America 2007 e la Confe- Pregiudizi Non piace non solo per come gioca ma anche per come veste. E lui: «Io non vendo sogni, ma umiltà» derations 2009: uomo d’ordine a centrocampo e fedele a un 4-4-2 equilibrato come allenatore, Dunga è stato scelto dal responsabile tecnico Gilmar, ex portiere di riserva nel mondiale americano, per riportare un po’ d’ordine in un ambiente ferito: alla vig i l i a d e l l a s e m i f i n a l e co i tedeschi alle 10 di sera il ritiro del Brasile era ancora popolato da sponsor e amici degli amici. Il debutto del Dunga-bis, il 4 settembre, sarà in Florida in amichevole contro l’ultimo dolce ricordo (vittoria ai quarti) del Mondiale in casa: la Colombia della stella James Rodriguez. Dunga di fronte alla nazione ieri l’ha chiamato «Jimenez». I brasiliani lo aspettano al varco. Paolo Tomaselli © RIPRODUZIONE RISERVATA 38 italia: 51575551575557 Mercoledì 23 Luglio 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Mercoledì 23 Luglio 2014 Sport 39 italia: 51575551575557 Milan futuro Berlusconi: «Un nuovo ciclo con i giovani del vivaio» Dopo il Mondiale Ora è un NormalMario La strada di Inzaghi per recuperare Balotelli Arbitri meno fischi più righe «Azzeriamo tutto. Lui e Pazzini pari» La novità L’Inter avrà il prof Arcelli nutrizionista MILANO — C’è ancora qualche dettaglio da definire, poi verrà ufficializzato da parte dell’Inter l’inizio della collaborazione con il prof. Enrico Arcelli, che entrerà a far parte dello staff medico nerazzurro, coordinato dal dottor Volpi. A lui verrà chiesto in particolare di seguire tutto l’aspetto legato all’alimentazione. Arcelli, che in passato è stato a lungo collaboratore del Corriere della Sera (ha scritto venti libri, il più famoso resta Correre è bello), è sempre stato un pioniere della scienza e della medicina applicata allo sport. Classe 1940, milanese di nascita, ma varesino di adozione, laureato in medicina con tre specializzazioni (medicina dello Sport; scienza dell’alimentazione e medicina del lavoro), grande cultore di atletica, Arcelli è stato l’uomo che ha ricostruito il settore della maratona all’inizio degli anni Settanta, quando la specialità viveva un momento di crisi profonda: dopo essere stato il preparatore della grande Ignis di basket, ha inventato lo stesso ruolo nel calcio, attraverso una razionalizzazione delle metodiche di lavoro. Era lui il preparatore del Varese all’inizio degli anni Ottanta con Fascetti allenatore e Marotta direttore generale, sotto la presidenza di Colantuoni. E con lui erano nate le corse in salita sulla collina sopra Masnago, definita dei giocatori il «Golgota». Correre in salita è diventato nel tempo normalità, ma più di trent’anni fa rappresentava una vera rivoluzione per il calcio. Ed è stato Arcelli, attraverso l’équipe Enervit, ad aver guidato Francesco Moser alla conquista del primato dell’ora a Città del Messico nel gennaio 1984. © RIPRODUZIONE RISERVATA MILANO — Resta al Milan, «ma nessuno è insostituibile»; lo vuole l’Arsenal ma offre troppo poco; si è deprezzato e Silvio se ne duole; imbraccia il fucile davanti all’Iphone, poi si pente; lo rivuole l’Arsenal; «al Milan non è pervenuta nessuna offerta, a meno che non arrivi una email domani...»; l’Iphone immortala un negozio con lo stemma dell’Arsenal in vetrina; ha così voglia di ricominciare che si sta allenando in vacanza con un preparatore; l’Arsenal in attacco è a posto così. Riassunto delle puntate precedenti, fino a quella di ieri: per la stampa inglese l’esoso procuratore ha chiesto 6 milioni di ingaggio ed è per quello che l’Arsenal ha detto bye. L’estate di Mario Balotelli dal momento in cui si è chiuso il disastroso Mondiale brasiliano, fino a CANADA USA Toronto Denver 2 1 Berkeley Pittsburgh Dallas 3 4 Boston 1 1 2 4 3 Philadelphia 2 3 Washington D.C. Charlotte Houston sie privilegiate per il giocatore di gran classe, né problema né salvatore della patria: questa è la terza via per la rinascita. Come già detto il giorno della presentazione, «nel mio Milan tutti dovranno conquistarsi il posto». E quindi: «I nostri due centravanti centrali sono Balotelli e Pazzini, poi qualche volta cercheremo anche di farli giocare assieme». Comunque sarà una partenza alla pari, perché è nota la stima di Pippo per il lavoro in area e il carattere del Pazzo. L’Inzaghi normalizzatore sceglie un approccio laico verso un ragazzo al centro di dispute feroci. Un atteggiamento in linea con la società. Se Balo resta, va gestito al meglio, ma nessuno (neanche Pippo) farà barricate per tenerlo. «È al centro di offerte? È il mercato, deciderà la società. Se dovesse andare via, milioni È l’ingaggio che, per la stampa inglese, Mario Balotelli avrebbe chiesto all’Arsenal e che ha fatto arenare la trattativa 30 gol segnati da Mario Balotelli in rossonero in 54 presenze. L’attaccante è arrivato nel gennaio 2013 Salvatore Riggio © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA avremo bisogno di un sostituto, ma io penso che alla fine saremo questi». A parte l’attaccante esterno chiesto come rinforzo. «Sappiamo che manca qualcosa per essere a livello di Juve, Roma e Napoli, se arriverà qualcuno bene, altrimenti cercheremo con la ferocia, la tattica, il lavoro di arrivare in Champions League». Parole dolci per l’orecchio del presidente Silvio Berlusconi, che con il settimanale Oggi ha parlato di Milan: «Dobbiamo tornare a vincere, inaugurare un nuovo ciclo e valorizzare i tanti bravissimi giovani che vengono dal nostro vivaio». Lavoro, gruppo, giovani: nessuno chiede più al NormalMario di salvare il Milan, è più che sufficiente che salvi se stesso. Arianna Ravelli © RIPRODUZIONE RISERVATA INTER ROMA 1 Dom 27/7 - ore 0.10 Inter-Real Madrid 2 Mer 30/7 - ore 1 Inter-Manchester Utd 3 Sab 2/8 - ore 19 Inter-Roma F Mar 5/8 - ore 0.30 Eventuale finale G. I. C. C. 1 Stanotte - ore 1.30 Roma-Liverpool 2 Sab 26/7 - ore 22.10 Roma-Manchester Utd 3 Mer 30/7 - ore 3.15 Roma-Real Madrid 4 Sab 2/8 - ore 19 Roma-Inter F Mar 5/8 - ore 0.30 Eventuale finale G. I. C. C. BRASILE 2 San Paolo Lima 6 1 Ven 25/7 - ore 2 Milan-Olympiacos 2 Dom 27/7 - ore 22 Milan-Manchester City 3 Sab 2/8 - ore 0.30 Milan-Liverpool F Mar 5/8 - ore 0.30 Eventuale finale G. I. C. C. 4 Gio 7/8 - ore 3 Milan-Chivas PERÙ 3 l gioco del calcio pretende le righe bianche sul terreno; si sente sicuro solo con tracce ben visibili. Se nevica, gli addetti, con la scopa, riscoprono le righe, anche nel più piccolo stadio del mondo: senza la chiara demarcazione delle linee perimetrali e delle aree non ci può essere calcio. Tutto il mondo del pallone che conta sta chiedendo, ora, l’adozione della bomboletta spray: staremo a vedere se la schiuma brasiliana reggerà sui campi bagnati nei giorni di maltempo. Se il cielo prometterà neve, l’arbitro avrà con sé anche uno spray rosso. Al Mondiale i calciatori sono apparsi rassicurati dallo spray sulla punta delle scarpe: anzi, ancora prima che l’arbitro, con destrezza, tracciasse la riga dei m 9,15 per la barriera, erano già premurosamente disposti a retrocedere ulteriormente verso la propria porta temendo, forse, di cancellare lo spray appena deposto. È apparso chiaro che l’arbitro per bloccare, con giro di spray, il pallone e produrre la linea «magica» ha trascurato la precisione dei 9,15: non era importante la distanza, ma l’apparizione della nuova riga. Ci fosse stata una protesta per una barriera tropo vicina! Nulla. Non è che questa novità abbia prodotto più gol da parte degli specialisti nel sorvolare la barriera, ma certamente ha distribuito serenità. Che, insieme con la sicurezza tecnologica sulla linea di porta, ha prodotto un’euforia nei calciatori. Le linee sono la certezza del calcio. Per quanto riguarda quelle perimetrali ci sono gli assistenti, che fanno bene il loro lavoro soprattutto scoprendo che l’attaccante è oltre il difensore di pochi centimetri e perciò fuori dal gioco. Mancando però la linea, gli attaccanti e i difensori protestano spesso, quasi sempre ingiustamente. Bisogna giustificarli: senza la linea, perdono la serenità. Nel 1991 la Fifa provò a tracciare la linea del fuorigioco ai 16,50 metri, per tutta la larghezza del campo. Fino a quella distanza, dal centrocampo, non esisteva il fuorigioco. Oggi, non potendo tracciare la linea del fuorigioco, si cerca di eliminarlo o di attenuarne il peso. Il calcio del futuro avrà sempre più bisogno di linee certe; non potendo eliminare gli arbitri, li inviterà alla leggerezza regolamentare, che li farà gradualmente scomparire. Ormai nel calcio contano più le righe fatte con lo spray delle idee. MILAN 1 La Plata ARGENTINA F Miami C.D.S. I Tormentato Mario Balotelli, 23 anni, è al centro di numerosi voci di mercato (LaPresse) quando, oggi, non incontrerà il Milan e il suo nuovo allenatore Pippo Inzaghi, a New York. Ovvero, il momento in cui finirà l’epoca di SuperMario, per provare a ripartire (un’altra volta) nei panni di NormalMario. Il pensiero di Inzaghi è semplice e chiarissimo: uno come tutti gli altri. «Un giocatore importante», certamente, «un talento, del Milan e della nazionale che spetterà a me — parola di allenatore giustamente convinto dei propri metodi e delle proprie capacità maieutiche — far rendere al meglio delle sue potenzialità». Ma comunque uno che parte alla pari dei compagni: «Con lui come con tutti gli altri si riparte da capo, azzererò tutto quello che ho sentito, nel bene e nel male. Io le persone le voglio conoscere, così posso farle rendere». Né pregiudizi per il reprobo né cor- In giro per il mondo di PAOLO CASARIN Orari italiani 3 1 FIORENTINA 1 Sab 26/7 - ore 20 Fiorentina-Estudiantes 2 Ven 1/8 - ore 2.50 Fiorentina-Palmeiras 3 Lun 4/8 - ore 0.05 Fiorentina-Club Universitario SINGAPORE Singapore Giacarta INDONESIA JUVENTUS AUSTRALIA 2 Sydney 1 Mer 6/8 - ore 15 Juventus-All Star Indonesia 2 Dom 10/8 - ore 11.30 Juventus-Australian Stars 3 Sab 16/8 - ore 13.30 Juventus-All Star Singapore Tour In campo Roma, Milan, Inter, Juve e Fiorentina America, Asia e Australia per rivitalizzare il brand MILANO — In giro per il mondo per tornei ben remunerati e per mettere minuti nelle gambe in attesa dell’inizio della nuova stagione. Volare negli States, come hanno fatto Roma, Milan e Inter, è ormai tradizione. La Juventus ha invece scelto Asia e Australia, le nuove frontiere per rivitalizzare il brand e dare una bella spallata (in positivo, si intende) al marke- ting. La Fiorentina invece andrà in Sudamerica. In tempi di crisi, è indispensabile aumentare i ricavi. Così stanotte la Roma debutterà a Boston in amichevole contro il Liverpool (ore 1.30 italiane). A seguire il Milan che a Toronto, in Canada, sfiderà l’Olympiacos (domani notte, le 2 italiane di venerdì 25) nella prima giornata della Guinness International Champions Cup (introiti per 3,5 milioni). Infine, toccherà all’Inter che giocherà nella notte tra sabato e domenica (ore 0.10 italiane) contro il Real campione d’Europa e ritroverà Ancelotti. Poi, in giro per gli States tra Denver, Dallas, Pittsburgh, Charlotte, Berkeley, Washington D.C. e Philadelphia. Quest’ultima teatro della partita «tricolore» tra Inter e Roma, in programma il 2 agosto (ore 19 italiane). Per la Guinness International Champions Cup l’appuntamento è a Miami per la finale del 5 agosto (ore 0.30 italiane). Altrimenti, si torna a casa prima. Tranne il Milan che volerà a Houston per l’ultima amichevole contro i Chivas e rientrerà in Italia da New York venerdì 8 agosto. Qualche migliaia di chilometri più in basso ci sarà la Fiorentina, impegnata tra Argentina, Brasile e Perù. Tournée asiatica, invece, per la Juventus di Massimiliano Allegri. I campioni di Italia il 6 agosto saranno a Giacarta, in Indonesia, per affrontare i migliori giocatori del campionato locale. Quattro giorni dopo tutti a Sydney, in Australia, a giocare contro l’Australian Stars orfana di Alessandro Del Piero, il grande ex. Il 16 agosto la Juve andrà a Singapore e poi tornerà in Italia a difendere lo scudetto. Con qualche milione in più in cassa. Mercato Robinho saluta il Milan e torna in Brasile: lo aspetta il Cruzeiro. La Roma blinda Benatia. L’assist di Tevez ad Allegri Morata k.o. per 50 giorni, la Juve sonda Lukaku. Inter, Medel vicino MILANO — La Juve perde Morata e accoglie Pereyra. Inizia nel più sfortunato dei modi l’avventura in bianconero del giovane attaccante spagnolo: l’ex Real Madrid dovrà stare fermo per 50 giorni a causa di un infortunio al ginocchio sinistro. «Lesione di secondo grado al legamento collaterale mediale» recita il bollettino medico del club torinese. L’intervento chirurgico è scongiurato ma Morata starà fuori fino a metà settembre: l’obiettivo è rientrare per il debutto in Champions League (in calendario per il 16-17 settembre). L’inconveniente non cambia i piani di mercato della Juve, semmai li accelera. L’arrivo di un altro attaccante era già in preventivo: ora si dovrà stringere sull’obiettivo. Piace molto Romelu Lukaku: per il belga, valutato 40 milioni dal Chelsea, si lavora per un prestito con diritto di riscatto, ma l’affare non è semplice. Stesso discorso per Lavezzi: il Pocho ha caratteristiche diverse da Lukaku; identiche sono le difficoltà per i rapporti non idilliaci con il Paris Saint Germain. L’eventuale acquisto di Di Maria da parte dei parigini potrebbe però facilitare la cosa. Sullo sfondo restano Shaqiri e l’usato sicuro Eto’o. La Juve, intanto, ha chiuso l’accordo con l’Udinese per Ro- berto Pereyra: 1,5 milioni per il prestito dell’argentino, 11 milioni per il riscatto, più il cartellino di Sorensen, valutato 3,5 milioni. Oggi il centrocampista effettuerà le visite mediche. Intanto emerge un curioso retroscena sulla scelta dell’allenatore chiamato a sostituire Antonio Conte. Nelle ore seguenti all’addio dell’ex tecnico juventino, l’ad Marotta effettuò un giro di consultazioni telefoniche fra i giocatori più rappresentativi. «Carlitos, avremmo pensato di prendere Mancini, che ne pensi?». Tevez, reduce da una lite furiosa con l’allenatore Vicino Medel a un passo dall’Inter (Afp) Addio Robinho lascia il Milan (Forte) Chi sale e chi scende Rinforzo Pereyra alla Juve (LaPresse) jesino ai tempi del Manchester City (nel 2011 si rifiutò di entrare contro il Bayern Monaco e venne messo fuori rosa) avrebbe risposto gelido: «Bene, allora preparo subito i bagagli. Cambio squadra». Inversione a U repentina del club bianconero: a Vinovo è stato prontamente convocato Massimiliano Allegri. Il Milan sta per salutare Robinho. Tramontato il Santos, il brasiliano è vicino al Cruzeiro che ha proposto il prestito per un anno. Oggi ci sarà un nuovo incontro. Poi potrà partire la caccia all’attaccante esterno. L’obiettivo numero uno è Alessio Cerci, valutato 18 milioni dal Torino. Il nome nuovo per il Milan è Douglas Costa, 23 anni, brasiliano, uno dei dissidenti dello Shakthar Donetsk, valutato dagli ucraini 25-30 milioni di euro ma, secondo il Daily Mail, seguito anche da Tottenham, Arsenal e Roma. L’Inter è sempre più vicina a Medel (la distanza con il Cardiff è di un solo milione). Il Monaco sonda Guarin (i nerazzurri chiedono 18 milioni) mentre per l’attacco sono in calo le quotazioni di Jovetic (dopo l’infortunio di Negredo). Osvaldo è l’extrema ratio, Bacca del Siviglia il più concreto desiderio di Mazzarri. Garcia dagli Usa annuncia: «Benatia non si muove dalla Roma». Il Napoli ha chiesto Mario Suarez all’Atletico Madrid. Filippo Bonsignore Monica Colombo © RIPRODUZIONE RISERVATA 40 Mercoledì 23 Luglio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Margherita, Andrea, Alberto e Cara danno il triste annuncio che Edgardo Ferrari è mancato allaffetto dei suoi cari.- I funerali si terranno a Milano nella chiesta di San Giovanni in Laterano piazza Bernini mercoledì 23 luglio alle 14.45. - Milano, 23 luglio 2014. Partecipano al lutto: Paolo ed Elena Ripamonti. Dada. Paola. Alessandra. Roberta. Luciana Motta. Davide e Monica con Andrea e Carlotta si stringono con affetto ad Andrea in questo triste momento per la perdita del papà Edgardo - Lugano, 22 luglio 2014. Alfredo e Barbara con Edoardo e Andrea si stringono con affetto ad Andrea e alla sua famiglia nel dolore per la scomparsa di Edgardo Ferrari - Milano, 22 luglio 2014. Partecipa al lutto: Tina Romano. Hai lottato come un leone sino allultimo, ed io con te.- Mi hai lasciata sola ma con tanti splendidi ricordi.- Ciao Siamo vicini a Margherita, Alberto e Andrea ricordando con affetto Edgardo Elena e Pierangelo Pezzoli con Gabriele e Marianna. - Peschiera Borromeo, 22 luglio 2014. Margherita. - Milano, 23 luglio 2014. Sei stato un padre meraviglioso, affettuoso, premuroso, compagno di mille avventure, di tante passioni, ci siamo veramente divertiti insieme.È stato un privilegio averti al mio fianco.- Ciao papà Andrea. - Milano, 23 luglio 2014. Caro papà i miei occhi ti vedranno sempre come il gran condottiero di poderose battaglie che ci hanno visto entrambi vincitori e vinti.- Ora il mio cuore di figlio piange la tua improvvisa e inaspettata scomparsa.- Mi mancherai tanto.- Ciao papà ti voglio bene.- Alberto. - Milano, 23 luglio 2014. Edgardo Ferrari nonno Edgardo sarai sempre nei nostri cuori.- Ale, Filippo, Santiago e Lorenzo. - Milano, 23 luglio 2014. Caro Edgardo sono stata fortunata di averti conosciuto, sarai sempre nel mio cuore.- Gabriela. - Milano, 23 luglio 2014. Giovina, Laura, Monica e Giuseppe sono affettuosamente vicini a Margherita, Andrea e Alberto in questo dolorosissimo momento per la perdita dellamato Edgardo Ferrari - Milano, 22 luglio 2014. Ferruccio con Sabrina abbraccia forte Andrea per la perdita del papà Edgardo Sono vicino a Margherita e Alberto che mi hanno sempre fatto sentire a casa. - Milano, 22 luglio 2014. Carissimo, indimenticabile Edgardo da pochi giorni è volata in cielo la mia adorata Vera e ora devo già piangere tante altre lacrime per te, amico inseparabile di una vita intera.Giorgio, che ti avrà sempre nel cuore, si stringe a Margherita, Alberto e Andrea in un lungo affettuosissimo abbraccio insieme a Mariarita, Stefano, Lucia, Alessandro. - Monza, 22 luglio 2014. Cara Margherita, i nostri marinai ci hanno lasciato, ma continueranno ad accompagnarci lungo la rotta.- Sono vicina a te, Alberto e Andrea in questo doloroso momento per la scomparsa di Edgardo Silvana con Manuela, Fabio, Dario e le loro famiglie. - Forte dei Marmi, 22 luglio 2014. Partecipano al lutto: Aldo e Marialaura Cannavale. Ellia e Giacomo Biggiogero sono vicini a Margherita ed Alberto in questo triste momento per la perdita di Edgardo Ferrari La zia Franca profondamente addolorata si stringe a Donata e famiglia per la grave perdita della sua cara mamma I dipendenti e i collaboratori di Grafiche Milani S.p.A. sono vicini alla famiglia per la scomparsa del sig. Edgardo Ferrari - Milano, 22 luglio 2014. Titti e Romolo Genghini partecipano con affetto al grande dolore di Margherita e dei suoi figli e non dimenticheranno mai amico carissimo. - Milano, 22 luglio 2014. Con grande affetto e commozione Carlo e Gabriella, Filippo e Orietta, Gianni e Carla, Emilio e Laura, Alberto e Mariangela, Gianni e Paola, Carlo e Lidia, abbracciano Margherita e la sua famiglia nel ricordo di Edgardo - Milano, 22 luglio 2014. Stefano ed Ekaterina sono vicini ad Andrea per la perdita del caro papà Edgardo Ferrari - Milano, 22 luglio 2014. Mi stringo con affetto al dolore di Andrea e dei familiari per la scomparsa del suo caro papà Edgardo Silvia Galbiati. - Milano, 22 luglio 2014. Davide e Corinna con la piccola Lidia sono vicini ad Andrea e alla famiglia Ferrari per la scomparsa del caro papà sig. Edgardo Ferrari Siamo vicini a Margherita Alberto Andrea e a tutta la famiglia in ricordo del caro Edgardo Rachele, Raffaella, Riccardo, Alberto e Virginia. - Milano, 22 luglio 2014. Ciao Edgardo grazie per la fiducia incondizionata che mi hai sempre dato.- Giovanni. - Milano, 22 luglio 2014. Giovanni con Betta, Monica con Paolo, Mally con Patty e Ale con Max si stringono con affetto ad Andrea, Margherita e Alberto nel ricordo del caro Edgardo Ferrari - Milano, 22 luglio 2014. Le direzioni e le maestranze di Daddy Gestioni e Maxim Gestioni si uniscono al dolore della famiglia per la perdita del sig. Edgardo Ferrari - Milano, 23 luglio 2014. Gigi, Guido, Roberto, Alessandra e Marina sono affettuosamente vicini a Giuliana, Pietro, Matteo, Letizia e Cecilia nel ricordo di Mario Lampertico cognato e zio magnifico. - Milano, 21 luglio 2014. - Milano, 22 luglio 2014. Massimo ed Alessandra con Francesco e Giorgia sono vicini con affetto al grande dolore di Andrea ed Alberto e di tutti i famigliari per la perdita del loro amato papà Edgardo Ferrari - Milano, 21 luglio 2014. Partecipano al lutto: Massimo e Giulia Bianchi. Paolo e Federica si stringono con affetto ad Andrea, Alberto e Margherita nel ricordo dellindimenticabile Edgardo - Milano, 22 luglio 2014. Alessandra, Mario e Camilla abbracciano forte Giuliana e tutti i figli nel ricordo dellindimenticabile zio Mario Edgardo Ferrari - Milano, 21 luglio 2014. Paolo e Daniela, Giorgio e Muriel si stringono con affetto allamico Andrea nel ricordo del suo adorato papà Edgardo Ferrari - Milano, 22 luglio 2014. Partecipano al lutto: Elio e Lilli Hassan. Turi Daviddi. Edgardo imprenditore capace e coraggioso, amico leale.Lasci in chi ti ha conosciuto un vuoto incolmabile!- Nel tuo ricordo, rattristati e commossi, ci stringiamo con affetto alla cara Margherita e ai tuoi adorati figli e nipoti.- Vito e Rina. - Monza, 22 luglio 2014. Addio Edgardo ti salutano gli amici di tanti anni sereni trascorsi insieme.- Lele e Ludovica, Sandro e Cristina, Paolo e Patrizia abbracciano Margherita, Alberto e Andrea e sono vicini a tutti i loro cari. - Milano, 21 luglio 2014. - Milano, 22 luglio 2014. Elena Annelies e famiglia si stringono con affetto a Donata e ai suoi cari per la perdita della mamma Serenella Bellani - Milano, 22 luglio 2014. Serenella Cambiasi - Milano, 22 luglio 2014. Huguette, Marco e Caterina, Marina, Paola e Francesco, Nicolò, Michele, Vijaya, Alberto annunciano che il 21 luglio il loro caro Riccardo Bechis ha lasciato il corpo, serenamente.- Oggi alle 14.45 verrà ricordato nella chiesa Santa Maria del Suffragio, corso XXII Marzo. - Milano, 23 luglio 2014. Partecipa al lutto: Eduardo Szego. Ing. Riccardo Bechis ti abbiamo voluto bene.- Giangi, Maurizio, Fabrizio, Nicolò, Michele, Sofia, Pietro, Elisa, Andrea, Carlo, Silvia, Goga, Valentina, Riccardo e Tommaso. - Milano, 22 luglio 2014. Ferruccio de Bortoli, la Direzione e la Redazione del Corriere della Sera sono vicini a Marco e alla famiglia e partecipano al loro dolore per la scomparsa di Riccardo Bechis La squadra-Corriere del "Rumore della memoria" è vicinissima a Marco per la scomparsa del padre Riccardo Bechis Alessia, Antonio, Ilaria, Melania, Iacopo. - Milano, 22 luglio 2014. di Ciao Un abbraccio a Marco e familiari per la perdita Mario indimenticabile e generoso amico di tutta la vita. - Roma, 22 luglio 2014. Luigi e Maria Pia Della Beffa sono affettuosamente vicini a Giuliana e alla famiglia tutta nel dolore e nel rimpianto per la scomparsa del carissimo amico Prof. Mario Lampertico - Milano, 22 luglio 2014. La casa daste Porro & C partecipa al lutto della famiglia per la scomparsa del - Milano, 22 luglio 2014. Mario Lampertico Partecipano al lutto: Mariagrazia Marini. Riccardo e Nicoletta Bandi. Guido e Lalla Pozza. Ucci Bianchi Romagnoli. Annabella e Vieri Poggiali. Zia Enza Guadagni sarai sempre il nostro faro.- Francesca Valentina Matteo Pietro e Filippo. - Milano, 22 luglio 2014. Imma Elia Flavia con Carlo e Franco rimpiangono laffetto perduto dellindimenticabile Magda Un forte abbraccio a Gianni Genì Giovanna Roberta e Marco. - Milano, 22 luglio 2014. Tilli con Pierluigi, Lori e Claudio si stringe forte allamico di sempre Gianni e ai figli Angelo, Giovanna, Marco e Roberta per la perdita delladorata Magda - Milano, 22 luglio 2014. Anna con Sergio, Ela, Giovanni e Francesca, piange lamica di una vita e insieme abbracciano affettuosamente Gianni e figli nel ricordo di Magda - Milano, 22 luglio 2014. Ellen e Roberto si stringono a Marco per la perdita della sua cara mamma - Milano, 22 luglio 2014. Partecipa al lutto: Marco Brizzi. Manuela e Massimo abbracciano Marco in questo triste momento. - Milano, 22 luglio 2014. Gli amici di una vita Bettica e dAvanzo partecipano con grande affetto alla perdita di Stefano ed Ekaterina sono vicini a Marco per la perdita della cara mamma Eldo e Anna profondamente commossi ricorderanno sempre la cara amica Serenella - Milano, 22 luglio 2014. Riccardo Bechis - Milano, 22 luglio 2014. Carla, Tini, Rosanna, Piera ricordano affettuosamente Marcella Rocca ricorda con profondo affetto Serenella Riccardo Bechis e si uniscono al dolore della famiglia. - Milano, 22 luglio 2014. amico di tutta la vita ed è come sempre vicina ad Huguette. - Buenos Aires, 23 luglio 2014. Raffaella e Piergiorgio con Isa si stringono affettuosamente a Donata e famiglia per la perdita dellindimenticabile Partecipano al lutto: I figli Enrico Carla Piñeyro, Alessandro Virginia Piñeyro, Andres Piñeyro, Laura Piñeyro. Serenella - Milano, 22 luglio 2014. Cara Serenella amica dolce e sensibile, un abbraccio grande anche al caro Guido, insieme per sempre.- Margot. - Milano, 22 luglio 2014. Cara Donata mi stringo a te, a Guido, a Nicola e Carlo in questo doloroso momento, ricordando la tua cara mamma Serenella con tanto affetto.- Francesca. - Milano, 22 luglio 2014. Carlo Cavalleri partecipa al dolore di Donata e famiglia per la perdita di Serenella cara e sensibile amica. - Milano, 22 luglio 2014. Ciao Serenella ti ricorderò sempre.- Un abbraccio Franca. - Milano, 22 luglio 2014. Ciao Serenella hai raggiunto il tuo Guido, a noi mancherai tantissimo.- Elio e Ada. - Barasso, 22 luglio 2014. Antonella Dainotto si stringe affettuosamente a Donata nel ricordo dellindimenticabile amica Serenella - Milano, 22 luglio 2014. Andreina Rocca con Gianfelice e Martina, Paolo e Bea, Daria coi figli, con profonda tristezza si stringe affettuosamente a Huguette e alla famiglia tutta nel ricordo del caro Riccardo amico di una vita. - Milano, 22 luglio 2014. Anna Bonatti Rocca con i figli Roberto, Maria, Elena, Guido, Enrico, prende parte al dolore di Huguette e figli nel ricordo indimenticabile del caro Riccardo - Milano, 22 luglio 2014. Partecipano al lutto: Luisa e Nani Cortesi. Luigi e Marisa Iperti sono affettuosamente vicini a Huguette, Marina, Marco, Paola per la perdita di Riccardo Bechis di cui ricordano con grande rimpianto la profonda amicizia e le luminose qualità umane e professionali. - Milano, 22 luglio 2014. La presidenza, la direzione e tutti i collaboratori del gruppo Techint in Italia e allestero, partecipano con profondo cordoglio al dolore della famiglia per la scomparsa dell Ing. Riccardo Bechis - Milano, 22 luglio 2014. Achille, Diana, Santiago e Sebastiano Mauri si stringono a tutta la famiglia Bechis per la scomparsa dello straordinario Riccardo - Milano, 22 luglio 2014. Il Presidente, il Consiglio Direttivo e il personale dellOICE partecipano con profonda commozione ed affetto al dolore dei familiari per la scomparsa dell LAmministratore Delegato, il Consiglio di Amministrazione, il Collegio Sindacale ed il personale tutto delle società del gruppo Sudprogetti S.p.A. partecipano con profondo cordoglio al lutto dei familiari per la scomparsa dellindimenticabile Luisetta con Cippi, Mario, Pietro e le loro famiglie abbraccia Giuliana e i suoi figli nel ricordo di I figli Angelo, Giovanna, Marco e Roberta, con la nuora Daniela ed i generi Chicco e Carlo non la dimenticheranno mai. - Milano, 22 luglio 2014. un uomo che ci ha insegnato a guardare al futuro.- Gigi con Alessandra Tito e Greta. - Milano, 22 luglio 2014. Con commozione e rimpianto, Carmela ricorda la cara indimenticabile amica Mario Lampertico Magda de Meo de Riso cara dolce amica di tutti noi.- Abbracciamo affettuosamente Donata e tutti i familiari e partecipiamo al loro dolore.- Con affetto Maria Luisa e Carlo con Giuliana, Laura, Luisella, Guido con Maria Rosa. - Milano, 22 luglio 2014. figura di spicco dellassociazione e ne ricordano con riconoscenza la continua e inesauribile collaborazione ricevuta. - Roma, 22 luglio 2014. Mario Lampertico Partecipano al lutto: Luciano e Silli Raco. Ha lasciato questa vita una grande donna ed una grande madre Riccardo dolce e cara amica di tanti anni. - Milano, 22 luglio 2014. Carlo e Valerio Cavalleri, Daniela e Bruno Argentero sono vicini a Matteo per la perdita del padre Magda de Meo de Riso non cè più.- La famiglia annuncia che i funerali si svolgeranno alle ore 15 del 23 luglio 2014 presso la chiesa del Sacro Cuore dei Frati Cappuccini, viale Piave 2 Milano. - Milano, 22 luglio 2014. Serenella - Milano, 22 luglio 2014. - Milano, 22 luglio 2014. Hai perduto la vita ma non il nostro amore.Ciao, piccola mia.- Il tuo Gianni - Milano, 22 luglio 2014. Novella Gigi e Francesco Orsenigo con le loro famiglie sono vicini a Giuliana ricordando con grande affetto Prof. Mario Lampertico Ciao Serenella Cambiasi ved. Bellani I condomini e lamministratore di via Marenco 2 Milano partecipano al dolore della famiglia per la perdita della signora Nucci Notari e figli si stringono con sincero affetto a Donata nel ricordo della mamma - Milano, 21 luglio 2014. Luciano, Rita, Stefano e Renata Crespi commossi ed addolorati abbracciano con grande affetto Margherita, Alberto e Andrea per la perdita dellinestimabile amico Serenella Edgardo - Milano, 22 luglio 2014. Edgardo - Milano, 22 luglio 2014. Primavera, ricorda con tenerezza la sorella e la rivede piccola, quando la chiamava Nenné. - Varese, 22 luglio 2014. - Vicenza, 23 luglio 2014. Massimo e Federica si stringono ad Andrea e famiglia con affetto in questo momento di dolore per la scomparsa del suo caro papà Partecipano al lutto: Tilla Durante. Ilde Bellani con Alessandra e famiglia. Marialuisa Bellani e figli. Gabriella Biffi. Emilio e Mariolina Aonzo. Ruggero Fiorenza Longari. Gianni Rosanna Zagato. Nicola e Bernadette, Giuseppe e Lianella abbracciano Andrea e Alberto per la perdita del papà Edgardo Ciao È volata in cielo dal suo amatissimo Guido Serenella Cambiasi Bellani donna meravigliosa, bella, elegante, simpatica e soprattutto di animo dolce, giusto e generoso, sempre disponibile a un sorriso, un gesto e a una parola buona verso chi ha avuto la fortuna di conoscerla.- Ne dà il doloroso annuncio la figlia Donata con il marito Carlo e gli adorati nipoti Guido e Nicola.- Per luogo e ora del funerale contattare il numero 02.32867. - Milano, 22 luglio 2014. Serenella Bellani Serenella ed è vicina con tanto affetto a Donata e famiglia. - Albizzate, 22 luglio 2014. Con immensa tristezza Anna piange lamica di sempre ing. Riccardo Bechis Ing. Riccardo Bechis sincera amica di una vita. - Milano, 22 luglio 2014. stimato ed apprezzato Presidente del Consiglio di Amministrazione della società Sudprogetti S.p.A.- Esempio fulgido di correttezza morale, ha rappresentato nei lunghi anni di Presidenza una guida sicura ed un punto di riferimento, riuscendo a trasferire con successo la sua precedente esperienza maturata in grandi società multinazionali ad una realtà lavorativa diversa per cultura e dimensione, mantenendo sempre la sua onestà intellettuale e la sua intramontabile "giovinezza di spirito". - Siracusa, 22 luglio 2014. Sono vicina con commossa amicizia a Donata e ai suoi cari per la perdita della sua mamma Maria Novella, Michele, Angelica, Fiammetta e Claudio annunciano con dolore la scomparsa del carissimo cognato e zio Serenella - Milano, 22 luglio 2014. I fratelli Ceretti sono affettuosamente vicini a Donata nel ricordo di Serenella Serenella che io ricorderò sempre insieme al suo Guido per lamicizia e la simpatia col quale hanno accompagnato questo mio lungo percorso professionale in piazza Tommaseo, la loro storica piazza.Pupi Fattori Solari. - Milano, 22 luglio 2014. Simona è affettuosamente vicina a Donata e famiglia in questo momento di dolore per la perdita della cara mamma Serenella Cambiasi - Milano, 22 luglio 2014. Nel dolore per la perdita della cara amica Serenella Bellani Franca, Nicoletta, Massimo abbracciano Donata e famiglia ricordando lamicizia di una vita. - Milano, 22 luglio 2014. Partecipa al lutto: Rosi Moretti. Hans Otto Westermayer Siamo profondamente riconoscenti allamico Dottor Mario Parziale, presenza preziosa ed indispensabile nella vita di Hans e di noi tutti in questi difficili mesi.- Un grazie a Miriam e Antonia per la loro affettuosa dedizione. - Milano, 21 luglio 2014. Partecipano al lutto: Ornella e Diego Schmidlin con i figli. Nicoletta piange la perdita del carissimo amico Hans Magda Magda de Riso Magda de Riso - Milano, 22 luglio 2014. Tina e Guido, Alfredo e Barbara con Marina profondamente addolorati per la scomparsa della cara Magda Stefano, Alessia, Matteo e Tommaso piangono Giorgio Sarai sempre nei nostri cuori per il tuo sorriso, la tua dolcezza ma anche per la forza e la voglia di vivere. - Milano, 22 luglio 2014. Caro Giorgino ci mancherai tantissimo.- Un abbraccio forte a Luciana.- Alessandra e Romolo. - Milano, 22 luglio 2014. Caro Giorgio fraterno amico di sempre ci mancherai ma rimarrai nei nostri ricordi.- Con profonda tristezza ci uniamo al grande dolore di Luciana ed Emanuele.- Fabrizio e Annelies con Bettina, Cecilia e Vanessa. - Milano, 22 luglio 2014. Guido Alessia e Camilla sono vicini a Emanuele e Luciana per la scomparsa di Giorgio Lo ricorderemo sempre con grande affetto. - Milano, 22 luglio 2014. Magda sig.ra Magda de Riso - Vicenza, 23 luglio 2014. Piangiamo con Gianni e figli la perdita dellamica carissima Magda de Riso Anna Dario, Liliana e famiglia, Adele e figli, Anna Maria, Bice Paolo, Giovanna, Rosamarie Giovanni, Susy Roberto, Marina Fulcieri, Giuliana Silvio. - Milano, 22 luglio 2014. Lamministratore, i consiglieri e tutti i condomini di via Pindemonte 2 Milano sono affettuosamente vicini alla famiglia per la scomparsa della signora Magda de Riso - Milano, 22 luglio 2014. È mancato allaffetto dei suoi cari Giovanni Gagianesi No fiori ma eventuale donazione allAIRC.- Paola. - Milano, 22 luglio 2014. Partecipano al lutto: Antonio e Franca Faraone con Alessandra e Gerardo. I collaboratori e i dipendenti dello Studio Faraone. Ciao Giova Mi mancherai.- Paola. - Milano, 22 luglio 2014. Maria e Ines ricordano con amore il fratello Giovanni - Buccinasco, 22 luglio 2014. Stefano, Andrea, Alessandra e Angela ricordano con affetto il loro zio Giova - Milano, 22 luglio 2014. I dipendenti della Fratelli Gagianesi, commossi, ricordano il sig. Giovanni e si stringono attorno ai familiari. - Buccinasco, 22 luglio 2014. Franco ricorda affettuosamente il cognato Giovanni - Buccinasco, 22 luglio 2014. "Siccome il corpo vive per lanima, così lanima vive per Dio". (Santa Caterina da Siena) Enrico Albani non è più tra noi.- Lo annunciano con infinita tristezza la moglie Luisa e i figli Maria, Anna, Ettore e Riccardo.- Il funerale avrà luogo il 23 luglio alle ore 10.30 nella chiesa di San Pietro Martire a Casteggio. - Casteggio, 22 luglio 2014. Adamo, Caterina e Alessandra ricordano con infinito affetto il nonno Enrico e si stringono forte alla nonna Luisa e agli zii. - Milano, 22 luglio 2014. Ettore e Maria Stefania Festa piangono lamico Ing. Enrico Albani Francesco, Fabio e Raffaele sono affettuosamente vicini a Paola per limprovvisa scomparsa del suo papà Guido Panico e famiglia partecipano al grande dolore di Luisa e figli per la dipartita del fraterno caro amico Dott. Enrico Albani - Roma, 22 luglio 2014. Paolo Sciumé, Giuliano Sollima e i professionisti tutti dello Studio Sciumé & Associati partecipano al dolore di Gianfranco per la perdita del padre Vincenzo (Peppuccio) Navone - Milano, 22 luglio 2014. La moglie Milena, i genitori Enna ed Ercole, i parenti tutti, annunciano con profondo dolore la scomparsa del loro caro Iller Campani di 57 anni.- I funerali avranno luogo domani, giovedì, alle ore 9.45, partendo dalla camera mortuaria dellOspedale Bufalini di Cesena alla volta del cimitero di Castiglione di Ravenna. - San Pietro in Guardiano, 23 luglio 2014. È mancato allaffetto dei suoi cari Aldo Germani Lo annunciano la moglie Egidia, il figlio Alberto con Maria Carla e ladoratissima Alessandra.- I funerali si svolgeranno in Milano giovedì 24 luglio alle ore 9 nella chiesa dei Santi Nabore e Felice (piazza Perrucchetti). - Milano, 21 luglio 2014. Tutti i colleghi, soci di Temi, partecipano al dolore della famiglia per la perdita del compianto per tanti anni segretario sportivo e Presidente dellassociazione. - Milano, 22 luglio 2014. vicepresidente della società. - Milano, 22 luglio 2014. I Sindaci Arnaldo Bottelli, Mario Tracanella e Maurizio Scazzina partecipano al lutto dei famigliari e della società Emanuele Mascherpa SpA per la morte di Giorgio Mascherpa Vice Presidente della società e sempre ricorderanno i tanti anni di fattiva collaborazione. - Milano, 22 luglio 2014. Arnaldo unitamente a tutti i componenti dello Studio Bottelli, avrà sempre impresso nella memoria i momenti condivisi insieme a Giorgio Gigliola, Daniela, Cristina e Giacomo ricordano con affetto Silvia Galbiati. - Milano, 22 luglio 2014. Peppuccio Navone - Milano, 23 luglio 2014. Giorgio Mascherpa Carissimo Marco sono vicino a te e ai tuoi cari in questo momento di grande dolore per la scomparsa della tua cara mamma Davide e Corinna con la piccola Lidia si stringono affettuosamente allamico Marco ed a tutta la sua famiglia per la perdita della cara mamma Soci, amministratori, dipendenti e collaboratori tutti del gruppo Yard partecipano commossi al dolore dellamministratore delegato Gianfranco Navone per la perdita del suo caro papà I dirigenti ed i collaboratori della società Emanuele Mascherpa S.p.A. partecipano commossi al dolore di Luciana ed Emanuele e della famiglia tutta per la dipartita di amico da una vita e si stringe a Emanuele, Luciana ed a tutta la famiglia Mascherpa nel suo ricordo. - Milano, 22 luglio 2014. e partecipano al dolore della sua famiglia. - Roma, 22 luglio 2014. - Milano - Padova, 22 luglio 2014. Giorgio abbracciano affettuosamente Gianni e figli. - Milano, 22 luglio 2014. Un abbraccio a Marianovella, Fiammetta, Michele, Angelica. - Rapallo, 22 luglio 2014. Giulio Flora Carissimo è stato bello lavorare insieme per tanti anni, avevi sempre una parola di incoraggiamento, sei stato dolce e sensibile.- Hai mostrato un coraggio incredibile in questi ultimi anni, lasciandoci un esempio e un ricordo meraviglioso.- Ti vorremo sempre bene.- Stefano, Lorenzo e Daniela. - Milano, 22 luglio 2014. Lucia Zuccoli Clerici - Milano, 22 luglio 2014. Wanda e Mariateresa Brunner partecipano al dolore della famiglia per la scomparsa di Lucia Zuccoli - Milano, 22 luglio 2014. Ciao Lucia ci mancherai tanto.- Lucia, Giulia, Alessandra, Lorenzo, Paola, Francesco, Teresa abbracciano con affetto Francesco, Emma e Orsola. - Milano, 21 luglio 2014. Grazie "Fatti non foste per viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza". Avv. Carlo Alberto Recchia Anna Mariagrazia Gianfranco Grazia Ritucci sono vicini a Wanda Paola e famiglia per la prematura scomparsa di Antonello Sacco amico di sempre. - Milano, 22 luglio 2014. Con grande tristezza Valeria Cristina e Stefania, i generi, i nipoti e la cognata annunciano la scomparsa di Rosalba Vallin Albizzati - Milano, 21 luglio 2014. Nel primo anniversario della scomparsa del Maestro Pino Massara come ieri e per sempre, mio indimenticabile compagno, nobile e generoso artista e mio incolmabile vuoto.- Tua moglie Rossella. - Todi, 23 luglio 2014. 22 luglio 2009 - 22 luglio 2014 Attilio Avella A cinque anni dalla sua scomparsa Andrea, Federica, Riccardo e Benedetta lo ricordano con immutato affetto. - Roma, 23 luglio 2014. 1997 - 2014 Gabriella con Franco, Giulia ed i nipoti Vera, Camilla, Carlo e Mario ricorda con tanto affetto Mario Ciancia Chiodini - Novara, 23 luglio 2014. Prof.ssa Lucia Clerici Con affetto, stima e riconoscenza, la V A Ginnasio Liceo Beccaria, anno scolastico 1983-1984. - Milano, 22 luglio 2014. Rosanna si stringe affettuosamente a Teo per la perdita delladorata mamma Giulia Cavone - Milano, 22 luglio 2014. Giancarlo Scheri e tutta Canale 5 si stringono al dolore di Teodosio Losito per la scomparsa della mamma Giulia - Milano, 22 luglio 2014. Il direttore Aldo Vitali e la redazione di TV Sorrisi e Canzoni sono vicini a Teodosio Losito per la scomparsa della cara mamma Giulia Cavone - Segrate, 22 luglio 2014. RCS MediaGroup S.p.A. - Via Rizzoli,8 - 20132 Milano SERVIZIO ACQUISIZIONE NECROLOGIE ATTIVO DA LUNEDI A DOMENICA 13.30-19.30 CON SUPPLEMENTO 20% SULLA TARIFFA BASE Tel. 02 50984519 - Fax 02 25846003 www.necrologi.corriere.it e-mail: [email protected] SI ACCETTANO RICHIESTE VIA WEB, E-MAIL E CHIAMATE DA CELLULARI SOLO DIETRO PAGAMENTO CON CARTA DI CREDITO L’INVIO DI UN FAX DEVE ESSERE ACCOMPAGNATO DA COPIA DI UN DOCUMENTO DI IDENTITA’ TARIFFE BASE IVA ESCLUSA: Corriere della Sera Il 20 luglio 2014 è mancata improvvisamente Enrica Galimberti Con affetto grande ricordano la zia Attilio e Rosa, Luisella e Pietro, Mariagrazia e Gabrio, la cognata Vittoria con la schiera dei pronipoti.- Funerale: mercoledì 23 luglio presso la parrocchia Sacro Cuore, via Plana, Milano alle ore 14.45.- Per volontà della defunta non fiori ma opere di solidarietà.- Si propone sostegno scolastico per Associazione ACOHOF - Cameroon.- Per le modalità prendere contatto con i parenti. - Milano, 22 luglio 2014. Partecipano al lutto: Ferdinando e Gian Carlo Superti Furga. Giorgio e Isabella. Giulio e Beatrice. Domenica è serenamente mancato il Cavaliere del Lavoro Mario Valeri Manera Lo annunciano con profondo dolore i figli Roberta, Alessandra, Giovanni e il nipote Leonardo.La Messa avrà luogo giovedì 24 luglio alle ore 14.30 presso la chiesa del cimitero di San Lazzaro a Treviso. - Milano, 22 luglio 2014. Alvise ed Anne con Giulia e Lodovico, Andrea e Nancy con Lorenzo sono vicini ai cugini Roberta, Alessandra e Giovanni con Leonardo per la scomparsa del loro padre e nonno Avv. Mario Valeri Manera - Founex, 23 luglio 2014. Assia con i genitori partecipa al dolore di Raffaele e dei suoi famigliari per la perdita del caro Tommaso Derba - Milano, 22 luglio 2014. I colleghi di Lombarda & Associati sono vicini a Raffaele Derba nel dolore per la scomparsa del caro fratello Tommaso Giuseppe Malusà, Francesco Robiglio, Luigi Paolo Guerra, Luigi Martinenghi, Giovanni Romeo, Silvia Nervo, Domenico Mastronicola. - Milano, 22 luglio 2014. PER PAROLA: A MODULO: Necrologie: € 5,00 Adesioni al lutto: € 10,00 Solo anniversari, trigesimi e ringraziamenti: € 540,00 Gazzetta dello Sport PER PAROLA: Necrologie: € 1,90 Adesioni al lutto: € 3,70 A MODULO: Solo anniversari, trigesimi e ringraziamenti: € 258,00 Diritto di trasmissione: pagamento anticipato € 1,67 - pagamento differito € 5,00 L’accettazione delle adesioni è subordinata al pagamento con carta di credito Servizio fatturazione necrologie: tel. 02 25846632 mercoledì 9/12.30 - giovedì/venerdì 14/17.30 fax 02 25886632 - e-mail: [email protected] Corriere della Sera Mercoledì 23 Luglio 2014 41 italia: 51575551575557 # Il Tempo Ogni giorno le PREVISIONI della tua città sempre con te Digita: mobile.corriere.it nel browser del telefonino Il servizio è gratuito salvo i costi di connessione internet previsti dal piano tariffario del proprio operatore Maggiori informazioni su www.corriere.it/mobile 6' 7<)2 3<) 7<76 3<6 7)<3 < 7<72 7<62 3 7)<) 3<) 7<' 7<' ) 7<' 6 7<2 -&2( -".2 (.2 &:" "$&( (-"&( ($(& &(6 "-&: &(& -5" -$1! 5(0%- 1# $$(&5& :01( $/15 80(* % #&$8&; &(0 *0 (# (& 5%*(0$# $ 8$#+ (:1# 1*01# &! 18$ &50("8 **&&#&#( 5%*(0$# (05# $ (0 :15 *0 8& $50( 0(&5 5$&5#(+ 0 #$ *0(1#8( $$ 155#%& $/5$# 10 #&50115 (00&5# #&15#$# &(0(#&5$# (& 0(:1# 5%*(0$# #81# $ (0 18$ &50("8 **&&#&#( $($%&5 18$ %#( 0#5#( *#9 1($ 18$ 015( $ 1+ ,+5"$ %*(..( -" (2&: *($" 2&:-( $"-" (15 (0#&( &(: ($(& (% %*(11( + $0# 5&# #$&( 0&5( &;# 0#15 #0&; 08# &(& .,8#$ *($# 0# (5&; 5& $-%( $0%( $!0( $#0# 80 # $# ($ 8:($( (*05( #(# (:1# %*(0$# : %8 (05( (05 ($5( (05 $%( &(& (15 0# ($(& ($;&( 01# $#0# ) )0 4; ) )0 )/ 43 4 4 4 4/ 4 40 4 0&( #(# ) )' 44 )0 ) 4) 4; 4) 3; 3; 4 4 4/ 3; 8:($(1( .,8#$ 11#& #$&( *($# $# $0%( %*(0$ %"& %8 )3 4) 4 ) )' 44 4 4) 3; 4' 4 44 3; 4/ (*05( 1 6 7 8 9 3 1 4 4 7 Come si gioca Bisogna riempire la griglia in modo che ogni riga, colonna e riquadro contengano una sola volta i numeri da 1 a 9 Puzzles by Pappocom LA SOLUZIONE DI IERI 2 4 4 2 1 6 1 7 6 5 Altri giochi su www.corriere.it 8 1 %"& %8 )/ ) )/ )/ ) 4 )/ 4/ 4 4 40 4; 4' 4/ (:1# (% (0#&( 0&5( 0#15 #& &;# 0(& %"& %8 9 7 2 4 6 1 9 3 8 5 8 3 5 7 2 4 1 6 9 6 9 1 5 8 3 4 2 7 5 6 2 8 9 1 7 4 3 1 7 3 2 4 6 5 9 8 4 8 9 3 5 7 2 1 6 9 4 7 1 6 5 8 3 2 3 1 8 9 7 2 6 5 4 -$"&( %.2-% "6 -.6" - (&- 5$"&( "&& $-( -"" "$&( &#- 5-.2 (% -$$(& -" ".(& "-& 5&"." $-" 2& )' )/ )0 )/ )/ )/ )0 44 4 4' 4 4 40 4/ $!" !&!" &#(# &(56- 9&9 2 5 6 4 3 8 9 7 1 Estrazioni di martedì 22 luglio BARI CAGLIARI FIRENZE GENOVA MILANO NAPOLI PALERMO ROMA TORINO VENEZIA NAZIONALE 38 48 71 26 55 60 1 89 49 14 37 26 37 35 51 77 6 27 70 36 67 17 80 75 5 18 41 77 66 22 80 9 76 50 10 9 19 60 43 75 68 6 39 35 87 28 61 46 69 57 49 5 90 65 5 &2"( 7 (-# "( &"-( 5&(. 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Cornovaglia Quei Lego spiaggiati 5 milioni di pezzi di Lego persi in mare nel 1997, la corrente li ha riportati a riva in Cornovaglia. La diretta Concordia Parte l’ultimo viaggio della Concordia verso Genova. Sul Corriere.it tutte le fasi in diretta web. 42 Mercoledì 23 Luglio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Tv in chiaro Teleraccomando ,>£ di Maria Volpe PER RICORDARE PER CONOSCERE Il diario della vita Storie di violenza di Tiziano Terzani nate sulla Rete Un omaggio al grande giornalista e scrittore Tiziano Terzani (foto) nel decennale della sua scomparsa, attraverso la lettura delle pagine più significative di Un’idea di destino - Diario di una vita straordinaria. Impreziosiscono la serata le testimonianze del figlio Folco e della moglie Angela, che racconta: «Lui ha sempre detto che i diari sono una traccia importante della nostra vita. Sapevo bene che me li affidava perché fossero pubblicati». Accompagnano il reading, immerso nella natura del borgo di Orsigna, luogo caro a Terzani, le percussioni di Gennaro Scarpato. Al via un programma che racconta i rischi del web attraverso storie (vere) di inganni e delitti nati da interazioni online: vedove che si nascondono dietro false identità, fidanzati piantati in asso che molestano le loro ex, amanti ossessivi che sfogano le loro fantasie attraverso la Rete. Inquietanti e scioccanti testimonianze che trattano di rapimenti, violenze e menzogne. Attraverso il racconto delle vittime e dei testimoni capiremo che Internet può trasformarsi in un mondo molto pericoloso. In scena - Tiziano Terzani Rai5, ore 21.15 Web of Lies Giallo, ore 21.05 ,>Ó À>°Ì ,>Î À>°Ì ,iÌi{ >>ix Ì>>£ >Ç /Û À>°Ì i`>ÃḭÌÉÀiÌi{ i`>ÃḭÌÉV>>ix i`>ÃḭÌÉÌ>>£ >Ç°Ì È°Îä / £° *,6-" -1 6/ -6, ",/° Ȱ{x 1 "// -//° ÌÌÕ>ÌD ££°Óx " //" x° ÃiÀi £Î°Îä /", ° £{°ää / £ " "° ÌÌÕ>ÌD £{°äx ° ->« "«iÀ> £x°ää *,° /iiv £È°xä , *, /" /", ° £Ç°ää / £° /*" ° £Ç°£x -// ,//° ÌÌÕ>ÌD £n°xä ,<" / ° 6>ÀiÌD° `ÕVi >`iÕà Óä°ää /", ° Óä°Îä / / / 66 /° 6`ivÀ>iÌ -, Ó£°Óä / -/ "* ½1/" -,,"° -iÀi Óΰ£ä -1", ° iÀ>>] ÓääÈ®° ,i}> ` > ið >Ì À À>iÀ] ØÌ iÀ >À> >iÀ] À}ÌÌi >iÀ° °{x *-" *,"° /iiv £ä°Îä /Ó - -//° ÌÌÕ>ÌD ££°ää o-// "-/1° ÌÌÕ>ÌD ££°£ä Îΰ ,ÕLÀV> ` >ÌÌÕ>ÌD ££°Óä "-/," " ,9° /iiv £Ó°£ä "-/, ,"° /iiv £Î°ää / Ó ", "° £Î°Îä °°°-// " "-/1° ÌÌÕ>ÌD £Î°xä Îΰ ,ÕLÀV> ` >ÌÌÕ>ÌD £{°ää //" //" 8° ÌÌÕ>ÌD £x°ää +1-/" /° Ḭ̀ £È°ää ,9 76-° /v £È°xä 1, "-/,° /iiv £Ç°{x / Ó - °°-° £Ç°xä , / -*",/° £n°£x / Ó° £n°{x "--," ,8° /iiv n°ää ", -//° ÌÌÕ>ÌD £ä°äx /, /* £° VÕiÌ £ä°£x ," ££°ää / Î 1/° £Ó°ää / ΰ £Ó°£x - ", 7-/ ° /iiv £Î°ää /*" -/",° ÌÌÕ>ÌD £Î°{x ," 1° V° £{°ää / ,° / , /"° £{°Óä / ΰ /" ΰ £{°xä /, *<< ,° ÌÌÕ>ÌD £{°xx / Î °°-° £x°ää /"1, , Óä£{\ £Ç§ Ì>««>\ ->Ì >Õ`ià ->Ì >ÀÞ -Õ> £n°ää " < Óä£{° VÕiÌ>À £°ää / ΰ £°Îä / ," ° / ," /"° Óä°ää "° ÌÌÕ>ÌD ǰÓä 6 ° /iiv n°£x -/,//" *"<° /iiv £ä°{x , // ½/ ° ÌÌÕ>ÌD ££°Îä / { /"°/ £Ó°ää , ° /iiv £{°ää " -*",/" ",1° ÌÌÕ>ÌD £x°Îä 1, -/,//" Ó£° /iiv £È°Îx 9 -,/ *--" ° /iiÛi> £È°xä 1 - " "° i`>] Ì>>] £nä®° ,i}> ` >À 6iÀ`i° >À 6iÀ`i] >À Ài}>] ,i>Ì -V>À«> £n°xx / { /"°/ £°Îx , " /6 ° 6>ÀiÌD £°xx /*-/ ½",° ->« "«iÀ> n°ää / x // ° n°{x *," ", ° i`>] ÀÛi}>] Ó䣣® ££°ää ",1° ÌÌÕ>ÌD £Î°ää / x° /"°/ £Î°{ä " -/6° ÌÌÕ>ÌD £Î°{x 1/1° ->« £{°{x 1" " *"° /> Ã Ü £È°£ä " /," -"1 1° i`>] iÀ>>] Óään®° ,i}> ` }iÀ >>Ãi° -Ãii iÕ] >ÀV ÀÌ ] ,LiÀÌ -ii}iÀ° i «À}À>>\ /}VÆ iÌi°ÌÆ /}x ÕÌ £n°Óä 1", ,° /iiÛi> £°ää -,/"° /iiÛi> Óä°ää / x° /"°/ ǰÎä 8 ] *, *-- 1,,,° /iiv n°Óx /° /iiv °Óx , 1 ° VÕiÌ>À £ä°Îx / ÎÈä ,° VÕiÌ>À ££°{ä 1° VÕiÌ>À £Ó°£ä " -" " " / 1° ÌÌÕ>ÌD £Ó°Óx -/1" *,/"° /"°/ £Î°ää -*",/ -/° £{°ää " " 1 <" ° 6>ÀiÌD £{°äx -*-" ° >ÀÌ £{°Îx 1/1,° >ÀÌ £x°ää /° /iiv £È°{ä "° ° /iiv £n°Îä -/1" *,/"° i «À}À>>\ iÌi°Ì £°Óä °-° - , ° /iiv° 7> °*iÌiÀà ǰää " 1- ,-- -/*° ÌÌÕ>ÌD ǰÎä / ǰ ǰxä " 1- /"° ÌÌÕ>ÌD ǰxx " 1-° ÌÌÕ>ÌD °{x " ,° ÌÌÕ>ÌD ££°ää " ° /> Ã Ü ££°{ä " 1- ° ÌÌÕ>ÌD £Î°Îä / ǰ £{°ää / Ç ," ° ÌÌÕ>ÌD £{°{ä -/,-9 E 1/ ° /iiv £È°{ä "--," ",,° /iiv° *iÀÀi `Þ] ÀÕ >`iÀ] Ìi> Õ>` £n°£x ½-*//", , 9° /iiv Óä°ää / ǰ Óä°Îä " ° /> à ܰ `ÕVi ->Û -ÌÌi] iÃÃ>`À> ->À` Óä°Îä / Ó Óä°Îä° Ó£°ää " \®° -iÀi° ,j> ÃÃj] >À À>Ûi] Õi j>À` Ó£°£ä ° °°-° " -° /iiv° Àà "½ i] ] `> ÕÌ Óä°£ä " ,/° /iiv Óä°Îx 1 *"-/" -"° ->« Ó£°äx ½ 6-/"¶ -/",9° ÌÌÕ>ÌD Óΰ£x / ," ° ÓΰÓä /Î "// -//° ÓΰÎä /" ΰ Óä°Îä -,/"° /iiÛi> Ó£°£x ½, 1 - "° i`>] Ì>>] Óäää®° ,i}> ` >À 6iÀ`i° >À 6iÀ`i] i««i Ài] >ÀÌ ÃÃi Óä°{ä **,-- -*, /° 6>ÀiÌD Ó£°£ä ",/ ° À>°]ÕðÉiÀ° É1} °] Óä£ä®° ,i}> ` >ÃÀ} / ÕÀ° iÝ>`À> i`i] iÀÌ /ÃV i`Àv Ó£°£ä -* ", - ,/ ½"-/"° ÕiÀÀ>] À>V>] Ó䣣®° ,i}> ` -Ìj« >i ,ÞL>`° >i ÀÕ}iÀ] ÕÃÕ] iÌ >}i\ /}VÆ iÌi°Ì Ó£°£ä +1 1 " * "° i`>] 1Ã>] £x®° ,i}> ` Þ 7`iÀ° >ÀÞ Ài] /Þ ÕÀÌÃ] >V i° Óΰ£x /,/ /° -iÀi ä°Óx / ǰ ä°xä / £ "//° £°Óä /*" ° £°Óx -"//"6" ° ,ÕLÀV> £°xx << -/ ,ÕLÀV> ÓÓ°{x 1 , / " Ó° /iiv Óΰ{ä / Ó° Óΰxx -/, 1/° ÌÌÕ>ÌD £°Óä , *, /" /", ° Óΰ{x " ΰ V° ä°Îx 6" ½/ ° V° £°{x 1", ",,"° "- ® 6-/° ÌÌÕ>ÌD ÓΰÓä ½-//° ÌÌÕ>ÌD ÓΰÓx -" " *<<" ,- " ° °] ̰] £È®° >À 6iÀ`i Óΰ{x < 6 //° >] LÉiÀ>>ÉÌ>>] Ó䣣®° ,i}> ` iÝ>`iÀ° ,ÕvÕà -iÜi ÓΰÎx , /" ° ÀÀÀ] 1Ã>] Óää®° ,i}> ` -> ,>° à >] ÕÃÌ } ä°{ä " ° /> à ܰ `ÕVi ->Û -ÌÌi] iÃÃ>`À> ->À` £°Óä "6 -° ÌÌÕ>ÌD ,>x ,> -ÌÀ> ,> Õ« ,i> /i >Ãà /Û ÌÛ°Ì £x°£ä /-\ - //½ -iÀi £È°ää £È /° 6>ÀiÌD £È°xä , <" \ " </¶ 6>ÀiÌD £Ç°Óä , <" \ " </¶ 6>ÀiÌD £Ç°xä / "° 6>ÀiÌD £n°xä / , ,- *-"° 6>ÀiÌD £°xä , <" \ " </¶ 6>À° Óä°£x £È /° 6>ÀiÌD Ó£°£ä * \ 1"6 ° 6>ÀiÌD ÓÓ°ää - ,"° 6>ÀiÌD ii>Þ /6 £È°xx 9 /° £Ç°ää 9 /-° ÕÃV>i £n°ää /9° /iiv £n°xx 9 /° £°ää *,// " /,"**"° -iÀi £°Îä 6 -- Ó° -iÀi Óä°ää +1 " -/ "° 6>ÀiÌD Óä°Îä ", *-1° ÕÃV>i Óä°{x 1", ,"° 6>ÀiÌD Ó£°£x ,"" ° 6>ÀiÌD Ó£°Îä *- -/ Ó° VÕ,i>ÌÞ 2 -/$/ ?$! $/!2 "*1/ Film e programmi Carlo Verdone talent scout tradito Missione speciale per liberare Kruger ,>{ Showman in declino (Carlo Verdone) scopre che il suo autista (Beppe Fiorello, foto con Verdone) è un artista di talento. Lo trasformerà in una star, ma la fama rovinerà la loro amicizia. C’era un cinese in coma Rete4, ore 21.15 Ostaggio dei talebani, una giornalista (Diane Kruger, foto) rischia la morte. A poche ore dalla sua esecuzione, l’ultima chance per il rilascio è affidata a una élite delle forze speciali. Special Forces - Liberate l’ostaggio; Italia1, ore 21.10 Sciarelli racconta tre storie di donne Freccero e Cotroneo tra cinema e serialità Federica Sciarelli affronta il caso di Alina Cossu, uccisa e gettata in mare nel 1988; l’omicidio di Lucia Manca, uccisa dal marito nel 2011; la scomparsa di Roberta Ragusa nel 2012. Chi l’ha visto? Story Rai3, ore 21.05 Nel talk di cinema presentato da Andrea Delogu e Nino Frassica si parlerà di serie tv e del rapporto fra serialità e cinema d’autore. Ospiti in studio: Sabrina Ferilli, Carlo Freccero, Ivan Cotroneo. 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I detective Crockett e Tubbs (Colin Farrell e Jamie Foxx, foto) si infiltrano in un’organizzazione che si occupa di spaccio internazionale. Miami Vice Cinema Energy, ore 21.15 Roberts e Owen in una spy story -Þ i> -«ÀÌ £Ó°Óä 6½- /" 6"" >V m > V>« ` Õ }ÀÕ«« ` iÀVi>À V>ÀV>Ì ` ÃV«ÀÀi Õ >ÌV Ãi}ÀiÌ ÃÌÌ i `Õi `i `iÃiÀÌ i`ÀiÌ>i° -Þ i> >Ý £Î°Îä *," ", > «VV> i] £ä >] m Õ ÛiÀ >ÃV >VV° +Õ>` i> ÃÕ> V>ÃÃi >ÀÀÛ> ©À}i «iÀ¢] Ãi i >À> Vi ÌÕÌÌi i >ÌÀi° -Þ i> >Þ £{°ää 1 "// " Î > vÕ}}i `>½Ã«i`>i «ÃV >ÌÀV VÕ m ÃÌ>Ì ÀV Õà i ÃÕ >V ÌiÌ> ` À>VVÕvv>À «À> V i Ã> ÌÀ«« Ì>À`° -Þ i> £ £x°£ä -" ½", Õ /° >î >LÌ> V v} > -i>ÌÌiÆ i ° ,Þ>® > >ÌÀ>° > `iÃÌ m >}}Õ>̰°° -Þ i> *>Ãà £È°{x ", ",/ L>ÌÌÌÀi `½>ÃÌ> 6À} "`>] >>V>i i ÃÌ>À] ÌÀ> >` >>Ài }À>âi >> Li> >Ài° iÌi Ã>ÀD Vi ÃiLÀ>° -Þ i> Ìà £Ç°Óä - E ,/ /", -/, « iÃÃiÀà Ã>Û>Ì `>i }Àvi `i> ÃÌÀi}>] >Ãi i ÀiÌi à `ÛiÌ>Ì >L V>VV>ÌÀ ` Ì>}i ëiV>ââ>Ì ÃÌÀi} i° -Þ i> >Ý £n°{x / ääÇ <" *, "" ½ > ÛÌ> ` /° >Ì i «> ` >ià `Æ «iÀ > «À> ÛÌ> ääÇ Ã >À>° Ãi}ÕiÌ i ë>À>ÌÀi Õ *>iÃi `i½Ã̰ -Þ i> >ÃÃVà £°Óä - -"" "-- 6," >Û` ° ,Õvv>® >vvÌÌ> Õ> V>Ã>] > µÕ>VÃ> Û>\ à >ÌiÀ>ââ> ëÀÌ ` Ã>LiÌ ,° 7Ì iÀë®° -Þ i> *>Ãà ӣ°ää "-/ <<1,, LiÀÌ -À` ÌiÀ«ÀiÌ> LiÀÌ\ >ÃÃii >> }i] `iÃ`iÀ> `ÛiÌ>Ài Õ >ÌÌÀi° -Þ i> >ÃÃVà *,"- v ` ° iÌÀ> «>À> `i> ÀViÀV> ` Ãj] `i> ÃÌ>}> «iÀ ½v>â> i `i LÃ} `½>Ài° ° i`iÀ>° -Þ i> ÕÌ ,/ 1", ½ "-/," /À>ÌÌ `>½ À>â ` Ài> Õi] i>ÀÌ m `ÀiÌÌ `> ° -vÌiÞ] V ° ÀÀi] ° «i iiÌÌ i *° iÌÌ>Þ° -Þ i> >Þ "6 , Õi «VV ÌÀÕvv>ÌÀ Ûi} >ÃÃ`>Ì «iÀ Ài>ââ>Ài > Ûi`Ì> ` Õ> ÃiÀi VÌÀ>vv>ÌÌ> ` vÀ>VL V i Û>i iââ i° -Þ i> >Ý /-/" " -*"-" Σ `ViLÀi £n° À>ViÃV> ÃÌ> «iÀ ëÃ>Àà V Õ Õ V i >> > V i ÀÃ>iÀD `iLÌ ` v>}>° * «iÀ¢°°° -Þ i> *>Ãà ӣ°£ä ½1/" -1, 1 ÕvvV>i >iÀV> Õ VÛ}iÌi /° ÀÕÃi® à VvÀÌ> V > «Ù «Àv`> ÃÌÌÕâi LiV> `i - iÛ>Ìi] Ã>ÕÀ>° -Þ i> £ , -"- - "-- ,Ãi /° iÌÌi® «Ài`i «ÃÌ i> ÛÌ> `i> ëi``> ÃÀi> >}}i ° >â® «iÀ V>«Ài VÃ> à «ÀÛ>° -Þ i> Ìà ÓÓ°xx -*", 6//", > ÛiÀ> ÃÌÀ> `i /Ì>Ã] õÕ>`À> ÃÌ> ` vÌL> ÌÀ>ÃV>Ì> >> ÛÌÌÀ> `> Õ i}}i`>À >i>ÌÀi ° 7>à }Ì®° -Þ i> >Ý ÓΰÓx 1" ÀÝ] £È{\ ÃÀi> ÞÃÕà ° -ÌÀii«® «iÀ> Õ ÃÌÌÕÌ `Ûi >ÛÀ> «>`Ài Þ *° -iÞÕÀ vv>®] V i >ÌÌÀ> ÃëiÌÌ `i> Ài}Ã>°°° -Þ i> Ìà 䰣ä - "*,/ ½ ,>] £n£° ÕV ÃÌi} ÃV«>Ài «V i ÃiÌÌ>i `« >ÛiÀ ÛÃÌ ÀÀi ÃÕ >V] *Àv° /iÃÃ>`À] ÕVVà `> `Õi LÀ}>ÌÃ̰ -Þ i> *>Ãà ä°{ä ½*"-/", 1> À>}>ââ> Ûii ÌÀÛ>Ì> ÀÌ>] Ì>}>Ì> `Õi° ÃëiÌÌ>Ì m / ,Ì ®] À>« ` Õ> v>}> ` `ÕÃÌÀ>° -Þ i> ÕÌ £{°ää "\ ,- , `> Óä£{ -Þ -«ÀÌ £ £{°xx - ,\ *" / " Óä£{ ",//" -+1, ® ,>-«ÀÌ £ £È°Îä ,19\ , /iÃÌ >ÌV -Þ -«ÀÌ Ó £Ç°Îä -"\ " " /"1, ÀiÌÌ> ÕÀëÀÌ £Ç°{x - ,\ " ÀiÌÌ> ÕÀëÀÌ "\ -- " ,1 `> Óä£{ -Þ -«ÀÌ £ £n°Óx - ,\ *" / " Óä£{ -* - -+1, ® ,>-«ÀÌ £ Óä°ää "\ , , / `> Óä£{ -Þ -«ÀÌ £ Ó£°ää -/\ - - /" " *>Þvv -Þ -«ÀÌ Ó Ó£°{x -" ,\ / -" , /"1,\ - / , ° Ó *,/ -Þ -«ÀÌ £ Ó£°xx 6\ 8/, - -,vviÀÌ> ÕÀëÀÌ ÓÓ°{ä -"\ - / 1 - - / ,9 -"1 /ÕÀ `i À>Vi ÕÀëÀÌ ä°£x - ,\ *" / " Óä£{ -* -+1, ÎÉ{ *"-/"® ,>-«ÀÌ £ -iÀi /Û ÌÀ>ÌÌiiÌ ,>}>ââ VÕiÌ>À £Î°£ä £{°äx £x°£ä £È°ää £Ç°ää £n°Îä £°£ä Óä°äx Óä°xä Ó£°ää Ó£°Óä Ó£°Îx £{°Îä £x°ää £È°äx £Ç°£ä " /" -*"-t *, */," ,> Õ« -/, 1-/, -Þ 1 6-/ -*"- " /," -1" , ,/ , -Þ 1 1 " "<, " Ý vi "-- - -Þ 1 6- 1 * / -Þ 1 //1 1" -Þ 1 /"1, ÃiÞ >i ,/ ½- "/ / / 6°"°® -Þ 1 6-/ -*"- " /," -1" , -/, 1" -Þ 1 * / 1 * i`à £n°ää 7 8 1 i`à £°äx 1,/ /" Ó Óä°ää " -/,", ," " " 1 >ÀÌ iÌÜÀ Óä°£ä "9 // - , i`à Óä°£x 9 // *" 9\ ½ < iÀ>} Óä°Óä "9 // - , Ó Óä°Óx " -/,", ," " " 1 >ÀÌ iÌÜÀ Óä°xx /" i`à ӣ°£x ,1, -"7 >ÀÌ iÌÜÀ 1 1 * ,> Õ« Ó£°Óx 1"6 66 /1, */, * i`à ӣ°{ä 6 /1, / >ÀÌ iÌÜÀ 1 1 * ,> Õ« £Î°äx 1"6/ " 1", >Ì> i}À>« V £{°£x ÃÌÀÞ >i £x°£x , ", 6 /", >Ì> i}À>« V £È°£ä " //" ÃVÛiÀÞ -ViVi £Ç°ää --/," ,// ÃÌÀÞ >i £n°£ä , " , ÃVÛiÀÞ >i £°Îä , ÃÌÀÞ >i Óä°ää , +1//," ,1"/ ÃVÛiÀÞ >i Ó£°ää ,-- " /," , Ó£°Îx ,<< -¶ Ó Ó£°xx 8/, "6,\ 1 // >Ì> i}À>« V ÓÓ°ää " -/" -\ ÃVÛiÀÞ >i £x°x{ /1// " /," /1//° *ÀiÕ i> £È°äÓ ,° "1- 6-" ° /iiv " £È°£{ 1 *, ° /iiv 9 £Ç°äÇ / /6\ ,* /° /Û 9 £Ç°În 6 1/ ",° *ÀiÕ i> £Ç°În / ° /iiv " £Ç°xä *," / , / Ó° VÕiÌ>À -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> £n°ä£ *,- , ,/" ° /iiv " £n°Óx ,/ *, 6 , " ° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> £n°{Ó / 6*, ,-° /iiv 9 £°Î£ " /, ° /iiv 9 £°Î{ /"*" " ,/9 , *,° *ÀiÕ i> £°Î ,9 ° /iiv " Óä°ÓÓ " /, ° /iiv 9 Óä°ÓÈ ,9 ° /iiv " Óä°{ä "97""½- -/ , /",-° - Ü -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> Claire e Ray (Julia Roberts e Clive Owen, foto) sono due ex spie che lavorano per la stessa industria. Insieme vogliono impossessarsi di una formula segreta per truffare due multinazionali. Duplicity Cinema Emotion, ore 21.15 La voce unica di Amy che ha esaltato il soul Live dalla Porchester Hall di Londra, Amy Winehouse (foto), la regina del soul scomparsa a soli 27 anni, si esibisce nei suoi i brani più noti, da «Rehab» a «Back To Black». Amy Winehouse Live at the Porchester Hall Sky Arte HD, ore 21.10 ÓÓ°ää Óΰää Óΰäx ÓΰÎx /1//" ,/" ÃiÞ >i , Ý ,"* 6 Ý vi 6/, Vi`i 6"// ÃiÞ >i - "- - Ý Ài * / *, -- ,> Õ« / /",9 Ý /1 , Vi`i " - Ý Ài /1 , Vi`i 7""" - 1 1*" ÃiÞ >i 9-//, 1 6*," ÃiÞ >i *** <1 i`à ,9 Vi`i ," -" Ó , - Ý Ài Voight lascia il Texas per diventare gigolò i`>ÃiÌ *ÀiÕ Un giovane texano (Jon Voight) sbarca a New York per fare il gigolò. La realtà del «mestiere» si rivelerà molto più amara e dura. Troverà un vero amico nel tisico Rico (Dustin Hoffman). Un uomo da marciapiede Studio Universal, ore 0.45 £{°£È / , 1,/ 7" ,-/" ° *ÀiÕ i> £{°ÎÎ , *, ° /iiv 9 £x°£{ ,° "1- 6-" ° /iiv " £x°Óx / 6*, ,-° /v 9 £x°Îx 6" / ,<<° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> £n°ää £°{ä Óä°ää Óä°Óx Ó£°xx ÓÓ°Óx ÓÓ°{ä ÓÓ°xä Óΰ{ä ä°{x A fil di rete di Aldo Grasso L’omaggio a Suso, pioniera del cinema P er ricordare i cento anni dalla nascita di Suso Cecchi D’Amico, la firma dietro a capolavori del cinema italiano come Ladri di biciclette e Miracolo a Milano di Vittorio De Sica, I vinti e Le amiche di Michelangelo Antonioni, Salvatore Giuliano di Francesco Rosi, I soliti ignoti e Speriamo che sia femmina di Mario Monicelli, il canale Diva Universal le ha dedicato una puntata della sua collezione di documentari «Donne nel mito» (Sky, lunedì, 20.50, canale 133). Vincitori e vinti Suso è stata ricordata attraverso le parole di chi l’ha coFrancesco nosciuta bene: la figlia CateriRenga na D’Amico, il regista Enrico Il Festival Vanzina, lo sceneggiatore Ivan musicale Cotroneo, allievo del glorioso dell’estate Centro sperimentale di cinebatte la fiction (in matografia di Roma, dove anreplica). La serata di che Suso ha insegnato. Canale 5 è dedicata Attraverso il racconto della al Coca Cola Summer sua vita è emersa la fotografia Festival, con sfilata di un’età dell’oro del cinema di cantanti (Emis Killa, italiano, di un’epoca perduta Renga, Antonacci...), di professionisti e gruppi di per 3.088.000 spettatori, lavoro: figlia del critico lettee uno share del 16% rario Emilio Cecchi, Suso si avvicina al cinema quando il Neri padre assume un incarico alla Marcorè Cines. Ha sempre pensato che La fiction la missione dello sceneggiatoitaliana re fosse quella di «accompa(in replica) gnare il regista», di dare voce superata dal Festival alle sue idee. Proprio con i remusicale dell’estate. gisti stringeva rapporti di sinAncora in onda tonia fortissimi, tanto che di su Rai1 «Questo Visconti ha detto: «Sapevo nostro amore» perfettamente cosa piaceva a (con Neri Marcorè): Luchino e quali sarebbero staper 2.828.000 te le scene alle quali non spettatori, 13,5% avrebbe mai rinunciato». di share La figura di Suso ha rappresentato anche l’occasione per riflettere sul ruolo della donna nella storia del cinema italiano, sulle difficoltà e le barriere che storicamente si è trovata di fronte. Senz’altro, lei è stata una pioniera. Come ha ricordato Enrico Vanzina: «Oggi è facile pensare a una donna che scrive per il cinema. È molto difficile pensarlo allora perché il cinema era fatto di uomini, anche un po’ maschilisti per questioni di epoca». © RIPRODUZIONE RISERVATA Forum «Televisioni»: www.corriere.it/grasso Videorubrica «Televisioni»: www.corriere.tv Ó£°£x *, " *,/ ° *ÀiÕ i> Ó£°£x 1-/ - ", /,1° /iiv " Ó£°£x -° /iiv 9 Ó£°£x 1 "-/-- /, 16"° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> ÓÓ°äÈ -° /iiv 9 ÓÓ°£Ç 1-/ - ", /,1° /iiv " ÓÓ°xä *,- / 1 -/", ½",° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> ÓÓ°x *½ /1 ° /iiv 9 Óΰx£ /,,", 1"° /Û 9 ä°Î{ -* "° ,ÕLÀV> " ä°ÎÈ -/, -+1° *ÀiÕ i> ä°{x 1 1"" , *° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> 44 italia: 51575551575557 Mercoledì 23 Luglio 2014 Corriere della Sera
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