VENERDÌ 25 LUGLIO 2014 ANNO 139 - N. 175 In Italia (con “Sette”) EURO 1,90 www.corriere.it italia: 51575551575557 Milano, Via Solferino 28 - Tel. 02 62821 21 Roma, Piazza Venezia 5 - Tel. 06 688281 81 Servizio Clienti - Tel 02 63797510 mail: [email protected] Fondato nel 1876 Su Io Donna A teatro Geppi & Elio alias Morticia e Gomez L’italiano dominatore del Tour Nibali a un passo dalla leggenda La maglia gialla vince la tappa del Tourmalet TUA CASA PROTEGGI LA OPPIA E RADD NZE! CA VA E TU LE Domani il magazine in edicola con il Corriere di Marco Bonarrigo, Paolo Di Stefano, Gaia Piccardi e Paolo Tomaselli alle pagine 44 e 45 Regolamento del concorso su www.uniqagroup.it Assicurazioni & Previdenza UNIQA Protezione SpA - Udine Aut. ex art. 65 R.D.L. 29/04/1923 n. 966 INTOLLERANZE E ANTISEMITISMO Il reportage Colpita una scuola dell’Onu L’ANTICO VELENO DEL PREGIUDIZIO Tra le macerie di Gaza Fuoco, morte, lacrime di PIERLUIGI BATTISTA 9 771120 498008 40 7 2 5> SOLO LA TREGUA PUÒ SALVARCI dal nostro inviato DAVIDE FRATTINI B *La lettera della cantante israeliana eit Hanoun è linea del fronte, qui sono entrati i carrarmati di Tsahal, da qui i miliziani lanciano i razzi contro le città israeliane. L’esplosione nella scuola dell’agenzia Onu ha lasciato un cratere: i morti sono 15. Per i palestinesi il colpo è stato sparato da un tank israeliano, l’Onu non ne è certa. L’esercito dello Stato ebraico ha aperto un’indagine e sostiene che potrebbe essere stato un razzo di Hamas. ALLE PAGINE 2 E 3 ALLE PAGINE 2 E 3 Calabrò di NOA * C AP / HATEM MOUSSA cui i cortei sfociano negli assalti ai quartieri a forte insediamento ebraico (anche questo è accaduto a Parigi), in cui vengono minacciati e fatti bersaglio di raccapriccianti ingiurie i rabbini, come è successo in Olanda, in cui i pregiudizi del vecchio e repellente antisemitismo nazistoide si saldano con i nuovi pregiudizi «antisionisti», in cui è pericoloso indossare la kippah, in cui i bambini ebrei vanno a scuola con la paura disegnata sul volto dei genitori. I primi a denunciare questa spaventosa deriva antiebraica e giudeofobica dovrebbero proprio essere i sostenitori della causa palestinese, gli spiriti più critici nei confronti dello Stato di Israele e della sua invasione della Striscia di Gaza. Dovrebbero essere loro a tracciare una linea di demarcazione invalicabile, a cacciare dalle loro manifestazioni gli energumeni antisemiti, a non permettere che a Roma ancora oggi si possano immaginare assalti al Ghetto ebraico dove il 16 ottobre del ’43 i nazisti deportarono uomini e donne sulla strada s e n z a r i to r n o p e r A u schwitz. E invece tacciono. Fanno finta di non capire. Accettano commistioni intollerabili, si adeguano alla linea che non riconosce a Israele nemmeno il diritto di esistenza accanto a uno Stato palestinese, non spendono nemmeno una parola sui razzi sparati da Hamas per terrorizzare la popolazione civile delle città israeliane. E allora, dentro un’Europa di nuovo così ostile nei confronti degli ebrei, è bene che le autorità italiane prendano sul serio l’appello accorato dell’Anti-Defamation League e si uniscano alla protesta contro un ambasciatore che avrebbe definito gli ebrei «agenti di Satana». Un piccolo segnale. Per una battaglia che vale la pena combattere. on le tattiche talebane di Hamas da una parte e i bombardieri F16 dell’esercito israeliano dall’altra, la povera gente di Gaza è intrappolata e senza scampo, schiacciata dalle ganasce d’acciaio della cecità e della stupidità. Riforma del Senato La maggioranza impone il voto entro l’8 agosto. Fronte contrario di Sel, Lega e 5 Stelle Tempi tagliati, opposizioni in rivolta Corteo di protesta al Quirinale. Renzi: non mollo, basta con i no Al Senato scatta la «tagliola» sulle riforme costituzionali: a maggioranza, passa il contingentamento dei tempi. Non più di 135 ore totali: l’8 agosto è previsto il voto finale. Ma la decisione scatena la rivolta delle opposizioni: un centinaio di senatori lascia l’Aula. Leghisti, M5S e Sel salgono tutti insieme, quasi in corteo, al Quirinale, dove — indisposto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano — vengono ricevuti dal segretario generale Marra. Ma di fronte al muro contro muro, Matteo Renzi, in un colloquio con il Corriere, si dice ancora una volta sicuro di evitare «la dittatura della minoranza». «In Italia — sostiene il presidente del Consiglio — c’è un gruppo di persone che dice “no” da sempre. E noi, senza urlare, diciamo “sì”. Piaccia o non piaccia, le riforme le faremo». Dopo la liberazione Meriam dal Papa «Finito un incubo» DA PAGINA 5 A PAGINA 7 Bozza Menicucci, L.Salvia, Trocino con un’intervista di Alan Friedman © RIPRODUZIONE RISERVATA ANSA / CLAUDIO PERI Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano I n un’Europa dove a Berlino, attorno a una moschea, hanno gridato «viva Hitler» e in Francia militanti pro Hamas danno l’assalto a una sinagoga con lo slogan «Mort aux juifs», in quest’Europa fragile e intossicata bisogna almeno prestare ascolto all’Anti-Defamation League quando denuncia un ambasciatore europeo in pectore, reo di aver bollato gli ebrei come «agenti di Satana» e beneficiari dell’«industria dell’Olocausto». Péter Szentmihályi Szabó, l’autore di queste dichiarazioni antisemite, sta infatti per occupare il ruolo di ambasciatore d’Ungheria in Italia. L’AntiDefamation League chiede alle autorità italiane, e in primo luogo al presidente della Repubblica, di bloccare la sua nomina. È un segnale di allarme, non un’interferenza. La velocità con cui si stanno propagando i veleni dell’antisemitismo richiede risposte rapide, nitide, gravi quanto grave è il contesto che le giustifica. L’Italia non è immune da questo catastrofico degenerare della critica anti israeliana nella resa agli stereotipi antisemiti mascherati da antisionismo. Hanno imbrattato le mura della sinagoga di Vercelli con scritte in cui si accusano tout court «gli ebrei» di esser complici del massacro di Gaza. Ogni critica, anche la più feroce, alla politica dello Stato di Israele è legittima. Si può pensare tutto il male possibile di una protesta davanti alle ambasciate e ai consolati israeliani: ma è libera contestazione di un governo, di una condotta bellica. Invece sembra che si sia sbriciolata la frontiera che divide la critica allo Stato di Israele e l’accusa indiscriminata agli «ebrei» sparsi nel mondo e in Europa in particolare. C’è qualcosa di mostruoso in un’Europa in cui le scuole ebraiche sono sotto il mirino dei terroristi, in Meriam Ibrahim, la giovane cristiana sfuggita alla condanna a morte in Sudan, è salva: un volo di Stato l’ha portata a Roma. L’incontro con il Papa. A PAGINA 12 Caccia LA CRESCITA DELLE SETTE IL DRAMMA DEI CRISTIANI di ANDREA RICCARDI di ROBERTO TOTTOLI I M n Africa le Chiese nascono come funghi. E la gente, anche cattolica, va a pregare con le «sette». La Chiesa cattolica è sfidata in profondità. A PAGINA 13 inacciati da chi sogna un mondo islamico solo per musulmani, i cristiani del mondo arabo stanno rischiando di sparire. A PAGINA 13 Giannelli Alitalia Etihad ora minaccia: noi lunedì ce ne andiamo di SERGIO RIZZO «S Il commento I RISCHI DI UNA SFIDA di MASSIMO FRANCO CONTINUA A PAGINA 34 Roma Troppi scioperi, teatro in liquidazione L’ultimo spettacolo: la chiusura dell’Opera di VALERIO CAPPELLI «A A PAGINA 9 iamo in dirittura d’arrivo», diceva il ministro Maurizio Lupi lo scorso 15 luglio. Un arrivo in salita così ripida, che il Tourmalet al confronto fa ridere. Figuriamoci poi se si hanno le gambe molli. Così per l’Alitalia il traguardo sembra non arrivare mai, mentre la tensione ha ripreso a salire. Al punto da indurre l’amministratore delegato di Etihad, James Hogan, a lanciare un ultimatum: per chiudere c’è tempo fino a lunedì 28. Non oltre. L’accoglienza questo punto, non c’è altra strada che la chiusura del teatro, la liquidazione». Così il sovrintendente dell’Opera di Roma Carlo Fuortes dopo che l’ennesimo incontro con i sindacati «ribelli» non è andato a buon fine: la Cgil e la Fials domani scioperano, salta la terza recita consecutiva della Bohème. Per l’arrivo dei migranti 10 mila posti e 700 milioni A PAGINA 21 E A PAGINA 40 A PAGINA 19 di FIORENZA SARZANINI 2 Primo Piano Venerdì 25 Luglio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 # ❜❜ Medio Oriente La crisi Molti sono stati uccisi, inclusi donne, bambini e dipendenti dell’Onu. Le circostanze non sono ancora chiare Ban Ki-moon segretario generale dell’Onu Presidenza Si insedia Rivlin, addio di Peres DAL NOSTRO INVIATO GERUSALEMME — Addio amaro per Shimon Peres. L’ormai ex presidente d’Israele, l’ultimo dei padri fondatori, lascia l’incarico nel momento in cui il suo Paese è impegnato in un sanguinoso conflitto con Gaza. Il passaggio di testimone con il successore, Reuven Rivlin, 74 anni, proveniente dalle file del Likud, è avvenuto ieri nel corso di una cerimonia in tono minore, boicottata dalla maggior parte dei parlamentari arabi. Novant’anni, in carica dal 2007, Peres è stato uno dei leader politici israeliani che più si è impegnato per la pace con i palestinesi, prima con i laburisti e poi con il partito Kadima. Un impegno riconosciuto dall’assegnazione, nel 1994, del premio Nobel, condiviso con Yitzhak Rabin e Yasser Arafat. Dopo il rapimento e l’uccisione dei tre adolescenti israeliani, Eyal, Naftali e Gilad, e la successiva uccisione del palestinese Mohammed, Rivlin e Peres avevano lanciato assieme un messaggio contro la violenza. BEIT LAHIYA (Gaza) — Il figlio più grande accompagna Talib e prova a trascinare la bottiglia più piccola. Non abbandona il pupazzo dai capelli viola, lo tiene con sé — costa impegno — anche nella camminata di ritorno, dieci litri d’acqua fresca per i venticinque tra cugini, fratelli, nonni. Sono scappati da Umm al Nasser una settimana fa, ancora prima che gli israeliani lanciassero i volantini di avvertimento («evacuate le case, questa diventa una zona di guerra»), quando due donne sono rimaste ferite mentre camminavano per strada. Adesso vivono accampati in una delle scuole delle Nazioni Unite che stanno accogliendo gli abitanti dei villaggi di Gaza dove l’offensiva israeliana colpisce più duro. «Le cisterne sul tetto diventano bollenti, l’acqua è imbevibile, almeno qui all’ospedale è sempre fresca», dice Talib Shteiwi, 24 anni, la seconda moglie sposata da poco. Anche Samara ha cercato protezione tra i muri dipinti di blu degli istituti dove l’Unrwa, l’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi, insegna ai bambini quello che non potrebbero imparare da nessun altra parte. Il clan degli al Qafarna ha abbandonato i cubi biancastri sparsi come un tiro di dadi andato male sulle colline sabbiose a nord della Striscia. Beit Hanoun è linea del fronte, qui sono entrati i carrarmati di Tsahal, da qui i miliziani lanciano i razzi contro le città israeliane. «Per due giorni siamo rimasti senza cibo e senza acqua. I colpi dell’esercito cadevano attorno alla scuola. Eravamo in 1.200, ho contato. Al mattino la Croce Rossa ci ha detto di radunarci nel cortile, un convoglio sarebbe arrivato per evacuarci verso Jabaliya». Nel suo racconto il proiettile sparato Quei banchi macchiati di sangue Trasporto aereo da un tank israeliano — altri parlano di quattro-cinque colpi — cade mentre stanno per passare il cancello d’ingresso, vicino all’uscita. Il cratere lasciato dall’esplosione sta invece al centro del quadrato coperto di cemento, dove gli studenti dovrebbero giocare all’intervallo. Il sangue — dicono i testimoni — è sparso sui banchi, erano stati portati fuori dalle aule per fare spazio dentro, per creare la sensazione della sicurezza a chi dormiva sul pavimento. Samara è seduta su una panchina dell’ospedale Kamal Udwan a Beit Lahiya, i feriti sono stati trasportati soprattutto qui, è vicino e più sicuro di quello a Beit Hanoun, dove i bombardamenti non si sono fermati. Samir è arrivato con i cinque bambini, non sa a chi lasciarli: sta cercando il fratello, è stato colpito, forse è morto. Abdellaziz ha perso un nipotino, l’altro è rimasto senza gambe. Tutta la famiglia , quindici persone, era dentro la scuola. Mohammed Gannam tiene la contabilità della morte. Schiacciato contro il muro dagli infermieri che premono con le barelle, li segue quando escono dalla sala operatoria con un corpo coperto. Sul lenzuolo bianco sono scrit- Via libera ai voli per Tel Aviv ti il nome e l’età, Mohammed li annota sul taccuino, scatta una fotografia con la macchina digitale, è uno dei volontari del Palestinian Center for Human Rights, documenta le morti di questa guerra che va avanti da diciassette giorni. Per ora ne ha contati sette, alla fine, tra questo e gli altri ospedali, diventano quindici, secondo il ministero della Sanità, 150 i feriti. I palestinesi uccisi dall’inizio del conflitto sono quasi 800. Gli ufficiali dell’esercito dicono che è stata aperta un’indagine, quella è zona di combattimenti, ripetono: «Da lì i miliziani di Hamas hanno attaccato le nostre truppe». Ricordano che i razzi e i colpi di mortaio sparati dai fondamentalisti verso le città israeliane sono a volte caduti dentro la Striscia e questa potrebbe essere la causa della strage. «Abbiamo for- nito alle forze di Israele — spiega Chris Gunness, portavoce dell’Unrwa — le coordinate geografiche precise della scuola di Beit Hanoun. Per tutto il giorno abbiamo cercato di predisporre con loro una finestra di calma nei combattimenti per permettere l’evacuazione dei rifugiati. Non ci siamo riusciti». Le Nazioni Unite — precisa un funzionario da New York — non sono in grado di stabilire chi abbia colpito l’edificio. Nei centri gestiti dall’Unrwa hanno cercato riparo la maggior parte dei 140 mila palestinesi fuggiti dai quartieri e dai villaggi rimasti coinvolti negli scontri. In due scuole abbandonate i funzionari hanno scoperto razzi nascosti dai miliziani. «È inaccettabile — commenta Ban Ki-moon, segretario generale dell’Onu —. I responsabili trasformano un luogo di accoglienza in un possibile obiettivo militare. Trovo anche allarmante che le munizioni restituite alle autorità locali siano adesso sparite». A Gaza «autorità locali» sta per Hamas, da quando i fondamentalisti hanno strappato con le armi il controllo della Striscia al Fatah, la fazione del presidente Abu Mazen. Gli Stati Uniti e l’Europa considerano il movimento islamico un’organizzazione terrorista, non le Nazioni Unite. Abu Mazen è in Giordania, sta cercando di ottenere un cessate il fuoco umanitario. Non la tregua definitiva, non ancora il ritorno alla calma stabilita dopo gli otto giorni di guerra del novembre 2012. Una pausa nei combattimenti per tentare di negoziare l’intesa che possa reggere. Hamas chiede che gli israeliani tolgano l’embargo imposto a Gaza dal 2007, la ✒ TEL AVIV — L’Agenzia europea per la sicurezza aerea (Aesa) e l’Agenzia federale dell’aviazione americana (Faa) hanno annunciato ieri il ritiro della raccomandazione per le compagnie aeree a non volare su Tel Aviv. Lo stop ai voli verso la città israeliana era stato decretato martedì scorso, dopo che un razzo lanciato dalla Striscia di Gaza era caduto in una località pochi chilometri a nord delle piste dell’aeroporto Ben Gurion. Il divieto, inizialmente di 24 ore, poi prolungato per altre 24, era stato osservato da tutti i principali vettori aerei a eccezione di British Airways. L’Aesa ha accompagnato il ritiro della sospensione dei voli con la raccomandazione «a monitorare attentamente i rischi per la sicurezza». Tutte le linee aeree americane e la maggior parte di quelle europee hanno comunicato l’immediata ripresa del servizio. Fra quante hanno invece prolungato la sospensione dei voli, Lufthansa, per altre 24 ore, e Air France, fino a nuovo ordine, Nell’edificio si erano rifugiate oltre mille persone Molti bambini fra le quindici vittime accertate Noa La lettera aperta e piango ❜❜ Canto per i due popoli Un’altra strada c’è: tendere la mano ai moderati Cantante Noa, 45 anni, israeliana di NOA S aluti a tutti dal nostro angolo del Medio Oriente, dove da qualche giorno è scoppiato l’inferno. Ogni ora suonano le sirene di allarme vicino casa mia: missili in arrivo. A Tel Aviv è ancora peggio. Oggi viaggiavo con mio figlio e ho fermato la macchina in mezzo alla strada per precipitarmi in un edificio poco distante, non appena è partito l’ululato delle sirene. Qualche minuto dopo, abbiamo sentito tre forti esplosioni che hanno fatto tremare i muri. Nel sud del Paese, la situazione è insopportabile: la vita si è fermata, la gente passa gran parte del tempo rintanata nei rifugi antiaerei. I razzi vengono per lo più intercettati dal nostro sistema difensivo, ma non tutti. Ogni civile rappresenta un bersaglio, i nostri figli sono scossi, traumatizzati, le ferite emotive irreversibili. E i tunnel, scavati nel sottosuolo, sbucano proprio davanti alla porta di alcuni kibbutz sul confine di Gaza. Nei miei incubi peggiori riesco solo a immaginare a che cosa possano servire: contrabbando, rapimenti, torture, uccisioni! I nostri soldati sono in prima linea al fronte. Sono i nostri figli, i figli dei nostri amici e dei nostri vicini, i ragazzi e le ragazze chiamati dal governo a servire il loro Paese. Già vediamo bare avvolte nelle bandiere, parenti in lacrime, vite distrutte, si recita il Kadish… una routine purtroppo ben nota, e sconvolgente. E che dire degli abitanti di Gaza, santo Iddio, quante tremende sventure può sopportare quella gente? È davvero condannata a soffrire per l’eternità per mano dei suoi crudeli tiranni? Le immagini dei bambini morti o feriti, le madri urlanti con i vestiti sporchi di sangue, le macerie e la devastazione, il terrore nei loro occhi, solo cinque minuti per uscire di casa, per scappare e mettersi in salvo prima delle bombe… nessun rifugio. Con le tattiche talebane di Hamas da una parte e i bombardieri F16 dell’esercito israeliano dall’altra, questa povera gente si ritrova intrappolata e senza scampo, schiacciata dalle ganasce d’acciaio della cecità e della stupidità! La conta dei morti aumenta di giorno in giorno, per l’amor di Dio! I militanti di Hamas sono estremisti, jihadisti, gente pericolosa che punta a sterminare tutti gli ebrei, compresa me e i miei figli, non riconosce Israele e vuole trasformare tutti gli abitanti di Gaza in shahid, usandoli come scudi umani. Ne abbiamo sentito parlare. Ma è giusto accusare ogni uomo, donna e bambino per questa tragica pazzia da entrambi i lati? Voglio scendere in piazza e gridare la Corriere della Sera Venerdì 25 Luglio 2014 Primo Piano italia: 51575551575557 3 # ❜❜ L’attacco alla scuola dell’Onu a Beit Hanoun è la prova della necessità di mettere fine alla violenza John Kerry segretario di Stato Usa ❜❜ La protezione dei civili e delle insegne dell’Onu sono principi che non ammettono deroghe Federica Mogherini ministro degli Esteri italiano Controversia L’Anti-Defamation League scrive a Mogherini Da Budapest a Roma il caso dell’ambasciatore «È un noto antisemita» Protesta delle associazioni ebraiche Lutto La disperazione di una ragazza (Epa/Mohammed Saber). In alto, un uomo con una bimba ferita alla scuola delle Nazioni Unite (Reuters/Finbarr O’Reilly). Qui sopra, i parenti riuniti intorno ai corpi di due cugini di 3 anni e di un anno e mezzo uccisi in un raid israeliano durante la notte (Ap/Lefteris Pitarakis) 788 Le vittime in sedici giorni di guerra secondo il bilancio delle Nazioni Unite: più di 750 morti palestinesi (per oltre il 70% civili), 35 israeliani (di cui tre civili) nella scuola distrutta km CISGIORDANIA 6,5 Valico di Erez H = ospedale Beit Lahiya = bombardamento GAZA Gerusalemme ISRAELE LE Città bombardate Mar Mediterraneo Zona cuscinetto (3 km di profondità) all’interno della quale l’esercito israeliano ha comunicato agli abitanti di allontanarsi Deir al-Balah G A Z A Gaza City H Jabalia H H Beit Hanoun H Ospedale Al Wafa distrutto dai raid israeliani Scuola delle Nazioni Unite di Beit Hanoun bombardata ieri. Almeno 15 i morti I S R A E L E Kahn Yunis campi profughi riapertura dei valichi (almeno quello a sud con l’Egitto che verrebbe affidato alle forze del presidente palestinese), il rilascio dei prigionieri liberati tre anni fa nello scambio per il caporale Gilad Shalit e riarrestati di recente. Il consiglio di sicurezza israeliano, guidato da Benjamin Netanyahu, si riunisce stamattina. Deve decidere se allargare l’offensiva che è costata la vita a 32 soldati (3 civili sono stati uccisi dai razzi palestinesi). Il primo ministro ripete che le trattative devono garantire la smilitarizzazione di Gaza. I bambini si tuffano nella fontana della piazza intitolata al milite ignoto, un soldato senza nome di quando le guerre in questa Striscia di sabbia le combattevano gli eserciti arabi. I negozi nel centro della città restano aperti, la gente spera di poter celebrare Id al Fitr, la festa che chiude il mese sacro di Ramadan. È prevista domenica o lunedì sera, i movimenti della Luna decidono il giorno, quelli della diplomazia se potrà essere in parte una gioia. Davide Frattini @dafrattini © RIPRODUZIONE RISERVATA mia verità. Ci sono solo due fazioni, e non si tratta di israeliani e palestinesi, ebrei e arabi, ma soltanto di moderati ed estremisti. Io mi schiero con i moderati, dovunque essi siano. E il nostro campo deve unire le forze e trovare unità. Io non ho nulla da spartire con gli estremisti ebrei che bruciano vivi i bambini, che avvelenano i pozzi e sradicano alberi, che prendono a sassate i ragazzini che vanno a scuola, che sono imbevuti di odio e si credono nel giusto. Il fatto che io abbia in comune con loro la religione e il passaporto non significa nulla per me. Allo stesso modo, gli estremisti dell’altra sponda sono i miei più feroci nemici. Ma il loro odio non è diretto solo contro di me, bensì anche contro i moderati della loro società, facendo di noi tanti compagni d’armi. Ci sono voci più liberali nel mondo musulmano, ci sono partner per il dialogo! Abbiamo provato a tendere loro la mano? No. Anzi, il governo guidato da Netanyahu ha fatto di tutto per sabotare ogni tentativo di riconciliazione. Ha indebolito e umiliato Abu Mazen, capo del più moderato Olp, che ha affermato più volte di volere la pace. A più riprese, il governo Netanyahu ha disatteso gli impegni presi, rifiutandosi con mille pretesti di liberare i prigionieri che aveva promesso di rilasciare, ha preferito continuare a costruire Prigionieri Alcuni soldati israeliani sorvegliano i prigionieri palestinesi catturati nei giorni scorsi durante l’offensiva dello Stato ebraico nella Striscia di Gaza (Reuters/ Walla) ROMA — Alla Farnesina non è arrivata, al momento, nessuna richiesta di accreditamento da parte della Repubblica ungherese per Péter Szentmihályi Szabó , 69 anni, poeta, scrittore , e commentatore politico di destra. Ma da quattro giorni il «caso» della nomina del nuovo ambasciatore in Italia tiene banco a Budapest, sul web e negli ambienti giornalistici ed intellettuali. Perché l’uomo che sarebbe stato scelto dal governo retto dal partito nazionalista di destra, guidato da Viktor Orban, sarebbe, secondo l’Anti-Defamation League, la più importante organizzazione mondiale che combatte contro l’antisemitismo, «un noto antisemita». Adesso, il caso è diventato internazionale. Il direttore dell’ADL, Abraham H. Foxman, mercoledì 23 luglio, ha inviato da New York una lettera al ministro degli Esteri italiano Federica Mogherini, in cui chiede che l’Italia non conceda il gradimento. «Noi speriamo — ha scritto Foxman — che risulterà chiaro al governo ungherese che il signor Szabó non sarebbe gradito a Roma». Nella missiva, l’ADL ha sottolineato che Szabó ha pubblicato testi contenenti teorie cospirative antisemite e ha descritto gli ebrei in Ungheria come «agenti di Satana» , accusando inoltre gli ebrei di aver tratto benefici dall’«industria dell’Olocausto». Foxman ha fatto appello anche al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, insignito l’anno scorso del più alto riconoscimento dell’ADL, affinché «rifiuti di accettare le credenziali» del nominato. «Tra il suo ministero — conclude Foxman nella lettera alla Mogherini — e l’Ufficio del presidente, noi speriamo che il governo italiano troverà il modo appropriato di incoraggiare il governo ungherese a provvedere, come ambasciatore nella vostra capitale, con un rappresentante più adatto di un uomo di odio». Szabó, che ha vissuto a Londra (1974) e Los Angeles (1984) con borse di studio statali (ai tempi del regime comunista), è stato un addetto stampa del ministero degli Esteri alla fine degli anni Ottanta, e insediamenti come se non vi fossero negoziati in corso. È come prendere ripetutamente a schiaffi qualcuno, ripetendo candidamente «Facciamo la pace!» Solo il dialogo potrà salvarci. Solo uno sforzo congiunto per rafforzare i moderati ed emarginare per quanto p o s s i b i l e g l i e s t re m i s t i p o t rà riaccendere qualche speranza. Per quanto noi, in Israele, odiamo e disprezziamo Hamas, Hamas non scomparirà come per incanto. A b b i a m o p re s o s e r i a m e n t e i n considerazione le condizioni da loro avanzate per un cessate il fuoco? Molte di esse sono ragionevoli. Perché n o n c e rc h i a m o d i a l l e v i a re l e sofferenze di Gaza, consentendo agli abitanti di migliorare le proprie condizioni economiche, restituire dignità alla loro vita in cambio di una tregua decennale. In quel lasso di Chi è Con i comunisti Péter Szentmihályi Szabó, 69 anni: ai tempi del regime comunista ha vissuto a Londra e a Los Angeles con borse di studio statali, è stato addetto stampa del ministero degli Esteri alla fine degli anni Ottanta ha insegnato nei primi anni Novanta all’Università cattolica Pázmány Péter (ma attualmente non vi ha nessun incarico). Il 14 dicembre 2000 ha pubblicato «Gli agenti di Satana» su Magyar Fórum. Eccone un estratto: «Vivono qui in Ungheria, parlano e scrivono in ungherese, ma ci odiano. Io davvero non capisco perché rimangono, se è così male qui, in questo Paese accogliente che è così stupidamente paziente. Non è difficile riconoscerli perché sono vili e impertinenti allo stesso tempo. Il denaro è il loro Dio, la loro lingua madre in cui hanno fiducia da tempo immemorabile». E poi continua con i peggiori pregiudizi razziali: «Cerchi scuri sotto gli occhi, la pelle flaccida, palme sudate, piedi freddi(...) Essi possono essere trovati ovunque sulla terra. Sono gli agenti di Satana». Nel 2002 l’ambasciatore si è iscritto al partito antisemita della Accreditamento Nel 2000 ha scritto il libro «Gli agenti di Satana». Ancora nessuna richiesta di accreditamento all’Italia Dopo il Muro Ha insegnato nei primi anni ‘90 all’Università cattolica Pázmány Péter (dove attualmente non ha nessun incarico) Antisemitismo Autore nel 2000 dello scritto «Gli agenti di Satana», dove mette in campo i peggiori stereotipi a sfondo razziale, nel 2002 Szabó si è iscritto al partito antisemita della destra radicale (Miép). Il governo di Viktor Orbán lo ha designato ambasciatore in Italia suscitando proteste tempo cambierà la mentalità dei giovani e anche un modesto livello di p ro s p e r i t à p o t rà d i v e n t a re i l catalizzatore del cambiamento! Perché immaginare che questi anni serviranno solo a rafforzare la potenza militare di Hamas? Le condizioni saranno sottoposte ai controlli della comunità internazionale. Forse potrà emergere una nuova realtà in cui Hamas, grazie a giovani leader capaci di vedere orizzonti diversi, potrebbe lasciarsi ricondurre a una dimensione politica in grado di favorire il dialogo. Chiedo a me stessa, e a Netanyahu: perché non osiamo percorrere una strada nuova? Accogliamo Abu Mazen, fermiamo la costruzione di insediamenti, appoggiamo il governo di unità, riapriamo i confini di Gaza e riprendiamo gli scambi commerciali sotto il controllo di istituzioni destra radicale (Miép). E i suoi scritti sono diventati sempre più fortemente antiglobalizzazione e contrari alla politica americana e di Israele. In essi persino l’ex presidente repubblicano George W. Bush viene accusato di essere «un fantoccio» della plutocrazia americana, «il prototipo dell’utile idiota» che ha fatto «un voltafaccia biblico». Altri esempi degli scritti di Szabó sono contenuti «Nell’ombra della storia» pubblicati da Magyar Demokrata, il 27 marzo del 2003. Oppure nel «Terrore democratico» del 13 febbraio 2003. Fonti ungheresi sottolineano che l’ambasciatore designato non parla una parola di italiano e lo descrivono «come uno dei membri del circolo della moglie di Viktor Orban». M.Antonietta Calabrò @maria_mcalabro © RIPRODUZIONE RISERVATA internazionali, condividiamo i sogni dei palestinesi, spalanchiamo le braccia agli interventi internazionali e conquistiamoci un vero alleato per SCONFIGGERE il mostro dell’estremismo! Scacco matto. Se di nuovo scegliamo la spada al posto della parola, se santifichiamo la terra anziché la vita dei nostri figli, ben presto saremo costretti a cercare una patria sulla luna, perché la nostra terra sarà così inzuppata di sangue e stipata di tombe che non resterà più posto per i vivi. Ho scritto queste parole e le ho cantate con la mia amica Mira Awad. E oggi suonano più vere che mai: «Quando piango, piango per entrambi. Il mio dolore non ha nome. Quando piango, piango rivolta al cielo spietato e dico: Ci deve essere un’altra strada». (Traduzione di Rita Baldassarre) © RIPRODUZIONE RISERVATA 4 italia: 51575551575557 Venerdì 25 Luglio 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Venerdì 25 Luglio 2014 Primo Piano italia: 51575551575557 5 Il Parlamento Le scelte Accelerazione al Senato. Corteo di protesta al Colle Scatta la tagliola: voto finale alla riforma entro l’8 agosto. Parlamentari da Napolitano Linea dura del governo: reazione strumentale, comunque ci sarà il referendum La vicenda Lo scontro tra Boschi e i Cinquestelle La discussione in Senato sulla riforma di Palazzo Madama entra nel vivo lunedì 21 luglio. Nella replica, il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi definisce «allucinazioni» le accuse al ddl da parte del M5S. I senatori cinquestelle avevano parlato di provvedimento «illiberale» L’assalto degli emendamenti ROMA — Bagarre, cortei al Colle, proteste. Al Senato, sulle riforme costituzionali, scatta la «tagliola», o «ghigliottina» che dir si voglia. È la decisione della capigruppo, richiesta in mattinata da Luigi Zanda del Pd: a maggioranza, passa il contingentamento dei tempi. Non più di 135 ore totali, 80 per le votazioni. L’8 agosto, anche se l’esame di tutte le «correzioni» apportate dalle opposizioni (ufficiali e «dissidenti» di Pd e Forza Italia) non è finita, va comunque in scena il voto finale. Una decisione che era nell’aria. Così, quando il presidente Grasso, nell’aula del Senato, la rende pubblica, la reazione delle opposizioni è immediata. Volano parole grosse, con i «grillini» più volte richiamati all’ordine. Loredana De Petris, la pasionaria di Sel, urla nel microfono. Paolo Corsini (Pd) cita «l’artico- lo 72 della Costituzione» che parla di «procedura normale per i disegni di legge in materia costituzionale». Davanti al bar, lo dice anche Roberto Calderoli, Lega, relatore del testo con Anna Finocchiaro (Pd), e al tempo stesso uno dei «capi» dei ribelli: «La tagliola non ci può essere». E aggiunge: «Vogliono andare a votare. Ottanta ore di votazione sono 4.800 minuti, anche votando un emendamento al minuto, con gli altri che facciamo?». Mario Mauro, ex ministro della Difesa, Popolari per l’Italia, lancia la proposta (seguita da Cinquestelle, Lega, Sel più «malpancisti» vari) di «lasciare l’aula». E lo fa, spiegherà più tardi, per «evitare che la situazione degeneri: sa, sono giovani, e un po’ intemperanti...». Il rischio di occupazione, infatti, era dietro l’angolo. Escono in molti. Chi dice «un Il tweet Il ministro Boschi annuncia l’intenzione di convocare «comunque» un referendum sulle riforme centinaio», chi un po’ meno: per il salone, e nei corridoi, si aggirano anche Augusto Minzolini (FI), Felice Casson e Corradino Mineo (Pd), gli stessi popolari, quelli del Gal. Leghisti, pentastellati e vendoliani, dopo una riunione comune, salgono tutti insieme, quasi in corteo, al Colle dove vengono ricevuti dal segretario generale Donato Marra. Beppe Grillo, via Facebook, li sostiene: «Bisogna essere orgogliosi dei nostri ragazzi. Ora sono davanti al Quirinale per difendere la nostra Costituzione. Napolitano non li ha incontrati? Era leggermente indisposto...». Il clima è incandescente. E un’altra giornata se n’è andata. Votazioni? Cinque, in tutto. Tre mercoledì, due ieri. Fino a quando, sui lavori parlamentari, non piomba la richiesta di Zanda. Anche lui, nel suo intervento, alza i toni: «Non sarei voluto arrivare a questo punto, ma ho sentito pronunciare delle parole luride...». Paolo Romani, FI, è quasi sconsolato: «Abbiamo cercato tutte le mediazioni possibili. Lo dico a chi si oppone: ritirate gli emendamenti inutili». Nella capigruppo, Vito Petrocelli (M5S) chiede a Zanda: «Quale sarebbe un numero accettabile?». «Qualche centinaio», la replica. Equivale a una dichiarazione di guerra. Ma tra governo e opposizioni, ormai, siamo al muro contro muro. Maria Elena Boschi, di nuovo, indossa i panni della «signora no»: «Questo numero di emendamenti è un ricatto: o li ritirano, o noi andiamo avanti». E la mezza «apertura» di Vendola? La porta, appena socchiusa, immediatamente viene sbarrata: «Sconcertante definire ricatto l’esercizio delle prerogative dell’opposizione. Non siamo ricattatori, ma certamente non siamo ricattabili». Le colombe, in questo clima, faticano a volare. Ci prova Gaetano Quagliariello, Ncd, che propone «il referendum confermativo in ogni caso». Anche, cioè, se la riforma costituzionale passa con la maggioranza dei due terzi. La Boschi sposa l’idea e twitta: «L’ultima parola spetterà comunque ai cittadini. #noalibi». È la parola d'ordine renziana. Anche se non servirà certamente a placare le opposizioni. Ernesto Menicucci © RIPRODUZIONE RISERVATA I gruppi parlamentari presentano 7.850 emendamenti al ddl di riforma costituzionale del Senato (6 mila solo dal gruppo di Sel). Cresce la tensione tra governo e oppositori. Viene riformulato il calendario dei lavori: da lunedì 28 senatori staranno in aula dalle 9 alle 24 anche il sabato e la domenica Appello del Quirinale contro la paralisi Tensione A sinistra, il presidente del Senato Grasso, sopra il ministro Boschi e la senatrice pd Finocchiaro; sotto, a sinistra Santangelo (M5S) e a destra Airola (al centro) con Morra e Taverna (M5S) (Ansa, LaPresse) Il presidente della Repubblica Napolitano fa appello «a tutte le parti» contro il rischio di una paralisi delle decisioni in Senato: «Sarebbe un grave danno al Parlamento», dice. I lavori procedono a rilento: nella prima giornata vengono messi ai voti solo tre emendamenti La rabbia del premier per i tempi lunghi Mercoledì 23 luglio il presidente del Consiglio Matteo Renzi esprime tutto il suo disappunto per l’inizio rallentato delle votazioni a Palazzo Madama: «Non c’è esempio migliore per dimostrare che il Senato va cambiato, si lavorerà anche ad agosto, qui non molla nessuno» Voto entro l’8 agosto Bagarre e proteste Per rendere più veloce il dibattito la conferenza dei capigruppo decide il contingentamento dei tempi: l’8 agosto, anche se l’esame di tutti gli emendamenti non è terminato, si voterà. Protestano tutti gli oppositori del ddl, dal M5S a Sel, dalla Lega a singoli parlamentari di FI e Pd Il retroscena Le critiche sotterranee di una parte del Pd e le lodi di Calderoli: «È stato bravissimo, ma ha predicato nel deserto» I giorni difficili dell’arbitro Grasso «Smettetela di tirarmi per la giacchetta» La seconda carica dello Stato avverte: il muro contro muro è inutile ROMA — A un certo punto, durante la riunione dei capigruppo, è sbottato: «Smettetela di tirarmi per la giacchetta». Sono giorni difficili, questi, per Pietro Grasso. Il presidente del Senato si trova in una situazione delicata, con due fronti che si combattono e usano il regolamento come arma, talvolta impropria. Il suo ruolo è super partes, ma non è facile quando piovono missili da ogni parte. Per questo, oltre a essere il garante delle regole, è palese il suo tentativo di favorire una mediazione tra le parti. Con il muro contro muro, spiega ai suoi, «non si va da nessuna parte» e anche per questo avrebbe preferito evitare la «tagliola» dei tempi. Anche perché nei prossimi giorni si parlerà d’altro. Ci sono due decreti, Competitività e Cultura e turismo, e solo martedì si tornerà sul ddl costituzionale: «Speria- mo che il fine settimana porti consiglio», dice in Aula. E «speriamo che torni a parlare la politica» dice a chi gli parla. Nella descrizione che ne viene fatta da alcuni, gli viene attribuito un cambio di posizione tra mercoledì e ieri. La prima giornata è stata segnata dalla rabbia nei suoi confronti da parte del capogruppo del Pd, Luigi Zanda, per la decisione di ammettere il voto segreto in alcuni casi. Ieri, invece, le posizioni di Grasso si sarebbero addolcite anche in seguito all’intervento del Quirinale. Nulla di tutto questo, riferiscono fonti vicine a Grasso. Perché, in realtà, mercoledì il Presidente del Senato ha sì ammesso il voto segreto, ma con due importanti postille, che servono a «sminare» il campo da possibili giochetti. Perché ha consentito il voto segreto su- gli emendamenti che riguardano le minoranze linguistiche, ma con il voto separato: non si potrà cioè introdurre surrettiziamente il voto segreto in materie diverse e più sensibili. Tutti tranne l’emendamento del leghista Candiani, l’1.0.22, scritto in modo che si debba votare insieme, con voto segreto, riduzione dei parlamentari e minoranze linguistiche. Altra prova di equilibrio, viene fatto notare, è stato aver assegnato un minuto, invece dei 10 previsti, ai L’appello In vista del fine settimana il presidente ha fatto appello ai capigruppo: parlatevi, c’è tempo per raffreddare gli animi voti in dissenso. E aver accorpato le proposte di calendario, risparmiando molto tempo. È quanto, spiegano fonti della Presidenza, gli consente il regolamento: l’armonizzazione. La sensazione avvertita dalle parti della Presidenza è che qualcuno lo voglia invece usare come capro espiatorio. E che sul voto segreto si sia voluto non votare in capigruppo (come invece era stato fatto nel caso del voto sulla decadenza di Berlusconi, 7-6 per il voto palese), per lasciargli il cerino e poi attribuirgli la responsabilità. Quando invece, si spiega, il regolamento non consente di escludere il voto segreto per materie come minoranze linguistiche e libertà personali. Ieri Grasso ha cercato, inutilmente, di conciliare le parti: «Parlatevi, ci sono 3-4 giorni di tempo, abbiamo tempo di raffreddare gli animi e far parlare la politica». Sel, Lega e 5 Stelle hanno proposto una serie di materie su cui discutere e il ministro Maria Elena Boschi sembrava disponibile a discuterne, prima della richiesta esplicita di contingentamento da parte di Zanda. La diffidenza della maggioranza nasce anche dall’intervista di marzo nella quale il Presidente esprimeva dubbi sul fatto che ci fossero i numeri per far passare la riforma. Ma poi, fanno notare, da quando è stato presentato il ddl, Grasso ha parlato una sola volta, a Gerusalemme, per spiegare che il testo era stato molto arricchito dalla Commissione e altrettanto avrebbe potuto fare l’Aula. Grasso ci tiene a mantenere il suo ruolo super partes e a negare di essere diventato «la bandiera del dissenso» o di avere preclusioni nei confronti della maggioranza (l’altro ieri c’è stato anche un lungo colloquio con Renzi). Anche se dall’opposizione le lodi non mancano. Come quelle di Roberto Calderoli: «Grasso è stato bravissimo. Ha provato a farli ragionare, ma è una sorta di predicatore nel deserto». Alessandro Trocino © RIPRODUZIONE RISERVATA 6 Primo Piano Venerdì 25 Luglio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 # Il Parlamento Le scelte Renzi: noi andiamo fino in fondo no alla dittatura della minoranza Al Colle La delegazione dei parlamentari di M5S, Sel, Lega, Fratelli d’Italia davanti al Quirinale: circa un centinaio tra senatori e deputati (Ansa) Intervista al premier: avanti anche per sanare la ferita dei centouno Il Pil? Molto difficile arrivare alla stima dello 0,8 contenuta nel Def di ALAN FRIEDMAN ROMA — Mentre a Palazzo Madama l’ostruzionismo sulla riforma del Senato fa sì che i lavori vengano sospesi e si contempli la tagliola, a poca distanza, a Palazzo Chigi, Matteo Renzi si mostra molto determinato, molto sicuro di sé. «In Italia», sostiene il presidente del Consiglio, «c’è un gruppo di persone che dice “no!” da sempre. E noi, senza urlare, diciamo “sì!”». Poi, con la risolutezza del toscano di razza, sentenzia in modo laconico: «Piaccia o non piaccia, le riforme le faremo!». In un lungo colloquio, il premier commenta tutti i temi caldi del momento. Sulla piaga della disoccupazione, si mostra cauto: «La nostra priorità è il lavoro. Ma le statistiche, credo, inizieranno a migliorare solo dal 2015». Anche sulla crescita del Pil quest’anno, il realismo è d’obbligo, specialmente in un giorno in cui il Fondo monetario internazionale taglia le sue previsioni per l’Italia a un misero 0,3 per cento. Il premier, che parla prima dell’annuncio del Fmi, dichiara che sarà «molto difficile» arrivare alla stima dello 0,8% contenuta nel Def. E con onestà ammette che non è sufficiente per abbattere il livello della disoccupazione: «Che la crescita sia 0,4 o 0,8 o 1,5% non cambia niente dal punto di vista della vita quotidia- ❜❜ Certo non mi faccio impaurire da uno che minaccia come Scilipoti na delle persone». Quello che conta, sostiene Renzi, è garantire agli imprenditori l’accesso ai fondi e sbloccare quei 43 miliardi di investimenti annunciati per le infrastrutture, «che non violano nessun vincolo europeo perché sono già conteggiati». Poi, a metà intervista, promette di accelerare il pagamento dei debiti della Pubblica amministrazione: «Entro il 21 settembre dovremmo riuscire a pagarli tutti» dice, ma aggiunge che la somma totale sarà «molto meno» di 60 miliardi. La cifra esatta, spiega, sarà calcolata entro 10 giorni. Dedichiamo ampio spazio nella nostra conversazione alla crisi in Ucraina e alla guerra a Gaza. Sul bombardamento della scuola Onu da parte dell’esercito israeliano, che ha causato almeno 15 morti, Renzi si mostra colpito: «Sono angosciato, sono molto preoccupato per il processo di pace in Medio Oriente». Riguardo alla crisi in Ucraina e l’ipotesi di nuove e più dure sanzioni nei confronti della Russia, Renzi dice che l’Italia «sarà in linea con la Gran Bretagna, la Germania e la Francia». Ma avverte: «Siamo allineati alle posizioni del G7, ma attenzione a non usare toni da Guerra fredda». Quando ci incontriamo, pochi minuti dopo mezzogiorno, Renzi è già reduce da una visita a Ciampino per accogliere Meriam, la giovane cristiana sudanese con- dannata a morte per apostasia, ora al sicuro in Italia. Si siede, con la sua solita camicia bianca e cravatta ma niente giacca, si fa microfonare (stiamo anche registrando questa intervista per l’ultima puntata della mia trasmissione su La7, Ammazziamo il Gattopardo), e sulla questione delle riforme si mostra irremovibile. Non è preoccupato dalle insidie che potrebbero nascondersi dietro le numerose richieste di voto segreto presentate: «La maggioranza terrà ma se nel voto segreto andasse sotto su uno, due, tre, dieci emendamenti, poi si va alla Camera e per ogni voto segreto che non è andato bene al Senato, recupereremo alla Camera». Il presidente del Consiglio è un fiume in piena. «Loro pensano di farci innervosire, di farci diventare polemici, di farci mollare… Io non mollo, Friedman. Non mollo. Vado avanti dritto. Gli italiani hanno detto con il voto di maggio “Renzi, cambia il Paese”. E secondo lei mi basta una qualche “minaccina” o una forma di ostruzionismo? Io devo cambiare la giustizia, il Fisco, le infrastrutture, la riorganizzazione del Paese e secondo lei mi faccio impaurire da un senatore che minaccia come Scilipoti? Le sembro uno che si preoccupa della minaccia di Scilipoti?». Ma io insisto, e chiedo se non teme che tra gli oppositori ci siano anche elementi del suo partito, fra cui i famosi 101 che nel segreto dell’urna hanno affossato la candidatura di Romano Prodi per il Quirinale nel 2013. Renzi annuisce: «Noi andremo avanti anche per sanare quella ferita». Il presidente del Consiglio sottolinea come il governo sia già venuto incontro a diverse richieste di modifica del testo sul Senato, ma non intende essere ostaggio di quella che definisce una «dittatura della minoranza». «La riforma del Senato che è arrivata in votazione», dice Renzi, «non è quella che avevo pensato io. È stata cambiata, in aspetti non fondamentali ma è stata cambiata. Io preferivo avere i sindaci, ora ci sono soprattutto consiglieri regionali, per fare un esempio. Si sono fatte delle modifiche perché bisognava ascoltare tutti, ed è giusto così con le riforme costituzionali. Non è che arriva un Mandrake e dice “adesso facciamo come voglio io”. Questo non è serio. Noi abbiamo ascoltato i costituzionalisti, abbiamo visto i documenti degli esperti, abbiamo impiegato mesi su carte e scartoffie e anche su documenti seri fatti molto bene. Ora che siamo alla fine, però, non si pensi che ci sia una dittatura della minoranza, perché io sono contro la dittatura della maggioranza ma a maggior ragione siamo contro la dittatura della minoranza. C’è in Italia un gruppo di persone che dice no da sempre, e noi senza urlare, diciamo sì, stavolta sì». Poi, con poche parole, riassume il succo del suo messaggio: «Piaccia o non piaccia, le riforme noi le faremo!». E se l’ostruzionismo continuasse, non solo sulla riforma del Senato ma anche sul Jobs Act in autunno, sulla riforma della burocrazia e del Fisco? Renzi sposerebbe la 40,8 la percentuale di consensi ottenuta dal Pd alle Europee 2014 minaccia del presidente del Pd Matteo Orfini, che ha avvertito: «o riforme o elezioni»? «No, io ho detto una cosa diversa. Io ho detto che ci arriviamo. Capisco che molti non ne possono più, tra i miei amici, tra i miei parlamentari, sono in tanti che dicono: “Ma basta, non è giusto star qui a farsi prendere in giro!”. Però io a tutti loro voglio dire: calma, perché noi arriviamo. Noi questo risultato lo portiamo a casa. Sono trent’anni che vengono presi in giro, gli italiani, e noi stavolta andiamo fino in fondo». Chiedo a Renzi se può confermare che il Jobs Act sarà una vera e propria riforma radicale del mercato del lavoro, e quanta polemica ci potrebbe essere in Parlamento su questa legge, visto il trambusto sul decreto legge Poletti che affrontava soltanto l’apprendistato e i contratti a tempo determinato. Il caso Soprintendenze e nuovo assetto del ministero Riforma della Cultura Il premier congela il piano di Franceschini Renzi congela la riforma del ministero della Cultura. Il piano, che prevedeva un profondo ripensamento della «macchina» pubblica per la gestione dei beni culturali, era stato presentato appena la settimana scorsa dal ministro Dario Franceschini per ridurre le spese e snellire la burocrazia. Un decreto storico (44 pagine e 36 articoli) che però è stato fermato dal premier prima che mercoledì arrivasse in Consiglio dei ministri per l’approvazione. In quel documento, al quale gli uffici di Franceschini avevano iniziato a lavorare subito dopo l’insediamento, si ridisegnavano gli assetti del ministero, ripensando ruoli e poteri delle soprintendenze. Le due novità più importanti, probabilmente le uniche ora non invise a Renzi, erano gli sgravi fiscali sulle donazioni da parte dei privati e l’introduzione di un direttore-manager (scelto con concorso anche fuori dal «pubblico» o addirittura all’estero) in sostituzione dei soprintendenti che guidano i 20 più importanti musei: dagli Uffizi a Brera, dalla Reggia di Caserta alle Gallerie dell’Accademia di Venezia o la Galleria Borghese di Roma. L’obiettivo di questa nuova figura sarebbe stata quella di valorizzare gli spazi museali, introducendo cioè nuovi servizi e puntando ad incrementare gli incassi, riprendendo in mano la leva sul prezzo dei biglietti. In cima alla lista di questi musei ci sono Corriere della Sera Venerdì 25 Luglio 2014 Primo Piano italia: 51575551575557 7 # Lo scontro Napolitano indisposto: non ha ricevuto i capigruppo Lega, 5 Stelle e Sel la «strana opposizione» che marcia sul Quirinale Crimi: non risponderemo delle nostre azioni La vicenda Il fronte variegato contro la riforma Dopo la scelta di contingentare i tempi per il ddl Riforme, le opposizioni (M5S, Sel, Lega, FdI) e i dissidenti di Pd e FI hanno abbandonato il Senato per salire al Quirinale e chiedere un incontro con il capo dello Stato Il precedente del Movimento In prima fila a guidare la protesta davanti al Colle il M5S, che anche in passato ha contestato le strumento della ghigliottina: a gennaio alla Camera scatenò la bagarre dopo la scelta di Boldrini «Lei ha ragione nel dire che il decreto Poletti ha creato tanta discussione, però è passato. Sessanta giorni ed è passato. È fatta», spara Renzi. Poi sul Jobs Act: «Ci sarà molta confusione? Non lo so. Penso di sì, che ci sarà discussione, ma anche che sia arrivato il momento, perché l’Italia ha bisogno di cambiare tutta. La riforma del Senato serve per dire che allora bisogna fare diverso il lavoro, diversa la giustizia, diverso il Fisco e diversa la burocrazia». Sulla tempistica assicura che il Jobs Act ci sarà in Aula quest’autunno e spera di approvarlo entro Natale. Poi in questo tour d’horizon di un giovedì mattina a Palazzo Chigi, c’è la questione del debito pubblico. Qualche settimana fa il sottosegretario Graziano Delrio, in un’intervista su questo quotidiano, ha fatto riferimento a una «soluzione radicale» per ridurre il debito. Renzi ha escluso qualsiasi consolidamento o ristrutturazione del debito pubblico ma ha voluto notare che il debito italiano è molto alto, a oltre 2 mila miliardi, e quindi un problema, ma il totale del patrimonio pubblico e privato degli italiani è quattro volte più grande. Alla fine, ha detto Renzi, «l’Italia ha più soldi che debiti, non tutti Paesi sono messi così». Nella parte della nostra conversazione dedicata alla politica estera, Renzi sottolinea che l’Italia è perfettamente allineata sulla questione delle sanzioni con altri membri del G7. Ma avverte che bisogna evitare l’uso di «toni di Guerra fredda». Poi affronta il rapporto tra Roma e Mosca e respinge le accuse di essere troppo tenero con la Russia, notando che l’Italia sta diversificando le fonti di approvvigionamento energetico, anche in Mozambico, che ha visitato pochi giorni fa. Cambio argomento e chiedo a Renzi di Entro il 21 settembre dovremmo riuscire a pagare tutti i debiti della pubblica amministrazione ❜❜ gli Uffizi, realtà ben conosciuta da Renzi, che con la riforma sarebbero sfilati a Cristina Acidini, soprintendente al Polo museale fiorentino, circuito di 26 tra Gallerie grandi e piccole che frutta oltre 20 milioni l’anno. La svolta al dicastero fondato da Giovanni Spadolini non è però piaciuta granché al premier, che si è deciso a stoppare il decreto per due motivi. Il primo sarebbe politico e di metodo. commentare il breve incontro a Bruxelles di mercoledì tra Massimo D’Alema e il neopresidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker. C’è qualche significato per la candidatura di Federica Mogherini come l’Alto rappresentante per la politica estera? Renzi qui sembra cauto, forse perché c’è un valzer delicato in corso nella diplomazia europea. Lui ci spiega che mentre è sicuro che l’Alto rappresentante per la politica estera dell’Ue verrà dalla famiglia socialista (Pse) lui preferisce aspettare prima un invito da Juncker a proporre un nome italiano. «L’Italia non ha ancora presentato il proprio commissario», spiega Renzi. «Ora aspettiamo che Juncker ufficializzi la richiesta. Se Juncker ufficializza la richiesta noi arriveremo a portare la candidatura il 29 o 30 agosto. La posizione italiana è molto semplice. Noi non mettiamo un nome ufficialmente sul tavolo finché non c’è la certezza che tocchi all’Italia». Chiedo infine a Renzi un commento sull’assoluzione di Silvio Berlusconi, e se questa sia rilevante o irrilevante nel percorso delle riforme. «È assolutamente irrilevante», risponde Renzi. «Le riforme non dipendono dai processi penali di Silvio Berlusconi. Il primo a dirlo è stato Silvio Berlusconi». E se Berlusconi, dopo i servizi sociali, decidesse di candidarsi? Renzi non batte ciglio. «È chiaro che se Berlusconi si candidasse contro di me farei di tutto per sconfiggerlo». L’incontro con Marra e le garanzie del Colle Il segretario Donato Marra ha ricevuto una delegazione con i capigruppo di Lega, Sel e M5S. «Marra ci ha detto che Napolitano ha garantito che vigilerà sull’iter», ha detto Gian Marco Centinaio (Lega) L’invito del presidente a un’ampia convergenza Il capo dello Stato già nei giorni scorsi si era espresso. «Sono sempre stato un attivo assertore» della necessità di «ricercare un’ampia convergenza politica in Parlamento», aveva detto Il governo assicura: il timing non cambia Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, e il ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi, sono comunque decisi a non cambiare rotta. Il timing fissato prevede 120 ore per il ddl sulle riforme © RIPRODUZIONE RISERVATA Franceschini avrebbe redatto la riforma in totale autonomia di fondo, senza informare e condividere con Renzi i principi cardine, presentando la riforma a cose fatte. La seconda causa delle frizioni verte invece sui contenuti. Il decreto limita sì le competenze dei soprintendenti ai musei, ma lascia intatti i poteri delle soprintendenze ai Beni architettonici, figure che Renzi aveva contestato a più riprese quando era sindaco di Fi- renze per i continui «no» alle scelte di governo della città. «Le soprintendenze — fu uno dei suoi attacchi più duri — sono un potere monocratico che non risponde a nessuno, ma passa sopra a chi è eletto dai cittadini». Appena nominato segretario del Pd, l’ex Rottamatore rilanciò: «Abbiamo la cultura in mano a una struttura ottocentesca, non può più basarsi sul sistema delle soprintendenze». E proprio alcuni sindaci italia- ROMA — «Ragazzi, questo è un giorno storico. Pacatezza, non spariamo minchiate. Ma non possiamo mica stare zitti, no?». Naturalmente in testa al corteo c’è lui, Alessandro Di Battista, che lungo la strada ha trovato pure il modo di fare una telefonata in russo. Il corteo sta ancora salendo la scalinata che viene su da Fontana di Trevi, tre furgoni della polizia arrivano sgommando dall’altro lato della piazza del Quirinale. E mentre Di Battista ripete il suo appello alla pacatezza ci pensa un altro parlamentare del Movimento 5 Stelle, Vito Crimi, a creare l’atmosfera giusta: «Questo è il nostro ultimo atto istituzionale. Poi non risponderemo delle nostre azioni». Quelli della Lega e di Sel ascoltano in silenzio. Certo, il leghista Sergio Divina si è portato fin qui le pagine della Costituzione che ha strappato nell’aula del Senato. E il senatore operaio Giovanni Barozzino dice che gli sembra di essere tornato davanti ai cancelli di Melfi, quando protestava perché la Fiat lo aveva mandato via e Nichi Vendola capiva di aver trovato un buon candidato. Ma in questa serata a metà strada fra l’Aventino e la piccola marcia su Roma la prima fila è tutta per i grillini. Sono loro a guidare la strana opposizione che forse sta nascendo, quasi un contrappasso dopo la strana maggioranza del fu governo Monti. Dalla presidenza della Repubblica hanno fatto sapere che Giorgio Napolitano non potrà ricevere nessuno per una «leggera indisposizione». Un forte mal di denti, pare. Non sarà l’unica delusione. «Siamo al Quirinale... raggiungeteci per difendere la Costituzione dalle mani del dittatore», scrive su Twitter sempre Crimi. Ma la chiamata alle armi non funziona. Qualche militante arriva. Due ragazzi in motorino che sembrano proprio contenti: «Finalmente rivedo il Movimento — dice quello biondo — in piazza dobbiamo stare, non là dentro a spingere bottoni e finire come gli altri». Passa pure ni, nei giorni scorsi, hanno segnalato al premier che su quel punto in particolare la riforma Franceschini sarebbe stata una rivoluzione a metà. Da qui è poi partita la richiesta di modificare il decreto. Il ministro dei Beni culturali si era confrontato anche con i presunti probabili oppositori della svolta. Compreso associazioni come Italia Nostra e i più convinti sostenitori della tutela, vista I nodi La rete delle Soprintendenze: 4 tipologie e 120 sedi 1 Le Soprintendenze sono organi del ministero per i Beni culturali. Le sedi in Italia sono 120, diffuse in 17 regioni (escluse Sicilia, Valle d’Aosta e Trentino Alto Adige, dove dipendono da Regioni e Province autonome). Si dividono in Soprintendenze per i Beni archeologici; archivistiche; per i Beni architettonici e paesaggistici; per i Beni artistici, storici e antropologici La riforma del ministro: uffici dimezzati e manager a capo di 20 musei 2 Il decreto a cui ha lavorato il ministro Dario Franceschini punta a riorganizzare il dicastero dei Beni culturali. E in particolare a unificare le Soprintendenze ai Beni artistici e quelle che si occupano di Architettura e lasciando un’unica sede per regione nel settore archeologico. Previsti inoltre direttori internazionali per 20 grandi musei Lo stop di Renzi al decreto: «Troppi poteri ai Beni architettonici» 3 Renzi ha congelato il decreto di Franceschini perché alcuni punti non lo convincerebbero. In particolare, secondo il premier, la riforma lascerebbe quasi intatti i poteri dei soprintendenti ai Beni architettonici, figure che Renzi ha contestato da sindaco di Firenze definendole «un potere monocratico che passa sopra a chi è eletto dai cittadini» Leonardo Metalli, il giornalista che ha fondato il gruppo 5 Stelle Rai, in elegantissima giacca verde. Ma la folla non si vede. In compenso arriva Giorgia Meloni. Si tiene a distanza, sotto l’obelisco dedicato a Pio VII. Imbarazzo a mischiarsi con gli altri? «No, quando c’è di mezzo la difesa della Costituzione ogni contaminazione è possibile». La delegazione dei tre capigruppo è già dentro da mezz’ora. Vito Petrocelli per i 5 Stelle, Gianmarco Centinaio per la Lega e Loredana De Petris per Sel stanno parlando con il segretario generale della presidenza Donato Marra. Riecco Di Battista. Disagio a manifestare con un pezzo di Prima Repubblica? «Magari non me l’aspettavo, ma più la protesta è larga più vuol dire che abbiamo ra- L’attesa delusa L’appello via Internet ai militanti del Movimento smuove soltanto qualche fedelissimo gione». Il leghista Massimiliano Fedriga ascolta, sorride e gli batte pure una pacca sulle spalle: «La verità è che qui ci vogliono far passare per cadregari». Scusi? «Attaccati alla cadrega, alla sedia. E invece è Renzi che vuole andare in vacanza l’8 agosto. Noi possiamo star qui pure tutto il mese e se altri sono d’accordo tanto meglio. Anche se siamo diversi eh?». La strana opposizione, appunto, le larghe intese di minoranza. Tra un po’ di diffidenza che non vuole andare via e il sollievo di aver trovato finalmente un minimo comune denominatore, chiamato antirenzismo. La delegazione sta uscendo dal portone del Quirinale, la luce del tramonto sembra perfetta. Il grillino Maurizio Buccarella si spara un selfie con un militante, il Cupolone sullo sfondo. «Però, bella ‘sta piazza». Lorenzo Salvia @lorenzosalvia © RIPRODUZIONE RISERVATA in contrapposizione alla valorizzazione dei beni culturali, che da sempre accusano la politica di Renzi come puro marketing, insomma, o giù di lì. Proprio grazie a queste consultazioni preventive, nel decreto sarebbero stati rimarcati alcuni passaggi sulle «attività di valorizzazione» da rendere «compatibili con le esigenze della tutela». Principio, secondo lo schema del ministero, che deve restare sempre «prioritario». Una strategia politica che, però, non ha risparmiato dure critiche da parte di esperti autorevoli come Antonio Paolucci: «Questa riforma è una macelleria che confonde cultura ed economia», aveva detto il direttore dei Musei Vaticani in un’intervista al Corriere Fiorentino. Adesso l’impianto del decreto va già in revisione, seguendo le correzioni del premier, che se con l’ex avversario di partito Franceschini ha stabilito una discreta sintonia politica non sembra ancora aver raggiunto affinità sul «metodo di lavoro». Intanto, forse per ricercare subito una sponda politica, ieri il ministro ha incontrato a Roma i sindaci dell’Anci. Claudio Bozza [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA 8 Primo Piano Venerdì 25 Luglio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Il Parlamento Le scelte Tetto da 240 mila euro agli stipendi Camera, i dipendenti contro Boldrini Protesta con i fischietti, l’ira del presidente di Montecitorio ROMA — Una protesta decisamente inedita quella di ieri mattina davanti a Montecitorio: assomigliava a una bagarre delle curve degli stadi, con veri e propri cori e invettive, anche contro la presidente Laura Boldrini. Ad inscenare la protesta commessi, consiglieri parlamentari, funzionari: i dipendenti della Camera contestavano i tagli degli stipendi decisi in mattinata dall’ufficio di presidenza di Montecitorio. I dipendenti hanno contestato fuori dal Palazzo ma anche dentro, lungo i corridoi, davanti all’ufficio della presidente Boldrini, gridando e applaudendo: «Beni, bravi, bis, complimenti». «Una contestazione che spiace e rattrista», ha commentato la presidente Boldrini, ricordando: «Fuori da Montecitorio c’è un paese reale che non ha più reti di protezione sociale e anche chi lavora dentro Montecitorio è chiamato a rendersene conto». I dipendenti della Camera non hanno esitato ad usare anche i fischietti per contestare un documento che l’ufficio di presidenza della Camera ha approvato quasi all’unanimità: ha votato contro Edmondo Cirielli di Fratelli d’Italia mentre la Lega si è astenuta. Lo stesso documento è stato approvato anche dall’ufficio di presidenza del Senato. Il documento si intitola infatti: «Integrazione congiunta degli indirizzi per la contrattazione - Senato della Repubblica Camera dei deputati». E prevede l’introduzione di un tetto per gli stipendi dei consiglieri parlamentari pari a 240 mila euro, così come stabilito dal decreto legge numero 66 del 2014, il cosiddetto dl Irpef. L’obiettivo è applicare questo Il ricalcolo Saranno tutti ricalcolati in proporzione, la cifra più alta è quella prevista per i consiglieri parlamentari Il «Paese reale» Boldrini replica alle contestazioni: fatto triste, guardate alle condizioni del Paese reale tetto entro la fine del 2014 e calcolare in proporzione i tetti per le altre categorie che lavorano dentro Montecitorio. Ovviamente tutto sarà calcolato in maniera tale che rimangano inalterati i rapporti retributivi oggi esistenti fra le varie professionalità. Le retribuzioni dei dipendenti della Camera verranno calcolate ai tavoli con i sindacati, ben quattordici le sigle sindacali che si contano a Montecitorio. «Se fuori di qui c’è un processo di rivisitazione degli stipendi più alti, sarebbe singolare che il legislatore che ha votato la conversione di quel decreto non si ponesse il problema: una decisione qui dentro andava presa», ha spiegato Marina Sereni, una delle vicepresidenti della Came- Montecitorio Laura Boldrini, 53 anni, presidente della Camera. Eletta con Sel, dal 1998 al 2012 è portavoce dell’Alto commissariato Onu per i rifugiati (Ansa) ra con delega a questo tipo di contrattazione. E ha aggiunto: «Certo fa più piacere prendere applausi che fischi o cori e applausi ironici, ma bisogna assumersi delle responsabilità». Sulla protesta dei dipendenti si è innestata la contestazione del Movimento 5 stelle: «Oggi è stato dato parere favorevole al contenimento delle spese per il personale ma di fronte alle nostre proposte di rivedere gli stipendi dei parlamentari tutti i partiti compatti ci hanno detto no», hanno riferito Luigi Di Maio, Riccardo Fraccaro e Claudia Mannino, tutti e tre membri dell’ufficio di presidenza della camera. E hanno poi spiegato che la loro proposta era di portare gli stipendi dei parlamentari a 5 mila euro lordi aggiungendo la rinuncia ai vari plafond e indennità, oltre alla rendicontazione pubblica delle spese. Una proposta che il Movimento 5 stelle, dopo l’ufficio di presidenza, ha riproposto anche all’attenzione dell’aula di Montecitorio, senza successo. E Roberto Fico ha postato su Facebook l’esito della votazione, commentando a fine seduta: «Guardate questa immagine della Camera. È l’esito della votazione sulla proposta di M5S di dimezzare lo stipendio dei deputati. Ovviamente i partiti, tutti, hanno trovato la perfetta sintonia per dire no». A fine seduta, concluso il di- battito sul bilancio della Camera, la presidente Laura Boldrini ha voluto ringraziare il segretario generale di Montecitorio Ugo Zampetti «per la sua competenza e dedizione e per il suo ruolo di garanzia di supporto imparziale e obiettivo per me e per tutti i deputati e i gruppi parlamentari». Con l’occasione Laura Boldrini ha voluto trovare parole di ringraziamento e di pacificazione anche per tutti i dipendenti della Camera: «Il personale della Camera è la risorsa più preziosa e le misure sulla retribuzione si devono accompagnare a una valorizzazione complessiva delle professionalità». E sempre in tema di risparmi l’ufficio di presidenza di Montecitorio ha deciso all’unanimità la rescissione dal contratto di affitto per i tre palazzi Marini, gli edifici di proprietà dell’imprenditore Sergio Scarpellini che ospitano gli uffici dei deputati. Per il primo febbraio 2015, riferiscono fonti di Montecitorio,la Camera potrà lasciare i palazzi. Alessandra Arachi © RIPRODUZIONE RISERVATA Il libro «Sconfitte» e parallelismi Tra il Fiscal Compact e l’Italia del ‘47 MILANO — «Quando un’autorità straniera dà ordini in casa tua, tu sei un reduce e la guerra l’hai persa». E per Andrea Cangini, cronista parlamentare e notista politico, autore di L’Onore e la sconfitta (Minerva Edizioni, 168 pagine), questo è accaduto due volte in 70 anni: con la ratifica del Trattato di pace nel 1947, dopo la II Guerra mondiale; e con quella del Fiscal Compact nel 2012, dopo una crisi con dati da guerra persa (in fumo, dal 2008 al 2013, 8,8 punti di Pil, disoccupazione raddoppiata e produzione industriale giù del 25%). Nel libro Cangini confronta le parole, pronunciate a 65 anni di distanza dagli stessi scranni di Montecitorio, sul Trattato di pace e sul Fiscal Compact: i verbali dell’Assemblea costituente del luglio 1947 e della Camera del luglio 2012. E paragona la consapevolezza del 1947 («dibattito prolungato, alto, coerente con il dramma nazionale e animato da tutti i maggiori leader») al «silenzio dei leader» nel 2012. Non una parola, in Aula, da Berlusconi, Alfano, Casini, Bersani o Monti. Quando, con un confronto «breve e di modesto livello», si introdusse il pareggio di bilancio in Costituzione e si approvò il piano di riduzione del debito (Fiscal Compact), che «ha privato lo Stato della propria sovranità di bilancio». Nel 1947 «nessuno si azzardò a dire che in fondo la guerra era stata colpa nostra, che ce l’eravamo andata cercare». C’era il senso di un trattato ingiusto, anche se accettato, la volontà di rimarcare la dignità nazionale nelle parole del socialista Il volume L’onore Pietro Nenni e dell’azionista Leo Valiani, e la sconfitta, negli interventi di comunisti e democristiaMinerva, 168 pp. ni. Non così 65 anni dopo: quando la consapevolezza della «sconfitta» non c’è stata. E questo è, per l’autore, spunto di riflessione su «un’opera di costruzione nazionale che mostra la concretezza del completamento della SalernoReggio Calabria», su un certo discorso pubblico per cui è meglio un «vincolo esterno che ci obblighi al buon governo», su un’unità politica europea vista, con pessimismo, come lontana. E su una politica debole: «È probabile che non potessimo far altro che recepire il Fiscal Compact» nel 2012, ammette Cangini, ma «occorre comunque una politica». La sua crisi suscita «delusione e rabbia»: e «perciò non si vota, o si vota con furore». Renato Benedetto © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Venerdì 25 Luglio 2014 Primo Piano italia: 51575551575557 9 Il Parlamento Le scelte Berlusconi vede Fitto Tregua sulle riforme ma resta la distanza A Roma La cena con Francesca e i fedelissimi Silvio Berlusconi e Francesca Pascale (foto in alto) a cena, mercoledì, in un ristorante nel centro di Roma: con loro gli azzurri della cerchia ristretta, Mariarosaria Rossi, Giovanni Toti, Mariastella Gelmini (foto in basso). Atmosfera distesa per la prima uscita pubblica dell’ex Cavaliere dopo l’assoluzione nel processo Ruby. E poco prima del dolce, qualcuno tira fuori le voci per cui, dopo una lite con Berlusconi, la Pascale avrebbe abbandonato Arcore. «Sono scappata di casa…», risponde lei, che subito, sorridendo, aggiunge: «Ma dieci anni fa». La serata finisce prima delle undici, ora in cui l’ex premier ha l’obbligo di tornare a casa. Divergenze sulla gestione del partito Il commento AL SENATO UNA SFIDA CHE EVOCA LA PALUDE O PERFINO LE URNE di MASSIMO FRANCO La via d’uscita scelta dal governo non è un gesto di tregua, ma una sfida che apre una guerra con le opposizioni. Anche se l’impressione è che Palazzo Chigi la consideri una guerra «giusta», inevitabile per non essere sommerso dalla mole abnorme degli emendamenti; e per non ritrovarsi tra un mese con l’ennesimo nulla di fatto. In teoria, avere prefissato i tempi degli interventi in aula dovrebbe garantire l’approvazione della riforma del Senato entro l’8 agosto. Il condizionale è obbligato, però, perché i contraccolpi politici si stanno ancora producendo, e accentuano un clima già avvelenato. Il risultato immediato è un corteo di parlamentari di M5S, Sel e Lega che vanno sotto il Quirinale e chiedono udienza a Giorgio Napolitano. Le minoranze sono salite su simboliche barricate verbali. Usano toni virulenti, e il loro appello al capo dello Stato arriva dopo quello rivolto l’altro ieri da Napolitano al Parlamento per evitare la paralisi decisionale: un intervento considerato d’appoggio a Palazzo Chigi, contro un ostruzionismo strumentale e ad oltranza. Sotto voce, dall’opposizione e dagli avversari di Renzi nel Pd si accusa Renzi di puntare ad elezioni anticipate. Secondo questa tesi, la sfida della «tagliola» alle modifiche nasconderebbe la ricerca di un pretesto per cercare l’incidente, rompere e tentare di arrivare quanto prima allo scioglimento delle Camere: tesi suggestiva, Le posizioni per il momento Un Renzi refrattario ma tutta da provare. alla trattativa Tanto più che sefa infuriare condo la Lega l’obiettivo renziano le opposizioni non sono le urne anticipate, ma la voglia di «andare in vacanza entro l’8 agosto». In realtà, se il Senato dirà sì alla fine del bicameralismo, non ci dovrebbe essere questo rischio. Il Pd ha sempre sostenuto che la fine della legislatura è legata al fallimento delle riforme e non alla loro approvazione. Il contingentamento dei tempi della discussione è un modo per ottenere d’autorità quanto si stava rivelando impossibile con un normale dibattito. Per questo il presidente della Repubblica aveva evocato il pericolo di una paralisi decisionale che vanificherebbe il lavoro svolto finora. La protesta dei partiti di Beppe Grillo, Nichi Vendola e Matteo Salvini prelude ad altre tensioni. Conferma il rischio che a prevalere siano i cosiddetti «opposti estremismi»: da una parte l’ostruzionismo irriducibile, dall’altra «l’imposizione della tagliola: un errore gravissimo», secondo Vannino Chiti, uno dei critici più puntuti di Renzi nel Pd. «Piaccia o no, le riforme le faremo. Non mollo, basta con quelli che dicono no», replica il capo del governo, rifiutando qualunque trattativa. La speranza «che il fine settimana porti consiglio», espressa ieri pomeriggio dal presidente del Senato, Pietro Grasso, per ora sembra dunque cadere nel vuoto. L’aspetto singolare è che lo scontro si consuma non solo tra maggioranza e opposizioni, ma nello stesso Pd di cui Renzi, Grasso e Chiti sono esponenti. E minacciano di coinvolgere il Quirinale. La decisione della maggioranza di ridurre i tempi della discussione moltiplica le accuse contro Renzi di concentrarsi sul Senato e non sulle questioni economiche e del lavoro, mentre l’Italia non aggancia la ripresa: un affanno riconosciuto ieri anche dal premier. E dà fiato a quanti arrivano a vedere una dittatura della maggioranza. Grillo sentenzia: «La democrazia è stata uccisa». Meno teatrale e più sobrio, uno dei relatori della riforma al Senato, il leghista Roberto Calderoli, sostiene che è stato «calpestato il buonsenso». C’era tempo fino a lunedì per trovare una soluzione. La mossa del governo, invece, a suo avviso complica tutto. «Rischiamo di finire tutti in una buca». Si vedrà presto se si tratta della solita palude parlamentare, o se per «buca» si intendono le urne. © RIPRODUZIONE RISERVATA ROMA — «Le riforme vanno fatte anche perché il nostro elettorato è il primo a volerle. Ma il modo di fare di Renzi sul Senato si sta rivelando rischioso anche per noi». E ancora: «Io sto facendo di tutto per ricomporre il centrodestra e, per tutta risposta, ricevo gli sberleffi di molti dei signori che stanno con Alfano. Ti fanno venire la voglia di lasciare ciascuno al suo destino...». E non è tutto. «Raffaele, dici che ci converrebbe andare a votare con la legge elettorale vigente?». Quando Raffaele Fitto esce da Palazzo Grazioli dopo un’ora e mezza di colloquio con Silvio Berlusconi, e siamo a metà del pomeriggio di ieri, dentro Forza Italia ciascuno si muove come può per ricostruire com’è andato il colloquio tra i due. Non si parlavano a quattr’occhi dall’alba della campagna elettorale per le Europee. E — anche se a distanza — si erano sfidati dopo, nelle settimane in cui Forza Italia sembrava diventata il terreno di scontro tra i berlusconiani di stretta osservanza e la cosiddetta «fronda Fitto». Dentro Forza Italia si scatenano. L’europarlamentare, dopo aver parlato pubblicamente di colloquio «lungo e bello», si fionda alla Camera dei deputati. I berlusconiani di stretta osservanza, invece, provano a sintonizzarsi con le antenne radio di Palazzo Grazioli. Da cui emergono tre cose. L’ex Cavaliere avrebbe condiviso parte delle perplessità di Fitto su come Renzi sta gestendo la partita del Senato («Le riforme vanno fatte ma il modo di © RIPRODUZIONE RISERVATA fare del premier si sta rivelando rischioso anche per noi»), si sarebbe dimostrato abbastanza infastidito dalla reazione della maggioranza degli alfaniani rispetto al suo appello all’unità («Ti fanno venire vo- glia di lasciare tutti al loro destino») e soprattutto avrebbe lasciato addirittura trapelare — dopo tantissimo tempo — la chimera di tornare alle elezioni anticipate quanto prima («Ci converrebbe andare a votare col proporzionale vigente?»). Quanto al partito, come avrebbe ammesso anche Fitto («Il percorso di rilancio è lungo e complesso. Abbiamo iniziato a discutere ma I nodi Le divisioni nel partito I dissidenti e le riforme I rapporti con Ncd Prima delle Europee aumentano le divisioni in FI: Fitto chiede primarie per gli incarichi di partito C’è poi una fronda che si oppone alla linea di Berlusconi di mantenere il patto col Pd sulle riforme Altro fronte aperto è quello dei rapporti con Alfano: dopo il disgelo dei giorni scorsi, l’alt da parte del Ncd sono cose non risolvibili in un colloquio»), le posizioni rimangono distanti. Talmente distanti che, secondo alcune ricostruzioni, l’ex premier avrebbe respinto al mittente le ambizioni dell’europarlamentare pugliese di vedersi riconosciuto un ruolo di primo piano nella macchina politico-organizzativa di quella Forza Italia che sta cambiando pelle. Sarà per il fastidio rispetto alla decisione del Tar del Lazio di non restituirgli il passaporto, sarà per le scene dei parlamentari di M5S-Lega-Sel che marciavano verso il Quirinale, sta di fatto che il Berlusconi rientrato ieri a Milano è parso a molti «decisamente inquieto». Perplesso sul «metodo» renziano di una riforma del Senato che comunque Forza Italia continua ancora a sostenere. E, soprattutto, preoccupato per il caos che sta attraversando un centrodestra che vorrebbe vedere riunito. «Ncd è spaccata, tra di noi ci sono 17 che voteranno contro la riforma del Senato, senza dimenticare che anche la Lega è divisa. So che Bossi è furibondo...», ha confessato l’ex premier ad alcuni parlamentari prima di tornare verso Milano. «Dobbia- La tentazione del voto L’ex Cavaliere, dopo tantissimo tempo, avrebbe lasciato trapelare l’ipotesi di voto anticipato mo fare qualcosa». Già, ma che cosa? Nella cerchia ristretta di Alfano, e cioè tra coloro che si oppongono al ritorno verso Berlusconi e che stanno predisponendo il «gruppone centrista di 95 parlamentari», temono che l’ex Cavaliere stia davvero tornando ad accarezzare l’idea del voto anticipato. Per sfruttare l’onda benefica della sentenza Ruby e l’eventuale crisi di Renzi sul Senato. Crisi che, per adesso, è ancora tutta da provare. Ed è, in fondo, la stessa verifica che l’ex premier sta aspettando di fare. Per studiare le contromosse. Tommaso Labate © RIPRODUZIONE RISERVATA L’intervista La parlamentare azzurra: noi siamo per la stabilità, ma senza buoni risultati meglio le urne Carfagna: superare gli attriti personali La riunificazione va fatta, il leader è Silvio ROMA — «Io credo che la riunificazione del centrodestra non sia più rinviabile. È una necessità, ormai». Obiettivi? «Il primo è onorare i nostri elettori. E mi riferisco a quell’elettorato moderato che, alle ultime elezioni, ha preferito rimanere a casa in assenza di un’offerta politica all’altezza. Non dimentichiamo che Renzi avrà preso pure il 41%, ma la metà degli italiani non è andata a votare». Tempistica? «Subito. Dobbiamo avviare un tavolo di consultazione permanente sul programma. Dal fisco al lavoro, dall’immigrazione ai temi eticamente sensibili». Come pensa di mettere d’accordo Forza Italia, Nuovo Centrodestra, Lega e Fratelli d’Italia? «Parliamoci chiaro. Ci sono dei grandi ostacoli da superare. Che paradossalmente sono forse più di natura umana che politica. Ma ora più che mai il centrodestra deve tornare a fare politica». Mara Carfagna — salernitana, classe ‘75, ex ministro delle Pari opportunità, deputata da più legislature — si tuffa nell’estate 2014 issando, come ha fatto anche Berlusconi dopo l’assoluzione, la bandiera del centrodestra riunificato. Non dimentichi di fare i conti con chi, tra gli alfaniani, resiste al ritorno verso di voi. «Chi si oppone alla riunificazione è settario e farebbe meglio a restare a coltivare il proprio orticello. Noi vogliamo tornare a incarnare le ambizioni politiche del popolo moderato e per farlo dobbiamo costruire un’offerta politica credibile e maggioritaria». Scusi, ma secondo lei il leader della federazione di centrodestra è ancora Berlusconi? «Non si può prescindere da Silvio Berlusconi. Il leader incontrastato di Forza Italia e di tutto il centrodestra è ancora lui. Io credo che sia lui a dover individuare le tappe di un percorso comune che ci porti a trovare una sintesi e un candidato premier. Sempre che, come tutti noi speriamo, la Corte di Giustizia europea lo riabiliti restituendogli quella possibilità di candidarsi che la sentenza di Mediaset e la legge Severino gli hanno sottratto ingiustamente». E le famose primarie? «Io sono a favore delle primarie di coalizione. E anche Berlusconi si è mostrato Alla Camera Mara Carfagna, 38 anni, deputata di Forza Italia, ieri a Montecitorio d’accordo. Un centrodestra moderno non può e non deve avere paura di aprirsi al giudizio del proprio popolo». Scusi, onorevole, ma la «fronda» che fine ha fatto? Archiviata dopo il faccia a faccia tra Berlusconi e Fitto? Lei ne faceva parte... «Su questo vorrei fare chiarezza una volta per tutte. Io non sono mai stata iscritta a Dopo le registrazioni diffuse dal personal trainer Fede espulso dal «suo» movimento MILANO — Gli avevano assegnato la tessera numero uno del movimento (che si costituirà ufficialmente solo a settembre). Ma ora «Uniti si vince», il gruppo referendario lanciato a Milano nel maggio scorso, e che Emilio Fede aveva contribuito a fondare, prende le distanze dal giornalista e annuncia di aver annullato la sua tessera. Lo rendono noto il portavoce e fondatore di «Uniti si vince», Biagio Maimone, e il segretario Andrea Monteforte. La decisione è stata presa dopo la pubblicazione delle conversazioni telefoniche tra Fede e il suo personal trainer. Registrazioni, secondo il giornalista, manipolate a scopo di ricatto, in cui Fede parla dei rapporti di Berlusconi con Dell’Utri e Mangano. © RIPRODUZIONE RISERVATA una fronda contro Berlusconi. C’era semmai un dibattito, perché nei partiti si discute su come selezionare la classe dirigente, su come individuare i candidati a sindaco, a governatore... Comunque sia dopo l’assoluzione, che ha ripristinato verità e giustizia, Forza Italia è un partito molto più sereno. Abbiamo vissuto momenti di ansia che, per fortuna, sono alle spalle. Abbiamo ancora con noi l’uomo in grado di fare la sintesi». E cioè Berlusconi. «Esattamente. Dobbiamo riunificare il centrodestra per arginare il renzismo». Strano, a volte voi forzisti sembravate quasi più renziani di Renzi... «Non è così. Forza Italia non vuole lasciare il Paese in mano a Renzi. Sia chiaro, qui non si contesta l’ambizione a fare le riforme che il Paese pretende, che era nostra prima ancora che del Pd. Si figuri che la sottoscritta, invece che riformarlo, il Senato l’avrebbe direttamente abolito. Qui si contesta l’arroganza con cui Renzi si muove. E quest’arroganza, soprattutto nel metodo, rischia di compromettere tutto e di non risolvere nulla». Non è che Forza Italia, dopo la sentenza di assoluzione di Berlusconi, sta meditando di andare al voto col proporzionale vigente? «Noi siamo sempre per la stabilità. Ma se la stabilità coincide con il buon operato di governo. Se quest’ultimo non c’è, sempre meglio restituire la parola agli elettori. E noi, degli elettori, non abbiamo mai avuto paura». T. Lab. © RIPRODUZIONE RISERVATA 10 italia: 51575551575557 Venerdì 25 Luglio 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Venerdì 25 Luglio 2014 Primo Piano 11 italia: 51575551575557 La ripresa incerta Il Fmi Il Fondo taglia la crescita dell’Italia, allarme conti Previsioni dimezzate allo 0,3% per il 2014. Frena anche la Francia, mentre Madrid accelera (crescita al 7,4% invece del previsto 7,6) a causa di un indebolimento della domanda interna. Ma non tutto va male, in giro per il mondo: se anche gli altri Paesi emergenti stentano, dopo un lungo periodo di forte crescita, e se la Russia paga duramente per l’aggressione all’Ucraina e le conseguenti sanzioni internazionali (Mosca crescerà appena dello 0,2% invece del previsto 1,3), le cose vanno meglio in Giappone e nella Ue che si conferma in recupero con diversi Paesi che cresceranno più del previsto, nonostante il rallentamento globale delle economie: è il caso della solita Germania, ma anche della Gran Bretagna e della Spagna che raccoglie i frutti delle terapie economiche adottate per contrastare la crisi: crescerà dell’1,2, lo 0,3 in più. DAL NOSTRO INVIATO NEW YORK — Il Fondo Monetario Internazionale dimezza le previsioni di crescita dell’economia italiana nel 2014 – dallo 0,6% allo 0,3% – ad appena tre mesi dall’«Outlook», il rapporto pubblicato ad aprile. La revisione trimestrale presentata ieri a Città del Messico dal capo degli economisti del Fmi, Olivier Blanchard, segnala un rallentamento planetario con la crescita mondiale del 2014 ora stimata al 3,4% rispetto al 3,7 di aprile. Effetto soprattutto della battuta d’arresto dell’economia statunitense nel primo trimestre di quest’anno con un’improvvisa e imprevista recessione (-3%) causata soprattutto da un inverno straordinariamente gelido in America e del rallentamento di quella cinese L’economia mondiale Rallenta l’economia mondiale, il Pil quest’anno salirà del 3,4% L’Unione europea La Ue è in recupero, bene Germania, Gran Bretagna e Spagna Revisione al ribasso, invece, come detto, per l’Italia. Non siamo gli unici sul banco dei cattivi: il Fondo ha ridotto sensibilmente le previsioni di crescita anche per Brasile e Messico che, però, fin qui avevano galoppato, mentre noi siamo in stagnazione-recessione da dieci anni. In Europa anche la Francia si vede ridurre le previsioni di crescita dello 0,3%, ma il Pil transalpino salirà comunque dello 0,7%, più del doppio del nostro. L’organismo internazionale conferma, invece, le previsioni per il 2015: +1,1% per l’Italia, +1,4 per la Francia. La Spagna l’anno prossimo accelererà (1,6%, lo 0,6 in più rispetto alle previsioni di aprile) mentre la Germania dovrebbe registrare un rallentamento (1,7% anziché il previsto 1,9). Severo il giudizio del Fon- do sull’Italia e la Francia: col loro elevato debito pubblico sono diventate un freno per l’Europa. E i governi di Roma e Parigi non sono riusciti a mettere in campo riforme tali da convincere gli investitori che questi Paesi stanno davvero creando le condizioni per un nuovo ciclo di crescita economica. Meno allarmata l’analisi di Blanchard sulla Cina il cui governo ha già messo in campo uno stimolo per compensare il rallentamento della domanda, con investimenti nell’edilizia e nei trasporti. Analisi «soft» anche sugli Stati Uniti che, dopo la «gelata» invernale, sono tornati a crescere a un ritmo che dovrebbe essere prossimo o addirittura superiore al 3%. Il Fmi conferma, quindi, di approvare la scelta della Federal Reserve di chiudere la Le previsioni del Fondo monetario Dati in % Tra parentesi le stime di aprile Proiezioni +3,4 (+3,7) Le altre previsioni 3,5 2,5 +1,7 (+2,8) 2,0 +1,3 +1,3 +1 1,0 0,5 +0,3 (+0,6) 0,0 ITALIA 2014 +2,7 (+2,5) +1,2 +1,9 +1,5 (+1,7) +1,7 (+1,6) (+1,4) +1,1 (+1,1) +1,1 +0,7 (+1) +0,8 +0,6 2015 +2,4 +2,2 (+2,4) (+2,3) +1,6 +1,6 +1,4 (+1) (+1,3) (+1,3) +1,2 +1,1 (+0,9) (+1) +0,5 +0,2 +0,2 a nc Ba Italia d’ © RIPRODUZIONE RISERVATA +3,2 (+2,8) +3 (+2,9) 3,0 1,5 Massimo Gaggi +4 (+4) 4,0 +1,1 (+1,1) stagione della gestione straordinaria della politica monetaria arrivando al graduale azzeramento dell’acquisto di titoli del Tesoro e di obbligazioni sul mercato entro la fine di quest’anno, mentre i tassi d’interesse (pressoché azzerati fin dall’inizio della crisi, sei anni fa) ricominceranno lentamente a crescere a partire dalla seconda metà del 2015. Un graduale ritorno alla normalità che è necessario ma, avverte il Fondo, nel corso di questo processo potranno generarsi nuovi fenomeni di instabilità dei quali potrebbero fare le spese soprattutto i Paesi emergenti: con l’aumento dei tassi i capitali Usa investiti negli ultimi anni fuori dall’Occidente sono destinati a tornare in buona parte negli Stati Uniti. ia str du fin n Co rno ve Go e ion iss opea mm Eur o C se Oc Pil mondiale Stati Uniti Area Euro Germania Francia Spagna Giappone Regno Unito Fonte: Fondo monetario internazionale Canada CORRIERE DELLA SERA Il decreto competitività Rimodulati i tagli agli sgravi per gli impianti fotovoltaici Prestito all’Ilva nel pacchetto imprese Scalate in Borsa, tetto più basso per l’Opa Cancellata la norma sulla capitalizzazione degli interessi ROMA — Il decreto competitività prosegue il suo cammino verso la conversione in legge. Ieri il provvedimento in favore delle imprese ha ottenuto l’approvazione da parte delle commissioni Industria e Ambiente del Senato, un passaggio che ha consentito di avviare nel pomeriggio l’esame in aula a Palazzo Madama. L’intenzione del governo è porre la fiducia, incassare il voto dei senatori e trasferire il decreto all’esame della Camera dove deve essere convertito prima della pausa estiva. L’importante è fare presto, bruciando le tappe. Il provvedimento, del resto, nel corso delle ultime ore ha assunto la veste di un decretone frutto di innumerevoli interventi di modifica in materia di energia, ambiente, sviluppo, turismo, agricoltura e edilizia scolastica e misure per il rilancio dell’economia. Non a caso, è servita una maratona notturna tra mercoledì e giovedì per predisporre e approvare il corposo elenco di emendamenti al testo originale. Uno dei temi caldi affrontati riguarda la norma sulla reintroduzione dell’anatocismo, l’applicazione cioé degli interessi sugli interessi, applicata dagli istituti di credito ai clienti che vanno in rosso. Dopo qualche in- certezza su proposta del governo un emendamento ha cancellato l’articolo che prevedeva l’anatocismo. Una novità importante, sottolineata dal relatore Massimo Mucchetti (Pd) durante l’illustrazione del decreto, prevede l’introduzione di una doppia soglia per l’offerta pubblica di acquisto (Opa) per le società quotate in Borsa. In pratica, l’obbligo di lanciare un’Opa è destinato a scattare in corrispondenza del 25% del capitale, nel caso si diventi azionista di maggioranza. La nuova soglia è destinata a convivere con il vecchio obbligo che prevede l’offerta pubblica a quota 30%. Per le piccole e medie imprese, che intendano quotarsi, il testo originario del decreto stabilisce comunque la facoltà di inserire nello statuto un tetto tra il 20% e il 40%. Per le società quotate in borsa è inoltre prevista la possibilità di adottare azioni a voto maggiorato modificando lo sta- tuto, per le imprese che convocheranno l’assemblea, entro il 31 gennaio 2015, sarà sufficiente una votazione a maggioranza semplice per l’adozione di questa novità. Una modifica significativa è stata approvata sul fronte del cosiddetto spalma incentivi per le imprese attive nel fotovoltaico. Per assicurare alle pmi un taglio della bolletta elettrica di circa 800 milioni sono state previste tre opzioni mirate a recuperare La doppia soglia Opa Salta l’anatocismo Gli incentivi «green» Arriva la doppia soglia per l’offerta pubblica di acquisto. Per le società quotate viene fissato il tetto del 25% che si aggiunge a quello del 30%. Approvato l’emendamento proposto dalle Commissioni Industria e Ambiente Salta la norma che reintroduceva l’applicazione degli interessi sugli interessi (anatocismo), applicata dalle banche sui clienti che vanno in rosso. L’articolo 31 è stato cancellato dal provvedimento Via libera alle modifiche della norma che introduce incentivi per gli impianti fotovoltaici La legge prevede ora diverse opzioni per poter usufruire dei bonus, che potranno essere scelte dalle aziende Le novità parte delle agevolazioni accordate al fotovoltaico. La prima possibilità stabilisce l’allungamento del beneficio degli incentivi su un periodo di 24 anni, la seconda una stretta sugli incentivi in parte compensata da un recupero nell’arco di venti anni, oppure, in assenza di una decisione da parte degli operatori, una rimodulazione delle percentuali di taglio degli incentivi in tre diversi scaglioni. Tra le misure principali del decreto, composto da 34 articoli, figura il prestito ponte in favore dell’Ilva, oltre che il via libera al sub commissario ad hoc da affiancare a Piero Gnudi in materia ambientale. Nella norma è previsto, tra l’altro, che lo sblocco delle risorse sequestrate alla famiglia Riva sia destinato al risanamento del gruppo siderurgico. Il pacchetto di emendamenti include il via libera al pagamento di 535 milioni di euro da riconoscere a Poste Italiane in virtù di un vecchio credito, derivante da una sentenza Ue sugli aiuti di stato. Modifiche anche per il Sistri, il sistema di tracciabilità dei rifiuti. Fino al 31 dicembre 2015 la gestione toccherà in proroga a Selex (Finmeccanica), poi sarà necessario un bando europeo per individuare il nuovo gestore. Approvati, tra gli altri, l’emendamento sulla regolazione graduale dei pedaggi nel settore ferroviario, in seguito alla cancellazione delle tariffe elettriche agevolate, e l’emendamento che introduce la possibilità di riconvertire parte delle superfici degli immobili a destinazione alberghiera in abitazioni dove sarà possibile usufruire dei servizi tipici dell’hotel. Andrea Ducci © RIPRODUZIONE RISERVATA La missione a Pechino Privatizzazioni, Padoan rilancia Le mosse cinesi DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PECHINO — Qualcosa di importante sta succedendo nei rapporti commerciali tra Italia e Cina, che finora sono stati sbilanciati a nostro sfavore nel campo dell’importexport e degli investimenti. La cessione a State Grid Corporation of China del 35% della nostra Cdp Reti per circa due miliardi di euro, annunciata ieri dal ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan e dal presidente di Cassa depositi e prestiti Franco Bassanini, apre nuove prospettive nel lungo termine. Padoan spiega che da parte cinese «c’è un forte interesse a investire con noi in infrastrutture italiane ma anche in progetti, nel settore delle energie come nel caso di Cdp Reti che controlla Snam (distribuzione del gas) e Terna (elettricità), fino all’acqua». Bassanini e l’amministratore delegato di Cdp Giovanni Gorno Tempini dicono che le opportunità di lavorare insieme, grazie alla nostra eccellenza tecnologica, possono svilupparsi non solo con progetti in Cina, ma anche all’estero, in teatri dove Pechino è presente in posizione di forza. Intanto incassiamo due miliardi «cedendo una minoranza di una minoranza», dice Bassanini, assicurando che la governance di Cdp Reti resta in mani italiane. Il governo è impegnato in un piano di privatizzazioni che dovrebbe riguardare uno 0,7% del Pil su base annua e Padoan conferma che l’obiettivo «rimane assolutamente confermato e alla portata». Nella sua missione a Pechino il ministro ha trovato interesse nel settore immobiliare e in quello delle pmi. «Noi vogliamo valorizzare il patrimonio immobiliare pubblico nel medio termine e loro vorrebbero partecipare». Dopo l’intesa su Cdp Reti, che sarà firmata entro fine luglio a Roma, ieri la Cdp ha sottoscritto un memorandum d’intesa con la China Development Bank che istituisce una partnership e individua da subito aree di collaborazione nelle infrastrutture, export finance, equity, mercato dei capitali. I due istituti hanno deciso di rafforzare l‘ alleanza con lo scambio temporaneo di esperti. «L’accordo con China Development Bank porterà investimenti in Italia, risorse per crescita e occupazione», dice Bassanini. Padoan ieri ha incontrato il governatore della Banca centrale cinese Zhou Xiaochuan, che a marzo ha pagato 2,1 miliardi per il 2,102% di Eni e il 2,071% di Enel. La sensazione che la delegazione italiana ha tratto dai colloqui di questi giorni è che siamo arrivati finalmente a un cambio di passo nei rapporti economici. Perché investire in Italia? La signora Kong Yani è senior vice president del Fondo Mandarin Partners, che nel 2008 aprì la strada delle acquisizioni partecipando all’operazione che portò la milanese Cifa sotto il controllo di Zoomlion. «Ancora adesso alla Zoomlion dicono che fu un’occasione incredibile, un matrimonio tra il primato tecnologico italiano e l’enorme mercato della Cina», spiega al «Corriere» Kong Yani. E aggiunge: «Nonostante la crisi, sappiamo bene che in molti settori di nicchia l’Italia è tra i primi. «Il management italiano di Cifa funziona benissimo, si tiene in contatto costante con il quartier generale di Changsha, una comunicazione scorrevole ed efficiente». Kong Yani conclude con un’osservazione: «In Cina stiamo entrando nella seconda generazione di proprietà industriale e nel ricambio al vertice delle imprese piccole e medie troviamo difficoltà. In Italia siete alla quarta, quinta generazione e vediamo che i giovani non sempre sanno ereditare e spesso vorrebbero vendere le aziende familiari. Un’opportunità in più per noi». Su questo bisognerebbe riflettere. Guido Santevecchi @guidosant © RIPRODUZIONE RISERVATA 12 Venerdì 25 Luglio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 ❜❜ Esteri Grazie per la sua testimonianza di fede, per la costanza e il coraggio che tante volte manca ai cristiani Papa Francesco Epilogo La giovane cristiana era stata condannata a morte Meriam l’«apostata» dal Sudan all’Italia L’incontro con il Papa Prelevata ieri da un volo di Stato ROMA — Lei ha ancora i segni dei ceppi sulle caviglie, ma adesso sorride felice davanti al Papa con in braccio la sua piccola Maya, messa al mondo due mesi fa pur in catene dentro una cella, a Khartoum. Francesco, che la riceve a Santa Marta, la loda e la ringrazia per la sua «testimonianza di fede», per la «costanza» e «il coraggio» che «tante volte manca ai cristiani». Invece Meriam Ibrahim, 27 anni, di coraggio ne ha avuto molto, perché la ragazza sudanese ha affrontato senza paura la sua scelta di musulmana convertita al cristianesimo, una decisione pagata a carissimo prezzo nel suo Paese, addirittura con una condanna all’impiccagione e a 100 frustate per l’accusa di apostasia e di adulterio (per aver sposato in chiesa un cristiano). E solo grazie alla mobilitazione internazionale, durata mesi, ora è qui, a Roma, per volontà precisa del governo italiano e oggi forse vedrà il Colosseo prima di ripartire per New York e la sua nuova vita, con il marito Daniel Wani, e i loro due La vicenda La famiglia Meriam Ibrahim, 27 anni, sudanese, figlia di una cristiana che l’ha allevata secondo il suo credo e di un musulmano, nel 2011 sposa un cristiano. Nel 2012 nasce il suo primo figlio Il processo Denunciata da uno zio con l’accusa di aver abbandonato l’Islam, è arrestata lo scorso febbraio, e il 15 maggio è condannata a morte per apostasia. In carcere partorisce una bambina La mobilitazione Una mobilitazione internazionale spinge il governo di Khartoum a liberarla e ad annullare la sua condanna a morte. È stata riarrestata a fine giugno per aver provato a imbarcarsi su di un volo per gli Usa e, liberata di nuovo, si è rifugiata all’interno dell’ambasciata americana bimbi. Finalmente lontani dall’incubo. Meriam è arrivata ieri mattina all’aeroporto militare di Ciampino a bordo di un bireattore della Repubblica Italiana. «Scendo io e sali tu», avrebbe detto mercoledì pomeriggio il presidente del Consiglio Matteo Renzi, di ritorno dall’inaugurazione dell’autostrada Brebemi, al suo fido viceministro degli Esteri Lapo Pistelli, appena saputo da Khartoum che dopo mesi d’attesa si era aperta una finestra diplomatica. Il premier, che subito aveva avvertito papa Francesco, teneva tanto a questo risultato. Già a Strasburgo, in occasione del suo discorso di insediamento del semestre europeo a guida italiana, non aveva nascosto la sua determinazione: «Se non c’è una reazione europea, non possiamo sentirci degni di chiamarci Europa...». E la reazione c’è stata. Così Renzi ieri mattina era a Ciampino con sua moglie Agnese — sono anche loro del resto due giovani genitori — a offrire il latte e Incontro Meriam e la figlia Maya incontrano papa Francesco a Santa Marta dopo l’arrivo all’aeroporto di Ciampino (Ap) le caramelle ai bambini di Meriam e Daniel, la piccolissima Maya e lo scatenato Martin di appena un anno e mezzo, che ha preso pure a scorrazzare sulla pista, finché Renzi stesso non è Renzi «Una ragazza che ha partorito in catene per la propria fede oggi è libera L’Italia è anche questo» riuscito a ipnotizzarlo con un modellino d’aereo. «Una ragazza che ha partorito in catene per la propria fede, oggi è libera. L’Italia è anche questo. La politica è anche questo», ha poi twittato il primo ministro che all’aeroporto aveva solo detto «oggi è un giorno di festa». E di «grande gioia» aveva parlato, a Ciampino, anche il ministro degli Esteri, Federica Mogherini. Mogherini ha detto a Meriam che «tanta gente in Italia ha seguito e si è commossa per la sua storia». E l’ha elogiata «per il coraggio che ha avuto». Plaude ora il presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane, Renzo Gattegna: «È la vittoria della speranza contro l’oscurantismo e la barbarie integralista, che tiene ancora in ostaggio i cristiani». Ma il viceministro Lapo Pistelli, che insieme all’ambasciatore italiano a Khartoum Armando Barucco ha condotto l’operazione culminata nel blitz notturno, sottolinea che «noi non abbiamo liberato Meriam dagli orchi, ma l’abbiamo avuta in consegna da un Paese amico» e la situazione («che non è stata una passeggiata») si è potuta sbloccare grazie al nostro impegno umanitario nel Corno d’Africa e il ruolo dell’Italia è stato «apprezzato dagli americani». Ora Pistelli ha già in mente la prossima missione: «Andare dai cristiani in Iraq, perseguitati anche loro e in rotta per il Kurdistan». Un altro capitolo di un mondo senza tregua. Fabrizio Caccia © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Venerdì 25 Luglio 2014 Esteri 13 italia: 51575551575557 » Approfondimenti I cristiani perseguitati La svolta in Africa Il Continente delle mille Chiese dove il cattolicesimo è marginale Il successo delle «sette», accomodanti con i governi e abili con i media di ANDREA RICCARDI La sfida Dagli anni Ottanta, neopentecostali e neoprotestanti hanno iniziato a sfidare il primato della Chiesa di Roma, che aveva resistito anche alla fine del colonialismo All’aeroporto di Johannesburg, incontro un distinto signore da me conosciuto come ministro del Malawi. Mi rivela: «Ho smesso la politica: ho fondato una Chiesa che va molto bene». L’Africa è così: le Chiese nascono come funghi. In Malawi, crescono comunità neopentecostali e di guarigione, nonostante i cattolici siano forti: il 20% dei 12 milioni di abitanti. La gente (anche cattolica) nei momenti difficili va a pregare con le «sette», perché lì la preghiera appare più intensa e mirata. Non avviene solo in Malawi ma in tutti i Paesi africani. La Chiesa cattolica è sfidata in profondità. Eppure la crescita cattolica è stata impetuosa nell’Africa novecentesca come in nessun continente: la Chiesa è passata dai due milioni di fedeli del 1900 ai 143 attuali. Nell’orizzonte della modernizzazione coloniale si collocava come la religione «moderna» e di riferimento. E’ rimasta così anche con la decolonizzazione, quando il Vaticano ha africanizzato gli episcopati e favorito le indipendenze, senza nostalgia per i poteri coloniali. Negli anni Novanta, molti vescovi cattolici (con il consenso generale) hanno gui- In pericolo Siria È il 3° Paese peggiore al mondo per i cristiani. Fuggita la maggior parte del milione e 700 mila cristiani Dove i cristiani vengono perseguitati Persecuzione Assoluta Estrema Severa Moderata Occasionale Papa Francesco L’impatto del messaggio «missionario» di papa Francesco è ancora molto debole in questo Continente, a differenza che altrove Egitto Brusco aumento nell’ultimo anno della violenza contro i cristiani copti Iraq Dal 2003 escalation di violenze. Prima al Sud e al Centro, ora, con l’avanzata delle milizie dell’Isis anche al Nord Tunisia Marocco Algeria Nigeria La vita dei cristiani (88 milioni, metà degli abitanti) è sempre più difficile al Nord dove sono perseguitatidagli estremisti di Boko Haram Mauritania Mali dato le transizioni dalle dittature alla democrazia. Qualcosa è cambiato. Anche se le statistiche danno ancora in crescita i cattolici e le vocazioni religiose, il cattolicesimo africano diventa più marginale e il suo spazio nella società è eroso. Ha meriti storici, ma conta pure clamorosi fallimenti come il genocidio del 1994 nel Ruanda tanto cattolico. Il mondo della globalizzazione cambia tante mentalità africane e orienta la domanda religiosa. La crescita delle comunità neoprotestanti e neopentecostali ha un’impennata sul finire degli anni Ottanta, anche se le radici sono nei decenni precedenti. Chi frequenta l’Africa vede costruire nuove chiese delle più varie denominazioni. Spesso al centro c’è la preghiera di guarigione. Le televisioni trasmettono i messaggi dei predicatori. In Congo, su 50 canali privati 35 appartengono a «Chiese del risveglio». In Mozambico, la più importante televisione è della brasiliana Igreja du Reino de Deus, diffusa anche in Angola. Nel cuore della capitale mozambicana, un enorme palazzo di vetro ospita uffici e riunioni della Chiesa. Vi entro di sabato: un pastore dai toni accesi ammonisce un’assemblea di donne. Dietro a Uzbekistan Territori palestinesi Giordania Iran Tagikistan Bhutan Sudan Bangladesh Myanmar Oman Emirati Arabi Eritrea Yemen Gibuti Etiopia Repubblica Centrafricana Assassinii, rapimenti e stupri contro i cristiani sono stati commessi nel 2013 dai ribelli Seleka Pakistan Gli islamici più radicali commettono crimini e discriminazioni contro i cristiani rimanendo impuniti Cina Afghanistan Arabia Saudita Kenya Tanzania Laos Vietnam Sri Lanka Somalia Situazione grave per i cristiani nel mirino di Al Shaabab © RIPRODUZIONE RISERVATA Corea del Nord Da 12 anni è il peggior Paese al mondo per i cristiani, un terzo dei quali è rinchiuso nei campi di prigionia Kazakistan Turkmenistan Libia Niger lui campeggia una gigantografia del tempio di Gerusalemme che la Chiesa sta realizzando a San Paolo del Brasile. In confronto la vecchia cattedrale cattolica, opera dei portoghesi, fa figura del vecchio parente povero. La Igreja du Reino insiste sul valore dell’offerta di denaro per ottenere i beni sperati. E’ la «teologia della prosperità» comune a tante comunità di questo tipo: chi dà, potrà ricevere. Martin Tsala Essomba, fondatore di una comunità in Camerun, trasmette questo messaggio: «Non siamo una Chiesa di poveri! Se non sei ricco dentro di te, tu non sarai mai davvero ricco!». Dotato di radio e televisione, il profeta-predicatore raccomanda la subordinazione al potere civile. Anche l’Igreja du Reino de Deus, durante i disordini di qualche anno fa in Mozambico, affermava che i problemi non vengono dalla società o dallo Stato, ma dall’impurità della persona. Più accomodanti della Chiesa cattolica, le «sette» stabiliscono rapporti con i governi e ottengono riconoscimenti. In Uganda, a Kampala, nel grande stadio coperto del Miracle Center Cathedral da più di 10.000 persone, si vedono spesso autorità governative. Parlano di due milioni di seguaci in Uganda, dove cattolici e anglicani sono forti. Questo mondo miracolistico, così molecolare, rappresenta una sfida per la Chiesa cattolica. La globalizzazione, il consumismo diffuso che esprime l’aspirazione di milioni di africani a uscire dalla povertà, lo spaesamento dell’urbanizzazione e della crisi della cultura rurale favoriscono le religioni della prosperità. Non mancano le doppie appartenenze e i rapidi passaggi dall’una all’altra comunità. Le diocesi cattoliche africane, da parte loro, faticano a uscire — non tutte certo — dai quadri istituzionali, un po’ rigidi, fortemente controllati da vescovi e preti. Limitato è lo spazio dei laici cattolici, in genere subordinati a ruoli ecclesiastici. Le missionarie e i missionari, portatori di dinamicità transnazionale, sono invecchiati e in crisi per le poche vocazioni. La comunicazione cattolica é impari rispetto a quella delle «sette». Giovanni Paolo II aveva solcato l’Africa, incontrando folle e governanti: esprimeva la forte presenza cattolica. Ora è differente. L’impatto del messaggio «missionario» di papa Francesco è ancora molto debole in Africa, a differenza che altrove. Per la Chiesa è duro accorgersi che le religioni sono sul «mercato» — come un prodotto — e che il cattolicesimo è una tra queste. Così le cifre positive (che ancora registrano una crescita cattolica di numero) non dicono tutta la verità su un cattolicesimo dalle tante fragilità. Sono anche le fragilità della transizione che gli africani — giovani in larga parte — vivono da un punto di vista umano e culturale. Maldive I pochi cristiani maldiviani si nascondono: se scoperti sono costretti ad espatriare Brunei Malesia India Situazione peggiorata per i 71 milioni di cristiani, perseguitati soprattutto dai nazionalisti indù. Violenza diffusa negli stati governati dal BJP Indonesia Fonte: World Watch List 2014, Porte Aperte, International Institute for Religious Freedom CORRIERE DELLA SERA La crisi nel Vicino Oriente Il paradosso della terra di Gesù: la sua comunità rischia di sparire di ROBERTO TOTTOLI Palestina, Libano, Siria e Iraq. Paesi a maggioranza musulmana ma dove Gesù nacque e dove ha mosso i primi passi la comunità cristiana. E Paesi dove si trova Gerusalemme, città santa ma ormai simbolo quasi dimenticato. Il cristianesimo rischia paradossalmente di sparire dai luoghi in cui è nato. E’ una lenta emorragia quella che accomuna le comunità cristiane del Vicino Oriente. Va avanti inesorabilmente da decenni ma si sta concretizzando con un’accelerazione e una violenza che nessuno poteva immaginare. I cristiani hanno rappresentato un capitolo importante nella Storia del mondo islamico. La dhimma, la protezione offerta dall’Impero musulmano in cambio di una tassa sancita dalla legge religiosa, ne ha per secoli regolato l’esistenza. Essa garantiva una cittadinanza di seconda classe, ma ne riconosceva il diritto fondamentale ad esistere, nonostante le tante limitazioni giuridiche, religiose e sociali. I cristiani non mancarono di contribuire alla civiltà islamica nel suo complesso, tenendo viva una fede ma dando anche uomini di lettere e poeti, medici e studiosi, e funzionari al servizio di ca- Il passato Per secoli, fino a pochi decenni fa, i fedeli a Cristo hanno avuto un ruolo chiave nella regione e nel mondo arabo: letterati, scienziati, funzionari, politici La fuga L’avanzata dell’Islam politico ha prima isolato e poi minacciato i cristiani, a cui resta sempre più spesso solo un’alternativa, ovvero fuggire liffi o governatori, dalla Spagna all’India musulmana. Quell’equilibrio, magari di sapore antico, si è incrinato in un XX secolo che ha sconvolto tutto. Eppure a lungo i cristiani hanno coltivato la convinzione di poter contribuire alla rinascita culturale araba, e avere un ruolo nella politica e nella vita di Paesi come Egitto, Siria e Iraq, per non parlare del Libano dove erano maggioranza. Cristiane erano figure come il libanese Boutros Al Bustani (1819-1883), il grande scrittore e intellettuale fautore dell’arabismo, o leader politici come Michel Aflaq, fondatore del partito Baath nel 1940. Proprio il Baath, il partito che segnerà la storia nella seconda metà del XX secolo di Siria e Iraq. E cristiani sono stati anche alcuni famosi protagonisti della resistenza palestinese, come George Habash del Fronte popolare per la liberazione della Palestina. Per non parlare della storia unica dei maroniti, a cui sono legate le sorti libanesi, che hanno avuto rapporti secolari con la Chiesa di Roma creando un rapporto unico tra le due sponde del Mediterraneo. Ma con l’affermarsi dell’islam politico gli spazi di azione si sono fatti più stretti. Visti ora come quinta colonna occidentale e ora come privilegiati dai regimi totalitari, i cristiani si so- no trovati ovunque isolati, giudicati con diffidenza, e minacciati. E’ un destino che si ripete ad ogni crisi, a cui rispondono con l’abbandono della loro terra: dalla Palestina a partire dal 1948, dal Libano dal 1975, dall’Iraq dal 2003 e dalla Siria dal 2011. Una fuga spesso inevitabile ma che alimenta stereotipi nei loro Paesi: i cristiani vengono dipinti come borghesi e colti, cooptati dal potere, in slogan che blandiscono masse musulmane più povere e strette da disoccupazione, diritti politici negati e nessuna prospettiva. Le primavere arabe non hanno fatto altro che moltiplicare le insidie. Quel patto non scritto con i regimi totalitari era libertà di culto in cambio dell’esclusione dalla vita politica. Le primavere arabe hanno spazzato via anche la libertà di culto e di essere cittadini. E i cristiani sono diventati ben presto obbiettivi dei jihadisti e oggetto di attacchi continui ovunque. Ma tutto ciò non è solo un tragedia per il Vicino Oriente. Con la fuga dei cristiani rischia di morire la varietà estrema della storia del cristianesimo. Solo in Siria si contavano più di dieci confessioni, in Libano quasi venti, una complessità che è ricchezza culturale e intellettuale. Se non si porrà rimedio alle fughe in atto, rischia di svanire una storia millenaria che sta portando via Patriarcati (ad Alessandria, Antiochia, Gerusalemme, Babilonia), un Sinodo di vescovi, una tradizione letteraria e le lingue antichissime delle loro liturgie (dall’arabo all’aramaico). E le prospettive lasciano poche speranze. Ogni resistenza politica che non sia la fuga pare inefficace. Solo il Libano sembra resistere. Ma qui l’influenza dei maroniti e dei cristiani, circa un milione e mezzo, si regge su un censimento del 1932, quando erano larga maggioranza. Oggi sembra che non siano più del 30 % e assai meno degli sciiti del Sud. Oggi i cristiani nel mondo arabo sono non più di 12 milioni fra copti, greci-ortodossi, maroniti, melchiti, armeni, siriaci, latini e protestanti, e la maggioranza di essi risiede in Egitto, Israele, Palestina e Giordania ne contano ormai non più di 200.000, mentre in Iraq dove erano circa un milione prima del 2003, si sono più che dimezzati negli anni, fuggendo in massa come in queste ultime settimane. Per non parlare della Siria, con comunità frantumate e sparse nei campi profughi. Città e villaggi del Vicino Oriente che storicamente sono stati a maggioranza cristiana, ora non contano più che qualche famiglia. Minacciati da chi sogna un mondo islamico solo per musulmani, i cristiani del mondo arabo stanno vivendo il momento più difficile della loro esistenza. E nell’indifferenza di tanti, si consuma una delle tragedie destinate a stravolgere quasi mille e cinquecento anni di Storia. © RIPRODUZIONE RISERVATA 14 Esteri Venerdì 25 Luglio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Il caso Gli ambasciatori Ue tornano oggi a discutere di accesso al mercato dei capitali, difesa, beni a uso civile e militare e alte tecnologie A Hilversum La figlia di Putin che vive in Olanda «Ora basta, cacciamola via» In memoria Una donna depone un cero per le vittime del volo MH17 della Malaysia Airlines, durante il concerto che si è tenuto in loro memoria nella città ucraina di Kharkiv Famiglia Maria Putina con i genitori Vladimir e Ljudmila Banche russe nel mirino dell’Europa Verso la «fase tre» delle sanzioni Washington accusa: Mosca sta bombardando il territorio ucraino DALLA NOSTRA INVIATA BRUXELLES — Corsa contro il tempo. A Bruxelles sono ore di lavoro intenso per accelerare la pressione diplomatica sul Cremlino e dare un contenuto concreto alla minaccia di nuovi provvedimenti in caso di mancata cooperazione nell’accertamento della verità sul volo MH17. Ieri gli ambasciatori dei 28 Stati dell’Unione Europea hanno concordato l’estensione delle misure mirate a individui e società e avviato la discussione sul testo proposto dalla Commissione per aprire la nuova fase di sanzioni nei settori strategici dell’economia russa già sull’orlo della recessione. Nel mirino del più duro pacchetto finora discusso dalla Ue anche le banche pubbliche, che con la loro attività di finanziamento svolgono un ruolo vitale per Mosca. Un primo passo per dimostrare che l’abbattimento del Boeing segna una svolta irreversibile e colpire l’Orso, senza strangolarlo. Capitali e istituzioni comunitarie devono calibrare retorica e tempistica anche per non far deragliare la partita parallela che in queste ore si gioca nelle stanze del potere russo e dalla quale dipende la scelta di Putin tra il dialogo e una definitiva chiusura che si ripercuoterebbe sulle economie del Continente. associazione mittelfest Il dibattito europeo sulle sanzioni procede di pari passo con gli sviluppi a Mosca e Donetsk. Ieri l’amministrazione Obama ha accusato l’artiglieria russa di sparare oltreconfine contro siti militari ucraini: secondo «nuove prove» citate dal Dipartimento di Stato americano Mosca è pronta a inviare ai separatisti «lanciarazzi più potenti e sofisticati». Gli ambasciatori Ue tornano oggi al tavolo per discutere di accesso al mercato dei capitali, difesa, beni a uso civile e militare e alte tecnologie. I lavori proseguiranno la prossima settimana. Per essere approvate, eventuali nuove sanzioni do- vranno superare un ulteriore passaggio politico a livello di capi di Stato e di governo o di ministri degli Esteri. Secondo il documento preliminare della Commissione le misure principali comprendono taglio ai finanziamenti delle banche pubbliche russe, divieto di emettere prodotti finanziari sulle piazze ✒ Adesso che la vittoria militare si fa più vicina a Kiev il governo cade sulla riforma dell’economia di FABRIZIO DRAGOSEI O ra che le forze governative sembrano guadagnare decisamente terreno nei confronti degli indipendentisti legati a Mosca, a Kiev ricominciano le solite, infinite dispute politiche. Il primo ministro Arsenij Yatsenyuk si è dimesso dopo che la sua coalizione, nata sull’onda della rivolta antirussa, si è frantumata. La vittoria militare sembra vicina, ma altre battaglie assai più dolorose politicamente sono all’orizzonte. Per risollevare la catastrofica situazione economica, occorrono misure assai dure, visto che il ministro delle Finanze ha annunciato che lo Stato ad agosto non avrà nemmeno i soldi per pagare i soldati che combattono. Bisogna aumentare le tariffe interne del gas, ridicolmente basse; devono salire le tasse e i costi di vari servizi pubblici; occorre ridurre i privilegi di molti settori produttivi. Ma le forze che si sono ritrovate unite dietro la bandiera nazionalista sulla Maidan, la piazza dell’Indipendenza, ora non vogliono assumersi le loro responsabilità. Così il partito di estrema destra Svoboda e quello dell’ex pugile Vitalij Klitchko sono usciti dalla coalizione. La manovra, alla quale è favorevole anche il presidente Petro Poroshenko, è di andare ad elezioni anticipate. Prima di dover applicare l’amara medicina economica imposta anche dai finanziatori internazionali arrivati in soccorso dell’Ucraina. Yatsenyuk lancia un grido d’allarme: le conseguenze di quanto accade «saranno drammatiche. È un crimine morale posporre le sorti del Paese a interessi politici di parte». Ma in Ucraina non sarebbe la prima volta. mittelfestteatro Comune di Cividale del Friuli Con il sostegno particolare Cividale del Friuli 19-27 luglio 2014 www.mittelfest.org © RIPRODUZIONE RISERVATA europee, embargo sulle armi per i futuri contratti, limitazione dell’accesso alle infrastrutture energetiche (la mossa comprometterebbe il progetto del gasdotto South Stream che aggira l’Ucraina e al quale partecipano Eni, Edf, Wintershall). E tra le limitazioni per gli europei, l’impossibilità d’investire in azioni emesse da istituti con partecipazione statale russa superiore al 50% e di esportare tecnologie usate nella perforazione in acque profonde, nelle esplorazioni dell’Artico, nell’estrazione di gas di scisto. Manovre tese a creare incertezza sui mercati e favorire la fuga di capitali da Mosca. Si aggiungono invece 15 persone fisiche e 18 tra compagnie e istituzioni alla lista per il congelamento degli asset e il blocco dei visti. Tra i 72 soggetti già inclusi comparivano il vice premier Dmitri Rogozin, il capo di stato maggiore Valery Gerassimov, il direttore dell’intelligence militare Igor Sergoun. I nuovi nomi, che saranno resti noti nelle prossime ore, sono stati indicati in seguito all’estensione della base giuridica per colpire figure «che sostengano o beneficino delle decisioni su Crimea e Ucraina orientale»: oligarchi e amici del presidente. Maria Serena Natale DALLA NOSTRA INVIATA BRUXELLES — Aveva scelto un verde sobborgo di canali e biciclette, Voorschoten, cittadella di espatriati soprannominata «il quartiere crimeano» a 12 chilometri dall’Aja e dai tribunali internazionali. Una tranquilla vita da adulta nel cuore d’Europa dopo un’adolescenza di segreti e false identità, ma non è facile se ti chiami Maria Putina. La figlia del presidente russo è finita sotto i riflettori dopo l’incidente innescato in Olanda dalle dichiarazioni del sindaco di Hilversum, sede della base militare dove sono cominciate le operazioni per il riconoscimento delle vittime del volo MH17. Durante un’intervista radiofonica Pieter Broertjes, esponente del partito laburista che governa in coalizione con i liberali del premier Mark Rutte, ha proposto l’espulsione di Maria dal Paese come misura simbolica per prendere le distanze dallo Zar. Broertjes ha subito fatto retromarcia e spiegato via Twitter che quelle parole «poco sagge» nel giorno del lutto nazionale nascevano dal senso d’impotenza di fronte alla tragedia, la reazione a catena non si è fatta attendere. Su Internet sono comparsi appelli a manifestare davanti all’edificio che ospita l’attico della 29enne, con tanto di foto, indirizzo e commenti del tipo «Tornatene da papà». Solidale con Maria la comunità di Voorschoten, in prevalenza professionisti stranieri che alla stampa locale confermano una delle poche verità indiscusse sulla primogenita del capo del Cremlino: «In giro si vede di rado». Su Maria come sulla sorella Yekaterina, 27 anni, è mistero fitto. Ossessionato dalla sicurezza e in linea con la tradizione sovietica del segreto sul privato dei leader, l’ex agente del Kgb Vladimir Putin non ha mai legato la sfera familiare all’immagine di uomo di Stato e tutore del risorto spirito russo. Lo sa bene Ljudmila, la moglie sempre in ombra che nel 2013 ha avuto il riscatto ufficiale con il divorzio. Nate a San Pietroburgo (Maria) e a Dresda (Yekaterina), cresciute in Germania Est, con l’ascesa politica del padre le due sorelle hanno dovuto rinunciare a una vita normale. Studi a casa, poi al college sotto falso nome — biologia per Maria, orientalistica per Yekaterina — mai fotografate in pubblico fino a qualche immagine recente. Da almeno quattro anni Maria è legata al 34enne olandese Jorrit Faasen, che in passato ha ricoperto importanti ruoli nel colosso russo Gazprom e nella società di costruzioni Stroytransgaz in prima fila nel contestato progetto South Stream. Una coppia ingombrante a Voorschoten ora che l’Europa affronta la più grave crisi con Mosca dalla fine della Guerra fredda. M. S. Na. [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA LUCA RONCONI IVICA BULJAN ADRIANA ASTI ARIELLA REGGIO PIERLUIGI CAPPELLO GABRIELE VACIS FABRIZIO ARCURI Corriere della Sera Venerdì 25 Luglio 2014 Esteri 15 italia: 51575551575557 # Il disastro Il volo era partito dal Burkina Faso ed era diretto ad Algeri. Lo gestiva una compagnia spagnola, la Swiftair Il mistero del jet algerino con 116 a bordo Sparito un’ora dopo il decollo, aveva chiesto di cambiare rotta. «Trovato in Mali» Nel Sahara Una bomba in volo Il disastro in Niger 1 Settembre 1989 Il volo Uta 772 dal Ciad a Parigi esplode per una bomba sopra il Niger: 170 vittime Un sopravvissuto su 103 passeggeri 2 Marzo 2003 Aereo Air Algerie cade al decollo a Tamanrasset: 102 morti, un sopravvissuto Nell’ultimo contatto radio c’è forse la traccia: il comandante del volo AH5017 ha chiesto di cambiar rotta per il maltempo. In quel momento, il jet MD83, con a bordo 116 persone, era nella zona di Gao, in Mali. Poi il nulla. Fino all’allarme delle autorità algerine: il jet decollato nella notte da Ouagadougou, Burkina Faso, e diretto ad Algeri, è scomparso. Comunicazione seguita da q u e l l a d i u n « p ro b a b i l e schianto» in un luogo sconosciuto. Nella notte, dopo varie segnalazioni confuse, il generale del Burkina Faso Gilbert Diendere ha annunciato a nome della presidenza che «gli uomini inviati in accordo con il Mali in questo Paese hanno trovato i resti dell’aereo con l’aiuto degli abitanti della zona a circa 50 chilometri dal confine tra i due Stati, vicino al villaggio di Boulikessi». Ancora incerti i motivi dello schianto. «Non escludiamo alcuna pista», ha dichiarato il ministro degli Esteri francese Fabius, una frase di rito che tiene dentro anche scenari criminali. L’incertezza sul «perché» era cresciuta durante la giornata con le notizie contrastanti sul «dove» era finito il jet. Per il presidente maliano i rot- Controlli L’aereo scomparso nei cieli del Sahara aveva passato pochi giorni fa i controlli tecnici all’aeroporto di Marsiglia. La maggioranza dei passeggeri è francese (Reuters) tami erano stati «avvistati» vicino all’Adrar des Ifoghas, uno dei rifugi qaedisti. Per l’abitante di un villaggio l’aereo era caduto nella zona di Gossi, a sud-ovest di Gao. Altra localizzazione vicino al confine con il Burkina, dove poi, secondo il Burkina, è stato in effetti trovato. Il MD83, di proprietà della compagnia spagnola Swiftair e noleggiato dall’Air Algérie per coprire la rotta africana, aveva lasciato in orario la capitale del Burkina Faso. A bordo 51 francesi, 27 locali e poi passeggeri di diverse nazionalità. Nelle prime ore si era detto che tra loro ci fosse anche Mariela Castro, figlia del presidente cubano Raul e nipote di Fidel, una figura molto nota per il suo impegno sociale. Poco dopo però l’emittente Telesur aveva smentito sostenendo che la donna era all’Avana per un convegno. Iniziato in modo normale, il volo aveva incontrato problemi inaspettati. E dopo 50 minuti dal decollo, all’1.38, il comandante aveva chiesto di poter eseguire una deviazione per evitare cattive condizioni A bordo Annunciata e smentita la presenza di Mariela Castro, figlia del leader cubano e nipote di Fidel Lo schianto all’arrivo a Khartoum l’azione terroristica. Nel nord del Mali sono ancora presenti gruppi islamisti, l’Adrar des Ifoghas, vicino a Aguelhoc, è un santuario impenetrabile, i militanti filo Qaeda potrebbero aver usato dei missili trafugati in Libia. Ma gli esperti hanno espresso dubbi: i loro ordigni non arrivano alle alte quote. E l’intelligence statunitense ha comunicato: «Non abbiamo registrato esplosioni nella zona». Tutti aspetti sui quali indagherà la magistratura di Parigi affiancata dagli 007, proprio per considerare qualsiasi scenario. L’altro lavoro di inchiesta riguarderà il passato del jet. Costruito nel 1996, in servizio con un paio di compagnie sudamericane, ha passato una decina di mesi in un hangar e poi è stato acquistato nel 2012 dalla Swiftair. Il suo ruolino dice che aveva compiuto migliaia di atterraggi e decolli. Il jet era uno dei trenta della Swiftair, una società usata nel periodo 2007-2009 anche dal Real Madrid per le sue trasferte. Infatti uno degli MD83 era stato ribattezzato «La Saeta» in onore di Alfredo Di Stefano, la vecchia gloria madridista. meteo. I controllori avevano autorizzato la manovra, perdendo però il link con l’aereo. I successivi appelli erano caduti nel vuoto e solo molte ore dopo erano state lanciate le ricerche con l’intervento di due Mirage 2000 francesi e, sembra, di alcuni elicotteri olandesi. La scomparsa del jet — terzo disastro nell’arco di una settimana — ha innescato una catena di ipotesi sui motivi. La prima è quella di una possibile avaria. Un funzionario da Ouagadougou ha riferito di «guai al motore» dell’aereo. Immediata la replica dei francesi: «Il velivolo era in ordine, lo avevamo controllato pochi giorni fa a Marsiglia». Il teatro geografico ha fatto pensare al- Guido Olimpio © RIPRODUZIONE RISERVATA La rotta SPAGNA ALGERI TUNISIA Oceano Atlantico 3 Giugno 2008 Velivolo Sudan Airways si schianta atterrando a Khartoum: 30 morti su 214 persone LIBIA 6 ore e 25 minuti Durata del volo MAROCCO A L G E R I A MAURITANIA L’aereo venezuelano carico di cocaina AEREO McDonnell Douglas 83 (MD83) affittato dalla compagnia spagnola Swiftair Regione Kidal Tessalit Kidal M A L I Gao 4 NIGER Novembre 2009 Un Boeing dal Venezuela si schianta a Tarkint, Mali, con un carico di cocaina OUAGADOUGOU Vittime Una parente mostra la foto di una donna libanese che viaggiava sull’aereo (Reuters/Ali Hashisho) B U R K I N A F A S O PERSONE 116 a bordo (6 membri dell’equipaggio) di cui 51 francesi NIGERIA Media e politica Giornalista americano arrestato in Iran WASHINGTON — Tre cittadini americani, tra cui il corrispondente del Washington Post a Teheran, sarebbero stati arrestati in Iran. A riferirlo lo stesso quotidiani, oltre ad alcuni funzionari statunitensi. Il giornale americano ha spiegato di avere «informazioni credibili» sull’arresto del corrispondente Jason Rezaian, della moglie Yeganeh Salehi, e di altri due uomini, trattenuti dallo scorso martedì e dei quali non si hanno avuto più notizie. «Siamo profondamente turbati da questa notizia e preoccupati per l’incolumità di Jason, della moglie e degli altri due fermati con loro», ha affermato Douglas Jehl, caporedattore al Washington Post. Il giornale fa sapere che Rezaian, corrispondente da Teheran dal 2012, «è un giornalista esperto e ben informato che merita protezione e il cui lavoro merita rispetto». La portavoce del Dipartimento di Stato Usa, Marie Harf, ha detto di essere stata informata del caso e ha spiegato che «la nostra priorità è la sicurezza e l’incolumità dei nostri giornalisti all’estero». I parenti degli arrestati non hanno rilasciato dichiarazioni. Rezaian, 38 anni, ha la doppia cittadinanza americanairaniana, mentre la moglie ha passaporto iraniano e ha già fatto richiesta per ottenere il soggiorno permanente negli Usa come corrispondente del National, un quotidiano degli Emirati Arabi. Stati Uniti L’uomo era stato condannato a morte per duplice omicidio. Gli avvocati hanno tentato invano di fermare l’iniezione letale Esecuzione choc in Arizona: due ore di agonia per morire DAL NOSTRO INVIATO NEW YORK — Dovrebbero far morire il condannato quasi immediatamente senza che se ne renda conto, invece le esecuzioni capitali con le iniezioni letali si trasformano, negli Stati Uniti, in una lunga e drammatica agonia. Come è accaduto in sei mesi a tre condannati, l’ultimo dei quali un pluriomicida morto in Arizona dopo quasi due ore di rantoli mentre i suoi avvocati tentavano disperatamente di ottenere l’interruzione dell’esecuzione. Dopo l’ennesimo litigio, il 7 agosto del 1989 Joseph Rudolph Wood uccise a colpi di pistola la sua ex fidanzata di 29 anni Debra Dietz e il padre della donna Eugene, 55 anni. Quando i poliziotti arrivarono per arrestarlo, prima lasciò cadere a terra l’arma, poi la riprese di scatto minacciando gli agenti che fecero fuoco colpendolo più volte. Salvò la pelle in ospedale, ma non sfuggì a una sentenza di morte che avrebbe solo differito la fine dei suoi giorni. Giovedì pomeriggio Joseph Rudolph Wood è stato messo su una barella e portato nella camera della morte di un carcere di Florence. Ad assistere alle operazioni erano stati ammessi, oltre ai parenti delle vittime, anche un giornalista dell’Associated Press che ha raccontato quello che ha visto. Il via è stato dato dalla Corte Suprema degli Stati Uniti ribaltando la deci- Iniezioni I cocktail letali usati nelle prigioni americane dovrebbero uccidere i condannati in 10-12 minuti sione della Corte d’Appello federale che, su richiesta degli avvocati difensori di Wood, aveva sospeso la procedura sostenendo che i cittadini hanno il diritto di conoscere con quali sostanze un condannato viene ucciso. Quello che la Corte Suprema ha ritenuto solo un tentativo disperato ma infondato, basa le sue ragioni su un dibattito in corso da molti mesi negli Usa. Le aziende che fornivano le sostanze letali alle amministrazioni carcerarie si sono via via tirate indietro temendo l’impopolarità dovuta al fatto che il loro nome fosse accomunato alla pena capitale contro la quale crescono il malcontento e le proteste. Si trattava di marchi famosi, molti dei quali europei, che fanno miliardi di dollari vendendo medicine che curano le persone. Da allora le autorità responsabili delle esecuzioni si sono affidate a case farmaceutiche americane che hanno Condannato Joseph Rudolph Wood il 7 agosto del 1989 uccise la sua ex fidanzata 29enne e il padre di lei. Rimase ferito durante il successivo scontro a fuoco con la polizia e fu poi condannato a morte creato nuovi composti, i quali, però, non si dimostrano efficienti come i precedenti. Invece di sedare il condannato e portarlo al decesso in 10-12 minuti ne prolungano l’agonia. All’una e 52 un addetto ha praticato a Wood l’iniezione letale. «Ha cominciato a boccheggiare subito dopo che gli erano stati iniettati per via endovenosa un sedativo e la sostanza killer. Per un’ora e mezza ha respirato affannosamente per più di 600 volte», racconta il cronista dell’Ap. Quando gli avvocati dell’omicida si sono resi conto che Wood non moriva hanno dato il via ad una corsa disperata nel tentativo di fermare la procedura. «È ancora vivo» ha gridato uno di loro alle tre di fronte alla Corte d’Appello di San Francisco chiedendo di bloccare immediatamente l’esecuzio- 3 ne perché «le sue modalità violano l’ottavo emendamento della Costituzione che vieta che ai condannati siano inflitte punizioni crudeli e inusitate» mentre un collega chiamava al telefono un giudice della Corte Suprema. Ma Joseph Rudolph Wood è spirato prima esecuzioni negli ultimi 6 mesi hanno visto i condannati affrontare lunghe agonie che i giudici potessero dare una risposta. Il Governatore dell’Arizona Jan Brewer ha annunciato una «revisione» delle procedure, assicurando però che «il detenuto è morto nel rispetto della legge» ed «è stata fatta giustizia». Giuseppe Guastella © RIPRODUZIONE RISERVATA 16 Venerdì 25 Luglio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 # Cronache In carrozzina Giancarlo Galan martedì scorso all’uscita dall’ospedale (foto da Il Mattino di Padova) Caso Mose L’ex ministro a Opera senza libri. Da leggere ha solo l’ordinanza propria loggia di appartenenza (Padova) di «mettersi in sonno». È un mantra che ripete in tutto il colloquio. L’incredulità, l’inimmaginabile, il cielo che cade sulla testa. Insiste: «Ho intrapreso la carriera politica su spinta di Berlusconi. Ci ho creduto. Ma mai avrei pensato di finire schiacciato da questa macchina». Ragionamento che trova la sua conclusione in un’argomentazione non propriamente lineare: «Se avessi avuto sentore che una vicenda del tutto immotivata come questa mi sarebbe arrivata addosso mi sarei candidato alle Europee», dove magari l’immunità è più «resistente». Come dire in modo contorto: sono innocente, talmente innocente e ignaro che non ho cercato scappatoie di nessun genere. Si tocca la gamba ingessata Galan, gli fa male. Si è scritto Lo sfogo di Galan in carcere: «Ho chiuso con la politica» «Mai avrei immaginato che la Camera votasse così» MILANO — Prima l’incontro con il suo avvocato Niccolò Ghedini. Poi un’ora con lo psicologo. Infine, in sala colloqui dove lo attende il consigliere regionale, nonché segretario milanese di Forza Italia, Giulio Gallera. Giancarlo Galan è sulla sedia a rotelle, la gamba ingessata, una maglietta blu e dei calzoncini corti grigi. «Mai avrei immaginato che mi sarebbe accaduta una cosa del genere. Dopo tutto questo ho chiuso con la politica, non ne voglio più sapere niente». Il «doge» si trova da due giorni nell’istituto clinico del carcere di Opera con l’accusa di corruzione in merito alla vicen- da del Mose. Lui non lo sa, ma nella cella di fronte c’è una sua vecchia conoscenza: l’ex senatore Pdl, Luigi Grillo. Ad accomunarli non solo l’appartenenza politica, ma anche i guai con la giustizia. Grillo è agli arresti con l’accusa di aver fatto parte della «cupola» che pilotava gli appalti di Expo. Chi pensa di trovare un Galan a pezzi si sbaglia di grosso. La tessera numero 19 di Forza Italia è «molto su di morale, reattivo, mi ha raccontato aneddoti della sua vita, il suo passato da liberale, gli anni formidabili di Publitalia, il suo rapporto con Berlusconi» dice Gallera che si è intrattenuto per mez- zora con l’ex governatore del Veneto. Stessa considerazione di Daniela Santanchè che ieri si è presentata a sorpresa nel carcere di Opera: «Forte e combattivo come sempre, non si dà pace per quello che è successo. Non se ne fa una ragione». Per adesso il suo unico svago è leggere e rileggere l’ordinanza dei magistrati. I libri richiesti arri- Il memoriale Oggi vedrà il gip e presenterà un memoriale. Nella cella di fronte c’è l’ex senatore pdl Luigi Grillo veranno dopo. Resta l’amarezza. Quella molto personale che riguarda sua moglie, Sandra Persegato, e sua figlia. «Sono molto preoccupato per come possano vivere questa situazione». E quella pubblica, sancita dal voto della Camera che ha dato il via libera all’arresto. Oggi, più che «incazzatura» c’è tristezza: «Ho lasciato tutto per la politica, la mia carriera professionale, la mia vita privata e questo è il modo in cui vengo ripagato. Mai avrei immaginato che il voto alla Camera sarebbe andato in quel modo. Come mai avrei immaginato che mi sarebbe caduta sulla testa una vicenda del genere. Io con la politica ho chiuso». Galan, secondo il Corriere del Veneto, avrebbe preso commiato non solo dalla politica ma anche dalla massoneria a cui era affiliato dal 1987 (Grande Oriente d’Italia): due giorni dopo la richiesta d’arresti ha chiesto alla Accusa e difesa Lo «stipendio» La Procura di Venezia accusa l’ex governatore del Veneto Giancarlo Galan di corruzione. Avrebbe avuto uno «stipendio» in nero dal Consorzio Venezia Nuova (CVN), concessionario unico per le opere di salvaguardia della laguna, un milione di euro l’anno e due versamenti da 900 mila euro. In cambio Galan avrebbe garantito i pareri favorevoli al Mose della Commissione Salvaguardia e Via regionali La villa e il conto Galan è accusato anche di essersi fatto ristrutturare la villa di Cinto Euganeo, di sua proprietà, a spese del gruppo Mantovani del CVN attraverso sovrafatturazioni per 1,1 milioni di euro, oltre ad aver ricevuto 50 mila euro su un conto di San Marino, e quote in varie società La memoria Oggi all’interrogatorio di garanzia che si terrà nel carcere milanese di Opera, dove è detenuto, depositerà una corposa memoria difensiva Le visite Sono andati a trovarlo Giulio Gallera, consigliere regionale lombardo, e Daniela Santanché che galeotta fu la pianta di rose che il «doge» stava potando nella lussuosissima villa di Cinto Euganeo che secondo le accuse è stata ristrutturata con i fondi neri della Mantovani. Una scivolata e osso fratturato. Galan la racconta in un’altra maniera, molto meno romantica: «Stavo andando a raccogliere le uova delle galline, l’erba era bagnata e sono scivolato». Adesso, nel mirino dei magistrati sono finite anche le cartelle cliniche del suo ricovero negli ospedali di Este e di Padova. Ghedini ha riferito che nel centro clinico di Opera sono state confermate tutte le diagnosi cliniche fatte dai medici dei precedenti ricoveri, cure comprese. E oggi l’ex ministro sarà di fronte al gip che lo sentirà per rogatoria nell’interrogatorio di garanzia. Galan presenterà una memoria scritta. Molto corposa a dire del suo avvocato. Maurizio Giannattasio © RIPRODUZIONE RISERVATA Csm Valutate le note di merito tra 2007 e 2011 Ingroia «promosso» un anno dopo aver lasciato la toga ROMA — Il Consiglio superiore della magistratura «promuove» l’ex pubblico ministero della Procura di Palermo Antonio Ingroia, riconoscendogli il conseguimento della sesta valutazione di professionalità per il quadriennio compreso tra il 2007 e il 2011: nella sostanza si tratta di un grado superiore a quello che Ingroia aveva quando — ormai un anno fa — ha lasciato la magistratura, con conseguenti benefici in termini di pensione e liquidazione. Ma sulla decisione il plenum di Palazzo dei marescialli si è spaccato quasi a metà: la decisione a favore di Ingroia è passata, infatti, per un voto soltanto di scarto tra favorevoli e contrari : otto contro sette (più quattro astenuti). La delibera del Csm riconosce anche che l’ex magistrato palermitano ha tenuto comportamenti «connotati da oggettiva gravità», quando ancora indossava la toga. Il riferimento è a una serie di interviste che furono oggetto di due procedimenti disciplinari conclusi sempre con il non luogo a procedere, visto che il pubblico ministero più esposto del processo sulla presunta trattativa tra Stato e mafia aveva, intanto, abbandonato la toga. Interviste come quella in cui Ingroia accusò la Consulta di aver preso una decisione politica e «mortificato» le ragioni del diritto, accogliendo il conflitto di attribuzioni del capo dello Stato contro la procura di Palermo proprio nel procedimento Stato-mafia Di queste condotte l’organo di autogoverno delle toghe non ha tenuto conto, nel riconoscere le note di merito che hanno prodotto l’avanzamento di carriera «a posteriori» di Ingroia, perché — come evidenzia la delibera approvata — si tratta di episodi successivi al quadriennio che era l’oggetto della valutazione. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Venerdì 25 Luglio 2014 Cronache 17 italia: 51575551575557 # La sentenza Oggi è controllato da British American Tobacco Morte di un fumatore L’Ente Tabacchi risarcirà un milione Condannato a pagare anche il funerale MILANO — Benché soltanto dal 1991 la vendita delle sigarette avvenga per legge «con una esplicita informazione sulla nocività e sul carattere letale del fumo», il produttoredistributore di sigarette «avrebbe quantomeno dovuto fornire adeguate informazioni sulla nocività del fumo, anche eventualmente con foglietti illustrativi posti nei pacchetti. E ciò a prescindere da obblighi giuridici, ma in funzione di poter comprovare di aver messo i consumatori di sigarette in condizioni di poter conoscere inequivocabilmente il rischio correlato alla assunzione del tabacco, e di poter in tal modo configurare l’assunzione come libera scelta assunta nella con- sapevolezza della nocività del prodotto». Su questa base la decima sezione del Tribunale civile di Milano ha condannato in primo grado l’ex Ente Tabacchi spa (le cui pregresse attività di produzione e commercializzazione di sigarette sono state ereditate da British American Tobacco Italia) a risarcire con 776.000 euro — più rivalutazioni e interessi — la moglie e i figli di un uomo morto di tumore al polmone a 54 anni nel 2004 dopo aver fumato due pacchetti al giorno di sigarette da quando nel 1965 aveva 15 anni. Nella causa avviata nel 2009 dai familiari con l’avvocato Angelo Cardarella, i consulenti tecnici nominati dal Tribunale hanno ribadito un nesso di causa tra il fumo e il tumore ai polmoni, e suggerito alla giudice Stefania Illarietti che difficilmente la morte avrebbe potuto essere determinata (come invece ipotizzato in teoria dalle difese) da un altro tipo di tu- L’inchiesta da Busto a Milano more meno legato al fumo: tanto più che «appare del tutto singolare che un forte tabagista come l’uomo, che per 40 anni ha fumato 30 sigarette al giorno e quindi quasi 1 milione di sigarette, abbia sviluppato non già una neoplasia polmonare, ovvero una patologia il cui nesso causale con l’assunzione del tabacco è ormai riconosciuto», ma un altro tipo di cancro. Anzi, «sulla base del materiale clinico in atti», per la giudice «non può sostenersi che non possa essere operata una motivata e attendibile valutazione sulla primitività polmonare facendo ricorso a una criteriologia clinico strumentale complessiva, così come fatto dai consulenti tecnici». Anche perché «altri fattori di rischio ugualmente collegati al cancro, come dieta alimentare, inqui- 80 Le migliaia di morti causate dal fumo in Italia nel 2013. La cifra è stata fornita dalla ministra della salute Beatrice Lorenzin. Il 20% di queste persone rimane vittima di tumori al polmone, il resto di malattie cardio vascolari namento e predisposizione familiare» non sembrano avere, a parere del giudice, influenza sul caso in questione. Nel distinguere tra il periodo 1965-1991 (da quando l’uomo inizia a fumare a quando entra in vigore l’obbligo di avvertire sui pacchetti dei rischi mortali del fumo) e il periodo 1991-2004 (quando muore), sempre sulla base della consulenza tecnica il giudice stima che «il ruolo dei primi 26/27 anni di esposizione al fumo» sia stato «di circa 20 volte più rilevante rispetto a quello dei successivi 13/14 anni». Si deve quindi «fare riferimento alla predominanza dell’apporto causale per il periodo precedente al 1991»: e «considerando che l’assuefazione indotta dal fumo, pur non annullandola, ha inciso negativamente sulla libera determinazione del fumatore in relazione all’assunzione di tabacco per il periodo successivo» al 1991, il giudice stima che l’aver continuato a fumare abbia «concorso per un 20% all’evento di danno». Nel cui risarcimento il Tribunale ammette anche una spesa materiale: i 3.548 euro di costo dei funerali. L. Fer. [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Roma Il ponte pedonale crolla su un camion vicino alla sede Rai Tragedia sfiorata e traffico in tilt per diverse ore, ieri pomeriggio, a Roma. Un viadotto pedonale (a fianco, foto Mario Proto), all’altezza di Saxa Rubra proprio di fronte al centro di produzione della Rai, è crollato al passaggio di un grosso camion. Non ci sono stati feriti perché, per fortuna, il blocco di cemento e i detriti non hanno colpito la cabina. Le ripercussioni sul traffico nella parte nord della Capitale si sono sentite sino a tarda sera. Il direttore generale Expo indagato per i contratti «suggeriti» da Maroni MILANO — Non trova pace giudiziaria il gruppo dirigente di Expo 2015. Dopo l’arresto del general manager Angelo Paris, di alcuni avvocati esterni per gli appalti truccati dei servizi legali, e di Antonio Rognoni in Infrastrutture Lombarde, ora è indagato per l’ipotesi di reato di «induzione indebita a dare o promettere utilità» anche il direttore generale di Expo 2015, Christian Malangone, il manager più operativo sotto il commissario Giuseppe Sala, quello con il quale il presidente dell’Autorità anticorruzione Raffaele Cantone si era appena rapportato per il «Padiglione Italia». Malangone, che con il sindaco Letizia Moratti era stato nel 2009 vicedirettore generale del Comune di Milano, è indagato nella medesima inchiesta della Procura di Busto Arsizio sul presidente leghista della Regione Roberto Maroni e sul capo della sua segreteria Giacomo Ciriello. Tandem che per i pubblici ministeri Eugenio Fusco e Pasquale Addesso avrebbe esercitato pressioni appunto su esponenti di «Expo 2015 spa» (al 20% della Regione) e di «Eupolis» (ente regionale per la ricerca e la statistica) affinché due collaboratrici di Maroni quand’era ministro dell’Interno, Mara Carluccio e Maria Grazia Paturzo, ottenessero indebite utilità economiche consistenti in due contratti di consulenza: 29.500 euro annui per Carluccio da «Eupolis», e 5.147 al mese per due anni per Paturzo da «Expo 2015 spa». In quest’ultimo caso, il dirigente Expo «indotto» dalle pressioni di Maroni è ipotizzato dai pm appunto in Malangone sul complesso di iniziali intercettazioni, successive acquisizioni documentali, Manager Christian Malangone e deposizioni per le quali sono sfilati come testi anche Sala e la portavoce di Maroni, Isabella Votino. Finché esisteva la vecchia concussione che comprendeva sia quella per costrizione sia quella per induzione, chi subiva le pressioni concussive non era punibile. A fine 2012, però, la legge Severino ha distinto dalla «concussione per costrizione» il nuovo reato di «induzione indebita», che sulla scia di rilievi europei determina anche la punibilità dell’«indotto» che nel cedere alle pressioni ricavi comunque un qualche vantaggio: ed è questa la contestazione mossa al direttore generale di Expo. Nell’episodio Eupolis, invece, i pm hanno modificato la contestazione a Maroni e a Ciriello da «induzione indebita» a «turbata libertà nel procedimento di scelta del contraente», indagando sia il direttore generale di «Eupolis» Alberto Brugnoli, sia la beneficiaria del contratto, Carluccio, nel 2008-2011 «consigliera» del ministro dell’Interno Maroni «per le politiche comunitarie». Luigi Ferrarella [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA FONDAZIONE IRCCS “CA’ GRANDA OSPEDALE MAGGIORE POLICLINICO” Via F. Sforza, 28 - 20122 Milano (tel. 02/5503.5925 - fax 02/5830.6067) Responsabile del procedimento: Dirigente U.O.C. Approvvigionamenti Procedura aperta, ai sensi dell’art. 55 del D.L.vo n. 163 del 12/4/2006, aggiudicazione con il criterio del prezzo più basso, come previsto dall’art. 82, del medesimo decreto, per aggiudicazione fornitura di MATERIALE DA LABORATORIO ORIGINALE MARCHE DIVERSE (Abgene, Amniodish, Eppendorf, Falcon, Feather, Menzel Glasser e Nunc), n. 7 lotti, per 60 mesi, occorrenti alla Fondazione IRCCS “Ca’ Granda - Ospedale Maggiore Policlinico. Importo complessivo quinquennale presunto: € 368.647,50.= oltre IVA. Bando di gara inviato alla GUCE in data: 23/06/2014 e rettificato in data: 21/07/2014. Documentazione di gara (capitolato e disciplinare) scaricabile dal sito www.policlinico.mi.it (gare e concorsi/lavori, beni e servizi/bandi ed esiti di gara). IL DIRETTORE AMMINISTRATIVO (Dott. Osvaldo Basilico) IL DIRETTORE GENERALE - (Dr. Luigi Macchi) Autorità Portuale di Salerno (Legge 1n. 84/94; D.P.R. 23/06/00 in G.U. n. 175 del 28/06/00) L’AUTORITA’ PORTUALE DI SALERNO indice Procedura Aperta nel Settore speciale ex 213 D.Lgs 163/06 per l’affidamento del “Servizio di esecuzione della caratterizzazione fisica, chimica, microbiologica ed ecotossicologica dei fondali del porto commerciale di Salerno e del canale d’ingresso”, importo di € 871.673,40 oltre € 4.966,01 per oneri della sicurezza ed IVA non imponibile ai sensi dell’art. 9 del D.P.R. n. 633/1972 da aggiudicarsi con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa. Scadenza: ore 13,00 del 15/09/2014. Informazioni ai numeri: tel. 089/2588111. Atti tecnici ed amministrativi di gara su www.porto.salerno.it. IL PRESIDENTE Avv. Andrea Annunziata ANAS S.p.A. Compartimento della viabilità per la Calabria ESITO DI GARA - AGGIUDICAZIONE DEFINITIVA ED EFFICACE Sul foglio inserzioni della Gazzetta Ufficiale n. 84 del 25/07/2014 è pubblicato l’esito della Procedura di gara Aperta n. CZLAV002-14 del 20.05.2013 - CIG 5641968B45 - Codice appalto CZE2A2012C201 - SS. 106 - SS. 107 - Lavori di Manutenzione Straordinaria per la sostituzione di giunti di dilatazione dei viadotti tra il km 241+00 e il km 241+600 e al km 173+900 (viadotto “Lamia”) della S.S. 106, di sostituzione barriere al km 100+00 della S.S. 107 lungo il “viadotto Lepre”; di ricostituzione del corpo stradale parzialmente dissestato e realizzazione relative opere di contenimento tra i km 282+000 e il km 287+000 e al km 175+600 della S.S. 106 - Province di Catanzaro e Crotone - Importo a base d’appalto € 548.640,00 di cui € 13.000,00 per oneri relativi alla sicurezza non soggetti a ribasso - Categoria prevalente: OS12-A e Ulteriore categoria OG3. Durata dell’appalto o termine di esecuzione: Tempo contrattuale Tc = giorni 150 comprensivo di Ts = giorni 20 (Andamento stagionale sfavorevole) - Aggiudicataria: Impresa ADRIATICA SRL - Data verbale di aggiudicazione: 27.05.2014 - Ribasso offerto: -34.383% - Importo contrattuale € 364.470,90. Il presente avviso è stato pubblicato sugli Albi Pretori on line dei Comuni di Catanzaro e Crotone, sull’Albo Compartimentale di Catanzaro, delle Sezioni Staccate di Cosenza e Reggio Calabria e sui Siti Internet www.stradeanas.it. (ANAS S.p.A.) e www.serviziocontrattipubblici.it. (Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti). Il Dirigente dell’Area Amministrativa Avv. Filippo VENTURA VIA E. DE RISO, 2 - 88100 CATANZARO Tel. 0961/531011 - Fax 0961/725106 • sito internet www.stradeanas.it ANAS S.p.A. DIREZIONE GENERALE TRIBUNALE DI FORLI’ AVVISO RELATIVO AGLI APPALTI AGGIUDICATI Richiesta di dichiarazione di morte presunta Con ricorso depositato nell’aprile 2014, Lisa Alessandri, poiché non ha più notizie sin dall’aprile 2000 della propria madre Manuela Teverini nata il 4/10/1964, chiede che il Tribunale di Forlì ne dichiari la morte presunta, con invito a chiunque abbia notizie della scomparsa a farle pervenire al predetto Tribunale entro sei mesi dall’ultima pubblicazione. Avv. Carlotta Mattei Sul foglio inserzioni della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n. 56 del 19.05.2014 è stato pubblicato l’avviso relativo agli appalti aggiudicati relativo a: Oggetto: PZ 03/13 - Descrizione - S.S. “95 VAR” Lavori di Manutenzione Straordinaria per il riposizionamento degli impalcati del viadotto Melandro. Codice CUP F77H13001090001 - Codice CIG 536220036C; Criterio di aggiudicazione: Prezzo più basso inferiore a quello posto a base di gara determinato mediante offerta a prezzi unitari, ai sensi degli articoli 81 e 82, comma 2, lett. a) del D. Lgs. 163/06 e ss.mm.ii.; Offerte ricevute: n. 4; Aggiudicatario: Impresa Fip Industriale S.p.A. - con un importo offerto di € 6.500.654,97, comprensivo di € 300.000,00 per oneri relativi alla sicurezza non soggetti a ribasso. L’avviso integrale è stato inviato alla GUCE in data 15.05.2014, pubblicato sull’albo della sede legale di Roma e sul sito internet www.stradeanas.it e sul sito www.infrastrutturetrasporti.it. Roma, lì 25.07.2014 IL DIRIGENTE RESPONSABILE GARE E CONTRATTI Avv. Daniele Tornusciolo VIA MONZAMBANO, 10 - 00185 ROMA Tel. 06/44461 - Fax 06/4454956 - 06/4456224 • sito internet www.stradeanas.it AZIENDA OSPEDALIERA “G. BROTZU” - CAGLIARI AVVISO DI GARA 1) Procedura aperta per la fornitura di un sistema completo per l’esecuzione e la gestione della misurazione della glicemia in ambito ospedaliero e la fornitura di materiale di consumo destinato al servizio di farmacia per anni uno, con opzione di rinnovo per un altro anno cig. 553797625E e successivi - importo a base d’asta annuo pari ad euro 134.700,00 iva esclusa. La gara verrà aggiudicata ai sensi dell’art. 83 del D.lgs. n. 163/06 per quanto riguarda il lotto 1, mentre per il lotto, 2 voce a-bc, ai sensi dell’art. 82 del Dlgs. n. 163/06. Bando integrale,istanza di partecipazione, Capitolato Speciale, disciplinare tecnico e relativi allegati, possono essere ritirati presso il servizio acquisizione beni Sig.ra Maristella Frau - Azienda Ospedaliera “G. Brotzu”, tel. 070/539569 dal lun. al ven. - ore 09.00 - 13.30 -, ovvero possono essere consultati liberamente ed estrapolati dal sito internet www.aobrotzu.it. Le offerte dovranno pervenire con le modalità prescritte dal Bando e dal Capitolato Speciale di gara: entro e non oltre le ore 12.00 del 05/09/2014. Apertura delle offerte c/o aula Deriu il giorno 11.09.2014 alle ore 10:00. Il bando di gara è stato inviato alla GUCE in data 07/07/2014. Il Direttore del Servizio Acquisizione beni Dott.ssa Agnese Foddis TRIBUNALE DI MONZA Per la pubblicità legale e finanziaria rivolgersi a: Per maggiori dettagli www.tribunale.monza.giustizia.it e www.astalegale.net Adunanza Creditori C.P. 8/14 - DECRETO DI AMMISSIONE ALLA PROCEDURA DI C.P.: Si comunica che il Tribunale di Monza con decreto del giorno 24/06/2014 ha dichiarato aperta la procedura di concordato preventivo proposta dalla società PAPETTI E COLOMBO SRL con sede legale in Monza via Lario 18, C.F. 00934830159, delegando alla procedura il Giudice Dott.ssa Alida Paluchowski e nominando Commissario Giudiziale il Dott. Michele Castoldi con studio in Monza - Via M. D’Azeglio n. 2. L’adunanza dei creditori è stata fissata per il giorno 12/11/2014 ore 12.00 davanti al Giudice Delegato. Ulteriori informazioni in cancelleria, sul sito internet www.tribunale.monza.giustizia.it e presso il Commissario Giudiziale Tel. 039.320665 - Fax 039.326583 Mail: [email protected] PEC della procedura: [email protected]. RCS MediaGroup S.p.A. Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano Via Rizzoli, 8 20132 Milano Tel. 02 2584 6665 02 2584 6256 Fax 02 2588 6114 Vico II San Nicola alla Dogana, 9 80133 Napoli Tel. 081 49 777 11 Fax 081 49 777 12 Via Valentino Mazzola, 66/D 00142 Roma Tel. 06 6882 8650 Fax 06 6882 8682 Via Villari, 50 70122 Bari Tel. 080 5760 111 Fax 080 5760 126 18 Cronache Venerdì 25 Luglio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Vaticano L’ipotesi di una transizione morbida. Più poteri alle conferenze episcopali regionali Cambia l’elezione del capo della Cei Bagnasco verso il traguardo del 2017 La Santa Sede approva: nomina papale fra tre nomi scelti dai vescovi CITTÀ DEL VATICANO — La Santa Sede ha compiuto la recognitio e approvato, tra l’altro, la nuova procedura di elezione del presidente della Cei, votata dall’assemblea dei vescovi a maggio. Il via libera dalla Congregazione dei vescovi, guidata dal cardinale Marc Ouellet, significa che dalla prossima volta il presidente sarà ancora nominato dal Papa, ma in base a una terna di candidati scelta dall’assemblea dei vescovi. Una soluzione di compromesso tra chi voleva l’elezione diretta, come pare auspicasse lo stesso Francesco, e chi invece preferiva che la nomina, caso unico al mondo nelle conferenze episcopali, restasse prerogativa del vescovo di Roma in quanto «primate d’Italia». Dal Vaticano come dalla Cei si spiega che «non esiste alcun vincolo di nessun tipo» rispetto al mandato dell’attuale presidente, il cardinale Angelo Bagnasco. In altre parole, non è stabilito che debba lasciare anzitempo né il contrario. Ma a questo punto, salvo sorprese, si ritiene che l’arcivescovo di Genova possa proseguire fino al termine del suo mandato, nel 2017, ancora due anni e mezzo. «È una norma del diritto comune che le regole non si cambino in corsa», si spiega. Nominato da Benedetto XVI nel 2007, Bagnasco era stato con- fermato da Ratzinger il 7 marzo 2012 per un altro quinquennio. Il cardinale, per parte sua, aveva spiegato che come sempre si sarebbe rimesso alla volontà del Papa. All’inizio del mese Francesco lo ha ricevuto in udienza, e lo stesso ha fatto una settimana più tardi con il cardinale Gualtiero Bassetti, considerato il successore più probabile, e da ultimo, lunedì, con il vescovo Nunzio Galantino, scelto dallo stesso Pontefice come segretario generale della Cei. Ma Oltretevere si dice che non siano arrivate indicazioni di sorta, «nessun vincolo» appunto: Francesco lascia che decidano i vescovi. In novembre torneranno a riunirsi in assemblea, ad Assisi. Ma ci si attende una transizione morbida, con il nuovo sistema applicato solo Il relitto in navigazione La Concordia va: «Sarà a Genova domenica alle 3» Si è chiuso il secondo giorno di navigazione per la Costa Concordia (sopra, foto Olycom). «Sta andando tutto come previsto», ha spiegato ieri dalla nave l’ammiraglio Stefano Tortora, consulente del commissario della Protezione civile Franco Gabrielli. Per Franco Porcellacchia, responsabile del progetto di rimozione, «la Concordia sarà a Genova alle 3 di domenica mattina» per iniziare le manovre di ingresso. © RIPRODUZIONE RISERVATA L’epidemia alla fine del mandato attuale. L’essenziale è definire «un nuovo rapporto tra periferia e centro», una maggiore partecipazione dei vescovi. I tre nomi da presentare al Papa dovranno aver raggiunto almeno «il 50 per cento più uno degli aventi diritto al voto» in assemblea, spiegava lo stesso Bagnasco. La scelta finale del Papa manterrà il «legame peculiare» con la Chiesa italiana. Ma il sistema di nomina del presidente non è l’unica e forse neppure la più importante delle novità nello statuto e nel regolamento della Cei. Si desidera che le conferenze episcopali regionali abbiano più voce in capitolo. Per la Cei è una svolta. Viene suggerito che di norma i vescovi delle varie regioni si riuniscano e discutano prima, e non dopo il consiglio permanente o l’assemblea. Il presidente farà sapere loro quali argomenti verranno trattati in modo che le conferenze regionali possano fargli arrivare per tempo le loro considerazioni. Lo stesso vale per la classica «prolusione» del cardinale presidente, all’inizio dei consigli e delle assemblee: sarà meno «personale» e più «partecipata», attenta alle proposte che vengono dalla periferia. Un’altra modifica ancora da approfondire è più tecnica ma decisiva nel funzionamento della Chiesa italiana: in molti hanno chiesto un ruolo maggiore delle varie commissioni episcopali, guidate da vescovi, in modo che ci sia un maggiore equilibrio e gli uffici centrali non prevalgano nel definire le linee pastorali. Con Francesco, la nuova Cei dovrà avere sempre più un ruolo di «supporto» ai vescovi e alle diocesi. Gian Guido Vecchi © RIPRODUZIONE RISERVATA Sierra Leone: il medico anti ebola colpito dal virus Già 632 i morti Il virus ebola questa volta sembra più cattivo del solito. Si è allargato a tre Stati africani (Sierra Leone, Guinea e Liberia), ha colpito 1.048 persone con 632 morti, allarma l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e sta gettando nel panico gli abitanti della zona. La Costa d’Avorio, per esempio, ha chiuso le frontiere agli immigrati dai tre Stati colpiti. Nemmeno i medici e gli infermieri sono al sicuro. In Sierra Leone, lo specialista che coordinava lo sforzo per contenere l’epidemia è stato contagiato dal virus. Lo ha reso noto il governo dello Stato dove ebola ha fatto al momento Esperto Sheik più vittime: Umar Khan (Reuters) 206 morti su 442 contagiati. «Sheik Umar Khan è stato trovato positivo al test del virus — dice una nota governativa — ed è stato ricoverato in una struttura gestita da Medici senza frontiere (Msf) a Kailahun. È un eroe nazionale». In Sierra Leone hanno già perso la vita tre infermiere impegnate su ebola. Anja Wolz, coordinatrice dell’emergenza per Msf, fa il punto: «Non sappiamo ancora quanti villaggi siano colpiti. Finora abbiamo visto solo la punta dell’iceberg». E il ceppo Zaire di ebola può uccidere fino al 90% degli infettati. Mario Pappagallo © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Venerdì 25 Luglio 2014 Cronache 19 italia: 51575551575557 Il Viminale Investiti 700 milioni. Per ogni emergenza le Regioni garantiranno 10 mila posti in più Sbarchi, ecco il piano sull’accoglienza Alla Lombardia lo sforzo maggiore La direttiva di Alfano: permessi rapidi e tutele per i minori ROMA — Quattro caserme da 600 posti ciascuna, un «modulo organizzativo» da 10.000 posti che tutte le Regioni devono rendere disponibile per le emergenze, un progetto articolato per l’accoglienza e la sistemazione dei minori. È questo il «piano strutturato» da 700 milioni di euro messo a punto dal ministero dell’Interno per fronteggiare l’arrivo dei migranti che continuano ad approdare sulle nostre coste. Ormai siamo a quota 83.000, la stima dice che entro la fine dell’estate si supereranno abbondantemente i 100.000 stranieri arrivati dal mare. E dunque bisogna essere attrezzati, prepararsi a ondate ben più consistenti di quelle delle ultime settimane che, nei momenti di picco, hanno raggiunto anche le 1.000 persone sbarcate al giorno. E soprattutto, come ha sottolineato il ministro Angelino Alfano nell’ultima riunione con i rappresentanti dell’Anci, «mettere in atto interventi in un contesto di leale colla- Le caserme Un’ulteriore copertura viene dall’impiego di quattro caserme che sono in grado di ospitare 600 persone l’una borazione fra i livelli istituzionali». Vuol dire da un lato che ognuno deve fare la propria parte, anche gli amministratori locali che finora hanno rifiutato l’accoglienza, e dall’altro che vanno attivati canali diplomatici con i Paesi del Nord Africa, prima fra tutti la Libia. Il modulo da 10.000 Dal Viminale sono già partiti due telegrammi urgenti per l’applicazione del «modulo» di emergenza che prevede la sistemazione di 10.000 persone ogni volta. E dunque sono stati distribuiti in tutta Italia 20.000 migranti che non era possibile accogliere nel circuito dei tradizionali centri di accoglienza. Il prossimo «allerta» potrebbe essere inviato già la prossima settimana, visto il flusso che si è registrato nelle ultime ore. Calcolando una media di almeno altri 30.000 sbarchi, in Lombardia si rischia di arrivare a fine agosto a oltre 6.000 stranieri (la quota assegnata su ogni «modulo» è di 1.389 persone), circa 5.000 in Campania (998 per volta) così come in Sicilia (919), circa 4.000 nel Lazio (860) e in Piemonte. Un’ulteriore «copertura» si potrà avere con la messa a disposizione delle quattro caserme in cui sono già stati attivati i lavori per la messa a disposizione urgente: Masotto di Bisconte a Messina, Civitavecchia, I numeri Montichiari e Bari. «Ma la capienza non potrà superare i 600 posti — avvertono i tecnici del ministero — perché si tratta di una sistemazione che può durare mesi e dunque deve essere facilmente gestibile». L’obiettivo è di evitare il rischio sovraffollamento che trasforma le strutture in una sorta di carcere. Trentino Alto Adige Lombardia 166 358 1.389 2.515 xxx I posti da mettere Asilanti e minori La direttiva del ministro Alfano, concordata con gli enti locali e attuata dal Dipartimento Immigrazione guidato dal prefetto Mario Morcone, si muove su tre priorità: «Velocizzazione delle procedure di identificazione e verbalizzazione delle richieste di asilo da parte delle a disposizione ogni diecimila arrivi xxx Migranti attualmente presenti Valle d’Aosta Friuli Venezia Giulia 219 930 Veneto 722 1.054 Emilia Romagna 608 2.133 29 30 Marche 265 1.465 Piemonte 718 1.540 Abruzzo 189 636 Liguria 302 783 Puglia Toscana 698 4.487 Umbria 656 1.467 164 753 Sardegna 296 778 Lazio Molise Basilicata 80 Campania 1.356 998 2.089 123 626 Calabria 860 5.863 411 3.696 Sicilia 919 13.104 I fondi Le altre strutture 2.400 600 I posti messi a disposizione da quattro caserme italiane 600 600 Messina Civitavecchia Montichiari (Masotto di Bisconte) La somma stanziata per il 2014 per la gestione dei profughi 600 100 milioni per i minori non accompagnati Bari (Milani) Gli arrivi negli anni 64.261 36.951 23.719 2002 14.331 13.635 2003 2004 22.939 22.016 20.455 2005 2006 2007 9.573 4.406 2008 2009 2010 2011 700 milioni di euro 83.000 42.925 13.267 2012 2013 2014 (1° gennaio -23 luglio) Vicenza questure per garantire l’immediato accesso alla procedura anche al fine dell’immediato rilascio del permesso di soggiorno; accelerazione dei tempi per l’esame delle richieste di protezione internazionale da parte delle Commissioni territoriali per poter avviare nel più breve tempo possibile i percorsi di integrazione; potenziare il sistema di accoglienza e protezione dei minori». Si tratta di ragazzi che hanno tra i 13 e i 17 anni, la maggior parte di loro è arrivata in Italia senza genitori e dunque è necessario trovare sistemazioni, ma anche evitare che possano finire preda della criminalità. Per questo si è deciso uno stanziamento aggiuntivo di 100 milioni di euro e la creazione di una «unità di missione» che prevede di utilizzare le strutture specializzate dello Sprar (il sistema di protezione dei richiedenti asilo) e di spendere 45 euro a persona. L’accordo siglato con gli enti locali prevede «la prima accoglienza in strutture governative con tempi di permanenza contenuti al fine di garantire il turn over delle presenze, evitando la saturazione dei centri. Per questo il ministero dell’Interno valuterà il possibile diverso utilizzo degli attuali Cara (i Centri di accoglienza per i richiedenti asilo) di Mineo, Crotone e Bari». Soldi e accordi I 700 milioni di euro stanziati complessivamente (570 oltre ai 100 Diplomazia al lavoro Si valuta l’opportunità di chiedere a Egitto, Tunisia e Libia l’apertura di centri per controllare i flussi verso l’Italia per i minori) si aggiungono al finanziamento da 9 milioni di euro che l’Italia stanzia ogni mese per sostenere «Mare Nostrum». La missione va avanti, ma il Viminale valuta l’opportunità di attivare canali diplomatici con Egitto e Tunisia per l’apertura di centri di smistamento in modo da poter controllare i flussi verso l’Italia. In realtà il vero problema riguarda la Libia e la difficoltà di trattare con il governo di Tripoli. La situazione, ribadita negli ultimi report degli ufficiali di collegamento, parla di centinaia di migliaia di persone ammassate sulla costa settentrionale del Paese che mirano a raggiungere l’Italia, anche se molti di loro avrebbero poi l’intenzione di «dirigersi verso altri Paesi dell’Unione europea». Ultimi approdi di viaggi della speranza che sembrano non avere fine. Fiorenza Sarzanini [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Fonte: ministero dell’Interno, Anci Violentano donna incinta Agli arresti due soldati Usa Sono accusati di aver picchiato e violentato dieci giorni fa, a Vicenza, una prostituta romena al sesto mese di gravidanza. Per questo ieri sono stati arrestati due paracadutisti americani di stanza alla base Usa di Vicenza. I due militari, Gray Gerelle Lamarcus, 22 anni, e Edil McCough, 21, sono finiti ai domiciliari, cioè confinati nei loro alloggi all’interno della caserma «Del Din». Lamarcus, che avrebbe tentato il suicidio quando è venuto a sapere della denuncia della prostituta, era già stato coinvolto in una vicenda analoga: una violenza sessuale ai danni di una minorenne vicentina. I due soldati avrebbero concordato una prestazione sessuale con la donna ma, giunti in un luogo appartato, l’avrebbero picchiata selvaggiamente e violentata. © RIPRODUZIONE RISERVATA La sentenza Il vicequestore Genchi reintegrato in polizia Il Tar di Palermo ha reintegrato in polizia Gioacchino Genchi, vicequestore e consulente informatico di varie Procure. I giudici hanno annullato i provvedimenti con i quali il Viminale aveva disposto la sospensione temporanea di Genchi e poi la destituzione dalla polizia. Al centro di polemiche per la sua attività di consulente ed esperto nell’analisi di dati telefonici, Genchi subì tre provvedimenti disciplinari ed è tuttora imputato nel processo legato all’inchiesta «Why not» condotta dall’allora pm di Catanzaro Luigi de Magistris. Per Genchi la procura ha chiesto la condanna a 1 anno e 6 mesi, per de Magistris l’assoluzione. L’accusa è di aver acquisito tabulati telefonici riconducibili a parlamentari senza che fosse stata sentita la Camera di appartenenza. © RIPRODUZIONE RISERVATA CORRIERE DELLA SERA Istruzione Nel primo anno accademico l’ateneo avrà 100 matricole per Medicina e 40 per Infermieristica. «Corsi in inglese e un tutor ogni due studenti» Nasce l’università dell’Humanitas, anche due Nobel tra i docenti C’è il via libera dei ministeri A settembre i test d’ingresso Professori dalle università di tutto il mondo e in cattedra anche premi Nobel. Poi. Esperienze all’estero. E coinvolgimento degli studenti nell’ospedale e nel centro di ricerca. Così l’istituto Humanitas di Rozzano progettava la sua università internazionale di Medicina. Così adesso il nuovo ateneo parte (e i Nobel già arruolati sono lo svizzero Rolf Martin Zinkernagel e il lussemburghese Jules Hoffmann, entrambi immunologi). L’ultimo via libera di Miur e ministero della Salute per la nuova Humanitas University è arrivato nei giorni scorsi, appena in tempo per l’avvio dell’anno accademico. A metà settembre si svolgeranno i test d’ingresso per i primi due corsi di laurea attivati, oltre a Medicina, Infermieristica (ultima chiamata, fuori programma, per gli aspiranti medici rimbalzati alle selezioni di aprile, iscrizioni aperte fino al 3 settembre). L’esame per i futuri medici sarà al forum di Assago, uno spazio da grandi eventi, perché a Humanitas contano di avere centinaia di iscritti (anche se poi le rette sono da università privata, dai dieci ai sedicimila euro all’anno). Per questo primo anno verranno selezionate cento matricole per Medicina e chirurgia in inglese e altre quaranta per Infermieristica (la retta è di duemila euro). A ottobre il via ai corsi del nuovo ateneo formula Rocca (Gianfelice), l’imprenditore del gruppo Techint, presidente di Humanitas e anche di Assolombarda che ha voluto l’università: «Il nostro modello formativo sarà competitivo nel panorama della formazione medica internazionale», è la sua scommessa. «Abbiamo docenti di livello internazionale e visiting professor, e oltre alla lingua inglese anche il metodo di studio e di esami è internazionale. Poi puntiamo sul tutoring, da noi c’è un tutor ogni due studenti», ha spiegato ieri il rettore Marco Montorsi, che ha presentato l’ateneo di Humanitas insieme con l’immunologo Alberto Mantovani, già presidente della Fondazione Humanitas per la Ricerca e probabile futuro docente dell’ateneo. Mantovani, come ha già fatto Montorsi, potrebbe lasciare l’università Statale (che nello stesso ospedale di Rozzano aveva attivato dal 2010 il corso Mimed di Medici- na internazionale) e spostarsi a Humanitas. E sono probabili altri passaggi. I primi concorsi sono pronti. Poi la faculty internazionale: «Stiamo contattando i visiting professor che terranno lezioni e seminari». In Africa Una laurea ad honorem per Bill Gates in Etiopia Una laurea honoris causa in Etiopia. Il riconoscimento dell’Università di Addis Abeba lo ha ricevuto Bill Gates (nella foto Epa tra il premier Desalegn, a sinistra, e il ministro degli Esteri Adhanom), fondatore di Microsoft e della «Fondazione Bill e Melinda Gates». A regime l’ateneo avrà ottocento studenti, fra nuovi corsi anche post-laurea, dottorati, scuole di specializzazione. E verrà costruito un nuovo campus, nel Parco Sud di Milano, adiacente all’ospedale di Rozzano: un’area di ventimila metri quadrati con aule, laboratori, biblioteca e palestra e poi residenze per gli studenti e per i docenti internazionali. «Quest’anno prenderemo soltanto matricole dei Paesi europei (il test Imat si svolgerà in altre diciassette città all’estero) ma dal prossimo anno apriremo a tutti. E abbiamo previsto borse di studio per gli studenti meritevoli, almeno cinque, anche in questo primo anno». Federica Cavadini © RIPRODUZIONE RISERVATA 20 Venerdì 25 Luglio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 AFFITTA Intero Fabbricato e terreni agricoli in MIlano e limitrofi BANDO PER ASSEGNAZIONE IN LOCAZIONE AD USO TERZIARIO DELL’INTERO FABBRICATO CON ANNESSA AREA CIRCOSTANTE: • 10.836,60 mq superficie lorda riferita ai fabbricati compendio immobiliare • 7.321,00 mq superficie complessiva ragguagliata riferita ai fabbricati • oltre 13.647,00 mq di area scoperta Canone annuo a base di gara: €. 415.000,00 Lavori di ristrutturazione a base di gara: €. 5.500.000,00 ASP IMMES e PAT Il Direttore Generale Giovanni Maria Soro BANDO PER AFFITTO TERRENI E FABBRICATI AGRICOLI AD USO ESCLUSIVO DI PRODUZIONE AGRICOLE SITO IN COMUNE DI COLTURANO E COMUNE DI SAN GIULIANO MILANESE (PODERE MARAGNA FREGOSA) • 249.278,00 mq (380,86 p.m.) superficie complessiva Canone annuo a base d’asta pari a: €. 21.000,00 ASP IMMES e PAT Il Direttore Generale Giovanni Maria Soro Corriere della Sera Venerdì 25 Luglio 2014 Cronache 21 italia: 51575551575557 Cultura Il sovrintendente Fuortes: «Non c’è altra strada che chiudere». Le liti sugli organici dell’orchestra Il commento Anche i cani sono capaci di gelosia (del padrone) di DANILO MAINARDI 134 anni di storia ROMA — «A questo punto, non c’è altra strada che la chiusura del teatro». Così dice il sovrintendente dell’Opera di Roma Carlo Fuortes. L’ennesimo incontro di ieri con i sindacati «ribelli» (il diciannovesimo dall’inizio della trattativa) non è andato a buon fine: la Cgil e gli autonomi della Fials domani scioperano, salta la terza recita consecutiva di La Bohème. «Martedì all’ordine del giorno del Consiglio di amministrazione c’è la liquidazione coatta del teatro», dice il sovrintendente, «il gioco al massacro di una minoranza, configura un futuro incerto per centinaia di lavoratori che si sono impegnati per il risanamento». Ci sono due precedenti all’estero, negli Anni 80 a Parigi e successivamente al Covent Garden di Londra. A memoria d’uomo, mai in Italia un teatro lirico ha chiuso da quando ha forma giuridica pubblica (nel lontano passato le sale erano nelle mani di impresari e palchettisti, i proprietari dei palchi, ora sono Fondazioni private con — al 90 per cento — denaro pubblico). C’è chi la vede come un’opportunità. Il sindaco Marino: «L’unica soluzione per proseguire verso il rilancio resta la liquidazione». A meno di un improvviso dietrofront sindacale, dai soci, ovvero ministero, Comune e Regione, sarà nominato un commissario liquidatore, «ma escludo che possa essere io, è un lavoro che non so fare, non mi piace e non mi interessa», spiega Fuortes. Sarà formato un nuovo organigramma, saranno selezionati una nuova orchestra, un nuovo coro. «La situazione paradossale — dice il sovrintendente — è che i conti sono sani, c’è un equilibrio di bilancio per il 2014, con 5 milioni di minori costi rispetto al 2013». Anno in cui il rosso è superiore a quello La storia A sinistra, l’interno del Teatro dell’Opera di Roma. Fu inaugurato alla presenza del Re Umberto I di Savoia e della Regina Margherita di Savoia il 27 novembre 1880, con la «Semiramide» di Gioacchino Rossini. Il teatro fu acquistato nel 1926 dal Comune di Roma, che ne assunse la gestione. Sopra, l’esterno dell’edificio (Benvegnù-Guaitoli) Il triste record dell’Opera di Roma: primo teatro lirico in liquidazione Non c’è accordo con due sindacati. Salta il piano di risanamento La vicenda Gli incontri Il piano è stato accettato dal 70% dei lavoratori. Per il sovrintendente dell’Opera, Carlo Fuortes «non prevede tagli o mobilità». Dopo il 19° incontro con i sindacati contrari la trattativa si è arenata Il piano La legge Bray prevede che i teatri indebitati che chiedono aiuto allo Stato (Roma ha già avuto 5 milioni) debbano presentare un piano di risanamento, pena la procedura di liquidazione che si pensava: 12 milioni 700 mila euro, mentre il totale del deficit della passata gestione (conclusa con il licenziamento dell’ex sovrintendente) è di circa 33 milioni. La legge Bray parla chiaro: i teatri indebitati che chiedono aiuto allo Stato (Roma ha già avuto 5 milioni su una richiesta di 25) devono presentare un piano di risanamento. Altrimenti non c’è altra strada che la liquidazione. I sindacati «ribelli» rimproverano al vertice del teatro che la platea di Caracalla (sede estiva) abbia una capienza di 4.000 e non di 5.000 posti, come si era promesso: ma tutti sanno che l’ultima parola è delle sovrintendenze archeologiche; poi si è parlato di «comportamenti antisindacali», ma il Tribunale del lavoro si è già pronunciato sulla validità del balletto su nastro magnetico, senza orchestra, in occasione di una precedente protesta. Fuortes ha raggiunto l’accordo con il 70 per cento dei lavoratori, aderenti a Cisl e Uil. «Il piano prevede zero mobilità, zero licenziamenti e lo stesso stipendio», ricorda il sovrintendente. Non è possibile ripristinare la vecchia pianta organica, di 631 dipendenti. L’orchestra è tra le componenti più inquiete della rivolta. Il primo violino Vincenzo Bolognese ha detto: «Non chiedo più soldi, la mia motivazione è solo di natura artistica. Chiediamo concorsi regolari per ampliare gradualmente l’organico dell’orchestra fino alle 117 unità concordate anni fa». Attualmente sono 92. Le prime parti pos- 631 I dipendenti che facevano parte della vecchia pianta organica, che non è possibile ripristinare. Quanto all’orchestra, invece, i professori chiedono di ampliarla «fino alle 117 unità» concordate, contro le attuali 92 sono, come in tutti i teatri, avere una rotazione fino al 50 per cento delle produzioni. Così c’è (anche) tempo di studiare. Ma al teatro risulta che, dal primo gennaio al 30 giugno 2014, Bolognese abbia effettuato in totale 62 giornate lavorative (però lo stipendio, e i buoni pasto, sono valsi per 26 giorni mensili). Fuortes: «Ero sicuro che sarebbe prevalsa la ragionevolezza e la ragione, e l’interesse di ogni singolo lavoratore. L’atteggiamento dei due sindacati che protestano è irrazionale e illogico, non si capisce quale interesse difendano. L’unica cosa che mi viene da pensare è una battaglia di arroccamento che cerca di difendere un anacronistico modo di pensare alle relazioni sindacali e ai rapporti di potere». Valerio Cappelli © RIPRODUZIONE RISERVATA Giovanni Valenti lavora insieme alla moglie: «C’erano madri che chiedevano di pagare un’otturazione a rate di 5 euro» Il dentista che cura gratis i bambini in difficoltà Ingresso libero una volta alla settimana: troppi stanno male e non hanno soldi GROSSETO — In punta di piedi e con un sorriso un po’ timido, Salvatore, 32 anni, e sua moglie Barbara, 28, entrano nello studio e stringono la mano al medico dentista. Lo guardano con una strana espressione, il dottor Giovanni Valenti, qualcosa a metà strada tra la riconoscenza e l’incredulità, la commozione e la gioia. Hanno perso il lavoro, a distanza di tre mesi l’uno dall’altro, e hanno due bambini. Il più grande, Antonio, 5 anni, ha le carie e sta per iniziare la cura più straordinaria, solidale e impro- babile del mondo: quella regalata da questo professionista, un affermato dentista toscano, che ha deciso di dedicare ogni giovedì di ogni settimana alla cura gratuita dei bambini o dei ragazzi delle famiglie più svantaggiate. L’idea, insieme alla moglie Letizia, livornese purosangue e un’innata pulsione ad aiutare il prossimo, il dottor Valenti, 61 anni, l’ha avuta sette giorni fa. «Con Letizia abbiamo deciso che non era più possibile vedere tanta sofferenza nel nostro lavoro — racconta il medico — incontrare bambini con la bocca devastata, sentirci chiedere da mamme disperate se potevano pagare un’otturazione cinque euro al mese. Così ci siamo inventati questa forma di volontariato: lavorare gratis per un giorno alla settimana e farci carico delle spese per i bambini delle famiglie che non ce la fanno. Un piccolo aiuto che spero possa essere seguito dai colleghi e che può dare una mano anche all’affollato sistema sanitario nazio- nale». Il primo giorno, quello di ieri, è stato molto laborioso. La voce si è sparsa velocemente in Maremma e allo studio sono arrivati i genitori di una decina di bambini. «La maggioranza di origine straniera — spiegano Giovanni e Letizia —, di tutte le etnie, ma anche giovani coppie italiane, colpite dalla crisi». Il dottor Valenti non lo racconta, per quella forma di distacco professionale che i medici s’impongono per non cadere nel vortice dell’emozione, ma ieri si è commosso quando una mamma di colore, con tre bambini, lo ha benedetto parlando uno strano italiano-ispanico. Non immaginate un Giovanni Valenti con l’aureola, però, tutto lavoro e opere pie. In una stanza del suo mega studio il «dottor solidarietà» ha allestito una sala musicale rock. Un organo Hammond e il super sintetizzatore Moog lo aiutano nei momenti di pausa a riprendere la carica. «Sono innamorato della Premiata Forneria Marconi», dice davanti alle tastiere prima delle visite pomeridiane intonando Impressioni di Settembre, la stessa che suonava anni fa in una band. Poi ci mostra le foto delle dune quando a bordo del suo fuoristrada da 4 mila di cilindrata, ha percorso mezzo deserto del Sahara. «Ho collaborato anche per mensili specializzati, è un’altra delle mie passioni», spiega Giovanni, figlio di un venditore ambulante e di una casalinga, studi universitari pagati con cento lavori. Le carie di Antonio sono quasi scomparse adesso e il bambino, fiero, abbozza un sorriso. «Vai giovanotto, ci vediamo il prossimo giovedì», gli sussurra il dottore, mentre suona il campanello e in sala di attesa arriva un’altra giovane coppia con tre bambini. Giovanni e Letizia si guardano soddisfatti. Oggi c’è molto da fare, ma per il prossimo giovedì si prevede un raddoppio di giovani pazienti. Prenotazioni anche da fuori Toscana. Le buone notizie corrono veloci. Marco Gasperetti [email protected] Al lavoro Giovanni Valenti ieri nel suo studio con uno dei giovani pazienti © RIPRODUZIONE RISERVATA padrone non sa Q uale cogliere le emozioni del proprio cane, le sue espressioni di paura, gioia, rabbia, tristezza? Le emozioni — che hanno basi neuro-fisiologiche — lasciano infatti tracce palesi nei comportamenti e fu Charles Darwin che per primo descrisse, nel saggio «L’espressione delle emozioni nell’uomo e negli animali», le tante e quasi sempre leggibili manifestazioni emotive della nostra e delle altre specie. Resta incombente tuttavia il rischio di interpretazioni antropomorfizzanti, specialmente quando si tratta del nostro cane. Perché molto rimane da esplorare del mondo emotivo degli animali, della qualità e intensità delle loro emozioni. Ogni volta, tuttavia, che la ricerca fa un passo in avanti le sorprese non mancano. È ciò che è avvenuto con uno studio sulla gelosia del cane condotto da una squadra di ricercatori statunitensi. A ogni padrone prima o poi Lo studio In un esperimento, ogni volta che il proprietario interagiva con un finto animale scattavano contro il rivale cercando di interrompere il legame scappa detto «il mio cane è geloso» prendendo a modello la gelosia umana per giustificare i più diversi atteggiamenti del proprio cane. Ora forse lo può dire con maggiore cognizione di causa. I ricercatori hanno infatti sperimentalmente dimostrato che una forma elementare di gelosia appartiene anche al mondo canino. Hanno sottoposto trentasei cani ad un test che prevedeva la presenza accanto al loro padrone di un «finto cane», un pupazzo sperimentale ma che abbaia, guaisce e scodinzola. Nella maggior parte dei casi (il 78 per cento) ogni volta che il padrone interagiva con il pupazzo il suo cane scattava verso il «rivale» o comunque si insinuava fra loro cercando di interrompere quel rapporto. Questo non avveniva invece quando il padrone era distratto da altro (ad esempio assorto nella lettura di un libro). «Sembra siano motivati a proteggere il loro legame sociale», hanno commentato i ricercatori. E cos’altro è, del resto, la gelosia? Un’emozione dunque che, con il suo carico d’angoscia appartiene anche ad altre specie. Noi però riteniamo, spesso non a torto, che debba essere tenuta sotto controllo per mantenere i rapporti socio-affettivi su un piano equilibrato e ragionevole. Tant’è vero che se ci abbandoniamo alle emozioni diciamo che diamo spazio alla nostra animalità. © RIPRODUZIONE RISERVATA 22 italia: 51575551575557 Venerdì 25 Luglio 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Venerdì 25 Luglio 2014 23 italia: 51575551575557 Tempiliberi Viaggi Benessere Food Moda I selfie Fonte: Human Highway per Samsung Gli italiani scattano circa 1 mln di selfie al giorno. Oltre il 55% dichiara di aver scattato un selfie almeno una volta nella vita, solo il 10% (soprattutto over 65) ne ignora il significato. Gli scatti 36,6% ne fa uno appena ne ha l'occasione Under 24: 21,5% li fa spesso 25/34 anni: Over 35 anni: inviano gli autoscatti a parenti e amici tramite mail o utilizzando il Cloud Design Tecnologia Famiglia Vita sportiva Ventun anni, macina record e insegue un successo storico per l’Italia. Il suo segreto? «La gioia» Matteo Manassero di MATTEO PERSIVALE «Il golf è la mia vita, la tensione il suo bello Non è una scienza: non credo agli psicologi e non ho mai paura» E’ difficile chiedere «c’è qualcosa che ti manca?» a chi, a ventun anni e tre mesi, è uno dei campioni emergenti dello sport mondiale che ha già demolito record importanti, un bel ragazzo alto e atletico che è testimonial di Ralph Lauren, il grande stilista americano che lo veste e per il quale potrebbe tranquillamente sfilare in passerella. E’ un ragazzo poliglotta che viaggia per il mondo circondato da applausi e complimenti sinceri degli appassionati e dalla stima dei colleghi. Il golfista Matteo Manassero è stato indubbiamente privilegiato dalla vita, dalla lotteria del dna e del talento al quale ha aggiunto dosi straordinarie di lavoro e concentrazione. Ma a uno che è diventato professionista a 17 anni scarsi una cosa, nella vita, almeno, è mancata: «La spensieratezza. Quella dei quindici, diciotto, vent’anni, quando non sei più un bambino e cominci davvero a divertirti. Quelli per me sono stati gli anni del passaggio a professionista — spiegava Manassero lunedì scorso al circolo Royal Liverpool, il giorno dopo la conclusione dell’Open britannico di golf nel quale è arrivato 19esimo dopo un primo giorno da incorniciare: era secondo — Per gli altri, sono anni nei quali ti diverti perché è solo da una certa età in poi che cominci a fare le cose più seriamente. Questo periodo d’intermezzo io non l’ho avuto. Ho sempre avuto il golf. Non come hobby, come la mia professione». Fin dai tempi della scuola. «Sì perché a scuola andavo rilassato, sapendo che dovevo fare certe cose in classe ma la mia strada era il golf. Mi preoccupava solo che succedesse qualcosa di imprevisto che non mi lasciasse andare per la mia strada. Da subito ho preso la vita in modo professionale, come un adulto, non come un ragazzo. Quella è l’unica cosa che mi è mancata. Non ho rimpianti perché adesso posso fare tutte e due le cose, posso rilassarmi al 100% quando non ho impegni. E non potrei mai lamentarmi: faccio la cosa che ho sempre sognato di fare». Amore e odio L’ex tennista Agassi nella sua autobiografia (Open, pubblicata da Einaudi Stile Libero) racconta di quando confessò alla moglie, Steffi Graf, che odiava il tennis e lei gli rispose che tutti i campioni odiano il tennis. «Meno male che il golf è molto diverso. Se facessi l’università, se non fossi professionista, a golf ci vorrei giocare, e tanto, nel tempo libero. Conosco veramente pochi professionisti che odiano il golf, che lo vedono solo come un mestiere. Il Il tennis Secondo Manassero il golf è diverso dal tennis che, come racconta Andre Agassi nella sua autobiografia «Open», porta i suoi campioni a odiare lo sport Il calcio Tifosissimo del Milan, ammiratore di Mario Balotelli, Manassero non farebbe però scambio tra la sua carriera e quella di uni calciatore, troppo grande la passione per il golf tennis è diverso perché hanno le fabbriche di campioncini, collegi quasi militarizzati. E se ti porta fino a un certo punto e poi non ce la fai? Se fossi genitore ci penserei bene, prima di mandarci un bambino. Per me giocare, camminare sull’erba, vedere il green e la bandierina in lontananza, resta una gioia e lo sarà sempre». Anche quando smetterà: perché, spiega, «c’è chi resta a livelli altissimi abbondantemente dopo i 40, io però ho iniziato tanto presto e sarà difficile avere una carriera così lunga. A 50 anni mi immagino a giocare con i ragazzi, piccole sfide come il mio allenatore adesso fa con me. Era professionista da giovanissimo e ha ancora la gioia di giocare. Io voglio essere come lui». Ha la fortuna di avere amici golfisti, tutti bravi. «Siamo un bel gruppo, mi alleno giocando con loro. Meno male che sono forti, altrimenti non ci divertiremmo insieme. Non ci sarebbe partita. Invece, se uno è forte può giocarsela con un professionista, almeno occasionalmente. La differenza si vede su campi come questo: con il vento, il pubblico, la tattica, la tensione». Quello che stupisce lo spettatore medio è che basta una buca sbagliata per far perdere un titolo. E non basta arrivare in parità dopo 72 buche (4 partite da 18, in 4 giorni): si può perdere un playoff come capitò 19 anni fa a Costantino Rocca, beffato all’Open britannico dall’americano John Daly in uno spareggio che l’avrebbe reso il primo italiano a vincere l’Open. Quella partita si giocò a St. Andrews, in Scozia. Dove ci sarà l’Open britannico l’anno prossimo. E’ logorante essere la speranza italiana per una vittoria storica, nel golf? Come si vive con la tensione? Così: «Nel golf c’è tanta strategia dietro ogni colpo, tanto tempo per pensare. Inseguire è difficile ma non è facile neanche quando sei in testa: se non sbagli hai vinto, quindi l’unico che può perdere sei tu. La pressione è enorme. Il margine di errore è sempre molto molto grande nel golf, basta un angolo sbagliato di un grado con una mazza che viaggia a 160 km/h e la palla schizza di lato. Hai poche difese». Ascesa e caduta Manassero non si è stupito della prestazione pessima di Tiger Woods a Liverpool. Era il numero uno del mondo, probabilmente di tutti i tempi, ma adesso... «Tiger ha tanta gente attaccata, e appena sbaglia un colpo si sente un coro che fa un “ooooooooh” di delusione... Così è matematico che se non sei al 100% perdi feeling con la pallina. C’è chi chiede aiuto a motivatori e psicologi, ma attenzione a pensare positivo. Attenzione a mentire a se stessi, se non hai dentro la fiducia per fare un certo colpo non devi farlo. Anch’io sento la pressione, ma non ho paura di fare brutta figura. Di colpi balordi ne capitano tanti, ma non ho paura. Sba- Nella storia Matteo Manassero, veneto, nato il 19 aprile 1993, detiene il record di più giovane vincitore dello European Tour e di più giovane vincitore del BMW PGA Championship. A 16 anni, 11 mesi e 22 giorni si era già qualificato al Masters di Augusta, altro record (più tardi battuto da Guan Tianlang). Nel 1995 Costantino Rocca arrivò secondo all’Open di St. Andrews. Secondo la Bbc, Manassero è maturo per vincere l’Open l’anno prossimo: sarebbe la prima volta per un italiano ❜❜ La spensieratezza Sono diventato adulto molto in fretta, da ragazzino pensavo già al professionismo ❜❜ Il calcio Sono milanista, mi piace il calcio ma non farei cambio, anche se fossi abbastanza forte da giocare in serie A ❜❜ La vittoria Inseguire è duro, ma anche essere in testa è complicato: sai che puoi perdere solo tu, non puoi sbagliare niente gli e il pubblico fa “ooooh”? Niente. La pressione è il bello del golf». Il giorno dopo la chiusura dell’Open, Manassero è tornato di mattina presto alla buca 18 per una dimostrazione. L’ha giocata con in tasca l’iPhone, senza il suo caddy, su un campo deserto. Non aveva neanche fatto colazione. Eppure, due colpi perfetti, meglio dell’ultimo giro al torneo. «Non mi ero neanche scaldato, eppure a momenti faccio un eagle (due colpi, per arrivare in buca, in meno di quanti ce ne vorrebbero sulla carta, ndr). Il golf non è una scienza esatta. Il più bravo di tutti in questa scienza inesatta, oggi, è Rory McIlroy. Ha appena vinto l’Open, ma sarebbe il più forte anche se fosse arrivato ultimo». L’Italia «Qui all’Open siamo arrivati in tre italiani tra i primi venti. C’è di che essere molto contenti, spero che tutti lo capiscano. Vincere è un obbiettivo, sempre, ma non un incubo. Mi capita di sognare il golf, è normale: una certa buca, una situazione... Ma niente di collegato alla partita di quel giorno o di quello successivo». E’ milanista, è in forma, ha 21 anni: ma se Adriano Galliani gli chiedesse di mollare il golf e aggregarsi al Milan in ritiro avrebbe la risposta pronta. «Sarebbe bello, ma il golf è la mia vita. E poi a calcio sono meno bravo. Se, per ipotesi, fossi veramente molto forte a calcio? Dovrei pensarci bene, allora — ride — Ma alla fine sceglierei ancora il golf». © RIPRODUZIONE RISERVATA 24 Tempi liberi Venerdì 25 Luglio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Viaggi la formula Ultimo secondo nel mondo E se siete flessibili sulla meta si riesce a restare sotto quota 1.000 euro Ferragosto, guida per chi è in ritardo A Macerata Musica e falò: il festival per i «nipoti» dei Celti É un altopiano circondato dai monti dell’Appennino umbromarchigiano, con alcune zone paludose nei dintorni. Alcuni studiosi di fantasy del luogo ci hanno ritrovato una scenografia simile a quella della Terra di Mezzo descritta da Tolkien ne «Il Signore degli anelli». Un fascino esotico che consente al fazzoletto di terra di Colfiorito, a Taverne di Serravalle di Chienti, in provincia di Macerata, di fare da teatro da 12 anni al «Montelago Celtic Festival», rassegna di musica e cultura celtica in scena l’1 e 2 agosto. La più grande d’Italia, tant’è che a ogni edizione 20 mila persone da tutto il Paese si inerpicano fino a qua per trascorrere un weekend fuori dai circuiti turistici (obbligatoria la tenda per immergersi nell’atmosfera degli accampamenti delle antiche tribù del Nord Europa). In programma ci sono 17 concerti per 36 ore di spettacolo no-stop, ma non si ascolterà soltanto celtic folk revival e celtic rock. Ci saranno i fuochi intorno ai quali radunarsi e dove celebrare – tra il serio e il faceto – i matrimoni celtici; la battaglia degli eserciti; un mercato dell’artigianato; un pub dove gustare la Montelago Beer; conferenze sul fantasy, con focus sui miti dei Monti Sibillini e sulle grandi storie d’amore nell’epica d’Europa, come quella del professor Adolfo Morganti sul rapporto tra birra e letteratura (sabato 2 alle 14); competizioni per testare la propria virilità come il lancio del tronco e un torneo di rugby a sette patrocinato dalla Federazione italiana rugby. Novità di quest’anno «Appennino Tartan», una camminata di quattro giorni da Assisi a Colfiorito per ammirare sul monte Pennino la doppia rifrazione del sole all’alba. Ingresso: venerdì 25 euro, sabato 20 euro www.montelagocelticfestival.it. Andrea Rinaldi B eati gli ultimi? Da qualche anno il «last second», formula magica per i ritardatari (per scelta o necessità) delle vacanze è un neologismo registrato anche dalla Treccani. Fenomeno sempre più diffuso, l'acquisto del viaggio a pochi giorni (e in alcuni casi addirittura 12 ore) dalla partenza è una roulette che può rivelarsi molto vantaggiosa. A patto di essere molto flessibili sia sulla meta sia sul «timing» della partenza. L'offerta di voli, alberghi o pacchetti nella settimana di Ferragosto (che cade di venerdì e quindi permette una settimana di «fuga» fino al weekend successivo o almeno un fine settimana lungo) segue la logica dei posti invenduti che vengono proposti a prezzi di saldo con sconti fino al 50 per cento. Al viaggiatore «ritardatario» viene richiesta la massima flessibilità, cioè la disponibilità a variare (per esempio) la sua lista dei desideri da New York a Bangkok o viceversa. La «partita» si gioca on line dove i siti specializzati mettono in vetrina le offertissime. La regola è controllare con attenzione la proposta: se dal momento dell'acquisto passano più di due/tre giorni non è last second ma last minute e gli sconti diventano meno interessanti. Altra regola d'oro: il pacchetto in linea di massima (volo+albergo o in alcuni casi fly and drive) è la tipologia d'acquisto «hard discount». Con un’avvertenza, le quotazioni possono variare più volte nell’arco della stessa giornata. Minorca, preferita da Armani e Clapton Meno mondana delle sue vicine Maiorca e Ibiza, Minorca è la scelta giusta per chi ama la natura ma non vuole rinunciare a qualche divertimento by night. E’ comunque l’ambiente marino la maggior attrattiva (l’isola è Riserva della Biosfera dal 1993) di Minorca. Anche il piccolo centro di Ciutadella, visitato pochi giorni fa da Giorgio Armani, segue i ritmi rilassati minorchini con poca confusione e ristoranti imperdibili come Cas Ferrer (www.casferrer.com) un’ex officina dove si gustano specialità locali e dove il chitarrista Eric Clapton è fra gli habitué. Fra uliveti e muri a secco i migliori indirizzi dove pernottare sono gli hotel rural come Morvedra Nou (morvedranou.es) e Sant Ignasi (tel. 0034.971.38.55.75). Un pacchetto per sette notti (volo incluso) da 825 euro, partenza 16 agosto (www.yallayalla.it). Boavista, Morna e spiagge L'apertura dell'aeroporto nel 2007 (si viene accolti dai ritmi locali della Morna resi celebri da Cesaria Evora) ha sviluppato sensibilmente il turismo su Boavista, che fino ad allora era una delle isole meno frequentate dell'arcipelago. Insieme a Sal è l'isola più orientale e vicina alle coste del Senegal con temperature medie più alte rispetto a Sao Vicente e Santo Antao. Boavista ha il suo punto di forza nei cinquanta chilometri di costa dove nei mesi di luglio e agosto è facile vedere le tartarughe marine deporre le uova. Fra le spiagge da visitare, Praia Varandinha e Praia de Chaves, quest'ultima delimitata da grandi dune bianche. Si vola dalle principali città italiane con Neos e via Lisbona con Tap. Volo più sette notti da 870 euro a persona (lastminutetour.com). Le Canarie «sconosciute» La Palma, Gomera ed El Hierro sono le Canarie sconosciute, lontane dai paesaggi di Fuerteventura o Lanzarote. Isole «minori» dove la natura è protagonista. Sulle tre isole l’esperienza di pernottamento più piacevole è quella delle Casas Rurales (www.turismodecanarias.com), vecchie abitazioni di campagna ristrutturate per ospitare i viaggiatori con la formula del bed&breakfast. Alla Gomera si pernotta e si visita il Parco Nazionale di Garajonay. Volo+ sette notti con partenza il 16 agosto, 834 euro a persona (www.logitravel.it) © RIPRODUZIONE RISERVATA Turchia, archeologia in riva al mare Un altro classico del «medio raggio» è la costa turca a sud-ovest del Paese. Patara è la spiaggia più lunga della Turchia con una ventina di chilometri di dune che circondano un sito archeologico. Un tempo era il porto più importante della Li- Il volo è compreso in tutti i prezzi indicati nei pacchetti viaggio cia orientale e qui le rovine soprannominate il «granaio di Adriano» comprendono templi e necropoli. Bodrum invece (servita da un aeroporto) è il fulcro del turismo mondano e delle attività sportive, mentre la zona di Kas è famosa per i suoi paesaggi di grande bellezza e come meta prediletta degli archeo-sub per le rovine sommerse. Volo da Bologna, sette notti, da 869 euro a persona (www.tui.it) Costa Chica, segreto sul Pacifico Costa Chica è la migliore «dritta» per godersi un Messico lontano dalle orde turistiche. Nello Le isole ma anche New York oppure il Messico: ecco dove andare stato di Oaxaca (a sud di Acapulco), celebre per le sue chiese barocche, si fanno incontri ravvicinati con la fauna selvatica zigzagando fra le mangrovie. Le quattro cittadine da non perdere sono Zipolite, San Agustinillo, Mazunte e Ventanilla dove i pescatori sono una presenza abituale e dove fin dagli anni 90 il governo ha avviato le prime sperimentazioni per il turismo ecosostenibile. La nostra scelta cade su San Augustinillo per il perfetto equilibrio fra abitazioni storiche, café e attività artigianali (volo + sei notte da 1.358 euro a persona, partenza 15 agosto expedia.it). Dalla pensione al nuovissimo «petsharing» Amici pelosi (o piumati): tutte le soluzioni I n vacanza con cane e gatto? Un trend in crescita grazie al proliferare di hotel «amici degli animali» e soluzioni fino a ieri impensabili. Come il PetSharing, per chi non può partire con loro e cerca un’alternativa alle pensioni (www.petsharing.it e www.petme.it): la community è divisa tra chi cerca ospitalità per l’animale e chi è in grado di prendersene cura. Cani, gatti, pesci, criceti, pappagalli sono accolti in case private. Dog hosting anche su www.bibulu.com, dove le soluzioni sono divise per area geografica e tipologia di alloggio: appartamento, villa con giardino o casa con terrazzo. Per chi va al mare, la soluzione migliore sono le spiagge Pet Friendly, come il Bau Bau Village di Albisola Marina, che offre tanti servizi: dalle capanne di paglia con lettini e ombra garantita alla piattaforma galleggiante per tuffi e giochi (www.baubauvillage.it). Sempre in Liguria, a Laigueglia, l’Oasi Capo Mele (www.capomele.it) ha invece un’area dove i cani accedono al Divieti al contrario A Rimini l’ingresso al Lido è vietato a chi non è assieme a un quattrozampe mare senza disturbare i bagnanti e, ad Alassio, il Baba Beach (www.bababeachalassio.com) è una luxury beach con terrazza ombreggiata. Tante le dog beach anche sul litorale di Rimini: al Lido San Giuliano e al Bagno 26, ma la più celebre è la Dog Beach del bagno 81 (www.bagno81rimini.it). L’ingresso? Vietato a chi non è accompagnato dall’amico a 4 zampe e servizi al top: ombrelloni recintati, docce, ciotole, dog bed, toelettatura e area agility. In Lazio, vicino a Roma, la Baubeach di Maccarese (www.baubeach.net) è sempre all’avanguardia: seminari su l omeopatia per animali, Pilates, Thai Chi, Yoga, Mobility Dog e vela in coppia con il cane. In Friuli si va alla Spiaggia di Snoopy di Grado Pineta (www.spiaggiaairone.it/snoopy): Corriere della Sera Venerdì 25 Luglio 2014 Tempi liberi 25 italia: 51575551575557 Ultimo secondo in Italia Cosa si può fare a casa Vicinissimo e «facile» tra benessere e scuole di calcio Il weekend lungo dell’anno: i pacchetti più interessanti A L’Avana metropoli caraibica E’ la più grande città dei Caraibi e anche il viaggiatore più smaliziato torna e ritorna volentieri nelle strade dell’Avana vecchia, alle prese con una ristrutturazione senza fine. Il punto di partenza è il Parque Central dove il Gran Teatro de la Habana (458 Paseo de Prado) è uno dei più antichi teatri delle Americhe. In Calle Obispo si passa a fianco di istituzioni come l’hotel Inglaterra (www.hotelinglaterra-cuba.com), La Floridita e il Museo Nacional de Bellas Artes. «Il mojito lo bevo alla Bodeguita», diceva Hemingway quando era uno dei prota- 120 posti riservati con area agility, dog sitter, veterinario, 700 mq dove lasciarlo scorrazzare liberamente. In Toscana, ecco la Dog Beach di San Vincenzo (www.dog-beach.it) e, in Sardegna, Porto Fido a Santa Teresa di Gallura, www.portofido.com) e il primo villaggio Touring Club dedicato anche agli animali, a La Maddalena. A Cesenatico, l’Hotel Lungomare (www.hlungomare.com) ha pasti ad hoc, zone riservate, servizio veterinario, dog sitting e toelettatura. Inoltre è convenzionato con uno stabilimento balneare dedicato agli animali. Da segnare in agenda il Poecylia Resort di Carloforte (www.poecyliaresort.it), il Montebelli Agriturismo e Country Hotel di Caldana (www.montebelli.com), gli Space Hotels (www.spacehotels.it) e la catena Falkensteiner (www.falkensteiner.com) in C. Lom. La dolce vita di Ko Samui C’era una volta il segreto dei saccopelisti anni Settanta. Oggi Ko Samui è una delle destinazioni più popolari della Thailandia fra coste impeccabili e una nuova vita come isola del benessere: sono in continuo aumento i resort con spa e centri beauty. Fra i nuovi ristoranti l’H-Bistro (nella struttura dell’Hansar Samui www.hansarsamui.com), mentre nel fine settimana il Beach Republic sta diventando sempre più popolare per le grigliate e i dj set di musica elettronica. Una settimana (volo compreso) da 1540 euro (lastminute.com). nche chi di solito ignora la data nel calendario, quest’anno sarà tentato proprio dal calendario: il 15 di agosto sarà un venerdì, ideale per trasformare l’affollato rito ferragostano in un rilassante weekend. Oasi di benessere È la fuga perfetta dalle spiagge sovraffollate: a tre chilometri da Forte dei Marmi, l’hotel Villa Undulna è un angolo di tranquillità collegato alle terme della Versilia. Il pacchetto di Ferragosto prevede due pernottamenti in doppia, l’ingresso alle piscine di acqua termale salsobromoiodica, un impacco alla torba (costo totale b&b 900 euro, tel. 0585 807788). Si chiama proprio «Sicilian Escape» il pacchetto del Verdura Golf & Spa Resort, l’hotel nella campagna di Sciacca, ma a due passi dal mare, che per una prenotazione minima di 4 notti offre una delle doppie disegnate da Flavio Albanese in b&b, 50 euro al giorno per sperimentare i diversi ristoranti del resort, l’uso delle 4 piscine talassoterapiche, palestra e pensione completa gratuita per i bambini da 0 a 3 anni (a partire da 389 euro al giorno in b&b). Proprio per i piccoli c’è una sorpresa in più: il programma Juventus Summer Training Sessions con gli allenatori ufficiali della squadra. Raggiungere il resort è facile: voli giornalieri Ryanair collegano Roma e Milano con Trapani (www.roccofortehotels.com ). Affacciato sul Mar Piccolo, vicino Taranto, il Relais Histò è un invito a immergersi nella magia della masseria con il pacchetto «Sogno di una notte di mezza estate»: due notti in doppia, relax spa, cena tipica pugliese e pranzo di Ferragosto costano 550 euro in due (099 4721188). La Sardegna facile Sia in coppia che in famiglia, la Sardegna è una meta ideale last-minute, soprattutto ora che la compagnia low cost Volotea (www.volotea.com) collega Genova, Napoli, Venezia, Torino e Palermo a Olbia. Due piscine di acqua marina sulla spiaggia, campi da tennis, beach volley, calcetto e un maneggio: il Cala di Lepre Park Hotel & SPA di Capo D’Orso, a 3 km da Palau, è ideale per famiglie super attive (www.wonderfulsardinia.com), con mini crociere in velieri d’epoca attorno alle isole dell’arcipelago della Maddalena (184 euro per 2 adulti e 1 bambino fino a 4 anni in mezza pensione al giorno). Più a contatto con la mondanità della Costa Smeralda, il nuovo Grand Hotel Poltu Quatu, cinque stelle lusso a 3 km di Porto Cervo, per Ferragosto propone b&b a 265 euro a persona al giorno e una cena tra proposte sarde e campane (www.poltuquatu.com). Il pranzo (stellato) di Ferragosto Il tradizionale pranzo ferragostano può essere rivisitato in chiave gourmet: L’Albereta, il resort in Franciacorta per anni regno di Gualtiero Marchesi, ha da poco inaugurato il nuovo ristorante «Leone Felice» con lo chef Fabio Abbattista. L’invito a cena (con 4 portate e vini in abbinamento) è preceduto da un aperitivo al nuovo VistaLagobistrò che si affaccia sulle acque del Lago di Iseo e prosegue con il dopocena: il pacchetto prevede una notte in doppia, prima colazione e due massaggi di 50 minuti alla SPA Espace Vitalité (da 380 euro a persona, www.albereta.it). Proposta simile, ma ad alta quota, all’hotel La Perla di Corvara, in Alta Badia: il pacchetto dal 14 al 17 agosto include il pernottamento in camera Romantik e trattamento in mezza pensione, compresa una cena al ristorante stellato «La Stüa de Michil» e per le altre due sere un «dine around» a scelta tra i 4 ristoranti della casa (wwwwww.LHW.com/laperla, t. 800 822 005). La montagna, ma in chiave dinamica, è la proposta della formula «Golf e Husky Dog Trekking» del Palace Hotel di Bormio: il last minute prevede 4 notti in mezza pensione, green fee per il Bormio Golf Club, l’Husky Dog Trekking di un’ora (da 514 euro a persona, 0342/903131). Il Palio di Siena Si può approfittare del «buco» in agenda per vedere dal vivo il Palio di Siena. L’Hotel Athena, a due passi dalla Piazza del Campo, propone tre notti dal 14 al 16 agosto per assistere alla tradizionale corsa dell’Assunta (371 euro a testa, www.spacehotels.it/hotel/hotel-athena). Sempre in Toscana, ma più intimo, è il soggiorno a Grotta Giusti Resort Golf & Spa di Monsummano Terme, una villa dal sapore provenzale (www.fonteverdecollection.com): dal 13 al 17 agosto tre notti con prima colazione, bagno in piscina sotto le stelle del 14 agosto e cena di Ferragosto costano 398 euro a persona. © RIPRODUZIONE RISERVATA Fabrizio Guglielmini Michela Proietti © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA A Est Da segnalare l’isola di Ko Samui, una delle mete più popolari della Thailandia Austria, Croazia e Slovacchia: servizio di dog-sitting e un veterinario a disposizione, ma è richiesto certificato internazionale di vaccinazione e chip validi. Tra i colli senesi, Fonteverde Natural Spa Resort (www.fonteverdespa.com) ha piscine termali anche per quadrupedi, ma attenzioni «bestiali» di lusso si trovano anche al Dog Day Village di Forte dei Marmi: suite, parco, piscina, veterinari, otto bungalow con condizionatore e telecamera per tenerli sotto controllo. Fido può stare in pensione completa, b&b o asilo giornaliero (www.dogday.museogilardi.it). Con quasi 100 strutture ricettive Pet Friendly, la regione Ferienland Kufstein (www.kufstein.com) è tra le più cinofile del Tirolo; non è da meno la vallata Wipptal: su www.wipptal.at l’elenco delle strutture. gonisti della vita cubana e abitava nel suo ritiro dorato di Finca Vigìa. E vale la pena percorrere i 18 chilometri che separano il centro da Finca Vigìa, la casa che lo scrittore comprò nel 1949 e dove i visitatori (dall’esterno) ammirano i trofei africani e soprattutto l’imponente libreria . Un classico da non perdere? La Taberna Benny Moré che è ristorante (Calle Mercaderes) dove si ascoltano i son e i bolero resi celebri dal Buena Vista Social Club. La musica comincia dalla 8 di sera. Una settimana dal 18 agosto, da 1.150 euro, volo incluso (borsaviaggi.it). New York, novità a ciclo continuo Non solo Manhattan. Se non è la vostra prima volta a Nyc fate rotta su Bushwick, nella zona nord di Brooklyn, dove Myrtle Avenue è l’epicentro di una scena artistica in continua evoluzione e dove gli atelier degli artisti organizzano visite guidate per raccogliere le ultime ispirazioni della New York 2014. Di ritorno a Manhattan, la scena della musica dal vivo ha uno degli indirizzi più attivi al 158 di Bleecker Street (nel cuore del Village) dove il Poisson Rouge (lepoissonrouge.com) per tutto agosto propone novità rock e pop ancora inedite in Europa. E se siete in vena di sapori orientali provate all’East Village il Momofuku Ssam bar (momofuku.com). Dal 15 agosto volo + hotel (Hyatt Lex Hotel), 1810 euro, www.edreams.it. Spiagge e chalet Dall’alto la spiaggia del Verdura Spa & Resort di Sciacca, in Sicilia: a due passi dal mare, è la meta prediletta dai golfisti e cultori del benessere ; il giardino di Villa Grotta Giusti in Toscana, dimora toscana dal sapore provenzale; la piscina dell’Espace Vitalité Henri Chenot dell’Albereta, in Franciacorta; un pranzo all’aperto all’hotel La Perla di Corvara, in Alta Badia: un’alternativa alle tavolate ferragostane 26 italia: 51575551575557 Venerdì 25 Luglio 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Venerdì 25 Luglio 2014 Tempi liberi 27 italia: 51575551575557 Viaggi la destinazione Classifiche Lungo raggio La regione è tra le venticinque aree più ecologiche del Pianeta I fiori nascono nel deserto Campeggio in Sudafrica di Caterina Ruggi d’Aragona In Brasile o verso Est: dove vanno gli italiani Da ovest verso est. Per una vacanza attiva, che sia un’esperienza, concepita 2.0 e vissuta a 360°. Nel 75 per cento dei casi, i viaggiatori italiani durante l’anno, restano in Italia. Quando varcano i confini, poi, prediligono Francia, Spagna, Germania, Regno Unito e, sorpresa, la Repubblica di San Marino. E, sempre più, scoprono le mete dell’est. In crescita l’appeal di India, per il richiamo del misticismo e quello delle città evolute del nord; Seychelles (in resort esclusivi o anche in b&b o eco-villaggi) e Thailandia. A fotografare le tendenze dei viaggiatori italiani (tra 31 e 37 milioni di persone ogni anno) è l’osservatorio della Borsa Internazionale del Turismo, in programma dal 12 al 14 febbraio in Fieramilano, con una formula rinnovata. La destinazione top del 2014? La guida Best in Travel 2014 di Lonely Planet ha incoronato il Brasile, non solo per il fascino di Rio de Janeiro. Anche per le esperienza che offre: dal trekking tra dune battute dal vento a Lençóis Maranhenses al tour delle chiese coloniali in città sospese nel tempo come Ouro Preto (foto). Avanti tutta verso l’Africa: in crescita i viaggi verso il Malawi, dove fare snorkelling o vedere da vicino i «big five»: elefanti, rinoceronti, leoni, leopardi e bufali. In ascesa la Malesia, dove i viaggiatori più attivi possono praticare cicloturismo con guide esperte nei dintorni di Sabah. E chi cerca in Europa destinazioni remote? Quest’estate piace molto Corralejo, piccolo villaggio del Sud della Spagna dove si può soggiornare in un autentico mulino in pietra in riva al mare. E anche Goreme, città scolpita nella roccia in mezzo al verde dell’Anatolia. La Turchia, per gli esperti, è la meta più promettente. © RIPRODUZIONE RISERVATA T utto il litorale occidentale del Sud Africa è arido e calloso. Un territorio all’apparenza sterile che, una volta l’anno, alla fine dell’inverno australe, regala una fioritura straordinaria: una miriade di fiori selvatici dalle combinazioni cromatiche intense, dall’arancione al viola, dal rosa al giallo. Uno spettacolo unico, e inaspettato, perché a fiorire è un deserto: quello del Namaqualand (www.namakwadm.gov.za), angolo del Sudafrica (poco più di 350 km) ai confini con la Namibia che il Conservation International ha dichiarato come il solo ecosistema arido biodiversificato del Pianeta, classificandolo tra le 25 località ecologicamente più preziose al mondo. Nonostante la cronica mancanza d’acqua, sono più di 4000 le specie vegetali censite: più di 1000, poi, nascono solo qui. Il «miracolo» Per assistere al fenomeno della fioritura, bisogna affrettarsi: il Namaqua National Park smentisce la sua natura desertica (per i pastori Nama, da cui la regione prende il nome, era «la Terra che Dio fece in collera») fiorendo solo per due-tre settimane nel breve lasso di tempo che va dalla metà agosto alla prima settimana di settembre, piogge e vento permettendo anche se, incredibilmente, il miracolo si ripete sempre. Più o meno intenso, più o meno puntuale. Dalla valle del fiume Olifants, poco più a nord delle fertili terre del Capo, fino alle sponde dell’Orange è un susseguirsi di pianure sabbiose invase da miliardi di corolle di piante erbacee: Ursinia, Dimorphotheca, Osteospermum e Gorteria, le «margherite Namaqua», gialle e arancioni, in folti cespugli intervallati, in ordine sparso, da fiori simili a orchidee dai riflessi metallici o fluorescenti (le Lachenalia) e Iris dalle foglie ritorte come cavaturaccioli. Sono specie floreali i cui semi, per adattarsi al clima arido e secco, pur rimanendo «silenti» anche per anni, mantengono una straordinaria capacità rigenerativa che sfrutta le rade piogge grazie alle quali nascono, fruttificano e muoiono in poche settimane. Dove osservarli? La fioritura inizia a nord, nella zona di Springbok, capitale del Namaqualand, e scende verso sud con il caldo. Il tour dei fiori potrebbe cominciare da qui, dal Capo di Buona Speranza, alla Cape of Good Hope Nature Reserve, paradiso della protea, fiore simbolo del Sudafrica: se ne conoscono oltre 130 spe- cie, con lunghi petali di forma ovale o allungata che dalla base confluiscono verso l’apice con punte acuminate. La Cape Namibia National Route, la strada N7, è una linea retta che collega Città del Capo alla Namibia dall’interno inoltrandosi tra vigne e frutteti lungo le sponde dell’Olifants River fino a Clainwilliam. Paradiso Lunga circa 350 chilometri, ai confini con la Namibia: questo è il Namaqualand, una delle regioni più selvagge della Terra. Sopra un’immagine del Namaqua Flowers Camp, dove si può alloggiare ai margini del deserto. In alto la fioritura, che ogni anno avviene dal 15 agosto al 15 settembre Tetti di paglia e pece Un itinerario altrettanto celebre porta da Cape Town proprio nelle Winelands, dove si producono alcuni tra i vini migliori del mondo (Meerlust, Rubicon, Hamilton Russell...), in una campagna di straordinaria bellezza il cui centro maggiore è Stellenbosch, con case dalle facciate vagamente barocche e i tetti di paglia spalmati con la pece. Clainwilliam è invece una cittadina celebre per il rooibos tea, il tè amato dai giapponesi perché non contiene né caffeina né teina, e il Wild Flower Festival, dal 1972 vetrina delle fioriture che illuminano il Western Cape durante la bella stagione e sede di mercatini artigianali e mostre d’arte (quest’anno dal 28 agosto al 5 settembre, www.clanwilliamflowerfestival.co.za). A Clainwilliam si trovano anche la Ramskop Nature Reserve e la Cedarberg Wilderness Area, veri e propri tappeti monocromatici di fiori, impressionanti per bellezza e contrasti, che colorano valli e altipiani. L’importante è aspettare le ore più calde della giornata, dalle 11 alle 16, quando le corolle si aprono verso il sole. Tra le montagne della Cederberg Wilderness Area, 60 km a nord di Clainwilliam, si nascondono invece le pitture rupestri del popolo dei San Bushmen, antiche di 5000 anni. Uno dei migliori punti di partenza per visitarle è Oudrif, sulle rive del fiume Doring, dove si dorme in cottage ecosostenibili rivestiti di paglia (qui ci si dedica anche alle uscite in canoa sul fiume, www.oudrif.co.za), mentre il modo migliore per conoscerle è affidarsi all’esperienza della Living Landscape Project (www.openafrica.org/partici- Benvenuti in Namaqualand, «la terra che Dio fece quando era in collera»: (solo) un mese di tempo per ammirare le dune coperte di margherite nella regione che unisce il Sudafrica alla Namibia pant/Clanwilliam-Living-LandscapeProject), agenzia locale che organizza visite e gestisce un programma di sviluppo delle comunità. Di nuovo in macchina, verso nord, lungo la N7, ed ecco l’Akkerendam Nature Reserve e la Skilpad Wild Flower Reserve, ma vale una sosta anche Nieuwoudtville, considerata la capitale mondiale dei bulbi e, proseguendo per Calvinia, via Loeriesfontein, un’altra meraviglia della natura: una delle più grandi foreste di alberi faretra o kokerbooom, specie di aloe utilizzate dai cacciatori San per costruire — da tronchi, rami e corteccia — le loro faretre. Siamo a 550 chilometri da Città del Capo e un centinaio dal confine con la Namibia; Springbok, la capitale, è vicina, in una stretta valle tra montagne di granito. È la città del rame e della Goegap Nature Reserve, riserva naturale semidesertica (15 mila ettari e 600 varietà di fiori, ma anche zebre di montagna e splendidi gemsbok, orici dalle cor- La Protea Nell’area sono state censite 4.000 specie vegetali. Solo della Protea, fiore simbolo, esistono 130 varietà na a scimitarra) celebre, oltre che per la fioritura, per l’Hester Malan Wildflower Garden, un giardino che ospita 200 specie di bizzarre piante grasse del Karoo e del Namaqualand. A piedi o in bici La riserva si può percorrere in auto, ma il consiglio è di muoversi a piedi lungo uno dei suoi sentieri circolari (4 km, 5,5 km e 7 km), oppure in mountain bike su piste che si diramano lungo una ventina di chilometri (www.getresponse.com). Anche qui il veld (la parola viene dall’afrikaans e dall’olandese e significa «prato») è un mosaico di colori. L’esperienza più bella? Quella di una notte sotto il cielo stellato immersi dai fiori del Namaqua National Park dove, soltanto nella stagione della fioritura, vengono allestiti i campi tendati (con letto e doccia) Namaqua Flower Camps (a un km dall’ingresso Groenriver al parco) e il Namaqua Flower Camps, a Skilpad. Anche per i campi, il periodo è breve (dal 15 agosto al 15 settembre), ma sono perfetti per assistere in prima fila al miracolo del deserto. Carlotta Lombardo © RIPRODUZIONE RISERVATA 28 Tempi liberi Venerdì 25 Luglio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Sapori & amori La tendenza E c’è anche chi si spinge fino in America La ricetta Senza fissa cucina Gli chef con la valigia arrivano a casa Fiori di zucca finti fritti INGREDIENTI per 4 persone 8 fiori di zucca 250 g di mozzarella pugliese 8 filetti di acciughe 2 uova Qb pangrattato C L’idea Il debutto di Potluck, incontri per golosi Se vi siete chiesti finora perché a nessuno, in Italia, sia venuto in mente di organizzare eventi foodie stile Kinfolk, adesso è arrivata la risposta: Potluck, piatto alla buona, è un nuovo concetto di Community Gathering e Social eating (tradotto: cene e incontri aperti a tema cibo e convivialità), con l’obiettivo di recuperare una tradizione antica di condivisione. Un gruppo di massimo 20 persone prenota il suo evento esclusivo sul sito www.mypotluck.it e si incontra in una location di charme dove insieme a dei tutor esperti nel floral design, nella fotografia, nel wine e nell’arte culinaria, partecipa attivamente alla realizzazione del proprio convivio. Lo stile e l’aspirazione ricorda proprio i ragazzi hypster di Seattle. Ma con un tocco tutto italiano. Potluck nasce infatti da un’idea di MilanoSecrets.it, marchio milanese on line da maggio 2011. Il sito, bilingue italiano/inglese, è una guida ironica e al femminile per scoprire la città da un punto di vista nuovo e insolito: propone indirizzi legati al mondo della moda, della ristorazione, del design ma anche itinerari artistico-culturali e appuntamenti. Si dedica anche a creare eventi foodie destinati a una comunità, abbastanza ristretta, di gastrofanatici. Il primo evento si è tenuto a «Il sole» di Ranco (nella foto), dove lo chef Davide Brovelli ha insegnato tutti i trucchi del mestiere declinando ricette dal fascino antico. Come il risotto pere e scampi, il flan di formaggio, il campagnolo cake ai mirtilli, il pane al kamut, o i frittini (zucchine, carote e verdure varie fritte in pastella leggerissima e impalpabile). Imparare a degustare i vini e a realizzare segnaposto di erbe aromatiche ha reso un incontro a tavola qualcosa di unico. A. F. © RIPRODUZIONE RISERVATA hiamateli cuochi senza fissa dimora. Itineranti, se volete. Vero è che, nell’irresistibile mondo culinario, cresce la schiera di coloro che, per scelta o per necessità, offrono opera, talento e piatti, oltre il ristorante. Preferiscono, insomma, cucinare a domicilio. Ingaggiati per feste, pranzi, party, goduriosi tête-à-tête, cene importanti fuori da occhi indiscreti. Tra loro, spiccano chef di rango, temporaneamente «scoperti» e in attesa di trovare il locale giusto, come Bruno Barbieri (volto di MasterChef) e Filippo La Mantia, la cui caponatina siciliana ha già sedotto le signore romane. Ora, Filippo sta spesso sotto la Madonnina e vorrebbe sedurre le milanesi. Senza contare il catering at home degli chef di ristoranti stellati. E i «televisivi» dello show cooking che cucinano sul serio in occasione di eventi, meglio se ad alta visibilità. Ma questa è un’altra storia. Qui si parla di chi sul «senza fissa dimora» ha puntato tutto. O quasi. Come il ruspante Giovanni Maiorana che durante l’estate mette i prodotti della sua isola, Marettimo (Egadi), nel piatto dei clienti della «Scaletta». E nel più lungo inverno migra a Palermo, Roma, Milano a cucinare nelle case di manager e imprenditori. «Conoscono me e la mia cucina durante le vacanze. Ne hanno nostalgia, ci rivogliono in città», racconta il «cuoco senza scuola» nel senso che ha imparato ai fornelli della madre. Piatti genuini, saporiti. Come il suo «Finocchietto, calamari e patate». «Nelle trasferte — spiega Giovanni — porto con me gli ingredienti (e dove lo trovi a Milano il nostro profumato finocchietto selvatico?) e ne acquisto altri sul posto». Dalla Sicilia al Piemonte. A Chieri (To), Vittorio e Stefania Tinelli (coppia di vita e di cucina) di «Stasera cucino io», non disdegnano le chiamate a domicilio con le loro prelibatezze del territorio. Esempi di una tendenza che scopre volti nuovi. Prendiamo il trentenne milanese Andrea Vigna, colto (liceo classico, studi universitari non conclusi), di buone maniere. Avrebbe potuto fare altro nella vita, invece, ha scelto di cimentarsi con pentole, forni, abbattitori. «E il roner» dice , informandoci che si tratta di una resistenza: «Immersa nell’acqua, la mantiene a temperatura costante. Il roner è perfetto per le cotture sottovuoto». La tecnologia si sposa all’estro di Andrea. Che riversa il suo credo gastronomico nel sito «Panbagnato». Ha fatto varie esperienze rinunciando ad avere un ristorante. Tuttavia, per alcuni mesi una dimora fissa l’ha avuta, in una villa a Saint Racconti di cucina La zuppa di gamberi al latte di cocco e curry Dalle star (come Barbieri e La Mantia) agli emergenti il successo della formula su misura. I vantaggi? Menu personalizzati e prezzi non eccessivi: una cena parte da venti euro Non solo cuochi, anche docenti itineranti. Per esempio Andrea Sposini, che ha insegnato molte volte all’estero, ha di recente tenuto un corso per pasticcieri presso No Lab Academy, a Milano. Arturo Dori, invece, è entrato nella scuola di cucina e lifestyle «Desinare» (foto in alto), fondata da Alessandro Grassi a Firenze con Claudio Mariottini e Riccardo Barthel. I corsi si tengono negli spazi dell’atelier di interni Barthel (www.desinare.it). Moritz. «Ho fatto il cuoco di famiglia — confida —. Utilissimo». Racconta che, in cucina, ama trattare i volatili, il pesce, le verdure. Qui, ci regala la ricetta dei «Fiori di zucca finti fritti». Prezzo di un pasto a domicilio? «Non sono esoso, dai 20 ai 40 euro per persona». Ed ecco il lato femminile con Viviana Lapertosa, quarantenne di origini pugliesi, residente a Como. «Piazza ideale per le cene in casa — osserva — Gente ricca che non ostenta, pur amando ricevere al meglio. Pretende cibi personalizzati e raffinati. Il mio cachet oscilla da 100 a 120 euro per coperto». «Adesso c’è crisi anche a Como — continua — La Svizzera è vicina, allora mi sposto oltrefrontiera». «Quando ho deciso di diventare cuoca — nota Viviana — ho capito che per una donna mettersi in un ristorante sarebbe stato devastante. Così mi sono inventata un’altra formula». Il suo ritratto si completa con il sito («La cuoca della porta accanto») e i libri. L’ultimo: Finger Food all’Italiana. Da vent’anni è cuoco senza fissa dimora, volando anche in America, Andrea Sposini, umbro, già allievo Cordon Bleu. «Tutti mi davano del pazzo — afferma — Ma fui ostinato. Ora mi muovo qua e là. Così si sviluppa la creatività. Ognuno ha esigenze diverse, devi studiare i menu, mentre il ristorante è una catena di montaggio». Il cliente ideale? «Ricco soprattutto di cultura». Il piatto cult? «La pasta fresca tirata a mano». E Arturo Dori , «ristoratore pentito» di Firenze, ora è felicemente private chef. Per la gioia di Zubin Mehta, Cesare Prandelli, Tony Bennet. Giusto per citare qualche nome famoso del suo carnet. Sia Dori che Sposini tengono anche corsi di cucina. M. Fu. Marisa Fumagalli © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Le scuole insetti. Meglio lasciare il pistillo che, oltre ad essere molto aromatico, dona una consistenza interessante con mozzarella pugliese, 2 Farcire sfilacciata e sgocciolata, e filetti d’acciuga. Chiudere bene. Passare i fiori in una doppia panatura fatta di uovo sbattuto e un goccio d’acqua e passarli poi in pangrattato fine. Ripetere quest’operazione due volte i fiori di zucca 3 Disporre su una placca da forno, lasciando spazio tra uno e l’altro. Condire con un filo d'olio e poi passare sotto il grill a 220° per 4/5 minuti. La temperatura dipende dal forno, dovranno essere dorati e croccanti Foto: Andrea Vigna Da sinistra il gambero su zuppa di latte di cocco accompagnato da riso Venere con lime. E una fase della preparazione (foto Claudia Ferri) di Angela Frenda A ffezionarsi a un piatto a volte succede. Nel mio caso, con la zuppa di gamberi al latte di cocco, è un colpo di fulmine che dura ancora. L’ho letta nel libro di Sophie Dahl: Le ricette di Mrs Dahl (Luxury books). Fatta immediatamente e scoperto che è a prova di fallimento. Oggi la prepariamo insieme nella mia videoricetta di Racconti di cucina, e vedrete che evoca terrazze illuminate con candele o giardini lontani. In alternativa, anche una tovaglia stesa a terra e qualche lucina può servire a creare la giusta atmosfera. Ingredienti: 350 g di gamberi freschi; coriandolo qb, 1 cucchiaino di curry; 1 spicchio d’aglio; peperoncini rossi; 1 cucchiaio di cocco disidratato; 3 PROCEDIMENTO e lavare i fiori di zucca, avendo cura di pulirli 1 Mondare anche all’interno per evitare che ci siano piccoli lime; 1/2 peperoncino verde; 1 cucchiaio di olio; 1/2 cipollotto; 350 g di riso nero venere. Preparazione: preparate un trito di cipollotti e aglio e metterlo a soffriggere con un po’ di olio in una padella o, meglio ancora, in un wok. Aggiungete una punta di polvere di curry o, se preferite, sapori più decisi della pasta di curry. Inserite anche qualche peperoncino verde e rosso (occhio che sono molto piccanti). Mescolate per bene e, quando i sapori si saranno ben mixati, aggiungete i gamberi sgusciati, tenendone però qualcuno da parte non sgusciato per la decorazione. Versate il latte di cocco: scegliete in base alla densità che preferite per la vostra zuppa un latte più o meno denso. Aggiungete qualche grano di pepe nero e il succo di lime. E fate andare il tutto per una decina di minuti a fiamma dolcissima, mescolando e fermando la cottura quando raggiungerete la densità che preferite. Nel frattempo cuocete il riso Venere lasciandolo un po’ più duro del solito. Quando sarà pronto, lo serviremo in una ciotola, come accompagnamento, e lo decoreremo con fettine di lime. La zuppa, una volta impiattata, potrà essere decorata con scaglie di cocco, coriandolo e un gambero non sgusciato. angelafrenda © RIPRODUZIONE RISERVATA cucina.corriere.it Corriere della Sera Venerdì 25 Luglio 2014 Tempi liberi 29 italia: 51575551575557 La variante Finocchietto, calamari e patate (di Giovanni Maiorana) A Parigi INGREDIENTI per 4 persone di Andrea Marinelli 400 g di pasta (formato calamarata) Un italiano apre il primo ristorante kosher di lusso 400 g di calamari 300 g di patate Una manciata di finocchietto 1 cipolla 2 spicchi d’aglio Qb olio Qb prezzemolo Qb sale Qb pepe Andrea Vigna Trent’anni, cuoco. La sua prima passione, la musica, lo ha portato in luoghi che parevano irraggiungibili. Poi, un breve corso di specializzazione gli ha indicato la sua strada. «Ho studiato, guardato, imitato, inventato, e sbagliato prima di potermi definire cuoco. Mi sono tagliato, scottato e ferito; ma - dice - l’amore per ciò che stavo facendo alleviava il dolore». Sul suo sito, Panbagnato.com, racconta la sua idea di cucina e propone ricette stagionali. Oltre all’esperienza in ristoranti, catering, villaggi turistici, cene private e food styling, ha insegnato in una scuola alberghiera. Ama cambiare, scoprire e conoscere cose nuove PREPARAZIONE Fare un soffritto di aglio, cipolla e olio. Inserirvi un pugno di finocchietto selvatico, rosolare e aggiungere i calamari. Cuocere per circa 5 minuti. A parte, far rosolare le patate tagliate a tocchetti e intanto mettere a bollire l’acqua per la pasta. Buttare la calamarata, scolarla e trasferirla con le patate nella padella dei calamari. Aggiustare di sale e pepe e chiudere con una pioggia di prezzemolo fresco tritato «Conserve in pellicola» Il cono di Audrey o la crema di Forrest? Gelati al cinema di Paolo Beltramin T utto è concesso nel buio della sala, tranne il gelato. Appena si spengono le luci, ecco il rumore fastidioso di popcorn, di caramelle gommose, a volte perfino quell’odore acre di hot dog senape & ketchup. Ma provate, anche in un cinema semivuoto di mezza estate, a fare il biglietto con un cono in mano. «Deve finirlo prima di entrare». «Mi dispiace, proprio non si può». Quando va bene, bisogna accontentarsi di uno stecco confezionato o di una monoporzione Häagen Dasz. Oppure correre a casa con una vaschetta da un chilo e sedersi sul divano davanti ai migliori gelati della storia del cinema: questi. La vita è meravigliosa Sono ancora due ragazzini, tutto è possibile. Mary entra nel negozio, e ordina un gelato al cioccolato; appena lui si volta per preparare la coppetta, lei gli si sfoga contro il gelataio sussurra: «È da questo orecchio pachistano, incolpevole capro che non ci senti?» Lui non fa un espiatorio del grande limite delle cenno, e in un istante lei si vaschette da asporto. Una volta butta: «George Bailey, ti amerò fuori dal freezer, non possono fino al giorno in cui morirò...». essere ricongelate. «Allora senta, Ma George preferisce io adesso prendo la vaschetta, fantasticare: «Sai Mary, da monto in macchina e comincio a grande farò l’esploratore. Avrò correre... E se domani leggete sul un paio di harem e tre o quattro giornale che sono andato Ja mogli». Chissà se almeno uno schiantarmi contro un albero... dei due alla fine avrà ragione; di Vorrà dire che non ho fatto a sicuro La vita è meravigliosa. tempo a portare il gelatooo… Ho Almeno davanti al film di Frank capito ma smettetelaaa...». Capra. Ghost Dog Il gigante e la Vacanze romane Come sapore è Vacanze romane Audrey Hepburn e Gregory Peck bambina sono seduti su una un po’ zuccheroso. Ma il gelato panchina nel parco. «Allora è della principessina Audrey Hepburn in ne sono ancora parecchi, ma non così vero che non hai amici?», chiede la Vacanze romane, sulla scalinata di sexy. piccola a Ghost Dog. «No. Il mio Piazza di Spagna, ha ancora il suo Il Caimano Berlusconiani e no Cav migliore amico è proprio là dietro. Vuoi fascino. Sarà che Roma (da sempre) riconoscono nel Caimano di Nanni conoscerlo? Sta al camioncino dei non è più la stessa, sarà che attori Moretti almeno una scena di verità gelati». Sarà cono al cioccolato per monoespressivi come Gregory Peck ce inconfutabile: è quando Silvio Orlando entrambi: «Il gusto più buono del mondo», assicura Raymond, anche se nessuno lo capisce. Già, perché il gelataio thaitiano non parla una parola d’inglese, mentre Ghost dog non capisce il francese. Eppure è vero, sono proprio migliori amici. Pulp Fiction Agli Oscar del 1994 stravinse quello alla crema di cui va matto Forrest Gump. Ma per fortuna il gelato non è sempre così dolciastro, politicamente corretto e pure un po’ ottuso. Pulp Fiction mostra anche agli scettici quanto può essere sensuale e pericoloso un «milkshake». Come quello che ordina Uma Thurman al Jack Rabbit Slims Restaurant. Solo latte e gelato, neanche un goccio di Bourbon. Ma quando John Travolta lo assaggia perde il controllo. Poi quei due combineranno anche cose peggiori, però basta quel frappé a metterli nei guai. © RIPRODUZIONE RISERVATA Simone Zanoni ha 38 anni, fa lo chef a Parigi da sei ed è stato allievo di Gordon Ramsay. Dopo aver guadagnato due stelle Michelin in un anno al Trianon Palace, celebre ristorante del suo maestro a Versailles, ha deciso di buttarsi in una nuova avventura. Invece di cimentarsi in un locale italiano, però, Zanoni ha aperto il primo ristorante kosher di lusso di Parigi. «C’era la domanda, ma mancava l’offerta», ha spiegato al quotidiano francese Libération. «Con il Raphael l’abbiamo creata». Aperto a febbraio, Raphael è un locale sobrio ed elegante del XVII arrondissement, dalla luce soffusa e dai colori discreti. La cucina di Zanoni si ispira alla tradizione ebraica, rivisitata in chiave moderna e lussuosa. La sfida dello chef italiano è proporre una gastronomia di alto livello senza contravvenire alle regole alimentari della religione ebraica, che spaziano dalla scelta dei prodotti alla macellazione fino alla preparazione: proibito per esempio mangiare maiale, crostacei e molluschi, oppure mischiare carne e latticini nella preparazione dei piatti. Zanoni dovrà quindi essere originale rispettando regole rigide, ma soprattutto deve affidarsi a una materia prima adeguata alle sue ambizioni: il cibo kosher di qualità, difficile da trovare, è sempre molto costoso. Con questa nuova impresa, Zanoni — che è cattolico e non crede all’unione fra cucina e religione — ha due obiettivi: smentire chi crede che la cucina ebraica sia povera e, soprattutto, guadagnare una stella Michelin. Nel frattempo si divide ogni giorno fra i due ristoranti, viaggiando in scooter fra Versailles e Parigi. Si è già adeguato alle tradizioni ebraiche: durante lo Shabbat — il sabato, giorno di riposo per gli ebrei — Raphael resta chiuso. © RIPRODUZIONE RISERVATA 30 italia: 51575551575557 Venerdì 25 Luglio 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Venerdì 25 Luglio 2014 Tempi liberi 31 italia: 51575551575557 Sapori & amori Nel bicchiere Da New York e Hong Kong all’Italia. Ecco le regole per scegliere bene i pezzi migliori «Battere» il vino: bottiglie all’asta LE CINQUE REGOLE Q uando sir Alex Ferguson, storico allenatore del Manchester United, ha deciso di svuotare la cantina, non pensava di guadagnare così tanto: con le sue bottiglie, da quelle di Domaine de la Romanée-Conti a quelle di Ornellaia, Christie’s ha incassato, un mese fa, 5 milioni di dollari. Le aste di vini, le cui capitali sono New York e Hong Kong, non sono però solo un raduno per facoltosi collezionisti. Ora anche Slow Food, il movimento del «buono, pulito e giusto» fondato da Carlo Petrini, si cimenta con quotazioni e rilanci. Lo fa con la propria casa editrice assieme a un nome storico del settore, Bolaffi. La prima asta si terrà ad ottobre, nella sala di via Cavour a Torino dove Bolaffi tiene le vendite di francobolli, monete, arredi e dipinti. L’appuntamento cadrà nei giorni del Salone del gusto e di Terra Madre, l’evento a Torino di Slowfood. Possedere o consumare un vino raro? Lasciare che il valore cresca in cantina o goderne attraverso naso e gola? Qualunque sia la motivazione dell’acquisto di un vino all’incanto, il senso di conquista è lo stesso che attraversa le pagine di Italo Svevo nel racconto «Vino generoso»: «Ed io mi comportai proprio come quei giovincelli cui si concedono per la prima volta le chiavi di casa. Mangiavo e bevevo, non per sete o per fame, ma avido di libertà». La libertà di spendere più di 7.000 dollari per un Romanée Conti del 2005 oppure di puntare su bottiglie da poche decine di euro che possono raddoppiare la quotazione, il Pergole Torte di Montevertine o l’Oreno di Setteponti. Tirature limitate di un’annata o etichette dedicate ad eventi, magari per beneficenza, possono far lievitare il prezzo. Perché, come scriveva l’economista dell’800 inglese David Ricardo, «vi sono alcune merci, il cui valore è determinato soltanto dalla loro scarsità. Alcune statue e pitture rare, vini di qualità speciale, che possono esser fatti soltanto con uve raccolte in un determinato terreno, la cui estensione sia assai limitata, sono tutti di questo tipo». Nella classifica di Live-ex, l’indice degli affari nel settore, tra i migliori 100 vini hanno debuttato nel 2013, a fianco dei grandi toscani, i piemontesi Bruno Giacosa e Giacomo Conterno. Fino a qualche anno fa dominavano i francesi di Bordeaux. Nella classifica appena stilata sui marchi più popolari nel suo sito, Live-ex ha scoperto che un terzo delle etichette è ora non francese con nuove presenze italiane. Tanto che è stato creata una classifica tutta italiana che tiene conto delle ultime 10 annate dei Supertuscan Masseto, Ornellaia, Sassicaia, Solaia e Tignanello, oltre Barbaresco e Langhe Sorì Tildìn di Gaja, Barolo Le Vigne di Sandrone, Messorio di Macchiole e Redigaffi di Tua Rita. L’indice è salito del 2,7% dall’ultimo anno e del 30,9% da 5 anni fa. «L’Italia — spiega Filippo Bolaffi, amministratore delegato del gruppo — è il secondo paese al mondo per importanza vinicola, ma siamo ai margini del mercato dei “Vini da collezione”: un controsenso. C’è un importante spazio per attirare molti compratori dall’estero e avvicinare nuovi collezionisti nostrani. L’accordo con Slow Food Editore ci permette di dare il giusto prestigio a quelle realtà italiane degne di essere collezionate ai più alti livelli, che non trovano ancora spazio nei cata- Limpidezza Il vino non deve avere particelle in sospensione a meno che non sia un volontariamente non filtrato La storia La tradizione Nel 1890 Alberto Bolaffi, allora 16enne (sotto nella sede torinese) lasciò l’attività di famiglia, commercio di pietre preziose e piume di struzzo, per dedicarsi anima e corpo ai francobolli. L’attività nella filatelia è stata poi trasmessa di padre in figlio fino al bisnipote di Alberto, Giulio Filippo, che oggi guida l’azienda divenuta società per azioni Le aste La casa d’aste Bolaffi ha ampliato il suo raggio di azione, oltre alla filatelia e alla numismatica, a tutti gli ambiti del collezionismo, anche quelli più curiosi e di nicchia. Ultimo arrivato il vino, assieme a Slow Food e alla sua casa editrice. La prima asta Bolaffi di vini è prevista per ottobre, nella sala di via Cavour a Torino. Appuntamento nei giorni del Salone del gusto e di Terra Madre, l’evento a Torino di Slowfood Tappo e capsula Devono essere integri e non presentare anomalie Etichetta Totalmente leggibile, mai ingiallita Provenienza Nota. Attenzione ai falsi e all’ambiente di conservazione Slow Food e Bolaffi si alleano: il primo appuntamento è ad ottobre nella storica sala di Torino EMANUELE LAMEDICA di LUCIANO FERRARO Colore Se il vetro permette di vederlo, deve rispettare la tipologia e l’invecchiamento loghi d’asta ma si potrebbero rivelare ottimi investimenti». Il mercato delle vendite di vino pregiati è in frenata, meno 5,8% dal giugno 2013 per i top 100. Effetto della fine della bolla asiatica, della crisi e forse della maggior cautela dopo una serie di clamorose macchine del falso, con etichette contraffatte e vecchie bottiglie riempite con vino recente e scadente. In Italia ci sono altre case d’asta che si occupano di vini, Gelardini&Romani, un decennio d’esperienza a Roma e ora soprattutto ad Hong Kong con Raimondo Romani; e la Pandolfini di Firenze, il cui esperto è Francesco Tanzi. Ora, con Bolaffi, entra nel settore una società che si occupa di collezionismo dal 1890, quando il giovane Alberto lasciò perdere il commercio di pietre preziose e piume di struzzo per dedicarsi ai francobolli. E ora a vini, pensando, con Svevo, che «ogni sorso» può diventare una dichiarazione «di indipendenza». (divini.corriere.it) © RIPRODUZIONE RISERVATA 32 Venerdì 25 Luglio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 easyJet è una delle maggiori compagnie aeree d‘Europa e cresce a pieno ritmo. Non mostra alcun segno di rallentamento, anzi: stiamo per aprire una nuova base per il personale di volo proprio qui a Napoli. Trovolavoro ricerca per una realtà italiana specializzata nella distribuzione di componentistica, nell’ottica del potenziamento della propria struttura, un: RESPONSABILE FINANZA, AMMINISTRAZIONE E CONTROLLO La risorsa, riportando alla Direzione Generale, avrà la responsabilità della gestione del reparto amministrativo della società e delle attività finanziarie, coordinando un team di 5 persone. Avrà inoltre la responsabilità di implementare le attività del controllo di gestione. Un momento eccitante per noi, un‘opportunità ancora migliore per te. Cerchiamo co-piloti di talento, esperti e ambiziosi, in possesso di Type Rating, che si uniscano a noi e diventino la prossima generazione del popolo easyJet italiano. Co-piloti con Type Rating Napoli €Interessante Requisiti: Laurea in discipline economico-finanziarie, esperienza lavorativa pregressa di 10/15 anni in ruolo di responsabilità in Aziende di analoghe dimensioni. Pilotando un aeromobile della famiglia A320 volerai verso alcune delle destinazioni più stimolanti d‘Europa, collegate da una compagnia aerea paneuropea in continua espansione che sta rivoluzionando il modo di viaggiare. Sede di lavoro: provincia di Monza-Brianza Inviare CV digitando il codice 6295 nel campo “cosa?” del motore di ricerca sulla homepage di Trovolavoro.it Il presente annuncio si rivolge a candidati di ambo i sessi (L. 903/77). I dati saranno trattati ai sensi dell’art. 13 D.lgs. 196/03. Avrai un posto di lavoro sicuro e ottime prospettive di comando, inoltre usufruirai da subito di un addestramento di massimo livello. Trovolavoro ricerca per un’importante realtà aziendale che si occupa di sviluppo commerciale, marketing e finanziario amministrativo, un: Il candidato ideale vanta integrità, energia e una passione autentica per il volo; desidera entrare a far parte di un team di piloti di alta professionalità e di successo, e possiede i seguenti requisiti minimi: SENIOR CONTROLLER La risorsa fornirà analisi puntuali sull'andamento aziendale, supporterà le decisioni attraverso dati e reporting, individuerà aree di miglioramento (progetti di investimento, costi di crescita). Requisiti: Laurea in Discipline Economico-Scientifiche; pregressa esperienza di almeno 10 anni in qualità di Controller presso aziende strutturate con un fatturato minimo di 10 milioni di Euro; costituirà titolo preferenziale l’aver maturato un’esperienza presso società di revisione contabile. Inquadramento e retribuzione saranno commisurati all'effettiva esperienza del candidato Sede di lavoro: Umbria Inviare CV digitando il codice 6296 nel campo “cosa?” del motore di ricerca sulla homepage di Trovolavoro.it Il presente annuncio si rivolge a candidati di ambo i sessi (L. 903/77). I dati saranno trattati ai sensi dell’art. 13 D.lgs. 196/03. ricerca candidati per il conferimento dell’incarico di Direttore dell’Esercizio dell’Impianto Filoviario della città di Lecce. Durata dell’incarico un anno con eventuale proroga di un ulteriore anno. Compenso annuale lordo di € 60.000,00 oltre IVA e CAP e al netto di ritenute come per legge. E CONTINUIAMO A CRESCERE. SIAMO IN CONTINUA ESPANSIONE. Siamo grandi. Scadenza per la presentazione delle candidature 28/08/2014. • ATPL (frozen, non un CPL) • Attualmente è co-pilota su un aeromobile della famiglia A320 • Minimo 1.000 ore TT (di cui 500 sull‘A320) • Licenza EASA UK (o convertita in base alla data di decorrenza) • Certificato medico di Classe 1 senza limitazioni • Qualifica per bassa visibilità Cat III/B • Diritto di vivere e lavorare in Europa senza limitazioni di accesso nell‘ambito della rete easyJet • Inglese Livello ICAO 5 minimo, con obbligo di conseguire il Livello 6 entro 6 mesi dall‘assunzione • Esperienza nell‘ambiente delle compagnie aeree Essere uno dei nostri co-piloti non vuol dire semplicemente volare: vuol dire condividere una delle più grandi storie di successo dell‘aviazione moderna. Questa è la generazione easyJet. Una carriera che non ha eguali. Per ulteriori informazioni consultare il sito www.sgmlecce.it. S.G.M. SpA Società Gestione Multipla - S.P. Lecce-Vernole Km 1,5 - P. IVA 03500970755 Contatto: Dott. Ugo Guacci tel 0832.340898, cell. 334.6246080 Scopri perché su careers.easyjet.com Il presente annuncio si rivolge a candidati di ambo i sessi (L. 903/77). I dati saranno trattati ai sensi dell'art. 13 D.lgs. 196/03. CONGREGAZIONE ANCELLE DELLA DIVINA PROVVIDENZA ENTE ECCLESIASTICO In Amministrazione Straordinaria ai sensi della L. 39/2004 (Decreto Ministero dello Sviluppo Economico del 19/12/2013) INVITO A MANIFESTARE INTERESSE PER LA CESSIONE E/O L’AFFITTO DI TUTTO O DI PARTE DEL COMPLESSO AZIENDALE E DELLE ATTIVITA’ DELL’ENTE ECCLESIASTICO CONGREGAZIONE ANCELLE DELLA DIVINA PROVVIDENZA (ESTRATTO - versione completa disponibile su www.donuvainamministrazionestraordinaria.it) Il Commissario Straordinario dell’Ente Ecclesiastico Congregazione Ancelle della Divina Provvidenza in Amministrazione Straordinaria Premesso che: - L’Ente Ecclesiastico Congregazione Ancelle della Divina Provvidenza opera nel settore sanitario e possiede strutture ospedaliere nei Comuni di Bisceglie, Foggia e Potenza; - in data 19 dicembre 2013, il Ministero dello Sviluppo Economico ha ammesso la Congregazione delle Ancelle della Divina Provvidenza alla procedura di Amministrazione Straordinaria a norma dell’art. 2, comma 2, del Decreto Legge 23 dicembre 2003, n. 347, convertito, con modificazioni, dalla Legge 18 febbraio 2004, n. 39 ed ha nominato quale Commissario Straordinario l’Avv. Bartolomeo Cozzoli; - in data 21 gennaio 2014, il Tribunale di Trani ha dichiarato lo stato di insolvenza della Congregazione delle Ancelle della Divina Provvidenza ex art. 2, comma 2, del Decreto Legge 23 dicembre 2003, n. 347, convertito, con modificazioni, dalla Legge 18 febbraio 2004, n. 39; - è in corso di predisposizione, da parte del Commissario Straordinario, il Programma di cui agli articoli 54 e seguenti del D.lgs. 8 luglio 1999 n. 270 e all’art. 4 della Legge18 febbraio 2004; - ai fini della prosecuzione delle attività produttive della società e, in ossequio a quanto previsto dall’art. 8 del Decreto Legge 23 dicembre 2003, n. 347, convertito, con modificazioni, dalla Legge 18 febbraio 2004, n. 39, alla redazione del Programma di cui all’art. 54 del D.Lgs. n. 270/99 secondo gli indirizzi di cui all’art. 27 del medesimo decreto legislativo, il Commissario Straordinario intende procedere ad una prima valutazione dei soggetti interessati all’acquisto e/o alla locazione di tutto o parte del complesso aziendale e delle attività organizzate dalla Congregazione delle Ancelle della Divina Provvidenza (il “Complesso Aziendale”). Tutto ciò premesso e considerato, il Commissario Straordinario INVITA tutti i soggetti interessati a presentare manifestazioni di interesse per il Complesso Aziendale o parte di esso, ad indirizzare comunicazione scritta al Commissario Straordinario secondo le modalità, i termini e le condizioni più diffusamente indicati sul sito internet della procedura www.donuvainamministrazionestraordinaria.it. I soggetti interessati devono far pervenire la propria manifestazione di interesse redatta in forma scritta, in lingua italiana o inglese, a mezzo raccomandata con ricevuta di ritorno e indirizzata ad “Amministrazione Straordinaria della Congregazione Ancelle della Divina Provvidenza Via G. Bovio n. 80 - 76011 BISCEGLIE (BT) ITALIA - RISERVATA alla c.a. del Commissario Straordinario” con il riferimento “Manifestazione di Interesse in relazione alla vendita e/o affitto del Complesso Aziendale” ovvero posta elettronica certificata, all’indirizzo PEC: [email protected], entro e non oltre le ore 14 (ora italiana) del giorno 25 Agosto 2014. La manifestazione di interesse dovrà essere sottoscritta dal legale rappresentante del Soggetto Interessato o da un procuratore debitamente autorizzato. La pubblicazione del presente annuncio e la ricezione della manifestazione di interesse ed ogni attività connessa non comporteranno per la Congregazione delle Ancelle della Divina Provvidenza e per il Commissario Straordinario l’assunzione di responsabilità di alcun genere, anche a titolo precontrattuale. Il presente avviso costituisce esclusivamente un invito a manifestare interesse, e non costituisce un invito ad offrire, né un’offerta al pubblico ex art. 1336 del codice civile, o una sollecitazione del pubblico risparmio ex art.94 e ss. D.Lgs.n.58/1998. Resta inteso che ogni determinazione in ordine alla cessione e/o affitto del Complesso Aziendale è in ogni caso soggetta al potere autorizzativo del Ministero dello Sviluppo Economico, sentito il parere del Comitato di Sorveglianza. Il presente avviso è sottoposto alla legge italiana e per ogni controversia ad esso attinente sarà competente in via esclusiva il Foro di Trani. Il presente annuncio è pubblicato sul sito (www.donuvainamministrazionestraordinaria.it) in lingua italiana e inglese. Il Commissario Straordinario - Avv. Bartolomeo Cozzoli TRIBUNALE DI PARMA Fallimento “Magic S.p.a.” n. 68/2012 RGF IL GIUDICE DELEGATO AVVISA che è pervenuta offerta irrevocabile per l’acquisto del “Compendio” del fallimento in epigrafe costituito da opificio per la produzione di mangimi animali in Sorbolo (PR), Via Nazionale della Cisa, costituito da immobili, terreni, impianti e macchinari alle seguenti condizioni essenziali: prezzo offerto Euro 1.400.000,00; cauzione versata Euro 600.000,00; termine accettazione offerta: 30 settembre 2014; termine per pagamento saldo prezzo: 60 giorni da accettazione; vendita a corpo e non a misura, nello stato di fatto e di diritto in cui i beni si trovano, con esonero della Procedura da ogni responsabilità anche a norma e per gli effetti dell’art. 2922 c.c. INVITA gli eventuali interessati a formulare offerte migliorative irrevocabili fino al 30 settembre 2014, secondo le disposizioni tutte di cui all’Ordinanza in data 17 Luglio 2014 alla quale si rinvia integralmente e in sintesi: - il prezzo minimo per l’acquisto del Compendio oggetto dell’offerta irrevocabile sarà di Euro 1.450.000,00 (Euro unmilione quattrocentocinquanta mila / 00); - il prezzo di vendita, dedotta la cauzione, dovrà essere corrisposto entro 60 giorni dall’accettazione della proposta; - vendita a corpo e non a misura, nello stato di fatto e di diritto in cui i beni si trovano, con esonero della Procedura da ogni responsabilità anche a norma e per gli effetti dell’art. 2922 c.c.; - le spese e le imposte tutte relative alla vendita del Compendio saranno poste interamente a carico dell’aggiudicatario. Le offerte migliorative irrevocabili di acquisto dovranno essere effettuate mediante deposito nella Cancelleria fallimentare, entro le ore 12.00 del giorno 29 settembre 2014 di: a) Offerta irrevocabile fino al 30 settembre 2014 sottoscritta, redatta conformemente alle disposizioni tutte dell’Ordinanza in data 17 luglio 2014 che dovrà riportare oltre all’indicazione del prezzo offerto, le complete generalità dell’offerente, l’indicazione del codice fiscale e in caso di persona fisica coniugata, il regime patrimoniale prescelto; in caso di offerta presentata per conto e nome di una società o ente, dovrà essere prodotto certificato del Registro delle Imprese dal quale risulti la costituzione della società o ente e i poteri conferiti all’offerente in udienza unitamente ai poteri spesi all’atto della sottoscrizione dell’offerta, oltre a statuto societario; b) assegno circolare di Euro 600.000,00 (Euro seicentomila) intestato a “Fallimento Magic S.p.a.”, a titolo di cauzione. Le buste con le offerte migliorative verranno aperte avanti a sé il giorno 30 settembre 2014 alle ore 13.00 secondo le modalità di cui agli artt. 570 e segg. cod. proc. civ. e alle condizioni di cui all’ordinanza citata: in caso di pluralità di offerte, si provvederà a gara immediata tra gli offerenti. Le offerte in aumento, conformi quanto alle modalità temporali di corresponsione del prezzo indicate nell’ ordinanza citata, non potranno essere inferiori ad Euro 50.000,00. Il presente non costituisce offerta al pubblico, né opzione, né offerta unilaterale, ma semplice invito ad offrire. Maggiori informazioni presso la Cancelleria fallimentare o presso i Curatori Dott. Thomas Gardelli (0525/3643) e Dott. Gino Capelli (0521/1680485) o sul sito www.fallimentiparma.com; indirizzo pec: [email protected]. Parma, 17 luglio 2014 Il Cancelliere Direttore amministrativo (Dott. Daniele Petruzzi) REGIONE CALABRIA ESITO PROCEDURA POR Calabria FESR 2007-2013 - Linea di Intervento 9.1.1.1 - Procedura negoziata senza previa pubblicazione di bando di gara per nuovi servizi consistenti nella ripetizione di servizi analoghi relativi all’affidamento del servizio di assistenza tecnica all’Autorità di Gestione del POR Calabria FESR 2007-2013 ai sensi dell’art. 57 c. 5 lett. b) d.Lgs. 163/2006 e s.m.i. Amministrazione Contraente: Regione Calabria, Dipartimento Programmazione Nazionale e Comunitaria, Settore Coordinamento e Verifiche dei Programmi e dei Progetti, Via E. Molè 88100 Catanzaro, tel. 0961-853116, fax. 0961-853186. Appalti pubblici di servizi: CPV 79411000; importo a b.a € 2.789.000,00 oltre IVA. Aggiudicazione Definitiva: decreto dirigenziale n. 5618 del 9.05.2014 e successiva nota del RUP prot. n. 161703 del 14.05.2014; Aggiudicazione: offerta economicamente più vantaggiosa; Aggiudicatario: R.T.I. costituito da Ernst & Young Financial - Business Advisors S.p.A. - Sede Legale: Milano Via Fernanda - Wittgens, 6 (Mandataria) - Solco s.r.l. - Nomisma S.p.A. Valore dell’offerta a cui è stato aggiudicato l’appalto: € 2.786.508,00 oltre IVA. Pubblicazione della procedura: decreto dirigenziale n. 600 del 30.01.2014, lettera di invito prot. 31257 del 30.01.2014. Pubblicazione estratto sulla GUUE S119 del 25.06.2014. Pubblicazione estratto sulla GURI 5ª Serie Speciale - n. 71 del 25.06.2014. Ricorso: T.A.R. Calabria. Il Responsabile del Procedimento Dr.ssa Rosa Misuraca AUTOSTRADA PEDEMONTANA LOMBARDA SPA Via Del Bosco Rinnovato n. 4/A - Palazzo U9 - 20090 Assago (Milano) - Italia Tel. + 39 02/6774121 - fax: + 39 02/67741256 e-mail: [email protected] - Pec: [email protected] - www.pedemontana.com Si rende noto che è intenzione di Autostrada Pedemontana Lombarda S.p.a. - Società incaricata della progettazione, della costruzione e della gestione dell’autostrada situata nel territorio della Regione Lombardia, tra Dalmine, Como, Varese, il Valico del Gaggiolo e le opere connesse (Collegamento Autostradale Lombardo) - procedere al collocamento sul mercato di n. 235.074 azioni della Società rimaste inoptate a seguito dell’aumento di capitale deliberato dal CdA in data 19 marzo 2014. L’Autostrada Pedemontana Lombarda è una grande infrastruttura viaria (67 km di autostrada, 20 km di tangenziali, 70 km di opere connesse) che collegherà cinque province della Regione Lombardia, territorio dove operano oltre 300.000 imprese che esprimono circa il 20% del PIL nazionale. L’Autostrada Pedemontana Lombarda potenzierà l’asse est-ovest lungo la direttrice del Corridoio 5 della rete TEN-T dell’Unione Europea, rendendo possibile l’articolazione di un collegamento autostradale che partendo dal Portogallo e passando per l’Italia giungerà fino all’Ungheria. L’Infrastruttura prevede investimenti diretti in opere per Euro 4.118 milioni, ponendola tra le principali a livello europeo. L’Autostrada è realizzata in project financing mediante fonti private, pubbliche e finanziamenti bancari. Il progetto garantirà una reddittività per gli Azionisti pari al 10,5% ed un return on sales (ROS) pari all’82%. La procedura di gara si svolgerà mediante asta pubblica il cui Avviso è già stato trasmesso in GUCE il 21 luglio 2014 e in GURI Il 22 luglio 2014. Il numero complessivo di azioni poste in vendita corrisponde al 43,86 % del capitale sociale. Ciascuna azione verrà messa all’asta con un valore minimo pari a quello nominale, ossia Euro 1.000,00. Potranno partecipare all’asta sia persone fisiche che giuridiche, anche sotto forma di “cordata”. Per predisporre l’offerta, ciascun interessato potrà accedere ad una Data Room Virtuale contenente tutta la documentazione riguardante la situazione societaria. A ciascuna offerta, da presentare entro il termine dell’8 settembre 2014 ore 12.00 (ora italiana), verrà attribuito un punteggio ponderato sia sul numero di azioni di cui si chiede l’acquisto sia sul prezzo offerto per ciascuna azione. f.to Il Presidente Arch. Salvatore Lombardo AZIENDA OSPEDALIERA “G. BROTZU” - CAGLIARI Comune di Nicosia Provincia di Enna AVVISO DI GARA Procedura aperta per l’esecuzione dei lavori di “Riqualificazione cabina elettrica MT-BT”. CUP C26B14000010006 - Codice Cig 5833474F04, da aggiudicarsi ai sensi dell’art. 82 del D. Lgs. n. 163/06. Importo complessivo a base d’asta € 1.957.691,11= Iva esclusa, di cui € 37.902,41= Iva esclusa per oneri di sicurezza non soggetti a ribasso. Bando integrale, istanza di partecipazione, disciplinare di gara e relativi allegati e il progetto esecutivo possono essere richiesti al Responsabile del Procedimento Ing. Bruno Facen (070/539228 e fax 070/539331 - e-mail: [email protected]). Le offerte dovranno pervenire all’Ufficio Protocollo dell’Azienda Ospedaliera G. Brotzu Piazzale A. Ricchi n. 1, 09134 Cagliari, entro e non oltre le ore 12.00 del 08.09.2014 con le modalità prescritte dal Bando, dal Capitolato Speciale di gara e dal Disciplinare di gara. Le offerte verranno aperte il giorno 15.09.2014 alle ore 09.00 presso Aula Deriu - Direzione Sanitaria - Azienda Brotzu. Il bando di gara è stato pubblicato sulla GURI V Serie Speciale Contratti pubblici n. 81 in data 18/07/2014. Il Responsabile del Procedimento Ing. Bruno Facen E’ Indetta procedura di gara aperta ai sensi dell’art. 3, comma 37 e artt. 54 e 55 D. Lgs n. 163/2006 per: Servizio di spazzamento, raccolta e trasporto allo smaltimento dei rifiuti solidi urbani differenziati e indifferenziati, compresi quelli assimilati, ed altri servizi di igiene pubblica all’interno dell’A.R.O. di Nicosia. CIG: 5775204919. Criterio: Offerta economicamente vantaggiosa ai sensi dell’art. 83 D.Lgs n. 163/2006. Durata del servizio: anni 7. Importo: 8.905.934,07. Termine ricezione offerte: ore 13 del 8.09.2014. Indirizzo a cui inviare le offerte e Luogo di celebrazione Gara: U.R.E.G.A. Via Roma, 209 CAP 94100 ENNA. Documenti: disponibili su: www.comunenicosia.gov.it. Il Bando di Gara è stato trasmesso per la pubblicazione sulla G.U.U.E. il 03.07.2014 e pubblicato sulla G.U.R.S. l’11.07.2014. Il R.U.P. Ing. Testa Camillo Antonino Cassa depositi e prestiti AVVISO Cassa depositi e prestiti società per azioni Via Goito, 4 00185 Roma Capitale sociale euro 3.500.000.000,00 i.v. Iscritta presso CCIAA di Roma al n. REA 1053767 C.F. e iscrizione al registro delle imprese di Roma 80199230584 Partita IVA 07756511007 www.cassaddpp.it CASSA DEPOSITI e PRESTITI spa BUONI FRUTTIFERI POSTALI (BFP) BFP INDICIZZATI ALL’INFLAZIONE ITALIANA INDICE ISTAT FOI ex-TABACCHI Maggio 2014: 107,30 Per conoscere il Coefficiente di Indicizzazione e i Coefficienti Complessivi di Rimborso Lordi e Netti per ciascuna serie di Buoni è possibile consultare il sito Internet di Cassa depositi e prestiti www.cassaddpp.it BFP INDICIZZATI A SCADENZA, BFPPremia e BFPEuropa “Serie 16E, 30K, X03, X15; P11, P23, P35, P47; P58 di Agosto 2013, P66 di Giugno 2014” MEDIA INDICE EURO STOXX 50: 3172,916 La media è pari alla media aritmetica dei valori ufficiali di chiusura dell'Indice Euro Stoxx 50 rilevati nei giorni 14, 15, 16, 17 e 18 luglio 2014. Maggiori informazioni sul meccanismo di indicizzazione e sugli eventuali premi sono disponibili presso tutti gli uffici postali e sul sito Internet di Cassa depositi e prestiti www.cassaddpp.it I Buoni serie 16E (agosto 2009) riconoscono alla scadenza un premio aggiuntivo pari a circa il 10,65% lordo I Buoni serie P58 (agosto 2013) riconoscono al termine del primo anno un premio aggiuntivo del 3,00% lordo I Buoni serie P47 (agosto 2011) riconoscono al termine del terzo anno un premio aggiuntivo del 3,50% lordo I Buoni serie P35 (agosto 2010) riconoscono al termine del quarto anno un premio aggiuntivo del 3,00% lordo I Buoni serie P23 (agosto 2009) riconoscono al termine del quinto anno un premio aggiuntivo del 4,50% lordo I Buoni serie P11 (agosto 2008) riconoscono al termine del sesto anno un premio aggiuntivo del 6,50% lordo Corriere della Sera Venerdì 25 Luglio 2014 Tempi liberi 33 italia: 51575551575557 Tecnologie provate Senza peso I consigli degli esperti per scegliere al meglio i tecnocompagni di viaggio I giochi, le app e gli ebook Che cosa portare in vacanza Divertirsi, risolvere problemi e leggere: i «magnifici 30» Low cost digitale di Edoardo Segantini Prepararsi per le vacanze da qualche stagione non significa più solo fare le valigie e controllare che la macchina abbia olio e gomme in ordine. In previsione di una possibile assenza di wi-fi nella località dove ci rechiamo (per non menzionare l’«orrore» dell’eventuale assenza di un segnale 3G decente), conviene prima di partire di scaricare sui nostri smartphone e\o tablet tutto il software di cui potremmo avere bisogno. Per aiutarvi nella scelta, abbiamo chiesto ai Cade la linea perché la rete è economica ma «fragile» La situazione è seria ma non disperata. Eccola, in due parole. Da quanto tempo parliamo di banda larga, ultralarga, di applicazioni formidabili per smartphone, di nuovi servizi web in mobilità, di reti di nuova generazione, di agende digitali? In tutto questo fantasticare su futuri prossimi e remoti ci siamo completamente dimenticati di un dettaglio che riguarda il presente: ovvero che la telefonata, il vecchio e caro coup de fil, conversazione via etere tra due persone che si dicono cose, tipo una che rivolge domande e l’altra che risponde, ha una qualità sempre più scadente. In una misura davvero inaccettabile. Difficile disporre di dati affidabili, ma l’esperienza quotidiana di ognuno non lascia adito a dubbi: spesso, troppo spesso, cade la linea. Come? Secondo due modalità diverse, ma entrambe terribilmente irritanti. La prima è violenta: sei lì che stai parlando, quando la voce dell’amico o dell’amica viene interrotta bruscamente da un rumore di acqua e di metallo, come se il telefono fosse caduto tra le pale meccaniche di un battello fluviale. La seconda è peggiore, perché più subdola e umiliante. A un certo punto non senti più niente. Dopo alcuni secondi, talvolta, in situazioni particolari, dopo molti secondi, ti rendi conto che, al di là del filo, c’è il grande silenzio, nessuno ascolta più, e tu stai parlando da solo come un idiota. La modesta qualità della rete, semplificando molto, dipende dalla riduzione degli investimenti degli operatori di telecomunicazioni, valutata in un cospicuo -5,4 per cento nell’ultima relazione del presidente dell’Authority per le Comunicazioni Angelo Cardani. E la riduzione degli investimenti è, anche, l’effetto collaterale di una politica regolatoria che ha favorito la discesa delle tariffe sopra ogni altra priorità. Adesso dunque i prezzi bassi li abbiamo: ma pure la bassa qualità. SegantiniE Baldur’s Gate II Geometry Dash 10 EBOOK DA PORTARE IN VALIGIA Trovami la Medicina Waze Heartstone Minecraft The Room 2 Pocket Edition Prezzi Benzina Seat Guru Monopoly Foodspotting Civilization Revolution 2 © RIPRODUZIONE RISERVATA 10 APP DA PORTARE IN VALIGIA 10 GIOCHI DA PORTARE IN VALIGIA Bubble Witch Football 2 Saga Manager 2014 nostri «esperti di settore» di indicarci una Top 30 dei download per le ferie. Ecco quindi una selezione delle app più utili e sfiziose per il viaggio, degli ebook che potrebbero tenervi compagnia senza portarsi dietro qualche chilo di libri in formato cartaceo, e i suggerimenti di alcuni giochi, compagni ormai immancabili sui nostri telefoni e tavolette. Sit Or Squat Hotel Tonight TripAdvisor City Map 2 Go Pro XEcurrency Clash Of Clans Alice Clayton AA.VV. Mr. Sbatti cuore L’intimo delle donne Linda Chapman Hello Kitty e i suoi amici AA. VV. Veronica Gussoni Vacanze in giallo Il cammino delle parole Lafani & Renault Emily Dubberley Reality Crime Blue Mondays Aldo Costa Chiara Valerio Non è v ero Fermati un minuto a salutare John Green Colpa delle stelle Corriere della Sera / Mirco Tangherlini S u App Store di Apple e Google Play per Android ci sono un totale di circa 2,5 milioni di applicazioni. Intorno al 30% di queste sono videogiochi. Anche se molte sono duplicate nei due negozi digitali, stilare una lista di dieci titoli da scaricare è dunque una scelta forzatamente legata ai gusti personali. Con questi «magnifici dieci» abbiamo cercato di soddisfare diversi profili di giocatore, senza badare più di tanto alla novità. È il caso di una delle hit tipiche italiane: Football Manager 2014, pur essendo uscito nella versione per tablet (iOS e Android, 8,99 euro) qualche mese fa, è il compendio migliore per andare in ferie soffrendo il meno possibile per la fine dei Mondiali. Rimanendo nel campo della strategia, non si può prescindere da Hearthstone (iOS gratis, in arrivo su Android) il gioco di Blizzard che porta anche su iPad il mondo di «World of Warcraft» in versione di gioco di carte. È una riproposizione del gameplay dello storico Magic (uscito pochi giorni fa nella versione 2015 per tablet), ma lo stile di Wow lo rendono davvero unico. L’unico avvertimento è di non cadere nella trappola dei continui acquisti «in-app». Rischio ancora più alto se parliamo dei «freemium» veri e propri. Il gioco miCalcio e dadi gliore in questa categoria rimane Tra le hit italiane c’è Clash of Clans (iOS e Android, Football Manager 2014 gratis), se non altro perché si E con Monopoly si gioca entra in competizione con un di 4 milioni di persone a dadi più comodamente universo al giorno. Il monito vale anche per una delle nuove creature di King, l’azienda di Candy Crush, ossia Bubble Witch Saga 2 (iOS e Android, gratis) che sostituisce le bolle alle caramelle senza cambiare la formula vincente. Per andare sul sicuro, ecco due giochi in cui si paga subito (e neanche poco, trattandosi di app) per avere poi due videogame di ampio respiro. Il nuovo Civilization Revolution 2 (iOS, 13,99 euro) ribadisce su tablet i meccanismi di gioco a turni fatti esordire da Sid Meier nel 1991. Fenomenale è poi Baldur’s Gate II (per iOS a 14,99 euro, in arrivo su Android), il miglior gioco di ruolo su tablet per gli amanti di avventure fantasy. Per spendere un po’ meno, e concedersi un intrattenimento più «casual», un’ottima scelta può essere Geometry Dash (iOS e Android, 1,99 euro), gioco a piattaforme da affrontare con le cuffie: il ritmo musicale è la chiave del successo. Molto più riflessivo è invece The Room 2 (iOS 2,99 euro, Android 2,69 euro), la seconda versione di un «puzzle game» davvero ben fatto. Grandi pixel e libertà di gioco totale sono invece il marchio di fabbrica di Minecraft che nella versione Pocket Edition porta su tablet e smartphone (iOS 5,99, Android 4,99) la potenza di un Lego digitale. L’ultimo suggerimento è per il gioco più classico: Monopoly nella versione per tablet (5,99 euro per iPad) permette di giocare in spiaggia senza il rischio di perdere i dadi nella sabbia. Federico Cella Vitadigitale © RIPRODUZIONE RISERVATA S iete fra quelli che non hanno mai installato un'app in vita loro? Anzi, magari tra coloro che neppure sanno dell’esistenza di uno store con centinaia di migliaia di possibilità per arricchire le funzionalità del vostro smartphone? È ora di una svolta, soprattutto se la partenza per le vacanze è imminente. Quando si è lontani da casa, ci sono decine di applicazioni che possono trasformare lo smartphone in un indispensabile strumento milleusi. Partiamo ovviamente dalle mappe. Tutti gli smartphone prevedono un'app che ci può guidare a destinazione. Attenti al traffico dati all'estero però. Se lo disattivate e avete un Nokia Lumia, prima di partire scaricate le mappe del Paese in cui andate sull'app Here Drive (è preinstallato). Anche Google Maps permette di salvare sul telefono le mappe per un uso offline, benché per porzioni più limitate di territorio. Se avete un iPhone, vi consigliamo CityMaps 2Go Pro (2,69 euro). Per spostarsi, invece, se siete in Italia o non avete problemi di roaming l'ottimo Waze (gratis, tutte le piattaforme), un navigatore Gps «sociale», resta un'ottima opzione. Quando l'auto è in riserva usate Mappe e soldi Prezzi Benzina (gratis, tutte le piattaforme) per trovare il diL’elenco delle mappe stributore più vicino: vi dice migliori. Il problema anche i prezzi ed è fondamensono i soldi? Xe Currency tale se avete un'auto a metano o converte ogni valuta Gpl. Se invece avete di fronte un lungo viaggio in aereo studiate i posti migliori da prenotare con Seat Guru (gratis, tutte le piattaforme). Prima di partire usate Packing Pro (per iPhone, 2,69 euro): crea liste personalizzate di tutto quello che dovete assolutamente mettere in valigia. Mai più spazzolino e dentifricio dimenticati a casa. A questo punto dell'estate probabilmente avrete già prenotato la vostra sistemazione per le ferie. Ma se siete quelli dell'ultimissimo momento date un'occhiata a Hotel Tonight (gratis, tutte le piattaforme): vi consente di trovare un albergo per la sera stessa a prezzi scontati. Dopo aver trovato alloggio volete anche mangiare fuori? Tripadvisor è una scelta scontata ma indispensabile. Yelp è un'alternativa. Quando siete in un Paese esotico e volete capire che cosa troverete nei ristoranti usate Foodspotting: una rete sociale con le immagini di tutti i piatti dei dintorni. Tutte queste app sono gratuite. Fuori dall'area Euro tenete a portare di dito un'app che converte le valute, come Xe Currency (gratis, tutte le piattaforme). In caso di emergenza, installate Trova la mia medicina (per iPhone, gratis): ti permetterà di trovare il nome dei tuoi farmaci nel Paese in cui ti trovi. Se invece avete un bisognino impellente, cercate su Sit or Squat: mappe che vi suggeriscono qual è la toilette pubblica più vicina. Infine, ai professionisti della tintarella non possiamo non consigliare Siesta (per iPhone, 0,89 euro). Stendetevi su un lettino e usate i suoi allarmi preimpostati: suonano quando è il momento giusto per girarsi. Un bell'aiuto per evitare ustioni. Paolo Ottolina Pottolina A l Salone di Torino la libreria digitale Bookrepublic regalò l’anno scorso una busta per imballare l’ereader e portarlo al mare. Nell’edizione 2014 è stato presentato Leggo Ibs Aqua, dispositivo creato per resistere in spiaggia. E ora che l’estate è in corso, sono numerosi i contenuti pensati per le vacanze con ereader e tablet, che consentono di portare con sé decine di titoli senza limiti di peso e di spazio. I lettori possono contare innanzitutto sulla versione in ebook dei bestseller cartacei del momento. Da Una mutevole verità di Gianrico Carofiglio (Einaudi,e 6,99) a La piramide di fango di Andrea Camilleri (Sellerio, e 9,99), il cui editore ha anche riunito in unico volume, Vacanze in giallo (e 9,99), sei intrighi estivi di Alicia Giménez-Bartlett, Marco Malvaldi, Antonio Manzini, Francesco Recami, Alessandro Robecchi e Gaetano Savatteri. Uscendo dal genere giallo, tra i titoli cartacei disponibili in elettronico, il vincitore dello Strega Francesco Piccolo con il romanzo-confessione sulla sinistra italiana Il desiderio di essere come tutti (Einaudi, e 9,99). Chi cerca contenuti più leggeri può invece puntare sulla commedia romantica Mr Sbatticuore di Thriller e ragazzi Alice Clayton (e 6,99), lanciata da Reality crime è una storia Mondadori prima in digitale, poi su carta. Per i ragazzi, Rizzoli proambientata nel mondo pone il libro di John Green, Colpa dei social. Per ragazzi c’è delle stelle, (e 9,99) la cui versione «Colpa delle stelle» cinematografica uscirà in Italia a settembre. I bambini invece possono divertirsi con le avventure di Hello Kitty Festa d’estate e In spiaggia!, scritte da Linda Chapman (Piemme, e 3,99). Varie, inoltre, le proposte dall’universo solo digitale. Chi ama il thriller — genere forte sotto l’ombrellone — può acquistare Reality Crime di Gautier Renault e Florian Lafani (Sperling & Kupfer), storia in quatto puntate (la prima gratuita, le altre a 1,99 euro), ambientata nel mondo dei social network. Oppure uno dei titoli Originals Piemme, lanciati solo in ebook dal primo luglio, tra cui Non è vero di Aldo Costa (e 4,99) e L’odore dell’asfalto di Gianluca Veltri (e 3,99). In uscita in otto puntate — dallo scorso 16 giugno ogni lunedì, per sfatare l’idea che il primo giorno della settimana sia quello più deprimente — anche la storia erotica, pubblicata in Italia dalla casa editrice Nord, Blue Mondays, della britannica Emily Dubberley. Gratuito il primo episodio, a 0,99 euro il secondo, a 1,99 gli altri. Chi cerca, invece, contenuti più rari può attingere da www.libreriadegliscrittori.it, sito che da giugno raccoglie titoli introvabili su carta, come i racconti di incertezze e innamoramenti di Fermati un minuto a salutare di Chiara Valerio (e 4,99). Disponibile gratuitamente su www.libreriamo.it, inoltre, L’intimo delle donne, «open ebook» con una selezione di scritti di utenti italiane contro la violenza. Tutto da esplorare infine, per i più curiosi, l’universo del self-publishing. Dove di recente si è distinto il romanzo Il cammino delle parole di Veronica Gussoni (e 0,99), tra i vincitori del concorso letterario Big Jump di Rizzoli, Amazon e la piattaforma 20lines. Alessia Rastelli @al_rastelli © RIPRODUZIONE RISERVATA 34 Venerdì 25 Luglio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Economia `V `ii ÀÃi /- > ÃiÌÌ>> >L *ÀÞÃ> > ÃiÌÌ>> >Ì ` iÜ 9À >}}À>Ì >i Ài Óä°ää /- Ó£°Óxx]Èä Ó]ä{¯ e `À> ȰnÓ£]{È ä]Î{¯ e /- ̰ - >Ài ÓÓ°xÓ{]È£ £]ǯ e À>VvÀÌi °Ç{]äÈ ä]{Ó¯ e /- ̰-Ì>À £n°Ó{Ó]Óx £]{ǯ e *>À} >V{ä® Ü ià £Ç°änÈ]äÎ >Ã`>µ -E* xää £ iÕÀ £]Î{ÇÓ `>À ä]äx¯ e £ iÕÀ £ÎÈ]Çää Þi ä]Îί e {°{£ä]Èx ä]Çn¯ e £ iÕÀ ä]ÇÓ£ ÃÌiÀi ä]£Ç¯ e } } Ó{°£{£]xä ä]Ç£¯ e £ iÕÀ £]Ó£xÓ vÀ° ÃÛ° ä]䣯 e {°{Çä]Ç£ ä]äǯ / i® £x°Ón{]{Ó ä]Ó¯ £ iÕÀ ]Ó£äÓ VÀ°ÃÛi° ä]ä¯ e £°nn]nÎ >`À` £ä°nÈä]Çä £ iÕÀ £]{{{ `°V>° ä]ä¯ e Û° r ä]ä¯ e La lente /Ì ` -Ì>Ì /Ì £]n¯ e i`° +Õ̰ ,i`° ivv° Ó{äÇ iÌÌ ¯ /Ì i`° +Õ̰ ,i`° ivv° Ó{äÇ iÌÌ ¯ Ì« ä{ä£ÉäÓÉ£x {]Óxä¯ £äÓ]äÓ Ì« Èä£É££ÉÓÈ Ç]Óxä¯ £{Î]£È Ó]Îä Ì« £ä£xÉä{É£x Î]äää¯ £ä£]£ Ì« £££xÉäÉÓÈ Î]£ää¯ ££x]£ £]ÈÇ Ì« £££xÉä{É£È Î]Çxä¯ £äx]È{ Ì« äÎä£ÉänÉÎ{ x]äää¯ ££]ÇÇ Î]äÇ Ì« äÈ£xÉäÉ£Ç Ó]£ää¯ £äx]ÈÓ Ì« £Î£xÉäÉ£n £]Çää¯ £äx]Î Ì« ää£ÉäÎÉÓä {]Óxä¯ ££{]Ç£ ä]{x £]ä£ Ì« äxä£ÉäÓÉÎÇ {]äää¯ £äx]£ Ì« äÇä£ÉänÉÎ x]äää¯ ££]£ VÌ äÇä£É£ÓÉ£{ ä]{Óä¯ £ää]£ Î]£x Î]ÓÇ ä]£È Ì« ££ä£ÉäÉÓ£ {]Çxä¯ ££n]ÎÎ Ì« ££ä£ÉäÎÉÓÓ x]äää¯ ££]nä Ì« £Îä£ÉäÎÉÓ{ {]xää¯ ££x] £]{Î £]x Ó]£ä VÌ änä£ÉäÉ£x ä]Înä¯ £ää]Óä VÌ ää£ÉäÇÉ£È ä]Îää¯ £ää]£Ç VÌ £££xÉä{É£n ä]ÇÓȯ £ä£]x£ ä]Σ ä]ÎÇ ä]ÇÎ Il salvataggio Ai dubbi di Caio si aggiunge il problema dei leasing per gli aerei portati in dote da Air-One. Lo scontro tra i sindacati IL CRAC DEL BANCO ESPIRITO SANTO Alitalia, Etihad è pronta a lasciare FINISCE IN TRIBUNALE Poste spiazza i soci. Ultimatum di Abu Dhabi: firma entro lunedì o salta tutto U n giovedì nerissimo per Ricardo Espirito Santo Salgado, patriarca della più potente famiglia portoghese. Ieri mattina la polizia l’ha prelevato nella sua villa fuori Lisbona ed è rimasto in stato d’arresto fino a quando l’ufficio della Procura criminale ha accordato la libertà su cauzione (3 milioni). Un lungo interrogatorio per l’accusa di «frode e riciclaggio», strascico di un’inchiesta partita tre anni fa col nome di Monte Branco, un fiume da 5,7 miliardi di dollari partiti da una società di gestione svizzera, la Akoya partecipata dalla filiale angolana del Banco Espirito Santo, e finiti a clienti lusitani. Non c’è evidenza, per ora, di un legame diretto con il caso del Banco che ha fatto tremare mezza Europa per il timore di default del primo istituto del paese, esposto per 1,2 miliardi (ma forse non li vedrà più) con le holding della famiglia. La Banca centrale ha commissariato il Bes, imponendo al vertice Vitor Bento dopo aver ottenuto le dimissioni di Ricardo Salgado. Servirà un aumento di capitale (advisor Deutsche bank) e intanto hanno comprato azioni Goldman Sachs (2,3%) e l’hedge fund D.E. Shaw. A Lisbona nessuno piange la sorte del banchiere. «In uno stato di diritto è un bene che la giustizia funzioni», ha dichiarato dopo l’arresto il portavoce del governo. Carlo Turchetti © RIPRODUZIONE RISERVATA SEGUE DALLA PRIMA Se la minaccia di Hogan sia soltanto un tatticismo per piegare le ultime resistenze, o il rischio che gli Emirati arabi fuggano a gambe levate facendo scivolare di nuovo l’Alitalia verso il crac sia invece concreto, si vedrà presto. Di sicuro la piega che ha preso la faccenda ricorda i migliori pasticci italiani, di cui la compagnia porta segni molto evidenti. Tanto per cambiare, il fronte sindacale è diviso. La Uil non partecipa al referendum fra i lavoratori indetto dalla Cgil e dalla Cisl. Bolla come «farsesca» la consultazione, chiede ai dipendenti della compagnia di boicottarlo e ne organizza un altro per la prossima settimana. Quindi ben oltre il tempo massimo. Gli altri ribattono: «La Uil gioca al fallimento». Non bastasse, la segretaria generale della Cgil Susanna Camusso continua a spedire all’indirizzo del governo segnali minacciosi. L’ultimo ieri mattina: «Con la mobilità dei lavoratori Alitalia il governo apre un precedente pericolosissimo». E poi gli azionisti. Le Poste, soprattutto. Ricordate com’era cominciata l’avventura postale nell’Alitalia? La compagnia era in debito d’ossigeno e il governo di Enrico Letta non trovava nessuno disposto a metterci dei quattrini. L’ex amministratore delegato delle Poste Massimo Sarmi, in lizza per la riconferma al vertice del gruppo, accettò di investire 75 milioni. Con il risultato che adesso, con il 19,5 per cento del capitale, il gestore pubblico della corrispondenza è il principale socio della nostra compagnia di bandiera davanti a Intesa San Paolo. L’investimento venne sorprendente- D’ARCO I numeri GLI ESUBERI IL DEBITO Dati in euro 616 i dipendenti che saranno riassorbiti in azienda 681 2.251 i lavoratori che saranno ricollocati entro dicembre in società esterne 1 miliardo 1.000 800 565 600 Etihad Il ceo James Hogan milioni 400 200 954 gli addetti che andranno in mobilità e sperimenteranno per primi i contratti di ricollocazione mente definito «strategico», chissà se in relazione al fatto che le Poste controllano a loro volta un piccolo vettore aereo, la Mistral air, creata negli anni Ottanta dall’attore Bud Spencer e acquistata una decina d’anni fa, quando l’azienda pubblica era guidata dal futuro capo di Intesa Corrado Passera. Ma a Palazzo Chigi non c’è più Letta: al suo posto è arrivato Matteo Renzi. E anche Sarmi ha dovuto lasciare le Poste: lo ha rilevato Francesco Caio. Il quale a quanto pare la vede in modo 0 di debito il debito da ristrutturare complessivo con le banche di Alitalia decisamente diverso. Ha detto chiaro e tondo che siccome la sua società deve quotarsi in Borsa, ogni investimento deve avere «un forte orientamento al futuro». O si rompe con la vecchia logica, magari costituendo una società nuova di zecca ripu- All’assemblea maxiperdita da 569 milioni Sul tavolo un aumento da 250 milioni Ultima chiamata per il salvataggio Alitalia. Questa mattina all’assemblea della compagnia aerea verrà presentata la proposta di un aumento di capitale tra 200 e 250 milioni, elemento cardine di un articolato piano preparato dal cda fiume di ieri. L’assemblea sarà anche chiamata ad approvare il bilancio 2013, chiuso con 569 milioni di perdite. L’impegno a versare la somma, cioè l’ «equity commitment», serve per garantire la copertura di eventuali contenziosi e future passività della «vecchia Alitalia» mentre Etihad verserà i suoi 560 milioni di investimenti in una newco. I soci Alitalia e Poste hanno trattato fino a tarda sera per valutare se e come coinvolgere la società guidata da Francesco Caio nel rilancio della compagnia di bandiera. Caio non vuole infatti immettere nuove risorse in Alitalia dove la società ha già bruciato in questi anni 75 milioni. Vorrebbe piuttosto investire nella «nuova compagnia» con il debito ristrutturato, così come farà Etihad. D.Pol. © RIPRODUZIONE RISERVATA Poste L’ad Francesco Caio lita dalle scorie del passato recente, o non se ne fa niente. Un problemino non indifferente, insomma. Quasi quanto quello che riguarda un altro azionista: Carlo Toto, già proprietario di Air One, la compagnia privata confluita nell’Alitalia con l’operazione «patrioti» sponsorizzata politicamente da Silvio Berlusconi. La sua quota si è ridotta ormai a un livello insignificante (0,41 per cento). Ma ci sono sempre quei maledetti contratti. Parliamo dei contratti per una novantina di aerei che Air One, attraverso una società di leasing collegata (AP Fleet) aveva portato in dote al momento dell’integrazione con l’Alitalia. Una faccenda che era considerata spinosa già sei anni fa, all’inizio dell’avventura «patriottica», tanto che già la precedente gestione non faceva mistero di volerla in qualche modo affrontare. Immaginiamo quali dimensioni possa raggiungere ora per una compagnia straniera che decida di rilevare l’Alitalia il problema di dover onorare una quantità rilevante di contratti di leasing per aeromobili che non necessariamente sono coerenti con la propria strategia. E non è l’unico scoglio. Ce n’è anche uno, anche se decisamente meno ingombrante, relativo a una vecchia questione fiscale: 30 milioni che l’Alitalia Cai ha dovuto pagare all’Erario per il fatto che i contratti passavano (come fanno del resto le compagnie europee) attraverso una società di diritto lussemburghese, senza che sia mai stato deciso come ripartirne il peso fra Air One e i restanti azionisti. In tutto questo resta il dubbio di un contesto politico non così concentrato sulla soluzione La compagnia La compagnia di Abu Dhabi si aspettava maggiore incisività da parte del governo delle difficoltà del dossier, come invece si aspetterebbe Etihad. Di fronte ai problemi sollevati dalle Poste, il ministro delle Infrastrutture Lupi ha dichiarato: «Si tratta di scelte di azionisti privati che devono trovare la sintesi». Il rischio di prendere sottogamba l’evoluzione della vicenda Alitalia potrebbe avere implicazioni non trascurabili, come quella di risvegliarsi a settembre dovendo fronteggiare una situazione imprevedibile. La benzina (cioè le risorse per far marciare l’azienda) potrebbe esaurirsi in un paio di mesi. Sergio Rizzo © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Venerdì 25 Luglio 2014 Le strategie per l’auto Elkann e Marchionne presentano a Renzi la nuova Renegade di Melfi L’indagine Mediobanca Fondi comuni aperti: rendimento al netto delle imposte Tutti i fondi BOT a 12 mesi Var. % Var. % 16,1 Differenza % media annua 12,1 1,3 3,4 1,3 nel 2013 Economia 35 italia: 51575551575557 0,7 Ft rilancia il matrimonio con Peugeot dopo l’accordo con Renault 4,0 3,0 «Alleanze? Per Fca progetti mirati» E la Jeep italiana arriva a Palazzo Chigi 2,3 ultimi 5 anni dal 2008 al 2013 D’ARCO I gestori battono i Bot E i fondi pensione ora superano il Tfr I fondi comuni confermano anche nel 2014 il ritorno alla raccolta netta positiva, risultato raggiunto nel 2013 dopo nove anni di «rosso». E «battono» ancora i Bot per rendimento. I costi in media si riducono leggermente ma sugli azionari raggiungono il massimo storico. E la nostra «industria» del settore resta complessivamente su posizioni arretrate: quarta al mondo nel 2004, nel 2013 «resta» al 14esimo posto con un’incidenza sul Pil pari al 13,4% contro una media europea del 75%. La edizione numero 23 dell’«Indagine su fondi e sicav italiani» realizzata dall’Ufficio Studi Mediobanca dà conto di una realtà che, pur ancora parecchio lontana dai risultati raggiunti negli «anni d’oro» dei fondi comuni italiani, quando come nel 1999 l’incidenza sul Pil era pari al 42%, prova a ripartire. I primi tre mesi del 2014, viene sottolineato, confermano il ritorno di fiducia su questi strumenti di risparmio gestito: fra prodotti di diritto italiano e i cosiddetti «roundtrip» (promossi all’estero, soprattutto in Lussemburgo, da nostri gestori) le sottoscrizioni nette hanno sfiorato i 20 miliardi. Per i soli fondi italiani la raccolta netta è stata positiva nel 2013 per 17 miliardi e nel primo trimestre di quest’anno per 6,6 miliardi. Per quanto riguarda le performance secondo l’analisi il rendimento netto medio del patrimonio è valutabile pari al 3,4%, risultato che ha beneficiato particolarmente del recupero dei fondi azionari (11,7%) e bilanciati (5,6%), come pure dei fondi pensione negoziali (5,4%) e aperti (8,1%), mentre gli obbligazionari si sono fermati all’1,9%. In media quindi i gestori hanno «battuto» i Bot a 12 mesi, che hanno reso nel 2013 l’1,3%, di 2,1 punti percentuali. Il confronto nel lungo periodo tuttavia resta favorevole ai titoli di Stato: chi avesse investito in tutti i fondi italiani negli ultimi 30 anni avrebbe subìto, rispetto ad un impiego annuale in Bot a 12 mesi, una perdita di una volta il patrimonio iniziale (aumentato nel periodo di 3,9 volte contro le 4,9 dei buoni del Tesoro). Sulla base del tasso risk free, viene rilevato, il frutto dei fondi aperti mette in evidenza una distruzione di valore pari a circa 86 miliardi nell’ultimo quindicennio. I costi di gestione sono scesi all’1,2% del patrimonio con la punta del 2,9% nel comparto azionario, nuovo massimo storico (quasi quattro volte rispetto ai fondi Usa) per la notevole incidenza delle provvigioni d’incentivo (0,5%). Anche la rotazione del portafoglio (il cui completo rigiro avviene ogni 9 mesi) si conferma alta soprattutto se comparata con la media dei fondi azionari americani, che supera i due anni. Infine, i fondi pensione negoziali hanno chiuso il 2013 cumulando un rendimento da fine 2000 del 45%, che per la prima volta supera la rivalutazione del Tfr, pari al 41,1% beneficiando delle performance 2012 e 2013 (5,4%). Sergio Bocconi © RIPRODUZIONE RISERVATA MILANO — Non c’entrano nulla, ma chiaramente male non fanno, i ripetuti endorsement firmati Sergio Marchionne e John Elkann. Non c’entra nulla, ma pure questo male non fa, nemmeno l’autoinvito di Matteo Renzi a visitare una fabbrica americana di Fiat Chrysler. Appuntamento a settembre. Nel frattempo, saranno amministratore delegato e presidente della futura Fca a far visita al premier a Palazzo Chigi. Niente di strategico (ancora): solo l’istituzionale «vernissage» di un nuovo modello. Però la presentazione della Renegade, prima Jeep prodotta fuori dagli Usa (a proposito: si fa in Italia, a Melfi, e questo magari suggerirà a Renzi un passaggio pure da uno stabilimento tricolore), è l’occasione anche per il primo incontro ufficiale tra presidente del Consiglio e vertici Fiat. Non ci sarà tempo per chissà quali epocali questioni. Almeno un paio, però, i temi sicuri. Uno, le riforme: «Tenga duro» è da sempre il messaggio pubblico di Marchionne ed Elkann, stamat- 8.292 7,980 7,668 7,357 7,045 2014 5 maggio I vertici Sergio Marchionne ad di Fiat-Chrysler con John Elkann, presidente della casa automobilistica 19 maggio ne alle prese con un governo azionista), concludeva che forse se ne riparlerà nel 2015. Poi, le prime smentite. Quella di «un portavoce di Fiat Chrysler», che al quotidiano nega colloqui e ri- 2 giugno 16 giugno badisce: «Parliamo con tutti», sì, ma solo «su progetti specifici» (vedi il veicolo commerciale con Renault). E quella di Psa, identica: «Ha negato colloqui per un merger con Fiat». Primi 6 mesi Luxottica, utile +12,8% Luxottica, guidata da Andrea Guerra (foto), ha chiuso il secondo trimestre con fatturato in crescita a 2,1 miliardi, il semestre con fatturato a 3,9 miliardi e utile di 393 milioni (+12,8% a cambi costanti, +5,8 a cambi correnti). 30 giugno 14 luglio Il tema però è suggestivo: anni fa era proprio con Peugeot che Marchionne ed Elkann avrebbero voluto allearsi, respinti dai francesi con la sufficienza di chi era convinto di poter vincere in solitaria. Ed è «caldo»: venerdì primo agosto l’assemblea straordinaria delibererà la fusione preliminare alla quotazione a Wall Street. Così, stesso copione di una settimana fa con Volkswagen. Parte il circuito delle agenzie internazionali, parte la Borsa (+2,1% per il Lingotto). Ma a strettissimo giro di posta, parte anche il «raddoppio» delle smentite. Torino: «Non ci sono discussioni tra noi e Psa». Parigi: «Psa smentisce categoricamente ogni aspetto dell’articolo del Financial Times su una fusione con Fiat». Raffaella Polato © RIPRODUZIONE RISERVATA tina sarà anche quello «privato». Due, il crescendo di voci che, a ritmo ormai settimanale, dalla stampa estera lancia presunti nuovi candidati a un matrimonio con Fca: ma, così come per i rumors su Volkswagen, giovedì scorso, davanti al premier pure le congetture su un’alleanza con Psa scivoleranno con un paio di battute nell’archivio delle smentite. Ci sono finite subito, del resto. Le incorporava lo stesso articolo del Financial Times che, online, parlava di «trattative preliminari per una fusione». Le faceva risalire a inizio anno, aggiungeva che tutto si era fermato per l’ingresso in Peugeot Citroën della cinese Dongfeng (partner del salvataggio insieme allo Stato francese, e già è complicato immaginarsi Marchion- Rfi, Gentile è il nuovo amministratore delegato Altri consiglieri sono Maurizio Mauri e Francesca Serra. Il board ha espresso «un sincero ringraziamento» a Michele Mario Elia, recentemente nominato amministratore delegato del gruppo Ferrovie dello Stato Italiane. Il collegio dei sindaci resta invariato ed è composto da Paolo Marcarelli, presidente, Emanuele Carabotta e Serafino Gatti. © RIPRODUZIONE RISERVATA Farmaceutica Bracco, 100 milioni dalla Bei per la ricerca La Banca europea per gli investimenti finanzia con 100 milioni di euro gli investimenti in ricerca e sviluppo del gruppo Bracco. L’operazione è stata firmata ieri dal vicepresidente della Bei, Dario Scannapieco e dal presidente del gruppo farmaceutico Diana Bracco. La linea di credito della Bei, che ha durata sette anni, verrà destinata a supporto dell’attività di ricerca della Bracco nel core business dei mezzi di contrasto per la diagnostica per immagini. Ieri +2,10% a 7,79 euro per azione 8.603 L’incontro Si tratta del primo incontro tra i vertici del gruppo torinese e il premier Ferrovie (f.ch.) Maurizio Gentile è il nuovo amministratore delegato di Rete ferroviaria italiana (Rfi), società del gruppo Fs che gestisce l’infrastruttura. Ieri l’assemblea degli azionisti ha nominato Gentile consigliere di amministrazione e successivamente il consiglio di amministrazione, riunito sotto la presidenza di Dario Lo Bosco, ha proceduto alla nomina di Gentile a Ceo. D’ARCO L’andamento in Borsa «Questo finanziamento è per noi molto importante — ha affermato Bracco — e rappresenta un riconoscimento alla qualità della pipeline dei progetti di ricerca della nostra azienda. Ogni anno Bracco investe circa il 10% del fatturato di riferimento in attività di R&S a conferma del forte impegno rivolto all’innovazione e quindi al continuo miglioramento della nostra offerta alla comunità scientifica e ai pazienti ». © RIPRODUZIONE RISERVATA Sede Legale: S. Donato Milanese (MI) P.zza S. Barbara 7 Capitale sociale Euro 1.200.000.000,00 i.v. Cod. Fisc. e numero di iscrizione al Reg. Imp. di Milano n. 10238291008 R.E.A. Milano n. 1964271 Partita IVA 10238291008 Società soggetta all’attività di direzione e coordinamento di Snam S.p.A. Società con unico socio Estratto di Bando di Gara EnteAggiudicatore: Snam ReteGasS.p.A., con sede legale inSan Donato Milanese (MI), PiazzaSanta Barbara 7,CapitaleSociale € 1.200.000.000,00 i.v.,Codice Fiscale e numero di iscrizione al Registro delle Imprese di Milano 10238291008, R.E.A. di Milano n° 19642171, Partita IVA n° 10238291008, società soggetta all’attività di direzione e di coordinamento di Snam S.p.A. Oggetto dell’Appalto: Realizzazione del Centro Direzionale SNAM a San Donato Milanese MI con parcheggio interrato e fuori terra. Descrizione dei lavori: I lavori prevedono la realizzazione, completa di scavi, strutture, facciate, impianti elettrici, meccanici, speciali, finiture, arredi fissi e aree esterne, di un Centro Direzionale Snam, in San Donato Milanese MI, costituito da un palazzo uffici di circa 8.800 m2 di Slp, che si sviluppa su 8 piani fuoriterra, oltre ad un piano interrato di circa 1.600 m2 e ad un parcheggio privato su 2 livelli, di cui uno interrato, per un totale di circa 250 posti auto. Le funzioni principali da prevedere all’interno del nuovo edificio sono le seguenti: Ingresso: l’atrium, la reception, l’accesso principale e l’accesso per i dipendenti, una sala conferenze, le sale riunioni e i servizi. Uffici: gli spazi di lavoro generici, di concezione modulare, costituiti da: uffici individuali, uffici di gruppo open space, segreterie, sale riunioni, servizi e zone di appoggio (il tutto comprensivo di pareti mobili/pareti attrezzate/postazioni di lavoro). Gli spazi di lavoro per il Top Management da allocare su un unico piano che comprenderanno: la sala di attesa presidiata con servizi e zone di appoggio, la Sala Consiglio, gli uffici individuali del Presidente e dell’A.D. con rispettive sale riunioni, segreterie e servizi, la Buvette con zone di servizio e i servizi igienici. I locali tecnici con, tra l’altro, un gruppo elettrogeno e una vasca di raccolta acqua piovana. Le postazioni di lavoro richieste relative agli uffici del nuovo Centro Direzionale Snam sono pari a circa 400. Dal punto di vista energetico, sono state ricercate le soluzioni più adatte per garantire i migliori standard in comfort, consumi, economia ed impatto ambientale all’interno di principi di progettazione ecologica quali la limitazione del fabbisogno energetico, l’efficienza dell’involucro dell’edificio, la produzione di energia da fonti rinnovabili (fotovoltaico), l’ottimizzazione degli impianti tecnologici con recupero di energia ed utilizzo di pompe di calore e l’impiantistica elettrica e sistemi di illuminazione interna che consentano il risparmio energetico. Il Centro Direzionale SNAM dovrà ottenere la Certificazione Energetica di Classe A e Certificazione LEED Gold. Termine per il ricevimento delle domande di partecipazione: 15.09.2014 ore 12.00. Condizione di partecipazione: Le condizioni di partecipazione sono riportate sul testo integrale del bando visionabile e/o scaricabile dal link: https://fornitori.snam.it/tamtamy/page/bandidigara.action 36 Venerdì 25 Luglio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 50enne offresi come responsabile amministrativo-finanziario anche presso studi professionali (full/part-time). 324.98.50.002 Milano Via Solferino, 36 tel.02/6282.7555 - 02/6282.7422, fax 02/6552.436 Si precisa che ai sensi dell’Art. 1, Legge 903 del 9/12/1977 le inserzioni di ricerca di personale inserite in queste pagine devono sempre intendersi rivolte ad entrambi i sessi ed in osservanza della Legge sulla privacy (L.196/03). 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C Azimut Reddito Euro Azimut Reddito Usa Azimut Scudo Azimut Solidity Azimut Strategic Trend Azimut Trend America Azimut Trend Europa Azimut Trend Italia Azimut Trend Pacifico Azimut Trend Tassi Azimut Trend 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 30/06 30/06 30/06 30/06 30/06 30/06 30/06 30/06 30/06 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR 26,508 7,109 6,930 7,001 6,805 12,899 11,233 11,251 12,283 12,295 11,164 12,020 12,031 10,352 10,352 17,596 6,124 8,868 8,997 6,455 13,225 13,559 18,044 7,280 10,224 29,368 AZ FUND MANAGEMENT SA - tel.00352 2663811 AZ F. Active Selection ACC AZ F. Active Selection DIS AZ F. Active Strategy AZ F. Alpha Man. Credit AZ F. Alpha Man. Equity AZ F. Alpha Man. Them. AZ F. American Trend AZ F. Asia Absolute AZ F. Asset Plus AZ F. Asset Power AZ F. Asset Timing AZ F. Best Bond 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR 5,329 5,328 5,044 5,492 5,051 3,798 3,361 4,998 5,601 5,493 5,036 5,393 26,418 7,004 6,909 6,987 6,788 12,900 11,222 11,238 12,262 12,273 11,085 12,002 12,012 10,316 10,316 17,596 6,100 8,868 8,995 6,427 13,058 13,411 17,743 7,217 10,224 29,172 5,317 5,317 5,048 5,492 5,025 3,768 3,316 4,979 5,595 5,478 5,037 5,393 Nome Data Valuta AZ F. Best Cedola ACC AZ F. Best Cedola DIS AZ F. Best Equity AZ F. Bond Target 2015 ACC AZ F. Bond Target 2015 DIS AZ F. Bond Target 2016 ACC AZ F. Bond Target 2016 DIS AZ F. Bond Target 2017 Eq Op ACC AZ F. Bond Target 2017 Eq Op DIS AZ F. Bond Target Giugno 2016 ACC AZ F. Bond Target Giugno 2016 DIS AZ F. Bond TargetSettem.2016 ACC AZ F. Bond TargetSettem.2016 DIS AZ F. Cash 12 Mesi AZ F. Cash Overnight AZ F. Carry Strategy ACC AZ F. Carry Strategy DIS AZ F. Cat Bond ACC AZ F. Cat Bond DIS AZ F. CGM Opport Corp Bd AZ F. CGM Opport European AZ F. CGM Opport Global AZ F. CGM Opport Gov Bd AZ F. Commodity Trading AZ F. Conservative AZ F. Core Brands ACC AZ F. Core Brands DIS AZ F. Corporate Premium ACC AZ F. Corporate Premium DIS AZ F. Dividend Premium ACC AZ F. Dividend Premium DIS AZ F. Emer. Mkt Asia AZ F. Emer. Mkt Europe AZ F. Emer. Mkt Lat. Am. AZ F. European Dynamic ACC AZ F. European Dynamic DIS AZ F. European Trend AZ F. Formula 1 Absolute ACC AZ F. Formula 1 Absolute DIS AZ F. Formula 1 Alpha Plus ACC AZ F. Formula 1 Alpha Plus DIS AZ F. Formula Target 2014 AZ F. Formula Target 2015 ACC AZ F. Formula Target 2015 DIS AZ F. Formula 1 Conserv. AZ F. Global Curr&Rates ACC AZ F. Global Curr&Rates DIS AZ F. Global Sukuk ACC AZ F. Global Sukuk DIS AZ F. Hybrid Bonds ACC AZ F. Hybrid Bonds DIS AZ F. Income ACC AZ F. Income DIS AZ F. Int. Bd Targ. Giugno 2016 ACC AZ F. Int. Bd Targ. Giugno 2016 DIS AZ F. Institutional Target ACC AZ F. Institutional Target DIS AZ F. Italian Trend ACC AZ F. Italian Trend DIS AZ F. Lira Plus ACC AZ F. Lira Plus DIS AZ F. Macro Dynamic AZ F. Opportunities AZ F. Pacific Trend AZ F. Patriot ACC AZ F. Patriot DIS AZ F. Qbond AZ F. Qinternational AZ F. QProtection AZ F. Qtrend AZ F. Renminbi Opport AZ F. Reserve Short Term AZ F. Short Term Gl High Yield ACC AZ F. Short Term Gl High Yield DIS AZ F. Solidity ACC AZ F. Solidity DIS AZ F. Strategic Trend AZ F. Top Rating ACC AZ F. Top Rating DIS AZ F. Trend AZ F. US Income 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 30/06 30/06 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 30/06 30/06 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 22/07 EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR CUOCO italiano referenziato, affidabile cerca lavoro, anche stagionale, lunga esperienza Italia/estero. Disposto viaggiare. Ottima conoscenza inglese. 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Equity Income A Glob. Equity Income A-Dis Glob. Inv. Grade.Corp. Bd A-Dis M Glob. Structured Equity A-Dis Glob. Targeted Ret. A Glob. Tot. Ret. (EUR) Bond A Glob. Tot. Ret. (EUR) Bond E-Dis Greater China Eq. A India Equity E Japanese Eq. Advantage A Pan European Eq. A Pan European Eq. A-Dis Pan European Eq. Inc. A-Dis Pan European High Inc A Pan European High Inc A-Dis Pan European Struct. Eq. A Pan European Struct. Eq. A-Dis Renminbi Fix. Inc. A Renminbi Fix. Inc. EUR A-Dis US Equity A EH US High Yield Bond A US High Yield Bond A-Dis M US Value Equity A US Value Equity A-Dis 23/07 23/07 23/07 22/07 16/07 23/07 16/07 Flex Equity 100 Global Equity Maximum Progress Quality 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 ABS- I ABSOLUTE RETURN EUROPA BOND-A BOND-B EQUITY- I PRINCIPAL FINANCE 1 30/06 18/07 30/06 30/06 30/06 31/03 EUR JPY USD EUR EUR EUR EUR 10,960 5,698 5,311 6,565 7,205 qualsiasi cilindrata con passaggio di proprietà e pagamento immediato. 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Quota/pre. 9,821 12,688 16,871 12,780 10,999 5,768 5,810 62,260 15,680 11,539 42,860 10,523 13,083 11,915 48,300 32,790 3127,000 17,880 16,140 11,990 19,020 13,740 14,750 14,020 10,724 9,656 14,340 11,904 10,703 33,050 31,600 9,758 12,667 16,864 12,774 10,998 5,765 5,811 62,040 15,620 11,517 42,650 10,490 13,074 11,906 47,960 32,700 3129,000 17,740 16,010 11,900 18,990 13,710 14,660 13,940 10,713 9,639 14,330 11,887 10,688 32,840 31,390 Tel: 02 77718.1 www.kairospartners.com 31/05 EUR 875792,556 867085,663 31/05 EUR 572375,300 566930,929 31/05 EUR 590472,785 584407,453 31/05 EUR 537936,773 532831,715 23/07 EUR 6,817 6,817 23/07 EUR 10,407 10,395 KAIROS INTERNATIONAL SICAV EUR EUR EUR EUR EUR EUR KIS - America A-USD KIS - America P KIS - America X KIS - Bond A-USD KIS - Bond D KIS - Bond P KIS - Bond Plus A Dist KIS - Bond Plus D KIS - Bond Plus P KIS - Dynamic A-USD KIS - Dynamic D KIS - Dynamic P KIS - Emerging Mkts A KIS - Emerging Mkts D KIS - Europa D KIS - Europa P KIS - Europa X KIS - Global Bond P KIS - Income D KIS - Income P KIS - Italia P KIS - Italia X KIS - Key KIS - Key X KIS - Multi-Str. UCITS A USD KIS - Multi-Str. UCITS D KIS - Multi-Str. UCITS P KIS - Multi-Str. UCITS X KIS - Selection D KIS - Selection P KIS - Selection X KIS - Sm. Cap D KIS - Sm. Cap P KIS - Target 2014 X 22/07 22/07 22/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 22/07 22/07 23/07 23/07 23/07 22/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 22/07 22/07 22/07 22/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 USD EUR EUR USD EUR EUR EUR EUR EUR USD EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR USD EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR 283,010 199,040 200,410 173,260 123,840 128,140 126,840 131,820 134,010 175,540 122,220 124,550 131,340 129,520 123,830 126,180 126,840 104,140 103,900 107,470 133,520 132,670 141,220 144,200 154,070 113,170 116,090 117,020 124,000 126,130 125,840 99,800 104,700 100,290 281,100 197,700 199,060 173,150 123,760 128,070 126,700 131,670 133,860 175,410 122,130 124,460 130,110 128,300 123,460 125,810 126,460 104,070 103,910 107,480 133,320 132,500 140,390 143,350 153,800 112,980 115,900 116,840 123,850 125,970 125,710 99,250 104,120 100,300 La lista completa dei comparti Invesco autorizzati in Italia è disponibile sul sito www.invesco.it Invesco Funds Num tel: 178 311 01 00 www.compamfund.com - [email protected] 23/07 USD 1532,103 1529,991 Active Dollar Bond A 23/07 EUR 1672,534 1670,645 Active Emerging Credit A 23/07 EUR 1608,744 1606,945 Active Emerging Credit B 23/07 EUR 1459,052 1458,417 Active European Credit A 23/07 EUR 1396,374 1395,783 Active European Credit B Asia Balanced A Asia Balanced A-Dis Asia Consumer Demand A Asia Consumer Demand A-Dis Asia Infrastructure A Asian Bond A-Dis M Balanced-Risk Allocation A Em. Loc. Cur. Debt A 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 USD USD USD USD USD USD EUR USD 26,020 16,970 14,730 14,360 14,920 10,419 15,380 15,541 PUNTO D'ORO compriamo contanti, supervalutazione gioielli antichi, moderni, orologi, oro, diamanti. Sabotino 14 Milano. 02.58.30.40.26 Affari! Dal 9 luglio abbiglia al 10 settembre mento uom abiti, jean o / don a prezzi seria e accessor na scontatis i Vieni a trovarci simi! 25,830 16,850 14,660 14,290 14,830 10,390 15,340 15,440 ASIAN OPP CAP RET EUR ADWISE L/S CAP RET EUR FLEX QUANTITATIVE HR6 A EUR HIGH GROWTH CAP RET EUR ITALY CAP RET A EUR SELECTED BOND DIS RET EUR SELECTED BOND CAP RET EUR VALUE OPP CAP RET EUR 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR 12,823 112,060 113,484 116,648 25,056 5,801 121,452 9219,120 12,795 112,049 113,208 116,773 25,062 5,797 121,365 9218,159 Nome Data Valuta Quota/od. 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Int. A 18/07 EUR 105,590 105,630 NM Q7 Globalflex A 18/07 EUR 121,820 121,790 NM Total Return Flexible A 23/07 EUR 101,750 101,800 NM VolActive A 23/07 EUR 102,340 102,390 NM VolActive I Il Corriere della Sera e La Gazzetta dello Sport con le edizioni stampa e digital offrono quotidianamente agli inserzionisti una audience di oltre 8 milioni di lettori, con una penetrazione sul territorio che nessun altro media è in grado di ottenere. La nostra Agenzia di Milano è a disposizione per proporvi offerte dedicate a soddisfare le vostre esigenze e rendere efficace la vostra comunicazione. TARIFFE PER PAROLA IVA ESCLUSA Rubriche in abbinata obbligatoria: Corriere della Sera - Gazzetta dello Sport: n. 0: € 4,00; n. 1: € 2,08; n. 2, 3, 14: € 7,92; n. 5, 6, 7, 8, 9, 12, 20: € 4,67; n. 10: € 2,92; n. 1: € 3,25; n. 13: € 9,17; n. 15: € 4,17; n. 17: € 4,58; n. 18, 19: € 3,33; n. 21: € 5,00; n. 24: € 5,42. Rubriche in abbinata facoltativa: n. 4: Corriere della Sera € 4,42; Gazzetta dello Sport € 1,67; abbinata € 5,00. n. 16: Corriere della Sera € 1,67; Gazzetta dello Sport € 0,83; abbinata € 2,08. n. 22: Corriere della Sera € 4,08; Gazzetta dello Sport € 2,92; abbinata € 4,67. n. 23: Corriere della Sera € 4,08; Gazzetta dello Sport € 2,92; abbinata € 5,00. RICHIESTE SPECIALI Data Fissa: +50% Data successiva fissa: +20% Per tutte le rubriche tranne la 21, 22 e 24: Neretto: +20% Capolettera: +20% Neretto riquadrato: +40% Neretto riquadrato negativo: +40% Colore evidenziato giallo: +75% In evidenza: +75% Prima fila: +100% Tablet: + € 100 Rubrica 4 “Avvisi Legali”: 1 modulo: € 400 2 moduli: € 800 rende Speciale! EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR 23/07 23/07 23/07 23/07 22/07 22/07 16/07 16/07 16/07 22/07 22/07 22/07 IL SIGNORE Nath Som nato in India e residente in Italia in Via D. Primo Mazzolari, 16 Trescore Balneario (Bg) ha chiesto la celebrazione solenne del matrimonio presso il Consolato Generale dell'India a Milano entro 30 giorni. Se qualcuno avesse obbiezioni potrà rivolgersi al Consolato al seguente numero: 02.80.57.691 TEMPO GRAN RARY SHOP Milano DI OFFER TE [email protected] Quota/od. VENDERE, acquistare aziende, immobili, ricercare soci, joint-venture? Trentennale esperienza nazionale, internazionale, pagamenti garantiti. www.cogefim.com - 02.39.26.11.91 •AUTOMOBILI E FUORISTRADA, Ore past i. 348.08. 28.350 Temporary Shop GATTEO MARE Hotel Walter, 100 metri mare. 393.06.35.774 www.hotelwalter.com. Last minute all inclusive da 43,00 a 53,00: pensione completa, bevande, spiaggia, pedalò, clima, bici, parcheggio, parco acquatico. RIMINI Hotel Veliero tre stelle. 0541.37.15.60. Vicino mare e Fiabilandia, climatizzato, tutti comfort, parking. Offertissima all-inclusive fino 8 agosto 49,00/55,00. 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Equity Quant B PS - Liquidity A PS - Opportunistic Growth A PS - Opportunistic Growth B PS - Prestige A PS - Quintessenza A PS - Quintessenza B PS - Target A PS - Target B PS - Titan Aggressive A PS - Total Return A PS - Total Return B PS - Valeur Income A PS - Value A PS - Value B 22/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 22/07 22/07 03/06 22/07 22/07 22/07 23/07 23/07 23/07 22/07 22/07 EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR Quota/od. Quota/pre. 125,570 99,450 99,680 100,660 101,100 114,330 116,790 125,030 98,410 104,030 96,640 104,430 107,170 108,820 108,910 107,320 102,750 96,480 111,870 104,950 107,230 126,070 100,420 99,700 100,040 100,470 113,270 115,700 125,030 98,100 103,710 97,030 104,440 106,870 108,930 109,020 107,350 102,780 96,500 111,780 104,950 107,220 www.pegasocapitalsicav.com 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 Strategic Bond Inst. C Strategic Bond Inst. C hdg Strategic Bond Retail C Strategic Bond Retail C hdg Strategic Trend Inst. C Strategic Trend Retail C EUR USD EUR USD EUR EUR 107,310 107,470 105,800 105,920 102,960 100,740 107,270 107,430 105,770 105,890 103,150 100,930 www.sorgentegroup.com AUGUSTUM EQUITY EUROPE I AUGUSTUM G.A.M.E.S. A AUGUSTUM G.A.M.E.S. I 23/07 EUR 23/07 EUR 23/07 EUR 109,570 116,320 154,760 109,620 116,300 154,740 Numero verde 800 124811 [email protected] 23/07 EUR 7,063 Nextam Bilanciato 23/07 EUR 7,575 Nextam Obblig. Misto 23/07 EUR 6,433 BInver International A 23/07 EUR 5,767 Cap. Int. Abs. Inc. Grower D 23/07 EUR 5,598 CITIC Securities China Fd A 23/07 EUR 5,426 Fidela A 23/07 EUR 5,780 Income A 23/07 EUR 7,347 International Equity A 23/07 EUR 6,748 Italian Selection A 23/07 EUR 5,340 Liquidity A 23/07 EUR 5,026 Multimanager American Eq.A 23/07 EUR 4,780 Multimanager Asia Pacific Eq.A 23/07 EUR 4,549 Multimanager Emerg.Mkts Eq.A 23/07 EUR 4,598 Multimanager European Eq.A 23/07 EUR 5,340 Strategic A 23/07 EUR 6,168 Usa Value Fund A 23/07 EUR 5,598 Ver Capital Credit Fd A Tel: 0041916403780 www.pharusfunds.com [email protected] 23/07 EUR 114,440 PS - Absolute Return A 23/07 EUR 120,790 PS - Absolute Return B 23/07 EUR 111,340 PS - Algo Flex A 23/07 EUR 106,400 PS - Algo Flex B 23/07 EUR 86,630 PS - BeFlexible A 23/07 USD 85,250 PS - BeFlexible C 22/07 EUR 102,660 PS - Best Global Managers A 22/07 EUR 106,610 PS - Best Global Managers B 23/07 EUR 110,770 PS - Best Gl Managers Flex Eq A 23/07 EUR 164,130 PS - Bond Opportunities A 23/07 EUR 122,460 PS - Bond Opportunities B 7,059 7,567 6,435 5,759 5,570 5,420 5,777 7,339 6,745 5,341 5,010 4,756 4,525 4,571 5,343 6,177 5,593 114,280 120,620 110,610 105,700 86,600 85,220 102,700 106,640 110,450 164,090 122,430 Fondo Donatello-Michelangelo Due Fondo Donatello-Tulipano Fondo Donatello-Margherita Fondo Donatello-David Fondo Tiziano Comparto Venere Caravaggio di Sorgente SGR 31/12 31/12 31/12 31/12 31/12 31/12 EUR 51470,165 52927,939 EUR 46691,916 47475,755 EUR 27926,454 27116,197 EUR 58259,864 57863,932 EUR 468728,464 477314,036 2451,889 2506,583 EUR www.vitruviussicav.com 23/07 EUR Asian Equity B 23/07 USD Asian Equity B 23/07 USD Emerg Mkts Equity 23/07 EUR Emerg Mkts Equity Hdg 23/07 EUR European Equity 23/07 USD European Equity B 23/07 EUR Greater China Equity B 23/07 USD Greater China Equity B 23/07 USD Growth Opportunities 23/07 EUR Growth Opportunities Hdg 23/07 JPY Japanese Equity 23/07 USD Japanese Equity B 23/07 EUR Japanese Equity Hdg 23/07 CHF Swiss Equity 23/07 EUR Swiss Equity Hdg 23/07 USD US Equity 23/07 EUR US Equity Hdg 8a+ Eiger 8a+ Gran Paradiso 8a+ Latemar 8a+ Matterhorn 99,890 140,210 466,250 455,580 282,600 349,050 113,290 161,250 77,000 84,360 134,210 133,160 174,530 134,070 101,850 178,650 196,790 99,120 139,110 465,740 455,110 281,710 347,930 113,100 160,970 76,850 84,190 134,360 133,310 174,740 133,960 101,760 178,820 196,990 Tel 0332 251411 www.ottoapiu.it 23/07 EUR 6,112 6,111 23/07 EUR 5,216 5,212 23/07 EUR 5,889 5,893 18/07 EUR 816790,368 814615,543 Legenda: Quota/pre. = Quota precedente; Quota/od. = Quota odierna 13352B4B Corriere della Sera Venerdì 25 Luglio 2014 Piazza Affari CORRONO AZIMUT E MEDIASET IN RECUPERO LE POPOLARI di GIACOMO FERRARI Piazza Affari torna positiva dopo il leggero calo della vigilia e, in un contesto generale brillante grazie all’andamento positivo degli indici Pmi tedesco ed europeo, mette a segno la migliore performance del Vecchio Continente, con il Ftse-Mib in rialzo del 2,04%. Consistente il progresso di Azimut (+8%) dopo gli ottimi conti semestrali che proiettano la società del risparmio gestito verso nuovi record di raccolta. Rimbalzo anche per Mediaset (+6,9%) spinta dai risultati della controllata spagnola, mentre fra i bancari una forte corrente di acquisti ha premiato Monte Paschi (+6,52%) e Bper (6,21%), promossa da Kepler-Cheuvreux che ha alzato il target-price a 7,4 euro, cui si aggiunge Bpm (+6,02%). Nel resto del listino da segnalare il balzo di Brembo (+4,6%), che ha annunciato l’apertura di una nuova fonderia nel Michigan. Sul fronte dei segni negativi, sempre riguardo al paniere delle blue-chips, soltanto Saipem (-1,85%) ha registrato un calo significativo a causa dei cattivi risultati della controllata francese Tecnip. Trascurabili invece i ribassi di StMicroelectronics (0,76%), Cnh Industrial (-0,66%) e Yoox (-0,19%). © RIPRODUZIONE RISERVATA ÀÃ> Ì>>> i /Ì /i° Economia/Mercati Finanziari 37 italia: 51575551575557 Sussurri & Grida Tercas, la fondazione riprova a farsi spazio nel salvataggio (m. ger.) Basta il nome: Tercas. Evoca uno dei peggiori dissesti bancari degli ultimi anni che la crisi ha soltanto accelerato, non causato. Qualche numero: il «buco» definitivo, accertato all’inizio di luglio, è di 602 milioni; la banca abruzzese da 27 mesi è commissariata da Banca d’Italia; 18 gli indagati (compresi imprenditori e immobiliaristi clienti) in un’inchiesta penale della procura di Roma, tra cui l’ex direttore generale Antonio Di Matteo per i reati più gravi e l’ex presidente Lino Nisii per ostacolo alle funzioni di vigilanza. Martedì prossimo, 29 luglio, ci sarà il cambio della guardia. Il commissario straordinario chiede all’assemblea, che non ha alternative, di azzerare il capitale per coprire parte delle perdite. Dunque non resterà in mano più nulla alla Fondazione Tercas che aveva il 65%. Ma non basta. Interviene a fondo perduto anche il Fondo Interbancario di tutela dei depositi, cioè la Croce Rossa delle banche, con 265 milioni. E poi ci mette 230 milioni la Popolare di Bari che ricostituisce il capitale e si prende il 100%. Pochi giorni fa, in una conferenza stampa, Mario Nuzzo, 72 anni, avvocato, professore di diritto civile alla Luiss e presidente della Fondazione Tercas, ha annunciato la disponibilità dell’ente a rientrare con una quota nella banca, nella misura che Bankitalia autorizzerà, partecipando all’aumento di capitale. C’è un particolare, tuttavia, che potrebbe sfuggire. Nuzzo non è il nuovo presidente di una fondazione che si è rinnovata dopo l’incubo del crac della banca. E’ il presidente da sempre, cioè da quando la fondazione è nata 22 anni fa. Fino all’arrivo dei commissari ha nominato i vertici di Banca Tercas, a partire dal presidente Lino Nisii che è rimasto decenni sulla sua poltro- na. Il dissesto, il commissariamento, l’azzeramento del valore delle azioni, il salvagente lanciato dal Fondo di garanzia dei depositi non sono bastati. Nuzzo è sempre lì e vorrebbe rientrare, se la Popolare Bari glielo permetterà. Teramo nel frattempo ha perso la sua banca e 602 milioni. © RIPRODUZIONE RISERVATA Snam al tavolo con 16 banche per rifinanziare il debito (c.tur.) La firma dei contratti è attesa a inizio settimana, in anticipo sulla scadenza del 29 luglio quando il cda della Snam presieduto da Lorenzo Bini Smaghi approverà i conti del semestre. La società dei gasdotti si appresta infatti a rinegoziare il debito bancario in pool da 3,2 miliardi, parte della maxi provvista accesa due anni fa per rimborsare il debito intercompany con l’Eni e lasciare l’alveo del Cane a sei zampe. Bnp Paribas e Unicredit sono i coordinatori del rifinanziamento che coinvolge in tutto 16 banche, con Citi agente per la parte documentale, mentre i contratti sono in via di redazione con l’assistenza dello studio legale Orrick, su incarico della holding di san Donato, e Allen & Overy a fianco delle banche. Nel parterre degli istituti ci sono tra gli altri Intesa Sanpaolo, JP Morgan, Mediobanca, Hsbc, SocGen e Merrill Lynch. Il nuovo prestito, stesso importo di quello in scadenza, è strutturato in multitranche e revolving. Il nuovo accordo con il pool bancario si inquadra nella continua ottimizzazione, per costo, durata e flessibilità, che il gruppo guidato dal ceo Carlo Malacarne ha perseguito fin dal distacco dall’Eni. Il rifinanziamento per- metterà al cfo Antonio Paccioretti di ottenere un repricing in linea con il calo degli spread e con il costo medio del debito che per Snam è 3,3% © RIPRODUZIONE RISERVATA I russi di Novaport sulla rotta per l’aeroporto di Rimini (d.pol.) Ci vorranno ancora 60 giorni per conoscere il nome delle cordate ammesse all’asta per la gestione del Federico Fellini. Ossia l’aeroporto di Rimini finito in stallo per il fallimento delle tre società proprietarie della concessione. Delle quattro candidature al vaglio dell’Enac, ne emergerebbe già una che non presenterebbe la fideiussione a norma di bando. Si tratta del Consorzio Abn A&b network. Passeranno alla fase due gli altri raggruppamenti tra i quali emerge la Novaport Italia. E anche l’identità che si cela dietro i suoi rappresentati legali. Si tratta dell’oligarca russo Roman Trotsenko e della sua Novaport di Mosca, sette aeroporti in portafoglio e un miliardo di investimenti pronti per altri scali. Tra questi Rimini, destinazione chiave per il turismo russo. © RIPRODUZIONE RISERVATA Mancini lascia l’Enel Dopo la recente uscita del direttore delle risorse umane Massimo Cioffi e del direttore delle relazioni esterne Gianluigi Comin, lascia Enel anche Gianfilippo Mancini, d’intesa con il neo ad Francesco Starace. Mancini ha guidato per sette anni le attività di produzione e vendita di energia. © RIPRODUZIONE RISERVATA +ÕÌ>â `ÀiÌÌ> ÃÕ Ìiiv\ Û> +1"/ Ã}> ÌÌ] >` iÃi«\ +1"/ > ÕiÀ {nÓÓ{Ó° ÃÌ ä]x ÕÀ «iÀ -- ÀViÛÕ̰ v ÃÕ ÜÜܰVÀÀiÀi°ÌÉiV> *Àiââ 6>À° 6>À° >Ý >«Ì>â ,v° ,v° äÓä£Óä£{ iÕÀ® ¯® ¯® iÕÀ® iÕÀ® ` iÕÀ® °-° ,> °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°-,® ä]{nÓ ³£]Çx Ó]£ Ó °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°Ó® ä]nÇ{ ³Ó]Ón ³{]xx /i° *Àiââ 6>À° 6>À° >Ý >«Ì>â ,v° ,v° äÓä£Óä£{ iÕÀ® ¯® ¯® iÕÀ® iÕÀ® ` iÕÀ® ä]{È ä]Ç{x Èx]£ `ÕÃÌÀ>°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° ® È]n£x ä]ÈÈ £È]Ç ä]Çnä £]äÓ ÓÇä]£ LÀ> I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° "® £]{nÓ p³£ÈÎ]ää Ç]x ££]Óää ÓÓnÈ]n v`i °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° "® ä]xÎÓ ³Î]Îä ÈÇ]Ç }ii -iÌ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° "® {x]Ç >v *ÀiÃÌÌ¿ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° *® Vi>°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° ® £ä]Ç{ä p ³Ó]xx VÌi ÀÕ« I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° "® £È]xää p £Ç]În £x]nxä ÓÎ]£Èä VµÕi *Ì>L °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° *® £]ÓÎx ³£]ÓÎ ³ÈÎ]ÎÈ ä]Ç{ £]{Î VÃ}> °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° -® £]£ä{ 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Bompiani pubblica alcuni loro testi nel primo volume di Teatro del Siglo de Oro (pp. 2.100, 50). Completa la raccolta una commedia dell’autore del Don Chisciotte, Miguel de Cervantes. Anniversari A vent’anni dalla morte del leader repubblicano: fu giornalista, intellettuale, premier e senatore Giovanni Spadolini, il liberaldemocratico che mise la ragione al servizio del Paese Laico, atlantista e primo ministro dei Beni culturali con il sogno di un’Italia civile di GIUSEPPE GALASSO N on fu lunga la vita di Spadolini. Si spense, infatti, a soli 69 anni da poco compiuti, nel 1994. Fu, in compenso, una vita piena e intensamente vissuta. Aveva trovato qualche difficoltà nell’avviarsi, negli anni più giovanili. Poi, da quando nei primi Anni 50 cominciò a collaborare al «Mondo» di Mario Pannunzio, la sua strada rimase tracciata. Fu la strada della liberaldemocrazia occidentale, di stampo più americano che britannico. Fu la strada degli ideali laici e risorgimentali, sentiti e rivissuti con l’occhio al presente, ma con l’idea fissa di una «Italia civile» o di una «Italia della ragione», che rimase il suo ideale. Fu la strada dell’impegno culturale, senza spocchia da «intellettuale impegnato» o da sdegnoso moralista e, invece, con molto buon senso rispetto alle esigenze della politica nel suo quotidiano travaglio, non sempre illuminato di luci dall’alto. Debuttò negli studi sulla storia dell’Italia unita seguendo il tema del rapporto fra i cattolici e la nuova Italia, e il lungo cammino perché liberali e cattolici trovassero un piano di colloquio e d’intesa. Tra chi voleva il Tevere larghissimo e chi lo voleva strettissimo, egli riteneva che quel fiume dovesse avere la sua giusta larghezza naturale, senza forzatura da nessuna delle due parti. Questi studi gli valsero nel 1960 la cattedra universitaria nel primo concorso di storia contemporanea, insieme con Gabriele De Rosa e Aldo Garosci. Col tempo questa posizione di equilibrio divenne in lui il criterio anche della sua linea politica. Occorreva che nessuna delle istanze storicamente e idealmente legittime venisse respinta per principio, anzi venisse accolta quale componente attiva, se comprovata nei fatti, di un’autentica liberal-democrazia. A questa luce considerò anche il problema comunista e la prospettiva del «compromesso storico» col Pci adombrato da Moro e da Berlinguer. Col tempo, però, maturò in lui anche la convinzione che ciò portava fatalmente a rendere l’Italia dei laici un’Italia di minoranza, come suonano i titoli di due suoi libri, senza peraltro che per ciò rinunciasse a nulla delle sue idee. Furono, queste, anche le coordinate del giornalista e dell’uomo politico. A soli 29 anni andò a dirigere «Il Resto del Carlino» e vi restò per ben 13 anni. Poi nel 1968 passò a dirigere il «Corriere della Sera» e vi re- SOTTO L’ALTO PATRONATO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA to gli valse però un grande successo repubblicano nelle elezioni del 1983. Egli aveva fatto dei repubblicani i portabandiera della critica alla partitocrazia. Entrare poi nel governo Craxi (1983-87) non fu forse la scelta politica più congrua a quel ruolo. Con Craxi fu ministro della Difesa, anche dopo aver aperto una crisi di governo per l’incidente di Sigonella, che aveva provocato una forte frizione fra Italia e Usa. Emerse allora tutto il suo fervido atlantismo in contrasto col terzomondismo, venato di sottile antiamericanismo, comune ai socialisti, a gran parte dei democristiani e a quasi tutta la sinistra. L’atlantismo non era, però, altro che una concezione rigorosa di ciò che l’Occidente e i suoi valori dovevano significare. E perciò, anche, fu più che perplesso quando dové subire nel 1982 una presa di posizione italiana di equidistanza fra Gran Bretagna e Argentina nel conflitto per le Falkland. Ebbe ancora un incarico esplorativo per la formazione di un governo nel giugno 1989, ma lo rimise nel luglio seguente, non avendo trovato una valida maggioranza. In effetti, era, però, ormai un uomo delle istituzioni, e tale lo sancì l’elezione a presidente del Senato nel 1987 (per cui lasciò la segreteria repubblicana). Da presidente le sue doti istituzionali emersero ancora di più e fu riconfermato fino al 1994, quando per un solo voto la nuova maggioranza Sulla carta Collaborò al «Mondo» di Pannunzio, diresse il «Resto del Carlino», il «Corriere della Sera» e anche la «Nuova Antologia» La carriera Giovanni Spadolini (Firenze, 21 giugno 1925 – Roma, 4 agosto 1994). È stato più volte ministro e, tra il 28 giugno 1981 e il primo dicembre 1982, presidente del Consiglio dei ministri, il primo non democristiano nella storia d’Italia, nonché l’unico a provenire dal Partito repubblicano Italiano. Fu inoltre presidente del Senato dal 1987 al 1994 e senatore a vita, nominato nel 1991 dal presidente della Repubblica Francesco Cossiga stò fino al 1972. Erano anni difficilissimi in un’Italia stretta fra contestazione, terrorismo e aspre lotte sociali. Il modo in cui li affrontò sul «Corriere» spinse Ugo La Malfa a candidarlo al Senato per il Partito repubblicano, che fu da allora il suo. Poi a ogni elezione fu confermato finché nel 1991 fu nominato senatore a vita. Iniziò allora anche l’avventura di Spado- lini politico e uomo di governo. Un’avventura sontuosa. Primo titolare del ministero e per i Beni culturali e ambientali (che riuscì a far istituire con decreto legge nel 1974), nel 1979-80 fu ministro della Pubblicai istruzione e varò i famosi «provvedimenti urgenti» per l’università, che sbloccarono una lunga situazione di stallo della docenza universitaria. Nel 1980 divenne segretario del Partito repubblicano, e lo restò fino al 1987. Nell’agosto 1982 Pertini lo nominò a capo del governo: il primo non democristiano dal 1947. Col governo affrontò un’inflazione micidiale, e la portò dal 22 al 16% annuo. Ma ormai batteva l’ora di Craxi, che ne provocò la caduta, non sgradita neppure a molti democristiani. Il prestigio acquista- Le iniziative I premi, un libro e la commemorazione G iovanni Spadolini (1925-1994) è noto soprattutto per la sua opera di statista, ma fu anche un brillante studioso di storia e diresse due quotidiani: «Corriere della Sera» e «Resto del Carlino». Una varietà d’interessi che si riflette nelle iniziative organizzate per ricordarne la scomparsa, avvenuta il 4 agosto di vent’anni fa. In primo luogo l’edizione speciale del premio di cultura a lui intitolato che si tiene domani a Castiglioncello (Livorno), con la consegna del riconoscimento per il giornalismo al direttore del «Corriere» Ferruccio de Bortoli e di quello per i beni culturali al direttore dei Musei Vaticani Antonio Paolucci. Ai diversi aspetti della personalità di Spadolini è dedicato inoltre il libro illustrato che Cosimo Ceccuti, presidente della Fondazione Spadolini-Nuova Antologia, ha realizzato per il ventennale. Le prime copie del volume, intitolato Giovanni Spadolini, giornalista, storico e uomo delle istituzioni (Mauro Pagliai editore, pagine 72, € 14) saranno consegnate da Ceccuti al sindaco di Firenze Dario Nardella e alla sua giunta in occasione della commemorazione ufficiale di Spadolini che si terrà in comune la prossima settimana. Inoltre il 4 agosto è in programma un concerto del Conservatorio Cherubini di Firenze a Pian de’ Giullari, sede della Fondazione Spadolini-Nuova Antologia. (a. ca.) © RIPRODUZIONE RISERVATA berlusconiana e leghista lo bocciò. Poi, poco dopo si spense, lasciando un’eredità di pensiero e di opere forse ancora non bene compresa e studiata (e utile anche nelle nostre attuali vicissitudini politiche). Nel corso della sua vicenda politico-istituzionale la passione culturale non accennò mai ad attenuarsi. Per 13 anni nel consiglio della Bocconi, presidente del crociano Istituto italiano per gli Studi storici, gran consulente della casa editrice Le Monnier, direttore (e, invero, padre-padrone) della «Nuova Antologia», la storica rivista risorgimentale e liberale, contraltare della gesuitica «Civiltà Cattolica», istituì poi la Fondazione Nuova Antologia, cui destinò parte del suo patrimonio e legò la sua ricca biblioteca di oltre 30 mila volumi. Foltissima fu la sua bibliografia di scritti storici e politici. Gli fu spesso imputata una certa vanità politica e culturale. Certo, Spadolini non ne era alieno, né era perfetto. Meglio di tutti lo giudicò Montanelli, che ne sorrideva amabilmente: cosa infrequente tra toscani. Ma Montanelli ne capì molto bene anche le qualità, e non per nulla fu lui a consigliarne la candidatura a La Malfa nel 1972. © RIPRODUZIONE RISERVATA CON IL SOSTEGNO DI PROMOSSA E PRODOTTA DA L’ I L L U S I O N E D E L L A R E A LTÀ IN COLLABORAZIONE CON CON IL CONTRIBUTO DI IN ASSOCIAZIONE CON SI RINGRAZIA The National Gallery, London, a completamento della loro esposizione Veronese: Magnificence in Renaissance Venice (19 marzo - 15 giugno 2014) Unicredit ORGANIZZAZIONE E COMUNICAZIONE Verona, Palazzo della Gran Guardia 5 luglio - 5 ottobre 2014 www.mostraveronese.it SPONSOR TECNICO SCOPRI LA MOSTRA CON App Corriere Eventi Paolo Veronese, Allegoria d’amore IV, Unione felice (dettaglio) © The National Gallery, London, acquisto 1891 call center +39 848 002 008 Corriere della Sera Venerdì 25 Luglio 2014 Cultura 39 italia: 51575551575557 La lettera L’addio dopo «Il postino», il dolore e l’affetto della gente. E oggi cresce l’interesse dei giovani Il festival in Toscana Caro Massimo, io so che ci sei L’attualità della storia, la nostalgia dei maestri È il «Mix» di Cortona Il messaggio della sorella all’attore scomparso nel 1994 di IDA BOZZI di ROSARIA TROISI I nterpretazioni del mondo contemporaneo, letture alternative e «impegnate» di fenomeni o eventi recenti, incroci di discipline diverse, come letteratura, cinema, musica, danza, teatro (e di media diversi, ad esempio film su scrittori di culto, documentari su grandi artisti), e molti ospiti: la contaminazione e lo sfumare dei confini tra culture segna anche la terza edizione del Cortona Mix Festival, promosso da Comune di Cortona, Gruppo Feltrinelli e Regione Toscana, che si aprirà domani e continuerà per 9 giorni fino al 3 agosto nella città in provincia di Arezzo (programma su www.cortonamixfestival.it). I fili tematici che si possono individuare nelle varie giornate sono diversi e trasversali tra le arti. L’attualità economica, sociale, politica, ad esempio, si affaccia domani con il dibattito sull’Expo con una lecture di Salvatore Veca e interventi di Carlo Feltrinelli, Massimiliano Tarantino e i ricercatori di Laboratorio Expo, ma anche il 29 luglio con il Premio Strega Giovani, Giuseppe Catozzella, e il suo libro Non dirmi che hai paura (Feltrinelli) che immerge il lettore nella realtà delle donne musulmane, in un colloquio con Tommaso Pellizzari. Sempre il 29 sarà proiettato il film The square di Jehane Noujaim sulla rivoluzione egiziana e piazza Tahrir, mentre il 30 l’autore di Global Gay (Feltrinelli), il sociologo Frédéric Martel, converserà con Alessandra Tedesco. Nutrita, tra l’altro, la sezione dedicata alla letteratura, che conta il 28 luglio la lettura di Michele Serra da Gli sdraiati accompagnato da Paolo Jannacci, il 30 luglio l’incontro con il Premio Strega Francesco Piccolo e il suo Il desiderio di essere come tutti (Einaudi), il 31 il disegnatore Gipi, il 1° agosto lo scrittore Björn Larsson, il 3 agosto i Wu Ming con Loredana Lipperini. Soprattutto, si tratta di un’edizione che propone momenti su (o con) grandi Il logo della rassegna maestri. Domani il Cortona Mix Festival, documentario che racconta la che si svolgerà a Corsingolare vicenda della street tona (in provincia di photographer americana Arezzo) da domani fino Vivian Maier, il 27 luglio al 3 agosto (www.corl’incontro con la segretaria dei tonamixfestival.it) Beatles Freda Kelly e la proiezione del documentario su di lei, il 28 l’omaggio cinematografico al ricordo di Pina Bausch, il 30 il film Picasso di Hugues Nancy e Olivier Picasso, e il 2 agosto il film Salinger di Shane Salerno interpretato da Philip Seymour Hoffman e con i camei di scrittori come Tom Wolfe e Gore Vidal. Così come non si possono non definire maestri alcuni dei musicisti che si esibiranno al festival: tra i molti concerti della manifestazione, che propone anche classica e lirica, notiamo due nomi di culto della E Street Band, il gruppo che spesso accompagna Bruce Springsteen, e cioè il batterista Max Weinberg e il pianista Roy Bittan. I musicisti incontreranno il pubblico il 27 luglio per raccontare la loro avventura con il «Boss» e si esibiranno il 1° agosto in un concerto inedito con la band The Cortona All Stars. E sempre il 27 luglio sarà a Cortona in concerto Steve Hackett, storico chitarrista dei Genesis. Forse, ecco un’altra sfumatura tra le venature e le contaminazioni proposte dal festival, quel confine sottile tra il fenomeno «cult» e un po’ di nostalgia: un incontro, il 1° agosto, si intitola «Cosa è restato di quegli anni ‘80», protagonista Giovanni Floris che parlerà del suo romanzo Il confine di Bonetti (Feltrinelli), con Matteo Caccia. © RIPRODUZIONE RISERVATA Letteredautore.it In esclusiva, una lettera che Rosaria Troisi, sorella di Massimo, indirizza all’attore scomparso il 4 giugno 1994, come ideale conclusione delle commemorazioni Figli e amori nei carteggi «d’autore» C aro Massimo, a vent’anni dalla tua furtiva partenza sono in molti ad averti ricordato e anch’io ricorro al piacere dell’antica e cara lettera nella speranza che sappia raggiungerti. Dove sei? Ti sei allontanato che indossavi ancora una divisa grigia di tela grezza e una logora tracolla di cuoio che ti pendeva dalle spalle visibilmente stanche. Fino a poche ore prima eri stato il postino di Neruda, e con occhi incantati e mani tremanti avevi recapitato posta profumata di mare al maestro cileno, in quell’isola che odorava di malvasia in ogni casa e in ogni contrada. Poi, all’improvviso, come in un gioco di prestigio, da portalettere ti sei ritrovato destinatario, sommerso da cartoline, biglietti di fortuna, pupazzi e fiori, rosari, santini. E noi qui, testimoni attoniti del tuo lascito, circondati da quella strana bellezza che fioriva da tanto dolore. È vero, Massimo, fummo colti di sorpresa. Volevi essere attore di successo a modo tuo, tornare a casa per ritrovare quello che avevi lasciato, senza cambiare nemmeno te stesso. Eppure qualcosa si era mosso senza che tu avessi potuto controllarlo, e neppure tu avevi l’esatta percezione di quello che eri diventato. Al termine delle riprese del tuo ultimo lavoro, salutando i colleghi e le maestranze durante il brindisi, alzasti il bicchiere dicendo: «Ricordatevi di me»; una raccomandazione inutile, eri già entrato nel cuore di tutti. Ricordo il giorno del tuo funerale. Era una domenica all’imbrunire. Già dalle prime ore del pomeriggio all’uscita del casello autostradale di San Giorgio una folla traboccante e commossa sostava in attesa del tuo rientro da Roma e sui bordi della strada si erano formate due ali di gente ammutolita che applaudiva. Uomini e donne, vecchi, bambini, e tanti, tantissimi giovani ti accolsero come un fiero condottiero ritornato vincitore. Ti accompagnarono con tenerezza in quel pezzo di terra sacra all’ombra della montagna viola e ti diedero l’ultimo saluto. Sembrava che tutto fosse finito, e invece tutto cominciava. Il giorno dopo, quando venimmo a trovarti, sulla lapide disadorna, tra i fiori già appassiti da quel flebile scirocco di inizio estate, trovammo la lettera di Ciro. E poi… tante altre ne arrivarono ancora. All’inizio mi sembrava che queste lettere amplificassero in me la tua assenza. Ma questi venti anni non sono trascorsi invano, Massimì, e con il tempo ho imparato a di ROBERTA SCORRANESE «G Massimo Troisi (1953-1994) ne «Il postino». L’attore morì poco dopo la fine delle riprese sentirti accanto a me. Questa consapevolezza mi ha dato un nuovo slancio. Ho smesso di confinarti nel passato e ho trovato la forza di portarti con me nel futuro, quello che vivo io stessa, passo dopo passo, tra le nuove generazioni. Nelle scuole, incontro ragazzi che non erano nemmeno nati quando te ne sei andato. Gli racconto la tua storia, la Martedì con il «Corriere» «Ti amo Sibilla» Firmato Campana Continua la serie «Lettere d’amore». Il prossimo volume della collana è il carteggio tra Dino Campana e Sibilla Aleramo: «Un viaggio chiamato amore. Lettere 1916-1918», a cura di Bruna Conti. In edicola da martedì 29 luglio a € 6,90 + il prezzo del quotidiano; ebook a € 3,99. storia di un timido ragazzo di provincia che non si è mai arreso di fronte alle difficoltà della sorte. E che alla fine ha vinto a dispetto di tutto. Loro sono già troppo grandi per credere alle favole, ma quando nel loro sguardo vedo accendersi un bagliore capisco che alla tua storia però ci stanno credendo, e che ai loro occhi riesci a incarnare un simbolo di speranza vera, come sei stato vero tu. Il battito del tuo cuore è cessato secondo una cartella clinica, eppure io so che ci sei. E, se quando incontro la gente, mi pare di sentirla abbracciarmi per arrivare a te, se in tanti non smettono di ridere per quelle tue battute che ancora ricordano a memoria, capisco che il posto in cui possiamo ritrovarti è proprio nei nostri cuori. Di questi tempi, se sono sempre meno quelli disposti a fare posto a qualcuno nel loro cuore, sono davvero pochi gli uomini di spettacolo che riescono a entrare nel cuore della gente. Ma la tua forza è stata quella di rimanere Massimo sempre, e per tutti. Riesci a vederla ora la tua grandezza? Il tuo cuore malandato ha potuto finalmente trovare vigore e continua a battere, infondendo coraggio in altri cuori. Ciao ragazzo, ti vogliamo bene! tua sorella Rosaria entile signorina». Iniziava così la prima lettera che Franz Kafka inviò all’amata Felice Bauer, nel 1912. Era scritta su carta intestata dell’Assicurazione contro gli Infortuni dei Lavoratori, l’istituto presso il quale lo scrittore lavorava. Sì, nelle lettere d’autore c’è quasi sempre un elemento straniante, un dettaglio che le rende speciali: come il vezzeggiativo «crauto» con il quale Hemingway coccolava Marlene Dietrich nelle missive. O come il tono quasi paterno di Cesare Pavese nelle lettere degli anni Quaranta a Fernanda Pivano («Mi preoccupa la sua malinconia»). Ecco perché il sito www.letteredautore.it non è solo un elenco di carteggi vergati da nomi celebri, da Virginia Woolf a Pablo Picasso: è anche un catalogo di stranezze, manie, minuzie intime che gettano una luce nuova sui grandi autori della letteratura, del cinema, dell’arte. Nato dall’esperienza di Rosellina Archinto, editore specializzato negli epistolari letterari, e da un’idea di Buké e Studio Dispari, il sito ha scelto la polifonia nelle voci e dunque, accanto alle tenerezze che si scambiavano Denis Diderot e Louise-Henriette Volland, troviamo l’annuncio di Truman Capote («Questa è l’ultima volta che scrivo un reportage», scrive nel 1960 all’amico fotografo Richard Avedon); le paure di J.D. Salinger («Sono un idiota, ma non voglio che la gente sbagliata lo sappia», confida a Ernest Hemingway nel 1946); lo struggimento di Robert Browning e Elizabeth B. Barrett (i due si conobbero nel 1845 e l’anno dopo si sposarono, ma furono costretti a fuggire in Italia perché il padre di lei si opponeva alle nozze). Ma una delle lettere che colpiscono maggiormente, per la profondità e la chiarezza, è quella che Francis Scott Fitzgerald scrisse alla figlia Scottie, nel 1940: «Sii abbastanza politica da essere assolutamente stupida in politica». E anche tra le lettere d’amore che ci stanno inviando i nostri lettori su «Corriere.it» spicca quella di due genitori al figlio Nicolò. L’amore bisogna saperlo declinare. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Incanto I carabinieri del nucleo Tutela patrimonio artistico e culturale hanno sequestrato il manoscritto che fu presentato all’asta a Roma per 150 mila euro Non è scritto da Leopardi quell’«Infinito» di LUCA MASTRANTONIO I l fantomatico terzo autografo dell’Infinito di Giacomo Leopardi (1798 – 1837) è stato sequestrato a Roma dai carabinieri del Nucleo tutela patrimonio artistico e culturale di Ancona. La Procura di Macerata, stando a quanto riportavano ieri le agenzie, ha aperto un fascicolo con due indagati: il direttore della Biblioteca di Cingoli (Mc), Luca Pernici, e Luciano Innocenzi, proprietario del testo messo all’asta lo scorso 26 giugno, presso la casa d’aste Minerva Auctions a Roma (dove si trovava al momento del sequestro), con una base di partenza di 150 mila euro; ma venne ritirato a sessione in corso per i dubbi emersi da subito, a seguito dell’interessamento della Regione Marche che, in caso di autenticità, non voleva finisse in mano a privati. Il presunto testo del poeta di Recanati era stato presentato una settimana prima, il 19 giugno, a Macerata, come autografo rinvenuto tra le carte di un collezionista privato. In ambito accademico, a favore del testo si era pronunciata la professoressa Laura Melosi, docente della cattedra Leopardi dell’Università di Macerata, secondo la quale il testo «era così conforme all’originale da avere destato sospetti», superabili però grazie alla «misurazione delle dimensioni dei caratteri e dal raffronto Il caso Indagati il direttore della Biblioteca di Cingoli e il proprietario del testo messo all’asta da Minerva Auctions con altri manoscritti leopardiani». Disco verde anche dall’analisi grafica di Marcello Andria, leopardologo di lungo corso, che ha conservato per anni le Carte Leopardi della Biblioteca nazionale di Napoli. Sospetti e dubbi, però, sono cresciuti su vari fronti. Dal Centro nazionale di studi leopardiani di Recanati, al conte Vanni Leopardi, discendente del poeta, convinto che fosse un falso. Al massimo, avevano congetturato gli scettici, si tratta di una pagina copiata dai fratelli di Giacomo, Carlo o Paolina, che avevano la stessa calligrafia. A far luce su questo giallo che coinvolge l’idillio più noto della letteratura italiana, è stata la Soprintendenza archivistica del Lazio — coinvolta su richiesta di quella archivistica marchigiana —, per cui il manoscritto non può essere originale. A sinistra: Giacomo Leopardi (Recanati, 29 giugno 1798 – Napoli, 14 giugno 1837) e il manoscritto dell’«Infinito» ritirato dall’asta in svolgimento a Roma con una base di 150 mila euro Dal confronto con un altro autografo custodito a Napoli (l’altro è invece conservato a Visso, nel maceratese), sono emersi elementi che portano a pensare che si tratti di una copia: benché la datazione del foglio sia compatibile con l’epoca di Leopardi, il testo è «un calco, un perfetto facsimile, riprodotto ad arte per essere commercializzato», ha concluso il procuratore della Repubblica di Macerata, Giovanni Giorgio, che ha ricordato i due filoni di indagine: il primo riguarda il proprietario del te- sto, Luciano Innocenzi, e il direttore della Biblioteca di Cingoli, Luca Pernici (che si è dichiarato «sorpreso, in negativo, ma tranquillo, non ho mai affermato che il documento fosse autentico!»); sono indagati con l’accusa di aver detenuto un documento falso per farne commercio. L’altro filone riguarda chi, pur sapendolo falso, ha certificato l’autenticità del manoscritto (e qui le persone sono ancora da identificare). Si conclude così, con un colpo di scena negativo, una giornata «leopardiana» che era iniziata bene (per altro la recente pubblicazione in inglese dello Zibaldone si sta rivelando un clamoroso successo all’estero): ieri era arrivata la notizia che il film biografico di Mario Martone, con Elio Germano nei panni del tormentato poeta, andrà in concorso alla prossima Mostra del cinema di Venezia. Titolo: Il giovane favoloso. [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA 40 Venerdì 25 Luglio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Corriere della Sera SMS Idee&opinioni Le news più importanti in anteprima sul tuo cellulare. Invia un sms con la parola CORRIERE al 4898984 Servizio in abbonamento (4 euro a settimana). Per disattivarlo invia RCSMOBILE OFF al 4898984 Maggiori informazioni su www.corriere.it/mobile L’INDIPENDENZA A RISCHIO ✒ Le novità introdotte dal decreto legge Competitività relative a Opa e voto maggiorato possono avere un impatto molto forte sugli assetti proprietari del nostro capitalismo. Pensate inizialmente per favorire la quotazione delle piccole e medie imprese, le nuove regole sono state estese alle «grandi» già presenti in Borsa. Con il decreto si stabilisce che le imprese possono prevedere nello statuto l’attribuzione di un voto maggiorato (fino al doppio) a chi detiene azioni da almeno 24 mesi e lo richieda iscrivendosi a un registro ad hoc. Obiettivi dichiarati del provvedimento sono per lo meno tre: favorire un azionariato stabile, agevolare privatizzazioni più ampie, consentire un disallineamento fra proprietà e influenza ritenuto più trasparente rispetto a strumenti di controllo rafforzato come le strutture piramidali o i patti di sindacato. La possibilità di rafforzamento effettivo del diritto di voto dipende in primo luogo dal numero di soci che accede a questa facoltà: l’aumento va rapportato al volume complessivo dei diritti esercitabili. In teoria se tutti ne facessero richiesta l’effetto sarebbe nullo. Certo, l’influenza in assemblea cresce comunque in modo più significativo perché in media partecipa il 50-60% del capi- tale. Ci sono poi alcuni «paletti»: se con il voto maggiorato si superano le soglie scatta l’obbligo di Opa; l’introduzione va approvata dall’assemblea straordinaria e quindi con la maggioranza di due terzi. Un passaggio difficile pensando che molti fondi internazionali (sempre più presenti nelle nostre aziende) sono contrari. Ecco una delle ragioni della «finestra» di circa sei mesi prevista per dare l’ok anche con maggioranza semplice. È complicato fare simulazioni su cosa potrà accadere con le nuove regole. Di certo lo Stato potrebbe collocare sul mercato quote maggiori di Eni, Enel, Terna o Finmeccanica mantenendo i diritti di voto al 29-31%. E la novità potrebbe rafforzare l’influenza di soci stabili (ma in vari casi con presa ridimensionata) come le fondazioni in banche fra cui Intesa Sanpaolo, Unicredit o Mps. L’arco delle società che potranno essere coinvolte negli assetti dal provvedimento è ovviamente ben più vasto: da Generali a Telecom, da Pirelli a Rcs. In un capitalismo che sta assistendo al tramonto dei patti e vede sempre più imprese con i primi azionisti detentori di quote limitate, il voto plurimo o maggiorato può dunque segnare una nuova svolta. Sergio Bocconi © RIPRODUZIONE RISERVATA OPERA DI ROMA, SCONTRO ANACRONISTICO CHE DANNEGGIA LA CITTÀ E CHI LAVORA ✒ All’ordine del giorno del cda dell’Opera di Roma convocato martedì c’è scritto: «Liquidazione coatta». Per la prima volta in epoca moderna, chiuderebbe un teatro lirico italiano. Con probabili conseguenze per altre Fondazioni (8 su 13 sono in rosso). Una vicenda paradossale, inspiegabile. Perché i conti per il 2014 sono in ordine e il 70 percento dei lavoratori, aderenti a Cisl e Uil, si è mostrato collaborativo e ha accettato l’accordo del sovrintendente Fuortes (il suo predecessore è stato licenziato a causa del buco di 33 milioni, 12 milioni e 700 mila solo sul 2013). Ma l’accordo è carta straccia se il teatro non funziona e gli spettacoli non vanno in scena: domani sciopero per la terza recita consecutiva di La Bohème. Un accordo che non prevede licenziamenti né mobilità, e mantiene lo stesso stipendio. Dei 65 dipendenti che lasciano il teatro, ci sono pensionamenti volontari, 20 ballerini e contratti professionali non rinnovati. Il resto sono trattamenti di fine lavoro secondo i termini di legge. La nuova legge parla chiaro: se vuoi i soldi per sanare i debiti, devi presentare un piano di risanamento. Il gioco al massacro del 30% dei lavoratori, iscritti alla Cgil e alla Fials, metterà in ginocchio centinaia di dipendenti che hanno lavorato al risanamento dell’Opera che riceve, caso unico, quasi 17 milioni dal Comune. Il cuore della protesta è l’Orchestra. Che si batte per avere le 117 unità di anni fa (il primo violino, dal primo gennaio al 30 giugno 2014, ha effettuato un totale di 62 giornate lavorative). Attualmente sono 92. La produttività è bassa, ma in aumento (come gli incassi). Ma il pubblico dal 2008 al 2013 è calato del 46,80 percento. Le recite liriche sono passate da 51 a 71 (poi ci sono quelle estive e il balletto). A Venezia 102 orchestrali faranno 115 recite. A Roma è in atto uno scontro di potere anacronistico sulla pelle di tutti i lavoratori e dell’intera città, in un teatro dove i sindacati fino a poco tempo fa erano i veri padroni e decidevano qualunque promozione e indennità. Come quella per suonare d’estate a Caracalla, a tre chilometri di distanza dal teatro. Un gettone di presenza che veniva dato anche a chi non lavorava: il gettone di assenza. Valerio Cappelli I farmaci entrano negli allevamenti e poi terminano nei piatti. Piombo e arsenico si trovano nell’ambiente e vanno nella catena alimentare: e se a rischio sono i neonati, le norme devono essere ancora più rigide. Il Codex alimentarius, la commissione mista di Fao (Organizzazione dell’Onu per l’agricoltura) e Oms (Organizzazione mondiale della sanità) che gestisce gli standard alimentari, ha lanciato un allerta e adottato nuove norme per tutelare la salute dei consumatori. Colpisce la necessità di definire i livelli massimi accettabili di piombo nel latte artificiale e di arsenico nel riso: vuol dire che tali elementi tossici si trovano nel prodotto per neonati e in uno degli alimenti base di buona parte della popolazione mondiale. Come mai? Spiega il Codex: «Il piombo esiste nell’ambiente e tracce possono finire negli ingredienti utilizzati nella produzione di latte artificiale. Occorre utilizzare materie prime provenienti da zone in cui il piombo è meno presente». E l’arsenico? «La contaminazione è particolarmente preoccupante in alcuni Paesi asiatici, dove le risaie sono irrigate con acque sotterranee contenenti sedimenti ricchi di arsenico. Migliori sistemi d’irrigazione e pratiche agricole più di SALVATORE BRAGANTINI I l nostro Paese, anche nelle componenti più aperte, disprezza le competenze tecnicopratiche, in nome di una superiorità «etica» della riflessione astratta. Di tale mentalità risente il Decreto legge 90/2014 sulla Pubblica amministrazione. In tema di Autorità indipendenti (Ai), il testo licenziato dal governo prevedeva, insieme a misure positive volte a evitare il «turismo fra Ai» e a reintegrare il collegio Consob, altre che invece a questa negano, in nome della neutralità rispetto al mercato, competenze tecniche essenziali, mettendo così a rischio l’indipendenza che si vorrebbe assicurare. È bene vietare il passaggio di ex commissari ad altra Ai se non dopo un congruo termine, che la commissione Affari costituzionali della Camera ha alzato da 2 a 5 anni; rischiavamo di trasformare i commissari di Ai in tuttologi. Bene anche cancellare la norma che riduceva a tre i commissari Consob; inutile per tagliare la spesa pubblica (Consob è finanziata quasi solo dagli operatori), essa restringeva lo spettro di competenze necessarie a quell’Autorità. Non a caso enti analoghi, come la Securities and exchange commission (Sec) degli Usa, hanno cinque membri: bisogna dosare bene competenze organizzative, giuridiche, economiche e di mercato. La Sec ha una tradizione di presidenti provenienti dal mercato: il primo fu un noto speculatore, Joseph Kennedy, padre di John Fitzgerald Kennedy; fu scelto dal presidente Roosevelt, convinto che il miglior modo per snidare i bracconieri fosse di assoldarne uno. Non è questa l’idea prevalente in Italia. Il Dl governativo, volendo evitare improprie commistioni, vietava ai dirigenti a tempo indeterminato e ai commissari della Consob di lavorare per soggetti vigilati se non dopo che fossero trascorsi quattro anni dall’uscita. Non si capiva perché trascurare commissari e dirigenti, anche a tempo determinato, di altre Ai. Anche qui la Camera ha rimediato, riducendo a due anni il divieto, ed estendendolo a Banca d’Italia e Ivass (ma restano fuori dai divieti le Autorità per comunicazioni e concorrenza). Pur ridotto, il divieto scoraggerà l’arrivo in Consob di persone con esperienza di mercato. Esso in sostanza non tocca i commissari Consob attuali, che potranno tornare agli impieghi pubblici da cui provengono. Ma è un fatto che oggi al collegio manchino proprio competenze di mercato. Una pausa fra quando i commissari provenienti dal mercato «vigilano» e quando tornano a essere «vigilati», richiesta in molti Paesi, è auspicabile. Se però si vieta di tornare al lavoro per periodi lunghi, nessuno con quell’esperienza andrà in Consob se non sarà tanto vecchio, o ricco, da poter fare a meno di lavorare dopo l’incarico. Premessa necessaria per trasparenza: chi scrive, ex commissario Consob proveniente dal mercato, non avrebbe assunto l’incarico se avesse dovuto aspettare a lungo per tornare, dopo la «naja», al mestiere «borghese»; è da dimostrare che ciò abbia giovato alla Consob, ma divieti lunghi lasciano campo solo a candidati commissari burocrati, politici, magistrati e professori a tempo pieno. Essi non sapranno, da dentro, come operano i mercati, i trucchi per eludere norme o nascondere illeciti; sarà più arduo discernere fra le sanzioni appropriate per chi viola regole in buona fede o per leggerezza e quelle per chi ha intenti criminosi. Ne risentirà la selezione del personale: sarà più difficile sottrarre al mercato bravi professionisti destinati alla dirigenza; più forte sarà l’afflusso di specialisti dei concorsi pubblici, che si vedono per sempre in quel mondo. La Consob non sarà più la prima tappa di una brillante carriera che può toccare anche il settore privato. Ne soffrirà anche lei, se si blocca un ricambio vitale: i suoi ex dirigenti oggi spargono sul mercato competenze che l’agevolano ed ex operatori di mercato possono arricchire la sua dirigenza. La prospettiva di un rapido reimpiego nel mercato, è vero, può indurre a comportamenti contrari all’interesse pubblico, ma chi vuol far commercio del proprio incarico ha mille modi per farlo; sarebbe lungo, e qui improprio, l’elenco degli esempi calzanti. È arduo assicurare alle Ai competenze pari a quelle di chi opera sul mercato, dato che esse non possano pagar bene come i privati; per questo la prassi delle «porte girevoli» è, ovunque, il male minore. Se esse si bloccano, lungi dal calare, salirà il rischio che i regolati «catturino» il regolatore, la cui sudditanza alla politica aumenterà se l’incapacità di «leggere» quanto accade sul mercato ridurrà l’efficacia della vigilanza. Per una «carriera» fuori dall’Autorità la via della politica sarà più attraente. Crescerà la soggezione dei dirigenti ai vertici. Lo scarso riguardo per la competenza tecnica, in primis scientifica, è una nostra brutta caratteristica, anche in ambiti più modesti. I soci del Club alpino italiano sanno che da almeno 50 anni esso non ha un presidente con una carriera alpinistica di grande rilievo; sui giornali leggiamo che la presidenza della Figc è tormentata anche per ex calciatori come Demetrio Albertini, e il Parco del Gran Sasso è affidato, (Sergio Rizzo, Corriere, 8 luglio) al giornalista Diaconale, il cui merito è l’abruzzesità. Dal Monte Bianco a Capo Spartivento gli incarichi vanno a chi non padroneggia a fondo la materia cui è preposto. La competenza non garantisce da sola buone decisioni, ma resta la base necessaria per prenderle; chi ne è privo facilmente seguirà i «consigli» di coloro che è suo interesse compiacere. Questa forse non è l’ultima causa di tanti nostri problemi. Se il Dl non può sciogliere questi nodi, eviti almeno di aggrovigliarli. © RIPRODUZIONE RISERVATA DALLA POLITICA DI VICINATO ALL’INGRESSO NELLA UE La soluzione (europea) alla crisi ucraina di RICARDO FRANCO LEVI © RIPRODUZIONE RISERVATA PIOMBO, ARSENICO E FARMACI VETERINARI I PERICOLI TRASCURATI NEI NOSTRI PIATTI ✒ Consob, dal governo buone intenzioni Ma così si penalizza chi è più competente DORIANO SOLINAS LE NUOVE NORME DEL DIRITTO SOCIETARIO COSÌ CAMBIA VOLTO IL NOSTRO CAPITALISMO efficienti potrebbero contribuire a ridurre la contaminazione». Attenzione però: anche l’Italia importa riso (costa meno) da questi Paesi a discapito della qualità nazionale. Ecco allora i livelli massimi consentiti dal Codex: non più di 0,01 milligrammi di piombo per kg di prodotto per lattanti; 0,2 milligrammi di arsenico per kg di riso. In realtà dovrebbero essere assenti. Neonati e bimbi sono particolarmente vulnerabili agli effetti tossici del piombo, che può causare conseguenze negative per sistema nervoso e cervello. L’arsenico invece può causare tumori e lesioni della pelle, problemi di sviluppo, malattie cardiache, diabete, danni neurologici. Il Codex raccomanda anche una riduzione dell’uso di farmaci negli animali destinati al consumo alimentare. Residui di medicinali restano nella carne, nel latte, nelle uova e nel miele; possono avere effetti negativi sulla salute e favorire lo sviluppo di batteri farmacoresistenti. Questi, per molti specialisti, saranno la vera piaga degli anni a venire. Mario Pappagallo @Mariopaps © RIPRODUZIONE RISERVATA N otoriamente debole quando non assente sulla grande scena della politica internazionale, l’Europa è in grado, ha gli strumenti per influire in modo significativo almeno sul conflitto alle porte di casa sua, in Ucraina? E l’Italia, presidente di turno dell’Unione Europea, ha un possibile ruolo da giocare, superando l’ostacolo e l’impaccio del contrasto sulla candidatura di Federica Mogherini a «ministro degli Esteri» dell’Unione? Basta guardare la carta geografica per vedere come l’adesione dei Paesi baltici, della Polonia, della Slovacchia, dell’Ungheria, della Romania e della Bulgaria all’Unione Europea l’abbia portata ad avere dei nuovi «vicini di casa»: la Russia (per la verità già confinante con l’Europa più a nord, attraverso la Finlandia), la Bielorussia, l’Ucraina e la Moldavia. Esclusa la Russia, troppo grande e potente, è stato, così, naturale, sviluppare con questi Paesi e con quelli affacciati sul Mediterraneo, dalla Siria sino al Marocco, una nuova politica, significativamente chiamata «politica europea di vicinato», per dare corpo a relazioni che, pur non prevedendo la partecipazione alle istituzioni dell’Unione, meritano di essere più intense e ricche di quelle con Paesi molto più lontani. È questo il quadro istituzionale all’interno del quale si sono sviluppate le relazioni tra Unione Europea e Ucraina, con rapporti sempre più stretti e per tappe successive, fino alla firma, lo scorso 27 giugno, di un Accordo di associazione che sul piano dell’economia prevede la creazione di un’area di libero scambio e su quello della politica conferma la rotta di avvicinamento di Kiev all’Europa. Un avvicinamento che non prevede, però, l’ingresso nel porto. Nella nuova geografia e nella nuova politica disegnate dal crollo del Muro di Berlino, del dissolvimento dell’Urss, dell’allargamento dell’Unione, l’Ucraina era destinata a restare come uno Stato cuscinetto tra Europa e Russia e, al medesimo tempo, come una «terra di nessuno» tra Est e Ovest. In questa medesima logica, pochi giorni fa, l’ex segretario di Stato americano Henry Kissinger, elencando i principi a cui ispirarsi per una soluzione del conflitto «compatibile con i valori e gli interessi alla sicurezza di tutte le parti», ripeteva che l’Ucraina non dovrebbe aderire né all’Est né all’Ovest, «estremo avamposto di una parte contro l’altra», ma essere e funzionare «come un ponte tra loro». In queste che sono le ore del confronto più acceso, mentre sul terreno si spara e le diplomazie si confrontano con le minacce delle sanzioni commerciali e finanziarie da un lato, dei blocchi nelle forniture di energia dall’altro, l’Ucraina tutto sembra essere o poter essere meno che un ponte di convivenza e di comunicazione. Ma, seppur possibile, è davvero questa, è ancora questa la scelta migliore per Kiev? Fino a ieri si poteva ancora lavorare sull’ipotesi di un’Ucraina tutta intera, con la sua parte occidentale cattolica e di lingua ucraina e la sua parte orientale ortodossa e di lingua russa, come terra di mezzo tra Est e Ovest. Oggi non è più così. Fino a ieri si poteva ancora ragionare in termini di sicurezza con categorie in sostanza figlie della Guerra fredda e guardando come modello alla Finlandia di allora, al punto che, nella visione di Kissinger, la vera garanzia da dare a Mosca sarebbe la neutralità dell’Ucraina con l’impegno assoluto di non farla entrare nella Nato. Oggi non è più così. Con l’annessione della Crimea, condannata come illegale e non riconosciuta dall’Occidente ma realisticamente irreversibile, la Russia non ha solo modificato la carta geografica ma ha anche alterato i termini della questione ucraina. La vera e più forte garanzia di sicurezza per Kiev è oggi la prospettiva e l’avvio di un processo di adesione all’Unione Europea. Una sicurezza così assicurata, non con la forza militare ma con il «potere dolce» delle istituzioni e della democrazia europee (chi mai potrebbe pensare ad attentare all’integrità territoriale di un Paese membro dell’Unione?), costituirebbe la miglior garanzia anche per la Russia. Meglio un confine diretto, stabile e affidabile tra Unione Europea e Russia che una terra di nessuno, esposta a tensioni e tentazioni. I tempi per un ingresso di Kiev nell’Unione — per il quale la logica stessa della politica di vicinato, differenziata da Paese a Paese e adattabile alle circostanze, e l’esperienza dei precedenti allargamenti, contengono, offrono e suggeriscono tutti gli strumenti, le procedure e le tappe — sarebbero chiaramente molto lunghi. Proprio per questo il processo politico dovrebbe essere avviato rapidamente, quanto meno messo sul tavolo per una riflessione. E chi meglio dell’Italia, presidente di turno dell’Unione, può farsi carico di questo compito? © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Venerdì 25 Luglio 2014 41 italia: 51575551575557 Lettere al Corriere IL DEBITO PUBBLICO ITALIANO LA PALLA AL PIEDE DEL PAESE Risponde Sergio Romano Tutti noi, almeno io, non sappiamo perché il debito pubblico aumenti sempre più inesorabilmente. Spiegatemelo, spiegatecelo, parlatene per farci capire. Gianfranco Tomassoli gianfranco.tomassoli@ studiotomassoli.it Le lettere, firmate con nome, cognome e città, vanno inviate a: «Lettere al Corriere» Corriere della Sera via Solferino, 28 20121 Milano - Fax al numero: 02-62.82.75.79 di Massimo Gaggi Caro Tomassoli, n’ultima notizia, anzitutto. Secondo un dispaccio dell’agenzia Ansa proveniente da Bruxelles e datato 22 luglio «nel primo trimestre di quest’anno il rapporto debito-Pil dell’Italia ha superato la soglia del 135% attestandosi per l’esattezza al 135,6 rispetto al 132,6% del- GRANDE GUERRA EMENDAMENTI ARRIVO DI MERIAM / 1 AUTOSTRADA BREBEMI Processi ai disertori Quanta confusione E i due marò? Tempi esagerati Caro Romano, per il centenario dello scoppio della Prima guerra mondiale si susseguono le iniziative. C’è però un aspetto che nessuno ha mai affrontato: i disertori. Mia madre, classe 1911, mi raccontava che da bambina ricordava che uomini con tabarri neri e barbe lunghe si nascondevano nei boschi (Appennino modenese), per avvicinarsi poi, di notte, alle abitazioni dei contadini per procurarsi cibo. Vi furono anche atti di violenza. In provincia di Modena alcuni disertori divennero banditi e costituirono la famigerata banda Adani Caprari, che venne annientata nel 1922 dai carabinieri. Desidererei conoscere a fondo quel fenomeno che creò anche problemi politici. Evidentemente nel nostro Paese non esiste un codice deontologico che disciplini la pratica degli emendamenti. Al disegno di legge di riforma costituzionale ne sono stati presentati ben 7.850, la maggioranza dei quali penosi e atti soltanto a creare confusione, proprio ciò di cui il nostro Paese non ha bisogno. Ne sono consapevoli gli interessati? Complimenti al governo che è riuscito a portare in Italia Meriam, la giovane cristiana condannata a morte a Khartoum (Sudan) per apostasia. Esorto a intervenire con la stessa solerzia presso il governo indiano per riportare a casa i nostri due marò in attesa di giudizio da oltre due anni. Finalmente è stata inaugurata la Brebemi. Meglio tardi che mai: la Salerno Reggio Calabria insegna! Ma 13 anni di burocrazia più 5 per realizzare 62 chilometri di autostrada sembrano veramente troppi. Quanti grattacieli, ponti o autostrade avrebbero costruito nello stesso tempo in Giappone o negli Stati Uniti? U Rolando Balugani rolandobalugani@ libero.it Esiste un libro di Enzo Forcella, giornalista e studioso di storia. S’intitola Plotone d’esecuzione, è apparso presso Laterza nel 1968 ed è dedicato ai 350.000 processi che ebbero luogo di fronte ai tribunali militari per renitenza alla leva, diserzione, mutilazione volontaria e disfattismo. Teresiana Eliodeni [email protected] RIFORMA DEL SENATO Approfondimenti inutili Tra i tanti primati di noi italiani, vi è sicuramente quello dell’ostruzionismo: in nessun Paese al mondo è consentito a una minoranza impedire alla maggioranza di approvare i suoi deliberati. Sulla riforma del Senato si La tua opinione su sonar.corriere.it Vorreste che Antonio Conte, dopo aver guidato la Juve, diventasse il ct della Nazionale? discute da quasi 20 anni, che cosa bisogna approfondire ancora? Sergio Guadagnolo [email protected] COPERTURA DELL’AUTOVELOX Il gesto di Salvini L’Italia si sta, pur lentamente, adeguando — almeno sul piano della educazione stradale — e mi domando se il gesto del segretario della Lega, Matteo Salvini, di coprire gli autovelox in quel di Milano, non sia solo una ripicca nei confronti dell’aborrito Sud che si sta dimostrando migliore di noi «nordisti». benefici garantiti dallo Stato assistenziale negli anni in cui la redistribuzione della ricchezza avveniva in condizioni di crescente prosperità generale. Ma presenta due caratteristiche particolari. Il debito è enorme e la struttura corporativa della società rende ogni riforma una fatica di Sisifo. In queste condizioni il governo può rifinanziare il suo debito soltanto contraendo altri debiti (le obbligazioni emesse periodicamente dal Tesoro) su cui paga interessi che dipendono da altri fattori: la percezione internazionale del suo stato di salute, la tabella di marcia delle sue rifor- me, il suo clima politico e sociale. Non comincia un anno, in altre parole, senza che il Ragioniere generale dello Stato iscriva in alto, nella colonna dei passivi, parecchie decine di miliardi di euro. Per ridurre il debito, vi sarebbero, caro Tomassoli, altri due mezzi: la ristrutturazione e l’inflazione. Il primo chiede al creditore di rinunciare a una parte di ciò che gli è dovuto e non giova alla credibilità del debitore. Mentre l’uso del secondo dipende dalla dose. L’overdose uccide, ma un uso oculato dell’inflazione al momento opportuno può essere molto utile. Silvano da Porretta [email protected] Giorgio Tescari, Milano Apprendo con piacere che la donna sudanese è stata lasciata libera. Mi fa anche piacere che l’Italia abbia giocato un ruolo importante in questa vicenda, ma mi ha meravigliato il fatto che si sia impiegato un aereo di Stato. Umberto Brusco Bardolino (Vr) Emilio Jazzetti [email protected] SUL WEB Risposte alle 19 di ieri La domanda di oggi Sì Nuovo disastro aereo, questa volta sui cieli del Mali. Pensate di modificare i piani per i vostri prossimi viaggi? 54 No 46 © RIPRODUZIONE RISERVATA ARRIVO DI MERIAM / 2 Con un aereo di Stato E-mail: [email protected] oppure: www.corriere.it oppure: [email protected] Visti da lontano l’ultimo trimestre del 2013 e al 130,2% del periodo gennaio-marzo dell’anno scorso. Lo ha reso noto Eurostat. In termini assoluti l’ammontare del debito registrato da Eurostat è passato dai 2.036 miliardi del primo trimestre 2013 ai 2.120 miliardi del periodo gennaio-marzo 2014». La sua domanda, quindi, cade a proposito. Per ridurre il debito, i mezzi più efficaci sono la crescita del prodotto intero lordo e la riduzione della spesa pubblica. Ma il Pil italiano è cresciuto poco per più di un decennio, ha perso punti dopo l’inizio della grande recessione e segna ora un aumento molto modesto se non irrilevante. Quanto alla spesa pubblica, tutti i governi italiani hanno proclamato al loro Paese e all’Europa l’intenzione di ridurla, ma si sono spesso fermati di fronte alle resistenza della corporazione o del gruppo di pressione che avrebbe dovuto fare qualche sacrificio. La situazione italiana è per molti aspetti simile a quella di altre economie di mercato, tutte egualmente costrette a ridurre i costosi @ PROVVEDIMENTI Carcerati e lavoratori Il governo ha stanziato una somma consistente per risarcire centinaia di delinquenti per le sofferenze subite durante la detenzione a causa di celle sovraffollate. Nel contempo il governo ha dichiarato di non avere i fondi per la cassa in deroga a favore di centinaia di lavoratori che ieri hanno fatto una manifestazione di protesta a Roma per chiedere un maggiore supporto da parte dello Stato, visto che da oltre 4 anni devono cavarsela con 500 euro al mese. L’Italia è davvero uno strano Paese! Sibylle Abstoss Milano La «nuova agricoltura» che piace a Wall Street «C omprare fattorie è come comprare oro. Ma può essere anche meglio perché qui c’è il cash flow: l’affitto pagato dagli agricoltori per la terra e una parte degli introiti del raccolto» racconta a un quotidiano Dixon Boardman, un finanziere di New York che con la sua American Farmland ha investito 131 milioni di dollari nell’acquisto di 16 grandi fattorie che producono mais, cotone, limoni, mandorle e avocado. Fino a un paio d’anni fa quelle dei broker di Wall Street che abbandonavano lo Stock Exchange per darsi all’agricoltura erano storie di personaggi delusi dal cinismo della finanza o emarginati per gli eccessi dei quali si erano resi responsabili: gente che andava a cercare serenità e purificazione tra i campi. Come Sandy Lewis, un genio dell’arbitraggio che a 73 anni si è reinventato contadino e allevatore nel suo ranch di Essex dopo che nel 2012 un uso disinvolto degli algoritmi finanziari e delle tecniche di flash trading da parte della sua Knight Capital gettò nel caos i mercati. Ma con la crescente consapevolezza della scarsità di terre arabili e irrigabili nel Pianeta e dell’impatto dei mutamenti climatici che, tra siccità e alluvioni, incidono negativamente sui raccolti, negli Stati Uniti quello della produzioni di derrate alimentari sta diventando rapidamente un business attraente tanto per la protezione del patrimonio (più facile che crolli la Borsa che il valore delle terre coltivabili) quanto per la produzione di reddito. È dal 2008, dopo il crollo di Lehman Brothers, che molti gruppi di Wall Street, compresi grandi fondi come BlackRock, diversificano il Sempre più portafoglio investendo anche gruppi finanziari loro in agricoltura. Un paio d’anni fa in questa rubrica abbiamo raccontato diversificano delle incursioni in Sud America depuntando su gli hedge fund di George Soros alla campi e fattorie ricerca di allevamenti e pascoli sterminati, da acquistare soprattutto in Uruguay e Argentina. Ma ora, mentre Obama ospita alla Casa Bianca la Conferenza per gli investimenti rurali e promuove lo sviluppo dell’economia dei campi con un fondo di 10 miliardi di dollari, sembra aprirsi l’era della finanziarizzazione delle fattorie. Si moltiplicano storie come quella di Jon McConaughy che a 46 anni, 20 dei quali passati a fare il commodity trader, ha chiuso con Wall Street e si è trasferito in New Jersey dove ha comprato una fattoria di 200 acri, la Double Brook Farm, specializzandosi nella produzioni di carni da animali allevati all’aperto e di vegetali essiccati al sole. O come Dean Carlson, un altro manager di Wall Street datosi all’agricoltura (ha comprato la Wyebrook Farm, vicino Filadelfia), che ora gira per conferenze del circuito TED dove spiega, dati alla mano, perché quello dell’agricoltura è destinato a divenire uno dei business più redditizi: il valore della terra negli Usa è cresciuto del 4,7% medio l’anno nell’ultimo quarto di secolo; calcolando anche gli introiti generati dai raccolti, l’aumento di valore medio sale al 12% (17,4 l’anno scorso). Musica per le orecchie non solo degli investitori, ma anche degli speculatori: insieme ad American Farmland arrivano gli hedge fund e altre società quotate al Nasdaq o pronte a quotarsi come Farmland Partners e Gladstone Land Corp. Verrà dalla terra la prossima bolla finanziaria USA? ❜❜ © RIPRODUZIONE RISERVATA Interventi & Repliche Il servizio civile Prediamo atto con soddisfazione che Ernesto Galli della Loggia, nella risposta alla lettera del sottosegretario di Stato al ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, Luigi Bobba («Il governo e il servizio civile», Corriere del 20 luglio), muta opinione sul servizio civile, dandone una interpretazione positiva. Ipotizza però che «un’organizzazione frantumata sul territorio e affidata a centinaia di enti i più diversi» non «sia quella più adatta a incarnare le intenzioni suddette» tanto più perché «molti» sarebbero legati «al sottogoverno politico-partitico religioso». E prosegue: «L’Italia è cosa un tantino diversa dal “Terzo settore”, il “non profit” e altre criptiche denominazioni del politichese nostrano che sanno troppo di burocrazia e di finanziamenti pubblici a destinazione ignota». Sui finanziamenti, almeno in materia di servizio civile, ha già risposto il sottosegretario Bobba. Invece sulla diversa organizzazione della rete delle organizzazioni, pubbliche e senza scopo di lucro che scelgono di impegnare i giovani, sfonda, almeno per la Cnesc, una porta aperta. Sono anni che proponiamo forme di aggregazione fra le organizzazioni accreditate, pubbliche e senza scopo di lucro, consapevoli che per l’erogazione di servizi essenziali alla qualità dell’esperienza (accoglienza dei giovani, formazione, monitoraggio, programmazione degli interventi) piccolo è bello non è il modo giusto. Ci siamo scontrati con la logica di molte istituzioni e di molta classe politica del divide et impera e alcune organizzazioni l’hanno accettata. Ancora oggi ci sono politici e burocrati che spingono a una ulteriore frantumazione delle reti che le organizzazioni sociali si sono liberamente date e con fatica nei decenni scorsi. E sullo sfondo l’incuria, politica oltre che economica con la quale lo Stato italiano dal 1972 gestisce il servizio civile. Per la Cnesc queste aggregazioni potrebbero rendere realizzabile un’alleanza fra le missioni che lo Stato italiano affida al Servizio civile universale e la rete, pubblica e senza scopo di lucro, di organizzazioni che vogliono partecipare alla ripresa della © 2014 RCS MEDIAGROUP S.P.A. DIVISIONE QUOTIDIANI FONDATO NEL 1876 CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DIRETTORE RESPONSABILE PRESIDENTE Angelo Provasoli Ferruccio de Bortoli VICE PRESIDENTE Roland Berger CONDIRETTORE Luciano Fontana VICEDIRETTORI Antonio Macaluso Daniele Manca Giangiacomo Schiavi Barbara Stefanelli AMMINISTRATORE DELEGATO Pietro Scott Jovane Sede legale: Via Angelo Rizzoli, 8 - Milano Registrazione Tribunale di Milano n. 5825 del 3 febbraio 1962 Responsabile del trattamento dei dati (D. Lgs. 196/2003): Ferruccio de Bortoli [email protected] - fax 02-6205.8011 © COPYRIGHT RCS MEDIAGROUP S.P.A. 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Un’alleanza che non riguarda solo il non profit, per il quale Galli della Loggia usa un incomprensibile dileggio se non accompagnato da nomi e cognomi, ma anche tutta la Pubblica amministrazione che è accreditata al Scn con alcuni Ministeri, Regioni, decine di Province, migliaia di Comuni, decine di Asl, Ospedali, Università. Licio Palazzini Presidente Cnesc Conferenza Nazionale Enti Servizio Civile Gerini e l’inchiesta sui Salesiani Il marchese Antonio Gerini, a differenza di quanto riportato a corredo del servizio pubblicato sul Corriere della Sera del 21 luglio a pagina 16 dal titolo «L’economo dei salesiani a processo per il super raggiro da 99 milioni», non ha ricevuto decreti di citazione a giudizio per la vicenda oggetto dell’articolo. Ci scusiamo con l’interessato e con i lettori. EDIZIONI TELETRASMESSE: RCS Produzioni Milano S.p.A. 20060 Pessano con Bornago - Via R. Luxemburg - Tel. 02-95.74.35.85 • RCS Produzioni S.p.A. 00169 Roma - Via Ciamarra 351/353 - Tel. 06-68.82.8917 • Seregni Padova s.r.l. 35100 Padova - Corso Stati Uniti 23 - Tel. 049-87.00.073 • Tipografia SEDIT Servizi Editoriali S.r.l. 70026 Modugno (Ba) Via delle Orchidee, 1 Z.I. - Tel. 080-58.57.439 • Società Tipografica Siciliana S.p.A. 95030 Catania - Strada 5ª n. 35 - Tel. 095-59.13.03 • L’Unione Sarda S.p.A. Centro stampa 09034 Elmas (Ca) - Via Omodeo, 5 - Tel. 070-60.131 • BEA printing sprl 16 rue du Bosquet - 1400 Nivelles - Belgium • Speedimpex USA, Inc. 38-38 9th Street Long Island City - NY 11101 USA • CTC Coslada Avenida de Alemania, 12 - 28820 Coslada (Madrid) - Spagna • La Nación Bouchard 557 - 1106 Buenos Aires - Argentina • Miller Distributor Limited Miller House, Airport Way, Tarxien Road – Luqa LQA 1814 - Malta • Hellenic Distribution Agency (CY) Ltd 208 Ioanni Kranidioti Avenue, Latsia - 1300 Nicosia - Cyprus • FPS Fernost Presse Service Co. Ltd 44/10 Soi Sukhumvit, 62 Sukhumvit Road, Bang Chark, Phrakhanong - Bangkok 10260 - Thailandia na + Cor. Como € 1,20 + € 0,50 + € 0,20. In Campania, Puglia, Matera e prov., non acquistabili separati: lun. Corsera + CorrierEconomia del CorMez. € 0,93 + € 0,47; m/m/g/d Corsera + CorMez. € 0,93 + € 0,47; ven. Corsera + Sette + CorMez. € 0,93 + € 0,50 + € 0,47; sab. Corsera + IoDonna + CorMez. € 0,93 + € 0,50 + € 0,47. In Veneto, non acquistabili separati: m/m/g/d Corsera + CorVen. € 0,93 + € 0,47; ven. Corsera + Sette + CorVen. € 0,93 + € 0,50 + € 0,47; sab. Corsera + IoDonna + CorVen. € 0,93 + € 0,50 + € 0,47. In Trentino Alto Adige, non acquistabili separati: m/m/g/d Corsera + CorTrent. o CorAltoAd. € 0,93 + € 0,47; ven. Corsera + Sette + CorTrent. o CorAltoAd. € 0,93 + € 0,50 + € 0,47; sab. Corsera + IoDonna + CorTrent. o CorAltoAd. € 0,93 + € 0,50 + € 0,47. A Bologna e prov. non acquistabili separati: m/m/g/d Corsera + CorBo € 0,62 + € 0,78; ven. 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Nero su nero” € 2,90; con “Vasco Rossi - Feedback” € 11,89; con “Grande Guerra. 100 anni dopo” € 12,89; con “Geronimo Stilton. Viaggio nel tempo” € 8,80; con “English Express” € 12,89; con “Biblioteca della Montagna” € 10,80 42 Venerdì 25 Luglio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Spettacoli Verso la Mostra Tanta Francia e America in cartellone. Al Lido i maestri Konchalovsky, Gitai e Bogdanovich Good Kill Ethan Hawke (43 anni) è un pilota di droni tormentato nel film del neozelandese Andrew Niccol (già regista di «Gattaca» e «S1m0ne») ✒ LA FORZA NEI REGISTI CHE SANNO RINNOVARSI di PAOLO MEREGHETTI O gni volta che la Mostra di Venezia annuncia il suo programma, lo sport nazionale diventa quello di confrontarlo con i concorrenti, Cannes in primis, come se tutti insieme partecipassero a una corsa dove si distribuiscono medaglie e si stilano classifiche. Avrebbe senso se vivessimo nel migliore dei mondi cinematografici possibili e le manifestazioni promozional-culturali — come appunto erano all’origine i festival — non fossero ormai diventate pedine di scambio nella vita commerciale dei film. Ricordiamolo ancora una volta: chi ha alle spalle il bacino d’utenza più grande (vedi Toronto, vedi Cannes) si vede concedere possibilità maggiori. L’Italia invece sconta un mercato poco dinamico (eufemismo per dire che non riesce a crescere in maniera significativa) e costringe Venezia a percorrere strade meno sicure. È un handicap? È un vantaggio (perché, come si sa, la fame aguzza l’ingegno)? Le somme si tirano alla fine, dopo le proiezioni, ma alcuni titoli del concorso sembrano scommesse su cui vale la pena di rischiare. Ci sono dei registi che hanno saputo percorrere strade non scontate, anche tenendosi lontano dalle lusinghe mainstream — penso all’americano di origini iraniane Ramin Bahrani, al cinese della Sesta generazione Wang Xiaoshuai, al nostro Francesco Munzi, al documentarista danese Joshua Oppenheimer, alla francese Alix Delaporte — mentre altri si presentano a Venezia con una «pelle» completamente nuova, foriera di avventure stimolanti (è il caso di Saverio Costanzo che ha girato a New York con una troupe ridotta e low budget), oppure misurandosi con argomenti non banali (David Oelhoffen adatta un racconto di Camus da L’esilio e il regno, Ferrara affronta Pasolini, Fatih Akin il massacro degli armeni, Martone il Leopardi giovane). Tutti potenzialmente interessanti. E poi c’è Rakhshan Bani-Etemad, la regista più conosciuta dell’Iran (ma praticamente sconosciuta in Italia), i «pesi massimi» francesi Xavier Beauvois e Benoît Jacob, i «giovani» americani Green e Niccol, i «valori sicuri» Konalovskij, Tsukamoto, Iñárritu, l’«eccentrico» Andersson e l’esordiente Müjdeci… Se non ci sono le star del box office e di certa (prevedibile) cinefilia, il programma di questa 71esima Mostra non manca però di stimoli e di scommesse. Se le promesse saranno mantenute lo scopriremo solo il 6 settembre, per adesso possiamo solo dire che il menù si annuncia ricco di sapori forti e non scontati. © RIPRODUZIONE RISERVATA 3 Coeurs Nel dramma di Benoît Jacquot il triangolo amoroso tra Charlotte Gainsbourg, 43, Benoît Poelvoorde, 49 (insieme nella foto) e Chiara Mastroianni, 42 Passioni, guerra, poesia: il coraggio di Venezia tra Leopardi e Al Pacino ROMA — «Non è vero che non ci sono i divi, Al Pacino sarà presente con due film, poi abbiamo Emma Stone, Michael Keaton, Willem Dafoe, Catherine Deneuve, Bill Murray. Ma non ha senso fare un festival con i film più attesi, abbiamo accentuato la dimensione della ricerca, nostro compito è vedere cosa si produce in giro per il mondo, capire gli autori di domani, le cinematografie emergenti». Questa la fotografia che il presidente della Biennale Paolo Baratta e il direttore Alberto Barbera fanno (avendo come intercalare la parola «scoperta») della Mostra del cinema di Venezia (27 agosto-6 settembre). Un festival coraggioso. Francia-Italia finisce 4-3. Dei venti film in gara, ben quattro sono i film francesi (3 Coeurs di Benoît Jacquot, Loin des hommes da Camus sulla guerra civile algerina con Viggo Mortensen...) e tre quelli italiani: Il giovane favoloso di Mario Martone con Elio Germano nei panni di Leopardi; Hungry Hearts di Saverio Costanzo con due soli attori, Adam Driver e Alba Rohrwacher, coppia con un figlio in pericolo di vita; Anime nere di Francesco Munzi su una famiglia criminale calabrese. Mescolando i giovani ai maestri, Barbera non fa differenze nei 55 lungometraggi tra concorso e «Orizzonti» («due facce della stessa medaglia») e gli eventi, scelti tra 1.500 film visionati di 40 Paesi. Di più, dice che tanti autori non hanno fatto storie nell’andare fuori gara. Con una sintesi all’osso, i temi ricorrenti sono: la guerra, ovvero il In gara Martone, Munzi e Costanzo Barbera: espressi i volti della realtà Star Emma Stone (25 anni), protagonista di «Birdman» di Alejandro Iñárritu triste «spettacolo» che incombe su tutti noi (da The Cut di Fatih Akin sul genocidio degli armeni, a Good Kill dell’americano Andrew Niccol con Ethan Hawke sull’uso dei droni in ambiti bellici); la crisi economica (uno fra tutti, 99 Homes di Ramin Bahrani) sul dramma di chi, negli Stati Uniti, ha perso casa per il black out dei mutui bancari; la letteratura (dopo Leopardi, Abel Ferrara su Pasolini, James Franco regista di The Sound and the Fury da Faulkner, The Humbling di Barry Levinson con Al Pacino da Philip Roth, Your Right Man di Ami Canaan Mann con Shakespeare portato nel Bronx di oggi, La vita oscena di Renato De Maria con Isabella Ferrari dal romanzo autobiografico di Aldo Nove); la politica (La trattativa di Sabina Guzzanti sui rapporti Stato-mafia con le carte processuali e la finzione della messinscena), il film su Berlusconi di Franco Maresco (dopo la rottura con Ciprì) dalla genesi travagliata e con amare riflessioni personali. I maestri sono Konchalovsky, Gitai e Bogdanovich, che torna al cinema dopo 13 anni di silenzio per She’s Funny That Way (omaggio alla commedia sofisticata americana stile Lubitsch). In odore di commedia anche I venti titoli per il Leone d’Oro The Cut di Fatih Akin Apigeon sat on a branch reflecting on existence di Roy Andersson 99 Homes di Ramin Bahrani Ghessha di Rakhshan Bani-Etemad La rançon de la gloire di Xavier Beauvois Hungry hearts di Saverio Costanzo Le dernier coup de marteau di Alix Delaporte Pasolini di Abel Ferrera Manglehorn di David Gordon Green Birdman di Alejandro Iñárritu 3 Coeurs di Benoit Jacquot The postman’s white nights di Andrei Konchalovsky Il giovane favoloso di Mario Martone Silvas di Kaan Mujdeci Anime nere di Francesco Munzi Good kill di Andrew Niccol Loin des hommes di David Oelhoffen The look of silence di Joshua Oppenheimer Nobi (Fires on the plain) di Shinya Tsukamoto Red amnesia di Wang Xiaoshuai Birdman di Iñárritu, il film d’apertura con Michael Keaton sulle avventure di un attore in declino. Lo scorso anno ci furono in gara due documentari (e Sacro GRA di Rosi vinse il Leone d’Oro): ora ce n’è uno, The Look of Silence, di Joshua Oppenheimer, sulla purga anticomunista in Indonesia che nel 1965 fece 500 mila vittime. Non lontano dai docufilm, Arance e martello di Diego Bianchi, in arte Zoro (la vita di un mercato rionale romano stravolto dalla notizia della sua chiusura da parte del Comune) e Italy in a Day in cui Gabriele Salvatores ha curato l’edizione italiana di un progetto di Ridley Scott: «Abbiamo chiesto agli italiani di inviarci dei video realizzati durante le 24 ore del 26 ottobre 2013. Desideri e paure di quel giorno». Per l’Italia fuori gara Perez con Luca Zingaretti e Marco D’Amore, rivelazione nella serie tv «Gomorra». Prima volta a Venezia per lo svedese Roy Andersson (habitué a Cannes, si punta molto su di lui) e per Rakhshan Bani-Etemad che viene dal grande pozzo di talento dell’Iran con un film duro sul suo Paese; prima volta in gara per il giapponese Shinya Tsukamoto. Dalla Cina, in gara Red Amnesia in cui Wang Xiaoshuai fa i conti con la Rivoluzione culturale, fuori gara Dearest di Peter Ho-Su Chan sul rapimento dei bambini venduti a chi non può avere figli. Barbera: «Un festival su tutti i volti della realtà. Fidatevi, è un programma di qualità, che può vantare anche una sala Darsena rinnovata». Valerio Cappelli © RIPRODUZIONE RISERVATA IL NUOVO ROMANZO DI Paulo Coelho Adulterio 4 EDIZIONI 240.000 COPIE “Il mio amore mi appartiene e sono libera di offrirlo a chi voglio, anche se non viene ricambiato.” IN LIBRERIA E IN EBOOK @libribompiani Bompiani www.bompiani.eu Corriere della Sera Venerdì 25 Luglio 2014 Spettacoli 43 italia: 51575551575557 Gli italiani in concorso Viale Mazzini Rai, via libera del Cda al piano di riforma dei tg Il giovane favoloso Elio Germano (33 anni) è Giacomo Leopardi nel film diretto da Mario Martone Sul set Al Pacino (74 anni) è la star di «Manglehorn» di David G. Green, dove interpreta un fabbro dal passato criminale Hungry Hearts Saverio Costanzo dirige Adam Driver (30) e Alba Rohrwacher (35) in un dramma privato Chi decide i premi Anche Verdone nella giuria guidata da Desplat La Giuria internazionale della Mostra sarà presieduta da Alexandre Desplat. Gli altri membri che decideranno il Leone d’Oro e gli altri premi sono Carlo Verdone, l’attore Tim Roth, Joan Chen, attrice e regista cinese, Philip Gröning, regista tedesco, Jessica Hausner, regista austriaca, Jhumpa Lahiri, scrittrice statunitense di origine indiana, Sandy Powell, costumista inglese vincitrice di tre premi Oscar, ed Elia Suleiman, regista palestinese. Anime nere Il regista Francesco Munzi racconta la storia di una famiglia criminale calabrese ROMA — Via libera del cda della Rai al piano di ristrutturazione dell’informazione del Servizio pubblico dal direttore generale Luigi Gubitosi. Dopo la presentazione informale del progetto «15 dicembre» di giovedì, ieri il direttore generale ha incassato l’approvazione «a larga maggioranza» da parte dei consiglieri di amministrazione di un piano destinato, attraverso l’accorpamento dei giornalisti, in due maxiredazioni, ad archiviare definitivamente la tripartizione dei tg. Ovvero l’assetto che ha retto gli equilibri politici di Viale Mazzini (e non solo) per quasi quattro decenni. «Dopo ampia discussione il cda prende positivamente atto del completamento della prima fase di lavoro del cantiere News e condivide a larga maggioranza le linee guida illustrate dal direttore generale, Luigi Gubitosi per il riposizionamento dell’offerta News Rai nel nuovo mercato digitale» recita il comunicato ufficiale dell’azienda. Il consigliere Guglielmo Rositani si è detto certo in occasione del prossimo cda, il 31 luglio, l’ultimo prima della pausa estiva, il piano sarà votato e passerà. Ma l’impressione è che la strada verso il riassetto in vista del rinnovo della concessione nel 2016 sia tutt’altro che in discesa. I giornalisti hanno già bocciato il progetto nei giorni scorsi attraverso un comunicato congiunto dei cdr delle diverse testate («Accorpare per accorpare sembra soltanto un escamotage per fare tagli lineari che portano risparmi marginali o favorire qualche direttore amico») chiedendo un confronto con sindacato e giornalisti. Tra i consiglieri l’unico contrario è Antonio Verro, nominato nel 2012 in quota Pdl. Per uno di quei paradossi a cui la Rai ci ha abituato negli anni è proprio Verro, in diverse occasioni difensore d’ufficio di Berlusconi in Rai, a invocare pluralismo e invitare al «dialogo con i sindacati». Boccia una riforma calata dall’altro e invita i vertici di «valutare nuovi modelli organizzativi più razionali e flessibili, a dare rassicurazioni sui livelli occupazionali e a non discriminare le diverse professionalità presenti in Azienda» e non lasciarsi «inspirare da logiche da azienda privata». Nessuna riforma, avverte, «può prescindere dal dialogo con i sindacati e le strutture competenti. La Rai non è un’azienda privata in cui, necessariamente, debba prevalere il pensiero unico dell’azionista di riferimento e del suo L’appuntamento Il voto formale dovrebbe arrivare il 31 luglio. Contrario Verro, rimane l’opposizione del sindacato dei giornalisti amministratore». Ogni riferimento al governo Renzi è lampante. Tra i direttori parla Marcello Masi (il suo Tg2 è destinato a soccombere nell’accorpamento con l’ammiraglia Tg1 e Rai Parlamento) ma non dice molto: «Il male peggiore per la Rai in questo momento è l’immobilismo. Mi auguro che il fine del piano sia una Rai autonoma dai Palazzi, sempre più credibile e che abbia come unico riferimento cittadini e abbonati». Per ora siamo alle linea guida, i tempi saranno lunghi. In attesa che si aprano le vere ostilità impazza il toto-direttori: ne sopravviveranno solo due, potentissimi. Le scommesse sono aperte. Stefania Ulivi © RIPRODUZIONE RISERVATA 44 Venerdì 25 Luglio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Sport Pallanuoto, Setterosa sconfitto Tennis, Schiavone ai quarti Agli Europei di pallanuoto, a Budapest, il Setterosa ha perso in semifinale 12-11 dopo i rigori contro l’Olanda. I tempi regolamentari si erano chiusi 8-8. Nella finale per il 3° posto l’Italia affronterà l’Ungheria (ore 16.30 RaiSport1), sconfitta 9-8 dalla Spagna. Oggi scende in vasca il Settebello nella semifinale contro l’Ungheria (ore 19 RaiSport1). Tour Vincenzo doma Tourmalet e Hautacam: 4ª vittoria di tappa, in classifica Pinot è a 7’10’’ Il gigante della montagna Il commento Ha sconfitto anche i fantasmi di PAOLO TOMASELLI H a battuto anche i fantasmi di Froome e Contador: voleva stravincere a Hautacam, Vincenzo Nibali, e lo ha fatto partendo da lontano, oltre 10 chilometri dal traguardo. Il segnale di un dominio assoluto, con la vittoria sul primo arrivo in salita delle Alpi a Chamrousse e sull’ultimo nei Pirenei. In mezzo ci sono stati regali e concessioni, come è giusto che fosse. Ma ieri bisognava cancellare tutto. Bisognava far tacere gli orfani di Chris e Alberto, manco li avesse azzoppati Vincenzo: questo Nibali, rispetto ai suoi diretti avversari, è più solido, più continuo, più presente nelle grandi corse a tappe degli ultimi quattro anni. Se poi Alejandro Valverde, 34 anni, ha ancora il potere per imporsi come leader al Tour e dirottare un giovane fenomeno come il colombiano Quintana al Giro (vinto, ovviamente), nemmeno questa è una colpa del campione italiano. Nello scatto sull’ultima salita c’è una lezione anche per il vecchio spagnolo: la sua squadra, la Movistar, al Giro ha fatto lo scherzetto sullo Stelvio a un altro talento emergente, Fabio Aru, compagno e probabile erede di Nibali. Con l’azione di ieri Vincenzo ha rimesso in ordine le cose, già intuendo che sarebbero stati i francesi a prendersi il podio in vista della cronometro di domani: così anche attorno a lui sono tutti contenti e magari allenteranno un po’ le critiche a mezzo stampa verso le prestazioni della maglia gialla. Poi ci sono altre vittorie nella vittoria, non tutte facili da vedere. Lo avevamo «chiesto» dieci giorni fa: c’era da riscattare la vergogna del 2008 con Piepoli vincitore a Hautacam e il suo compare Riccò grande protagonista. Tutti e due, l’emiliano in corsa, il pugliese in un secondo momento, sono stati azzerati dall’antidoping. Perché la tentazione di fare i fenomeni è sempre pericolosa: da domenica sera, se non prima, partirà il tormentone sulla doppietta GiroTour 2015 per Nibali. Ma la forza di Vincenzo è sempre stata quella di crescere, rimanendo uguale a se stesso. Adesso quindi non esageriamo, per favore. © RIPRODUZIONE RISERVATA Francesca Schiavone si è qualificata ai quarti della Baku Cup superando 6-2, 7-6 (7-2) la 24enne Julia Glushko. Al torneo Atp di Umago, in Croazia, Fabio Fognini è passato ai quarti di finale vincendo 7-6 (2), 6-0 contro lo spagnolo Albert Montanes. Eliminato, invece, Andreas Seppi che è stato sconfitto (3-6, 1-6) dall’uruguaiano Pablo Cuevas. Sempre più leader Vincenzo Nibali, 29 anni, ha allungato in classifica. Il francese Pinot, 24 anni, è a 7’10’’ (Reuters, Afp) Nibali, altra impresa: il Tour è suo «Sembra facile? Non lo è stato» DALLA NOSTRA INVIATA HAUTACAM — Ha lo sguardo fiero dell’aquila che l’ha aspettato per il gran finale sul gigante del Tour, roteando sotto nuvole basse. I muscoli imbastiti di fatica ancora pronti a scattare. L’ennesima fuga in avanti: «Ci credi che il giallo è un colore che non mi fa impazzire? Che avrei preferito una maglia giallorossa, come la bandiera del Messina?». Ride, il Gattopardo innamorato. Fresco e ironico e solo in cima all’ultima salita. «Questo è un sogno che diventa realtà. Quattro tappe vinte e la maglia gialla con 7’ di vantaggio. Se me lo avessero detto tre settimane fa, non ci avrei creduto. Adesso posso dirlo: il Tour de France è mio». Che pace, dopo la bagarre. 61 km di quieto vivere fino a Trébons, specialità cipolle. Poi comincia la vita agra. Tourmalet (17,1 km al 7,3%) e Hautacam (13,6 al 7,8%): marito e moglie vanno più d’accordo. Il primo a scollinare è Kadri. «La squadra lavorava per tenere la fuga vicina; questa tappa, il segno che volevo lasciare sui Pirenei, è dedicata ai compagni dell’Astana». Senza di loro, la grande bellezza di Nibali non sarebbe così bella. Sono gli otto gregari (Scarponi «spremuto all’osso», Fuglsang «scorticato come un gatto») a sventare l’imboscata di Valverde in discesa. È il caos calmo, perfettamente organizzato, che precede l’azione decisiva. Ai piedi dell’Hautacam mette i suoi in fila, a tirare. Vede Horner che lo batté alla Vuelta, un vecchio ronzino che stuzzica il puledro di razza. «Rivalità antica, conti in sospeso». A -10,5 km dall’arrivo, va. Disinnesca Nieve, ultima cartuccia Sky, superandolo senza uno sguardo: in 800 metri gli prende 20’’. L’impresa che aveva promesso, il quarto sigillo. Solo il polacco Majka prova a uscire dall’anonimato: ha paura di cedere la maglia a pois di miglior scalatore a quel puntino azzurro e giallo che scompare all’orizzonte senza aver sbagliato una pedalata, nemmeno una, in questo Tour di magie a dimensione umana. Cosa rispondi a Questione di colori «Ci credete che il giallo è un colore che non mi fa impazzire? Preferisco il giallorosso del Messina...» chi dice che non sei pulito?, gli chiederà un biondo di una tv norvegese: «Che sono chiacchiere da bar. Che questo è un Tour nuovo corso da corridori nuovi. Che tutto il resto è passato» risponde conficcandogli gli occhi nella telecamera. A -6 km urta una ragazza impegnata in un inutile selfie spalle alla corsa («Va bene il tifo ma ci vorrebbe più rispetto per i ciclisti…»), poco dopo parte Pinot, con una pallottola in canna per Valverde (a segno: Pinot e Peraud buttano giù lo spagnolo dal podio virtuale ma la crono potrebbe rimescolare le carte dal secondo posto in giù). Dietro, nel Tour degli altri, Majka mangia l’asfalto di Nibali con la lingua a penzoloni. Davanti, è musica. Quando la maglia gialla (sempre la stessa, quella di Sheffield, lavata in acqua fredda ogni sera per scaramanzia) passa sotto la Fiamma Rossa, l’allenatore Slongo e il massaggiatore Pallini cominciano a scendere a falcate verso il traguardo. È nelle loro braccia, il focolare itinerante di Nibali fuori dall’isola, che si butta in lacrime, dopo un pugno sul cuore e uno al cielo. Madames et messieurs, dice lo speaker storico del Tour, Daniel Mangeas, le roi: Vincenzò Nibalì. «È stato un Tour durissimo: 5 arrivi in salita, il pavé, Alpi, Pirenei. Sono felice. Sembra facile? Non lo è. Ma mi sono divertito. A chi scomoda paragoni con Armstrong per i distacchi rispondo che non è il caso. Sono cresciuto per gradi. Ho vinto la Vuelta, poi il Giro. È tutto lì da vedere. Ho preparato questo Tour con dedizione, arrivando in grande forma. Con Froome e Contador me la sarei giocata e quando Alberto è caduto ero già in vantaggio». È un discorso serio, da pulce diventata uomo («Era il mio soprannome da piccolino: oggi preferisco Squalo»), tra la tentazione della festa («Renzi ha molti impegni, ma se viene a Parigi mi fa piacere») e i fantasmi dell’Hautacam, che non è una montagna bella, forse autorevole, di certo ospitale. Ha accolto la faccia lunga di un siciliano in gita, dimezzato dallo stretto e riunito a 1.520 metri d’altitudine. E la vista su Vincenzo Nibali, ora, da quassù, toglie il fiato. Gaia Piccardi Sulla vetta del record dopato di Riis Vincenzo contro i mutanti Nel ’96 sarebbe arrivato 20° HAUTACAM — Non Valverde, non Majka, non i francesi Bardet e Peraud. L’avversario di Vincenzo Nibali sull’Hautacam è stata l’ombra del danese Bjarne Riis. Ieri l’attuale team manager della Tinkoff era sul traguardo a festeggiare la maglia a pois del polacco Majka. Riis si è complimentato col siciliano per il suo trionfo ma di sicuro avrà pensato a quel giorno di diciotto anni fa (il 16 luglio 1996) in cui proprio su questa salita conquistò tappa e Tour de France umiliando il navarro Indurain. La prestazione di Riis sull’Hautacam è considerata dai tecnici la più estrema della storia del ciclismo, il simbolo degli anni di piombo di questo sport. Riis salì in cima alla vetta pirenaica in 34’45” divorando 1.839 metri l’ora di dislivello e pestando sui pedali 480 watt di media. Nibali (per la prima volta impegnato al massimo in salita durante la Grande Boucle) ha impiegato 37’26” raggiungendo i 370 watt medi. Quasi tre minuti in più e 110 watt in meno su trentasette di corsa: la differenza tra un professionista e un dilettante, tra un campione e un brocco, tra un dopato e un atleta pulito. Anche il Lance Armstrong del 2000 (che non © RIPRODUZIONE RISERVATA Basket La fuga dal ritiro della nazionale costa carissima al playmaker. Milano tornerà sul mercato e potrebbe licenziarlo per giusta causa Squalifica choc, Hackett fermato per 26 giornate La fuga di Daniel Hackett durerà a lungo, molto a lungo: sei mesi, per l’esattezza, salvo ripensamenti della Commissione giudicante che al momento è difficile anche soltanto immaginare. Il giudice infatti è stato persino più duro del procuratore federale, che per il play di Milano aveva chiesto 5 mesi di squalifica: sono diventati 6, a partire dal 12 ottobre che incidentalmente è la data della prima giornata del campionato. In soldoni: Hackett potrebbe paradossalmente giocare la supercoppa italiana, in calendario il 4 e il 5 ottobre a Sassari, poi si fermerebbe fino alla 12ª giornata di ritorno del campionato, con l’EA7 impegnata in trasferta con Capo d’Orlando. Altro discorso per l’Eurolega, dove in li- La nuova serie A Il calendario Presentato ieri a Milano il calendario della nuova serie A 2014-15 di basket 1ª giornata 12 ottobre Sassari-Bologna Roma-Caserta Brindisi-Pesaro Varese-Cantù Avellino-Venezia Cremona-Milano Trento-Reggio Emilia X-Pistoia La X riguarda il nome della squadra che prenderà il posto di Siena, con ogni probabilità Capo d’Orlando nea teorica l’azzurro (azzurro?) potrebbe più o meno tranquillamente essere schierato. Il problema è un altro: dopo una squalifica di 26 giornate, Hackett rimarrà ancora un giocatore di Milano? La società campione d’Italia sta alla finestra, in attesa dei tre gradi di giudizio (oggi DH presenterà ricorso alla Commissione giudicante, poi entro 30 giorni dalla pubblicazione della sentenza potrà rivolgersi al Collegio di garanzia del Coni), ma è evidente che anche uno sconto di pena obbligherebbe il club ad andare sul mercato per cercare un giocatore da quintetto, quale Hackett è. Il che significa che buona parte dell’ingaggio del play pesarese andrebbe riutilizzata per mettere sotto contratto un nuo- All’estero? Daniel Hackett potrebbe pagare cara la squalifica di 6 mesi decisa dalla Federbasket italiana: anche andando all’estero potrebbe giocare solo in Eurolega (Ansa) vo giocatore, «straniero, perché di italiani importanti come Daniel non ne esistono» ha dichiarato il gm milanese Flavio Portaluppi. Traduzione: Hackett rinuncia a gran parte del suo ingaggio per far posto a un altro giocatore (farli poi coesistere in Eurolega sarebbe un altro problema) oppure Milano licenzia Hackett per giusta causa. Detto che una squalifica di 6 mesi per un atleta di 26 anni che ha abbandonato il ritiro azzurro è un’enormità, detto anche che il giocatore si è scusato davanti al giudice («Ho sbagliato», ha ammesso contrito), restano le parole incontrollate date in pasto ai social network e le interviste in cui ha tirato in ballo anche il compagno di squadra a Milano Melli e l’assistente Fioretti, che sono riuscite in un colpo solo a far innervosire i vertici della Federbasket e lo staff Olimpia. Il pentimento tardivo sembrava aver convinto il procuratore a chiedere il minimo della pena (peraltro pur sempre 21 giornate, non uno scherzo), ma il giudice è stato inflessibile. Resta un dubbio: non si poteva gestire meglio il capriccio di un giocatore? Perdere per un campionato l’mvp delle finali 2013 non è esattamente il massimo. Roberto De Ponti © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Venerdì 25 Luglio 2014 Sport 45 italia: 51575551575557 Giappone, Aguirre nuovo c.t. Inter, Claire Lewis al marketing Lampard al New York City Sarà Javier Aguirre, 55 anni, il nuovo c.t. del Giappone. Il messicano prende il posto di Alberto Zaccheroni, che si era dimesso subito dopo la fine dell’avventura iridata in Brasile. Aguirre ha guidato il Messico ai Mondiali del 2002 e 2010 e l’anno prossimo cercherà di difendere il titolo di campione d’Asia che il Giappone aveva vinto con Zaccheroni nel 2011. Claire Lewis è la nuova Marketing director dell’Inter. Arriva dalla Apple dove, negli ultimi sette anni, si è occupata della divisione iTunes. Nel curriculum vanta esperienze in Mtv Networks Europe, Emi Music, a Londra 2012 e alla Bbc. « Il suo contributo risulterà decisivo per sviluppare il marchio Inter a livello globale» ha detto il Ceo nerazzurro, Michael Bolingbroke. Frank Lampard, 36 anni, giocherà nei New York City, la nuova franchigia del campionato statunitense «gemellata» con il Manchester City. Il centrocampista inglese, che indosserà la maglia numero 8, lascia così il Chelsea dopo 13 stagioni: «Non vedo l’ora di iniziare questa nuova avventura e costruire qualcosa di speciale in una delle capitali dello sport mondiale». Il personaggio Dall’Etna ai Pirenei Le classifiche LO SQUALO ENZO UNA COSA DELL’ALTRO «MUNNO» Ordine di arrivo 18ª tappa, Pau-Hautacam, 145,5 km 1. Nibali (Ita) in 4.04’17’’ (media 35,7 km/h) 2. Pinot (Fra) a 1’10’’ 3. Majka (Pol) a 1’12’’ 4. Peraud (Fra) a 1’15’’ 5. Van Garderen (Usa) s.t. 6. Bardet (Fra) a 1’53’’ 7. Mollema (Ola) a 1’57’’ 8. Konig (Cec) a 1’57’’ 9. Zubeldia (Spa) a 1’59’’ 10. Valverde (Spa) s.t. 11. Ten Dam (Ola) s.t. 12. F. Schleck (Lus) a 3’30’’ 164. Cimolai (Ita) a 32’14’’ Classifica generale 1. Nibali (Ita) in 80.45’45’’ 2. Pinot (Fra) a 7’10’’ 3. Peraud (Fra) a 7’23’’ 4. Valverde (Spa) a 7’25’’ 5. Bardet (Fra) a 9’27’’ 6. Van Garderen (Usa) a 11’34’’ 7. Mollema (Ola) a 13’56’’ 8. Ten Dam (Ola) a 14’15’’ 9. Koenig (Rce) a 14’37’’ 10. Zubeldia (Spa) a 16’25’’ 11. Rolland (Fra) a 17’48’’ 12. F. Schleck (Lus) a 21’33’’ 20. Porte (Aus) a 50’01’’ 27. Rogers (Aus) a 1.12’36’’ 29. Gallopin (Fra) a 1.24’55’’ 41. Visconti (Ita) a 1.53’40’’ 164. Cheng (Cin) a 5.30’36’’ Così oggi 19ª tappa, Maubourguet Pays du Val d’Adour-Bergerac, 208,5 km Così in tv ore 14.15: Eurosport ore 15.05: Raitre, RaiSport2 momenti d’oro aveva il sessanta per cento di globuli rossi nel sangue. Nibali oggi non arriva al 45. Riis (come tantissimi corridori dell’epoca) era un mutante, Nibali ha valori comparabili con quelli di un ragazzo sano della sua età. Ma non era solo il sangue del campione a fare la differenza. Negli anni Novanta l’Epo plasmava squadroni di gregari in grado di tenere i ritmi altissimi fino a metà salita proteggendo a ruota i loro capitani a velocità folli. Adesso squadre come l’Astana pagano pesantemente il lavoro delle prime settimane: quando il gioco si fa duro il loro leader, com’è successo ieri, deve giocare da solo. Vincenzo Nibali sull’Hautacam non ha soltanto vinto il Tour de France: ha anche cancellato la vergogna che incombeva su una montagna simbolo del ciclismo. Marco Bonarrigo U La scalata Salita da Ayros-Arbouix (456 m) a Hautacam (1.520 m) Lunghezza: 13.600 m Dislivello: 1.064 m Pendenza media: 7,8% Bjarne Riis 1996 Tempo scalata: 34’35’’ Watt medi: circa 470 VAM: 1.839 metri/ora Lance Armstrong 2000 Tempo scalata: 36’25’’ Watt medi: circa 430 VAM: 1.753 metri/ora Vincenzo Nibali 2014 Tempo scalata: 37’26’’ Watt medi: circa 370 VAM: 1.690 metri/ora tempo reale di corsa 4.04’42’’ medi di tappa 258 watt velocità media effettiva 35,1 pedalate medie al minuto 80 © RIPRODUZIONE RISERVATA CORRIERE DELLA SERA conquistò la tappa ma indossò la maglia gialla) avrebbe stracciato il siciliano, rifilandogli quasi un minuto e mezzo. Almeno altri venti corridori (tra cui oscuri gregari di cui si è persa ogni memoria) andarono più forte di lui. Quelli del danese e del texano (entrambi rei confessi di doping) erano motori disumani, in grado di sostenere per oltre mezz’ora un numero di giri che oggi i migliori scalatori del mondo (su bici più leggere e performanti) faticano a mantenere per quindici minuti. Basta un’occhiata ai vecchi filmati su Youtube per rendersi conto visivamente delle differenze. Riis nel 1996 saliva mulinando rapporti lunghissimi, rilanciava in continuazione, procedeva per volate progressive senza dare segni di sofferenza. Nibali ieri avanzava agile, con fatica, a ritmo uniforme. Un robot contro un essere umano. Il Riis dei di PAOLO DI STEFANO Squalu do Strittu. Vincenzo, detto Enzo, piace ai siciliani non per la sua eccezionalità, ma per la sua eccezionale normalità: non è un super, dicono, ma è «nu bravu picciottu, talentuoso, perseverante, sgobbone, umile, uno che si sa adattare alle situazioni, uno che conosce la sofferenza come i siciliani migliori, che con la sofferenza sono arrivati dappertutto». Non per niente «Semu cca cu ttia» (siamo qua con te) e «Stamu arrivannu» (stiamo arrivando) sono gli striscioni che lo accompagnano ovunque in questi giorni. Più che lo Squalo dello Stretto, un pescecane da bestiario fantastico: lo Squalo delle Alpi, e adesso lo Squalo dei Pirenei. Nemmeno lo scrittore messinese Stefano D’Arrigo, autore del romanzo epico-marino «Horcynus Orca», ambientato proprio tra Scilla e Cariddi, poteva immaginare nulla del genere: uno squalo del pedale, diviso tra la terra madre, il Kazakistan della sua squadra, il Ticino dove abita, uno Squalu do Strittu che furoreggia sulle alpi francesi. Da bambino, Enzareddu le Alpi non sapeva nemmeno che esistessero, figurarsi i Pirenei, Carcassonne, il Tourmalet... Le montagne più vicine avevano nomi meno noti al mondo, ma più familiari in casa Nibali: i Nebrodi, le Madonie, gli Iblei... Robetta da eterni dilettanti, da cicloamatori del sabato pomeriggio e della domenica. Per fortuna c’è sempre stato u Mungibbeddu, il Mongibello chiamato a Muntagna per antonomasia, come se non ne esistessero altre al mondo. L’Etna, il Ventoux della Sicilia: Nicolosi, Trecastagni, Zafferana, rifugio Sapienza... Negli anni Ottanta, il Giro dell’Etna (giro nel senso che non si saliva ma si aggirava la base del vulcano) vantò vincitori noti anche in Francia: Wladimiro Pa- nizza, Beppe Saronni, Francesco Moser, che nell’85 precedette l’olandese Van der Velde. Enzino non aveva ancora un anno, ma è probabile che papà Salvatore e mamma Giovanna già l’avessero portato da quelle parti, prendendolo in braccio perché ammirasse quello che sarebbe diventato il suo idoloper-sentito-dire. La verità è che i siciliani non avevano mai visto nessuno Squalu né Orca locale come lui, che in realtà è uno squalo gentile e mite, un «passista-rampicatore», dicono i suoi conterranei più esperti, «uno che sembra nato sul pavé», uno che «sale senza scomporsi, sempre assittato sulla sella». È vero che Luigi Pirandello nel 1933 scrisse «I giganti della montagna» ma a dispetto del titolo nella sua tragedia non c’era nessuna profezia sui «grimpeur» del pedale. Eppure qualche piccolo gigante della montagna in senso ciclistico la Trinacria l’avrebbe messo al mondo. Tre avolesi in particolare: tre gregari da fare invidia, ma pur sempre gregari. Carmelo Barone, classe 1956, Coppa Bernocchi e Trofeo Baracchi 1977, gregario in nazionale a San Cristobal, vincitore del Giro di Umbria 1979, una tappa al Giro d’Italia 1980 e poco (ma tanto) altro. Poi, vent’anni dopo, vennero altri due gregari: Paolo Tiralongo, un cognome un destino, e Giampaolo Caruso, oggi 33 anni e ancora attivo sulle strade e soprattutto nelle salite, quarto all’ultima Liegi-Bastogne-Liegi. La verità è che Nibali li ha cannibalizzati tutti in pochi anni. Nessuno aveva mai visto un «caruso» isolano pazziare e piazzarsi al Tour de France. Tanto meno, due: Visconti e Nibali. Cose di l’autru munnu, cose dell’altro mondo. Un tempo i francesi s’incazzavano per molto meno. © RIPRODUZIONE RISERVATA Formula 1 Il team principal della Mercedes guarda già al 2015: «Mai mi sarei aspettato un dominio simile, ma lavoriamo anche per il futuro» Wolff: «Occhio alla Ferrari, la vedo motivata» Sono giorni duri per Toto Wolff. Schivata la tempesta scatenata dalle dichiarazioni di Lauda sulla Ferrari, — «Niki parla a titolo personale» — il capo della Mercedes è stato protagonista martedì di un brutto volo in bicicletta nel quale è stato coinvolto anche il dt Paddy Lowe (se l’è cavata con qualche graffio). È andata molto peggio a Toto: fratture alla spalla, al gomito, alla clavicola e al polso. Lui ci scherza su cinguettando prima del Gp di Ungheria: «Lewis e Nico a 300 all’ora sono più bravi di noi, che andiamo a 30 all’ora». Lo consola la moglie Susie, pilota della Williams: «Mio marito che eroe. Ora dovrò fare l’infermiera». Wolff comunque è a Budapest e ad alleviare il dolore potrebbe essere un altro successo delle Frecce d’argento. Sul futuro della Formula 1 il boss austriaco ha le idee chiare: sì ai cambiamenti, ma niente rivoluzione. In Mercedes avete lavorato tanto ne- Successo Toto Wolff, 42 anni (Epa) gli ultimi tre anni, ma vi aspettavate di essere così forti? «Se parti pensando di vincere 6 gare di fila significa che hai perso il contatto con la realtà. Oppure sei arrogante. Sapevamo di avere una buona macchina. Mai ci saremmo aspettati un dominio simile». Crede che questa Mercedes possa aprire un ciclo di vittorie come la Ferrari di Schumacher e la Red Bull? «Spero di sì. Ma sarebbe un errore darlo per scontato. Abbiamo visto alcuni team costruire la loro supremazia in un paio di anni. Abbiamo forse qualche garanzia che sarà così anche per noi? No, dobbiamo continuare a spingere come matti per mantenere il divario». Intanto non deve essere facile per lei gestire la rivalità fra Nico e Lewis. «I media esagerano. Sono due piloti intelligenti che lottano per il vertice. Nessun problema con loro». A Rosberg è stato rinnovato il contratto, a Hamilton ancora no. Perché? «Perché quello di Nico scadeva a fine stagione e andava prolungato. Lewis per noi è importantissimo, ma il suo impegno è ancora lungo». Ma lei lo confermerebbe? «Assolutamente sì». In Ungheria Da oggi a domenica a Budapest, sul circuito dell’Hungaroring, la tre giorni del Gp d’Ungheria. Questo il programma Così oggi ore 10-11.30: prove 1 Tv: SkySportF1, RaiSport2 ore 14-15.30: prove 2 Tv: SkySportF1, RaiSport1 Così domani ore 11-12: prove 3 Tv: SkySportF1, RaiSport2 ore 14-15: qualifiche Tv: Raidue, SkySportF1 Così domenica ore 14: Gp d’Ungheria Tv: Raiuno, SkySportF1 Ai vostri avversari non resta che pensare al 2015. Riusciranno a ridurre il distacco? Chi la preoccupa di più la Red Bull o la Ferrari? «Sono tutte e due competitive. La Red Bull ha vinto quattro titoli, guai a sottovalutarla. La Ferrari la vedo molto motivata, ha persone e risorse per fare bene. Sono sicuro che tornerà molto forte». La F1 perde ascolti. Lei è ha detto che l’importanza dei nuovi media è sottovalutata. Ha un’idea per rilanciarla? «Il calo è naturale se si passa dalla tv gratuita a quella a pagamento. È poi cambiato il modo di vedere le corse. Dieci anni fa si passava la domenica pomeriggio davanti al televisore, ora non più. Bisogna trovare un modo per distribuire la F.1 su smartphone e tablet così ognuno può vederla dove e quando vuole. L’interesse non diminuisce, il pubblico sta solo migrando verso nuovi mezzi di comunicazione. Sono molto ottimista perché la F1 è un grande contenuto, dobbiamo smetterla dire che è brutta perché ci facciamo solo del male». Il presidente della Fia Jean Todt, su spinta del numero uno della Ferrari Montezemolo, ha convocato un tavolo con tutti i protagonisti per discutere del futuro della F1. Che ne pensa? «Che è nel nostro interesse. Siamo tutti nella stessa barca. Le persone intelligenti si ritrovano per parlare». Ma se vi chiedessero di cambiare alcune regole sareste favorevoli? «Certo. Ma è anche importante la stabilità. La gente ama il calcio perché sa come si gioca. Possiamo modificare qualcosa ma senza stravolgere il modello attuale, perché più lo fai e più crei incertezza. Servono punti fermi e non continue richieste di cambiamento». Quando sua moglie Susie scende in pista è preoccupato? «Guida molto meglio di me. Da marito non sono tranquillo, è naturale, ma so che corre da molto prima di incontrarmi. Sono fiero di lei». Daniele Sparisci © RIPRODUZIONE RISERVATA 46 italia: 51575551575557 Venerdì 25 Luglio 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Venerdì 25 Luglio 2014 Sport 47 italia: 51575551575557 Elezioni Figc Il vicario di Abete sarà eletto l’11 agosto Mercato La serie A copia la B Albertini scaricato via libera a Tavecchio Vidal avverte la Juventus «Non so se resterò» Juve e Roma non firmano il documento MILANO — Tutto è deciso. Lunedì 11 agosto Carlo Tavecchio, 71 anni, alla guida della Lega Dilettanti dal 1999, sarà eletto presidente della Federcalcio e raccoglierà l’eredità di Giancarlo Abete, che si è dimesso il 24 giugno, dopo l’eliminazione dell’Italia dal Mondiale brasiliano (0-1 con l’Uruguay). I dubbi su Tavecchio for president, che già erano pochi, sono spariti ieri a Milano, quando 18 società di serie A su 20 hanno sottoscritto un documento di appoggio a Tavecchio, con le eccezioni di Juve e Roma. Demetrio Albertini, che era stato spinto a scendere in campo da uomini di apparato e da quella che in altri ambiti si definirebbe la «società civile» e aveva raccolto l’invito lunedì scorso, è stato abbandonato al proprio destino a tempo di record. Decisiva è risultata la mossa del presidente della Lega di B, Andrea Abodi, che aveva annunciato di puntare su Tavecchio già martedì, con una mossa da politico consumato, spinto dalla base e anche dall’ipotesi di diventare presidente della Figc a partire dal 2016. Fondamentale è stato l’intervento in assemblea del presidente della Lazio, Claudio Lotito (eletto consigliere federale, insieme con Gino Pozzo), che in tre minuti ha attaccato Albertini (in sintesi: è stato in Figc per otto anni come vice-presidente e che cosa ha combinato?). Albertini ha commentato: «È stata una giornata molto intensa, il pallone resta la mia passione». In queste ore valuterà se confer- Il personaggio Favorito Carlo Tavecchio (Ansa) mare la propria candidatura o se fare un passo indietro. Non lo faranno Assocalciatori e Assoallenatori, che presenteranno comunque un candidato: Albertini, se accetta o il presidente dell’Aic, Damiano Tommasi. Vista la situazione, i club di A hanno accettato l’idea di Tavecchio presidente, preparando un programma impegnato. Andrea Agnelli, che ha sintetizzato i punti salienti in un documento, ha spiegato: «Su questi obiettivi la convergenza è totale. Se riusciremo a realizzare in un anno e mezzo la metà di quello che è scritto nel documento dovremo essere molto soddisfatti». Agnelli si era sfilato per tempo dall’ipotesi di essere designato consigliere federale: «Avendo detto che ritenevo Tavecchio inadeguato, non avrei mai potuto entrare in un Consiglio da lui guidato». Fra i punti qualificanti del documento (approvato all’unanimità), c’è il ritorno della A a 18 squadre e della B a 20, ma il vero problema sarà trovare un’intesa su promozioni e retrocessioni. Quanto a stranieri e vivai, si vedrà: i buoni propositi vengono recitati da anni. Ha detto De Laurentiis: «Non si tratta tanto di rinnovare, quanto di avere una visione di quello che dovrebbe essere il calcio italiano fra dieci anni». Agnelli (eletto in Consiglio di Lega insieme con Angelomario Moratti, Cognigni, Campedelli e Zamparini) ha espresso il desiderio di arrivare alle primarie Schierato Contrario Aurelio De Laurentiis, 65 anni, presidente del Napoli, ha annunciato il voto proTavecchio della Lega serie A (LaPresse) Andrea Agnelli, 38 anni, presidente della Juventus, guida il fronte del rinnovamento ed è contrario alla candidatura Tavecchio (Ansa) Calciatori delusi Giocatori e tecnici voteranno un altro candidato: o Albertini oppure Tommasi per scegliere i candidati alla presidenza («non più una soluzione dall’alto in basso, ma dal basso in alto») e Tavecchio si presenta oggi a Roma avendo l’appoggio delle quattro Leghe (in linea teorica vale il 68%), con una maggioranza che gli con- Amichevoli La Roma vince contro il Liverpool. Udinese e Torino k.o. La tournée americana della Roma inizia con un successo. Al Fenway Park di Boston, i giallorossi vincono 1-0 contro il Liverpool grazie a un gol di Borriello, siglato allo scadere sugli sviluppi di un calcio d’angolo. Rudi Garcia può sorridere, avendo avuto buone indicazioni dal suo 4-3-3 e dal 4-2-3-1. Tutti aspettavano Iturbe, all’esordio dal primo minuto, ma il migliore in campo è stato Benatia. Sconfitti, invece, Udinese e Torino. I friulani perdono 3-2 contro la Dinamo Mosca. Nella squadra di Andrea Stramaccioni in evidenza Totò Di Natale, autore di una doppietta. Da parte sua, il Torino perde 1-0 a Brunico contro il Rubin Kazan. Per i russi decisivo il gol di Devic. Giovedì 31 luglio il Torino debutterà in Europa League contro gli svedesi del Brommapojkarna, ma c’è apprensione per Barreto, costretto a uscire per infortunio dopo un intervento duro. © RIPRODUZIONE RISERVATA sentirà di formare una squadra forte e coesa, tenendo conto che per statuto non può scegliere i vice-presidenti (devono essere votati dai consiglieri), contrariamente a quanto è stato scritto con riferimento a Macalli e Lotito. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, dopo aver incontrato i candidati, ha riassunto: «È necessario concentrarsi sui programmi per il bene dello sport e del calcio italiano, in una competizione rivolta alle cose da fare». Che sono tante, ma che non spaventano Tavecchio. Era il vicario di Abete. Non proprio la rivoluzione della quale si parla dal 24 giugno, quando il calcio italiano aveva scoperto di essere tutto da rifare. Ha lavorato 18 anni e allenato in tutte le categorie, ora debutta in A coi toscani: tra giovani talenti, buoni libri e sigarette «Redistribuire gli introiti per avere una A più equilibrata» Colleghi, amici, parenti. Quanti sono quelli che vivono per il calcio e intanto si occupano di tutt’altro, pensando all’allenamento serale, alla partita del fine settimana. Maurizio Sarri da ragazzo ha lasciato l’università e ha diminuito l’impegno da giocatore dilettante per un lavoro di responsabilità in banca, con il borsone e gli scarpini sotto la scrivania. Diciotto anni dopo ha fatto il percorso inverso, da allenatore del Sansovino (provincia di Arezzo) che ha portato dall’Eccellenza tra i professionisti. Oggi a 55 anni debutta in A sulla panchina dell’Empoli. A fargli compagnia, sigarette, buoni libri e una valigia di esperienze: dalla seconda categoria, ha allenato (e vinto) in tutti i campionati. «Il lavoro in banca cominciava a pesarmi — racconta il tecnico nato a Napoli ma toscano doc —. Il passo non è stato facile, ma la famiglia era d’accordo. La serie A adesso la vedo come un completamento e non mi fa molto effetto: il mio obiettivo vero era quello di fare della mia passione un lavoro e ci ero già riuscito. Di certo il calcio non è tutto uguale, ma non è detto che le emozioni e le soddisfazioni interiori siano più grandi se si sale di categoria». Papà Amerigo, classe ’28, è stato un ciclista negli anni 50, categoria indipendenti. Anche lui ha lasciato presto la vita d’atleta: «Era difficile guadagnare cifre accettabili e si è ritirato a 25 anni, poi ha avuto l’opportunità di entrare nella squadra di Gastone Nencini, che ha vinto il Tour, ma ha preso un’altra strada. Io ricordo i pomeriggi a Chi è Neopromosso Maurizio Sarri, 55 anni, allenatore dell’Empoli dal 2012 (LaPresse) vedere Merckx, ma anche le notti a guardare i match di Cassius Clay: sono un innamorato dello sport». La sfida di Sarri è anche contro le etichette. Una però se la tiene volentieri: quando giocava come stopper, capitava che i centravanti avversari si dessero malati. «Era un altro calcio, con difensori aggressivi e arbitri più tolleranti: ero un cattivo abbastanza sano, ma con momenti di svalvolamento, come si dice in Toscana. Oggi mi piacerebbe marcare uno come Llorente...». Uno dei difensori centrali del futuro è titolare dell’Empoli: Daniele Rugani, 20 anni, già a metà con la Juventus. «Ha la testa di un 30enne — spiega Sarri — una grande passione e una professio- nalità che lo fanno restare all’allenamento dalle 2 alle 7. Ci viene in bici, gliel’hanno anche rubata due volte... A Empoli ci sono l’ambiente giusto e la società giusta per far crescere i giovani. E ho anche la fortuna di avere dei ragazzi che alla sera fanno una partita a carte invece di chiudersi in stanza: io sono contro i social network, socializzare sui pc per me è una bestemmia. Ma sono contro le imposizioni che non riguardano il campo». A proposito di campo: l’Empoli gioca un 4-3-1-2, con due 36enni in attacco, Tavano e Maccarone. «C’è la volontà di non snaturarci — sottolinea Sarri — anche se c’è l’obbligo di fare risultati in un campionato molto squilibrato. Si parla tanto di ridurlo a 18 squa- Professionista dal 2003 Maurizio Sarri, 55 anni, napoletano di origine ma cresciuto in Toscana, ha allenato a lungo tra i dilettanti e dal 2003, tra i professionisti, quando arriva la chiamata della Sangiovannese, dove resta due anni. Dal 2005 inizia una lunga trafila fra serie B e Lega Pro: Pescara, Arezzo, Avellino, Verona, Perugia, Grosseto, Alessandria e Sorrento Trionfo in serie B Prosciolto nell’ultimo calcioscommesse, nel 2012 viene scelto dall’Empoli dove sfiora subito la promozione in A, perdendo la finale playoff con il Livorno. Il presidente Corsi gli rinnova il contratto per altre due stagioni e Sarri ripaga la fiducia guidando l’Empoli al trionfo dello scorso maggio: secondo posto e promozione diretta in A Incerto Arturo Vidal (LaPresse) Fabio Monti © RIPRODUZIONE RISERVATA Sarri, dalla banca all’utopia dell’Empoli «Noi spacciati? Lotteremo come bestie» MILANO — Pensierino della sera. Appena sbarcato all’aeroporto di Caselle Arturo Vidal ha dato il suo messaggio di bentornato: «Non so se resto a Torino. Sono felice qui, ma devo ancora parlare con la società e l’allenatore. Lo farò lunedì. Manchester futura destinazione? No». Bum. Il futuro del centrocampista cileno continua a essere il tormentone di mercato della Juventus. Escludendo lo United, quale potrebbe essere la sua destinazione? Il Daily Mail dice di un’offerta del Liverpool di 43 milioni di euro, che con i bonus potrebbe arrivare ai 50 che la Juve chiede. I bianconeri non hanno intenzione di separarsi dal giocatore a meno che spuntino offerte clamorose o sia lo stesso Vidal a chiedere la cessione. Intanto hanno verbalmente trovato l’accordo con il Verona per Romulo (prestito oneroso con obbligo dre, ma andrebbe riequilibrata la realtà esistente con una redistribuzione degli introiti. È un’utopia, me ne rendo conto». E la salvezza: anche quella è un’utopia? Ecco la prima etichetta da togliersi di dosso: «Ci sono già due squadre considerate da tutti come retrocesse. Una è la nostra, ma questo ci deve dare degli stimoli impressionanti. Lotteremo come bestie assatanate, anche se non siamo una squadra di fisicità feroce: i nostri valori saranno palleggio e applicazione tattica». La seconda etichetta, quella dei fantomatici «33 schemi sulle palle inattive»: «In passato l’ho pagata perché il calcio è un mondo chiuso e abbastanza gretto, per cui appena perdi due partite si scatena l’odio di certi tifosi». La terza etichetta: il vestito sempre nero per scaramanzia. «Succedeva a Sansovino, Lunga gavetta Dalla seconda categoria ai grandi stadi: «La A è un completamento L’obiettivo era fare della mia passione un lavoro» ma era la divisa sociale...». Quarta etichetta, affumicata: «Tre pacchetti sono molti e non ne vado orgoglioso. Ma quando ho provato la sigaretta elettronica, dopo 7 ore l’ho fatta volare...». Quando esce dal campo Sarri lavora fino a tardi al computer, con cui studia video e dati. Il tempo per i libri però non manca: «In ritiro ho portato Vargas Llosa, ho amato anche Bukowski, John Fante e leggo tutto di Amelie Nothomb». Ma un libro a un giocatore l’ha mai consigliato? «L’ultimo tre giorni fa, quello del tennista Djokovic, per far capire la professionalità di un atleta di altissimo livello». Paolo Tomaselli © RIPRODUZIONE RISERVATA Obiettivo Joel Campbell (Reuters) di riscatto): l’operazione si aggira attorno agli 8 milioni. Poi potrà, forse, partire Isla (Olympique Marsiglia o Newcastle). Filippo Inzaghi sogna Cerci, seguito anche dal Monaco, ma l’ultima suggestione è un giocatore messosi in luce al mondiale. Si tratta dell’ala del Costarica Joel Campbell, attualmente all’Arsenal, in prestito all’Olympiakos nell’ultima stagione. Classe 1992 costa intorno ai 10 milioni. Altro nome il messicano Giovani Dos Santos del Villarreal. Ma ogni acquisto è subordinato alla partenza di Robinho. «Stiamo aspettando altre offerte. C’è una trattativa con Orlando — dice l’ad Adriano Galliani — ma siamo lontanissimi». Davide Astori è della Roma (che si aggiudica anche Sanabria dal Sassuolo): arriva in prestito oneroso: 2 milioni con diritto di riscatto a 5. Nella Capitale il clima contro Lotito e il ds Tare resta teso. Nella scorsa notte il ds che aveva provato a riaprire la trattativa con il Cagliari ha poi avuto un confronto con gli ultrà. «Se a fine mercato le cose non saranno andate bene, mi dimetterò». Il presidente Giulini così ha spiegato la fine della trattativa: «Astori era stato approcciato da 3-4 club ma nessuno ha avanzato un’offerta che valorizzasse il giocatore. Finché è arrivata la Roma». Prosit. Monica Colombo © RIPRODUZIONE RISERVATA 48 Venerdì 25 Luglio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Isabella, Carlotta e Francesco Maria con profondo dolore annunciano limprovvisa scomparsa del loro amatissimo marito e padre Antonio Maria Guffanti Titti grazie per tutto il bene che ci hai regalato, sarai sempre nei nostri cuori.- Per data e ora del funerale contattare il n. 3386782937. - Mozzate, 24 luglio 2014. Partecipano al lutto: Marco e Cristina Stella. Roberto e Mariangela Pasqualetti. Roberto e Vera Mariani. Fausto e Marina Fraccaroli. Claudio e Silvia Bassani. Franco e Lalla Vittadini con i ragazzi. Caro Titti nessuna parola, troppo dolore.- Massimo. - Rovellasca, 24 luglio 2014. Pupo e Paola con Diletta, Gaia e Giacomo abbracciano con grande affetto Isabella, Carlotta e Francesco per la scomparsa del carissimo Titti - Saronno, 24 luglio 2014. Tita e Luca piangono la tragica scomparsa di Titti - Rovellasca, 24 luglio 2014. Carlo Maria insieme a Ursula, Lavinia e Carmelo è profondamente addolorato per questa prematura e tragica morte del fratello Titti Ciao zio Titti Abbraccio Isabella, Carlotta e Francesco Maria con affetto. - Cassina Rizzardi, 24 luglio 2014. sarai sempre nei nostri pensieri.- Con tristezza immensa Niccolò Luca e Cristiana abbracciano Isabella, Cecio, Carlotta. - Marina di Campo, 24 luglio 2014. Cecio e Cocò vi sono vicino con tanto affetto per la perdita del vostro papà Partecipano al lutto: Mauro e Aurora De Vilas. Titti e un caro pensiero a Isa.- Daryouch. - Pienza, 23 luglio 2014. Attoniti ci stringiamo alla zia Isa, Cecio e Cocò per limprovvisa perdita dello zio Titti Bami con Giovanna, Gyla con Fabio, Sosso. - Camorino, 23 luglio 2014. Titti è stato bello averti nella nostra vita, ci lasci un grande vuoto ma il tuo ricordo vivrà per sempre con noi.- Marco e Luisella Denegri. - Lomazzo, 24 luglio 2014. Titti uno zio, un amico, un esempio.- Grazie per tutto quello che hai fatto per noi.- Non ti dimenticheremo mai.- Edoardo e Eleonora. - Lomazzo, 24 luglio 2014. Ghisalberto ed Elena Colleoni sono vicini con affetto a Isabella, ai figli e a tutti i loro cari ricordando con rimpianto il caro amico e compagno di studi Dottor Ingegnere Antonio Maria Guffanti - Bergamo, 24 luglio 2014. Nel ricordo incancellabile di Titti e noi penseremo sempre a te, come se fossi sempre in campo con noi. - Milano, 24 luglio 2014. Piero e Silvia Piazzi increduli e profondamente addolorati abbracciano Isa, Cecio e Carlotta con tanto affetto per la perdita del loro caro Titti - Milano, 24 luglio 2014. Luigi e Anna con Alessandro e Benedetta affranti e commossi piangono la scomparsa di Titti Guffanti caro amico di una vita, geniale compagno di tante vacanze elbane e stringono in un abbraccio affettuoso Isa, Carlotta e Cecio. - Azzio, 24 luglio 2014. Ciao Titti papà ti abbraccio Anna amica mia.- Carla. - Milano, 24 luglio 2014. Marco e Raffaella sono affettuosamente vicini ad Anna nel dolore per la perdita dellamato papà Rolando - Milano, 24 luglio 2014. Maurizio Dallocchio ed Enrica si stringono ad Anna per la scomparsa del papà sig. Rolando Gervasoni nella certezza che il dolore di oggi lascerà presto spazio alla gioia per gli insegnamenti e lesempio ricevuti. - Milano, 24 luglio 2014. Giorgio e Franca, con Giovanni, Alessandra, Angelo, Giorgio e Rossana, sono affettuosamente vicini a Peppi e Anna nel ricordo dellamico nonno Alfredo grazie di averci voluto tanto bene.- Valentina, Anna, Vittorio e la tua piccola Miky. - Seregno, 25 luglio 2014. Partecipano al lutto: I suoi Alessandro, Evelyn con Juan Carlos, Richard e Lidia. Il Presidente, anche a nome del Consiglio Consortile, del Consiglio di Amministrazione e della Consulta di Cineca, esprime il più profondo cordoglio per la scomparsa della sig.ra Luisa Ronconi moglie del Dottor Luciano Salsi, Presidente del Collegio dei Revisori dei Conti di Cineca. - Bologna, 24 luglio 2014. Il Direttore Generale, anche a nome del personale di Cineca, partecipa con grande commozione al dolore del Dottor Luciano Salsi, Presidente del Collegio dei Revisori dei Conti di Cineca, per la scomparsa della moglie Luisa Ronconi 25 luglio 2013 - 25 luglio 2014 Nonno Epifanio Caro nonno, mi manchi tanto, so che mi osservi e sorridi con me.- Il tuo campione Giulio. - Milano, 25 luglio 2014. 25 luglio 2013 - 25 luglio 2014 Prof. Arch. Epifanio Li Calzi I collaboratori dello Studio Li Calzi ricordano lArchitetto con affetto e stima. - Milano, 25 luglio 2014. 25 luglio 2013 - 25 luglio 2014 Alessandro Guarnieri Sei sempre vivo nei nostri cuori.- La mamma, il papà e Betta ti ricordano con profonda commozione e infinito rimpianto. - Milano, 25 luglio 2014. - Bologna, 24 luglio 2014. Avvocato Giorgio Cocchi Gabriella Anghelone Schintu Non sei più dove eri ma sei ovunque noi siamo.Mamma e papà. - Corte Franca, 25 luglio 2014. Titti abbracciano commosse Isabella e tutta la famiglia. - Milano, 24 luglio 2014. Danilo e Jessica Carabelli con i figli Raffaella, Giuseppe, Debora, Elena, profondamente addolorati per limprovvisa scomparsa del caro Rolando sig. Rolando Gervasoni - Napoli, 25 luglio 2014. Nino Tronchetti Provera è vicino con affetto ad Anna ed a tutta la sua famiglia per la perdita del papà Rolando - Milano, 24 luglio 2014. Il Consiglio di Amministrazione e tutto il team di Ambienta Sgr partecipano al lutto della famiglia per la perdita di Titti Rolando Gervasoni Ti ricorderemo sfrecciare sulle nevi di Cervinia.Alberto Clara e Alessandro costernati per la tragica scomparsa si uniscono al dolore di tutta la famiglia. - Montecarlo, 24 luglio 2014. Miljan e Dolly Todorovic sono vicini ad Anna per la perdita dellamato papà Marco e Debora con Marianna e Carlotta partecipano commossi al dolore di Isabella, Carlotta, Francesco e di tutti i familiari per la tragica scomparsa del loro caro ed amatissimo Titti - Solbiate Arno, 25 luglio 2014. Ciao mio fraterno amico Titti la tua simpatica ed esuberante vivacità e la tua leale amicizia rimarranno per sempre con me.Marcolino. - Solbiate Arno, 25 luglio 2014. Peter e Francesca addolorati e increduli piangono la scomparsa di Titti e si stringono con affetto a Isabella e ai ragazzi. - Milano, 24 luglio 2014. Condomini e amministratore di Villa Mazzorin - Luvinate partecipano al lutto dei famigliari per la scomparsa della signora Serenella Cambiasi ved. Bellani - Luvinate, 22 luglio 2014. sarai sempre con noi!- Lollo, Cristina, Andrea, Laila, Luca, Sara abbracciano forte Isabella, Carlotta e Cecio. - Milano, 24 luglio 2014. Ricordando il dolce sorriso del tuo 25 luglio 2013 - 25 luglio 2014 Prof. Arch. Epifanio Li Calzi Sei sempre con noi.- Laura, Giovanni, Cecilia e Giulio. - Milano, 25 luglio 2014. - Milano, 24 luglio 2014. Ciao Titti Ciao caro Fernanda Savasta ved. Gianni - Milano, 24 luglio 2014. Amedeo Giurazza si unisce al dolore della cara amica Anna per la perdita del padre Titti Gli "amici di Grombo" con Liliana e Pino, ancora increduli, si stringono con un forte abbraccio a Isa, Carlotta e Cecio e ricordano i tanti bellissimi anni passati assieme a giocare, scherzare e arrabbiarsi, ma sempre a sorridere con quellamicizia e affetto che ci ha tenuto sempre uniti.- Da lassù guardaci caro Rolando Gervasoni - San Donato Milanese, 24 luglio 2014. Partecipa al lutto: Patrizia Maria Gatti. I condomini e lamministratore del condominio "Casa della Fontana" viale Vittorio Veneto, n. 24 - Milano, partecipano addolorati al lutto per la scomparsa della signora Marina Colombo e Marina Sordillo affrante per limprovvisa scomparsa di sono affettuosamente vicini a Isabella, Francesco e Carlotta. - Solbiate Arno, 24 luglio 2014. Titti - Lodi, 23 luglio 2014. Cristiana e Alessandro sono vicini con affetto ad Anna, Luigi, Maria e alla signora Peppi per la scomparsa di Alfredo Torchiana Il nostro meraviglioso e grande "uomo" se ne è andato lasciandoci in un disperato dolore.- Lo annunciano la sua Luisa, le figlie Elena, Elisabetta, Laura con Marco, Alessandra con Luca, Erika e gli adorati nipotini!- I funerali avranno luogo in Seregno sabato 26 luglio alle ore 16.30 direttamente nella Basilica San Giuseppe.- Un doveroso ringraziamento a tutta lequipe del reparto di terapia intensiva dellOspedale di Desio, in particolar modo al signor Maurizio Gaiotto. - Seregno, 25 luglio 2014. Guido Alpa con profondo dolore è vicino a Massimo per la prematura perdita della moglie Antonio Maria Guffanti - Milano, 24 luglio 2014. nonno Rolando ci uniamo con affetto al dolore di Cecio, Giugi e Isabella.- I compagni della V B maturità 2004 Istituto Zaccaria e gli amici della classe 85. - Milano, 24 luglio 2014. Profondamente addolorata piango mio genero, uomo buono e generoso.- Giuseppina Miroglio Rinaldi. - Milano, 24 luglio 2014. Gianni e Consuelo abbracciano con affetto Isabella e i ragazzi per la scomparsa del grande amico Massimo, unitamente ai fratelli tutti, abbraccia forte Luigi e Maria ed è vicino ad Anna ed alla nonna Peppi per la triste scomparsa del Gabriella e Alessia abbracciano forte Giovanna e fratelli per la perdita della cara mamma Magda de Riso - Milano, 23 luglio 2014. - Milano, 24 luglio 2014. Rolando - Milano, 25 luglio 2014. Alessandro, Camilla, Karol, Ilaria e Teca Consulting sono vicini ad Anna nella perdita del papà Rolando Gervasoni - Milano, 23 luglio 2014. affettuosa e intelligente amica. - Roma, 25 luglio 2014. Daniele Ripamonti partecipa sentitamente al dolore per la perdita della cara amica Avv. Gabriella Anghelone e si stringe affettuosamente a Massimo. - Milano, 24 luglio 2014. Alice con Luigi, Amelia e Annamaria annuncia la scomparsa di Carlo Cattaneo I funerali si celebreranno a Milano, nella chiesa parrocchiale SantAnna Matrona, via Albani 56 con tumulazione nel cimitero di Gudo Visconti (MI).- Per il giorno e lora dei funerali si prega chiamare lImpresa San Siro al n. 02.32867. - Milano, 24 luglio 2014. Con i conforti religiosi è serenamente mancata Donna Rolando Gervasoni Sergio Einaudi ricorda con enorme nostalgia il suo primo gran maestro in Argentina Carlo Ceribelli amico caro e generoso con un abbraccio grande a tutta la sua grande famiglia. - Roma, 24 luglio 2014. Michele Delvecchio Segre partecipa commosso al dolore di Laura, dei figli e della famiglia per la scomparsa del Dott. Carlo Ceribelli al quale era legato dallamicizia di sempre. - San Felice Circeo, 24 luglio 2014. Francesca Chiaverini Sei sempre nei nostri cuori e nei nostri pensieri.Babbo, mamma, Ludovica, Filippo e Lorenzo. - Milano, 25 luglio 2014. Adriano, con infinita nostalgia, ricorda Giovanna Trezzi Boiocchi nellanniversario della sua morte. - Milano, 25 luglio 2014. Addolorati lo annunciano la sorella Francesca, la nipote Moreschina ed i parenti tutti.- Il funerale ha luogo oggi venerdì 25 luglio alle ore 11.45 nella Basilica Santa Maria delle Vigne. - Genova, 23 luglio 2014. Il Presidente, il Direttore Generale e il personale di Cineca sono vicini al collega Ingegner Luigi Ballardini per la scomparsa del padre Annamaria e Andrea Costantini Scala partecipano addolorati alla scomparsa di 1985 - 2014 Maria De Savino Gussoni Mamma, sempre accanto a me, nel ricordo di tutti i nostri giorni felici.- Aldo. - Milano, 25 luglio 2014. Anna Cugia di SantOrsola Il Presidente Innocenzo Cipolletta, lAmministratore Delegato, i componenti del Consiglio di Amministrazione e del Collegio Sindacale, i dipendenti tutti di Fondo Italiano dInvestimento Sgr S.p.A. si uniscono al dolore della Professoressa Anna Gervasoni per la triste scomparsa del papà - Milano, 24 luglio 2014. 25 luglio 2008 - 25 luglio 2014 Renzo Ballardini - Bologna, 24 luglio 2014. RCS MediaGroup S.p.A. - Via Rizzoli,8 - 20132 Milano SERVIZIO ACQUISIZIONE NECROLOGIE ATTIVO DA LUNEDI A DOMENICA 13.30-19.30 CON SUPPLEMENTO 20% SULLA TARIFFA BASE Tel. 02 50984519 - Fax 02 25846003 www.necrologi.corriere.it e-mail: [email protected] SI ACCETTANO RICHIESTE VIA WEB, E-MAIL E CHIAMATE DA CELLULARI SOLO DIETRO PAGAMENTO CON CARTA DI CREDITO L’INVIO DI UN FAX DEVE ESSERE ACCOMPAGNATO DA COPIA DI UN DOCUMENTO DI IDENTITA’ Riccardo Bechis e accompagna con molto affetto Huguette e tutta la famiglia. - Dalmine, 25 luglio 2014. TARIFFE BASE IVA ESCLUSA: PER PAROLA: È mancato Mario Valeri Manera gran signore veneziano buono e generoso.- Lo piangono con amore e gratitudine Attilio e Gabriella Codognato. - Venezia, 23 luglio 2014. Paolo Baratta piange la scomparsa di Franco Sircana e si unisce a tutti i parenti e gli amici nel rimpianto. - Roma, 24 luglio 2014. A MODULO: Corriere della Sera Necrologie: € 5,00 Adesioni al lutto: € 10,00 Solo anniversari, trigesimi e ringraziamenti:€ 540,00 Gazzetta dello Sport Necrologie: € 1,90 Adesioni al lutto: € 3,70 Solo anniversari, trigesimi e ringraziamenti: € 258,00 Diritto di trasmissione: pagamento anticipato € 1,67 pagamento differito € 5,00 L’accettazione delle adesioni è subordinata al pagamento con carta di credito Servizio fatturazione necrologie: tel. 02 25846632 mercoledì 9/12.30 - giovedì/venerdì 14/17.30 fax 02 25886632 - e-mail: [email protected] Corriere della Sera Venerdì 25 Luglio 2014 49 italia: 51575551575557 Il Tempo Ogni giorno le PREVISIONI della tua città sempre con te Digita: mobile.corriere.it nel browser del telefonino Il servizio è gratuito salvo i costi di connessione internet previsti dal piano tariffario del proprio operatore Maggiori informazioni su www.corriere.it/mobile ) 5:) 1:5 5:55 1:1 5): 5 5:5 1 5:4 5:' 1:4 5:0 1 5:0 4 5:0 5: -&2( -".2 (.2 &:" "$&( (-"&( ($(& &(6 "-&: &(& -5" %*( %#$#(. 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"-. "-(" Oggi su www.corriere.it 1 7 9 10 13 14 17 19 26 40 51 53 59 61 64 75 79 82 85 90 Superenalotto !"( & -&".( (. &$. $ "-( "-2 10eLotto I numeri vincenti Lotto .$& "% # (#9( -. ((2 5$ !"&( Giochi e pronostici 6 1 .% .6# /. #/ (3&9 + $.# #%#&# 8 Sudoku Difficile 9 $."&#" .$( "%5-( #33( %"& %*(//( 3&# .(3(& 6&( #.&9 &(8 %*.# (//( %"& ($ # #.($9#(& #&/3#$ (& .(8/# $($# 3%*(.$# /6$ &3.( 8/3 6.(* *#7 #&3&/# /6$$ .#(&# $*#& /6$$ .&# %.##(&$ (.#&3$+ &/%&3# $($# 3%*(.$# /*# *(%.##&# &! /6$$ ($(&# /6$$ .#(&# $&#!"&6#& $3. *#( 3. $ . &3.("%.##(&$# $ &( ( $ (.8#+ $ 3%*( /($#3( /3#8( /6$ ./3( $ (&3#&&3+ Photobomb in Mali aereo della Air Algérie con 1 Si116schianta persone: 80 europei a bordo Arizona, due ore di agonia per il condannato 2 a morte: è polemica smentisce la lite con Silvio Berlusconi 3 Pascale «Scappata di casa? Sì, ma dieci anni fa» Meriam dal Sudan arriva a Roma e incontra il 4 Papa: «Grazie per la tua testimonianza» crisi dei sandali Crocs: licenziamenti 5 Lae negozi chiusi Foto con la «Queen» Due ragazze si scattano un selfie e dietro spunta, sorridente, Elisabetta II. Foto. India Ragazzo, record di denti Da mesi non riusciva più a masticare: operato, gli hanno estratto 232 denti. Foto. Concordia Verso Genova Prosegue il viaggio della nave partita dall’Isola del Giglio. Segui su Corriere.it 50 Venerdì 25 Luglio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Tv in chiaro Teleraccomando ,>£ di Maria Volpe PER CONOSCERE PER DISTRARSI Mike, conduttore Se l’infedeltà ma non solo diventa seriale Due interessanti reportage «La guerra di Mike» e «Pane e... fantasia. Gli anni della ricostruzione», con l’introduzione e il commento di Paolo Mieli. Il primo è il racconto della vita di Mike Bongiorno (foto) prima del successo televisivo. Un racconto in cui parla del suo passato, dalla Resistenza alla prigionia a San Vittore (dove conosce Indro Montanelli) e il rilascio grazie a uno scambio di prigionieri in Svizzera. C’è poi il Mike degli anni americani, il radiocronista e il Mike pioniere della neonata televisione italiana, che con «Lascia o raddoppia?» lo incorona il Mike nazionale. Una storia di passione, amore, tradimenti e sensi di colpa: al via la serie tv Usa che si apre con tre episodi: «Ossessioni», «A meno che non ti insegua un orso» e «Se vuoi un frutto». A Chicago, i due opposti mondi di Sara e Jack si incontrano. Lei (Hannah Ware, foto) è una fotografa professionista sposata con un procuratore che mira a fare il politico. Lui (Stuart Townsend) è un avvocato scaltro ed è il fidato consigliere di un potente ma equivoco uomo d’affari di cui ha sposato la figlia, Elaine. Entrambi insoddisfatti delle loro unioni, tenteranno inutilmente di resistere alla passione che li travolgerà. La grande storia - Come eravamo; Rai3, ore 21.05 Tradimenti Rai1, ore 21.20 ,>Ó ,>Î ,iÌi{ >>ix Ì>>£ >Ç /Û À>°Ì À>°Ì À>°Ì i`>ÃḭÌÉÀiÌi{ i`>ÃḭÌÉV>>ix i`>ÃḭÌÉÌ>>£ ȰÎä / £° Ȱ{x 1 "// -//° ÌÌÕ>ÌD £ä°Îä -*", -"° ÌÌÕ>ÌD ££°Óx " //" x° ÃiÀi £Î°Îä /", ° £{°ää / £ " "° ÌÌÕ>ÌD £{°äx ° ->« "«iÀ> £x°ää *,° /iiv £È°xä , *, /" /", ° *,6-" -1 6/ -6, ",/° £Ç°ää / £° £Ç°£ä -// ,//° ÌÌÕ>ÌD £n°xä ,<" / ° 6>ÀiÌD Óä°ää /", ° Óä°Îä / / / 66 /° 6`ivÀ>iÌ -, Ó£°Óä /, /° ->« "«iÀ>° >> 7>Ài] -ÌÕ>ÀÌ /ÜÃi`] Àà à ÓΰÎx -* 1 77£ , 1,, -1 ,° ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi >Ìi> >V n°Óä -", "° /iiv °{x *-" *,"° /iiv £ä°Îä /Ó - -//° ÌÌÕ>ÌD £ä°{ä Îΰ Ḭ̀ £ä°xx °°° -// " "-/1° ÌÌÕ>ÌD ££°Óä "-/," " ,9° /iiv £Ó°£ä "-/, ,"° /iiv £Î°ää / Ó ", "° £Î°Îä /Ó / *,° Ḭ̀ £Î°xä / Ó -] 6,° ÌÌÕ>ÌD £{°ää //" //" 8° ÌÌÕ>ÌD £x°Îä ,9 76-° /v £Ç°ää 1, "-/,° /iiv £Ç°{x / Ó - °°-° £Ç°xä , *9,° Ḭ̀ £Ç°xx , / -*",/° £n°£x / Ó° £n°{x "--," ,8° /iiv° n°ää ", -//° ÌÌÕ>ÌD £ä°£ä "] " / "t ££°ää / Î 1/° £Ó°ää / ΰ £Ó°£x - ", 7-/ ° /iiv £Î°ää /*" -/",° ÌÌÕ>ÌD £Î°{ä ," 1° V° £{°ää / , / , /"° £{°Óä / ΰ /" Î £{°xä /, *<< ,° ÌÌÕ>ÌD £{°xx / Î °°-° £x°ää , *9,° Ḭ̀ £x°äx /"1, , Óä£{\ £§ Ì>««>\ >ÕLÕÀ}iÌ iÀ}iÀ>V° Và £n°ää " < Óä£{° VÕiÌ>À £°ää / ΰ £°Îä / ," ° / ," /"° Óä°ää "° ÌÌÕ>ÌD ǰÓä 6 ° /iiv n°£x -/,//" *"<° /iiv £ä°{x , // ½/ ° ÌÌÕ>ÌD ££°Îä / { /"°/ £Ó°ää , ° /iiv £{°ää " -*",/" ",1° ÌÌÕ>ÌD £x°Îä , " /6° 6>ÀiÌD £x°xx " "° i`>] Ì>>] £Çή° ,i}> ` â >ÀL° Õ` -«iViÀ] Õ> i>] ,LiÀÌ ``ḭ i «À}À>>\ /}VÆ iÌi°Ì £n°xx / { /"°/ £°Îx , " /6 ° 6>ÀiÌD £°xx /*-/ ½",° ->« "«iÀ> Ȱää / x *, * ° ÌÌÕ>ÌD n°ää / x // ° n°{x , " ° VÕiÌ>À °ää "", " /," /1//° ££°ää ",1° ÌÌÕ>ÌD £Î°ää / x° /"°/ £Î°{ä " -/6° £Î°{x 1/1° ->« £{°{x 1" " *"° /> Ã Ü £È°£ä *-/ "° i`>] 1Ã>] ÓääÈ®° ,i}> ` >Õ`> ÞiÀð >ÌÌ iÜ `i] > iÀà ] ÀÃÌÞ -VÌÌ >à > £n°Óä 1", ,° /iiÛi> £°ää -,/"° /iiÛi> Óä°ää / x° /"°/ ȰÓä , -° -iÀi Ȱ{ä , 1-° /iiv ǰÎä 8 ] *, *-- 1,,,° /iiv n°Îä /° /iiv °Óx 66 *, , ""° VÕiÌ>À £ä°Îx / ÎÈä ,° VÕiÌ>À ££°£ä /", "9° VÕiÌ>À £Ó°£ä " -" " " / 1° ÌÌÕ>ÌD £Ó°Óx -/1" *,/"° /"°/ £Î°äx -*",/ -/° £{°ää " " 1 <" ° 6>ÀiÌD £{°äx -*-" ° >ÀÌ £{°Îx 1/1,° >ÀÌ £x°ää /° /iiv £È°{ä "° ° /iiv £n°Îä -/1" *,/"° /"°/ £°Óä °-° - , ° /iiv° Ȱää / ǰ Ȱxx "6 -° ÌÌÕ>ÌD ǰää " 1- ,-- -/*° ÌÌÕ>ÌD ǰÎä / ǰ ǰxä " 1- /"° ÌÌÕ>ÌD ǰxx " 1-° ÌÌÕ>ÌD °{x " ,° ÌÌÕ>ÌD ££°ää " ° /> Ã Ü £Î°Îä / ǰ £{°ää / Ç ," ° ÌÌÕ>ÌD £{°{ä -/,-9 E 1/ ° /iiv £È°{ä "--," ",,° /iiv £n°£x ½-*//", , 9° /iiv Óä°ää / ǰ Óä°Îä " ° /> à ܰ >Ç°Ì Óä°Îä / Ó Óä°Îä° Ó£°ää " \®° -iÀi Ó£°£ä /,9° /iiv° Þ ii iÀ] ÕVÞ Õ] `> +Õ ÓÓ°{x 1 ""-° /iiv Óΰ{x / Ó° Óä°£ä " ,/° /iiv Óä°Îx 1 *"-/" -"° ->« Ó£°äx , -/",° ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi *> i ÓΰÎä / ," ° ÓΰÎx / Î "// -//° Óä°Îä -,/"° /iiÛi> Ó£°£x "</",° / ÀiÀ] 1Ã>] £n®° ,i}> ` ° >ÀÞ À>Þ° ->Õi ° >VÃ] iÛ -«>ViÞ] >Û` ÀÃi Óä°{ä **,-- -*, /° 6>ÀiÌD Ó£°£ä / -° À>>ÌV] 1Ã>] Óää®° ,i}> ` ii >VV° ->`À> ÕV] >Ì Þ >ÌiÃ] Við Ó£°£ä /"<<° i`>] Ì>>] £Çx®° ,i}> ` ÕV> ->Vi° *> 6>}}] > >ââ>>ÕÀ] Ù Ãð i «À}À>>\ /}VÆ iÌi°Ì Ó£°£ä ,"<< *- ,6° 6>ÀiÌD° ÓÓ°Îä ,<< -/ " ° i`>] 1Ã>] Óä£ä®° ,i}> ` Ã> `i° iÌÌi i}] Õ>i Ài £°ää /£ "//° £°Îä /*" ° £°Îx -* /","° ÌÌÕ>ÌD Ó°Óx -"//"6" ° ÌÌÕ>ÌD ä°ää "//6" * /° ÌÌÕ>ÌD ä°xä , *, /" /", ° £°ää 7 6ä° Óΰ{ä /" ΰ ä°£ä -° ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi iÝ <>>À` £°ää **1 / /" ° ÌÌÕ>ÌD ä°äx ½-//° ÌÌÕ>ÌD ä°£ä ,- " / // /"9"° âi] 1Ã>] ££® Óΰ{x / / ," ° 6>ÀiÌD ä°£x / x "//° i «À}À>>\ ,>ÃÃi}> ÃÌ>«> /"°/° ÓΰÓä - " " /, " /"<<° i`>] Ì>>] £ÇÈ®° ,i}> ` ÕV> ->Vi° *> 6>}} ä°{ä / ǰ ä°xx " ° /> à ܰ `ÕVi ->Û -ÌÌi] iÃÃ>`À> ->À` £°Îx "6 -° ,i> /i >Ãà /Û ÌÛ°Ì £x°£ä /-\ - //½ -iÀi £È°ää £È /° 6>ÀiÌD £È°xä , <" \ " </¶ 6>ÀiÌD £Ç°Óä , <" \ " </¶ 6>ÀiÌD £Ç°xä / "° 6>ÀiÌD £n°xä / , ,- *-"° 6>ÀiÌD £°xä , <" \ " </¶ 6>ÀiÌD Óä°£x /-\ - //½ -iÀi Óΰää "1- " "" *, * / 1 ° 6>ÀiÌD ii>Þ /6 £Ç°ää £n°ää £n°xx £°ää £°Îä Óä°ää Óä°Îä Óä°{x Ó£°£x Ó£°Îä ÓÓ°ää 9 /-° Õð /9° /iiv 9 /° / " £Ó°°° - - ° 6>ÀiÌD 6 -- Ó° -iÀi +1 " -/ "° 6>ÀiÌD ", *-1° Õð 1", ,"° 6>ÀiÌD ,"" ° 6>ÀiÌD *- -/ Ó° VÕ,i>ÌÞ " " "° VÕiÌ>À 2 -/$/ ?$! $/!2 "*1/ Film e programmi In casa Bullock arriva un campione Jackson si barrica con gli ostaggi ,>{ ,>x À>°Ì Un giovane afroamericano (Quinton Aaron, foto con Sandra Bullock) viene accolto da una ricca famiglia bianca che lo aiuterà a diventerà un campione di football. The Blind Side Canale 5, ore 21.10 Accusato di truffa e omicidio, un poliziotto (Samuel L. Jackson, foto) si barrica in un ufficio con alcuni ostaggi. Per aprire una trattativa viene convocato un negoziatore (Kevin Spacey). Il negoziatore Rete4, ore 21.15 Meroni, vita e gol di un fuoriclasse La Grande Guerra vista dalle trincee Si intitola «Gigi Meroni. Quando un dribbling è più bello di un gol» lo speciale che ripercorre la carriera del fuoriclasse del Torino morto a soli 24 anni nel 1967. Sfide Rai3, ore 0.10 Quattro anni nelle trincee del fronte della Grande Guerra, attraverso i racconti di un soldato francese, di sua moglie e di un grande amico. Il tutto arricchito da filmati d’archivio. 14-18: amore e furore Rai5, ore 21.15 n°{x 7,"1- £Î° -iÀi °Îä 6 ° -iÀi £ä°£x ,1-° -iÀi ££°ää -*" /° -iÀi ££°{x -/,° -iÀi £Î°£x 6 ° -iÀi £{°ää , *9,° ÌÌÕ>ÌD £{°£ä -/,/ / /-° /iiv £{°xx " /", 7"° -iÀi £x°{ä " /, ° -iÀi £È°Óx -/,° -iÀi £Ç°xx , 7- ", "° £n°ää 7,"1- £Î° -iÀi £n°{x / "-/ 7",° -iÀi £°Îä , *9,° ÌÌÕ>ÌD £°{ä " /", 7"° -iÀi Óä°Óx -/,/ / /-° /iiv Ó£°£ä -/, /, 6 ,"// 6,-" ½ "/"° âi®° ,i}> ` V >à iÞiÀ ° Óΰäx 7" , ° À>°Ì £n°ää 6 //, -"7° /> Ã Ü £n°xä ,] -/,1--° ÕÃV> £°Îä - 1,/° ÕÃV> Óä°Óx , *9,° Ḭ̀ Óä°Îx *--*,/"1/° Ḭ̀ Ó£°£x £{£n° V° Óΰää - ,"1 - ,"1 ° ÀÌiÌÀ>}} ,> -ÌÀ> £°Óä -/,", , -/", ½/° V° Óä°Îä ", " -/",° VÕiÌ Óä°xä /*" -/",° VÕiÌ Ó£°Îä , , 1,,° V° ÓÓ°Óä ,<" ° V° Óΰxä /*" -/",° VÕiÌ ,> ,> *ÀiÕÀ>°Ì Ûi £Ç°{x £n°Îä £°£ä £°Óä /"*<"° /iiÛi> /"*<"° /iiÛi> , *9,° Ḭ̀ ,//" -° -iÀi Óä°Óä "--," ,° -iÀi Ó£°£x ½ /" "° ÃiÀi Óΰäx /" < ° ÌÌÕ>ÌD À>°Ì À>°Ì £È°ää +1 "6 // 1",° £n°ää , 7- ", "° £n°äx , *9,° ÌÌÕ>ÌD £n°£x 1 , 1",° £°Îx ,<< /,'° Ó£°£x -/",9 " 6" ° ,> Õ« À>°Ì Ài>ÌiÌÛ°Ì >Ý >Ç` `>Ý°Ì V>ÃÃ°Ì >Ç°Ì £°£ä * / *, --° /iiv £°Îx 6"//° /iiv Óä°Óx "1- " 1-° /iiv Ó£°£x 1 1 * ° >ÀÌ ÓÓ°äx 7 8 1° >ÀÌ ÓΰÓä -/,", , 66 /1, 1- 6, ° £n°xä "/" ° ÌÌÕ>ÌD £°Óä ,9 "--\ -"19° ÌÌÕ>ÌD Óä°Óä 1 1" 1-° ÌÌÕ>ÌD Ó£°£ä , 9\ -"/," "° ÌÌÕ>ÌD ÓÓ°äx 7 - ° ÌÌÕ>ÌD £È°ää / ", "° ÌÌÕ>ÌD £È°Îä / -*",/° ÌÌÕ>ÌD £Ç°ää " " ° -iÀi £°ää *"" ",- "° -iÀi Óä°{x -," ° -iÀi ÓÓ°xä "\ *-,"° 6>ÀiÌD Óΰxx 7E",,° -iÀi £Ç°{x ,*",/ - 1,/9° VÕiÌ>À £n°Îx , 6° VÕiÌ>À £°Îä , //"t VÕiÌ>À Óä°Óä " *1 ° VÕiÌ>À Ó£°£ä 1 / -1 /° ÌÌÕ>ÌD ÓÓ°ää /,"9° 6>ÀiÌD £È°xx £n°xx £°ää £°{ä ,> 99 Àà i >x /Û Óäää À>°Ì £n°xx "9° >ÀÌ £°£ä - ½",-"° >ÀÌ £°Îä - /"*" "° >ÀÌ £°xä ,/" " < "° >ÀÌ Óä°£ä *** *° >ÀÌ Ó£°Óä "6° >ÀÌ Ó£°{x ,"° >ÀÌ Ó£°xx ,"° >ÀÌ Àði`>ÃiÌ°Ì £{°ÎÇ <<,° /iiv £x°{ä --" -* 9 * ° £Ç°ÎÇ ,° £°£x 1 *°° /v Óä°äÇ <<,° /iiv Ó£°ä£ 1 *,"" "° Óΰ£x " -/,1//",° ViÌÛ°Ì £Ç°Îä 19 E - ° VÕiÌ>À £°£x , 1" /8-° V° Óä°£x , "1- ° VÕiÌ>À Ó£°£ä 1 1"° 6>ÀiÌD Óΰ£x "/ -* /",° 6>ÀiÌD i`>ÃiÌ°Ì £n°Îä /-° /iiv £°Óx "--* ,° /iiv Óä°£x 1 *, ° /iiv Ó£°£ä -"/ 7° i «À}À>>\ /} Æ iÌi°Ì Óΰäx 1" " *"° /> Ã Ü -°"°-° //° ,i>ÌÞ / ǰ "" ° Ḭ̀ 1" ° ÌÌÕ>ÌD Ó£°£ä , -/ ,/° Óΰ{ä / ,° "< -"7° 6>ÀiÌD ä°{ä /"/, 7/ 9"1° ÌÛÓäää°Ì £°ää ½-*//", ,, ° /iiv Óä°ää ,"-," "1,- ,/° ,i}i Óä°Îä / /° Ó£°äx /"/' -/",9° ÓÓ°xx //" "//° Ḭ̀ ÓΰÓä ,"-," - /1," *"*° ,i}i Corriere della Sera Venerdì 25 Luglio 2014 51 italia: 51575551575557 Pay Tv Film e programmi Rudd e Mann coppia in crisi Debbie e Pete (Leslie Mann e Paul Rudd, foto insieme), sposati e con due figlie, stanno attraversando un periodo di crisi. Non sarà facile trovare un modo per stare ancora insieme. Questi sono i 40 Premium Cinema, ore 21.15 Poliziotto perseguita il redento Jackman -Þ i> -«ÀÌ £Ç°xx " 1 ","" /1//" , L m Õ `Ã>ÃÌÀ] ÀiÃVi > > >ÌiiÀi Õ >ÛÀ] > « à L>ÌÌi i] >`Ài Ã}i > VÕ ÃiÀÛi Õ >}}À`° -Þ i> >Þ £n°xx / ääÇ 1 - / / `] >>à -° iÀÞ i ÃiÃÌ i ÕÌ `] «À> ` º> `Ài >»®] `iÛi v>À ÕVi ÃÕ V>L>iÌ i iÀV>Ì `i `>>̰ -Þ i> >ÃÃVà £°£x *, *À> i> m > L>` >À>Ì> `ii À}>Ìi ,ÃÃi V i >} Ì>> `ÕÀ>Ìi } > ` *L° V>«] `Õi v`>â>Ì -i} i -ÕÃ>>° -Þ i> ÕÌ £°Óä 1 / "/" -* i `>} iÃ>À>Ì ` `Õi >}iÌ `i> «â> ` *>À} «iÀ ÃV«ÀÀi ½>ÃÃ>Ãà `i> V«>}> `i «ÀiiÀ vÀ>ViÃi >}Þ° -Þ i> >Ý " *, 6"/ ÛÀâ>Ì> i VÃÌÀiÌÌ> > ÌÀ>Ài i> V>Ã> «>ÌiÀ>] > ÌÀiÌ>VµÕii Þ ÌÀÛ> ÕÛ> v> ÛÌ>i i `V>Ûii iÀiÞ° -Þ i> *>Ãà £°Îä " , /" \ /- - 1- > L>` `i iÌ `i} "i ÀiVÌ À>VVÌ>Ì> >ÌÌÀ>ÛiÀà i Ì>««i ` Õ ÌÕÀ `>i° à VViÀÌ] > >V i ÀiÌÀÃVi>° -Þ i> £ " *, ", iÌD > µÕ>Ì>\ ÃÌi 7° >ÌÌ >Õ®] `iV`i ` ÃÌÀ>Û}iÀi > ÛÌ> >ÀÃ> `i> ÃÕ> Ìi}iÌÃÃ> «Ìi >Ì iÀi ° ,Þ>®° -Þ i> Ìà ӣ°ää , 1 iÀ>Li > vi vÕ}> ÌVViÌÌ> ` -° V+Õii] i> «iV> `ÀiÌÌ> `> ° -ÌÕÀ}ið >Ìà >} "ÃV>À° -Þ i> >ÃÃVà 1 -° -«iLiÀ} À«iÀVÀÀi ½>âi `i} iÃÌÀiÃÌ «>iÃÌiÃ] >ÛÛiÕÌ> > >V] `ÕÀ>Ìi i "«>` `i £ÇÓ° ° >>° -Þ i> ÕÌ ½**, -/ " ÕÀ>Ìi Õ ÕiÀ ` >}>] Õ½ÕÃÃÌ> v> ë>ÀÀi Õ> À>}>ââ>° > ÃÕ> ÛÌ> Û> vÀ>ÌÕ i Õ Ã «i `>`i ÃÕ ÃÕ «ÌiÀ° -Þ i> >Þ / -/ 8", - , -iµÕi `i ½ÕÌ iÃÀVð D LiÀ>Ì> `> `i] > }Û>i i ViÀV> ` ÀÌÀÛ>Ài À>ÌD > >} ÌÀ>°°° -Þ i> >Ý " 6iÌ\ ,Ýi >ÀÌ >ëÀ> > iÛ>`iÀi `>> ÛÌ> Ì> Ãi}Õi` i Ài ` 6i> iÞ] Õ½>ÀÌÃÌ> ` Û>Õ`iÛi° ÕÃV> V ,° iÀi° -Þ i> *>Ãà ӣ°£ä 1, ",*" ° ÃÌiÀ m > }Õ>À`> `i VÀ« ` 7° ÕÃÌ] ÃÌ>À `i> V>âi° >ÃVi ½>Ài° -Þ i> £ -iÀi /Û ÌÀ>ÌÌiiÌ ,>}>ââ VÕiÌ>À £x°Óx £È°Îx £Ç°xx £°£ä Óä°£ä £x°xä -/, 1-/, -Þ 1 £Ç°xx ,/ , -Þ 1 £°{ä 1 " "<, " Ý vi £°xx 1 " "<, " Ý vi "-- - -Þ 1 Óä°Óä "/ /" / *, , 1 -Þ 1 Ó£°ää *," / ,1 79 1- £Ó Ý vi - 1" Ó£°£ä "/ /" / *, , 1 -Þ 1 Ó£°£x /-½- -/ >ÀÌ iÌÜÀ Ó£°Îä - 1" Ó£°{ä /-½- -/ >ÀÌ iÌÜÀ £n°{ä 1,/ /" Ó / 1/ / /1,/- Vi`i ,1, -"7 >ÀÌ iÌÜÀ £°xä 7 /" E ,,9 -"7 iÀ>} £°xx ,9 Ó Óä°ää "9 // - , i`à -*" " Vi`i Óä°äx "9 // - , i`à Óä°Îä /" i`à Óä°xä /" i`à ӣ°ää /" i`à ӣ°äx 1"6 66 /1, */, * i`à ӣ°£ä /" Ó Ó£°£x 1 1 * ,> Õ« £È°Óä " - - £Ç°£ä 6t Èä ", -"//" 6 ÃVÛiÀÞ >i £n°Óx ", , - -"7 ÃVÛiÀÞ -ViVi £°Óä *",/, 1/1," ÃVÛiÀÞ -ViVi Óä°£x "-/,1<" \ ,- " /," ÃVÛiÀÞ -ViVi Óä°Óx 1"6/ " 1", >Ì> i}À>« V Óä°Îä , 1" /8- ÃÌÀÞ >i Óä°xx 1° ,"*",/" >Ì> i}À>« V Ó£°ää +1, ÃVÛiÀÞ >i +1,/" ÃÌÀÞ >i £È°£{ 1 *, ° /iiv 9 £È°£x <" ° *ÀiÕ i> £Ç°äÓ /- ½",° 9 £Ç°ÎÈ / ° /iiv " £Ç°{x ", "-/, 6/° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> £n°ää *,- , ,/" ° /iiv " £n°{Î / 6*, ,-° /v 9 £n°xÇ / -° *ÀiÕ i> £°ÎÓ " /, ° /iiv 9 £°În ,9 ° /iiv " Óä°Ó£ " /, ° /iiv 9 Óä°ÓÈ ,9 ° /iiv " Óä°{ä " * ",/"° - Ü -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> Ó£°£x +1-/ -" " {ä° *ÀiÕ i> Ó£°£x / ", -° /iiv 9 Ó£°£x 1 6,- -",\ , ,/" ° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> ÓÓ°äx / ", -° /iiv 9 ÓÓ°xx 1/9 -"*° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> ÓÓ°xn *½ /1 ° /iiv 9 ÓΰÎ{ - ,6 1 <" ° *ÀiÕ i> ÓÓ°Îx ÓÓ°xx ÓΰÓä ÓΰÓx Óΰ{x " *, - /" /] i`V >iÀV>] }Õ}i À>V> «iÀ ÀiVÕ«iÀ>Ài i ViiÀ `i v}] ÀÌ iÌÀi «iÀVÀÀiÛ> > ` ->Ì>}° -Þ i> Ìà / 8", - " 9 ,"- ° iÞ] Õ >ÛÛV>Ì] >VViÌÌ> ` `vi`iÀi Õ «ÀiÌi >VVÕÃ>Ì ` V` Ãi}ÕÌ >` Õ iÃÀVð > Õ> ÃÌÀ> ÛiÀ>° -Þ i> >Ý ," ,LiÀÌ iÀ] Õ >}>Ìi `i> v>â>] m ÀÌÀ>ÌÌ `i ÃÕVViÃà > `iÌÀ >> v>VV>Ì> `À>Ì> à >ÃV`i Õ> Ài>ÌD `i ÌÕÌÌ `vviÀiÌi° -Þ i> *>Ãà 8 , i }iÃÌ> ` iÃÃ>`À ` >Vi`> ÎxÈÎÓÎ >° °®° ÀÕ `i V`ÌÌiÀ m >vv`>Ì > ° >ÀÀi] «iÀ > Ài}> ` "° -Ìi° -Þ i> £ / «ÀÌ> iÃ>À ÛÛi Ài`i` > ÛÌ> «ÃÃLi > V`° ½ÕV> V i] «iÀ À>] ÃvÕ}}i >i ÃÕi }Àvi m > À>}>ââ> `i xc «>° -Þ i> Ìà "-/ /, -/" ½", /,"//" /\ Õ >ÌÌÀi ° ÕÀÀ>Þ® i Õ> }Û>i ëÃ> -° >Ãî à VÌÀ> i ÃÌiÃà >LiÀ} i v> >Vâ>° -° ««>° -Þ i> ÕÌ °ää "\ "9* "- *," ÕiÃà >«Ã Õ« -Þ -«ÀÌ £ ££°ää // \ Î ", / `>i ÕÀið vviÀÌ> ÕÀëÀÌ £Î°{x 1/""-"\ /*, £ * 1 , *,"6 , Óc ---" ® ,>-«ÀÌ £ £{°ää -"\ " " /"1, ÀiÌÌ> ÕÀëÀÌ £{°£x -"\ 1"1,1/ *91 6 ½"1, ,, /ÕÀ `i À>Vi° ÀiÌÌ> ÕÀëÀÌ £Ç°Îä -"\ " " /"1, ÀiÌÌ> ÕÀëÀÌ £Ç°{x "\ 1-/, *",/"" >«>Ì ÕÀ«i 1£° ÀiÌÌ> ÕÀëÀÌ Óä°ää "\ , 1 , >«>Ì ÕÀ«i 1£° ÀiÌÌ> ÕÀëÀÌ -" ,\ / -" , /"1,\ - / , -//° Ó *,/ -Þ -«ÀÌ £ Óä°Óx * 1"/"\ *" / 1,"* Óä£{ - - Ó® ,>-«ÀÌ £ Ó£°ää "\ "9* "- *," ÕiÃà >«Ã Õ« -Þ -«ÀÌ £ 7,-/ \ 77 "-/ - "7 t -Þ -«ÀÌ Ó In carcere per aver rubato del pane, Jean Valjean (Hugh Jackman, foto) deve fuggire un ispettore di polizia (Russell Crowe) che gli dà la caccia. Il perseguimento consuma la vita dei due uomini. Les Misérables Cinema Emotion, ore 21.15 Strage alle Olimpiadi Bana cerca i colpevoli Olimpiadi di Monaco, 1972. I terroristi palestinesi di Settembre Nero prendono in ostaggio e uccidono atleti israeliani. Un agente del Mossad (Eric Bana, foto) viene incaricato di trovare i responsabili. Munich Sky Cinema Cult, ore 21 Ó£°ää Ó£°£ä Ó£°Óä Ó£°Îx Ó£°xä ÓÓ°ää , Ý ° °/° , ÃiÞ >i ,9½- /"9 Ý vi * / *, -- ,> Õ« / -/, -, ÃiÞ >i , - Ý Ài - Ý Ài 1 Ý "1- " 1- ,> Õ« 76,9 ÃiÞ >i /1 , Vi`i 7""" - 1 1*" ÃiÞ >i /"- 7" Ý Ài ½, 1 6"/ Ý 9-//, 1 6*," ÃiÞ >i A fil di rete di Aldo Grasso Nei diari di Terzani una vita «in divenire» «I diari sono la traccia importante della nostra vita nel tempo»: è così che Tiziano Terzani considerava le note e gli appunti che, nel corso dei suoi numerosi viaggi svolti anche come inviato per molte testate, ha scritto per riflettere, per dar voce al suo spirito di osservazione e per dialogare con il tumulto interiore che lo accompagnava. «In scena», l’appuntamento che Rai5 dedica alla letteratura e al racconto nel suo palinsesto di serate tematiche, ha costruito Vincitori e vinti una puntata intorno ai diari di Terzani, fatti rivivere attraverso Federica la lettura e l’accompagnamento Sciarelli di musiche e suoni per rievocaLa cronaca re le atmosfere dei luoghi in cui italiana si è svolta la sua ricerca esistensupera la ziale, soprattutto in Asia, tra Cistoria tedesca. Prima na, Giappone, Cambogia e India serata con la versione (mercoledì, ore 21.16). estiva di «Chi l’ha Hanno partecipato al reavisto...?». Il meglio del ding, curato da Simonetta Aiprogramma di Federica cardi e Daniele Biggero, anche Sciarelli versione sua moglie Angela e il figlio Fol«Story» raccoglie su Rai3 co, provando a spiegare qualco2.326.000 spettatori, sa in più su Tiziano, ricordando 11,3% di share le sfumature del suo carattere e piccoli episodi sfuggiti a quella Alexandra costruzione pubblica del «guNeldel ru», di cui, forse suo malgrado, La storia Terzani è stato fatto oggetto. tedesca Proprio Angela, destinataria di superata molte delle note e delle lettere dalla cronaca italiana. che compongono i diari, ha racPrima serata con la contato come la ricerca di Tiziafiction tedesca no in Asia partisse in fondo dal«La cortigiana» la sua fragilità e costituisse un (con Alexandra Neldel) modo per controllare le emoper Canale 5: gli zioni che rischiavano di travolspettatori sono gerlo nel buco nero della de1.806.000, per una pressione. Un viaggio in territoshare del 9,8% ri molto lontani terminato vicino a casa, nella natura dell’Orsigna in cui ha fronteggiato le fasi finali della malattia, accettando l’impossibilità di una cura. In fondo, è parso di capire, Terzani teneva ben poco a trasformarsi in un’icona: era un viaggiatore solitario, un ricercatore della spiritualità che proprio nella forma processuale e «in divenire» del diario trovava il suo migliore strumento di racconto. © RIPRODUZIONE RISERVATA Forum «Televisioni»: www.corriere.it/grasso Videorubrica «Televisioni»: www.corriere.tv George Michael musica e trasgressioni i`>ÃiÌ *ÀiÕ Nonostante i molti scandali legati a droga e alcol, George Michael è ancora amatissimo. Dalla band del liceo fino ai grandi successi mondiali, lo speciale ripercorre la carriera dell’ex Wham! George Michael History Channel, ore 22 £{°Î£ , *, ° /iiv 9 £x°££ ,° "1- 6-" ° /iiv " £x°ÓÓ / 6*, ,-° /iiv 9 £x°xn ,° "1- 6-" ° /iiv " £È°äx 1 "-/-- /, 16"° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> Óΰ{n , 1° /iiv 9 ä°{ä ,° "1- 6-" ° /iiv " ä°{£ , 1° /iiv 9 ä°{x /," /" ½° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> £°ÓÓ , /° *ÀiÕ i> £°ÓÇ ,° "1- 6-" ° /iiv " £°Î{ , 9° /iiv 9 Ó°ÓÇ , 9° /iiv 9 Ó°Îx / , --,¶° VÕiÌ>À -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> Î°ä£ -* "° ,ÕLÀV> " ΰ£È /-/ -, " *, "//" * ° *ÀiÕ i> ΰ£È / ,, ,-° /iiv 9 52 italia: 51575551575557 Venerdì 25 Luglio 2014 Corriere della Sera
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